- PADRE GEORG GAENSWEIN STA PAGANDO LA SUA VICINANZA A BENEDETTO XVI: CON IL TEMPO È DIVENTATO IL SUO CONSIGLIERE, COLUI CHE RICEVE LA POSTA E CHE INDIRIZZA IL PAPA NEGLI INCONTRI E NEI LIBRI DA SCRIVERE - MEDIATICAMENTE FORTE, SI È ATTIRATO L’INVIDIA DI CHIUNQUE NON SOPPORTI UN “FILTRO” CON LE STANZE PAPALI - IN PRIMA FILA, OVVIAMENTE, LA SEGRETERIA DI STATO DI TARCISIO BERTONE…
Marco Ansaldo per "la Repubblica"
brg79 padre george gaenswein «Il vero motivo degli attacchi contro padre Georg? Semplice: è lui la persona che ha staccato Bertone dal Papa. Possiede fascino, influenza, e nell´ultimo periodo ha sempre più assunto visibilità esterna, oltre che spazio presso il Pontefice. Un potere che ha finito per dare molto fastidio alla Segreteria di Stato».
TARCISIO BERTONE Continuano in Vaticano le indagini sulla pubblicazione dei documenti riservati della Santa Sede inviati ai media. Prosegue la caccia ai "corvi", gli autori materiali della fuoriuscita delle carte. Ma si approfondisce anche il racconto delle vicende interne, che gli informatori aiutano a comprendere svelando quel che accade nel cuore del Vaticano.
Di monsignor Georg Gaenswein molto si è detto e letto sulla stampa. Ha sempre colpito, sotto la tonaca indossata elegantemente, il suo aplomb. Stile di vita sportivo, e carica spirituale intensa per un uomo profondamente appassionato di teologia. Di pari passo, negli anni più recenti Gaenswein ha però anche assunto un ruolo di consigliere di Joseph Ratzinger, del quale è conterraneo. Un incarico non ufficiale, che tuttavia dentro le Sacre Mura lo ha messo nel mirino.
Nel luglio 2009 monsignor Giorgio Corbellini viene eletto dal Papa vescovo titolare e nominato alla Sede Apostolica presidente dell´ufficio del Lavoro. Un anno più tardi arriva anche la nomina a presidente della Commissione disciplinare della Curia. Due incarichi di grande rilievo, che gli permettono di mettersi a contatto e conoscere ogni dettaglio dei singoli apparati: la Gendarmeria, il Museo, la Biblioteca, la Fabbrica di San Pietro.
GOTTI TEDESCHI È il ruolo di un direttore delle risorse umane. Scatta per lui - così come avverrà con Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior prima in asse con il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, poi la scorsa settimana licenziato in tronco - un meccanismo di attrito con la Segreteria di Stato. Corbellini decide di riferire direttamente al Papa, attraverso don Georg come interlocutore, e Bertone non la prende bene. Il vescovo rimane così al palo nella sua aspirazione di salire di grado, visto gli importanti incarichi che ricopre, e a bloccarlo è proprio la Segreteria di Stato. Gaenswein vorrebbe aiutarlo presso il Papa, ma il passo significherebbe uno scontro con Bertone.
JOSEPH E GEORGE RATZINGER È anche da questo episodio che comincia a consumarsi il rapporto fra i due uomini più vicini al Pontefice. Progressivamente, il giovane aiutante del Papa comincia però ad abbandonare la figura di semplice comparsa dietro le quinte, e Benedetto XVI gli ritaglia un ruolo più centrale. È lui a ricevere le lettere, dall´esterno e dall´interno, inviate a Sua Santità. Ed è sempre lui a smistare le richieste di udienza, a dire di sì oppure di no, a dettare l´agenda dei ricevimenti del Papa.
Con il passare del tempo, il brillante monsignore tedesco svolge un´attività che il pur influente segretario di Giovanni Paolo II, don Stanislao Dziwisz, oggi cardinale di Cracovia, non ha mai compiuto se non all´ultimo, quando ormai Karol Wojtyla era nel periodo terminale della sua vita. Ma Georg, don Giorgio come lo chiamano amichevolmente, non bada solo alla salute del Papa: consiglia Ratzinger nei libri da scrivere (quello su Gesù), rilegge i discorsi più delicati, lo indirizza verso le persone da incontrare. Con un piglio pragmatico che non piace sempre a tutti.
