Gli attuali vaccini anti Covid 19-Sars2 possono essere obbligatori?
Continua da più parti la sollecitazione a rendere obbligatori i vaccini anticovid, almeno per gli ambiti ritenuti più a rischio (sanitari, per esempio). Eppure, i politici, fino a questo momento, non hanno avallato questo passo,preferendo la via della sensibilizzazione, sensibilizzazione ormai giunta anche a modalità intimidatorie, ma che non si traduce in obbligatorietà formale, ma indiretta sì, purtroppo! Vediamo, a tal riguardo, in Europa e in Italia, sentenze che convalidano sospensioni e licenziamenti di personale sanitario non sottopostosi al trattamento.
Ma, in ogni caso, l’obbligatorietà non è sancita dal Consiglio di Europa, né viene ammessa alcuna forma lecita di condizionamento in tal senso, cosa che, per altro, già spiegammo ampiamente (Marcello Giuliano, Dal “mainstream” al “web” …, in Libertà & Persona, 28 Febbraio 2021 QUI).
La vaccinazione non è obbligatoria!
7.3.1 garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli;
7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato; …. ( Risoluzione del Consiglio di Europa datata 27 Gennaio 2021 – testo integrale QUI)
Perché la vaccinazione non è obbligatoria?
I vaccini sono stati autorizzati in via eccezionale, non approvati (c’è differenza tra autorizzare ed approvazione)
Qual è la scelta dello Stato della Città del Vaticano?
La vaccinazione è volontaria, ma un decreto del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, Card. Giuseppe Bertello, prevede per i dipendenti, che non si sottoponessero al vaccino (messo a disposizione di tutti i lavoratori dello Stato) fino al demansionamento per chi non può farlo per ragioni di salute, con il mantenimento dello stipendio della mansione precedente.
Per chi si rifiuta “senza comprovate ragioni di salute” il decreto rinvia ad una legge vaticana del 2011, che prevede, per chi non si sottoponesse ad accertamenti sanitari d’ufficio, “conseguenze di diverso grado, che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro”. (Cf ANSA QUI)
E’ utile comprendere in quale relazione si ponga tale decisione con quanto affermato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19, approvata da Sua Santità Papa Francesco nell’ Udienza concessa in data 17 dicembre 2020 e che al n. 5 dichiara:
… appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria. In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. Bene che, in assenza di altri mezzi per arrestare o anche solo per prevenire l’epidemia, può raccomandare la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti.
Ora, stante che “appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria” e che, esistono ormai terapie che funzionano assai bene nel contenimento delel infezioni derivate dall’aver contratto il virus, come si può esigere una obbligatorietà, sia pure al fine del bene comune e della tutela della propria salute, allorché anche ogni stato si esime da responsabilità in casi di esiti infausti per il paziente? Non è un caso se gli Stati non vogliono assumersi alcuna responsabilità, né, tanto meno, le ditte farmaceutiche!
La decisione in materia, da parte dello Stato della Città del Vaticano, non implica direttamente un pronunciamento né della Congregazione per la Dottrina della Fede, né del Santo Padre (a titolo personale favorevole alla vaccinazione), nè una dichiarazione in materia morale, ma non ci si può non chiedere in che misura tale decisione si accordi in questo caso con tali decisioni.
La decisione di legge assunta dallo Stato della Città del Vaticano sembra non tenere abbastanza conto del fatto che i propri dipendenti, comunque, adottino le diverse misure protettive richieste e che, allo stato degli studi, le infezioni da Covid 19-Sars 2 sono ben fronteggiabili se la malattia sia opportunamente curata, mentre non si è a conoscenza delle conseguenze dei predetti vaccini a medio e lungo termine. Per la verità si avanzano dubbi anche sul breve termine, vedi anche quanto stanno dicendo a “Non è l’arena” di La7 da parte della Prof.ssa Gismondi -Direttore Struttura Complessa – Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze – Medico dell’ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano- in presenza del Viceministro della Salute Dr. Sileri. La decisione desta quesiti indipendentemente dal fatto che detti vaccini siano prodotti eticamente o meno (questione dei derivati dai feti uccisi a scopo sperimentale).
Ma la parola del Papa non è vincolante?
