Mel Gibson: "Viganò ha ragione. La Chiesa di Roma è sabotata dall'interno"
Il grande regista Mel Gibson, autore di capolavori come "La Passione di Cristo, si schiera con forza al fianco di Mons. Viganò, denunciando la pavidità di un clero silente di fronte all'opera demolitrice di Bergoglio. "Viganò ha ragione. La radice dei problemi è rappresentata dal Concilio Vaticano II. Non ci arrenderemo mai perché sappiamo che le porte degli inferi non prevarranno"
Visione TV https://www.youtube.com/watch?v=HQYKuXqrb8U
Bergoglio ribadisce le sue eresie
Chiediamo subito scusa a tanti teologi che anche per caso ci leggono; e lo facciamo perché nel nostro titolo ci siamo permessi di usare il termine “eresie”, riferendole a Papa Francesco.
Ma noi non siamo teologi e il termine che abbiamo usato è quello che sorge spontaneo nella mente di tanti semplici fedeli come noi, quando leggiamo certe dichiarazioni del Papa porteño. Sappiamo benissimo che il termine è pesante e dovrebbe essere usato sulla base della teologia e del Diritto Canonico, ma dobbiamo far notare che stiamo parlando di colui che siede sul Soglio di Pietro e che si dice cattolico, e il suo parlare dovrebbe corrispondere all’insegnamento della Chiesa, che come successore di Pietro dovrebbe avere il compito di confermare per l’edificazione dei fedeli.
Molti nostri lettori avranno letto almeno alcuni dei 732 articoli che finora abbiamo pubblicato su Bergoglio da quando è diventato Papa Francesco e noi possiamo testimoniare che molti di essi ci confermano che considerano questo Papa come eretico o comunque in forte contraddizione con la dottrina millenaria della Chiesa.
Non è nostra intenzione riprendere le vecchie dichiarazioni di Bergoglio, scriviamo questo articolo a partire dalla dichiarazione che egli ha rilasciato lo scorso 15 settembre, rispondendo alla domanda di un giornalista nel corso della consueta conferenza stampa, questa volta sul volo di ritorno dal suo viaggio in Ungheria e Slovacchia (vedi foto sopra).
Riportiamo quindi la domanda del giornalista Stefano Maria Pace e la risposta di Bergoglio, come riportate sul sito del Vaticano.
Stefano Maria Paci:
E la domanda è sulla famiglia, Lei ne ha parlato con le Autorità ungheresi, ne ha riparlato ieri nell’incontro con i giovani. E da Strasburgo proprio ieri è arrivata la notizia di una risoluzione del Parlamento Europeo che invita gli Stati membri a riconoscere i matrimoni omosessuali e relativi rapporti di genitorialità. Santo Padre, qual è il suo pensiero a proposito?
Papa Francesco:
Ho parlato chiaro su questo. Il matrimonio è un sacramento. Il matrimonio è un sacramento. La Chiesa non ha il potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Queste sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente, di orientamento sessuale diverso. E questo è importante, che si aiuti la gente. Ma senza imporre cose che, per la sua natura, nella Chiesa non vanno. Ma se loro vogliono portare la vita insieme, una coppia omosessuale, gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dare loro sicurezza di eredità, di salute,… I francesi hanno una legge su questo, non solo per gli omosessuali, per tutte le persone che vogliono associarsi. Ma il matrimonio è il matrimonio. Questo non vuol dire condannare le persone che sono così, no, per favore, sono fratelli e sorelle nostri. Dobbiamo accompagnarli. Ma il matrimonio come sacramento è chiaro, è chiaro. Che ci siano leggi civili che… Tre vedove, per esempio, che vogliono associarsi in una legge per avere il servizio sanitario, per avere poi l’eredità fra loro, ma si fanno queste cose. Questo è il Pacs francese, ma niente a che vedere con le coppie omosessuali; le coppie omosessuali possono usarla, possono usarla, ma il matrimonio come sacramento è uomo-donna. A volte, su quello che io dicevo, si crea confusione. Sì, dobbiamo, tutti uguali, rispettare tutti; il Signore è buono e salverà tutti. Questo non dirlo a voce alta [ride], ma il Signore vuole la salvezza di tutti. Ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tanti, tante persone di orientamento omosessuale si accostano al sacramento della penitenza e si accostano per chiedere consiglio ai sacerdoti, e la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella propria vita, ma il sacramento del matrimonio non va. Grazie. (I neretti sono nostri).
E la domanda è sulla famiglia, Lei ne ha parlato con le Autorità ungheresi, ne ha riparlato ieri nell’incontro con i giovani. E da Strasburgo proprio ieri è arrivata la notizia di una risoluzione del Parlamento Europeo che invita gli Stati membri a riconoscere i matrimoni omosessuali e relativi rapporti di genitorialità. Santo Padre, qual è il suo pensiero a proposito?
