Il cardinal Pell parla
“Durante i due sinodi sulla famiglia alcuni hanno proclamato che la Chiesa è un ospedale o un porto per i rifugiati. Questa è solo una delle immagini della Chiesa, lontana da quella più utile e importante, perché la Chiesa deve mostrare come non diventare malati, come evitare il naufragio, e in ciò i Comandamenti sono fondamentali”: così il cardinale George Pell, in un numero eccezionalmente buono di Il Timone (lo è sempre, ma questo 199 lo è eccezionalmente) che riporta passi del diario che Pell tenne nei 400 giorni in cui, a 79 anni, fu prigioniero per Cristo, innocente, e abbandonato da Bergoglio agli accusatori poi rivelatisi impostori organizzati.
Gente di cui Pell, nel suo godibile understatement (i martiri britannici per la fede del ‘600 coltivavano lo stesso humour sotto il patibolo), attribuisce alla lettera di una fedele, ricevuta in carcere. Questa donna “riteneva che l’inizio della nostra “persecuzione come cattolici” è stata quando ho rifiutato la Comunione a coloro che indossavano delle sciarpe arcobaleno nella cattedrale di St. Patrick […] potrebbe aver ragione”.
Ma la bellezza sta meno nella sottile polemica, che nella densità spirituale con cui Pell, senza parere, nutre l’anima del credente.
“Uno dei misteri della nostra epoca è la crescita dell’incredulità..Agostino sosteneva che i nostri cuori sono inquieti finché non trovano Dio, ma sembra che molti cattolici non praticanti non abbiano alcuna ansia al riguardo, come fossero diventati felicemente sordi […] credo che l’amore per il benessere, a volte un autentico materialismo, e la rivoluzione sessuale abbiano offuscato la capacità di vedere Dio”. Per poi indicare nella “rotture dei matrimoni, nell’alcol, nelle droghe,nella dipendenza della pornografia” il segno che le persone sono “senza pace” e come ne consegua “la sofferenza dei figli. “Gli insegnanti nelle nostre scuole si trovano ora in prima linea per cercare di sanare le sofferenze dei bambini dagli errori, dalle sconfitte dei loro genitori, o genitori acquisiti, o “zii”…”
“Parte dei problemi della Chiesa sono auto inflitti. Quando noi pensiamo di poter far meglio di Gesù, eliminando gli insegnamenti difficili o minimizzando la preghiera, la fede la croce etc, non dovremmo stupirci che le persone se ne vadano. Una religione troppo facile è una falsa religione”.
Sapete la cosa che mi ha più colpito? Questa: da quanto tempo non sentiamo un cardinale, un vescovo, insegnare così? Chinarsi per esempio sulle sofferenze dei bambini dei divorziati – tanto per cambiare dalla monocorde predicazione per le “sofferenze degli immigrati” – indicandone le responsabilità nei genitori? Perché si correggano?
Non è nemmeno immaginabile che un Becciu, un Paglia, un Galantino un possa dire una cosa simile. Nemmeno possono pensarla. Men che meno un Bergoglio o uno dei porporati di cui si è circondato perché lo leccavano, e dietro le sue frasi fatte sull’accoglienza, l’ecologia, la chiesa ospedale da campo, sono occupati a rimestare milioni e edifici di prestigio, vivendo da ricchi e tirando anche di coca e festini sodomitici nei sacri palazzi.
Il demonio muto
Di fronte alle più evidenti crisi morali che si traducono in miserie collettive, ferite immedicabili, e maree di dolori di innocenti, vere immani tragedie del nostro tempo, le “forti mareggiate sociali” (Pell), di fronte alla persecuzione dei pochi cattolici rimasti, di fronte alla perdita di milioni di posti che si sta profilano per una chiusura liberticida che è fabbricata da un’impostura globale, Bergoglio è non dice nulla. Non sa fare nulla, nemmeno alzare su queste sofferenze epocali la benedizione, il segno della croce, fatto con le sue mani che restano, dopotutto, consacrate.
Non è che non sa cosa dire; è muto, di un mutismo che evoca irresistibilmente il Vangelo: “Gesù cacciava un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare”..