La parola del Papa è vincolante quando non è un’opinione di natura personale e lo è per livelli diversi a seconda della natura oggettiva della materia e della solennità dell’atto. Ciò è confermato dalla dottrina costante della Chiesa (CCC, 891 e CJC 751) e dal comportamento dei Sommi Pontefici. Vedasi, al riguardo, per esempio, quanto scrisse e pubblicò Papa Benedetto XVI nella Premessa ai suoi tre volumi del Gesù di Nazaret:
Non ho di sicuro bisogno di dire espressamente che questo libro (in tre volumi) non è in alcun modo un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del “volto del Signore”. Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione. (Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, LEV-Rizzoli, Città del Vaticano 2007, Milano 2007, vol. I, 20).
In tal senso, e solo in tal senso, vanno accolte le utili considerazioni del sacerdote Don Giorgio Ghio, che spiegano bene questa materia e che si riferiscono ad un’intervista rilasciata dal Santo Padre, che, in quel caso, assume un punto di vista personale e al quale va tutta la nostra “simpatia senza la quale non c’è alcuna comprensione” (vedi sopra) a motivo della sua sollecitudine. Tuttavia, quella specifica opinione non ci chiede alcun vincolo di obbedienza dottrinale. Preciso, poi, che qui Don Ghio si riferisce ai vaccini prodotti con materiale biologico, materiale il cui utilizzo, al momento, può comportare rischi fortissimi (vedi l’intervista alla genetista francese Alexandra Henrion-Caude in Marcello Giuliano, Dal “mainstream” al “web”… , in Libertà & Persona, 28 Febbraio 2021 QUI). Altresì, va ricordato che tali materiali genetici, spesso connaturati in modo strutturale alle pratiche abortive, implicano questioni di natura morale grave (vedi Nota della Congregazione della Dottrina della Fede, prima citata, e la Conferenza Episcopale Americana), sia sul piano del rispetto della vita che sul piano dell’abuso di potere politico ed economico.
QUI
Recentemente un Rabbino ha pubblicato sul Web un mirabile elenco, che riportiamo, di 31 motivi per non fare il famigerato “vaccino” Covid. Tanti complimenti al Rabbino!
2. La Big Pharma, le istituzioni politiche e sanitarie, e i media hanno cospirato per chiamarlo “vaccino” per ingannare la gente. Non voglio avere niente a che fare con questi orditori e cospiratori.
3. I presunti benefici del presunto “vaccino” sono minimi e comunque non duraturi. L’Establishment sta già discutendo l’imposizione di futuri richiami. No grazie!
4. Posso proteggermi da un virus semplicemente rafforzando il mio sistema immunitario in modo naturale, e in caso di necessità ci sono vitamine e farmaci collaudati come l’ivermectina e l’idrossiclorochina.
5. L’Establishment non può sapere che il loro “vaccino” è sicuro, perché gli effetti a lungo termine non saranno noti per molti anni. Non mi fido di loro. Non voglio far parte del loro trattamento.
6. La Big Pharma e i politici che stanno dietro al “vaccino” non sono in alcun modo legalmente responsabili, e non possono essere citati in giudizio se qualcosa va storto. Se non rischieranno nulla loro, tantomeno rischierò io la mia salute.
7. Il Primo Ministro israeliano ha ammesso apertamente che Israele è il laboratorio mondiale per questo “vaccino” sperimentale. Non mi interessa fare da cavia.
8. L’accordo tra il governo e il produttore prevede che Israele condivida i risultati con la compagnia farmaceutica straniera coinvolta. Non sono d’accordo, e non contribuirò a questo squallido progetto.
9. I dirigenti e i membri del Consiglio di Pfizer (azienda produttrice del “vaccino”) hanno dichiarato di non aver preso il loro “vaccino” per “non saltare la coda”. Che scusa idiota!
10. I media mainstream accettano questa ridicola scusa senza problemi. Lodano persino i dirigenti della Pfizer per il loro altruismo. Dal momento che ci trattano da stupidi, non mi fiderò di nessuno di loro.
11 . Bill Gates afferma che i vaccini sono essenziali per la sopravvivenza dell’umanità; ma vuole spopolare il mondo, e inoltre non si è “vaccinato”. No grazie a qualsiasi proposta di Bill Gates!
12. L’Establishment è stato del tutto unilaterale nella promozione del “vaccino”. Sono bugiardi e manipolatori. Non scommetterò la mia salute sulla loro integrità.