PADRE FEDERICO LOMBARDI Quando ad esempio Bertone invia una lettera al cardinale Dionigi Tettamanzi per dirgli di rassegnare le dimissioni dall´Istituto Toniolo, la cassaforte che controlla l´Università Cattolica, in uno scontro al calor bianco, l´arcivescovo di Milano decide infine di inviare le sue risposte direttamente al Papa, e lo fa tramite l´assistente personale del Pontefice.
Negli ultimi anni, in più, l´immagine di Gaenswein è sfondato nei media e tra il pubblico.
Il monsignore centellina i suoi appuntamenti. Ma va a parlare nelle Università, riceve una Laurea honoris causa, viene invitato a conferenze (e sa anche quando fermarsi, come giovedì scorso dove lo volevano premiare a Pordenone alla vigilia del licenziamento di Gotti e dell´arresto del maggiordomo papale). È però lui, oggi, ad avere in mano le redini dell´Appartamento papale.
Angelo BecciuE gli attacchi che gli arrivano sono dovuti a gelosie e invidie interne. Provengono soprattutto da chi non sopporta di vedere filtrato il rapporto con il Pontefice. Il cardinale Bertone, per lunghi anni al Sant´Uffizio, poi nella segreteria di Stato, è stato l´indiscusso e solidissimo braccio di ferro di Joseph Ratzinger. E i due sono legati da una forte amicizia. Ma ora la prossimità di padre Georg al Papa, e la sua maturazione come uomo e sacerdote, gli hanno assegnato una posizione invidiabile in Vaticano. Ed è diventato un obiettivo da colpire.
GIOVANNI MARIA VIAN Il Papa adesso è triste, dicono tutti nelle Segrete stanze. «Sente questa come una prova», ha spiegato ieri il suo portavoce, padre Federico Lombardi, riferendosi alla vicenda del suo cameriere arrestato. Per lui è un «dolore specifico», perché tocca una persona a lui vicina e che stimava. «Una situazione delicata e difficile», l´ha descritta ieri il cardinale Angelo Scola, nuovo arcivescovo di Milano, dal quale il Pontefice andrà in visita da venerdì a domenica prossima. Ieri una lunga intervista pubblicata sull´Osservatore Romano ha rotto il silenzio del quotidiano ufficiale della Santa Sede sulla vicenda del maggiordomo arrestato.
«Considero la pubblicazione delle lettere trafugate - ha detto monsignor Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, al direttore del giornale, Giovanni Maria Vian - un atto immorale di inaudita gravità. Soprattutto perché non si tratta unicamente di una violazione, già in sé gravissima, della riservatezza cui chiunque avrebbe diritto, quanto di un vile oltraggio al rapporto di fiducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste». Nel cuore del Vaticano non si parla d´altro.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-39623.htm
brg79 padre george gaenswein «Il vero motivo degli attacchi contro padre Georg? Semplice: è lui la persona che ha staccato Bertone dal Papa. Possiede fascino, influenza, e nell´ultimo periodo ha sempre più assunto visibilità esterna, oltre che spazio presso il Pontefice. Un potere che ha finito per dare molto fastidio alla Segreteria di Stato».
TARCISIO BERTONE Continuano in Vaticano le indagini sulla pubblicazione dei documenti riservati della Santa Sede inviati ai media. Prosegue la caccia ai "corvi", gli autori materiali della fuoriuscita delle carte. Ma si approfondisce anche il racconto delle vicende interne, che gli informatori aiutano a comprendere svelando quel che accade nel cuore del Vaticano.
Di monsignor Georg Gaenswein molto si è detto e letto sulla stampa. Ha sempre colpito, sotto la tonaca indossata elegantemente, il suo aplomb. Stile di vita sportivo, e carica spirituale intensa per un uomo profondamente appassionato di teologia. Di pari passo, negli anni più recenti Gaenswein ha però anche assunto un ruolo di consigliere di Joseph Ratzinger, del quale è conterraneo. Un incarico non ufficiale, che tuttavia dentro le Sacre Mura lo ha messo nel mirino.