Una chiesa occupata da muti, che non fanno più quello che deve fare un vescovo.
Pell : “Fu per me occasione di risveglio quando feci presente ad un alto prelato europeo che il primo criterio per essere un buon vescovo è testimoniare la fede cattolica e apostolica. Il mio interlocutore schiumava indignazione e disapprovazione”.
Ora, una cosa è esprimere disapprovazione, anche decisa e magari adirata; un’altra cosa è schiumare
Il Vaticano è occupato da prelati che schiumano quando si evoca il semplice loro dovere? E’ documentato che Bergoglio “ fu colto da una vera e propria crisi di nervi al momento di ricevere la lettera con la quale il gruppo di cardinali manifestarono tutte le loro obiezioni alle tesi vaticane sul Sinodo. Bergoglio disse: “Se le cose stanno così possono andare via. La Chiesa non ha bisogno di loro. Li caccio tutti!”. …..Schiumava? Sappiamo che già “Padre Kolvenbach accusava Bergoglio di uso abituale di linguaggio volgare , doppiezza, di disobbedienza nascosta sotto una maschera di umiltà e alla mancanza di equilibrio psicologico. […]
Degli scandali vaticani non parlo, sia perché c’è chi ne riferisce meglio e più informato di me (Tosatti, Aldo Maria Valli), ma per il dolore di vedere quei muti, quegli schiumanti nella gerarchia, e la consapevolezza che questi occupanti si stanno rendendo irrilevanti da soli, stanno finendo senza fedeli e senza obolo, affondando nella melma, incapaci di provar vergogna
Cosa potrei dire di più di Monsignor Viganò? “La sua [di Francesco] presunta volontà di «far pulizia» in Vaticano mal si concilia con l’essersi circondato di personaggi ampiamente compromessi – a iniziare proprio da McCarrick – affidando loro incarichi ufficiali, per poi cacciarli non appena venivano alla luce i loro scandali. E su tutti costoro, come ben sanno quanti frequentano la Curia, già pesavano gravi sospetti se non addirittura prove circostanziate di colpevolezza. In altri casi, come ad esempio quello di Zanchetta, Bergoglio si è speso in una difesa ad oltranza del suo pupillo, giungendo addirittura ad accusare di falsa testimonianza le vittime del prelato, promosso poi ad un incarico di alta responsabilità all’Apsa appositamente creato per lui. Ed oggi Galantino e Zanchetta sono de facto gli amministratori dell’intero patrimonio della Santa Sede ed ora anche del portafoglio della Segreteria di Stato. E che dire di personaggi impresentabili come Bertone e Maradiaga, Peña Parra e Paglia? Scandali viventi…”
Nicola Bux parla
Constato che monsignori Viganò è ogni giorno meno solo nella sua accusa diretta e limpida .
Il Giornale registra anche la voce di monsignor Bux:
Mons. Nicola Bux è una voce che se ne intende di “cronaca vaticana”, per quanto i suoi interessi siano soprattutto teologici. Abbiamo deciso di domandare al monsignore cosa stia succedendo nella Chiesa cattolica: “La Chiesa – premette il presbitero – sta attraversando la crisi della fede, conseguenza della penetrazione del principio marxista: la prassi (cioè la pastorale, ndr) precede la verità. Si tratta di un “errore metafisico e antropologico” secondo Karol Woityla, che stiamo pagando caro. La crisi morale è conseguenza della crisi di fede. Tuttavia, come ha detto il card.Ruini, ha sempre meno rilevanza il cattolicesimo politico di sinistra, che occupa le élite, le curie e le sacrestie: non esprime più la gran parte dei cattolici, praticanti e non. Bisogna supplicare il Signore affinché non faccia andare avanti l’autodemolizione della Chiesa cattolica. Cosa dobbiamo fare? Proclamare sempre la verità. Così avrebbe reagito san Girolamo, che era nella Curia Romana ai tempi di papa Damaso: col suo temperamento ardente, assai suscettibile, che riusciva a temperare con la penitenza”.