13. Per promuovere questo “vaccino” è in atto la più vasta campagna di marketing della storia. Questo è inappropriato per qualsiasi trattamento medico, figuriamoci per uno nuovo di zecca.
14. Le masse subiscono forti pressioni per “vaccinarsi” e fanno lo stesso coi loro pari. È allarmante e malato.
15. Chiunque si opponga al “vaccino” viene bullizzato, calunniato, deriso, censurato, ostracizzato, minacciato e licenziato dal proprio lavoro. Mi fido solo di coloro che resistono a questo Establishment.
16. Questo è il più grande esperimento medico nella storia della razza umana.
17. Eppure il fatto che si tratti di un esperimento viene fortemente minimizzato.
18. Se le persone sapessero cosa sta realmente accadendo, pochissime sarebbero d’accordo a partecipare.
19. L’Establishment medico non parla a nessuno di tutto questo. Sono corrotti. Non mi fido della loro droga.
20. Tale pressione a “vaccinare” viola l’etica medica e i diritti democratici. Non cederò ai loro ricatti!
21. Il governo degli Stati Uniti sta sigillando tutti i registri dei “vaccini” per 30 anni. Cosa stanno coprendo?
22. Informano società straniere, tenendo all’oscuro il loro stesso popolo? Me levo dalle scatole!
23. L’Establishment arruola tra le proprie fila scagnozzi per fare pressione su chi non cede. Come osano?
24. Nessun “vaccinato” che io conosca ha davvero studiato la questione in anticipo. Non mi farò convincere da loro.
25. La Big Pharma è nota per trafficare i suoi prodotti, anche contro ogni prova contraria.
26. Le storie dell’orrore sono oggi numerose e frequenti. Nessuno le ascolta. Non sarò io la prossima “fatalità”.
27. A nessuno è permesso insinuare che un decesso possa essere collegato ad una “vaccinazione”. Ma veramente?
28. Aborro un culto religioso devoto ad un “vaccino”.
29. Il mio medico mi chiede di prendere il “vaccino”. Ma non mi ha fornito le controindicazioni.
30. Vedo tutta questa situazione poco raccomandabile. Mi fiderò di Dio, e della ragione e degli istinti naturali che mi ha fornito.
31. L’intera cosa puzza.
Kyrie eleison.
Eleison Comments DCCXV
31 REASONS
Commenti settimanali di
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
27 marzo 2021
Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo al rifiuto della vaccinazione e della pressione per farsi vaccinare. Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato: http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it |
Non ci troveremmo in questo terribile stufato!
Gilad Atzmon
gilad.online
Ieri, in Israele un organismo legale indipendente denominato Civilian Probe (CP)* ha pubblicato le sue conclusioni sull’impatto catastrofico che il vaccino Pfizer sta avendo sulla nazione.
Nel rapporto presentato al Procuratore Generale e al Ministro della Salute, la commissione ha elencato una catena di enormi fallimenti legali ed etici che indicano un possibile tentativo di ingannare non solo gli Israeliani ma anche il mondo intero. Fin dall’inizio di gennaio, io stesso avevo segnalato una innegabile correlazione tra vaccinazioni, casi e morti (qui, qui, qui e qui). Il CP conferma i miei sospetti, ma il loro studio presenta anche dati allarmanti per quanto riguarda l’entità degli effetti collaterali letali.
Nel documento il CP afferma che il governo starebbe tentando di nascondere gli accordi stipulati con Pfizer. Secondo il documento, “l’accordo Pfizer-Israele è viziato da clausole confidenziali e, di conseguenza, non è possibile analizzarlo legalmente e/o cogliere appieno le sue implicazioni per quanto riguarda la salute pubblica… Questo occultamento getta un’ombra pesante su chiunque abbia preso parte ai negoziati (Israele/Pfizer)…”
Il CP continua poi sostenendo che “al fine di generare (tra la popolazione) la domanda per il vaccino, il governo e il Ministero della Salute hanno lanciato una aggressiva ed inaudita campagna, con l’intento di far correre gli Israeliani a ‘farsi vaccinare’. Durante questa campagna sono state disattese tutte le regole di base della prudenza e dell’etica medica e con esse anche le linee guida fondamentali formatesi dopo la Seconda Guerra Mondiale riguardo alla partecipazione ai test medici (il Codice di Norimberga). Invece di ricevere spiegazioni trasparenti e chiare, il pubblico è stato ingannato da ripetute dichiarazioni ufficiali, in base alle quali il (vaccino Pfizer) sarebbe stato ‘approvato dalla FDA’ dopo aver superato ‘test rigorosi.'”