Nel luglio 2009 monsignor Giorgio Corbellini viene eletto dal Papa vescovo titolare e nominato alla Sede Apostolica presidente dell´ufficio del Lavoro. Un anno più tardi arriva anche la nomina a presidente della Commissione disciplinare della Curia. Due incarichi di grande rilievo, che gli permettono di mettersi a contatto e conoscere ogni dettaglio dei singoli apparati: la Gendarmeria, il Museo, la Biblioteca, la Fabbrica di San Pietro.
GOTTI TEDESCHI È il ruolo di un direttore delle risorse umane. Scatta per lui - così come avverrà con Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior prima in asse con il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, poi la scorsa settimana licenziato in tronco - un meccanismo di attrito con la Segreteria di Stato. Corbellini decide di riferire direttamente al Papa, attraverso don Georg come interlocutore, e Bertone non la prende bene. Il vescovo rimane così al palo nella sua aspirazione di salire di grado, visto gli importanti incarichi che ricopre, e a bloccarlo è proprio la Segreteria di Stato. Gaenswein vorrebbe aiutarlo presso il Papa, ma il passo significherebbe uno scontro con Bertone.
JOSEPH E GEORGE RATZINGER È anche da questo episodio che comincia a consumarsi il rapporto fra i due uomini più vicini al Pontefice. Progressivamente, il giovane aiutante del Papa comincia però ad abbandonare la figura di semplice comparsa dietro le quinte, e Benedetto XVI gli ritaglia un ruolo più centrale. È lui a ricevere le lettere, dall´esterno e dall´interno, inviate a Sua Santità. Ed è sempre lui a smistare le richieste di udienza, a dire di sì oppure di no, a dettare l´agenda dei ricevimenti del Papa.
Con il passare del tempo, il brillante monsignore tedesco svolge un´attività che il pur influente segretario di Giovanni Paolo II, don Stanislao Dziwisz, oggi cardinale di Cracovia, non ha mai compiuto se non all´ultimo, quando ormai Karol Wojtyla era nel periodo terminale della sua vita. Ma Georg, don Giorgio come lo chiamano amichevolmente, non bada solo alla salute del Papa: consiglia Ratzinger nei libri da scrivere (quello su Gesù), rilegge i discorsi più delicati, lo indirizza verso le persone da incontrare. Con un piglio pragmatico che non piace sempre a tutti.
PADRE FEDERICO LOMBARDI Quando ad esempio Bertone invia una lettera al cardinale Dionigi Tettamanzi per dirgli di rassegnare le dimissioni dall´Istituto Toniolo, la cassaforte che controlla l´Università Cattolica, in uno scontro al calor bianco, l´arcivescovo di Milano decide infine di inviare le sue risposte direttamente al Papa, e lo fa tramite l´assistente personale del Pontefice.
Negli ultimi anni, in più, l´immagine di Gaenswein è sfondato nei media e tra il pubblico.
Il monsignore centellina i suoi appuntamenti. Ma va a parlare nelle Università, riceve una Laurea honoris causa, viene invitato a conferenze (e sa anche quando fermarsi, come giovedì scorso dove lo volevano premiare a Pordenone alla vigilia del licenziamento di Gotti e dell´arresto del maggiordomo papale). È però lui, oggi, ad avere in mano le redini dell´Appartamento papale.
Angelo BecciuE gli attacchi che gli arrivano sono dovuti a gelosie e invidie interne. Provengono soprattutto da chi non sopporta di vedere filtrato il rapporto con il Pontefice. Il cardinale Bertone, per lunghi anni al Sant´Uffizio, poi nella segreteria di Stato, è stato l´indiscusso e solidissimo braccio di ferro di Joseph Ratzinger. E i due sono legati da una forte amicizia. Ma ora la prossimità di padre Georg al Papa, e la sua maturazione come uomo e sacerdote, gli hanno assegnato una posizione invidiabile in Vaticano. Ed è diventato un obiettivo da colpire.
GIOVANNI MARIA VIAN Il Papa adesso è triste, dicono tutti nelle Segrete stanze. «Sente questa come una prova», ha spiegato ieri il suo portavoce, padre Federico Lombardi, riferendosi alla vicenda del suo cameriere arrestato. Per lui è un «dolore specifico», perché tocca una persona a lui vicina e che stimava. «Una situazione delicata e difficile», l´ha descritta ieri il cardinale Angelo Scola, nuovo arcivescovo di Milano, dal quale il Pontefice andrà in visita da venerdì a domenica prossima. Ieri una lunga intervista pubblicata sull´Osservatore Romano ha rotto il silenzio del quotidiano ufficiale della Santa Sede sulla vicenda del maggiordomo arrestato.