Papa Francesco:
Ho parlato chiaro su questo. Il matrimonio è un sacramento. Il matrimonio è un sacramento. La Chiesa non ha il potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Queste sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente, di orientamento sessuale diverso. E questo è importante, che si aiuti la gente. Ma senza imporre cose che, per la sua natura, nella Chiesa non vanno. Ma se loro vogliono portare la vita insieme, una coppia omosessuale, gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dare loro sicurezza di eredità, di salute,… I francesi hanno una legge su questo, non solo per gli omosessuali, per tutte le persone che vogliono associarsi. Ma il matrimonio è il matrimonio. Questo non vuol dire condannare le persone che sono così, no, per favore, sono fratelli e sorelle nostri. Dobbiamo accompagnarli. Ma il matrimonio come sacramento è chiaro, è chiaro. Che ci siano leggi civili che… Tre vedove, per esempio, che vogliono associarsi in una legge per avere il servizio sanitario, per avere poi l’eredità fra loro, ma si fanno queste cose. Questo è il Pacs francese, ma niente a che vedere con le coppie omosessuali; le coppie omosessuali possono usarla, possono usarla, ma il matrimonio come sacramento è uomo-donna. A volte, su quello che io dicevo, si crea confusione. Sì, dobbiamo, tutti uguali, rispettare tutti; il Signore è buono e salverà tutti. Questo non dirlo a voce alta [ride], ma il Signore vuole la salvezza di tutti. Ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tanti, tante persone di orientamento omosessuale si accostano al sacramento della penitenza e si accostano per chiedere consiglio ai sacerdoti, e la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella propria vita, ma il sacramento del matrimonio non va. Grazie. (I neretti sono nostri).
Come si vede, ci troviamo davanti al tipico modo di parlare di Bergoglio: “niente matrimoni omosessuali, ma sì agli omosessuali”; come dire che la Chiesa non “rinnega la sua verità” (sul matrimonio), ma “rinnega la sua verità” (sugli omosessuali).
Ed è incredibile che dopo duemila anni ci tocca sentire che queste “eresie” si fonderebbero su una mal citata volontà di Dio.
Se in certo modo si può convenire che “Il Signore vuole la salvezza di tutti”, di contro si deve respingere la pretesa che “il Signore è buono e salverà tutti”. Si tratta di un’idea fissa di Bergoglio che non corrisponde minimamente a quanto insegna Nostro Signore nei Vangeli.
Se poi consideriamo che il “tutti” di Bergoglio è volutamente ripetuto per includervi gli omosessuali dichiarati e praticanti, siamo costretti a parlare ancora di “eresie”. Si consideri la cosa come si vuole, ma un fatto è certo: gli omosessuali dichiarati e praticanti non si salveranno; ed è inutile citare a sostegno l’insegnamento di San Paolo (I Cor. 6, 9-11), perché da sempre i fedeli cattolici sanno che è così.
Non solo, ma Bergoglio, non contento di attribuire a Nostro Signore i suoi personali e scomposti convincimenti, coinvolge impropriamente e inopportunamente anche l’intera Chiesa, affermando degli omosessuali che “la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella propria vita”.
In tutta questa dichiarazione, non una parola sul peccato imperdonabile dell’omosessualità, non una parola sulla loro necessaria conversione, non una parola sul loro destino ultraterreno; tante parole per giustificare l’omosessualità e per far credere che la Chiesa li aiuterebbe a perdere la salvezza: aiutandoli ad andare avanti “nella loro vita”, cioè a persistere nella loro vita contraria ai comandamenti di Dio.
Ecco quindi un altro esempio di come i cattolici oggi siano costretti a subire un papa che li travia piuttosto che edificarli.
Non si muove foglia che Dio non voglia. Nostro Signore ha sicuramente i suoi buoni motivi per permettere tutto questo, e noi, nella nostra limitatezza, non riusciamo a cogliere come Egli potrà trarre del bene da questo male.
Non ci rimane che pregarLo di liberarci al più presto da questo personaggio che da otto anni funesta l’intero mondo cattolico.
Ed è incredibile che dopo duemila anni ci tocca sentire che queste “eresie” si fonderebbero su una mal citata volontà di Dio.
Se in certo modo si può convenire che “Il Signore vuole la salvezza di tutti”, di contro si deve respingere la pretesa che “il Signore è buono e salverà tutti”. Si tratta di un’idea fissa di Bergoglio che non corrisponde minimamente a quanto insegna Nostro Signore nei Vangeli.
Se poi consideriamo che il “tutti” di Bergoglio è volutamente ripetuto per includervi gli omosessuali dichiarati e praticanti, siamo costretti a parlare ancora di “eresie”. Si consideri la cosa come si vuole, ma un fatto è certo: gli omosessuali dichiarati e praticanti non si salveranno; ed è inutile citare a sostegno l’insegnamento di San Paolo (I Cor. 6, 9-11), perché da sempre i fedeli cattolici sanno che è così.
Non solo, ma Bergoglio, non contento di attribuire a Nostro Signore i suoi personali e scomposti convincimenti, coinvolge impropriamente e inopportunamente anche l’intera Chiesa, affermando degli omosessuali che “la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella propria vita”.
In tutta questa dichiarazione, non una parola sul peccato imperdonabile dell’omosessualità, non una parola sulla loro necessaria conversione, non una parola sul loro destino ultraterreno; tante parole per giustificare l’omosessualità e per far credere che la Chiesa li aiuterebbe a perdere la salvezza: aiutandoli ad andare avanti “nella loro vita”, cioè a persistere nella loro vita contraria ai comandamenti di Dio.
Ecco quindi un altro esempio di come i cattolici oggi siano costretti a subire un papa che li travia piuttosto che edificarli.
Non si muove foglia che Dio non voglia. Nostro Signore ha sicuramente i suoi buoni motivi per permettere tutto questo, e noi, nella nostra limitatezza, non riusciamo a cogliere come Egli potrà trarre del bene da questo male.
Non ci rimane che pregarLo di liberarci al più presto da questo personaggio che da otto anni funesta l’intero mondo cattolico.
di Belvecchio
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