Il CP accusa lo stato d’Israele di condotta intenzionalmente sconsiderata… “I sistemi di monitoraggio per la rilevazione degli effetti collaterali sono una condizione fondamentale e critica per l’autorizzazione all’uso generalizzato di ogni nuovo farmaco, ancora di più quando la somministrazione a livello di popolazione di un trattamento definito sperimentale coinvolge milioni di persone e, soprattutto, quando questo trattamento riguarda un intero Paese…“.
Ma Israele non ha attivato un tale sistema di controllo.
“Da un lato, lo stato non ha informato i cittadini che il vaccino Pfizer è in una fase sperimentale non ancora completata e che, stando così le cose, la popolazione sta effettivamente partecipando ad un test clinico. D’altro canto, lo stato non ha attivato sistemi di controllo e di monitoraggio trasparenti e aperti al pubblico. Di conseguenza, c’è la seria preoccupazione che questa critica e negligente omissione derivi da: (a) il timore che tale divulgazione possa interferire con la realizzazione di obiettivi probabilmente impliciti nell’accordo Israele-Pfizer, o (b) il timore di diminuire la domanda per lo straordinario numero di dosi acquistate in anticipo da Israele, e/o (c) il timore di rivelare i poco lusinghieri risultati dell'”esperimento” in corso in Israele.”
Il CP ha il coraggio di ammettere che la mancanza di un sistema di monitoraggio non è solo un potenziale crimine contro il popolo israeliano, ma potrebbe anche essere un crimine contro il resto del mondo (cioè, l’umanità):
“In assenza di un sistema di monitoraggio trasparente che riporti gli effetti collaterali, non solo il governo israeliano e il Ministero della Salute hanno tradito i propri cittadini fornendo loro informazioni fuorvianti, ma il governo israeliano ha tradito anche Pfizer e il resto del mondo, che è in attesa dei risultati del (cosiddetto) ‘esperimento mondiale reale’ (che si sta svolgendo in Israele).”
Per fugare ogni dubbio, il CP mette in guardia il Procuratore Generale israeliano sul possibile atto criminale implicito nella politica vaccinatoria di Israele.
“Si tratta di un presunto inganno, sospettosamente criminale, che il Procuratore Generale dovrebbe indagare a fondo prima che al governo israeliano sia consentito portare avanti questa presunta campagna ingannatoria nei confronti dei cittadini di Israele e del (resto del) mondo.”
Il documento del CP va oltre l’ambito legale, perchè cerca anche di riempire il vuoto lasciato dalla mancanza di un sistema di monitoraggio da parte dello Stato.
“Cosa abbiamo imparato dai fatti sul campo?” si chiede il rapporto del CP. “Un esame dei dati di mortalità pubblicati dal governo mostra che c’è una correlazione tra il numero di vaccinazioni e il numero di morti. L’eccesso di mortalità è evidente tra le persone fino a 70 anni e anche tra gli adulti oltre i 70 anni, e rimane tale anche dopo aver sottratto le morti attribuite al coronavirus. A gennaio 2021, nella popolazione al di sopra dei 70 anni è stato osservato un eccesso di mortalità del 19,5% rispetto all’ottobre 2020, il mese con il più alto numero di decessi da coronavirus, e del 22,4% rispetto al gennaio 2020. Sempre a gennaio 2021, è stato osservato un eccesso di mortalità del 7% nella popolazione più giovane rispetto al mese di ottobre 2020, il mese con il più alto numero di decessi da coronavirus e del 7% rispetto al gennaio 2020. Va notato che questa tendenza è continuata anche nel mese successivo.”