«Considero la pubblicazione delle lettere trafugate - ha detto monsignor Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, al direttore del giornale, Giovanni Maria Vian - un atto immorale di inaudita gravità. Soprattutto perché non si tratta unicamente di una violazione, già in sé gravissima, della riservatezza cui chiunque avrebbe diritto, quanto di un vile oltraggio al rapporto di fiducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste». Nel cuore del Vaticano non si parla d´altro.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-39623.htm
ORNAGHI SOBILLATORE DI PORPORE? - IN UN DOSSIER RISERVATO SULLA QUESTIONE TONIOLO, IL CARDINALE SARDI IPOTIZZA CHE DIETRO LA LETTERA DI FUOCO CON CUI TETTAMANZI INFILZA BERTONE CI SIA LO ZAMPINO DELL’EX RETTORE DELLA CATTOLICA - L’OBIETTIVO DELL’ATTUALE MINISTRO SAREBBE STATO QUELLO DI MANTENERE IL CONTROLLO SULL’UNIVERSITÀ - IL REPORT DI SARDI A RATZINGER: “NON POSSO NON MANIFESTARLE, SANTO PADRE, IL MIO SCONCERTO NEL VEDERE COME UN CARDINALE SI PERMETTA CON TANTA DISINVOLTURA DI RESISTERE A UNA PRECISA VOLONTÀ DEL PONTEFICE”…
Gianluigi Nuzzi per "Libero"
lorenzo ornaghi Cardinale TettamanziLo scontro è tra titani. Tettamanzi chiede di poter continuare nella sua opera di cambiamento per ripulire il Toniolo dalle incrostazioni del passato. In certi punti lo stile ricorda quello di monsignor Viganò. La missiva arriva sulla scrivania del pontefice il 31 marzo. Benedetto XVI si muove su due livelli: segnala al suo segretario particolare, padre Georg, che questa vicenda è «da discutere - scrive in un appunto lapidario che consegna ai suoi collaboratori - con il card. Bertone». In poche ore il segretario di Stato e il Papa si confrontano.
Entrambi non conoscono in modo approfondito la normativa che regola l'autonomia del Toniolo. Così decidono di chiedere un approfondimento. Il 2 aprile Bertone manda un biglietto al cardinale Sardi, patrono del sovrano Ordine militare di Malta (...) allegando la lettera al Pontefice. La missione è top secret: chiede lumi sulle affermazioni di Tettamanzi per capire che margini di manovra ha la segreteria di Stato sulla vicenda del Toniolo. Insomma, vuole una verifica sulla situazione.
Istituto Toniolo Risposte certe in tempi rapidi. Sardi obbedisce e si muove con scaltrezza: «Per garantire la riservatezza dell'operazione - assicura il 3 aprile nel report top secret al pontefice - ho invitato alcune persone esperte a casa mia, in Vaticano, così che la lettera in esame non valicasse i confini».
CARDINALE TARCISO BERTONE«Santo Padre, aderendo a quanto l'eminentissimo segretario di Stato mi ha chiesto [...] ho provveduto a un attento esame della lettera [...].Mireco a premura di far avere a Vostra Santità il risultato di un'attenta valutazione che ho elaborato con l'aiuto di persone esperte del Toniolo nella sua storia e nella normativa che ne regola l'attività, [...] Come Vostra Santità può vedere, l'esame è dettagliato e minuzioso, ciò è sembrato necessario, considerata la gravità delle accuse sollevate da Tettamanzi, che non teme di esprimere giudizi anche pesanti, senza tuttavia mai documentarne la fondatezza. [...]
RATZINGER VITTIMA DEL VENTO In questo mio scritto non posso, tuttavia, non manifestarle, Santo Padre, il mio sconcerto nel vedere come un cardinale possa permettersi di resistere con tanta disinvoltura a una precisa volontà del Pontefice, avanzando addirittura il sospetto che il segretario di Stato abbia distorto e falsificato il pensiero del Papa. Due volte almeno emerge tale accusa: nell'ultimo capoverso della prima pagina e nel secondo capoverso dell'ultima».
università cattolica DEL SACRO CUORE - MILANO Sardi non è convinto che la missiva sia tutta opera e ingegno di Tettamanzi. E offre al Pontefice un'intuizione che, fosse confermata, sarebbe clamorosa. Ritiene infatti che la lettera all'ecclesiastico sia suggerita da un laico, seppur stimato in Vaticano, ovvero dal rettore della Cattolica, l'attuale ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi: «Altro motivo di stupore nasce dal constatare come nella lettera vengano avanzate diverse ipotesi di possibili atteggiamenti da assumere di fronte alla lettera, inviata dal segretario di Stato a nome del Papa; mai però, assolutamente mai, viene ipotizzata l'eventualità della scelta che dovrebbe essere la prima, l'obbedienza appunto.