La guerra interna in Vaticano: così hanno fatto fuori Becciu
Bux pretende che sul caso Becciu le sue valutazioni non vengano scorporate. Ne fornisce anche alcune teologico-culturali, ma c’è spazio anche per una disamina complessiva del momento vissuto in Santa Sede: “In Vaticano sono sette anni di disastro: dopo gli abusi sessuali siamo a quelli finanziari. Il vertice della Chiesa è scomparso sotto il Covid, il papa non è più visibile perché non può viaggiare e non può ricevere i fedeli. Al suo posto, gli ecclesiastici che dicono con mite fermezza la verità sono diventati i riferimenti autorevoli della Chiesa”. La portata della questione, insomma, è bella pesante. Veniamo al caso Becciu. Cosa sta succedendo? “La vicenda del card. Becciu è atipica, in quanto l’affaire è stato reso pubblico dal Papa in anticipo sull’Espresso: sembra concordato prima. È noto che il Papa ha un rapporto preferenziale con Repubblica, di cui fa parte l’Espresso. La sporcizia sale e, nell’opinione pubblica internazionale, trascina la Chiesa con i suoi uomini sempre più in basso. In aggiunta – continua Bux –, deve far riflettere che, l’ex Sostituto, sia stato scelto come tale dall’allora segretario di stato, il card. Bertone, di cui sono note le responsabilità; anche se, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, è Francesco che gli dà in tutti questi anni nuovi incarichi sì da operare a tutto campo, senza che nessuno, dal vertice alla base, abbia battuto ciglio, tranne il card.Pell e forse qualcun’altro”. Per comprendere ulteriori elementi, dunque, bisognerebbe forse guardare anche ai “correntismi” presenti in Vaticano.
Becciu come “guardiano della rivoluzione”
Becciu, come abbiamo anticipato, era uno stretto collaboratore di Jorge Mario Bergoglio. Non era conservatore come il cardinale Gherard Ludwig Mueller, che non è stato riconfermato alla Congregazione per la Dottrina della Fede o tradizionalista come il cardinal Raymond Leo Burke, che è stato escluso dalla Congregazione per i vescovi e da altre realtà ecclesiastiche. Becciu, chiediamo a mons. Bux, non era un uomo fidato di Francesco? “Effettivamente – argomenta Bux – è strano che il papa non ne sapesse nulla e l’abbia nominato (Becciu, ndr) delegato per l’Ordine di Malta e poi messo a capo della Congregazione per le Cause dei Santi. Perché ora Becciu preferisce il silenzio? Ha in serbo dossier? Quanto al papa: si può anche pensare che non sia facile scegliere i collaboratori, tuttavia quanto sta accadendo, è conseguenza del criterio psicologistico oggi prevalente, a cominciare dai seminari: esso è diventato il criterio decisivo per la scelta di un candidato all’episcopato, come al sacerdozio, al posto del criterio teologico. La sociologia e la psicologia sono scienze empiriche che si distinguono in base alla loro origine che sta nell’ateismo o nell’agnosticismo”. Dunque? “Invece, si dovrebbe ricorrere a S.Tommaso che, per individuare un vero pastore, offre questo criterio: ‘quando incombe il pericolo del gregge ogni pastore spirituale deve affrontare il sacrificio della vita corporale’. Succede invece, come per la Cina, che chi si preoccupa di questioni decisive per la fede cattolica, non viene considerato. Quando si disprezzano i testimoni della fede che hanno pagato con il sangue la loro fedeltà alla Chiesa e al papa, viene vanificata la Croce di Gesù Cristo: questo non è senza conseguenze per la Chiesa”. Forse Bux, in questo passaggio, si riferisce al cardinale Zen, che è contrario all’accordo tra la Repubblica popolare cinese e il Vaticano per la nomina dei vescovi e che, giunto a Roma per incontrare Francesco, non è stato ricevuto dal pontefice argentino.