Come ho già ricordato, è dall’inizio di gennaio che scrivo della devastante correlazione tra vaccini e morti. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, rileviamo un’identica correlazione tra vaccinazione di massa e decessi. Tuttavia, è molto più problematica la pletora degli effetti collaterali, una cosa che i governi, l’OMS, la corrotta industria farmaceutica e, naturalmente, i giganti dei social media cercano di sopprimere nel modo più orwelliano possibile. Il CP israeliano sembra aver prodotto il primo rapporto serio sugli effetti collaterali dei vaccini Pfizer. Ha pubblicato una tabella dei risultati e questo è il riassunto:
“Come si può rilevare dalla tabella, si sono verificati quasi 200 decessi, e questo esaminando circa solo 800 segnalazioni di effetti collaterali gravi. Come già menzionato, il CP sta ancora lavorando sull’analisi degli effetti collaterali e abbiamo centinaia di rapporti aggiuntivi ancora in fase di trattamento. Per ora, il nostro studio indica che circa il 25% dei decessi riguarda persone sotto i 60 anni. Circa il 15% aveva meno di 50 anni. 7 dei deceduti erano in giovane età, sotto i 30 anni. Inoltre, lo studio ha identificato 27 casi di problemi cardiaci in persone sotto i 60 anni, di cui 24 tra giovani di 17-30 anni. Per quanto riguarda le questioni relative alle complicanze tipicamente femminili (comprese complicazioni del travaglio, mestruazioni ritardate o irregolari, ecc.) va notato che la commissione ha circa 200 rapporti aggiuntivi non ancora inclusi nella lista finale dei risultati.”
Per molti anni, ho dubitato che ci fosse una forza in Medio Oriente in grado di affrontare o, tanto meno, sconfiggere Israele. Ora però sono convinto che, con Netanyahu al timone e Pfizer che si prende cura del benessere della nazione, Israele non ha davvero bisogno di nemici. Tuttavia, ogni cittadino del mondo che abbia a cuore il futuro dell’umanità dovrebbe essere allarmato dai risultati del CP e, in particolare, dai disperati e implacabili tentativi di sopprimere la libera discussione accademica, scientifica ed etica sul Covid, sui cosiddetti “vaccini” o su qualsiasi altra cosa.
*Per leggere il rapporto del CP cliccate qui (il testo è in ebraico)
Gilad Atzmon
Fonte: gilad.online
Link: https://gilad.online/writings/2021/3/23/the-probe-into-the-israeli-vaccine-policy-and-its-outcome-is-beyond-d
23.03.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/la-politica-vaccinatoria-di-israele-e-un-vero-disastro/
IL DOTTORE NON E' IN CASA
Non passa giorno, feste comandate comprese, senza che io riceva messaggi che paiono fotocopie o telefonate che paiono registrazioni ripetute.
Il riassunto è che i medici rifiutano le visite domiciliari e spediscono automaticamente i pazienti all’ospedale. Il tutto via telefono. A margine, di quello che mi raccontano sulle degenze non mi va di parlare.
Premesso che ancora qualche medico che fa il medico c’è, non si può non constatare che, per questi, si tratta di rarità sempre più rare. E premetto pure, in risposta ai messaggi di cui sopra, che io non posso farci nulla perché non ho alcun potere, faccio un altro mestiere e, comunque, ho un’etica diversa.
Il fatto è che i medici sono sempre meno capaci di fare ciò cui la loro “vocazione” (virgolette) li dovrebbe sollecitare, e le ragioni sono abbastanza facilmente spiegabili.
Già da tempo esiste, ed è d’importazione americana, la cosiddetta “medicina difensiva”.
Nei primi Anni Settanta io frequentavo spesso gli ospedali degli Stati Uniti dove era del tutto solito imbattersi in avvocati che distribuivano i loro biglietti da visita ai ricoverati, suggerendo loro d’intentare comunque una causa ai medici. In caso d’insuccesso, vale a dire se il tribunale avesse assolto il medico, nulla sarebbe dovuto all’avvocato. In caso contrario, la condanna del medico avrebbe portato ad un risarcimento in denaro che sarebbe stato spartito tra paziente e avvocato. Una conseguenza immediata fu il lievitare dei costi assicurativi sostenuti dai medici, e da lì, per difesa, cominciarono a fiorire i cosiddetti “protocolli”. Ad ogni condizione patologica corrispondeva burocraticamente una terapia benedetta da “esperti”, e, se il medico a quella si fosse attenuto senza eccezioni, aveva in cambio la garanzia di un’assoluzione certa. Insomma, la negazione della medicina su misura con il medico trasformato in “prudente” esecutore.
