ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 settembre 2021

Nelle fila dei “buoni”

 Guardiani della soglia e guide sicure 


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Da un po’ di tempo in qua è in voga una nuova locuzione inglese – come se non ne circolassero già abbastanza – scelta per designare una determinata categoria di persone. A prescindere dal fatto che, di regola, chi legge un testo nella propria lingua non dev’essere obbligato a conoscerne un’altra per comprenderlo (a meno che non si tratti di prestiti diventati di uso universale, come filmcomputer e simili), l’eccessivo ricorso a barbarismi tradisce di solito una povertà linguistica, specie se la lingua materna dispone di termini precisi per indicare la stessa cosa. Ad ogni buon conto, l’espressione cui alludo è gate keeper, che si può tradurre guardiano della soglia o dell’ingresso. Con essa s’intende una persona il cui compito è quello di incarnare una finta opposizione al regime al fine di catturare il dissenso politico e tenerlo sotto controllo, facendolo anzi contribuire, a sua insaputa e suo malgrado, ai fini del potere oppressivo.

Figura attualissima, indubbiamente, al tempo d’oggi. Conosciamo bene personaggi, partiti, movimenti che han dato voce alle proteste al solo scopo di ricondurle dentro il sistema e porle al suo servizio. Meno evidente, invece, tale funzione appare all’interno della Chiesa Cattolica, almeno sul versante “conservatore”. Su quello progressista, in realtà, ne abbiamo un esempio eclatante nell’arcivescovo trasferitosi a Roma otto anni fa, fanatico sponsor(anglicismo, ma di origine latina) di centri sociali, sindacati di sin tierra, organizzazioni ecologistiche e cosche di trafficanti di esseri umani. Uno non si aspetterebbe invece di trovarne – e così numerosi – nelle fila dei “buoni”, fra i difensori della Tradizione e dell’ortodossia. I retti di cuore non si immaginano fino a che punto possano giungere l’ipocrisia e la dissimulazione; eppure, una volta che il velo si sia sollevato, non si può più fare a meno di vedere, prendendo atto della situazione.

Il ruolo del guardiano di stampo tradizionalista è quello di attirare a sé i cattolici più “retrivi”, i quali non approvano l’attuale pervertimento del cristianesimo. Per neutralizzare la loro resistenza, egli dispiega un’opposizione fasulla che, al di là delle chiacchiere, non produce alcun risultato concreto. Altri indizi dei suoi veri scopi, oltre a questo, sono l’insistenza quasi ossessiva sugli stessi temi, che svia l’attenzione dai problemi reali, e la carenza di analisi dei fatti, interpretati sulla base di banali luoghi comuni e di logori cliché. Tale metodo mira ad impedire ai destinatari di risalire alle cause ultime dei fenomeni, fissandone la spiegazione a un livello superficiale, così da indurli ad accettare la versione ufficiale. Esempio lampante: gli attentati dell’11 Settembre 2001 letti in chiave terroristica, mistificazione così grossolana da essere ridicola; chi non vuol esserne riconosciuto come il vero responsabile, nondimeno, paga intellettuali cattolici che la difendano.

Sulle questioni decisive, il guardiano della soglia rimane pervicacemente nell’ambiguità, evitando rigorosamente di prendere una posizione troppo netta, che lederebbe gli interessi dei suoi mandanti. Tale voluta indeterminatezza è camuffata con attributi virtuosi che creano l’immagine di un uomo prudenteequilibratoalieno da estremismi e contrapposizioni ideologiche… Egli è capace delle più spericolate acrobazie intellettuali, tese a riconciliare il diavolo con l’acquasanta, ma sempre in nome della sana dottrina e della fedeltà alla Tradizione, della quale vanta una sconfinata erudizione. Summa alla mano, riesce a dimostrare tutto e il contrario di tutto con invidiabile disinvoltura. Come stiano effettivamente le cose – non nel mondo dei suoi artificiosi sofismi, bensì in quello dei fatti reali – non sembra interessargli più di tanto; la patina di prestigio e di autorevolezza che lo circonda basta d’altronde a fugare qualunque  sospetto.