CARDINALE PAOLO SARDI Certo, il contenuto della lettera del card. Tettamanzi è tale da far supporre l'intervento di un'altra mano (quella del rettor magnifico, ad esempio, il prof. Lorenzo Ornaghi). Ma c'è una frase che è certamente del card. Tettamanzi, perché è autografa, il saluto finale; «Con stima e affetto nel Signore, suo †Dionigi Tettamanzi».
Ebbene, in tali parole cosi confidenziali mi sembra che si confermi quello che è il sottofondo di tutto lo scritto; l'arcivescovo di Milano tratta col Papa da pari a pari. E anche questo è inaudito. Oserei sperare che la risposta si limiti ad un laconico invito all'obbedienza. Con sensi di profonda venerazione e di affetto filiale mi creda di Vostra Santità., dev.mo card. Paolo Sardi».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-39631.htm
lorenzo ornaghi Cardinale TettamanziLo scontro è tra titani. Tettamanzi chiede di poter continuare nella sua opera di cambiamento per ripulire il Toniolo dalle incrostazioni del passato. In certi punti lo stile ricorda quello di monsignor Viganò. La missiva arriva sulla scrivania del pontefice il 31 marzo. Benedetto XVI si muove su due livelli: segnala al suo segretario particolare, padre Georg, che questa vicenda è «da discutere - scrive in un appunto lapidario che consegna ai suoi collaboratori - con il card. Bertone». In poche ore il segretario di Stato e il Papa si confrontano.
Entrambi non conoscono in modo approfondito la normativa che regola l'autonomia del Toniolo. Così decidono di chiedere un approfondimento. Il 2 aprile Bertone manda un biglietto al cardinale Sardi, patrono del sovrano Ordine militare di Malta (...) allegando la lettera al Pontefice. La missione è top secret: chiede lumi sulle affermazioni di Tettamanzi per capire che margini di manovra ha la segreteria di Stato sulla vicenda del Toniolo. Insomma, vuole una verifica sulla situazione.
Istituto Toniolo Risposte certe in tempi rapidi. Sardi obbedisce e si muove con scaltrezza: «Per garantire la riservatezza dell'operazione - assicura il 3 aprile nel report top secret al pontefice - ho invitato alcune persone esperte a casa mia, in Vaticano, così che la lettera in esame non valicasse i confini».
CARDINALE TARCISO BERTONE«Santo Padre, aderendo a quanto l'eminentissimo segretario di Stato mi ha chiesto [...] ho provveduto a un attento esame della lettera [...].Mireco a premura di far avere a Vostra Santità il risultato di un'attenta valutazione che ho elaborato con l'aiuto di persone esperte del Toniolo nella sua storia e nella normativa che ne regola l'attività, [...] Come Vostra Santità può vedere, l'esame è dettagliato e minuzioso, ciò è sembrato necessario, considerata la gravità delle accuse sollevate da Tettamanzi, che non teme di esprimere giudizi anche pesanti, senza tuttavia mai documentarne la fondatezza. [...]
RATZINGER VITTIMA DEL VENTO In questo mio scritto non posso, tuttavia, non manifestarle, Santo Padre, il mio sconcerto nel vedere come un cardinale possa permettersi di resistere con tanta disinvoltura a una precisa volontà del Pontefice, avanzando addirittura il sospetto che il segretario di Stato abbia distorto e falsificato il pensiero del Papa. Due volte almeno emerge tale accusa: nell'ultimo capoverso della prima pagina e nel secondo capoverso dell'ultima».
università cattolica DEL SACRO CUORE - MILANO Sardi non è convinto che la missiva sia tutta opera e ingegno di Tettamanzi. E offre al Pontefice un'intuizione che, fosse confermata, sarebbe clamorosa. Ritiene infatti che la lettera all'ecclesiastico sia suggerita da un laico, seppur stimato in Vaticano, ovvero dal rettore della Cattolica, l'attuale ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi: «Altro motivo di stupore nasce dal constatare come nella lettera vengano avanzate diverse ipotesi di possibili atteggiamenti da assumere di fronte alla lettera, inviata dal segretario di Stato a nome del Papa; mai però, assolutamente mai, viene ipotizzata l'eventualità della scelta che dovrebbe essere la prima, l'obbedienza appunto.