Più o meno contemporaneamente, cominciarono ad avere grande sviluppo apparecchiature di ogni genere che, nell’intenzione, avrebbero dovuto aiutare il medico ad emettere diagnosi sempre meno imprecise e sempre più obiettive. Addirittura, si cominciarono a lanciare apparecchi che emettevano responsi automatici e, tra quelli, tanto per non fare che un esempio, gli elettrocardiografi che, almeno all’inizio, commettevano errori a volte anche piuttosto gravi. La conseguenza di tutto ciò fu, e continua ad essere con l’aggravante dell’estrema diffusione delle apparecchiature, il declino della capacità del medico di diagnosticare, fino al quasi abbandono della semeiotica, cioè di quella branca della medicina che si occupa dei sintomi e dei segni clinici.
A questo si aggiunge, se non la morte comunque prossima, l’agonia della ricerca indipendente. Di fatto, a disporre del denaro necessario per sostenere la ricerca sono solo le aziende farmaceutiche e, come è facile immaginare, queste sovvenzionano esclusivamente ciò che può garantire guadagni. La “patologia” della situazione non ha tardato a manifestarsi: le malattie che “non rendono” sono abbandonate (si chiamano malattie orfane e sono all’incirca 10.000); le terapie naturali, cioè quelle che non prevedono la chimica industriale, sono sbeffeggiate quando non addirittura proibite; i dati sfavorevoli sono censurati; malattie sono ingigantite o inventate di sana pianta al solo scopo di vendere determinati prodotti.
Le riviste mediche (chiamate abusivamente “scientifiche”) sono di fatto mantenute delle aziende farmaceutiche, con tutto quanto questo significa, e il sistema detto del peer review è diventato una farsa mortificante, con i “pari” che nella quasi totalità dei casi altro non sono se non dei dipendenti delle industrie di medicinali. A qualunque tentativo di rendere noti risultati non graditi viene negata la pubblicazione, e i medici prendono per oro colato tutto quanto viene diffuso per quel tramite.
Da qualche tempo lo strapotere economico delle industrie si è impadronito degli enti di controllo, della politica, della cosiddetta informazione e dell’università, tanto da costringere (“per legge”) i medici ad agire come automi privi di facoltà decisionali, facendosi beffe di quel binomio di “scienza e coscienza” che deve essere un pilastro dell’etica professionale.
Il limite di oggi (ma, come ogni record, è destinato ad essere battuto) è la radiazione dall’ordine professionale, cioè il divieto di esercitare la medicina, comminata ai medici che non si adeguano alla dittatura corrente, e questo indipendentemente dall’individualità del paziente e dai risultati. Qualunque opinione che non sia in ossequio al regime è ferocemente sanzionata.
Non fosse che per motivi di dignità, fare il medico non è “un mestiere come un altro”. La vocazione è un requisito inderogabile, e, se la vocazione non c’è, il signor dottore è solo un mostriciattolo con venature criminali. Nei decenni di frequentazione con quella categoria, io ho trovato davvero di tutto e, in quel tutto, ho trovato medici veri, degni di quel titolo. E ancora ne trovo.
A loro faccio appello: recuperate la dignità della vostra professione, e tornate padroni della vostra scienza e della vostra coscienza. E a chi non è medico faccio pure appello: rifiutate i mascalzoni. Se nessuno si rivolgerà più a loro, la razza si estinguerà naturalmente.
IL DOTTORE NON E' IN CASA
di Stefano Montanari
Vedi anche: https://www.freehealthacademy.com/
Fonte: https://www.freehealthacademy.com/blog/il-dottore-non-e-in-casa del 28 Marzo 2021
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/scienza-e-societa/salute-e-medicina/10011-il-dottore-non-e-in-casaDopo un anno le cose non sono cambiate molto: la strategia sanitaria nazionale continua a mettere al centro gli ospedali (adesso anche il vaccino), ma di cure domiciliari non si parla.
Evidentemente non interessa curare precocemente la malattia associata a sars-cov-2 e sconfiggerla.
E così aumentano i ricoveri perché non serve a nulla assumere paracetamolo e stare ‘in vigile attesa’ come raccomandano i protocolli del Ministero MAI REVISIONATI nonostante le richieste di alcuni medici che già nei mesi scorsi si sono attivati con abnegazione nel territorio ottenendo risultati eccezionali.
Come abbiamo avuto modo di scrivere più volte, la Covid-19 si supera facilmente se presa per tempo e trattata subito con i farmaci giusti. Invece moltissime persone sono finite in ospedale in gravi condizioni perché non hanno ricevuto dai loro medici di base la necessaria assistenza, spesso non sono stati nemmeno visitati.
