Kathpress [agenzia di stampa cattolica in Austria, n.d.r.] ha intervistato il cardinale Pell chiedendogli una sua opinione sulla situazione della Chiesa Cattolica in Germania. Ecco le sue brevi ma significative parole nella mia traduzione.
Secondo il cardinale australiano George Pell, lo scandalo degli abusi nella Chiesa deve essere affrontato, ma non è un motivo per rinunciare agli insegnamenti essenziali della Chiesa cattolica. È “un totale errore di interpretazione pensare che questa terribile crisi richieda un completo ripensamento delle nostre strutture o del nostro modo di vivere”, ha detto Pell in un’intervista a Kathpress in occasione del suo 80° compleanno, riferendosi a certi dibattiti di stampo riformista come il Cammino Sinodale in Germania o in Australia.
“Non abbiamo bisogno di un’altra chiesa protestante; i protestanti liberali stanno perdendo membri ancora più velocemente e più di noi”, ha detto il cardinale. Una domanda cruciale che i cattolici in Australia, come in Europa, si devono porre è: “Siamo servi e difensori della tradizione apostolica, della fede, della rivelazione – o loro padroni, così che possiamo cambiarle in modo radicale?”
Le persone nella Chiesa non hanno peccato o commesso grandi errori perché hanno seguito gli insegnamenti della Chiesa stessa, ha sottolineato Pell. “Chi rispetta la dottrina non commette abusi”. In risposta alle accuse riguardo alle quali la Chiesa mancherebbe di credibilità finché non tratta le donne con piena uguaglianza o benedice le unioni omosessuali, ha detto: “Mi dispiace per questo, ma non è la mia dottrina; io seguo Gesù Cristo. Quello che ha insegnato è durato 2.000 anni; oggi ha 1,3 miliardi di seguaci cattolici”.
La fede cristiana funziona quando sostiene ciò che Gesù Cristo ha insegnato, ha detto Pell. Questo si dimostra anche dal punto di vista sociologico: “I gruppi religiosi che hanno una dottrina ferma e chiara sopravvivono meglio di quelli liberali. I figli dei cristiani liberali diventano agnostici”.
Pell è stato arcivescovo di Melbourne e poi arcivescovo di Sydney dalla metà degli anni ’90. Nel 2014, Papa Francesco lo ha nominato prefetto del Segretariato per l’Economia della Curia Romana, a quei tempi appena creato. Nell’estate del 2017, il cardinale ha dovuto recarsi nella sua nativa Australia per essere processato con l’accusa di abuso. Dopo essere stato imprigionato per un anno buono a causa del primo verdetto, è stato finalmente assolto dalla Corte Suprema dell’Australia nell’aprile 2020 per mancanza di prove.
Di Elena Mancin
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