CARDINALE PAOLO SARDI Certo, il contenuto della lettera del card. Tettamanzi è tale da far supporre l'intervento di un'altra mano (quella del rettor magnifico, ad esempio, il prof. Lorenzo Ornaghi). Ma c'è una frase che è certamente del card. Tettamanzi, perché è autografa, il saluto finale; «Con stima e affetto nel Signore, suo †Dionigi Tettamanzi».
Ebbene, in tali parole cosi confidenziali mi sembra che si confermi quello che è il sottofondo di tutto lo scritto; l'arcivescovo di Milano tratta col Papa da pari a pari. E anche questo è inaudito. Oserei sperare che la risposta si limiti ad un laconico invito all'obbedienza. Con sensi di profonda venerazione e di affetto filiale mi creda di Vostra Santità., dev.mo card. Paolo Sardi».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-39631.htm
1- L’”ESPRESSO” PUBBLICA UNA MAIL SEGRETA DI GOTTI TEDESCHI INVIATA A TARCISIO BERTONE NELLA QUALE, PARLANDO DI SÉ IN TERZA PERSONA (SIC!), RIVELA DA DOVE E DA CHI VENGONO LE ‘’SOLLECITAZIONI’’ SULLA BANCA DEL VATICANO PER L’ACQUISIZIONE DEL SAN RAFFAELE DI DON VERZÈ, SCHIACCIATO DA OLTRE UN MILIARDO E MEZZO DI DEBITI - 2- IL BANCHIERE AMICO DI GIULIO TREMONTI, GIÀ INVISO AGLI OCCHI DI BERTONE PER AVER ACCENNATO AI MAGISTRATI ITALIANI DI CONTI CIFRATI DELLA BANCA VATICANA, - FA NOMI E COGNOMI: “DA CARLO SALVATORI, EX AD DI CARIPLO E EX PRESIDENTE DI UNICREDIT, AL MOMENTO CONSIGLIERE DI AMMINISTRATORE DEL SAN RAFFAELE; DA GIUSEPPE GUZZETTI, PRESIDENTE FONDAZIONE CARIPLO; CORRADO PASSERA, AD DI BANCA INTESA; DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA, FORMIGONI”. NON MANCA NELLA LISTA IL NOME DI GIANNI LETTA, CHE SI SAREBBE AVVICINATO AL CAPO DELLO IOR “INFORMALMENTE” -
Emiliano Fittipaldi per "L'Espresso"
Il tentativo di acquistare il San Raffaele da parte della Santa Sede non sarebbe partito solo dalle ambizioni del segretario di Stato Tarcisio Bertone, ma pure dalle «sollecitazioni» politiche arrivate all'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi.
ETTORE GOTTI TEDESCHI TARCISIO BERTONE "L'Espresso" ha letto una e-mail mandata da Gotti Tedeschi al segretario particolare di Bertone, don Lech Piechota. L'oggetto della mail, spedita il 4 ottobre scorso, recita così: "Memo per Sua Eccellenza Reverendissima - da parte di Ettore Gotti Tedeschi". La missiva traccia la genesi del rapporto tra lo Ior e il San Raffaele.
Il banchiere amico di Giulio Tremonti, già inviso agli occhi di Bertone per aver accennato ai magistrati italiani di conti cifrati della banca vaticana, scrive parlando di sé in terza persona. «Nel periodo fine maggio, inizio giugno di quest'anno Ettore Gotti Tedeschi viene sollecitato da più parti a verificare l'interesse della Santa Sede al "salvataggio" del San Raffaele».