Il quotidiano cattolico ‘La Nuova Bussola Quotidiana’ ha raccolto alcune di queste storie di abbandoni terapeutici. Riproponiamo ai nostri lettori questo bel lavoro d’inchiesta di Andrea Zambrano con 3 articoli che si succederanno a partire da oggi.
Purtroppo questi fatti continuano a verificarsi e ogni giorno nuovi pazienti vanno a ingrossare il numero dei ricoveri ospedalieri finendo per aumentare la paura della gente e giustificare misure sempre più restrittive.
L’unico passo sensato da fare è quello di riformare i protocolli. Ma di cambiare le linee guida ancora non se ne parla, eccetto qualche isolata iniziativa regionale.
A quanto pare così vuole la politica ed è uno scandalo per il quale è difficile trovare spiegazioni accettabili.
* * *
di Andrea Zambrano
www.lanuovabq.it
Le loro storie hanno un comune denominatore: sono stati abbandonati a casa alle prese col covid e con una terapia insufficiente a base di solo paracetamolo fino a quando non hanno chiesto aiuto in ospedale e sono guariti, alcuni di loro dopo mesi di terapia intensiva. Sono le storie di abbandono terapeutico di questa pandemia.
Storie di pazienti normali, che però non hanno ricevuto dai loro medici di base la necessaria assistenza per poter aggredire il covid fin da subito e hanno così ingrossato le fila dei ricoverati. Spesso non sono stati nemmeno visitati. Raccontarle è un imperativo: per mostrare come il protocollo di cura licenziato dal ministero della Salute il 30 novembre scorso, che prevede in fase iniziale la sola vigile attesa a base di Tachipirina, sia insufficiente e vada cambiato al più presto. Troppo poco, e per certi versi anche sbagliato perché il paracetamolo non è un antinfiammatorio e rischia di far correre il virus ancora di più.
Il dottor Antonio Palma dal suo ambulatorio di Milano dispensa consigli telefonici per curare. È uno dei coordinatori dell’assistenza medica del sito Ippocrateorg.org, una delle esperienze di cura del covid più significativa, che cresce nel corso dei mesi mentre i medici di medicina generale, non tutti ovviamente, vengono meno, ingabbiati come sono dalle linee guida insufficienti dei protocolli ministeriali.
«Arrivano richieste via telefono, via mail – spiega alla Bussola -. Ci chiamano perché stanno male». Hanno tutti alle spalle chi cinque, chi dieci giorni di vigile attesa, perifrasi ambigua utilizzata per tutti i pazienti sintomatici che all’inizio della malattia da Coronavirus manifestano sintomi come febbre o mal di testa. Poco per allertare gli ospedali, ma già troppi per una malattia che in poche ore può peggiorare drasticamente. «Quella della vigile attesa – prosegue Palma – e della sola Tachipirina è frutto di una circolare che è stata scritta dall’AIFA e dal ministero. Se un medico di base usa la testa capisce che la Tachipirina non è un antinfiammatorio e forse arriva a dire che non va bene. Ma buona parte dei medici non lo fa, si limita a dire al paziente di aspettare e nel frattempo per il paziente la situazione può peggiorare drammaticamente».
È chiaro che anche in questi giorni l’approccio per tutti i pazienti dovrebbe cambiare, ma per farlo bisognerebbe che venissero emanate linee guida ufficiali che spostino l’attenzione più che sull’attesa, sulla cura diretta e precoce. «Cambiarle significherebbe riconoscere di aver sbagliato strategia in tutti questi mesi. Chi può permetterselo?».
C’è ad esempio la storia di Cleante, 80 anni di Pordenone. Ci racconta il suo calvario la figlia Barbara: «Ha cominciato l’8 marzo 2020 con i soliti sintomi da raffreddamento. Telefono al medico di base e parte così la vigile attesa a base di Tachipirina. Per lui, come tanti altri pazienti, il medico non è mai arrivato a casa a visitarlo. Dopo quattro giorni è crollato, ho chiamato il 112 e sono venuti a portarlo via in ambulanza».