La questione del processo
Di processo a Becciu per ora non si parla, ma non è detto che in Santa Sede stiano evitando l’argomento. Conviene attendere. Un processo – dice ancora Bux – “sarebbe doveroso, dato che si invoca la trasparenza. Molti si chiedono se al card. Angelo Becciu non dovesse essere concessa la possibilità di un giusto processo; invece è stato privato di tutti gli incarichi. Il sopruso ha preso il posto del diritto. Joseph Ratzinger ebbe a ricordare che il papa non è un monarca assoluto, ma è, come i credenti, tenuto all’obbedienza alla Parola divina e alla Tradizione, ed è garante di questa obbedienza. La situazione in Vaticano ricorda gli ultimi anni dell’Unione Sovietica, quando si invocava la Glasnost: ma il regime era al crepuscolo”.
Le fazioni in Vaticano pro e contro Francesco
Quelle di Bux, era immaginabile, sono parole forti. Bux approfondisce la sua analisi, facendo presente come alcune argomentazioni utili per chiarire lo stato delle cose odierne della Chiesa siano presenti in un’opera a firma di un cardinale olandese: “Nel suo recente libro-intervista a cura di Andrea Galli, il cardinale Willem Jacobus Eijk, osserva che la Chiesa è caduta in una delle più profonde crisi di fede della sua storia e non si trova oggi nella posizione migliore per trasmettere la fede alla società. Molti laici e molti pastori sono confusi riguardo ai contenuti della fede”. E la soluzione quale sarebbe? “Solo dopo aver messo in ordine la propria casa, la Chiesa sarà di nuovo davvero capace di evangelizzare il mondo. Ecco, “mettere ordine” significa mettere Dio al primo posto, dando a lui il giusto culto; chi manipola la liturgia, manipola facilmente anche la morale. Tuttavia, deve passare questa generazione, ma – afferma Eijk – rimarranno nella Chiesa “coloro che credono, che pregano, che hanno un rapporto personale con Cristo”.
Altre teste cadranno?
Dicono che giri una “lista nera”. Una “black list” composta da chi avrebbe deluso il Papa. E che quindi altre “teste” potrebbero “cascare”. Dopo quella di Becciu, s’intende. Corrisponde al vero, monsignor Bux? “Tutto è possibile, perché un regno diviso in se stesso… . Una parte della Chiesa fa lo stesso gioco di chi sostiene l’immigrazione di massa e l’islamismo radicale, e colpevolizza chiunque difende la propria cultura, le frontiere e la civiltà. Prima la Chiesa era il più grande ostacolo a ciò e al marxismo ateo. Per questo è stato deciso che andava demonizzata e distrutta dall’interno. Obiettivo che sembra raggiunto, a guardare un certo mondo ecclesiale. Questo pontificato, poi, anche tra i suoi sostenitori è considerato intellettualmente debole nella qualità dell’insegnamento e destabilizzante, e da non pochi laici ritenuto ideologico e senza impronta carismatica”.
Ecco la critica attesa: “I cattolici europei al 90% non vanno più in chiesa, non pochi sacerdoti difettano della più elementare ortodossia e talora della morale. Si può parlare di bancarotta. Ma nessuno dei cortigiani e degli opportunisti potrà scamparla: non tanto per la provenienza del denaro dall’Obolo di san Pietro, dai Fondi CEI ecc., e nemmeno per il fatto che Becciu aveva già suscitato sospetti sulle operazioni da lui condotte, fino all’immobile di Londra, ma per essersi opposto alla legge antiriciclaggio voluta da Benedetto XVI e aver fatto allontanare il presidente IOR Gotti Tedeschi e il defunto card. Nicora”. E quindi cosa dovrebbe fare la Chiesa cattolica per monsignor Bux, già collaboratore di Benedetto XVI? Bux conclude, sostenendo che la Chiesa debba tornare ad occuparsi di Catechismo e di Dottrina cattolica. Se non altro perché c’è chi vorrebbe sapere – afferma – cosa significa davvero “essere cattolici”.
Non resta che attendere l’esito, previsto e profetizzato. “La Chiesa – ha scritto Viganò – è vittima dello stesso sistema adottato contro la monarchia. L’aristocrazia della Chiesa è corrotta come e forse più dei nobili francesi, e non comprende che questo vulnus alla sua reputazione e alla sua autorità è la premessa necessaria alla ghigliottina, al massacro, alla furia dei ribelli, al Terrore”.
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