GIULIO TREMONTI Da dove e da chi vengono le sollecitazioni per aiutare la banca di Don Verzè schiacciata da oltre un miliardo e mezzo di debiti? Gotti Tedeschi fa nomi e cognomi: «Dal dottor Carlo Salvatori, ex amministratore delegato di Cariplo e ex presidente di Unicredit, al momento consigliere di amministratore del San Raffaele; dal professor Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo; successivamente Corrado Passera, ad di Banca Intesa; dal presidente della Regione Lombardia, Formigoni».
OSPEDALE SAN RAFFAELE Non manca nella lista il nome di Gianni Letta, che si sarebbe avvicinato al capo dello Ior «informalmente». Per la cronaca, ricordiamo che le banche più esposte nei confronti del crac sono Intesa e Unicredit. Il mittente continua: «Gotti tedeschi riferisce a Sua Eccellenza Reverendissima segretario di Stato, che autorizza l'inizio di analisi con il presidente del Bambin Gesù, professor Giuseppe Profiti».
Don Verze E' il capo dello Ior, nelle settimane successive, a organizzare a Milano gli incontri con pezzi da novanta come Guzzetti, Passera e lo stesso Don Verzè. Alla fine del giro delle sette chiese, il Vaticano decide di andare avanti. «Terminati i quali (gli incontri, ndr) si procede nel progetto che si sviluppa nelle settimane successive con una procedura concordata con il tribunale di Milano e indicando i quattro membri del consiglio».
Sappiamo com'è andata a finire: l'offerta dello Ior (250 milioni) verrà superata da quella di Giuseppe Rotelli. Un'operazione nata male e finita peggio. In cui Gotti sembra aver avuto un ruolo attivo di assoluto rilievo.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-39632.htm
Il tentativo di acquistare il San Raffaele da parte della Santa Sede non sarebbe partito solo dalle ambizioni del segretario di Stato Tarcisio Bertone, ma pure dalle «sollecitazioni» politiche arrivate all'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi.
ETTORE GOTTI TEDESCHI TARCISIO BERTONE "L'Espresso" ha letto una e-mail mandata da Gotti Tedeschi al segretario particolare di Bertone, don Lech Piechota. L'oggetto della mail, spedita il 4 ottobre scorso, recita così: "Memo per Sua Eccellenza Reverendissima - da parte di Ettore Gotti Tedeschi". La missiva traccia la genesi del rapporto tra lo Ior e il San Raffaele.
Il banchiere amico di Giulio Tremonti, già inviso agli occhi di Bertone per aver accennato ai magistrati italiani di conti cifrati della banca vaticana, scrive parlando di sé in terza persona. «Nel periodo fine maggio, inizio giugno di quest'anno Ettore Gotti Tedeschi viene sollecitato da più parti a verificare l'interesse della Santa Sede al "salvataggio" del San Raffaele».
GIULIO TREMONTI Da dove e da chi vengono le sollecitazioni per aiutare la banca di Don Verzè schiacciata da oltre un miliardo e mezzo di debiti? Gotti Tedeschi fa nomi e cognomi: «Dal dottor Carlo Salvatori, ex amministratore delegato di Cariplo e ex presidente di Unicredit, al momento consigliere di amministratore del San Raffaele; dal professor Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo; successivamente Corrado Passera, ad di Banca Intesa; dal presidente della Regione Lombardia, Formigoni».
OSPEDALE SAN RAFFAELE Non manca nella lista il nome di Gianni Letta, che si sarebbe avvicinato al capo dello Ior «informalmente». Per la cronaca, ricordiamo che le banche più esposte nei confronti del crac sono Intesa e Unicredit. Il mittente continua: «Gotti tedeschi riferisce a Sua Eccellenza Reverendissima segretario di Stato, che autorizza l'inizio di analisi con il presidente del Bambin Gesù, professor Giuseppe Profiti».
Don Verze E' il capo dello Ior, nelle settimane successive, a organizzare a Milano gli incontri con pezzi da novanta come Guzzetti, Passera e lo stesso Don Verzè. Alla fine del giro delle sette chiese, il Vaticano decide di andare avanti. «Terminati i quali (gli incontri, ndr) si procede nel progetto che si sviluppa nelle settimane successive con una procedura concordata con il tribunale di Milano e indicando i quattro membri del consiglio».
Sappiamo com'è andata a finire: l'offerta dello Ior (250 milioni) verrà superata da quella di Giuseppe Rotelli. Un'operazione nata male e finita peggio. In cui Gotti sembra aver avuto un ruolo attivo di assoluto rilievo.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-39632.htm
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