Quando però il gioco del regime si fa duro e la macchina della propaganda, di conseguenza, detta regole più stringenti, i fedeli custodi son costretti a uscire dall’equivocità schierandosi risolutamente da una parte. Se i banchieri cazari che li mantengono hanno investito in un intruglio mortifero al fine di ridurre la popolazione mondiale, essi bolleranno prontamente gli oppositori come complottisti. Se i medesimi speculatori hanno scelto i governanti degli Stati più importanti estraendoli dal proprio rettilario, essi s’affretteranno servilmente a dichiararli statisti competenti e illuminati; che della politica non abbiano la minima esperienza è semplicemente irrilevante. Se l’Ordine religioso che ha tradito platealmente Colui di cui porta il santo Nome giunge ad occupare il governo della Chiesa Cattolica, essi, pur dopo aver esecrato il fatto per anni e con acrimonia (peraltro senza conseguenza alcuna per loro), esorteranno all’obbedienza e alla responsabilità.

Tale inopinata svolta provoca tuttavia in molti loro seguaci, inevitabilmente, una reazione di acuto disagio e uno stato di grave confusione, per superare i quali decidono di abbandonare le guide che avevan creduto sicure e di cercarne altre. Ecco allora entrare in scena i guardiani di riserva, allevati nella stessa fattoria e incaricati di intercettare i fuggiaschi per riacchiapparli per mezzo di una nuova opposizione farlocca (idiotismo), riportandoli nel recinto senza che se ne avvedano. Poco importa che le tesi siano opposte: bisogna dire ciò che quel gruppo vuol sentirsi dire, facendolo magari dire a eminenti figure che godano della sua stima e non siano consapevoli della strumentalizzazione, almeno all’inizio; chi poi se ne accorga può pur sempre fingere di stare al gioco per scompigliare le carte con dichiarazioni indiscrete, approfittando dell’occasione, al contempo, per comunicare alle riserve, senza che si noti, il proprio serenissimo messaggio.

Comprendo bene che tutto ciò possa lasciare interdetti, se non sgomenti, coloro che possiedono un cuore retto e una mente lineare. Scoperchiare questo serpaio non è un’operazione indolore, specie se delusione si somma a delusione. La fiducia, d’altra parte, va riposta solo in Dio: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo…» (Ger 17, 5). Una volta compreso ciò che sta succedendo, serve a poco rimpinzarsi la testa di interventi di personaggi che, sbraitando l’ovvio, non fanno altro che gettare benzina sul fuoco e riattizzare la rabbia, dando così ai lettori l’impressione di aver reagito in modo efficace, quando invece all’esterno non è cambiato un bel nulla, mentre all’interno si sentono solo peggio di prima. Bisogna dar credito soltanto a coloro che diffondono cognizioni utili e attendibili in campo medico o legale, a condizione che non richiedano subito forti somme di denaro senza poi porre in atto alcun procedimento.

Nell’attuale situazione, il nostro animo può essere afferrato dall’invincibile impressione che siamo rimasti in pochi. In realtà non è così: benché sparpagliati, siamo molto più numerosi di quanto non appaia. Ci sono tanti sacerdoti fedeli alla vocazione, sebbene isolati, nascosti e, spesso, discriminati; ci sono tanti medici coscienziosi che non hanno rinunciato al giusto esercizio della loro professione; ci sono tanti operatori, nella sanità, nella scuola, nell’impiego pubblico e privato, che resistono con coraggio ai ricatti estorsivi; ci sono tante persone di buona volontà, credenti o meno, che danno alle cose il loro nome e si rifiutano di acconsentire alle menzogne di Stato. Ci sono perfino giornalisti che, pur avendo finora obbedito agli ordini di scuderia, cominciano ad esporsi per far conoscere la verità, dato che non reggono più il peso interiore della coscienza. La fretta del governo è indizio del fatto che il castello di imposture sta per crollare. Se le guide cui fare riferimento appaiono rarissime, contate quante persone c’erano, sotto la Croce, nell’ora più decisiva della storia.

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