Cleante viene trasportato a Udine dove viene defibrillato, poi arriva in terapia intensiva a Pordenone». Uscirà soltanto a giugno, dopo aver avuto anche una tromboembolia ed essere stato trattato con la PEG. «Ho contattato il dottor Luigi Cavanna (in foto) dopo aver assistito alla trasmissione tv Fuori dal Coro (condotta da Mario Giordano su Rete 4, che da mesi si occupa di terapie domiciliari e denuncia l’abbandono terapeutico dei pazienti ndr.) e ho capito che nella nostra situazione erano davvero in tanti, forse la maggior parte dei pazienti che vengono ricoverati in ospedale».
Ma se per il signor Cleante si poteva in un qualche modo dare ancora la colpa al primo mese di pandemia, quando ancora non si conoscevano bene i meccanismi di intervento, gli abbandoni terapeutici avvengono ancora oggi nel silenzio generale e sono un piccolo esercito di pazienti che vanno a ingrossare le fila dei ricoverati giornalieri, insieme a quelli che davvero sono gravi e non si è riuscito a curare a casa.
Come il caso di Luigi Stella, 44 anni di Savona. La moglie Elisabetta ora può tirare un sospiro di sollievo: «Mio marito è stato lasciato a casa da solo con il paracetamolo per tre giorni – racconta –. Il medico ci ha risposto: “La città è piena di casi così”. Poi, non si è più fatto sentire». Nel corso della terza notte Barbara sente il respiro del marito affannato. Chiama allora il pronto soccorso». Luigi viene intubato e rianimato. Rimarrà in ospedale un mese e mezzo, fino a fine febbraio.
«Quello delle visite assenti è uno scandalo – aggiunge Palma -. Tanti miei colleghi non visitano e si accontentano di applicare i protocolli, eppure se prima avevano la scusa della paura del contagio, ora non hanno neanche più quella: i medici sono tutti vaccinati, quindi non possono accampare scuse: devono andare a visitare i loro pazienti».
Da Savona passiamo a Mantova, dove vive Lino Magri, 85 anni. «Il 3 febbraio – dice la figlia Ilaria – papà si alza col mal di testa e febbre a 37.5. Il medico prescrive Tachipirina e vigile attesa, ma dopo cinque giorni, è sabato, decido di chiamare la guardia medica, che invece di dargli una terapia gli prescrive un tampone». Appuntamento al lunedì, ma l’indomani Lino peggiora. «Andiamo in ospedale e gli viene detto di tornare a casa, di continuare a prendere la Tachipirina e di aspettare il suo medico».
L’esito del tampone arriva il mercoledì seguente: positivo. «Ma non ci voleva un genio per capirlo, i sintomi erano quelli. Ormai però era troppo tardi. Nonostante mi fosse stato impedito di avvicinarmi alla sua abitazione, lo raggiungo e chiamo il contatto di Ippocrate.org. Mi risponde il dottor Palma, mi chiede di effettuare una video chiamata dandomi le istruzioni per provare l’ossigenazione col saturimetro. Il dottore, dopo averlo sentito tossire, ci ha detto di andare subito in ospedale senza neanche aspettare l’ambulanza».
Una volta arrivato a Mantova in ospedale, Lino viene visitato, gli fanno i raggi. La diagnosi è sempre quella: polmonite interstiziale. Inizia a prendere Eparina e tutti i farmaci che se gli fossero stati somministrati prima, gli avrebbero risparmiato tanta sofferenza. «È ancora in ospedale, ma solo oggi ho capito che papà è guarito. Sono convinta che se lo avessero curato bene per tempo non sarebbe mai andato in ospedale. Il medico si preoccupava solo di fare i tamponi e non si preoccupava di come stava realmente».
Storie a lieto fine, di pazienti salvati dopo giorni e giorni di attesa, ma anche storie di abbandoni terapeutici che hanno ingrossato le fila dei nosocomi di tutt’Italia facendo così aumentare la paura del governo che per definire le politiche di lockdown si basa sul numero crescente di ricoveri ospedalieri. Quanti potevano essere evitati? E quante storie invece non sono andate a lieto fine con la morte che è sopraggiunta in ospedale perché ormai era troppo tardi?
1/3 (continua)
Andrea Zambrano
www.lanuovabq.it
FONTE: https://www.lanuovabq.it/it/noi-a-casa-senza-cure-storie-di-abbandono-terapeutico
Scelto e pubblicato da Valentina Bennati – ComeDonChisciotte.org
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