catechesi Don Minutella 23/gennaio 2018
Inter-comunione? L’Eucarestia è solo per i cattolici
Il cardinal Robert Sarah e il vescovo Athanasius Schneider replicano al commento del Papa sull’inter-comunione: “Non è una questione di seguire la propria coscienza”.
Di Diane Montagna (corrispondente romana per la versione inglese di Aleteia)
Traduzione di CooperatoresVeritatis
Traduzione di CooperatoresVeritatis
All’inizio di questo mese, papa Francesco ha suscitato delle polemiche quando ha espresso delle osservazioni riguardo l’inter-comunione, mentre si trovava ad un incontro con i luterani di Roma.
Rispondendo alla domanda di una donna luterana non-italiana, che ha espresso il suo rammarico di non poter ricevere la Santa Comunione con il marito cattolico, il Papa ha detto che lui non può darle il permesso di ricevere l’Eucarestia, perché non è di sua competenza o di giurisdizione, ma le ha detto che deve “parlarne con il Signore e andare avanti”.
Avendo le parole del Papa creato una grande confusione, abbiamo chiesto al cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e al vescovo Athanasius Schneider di Astana, in Kasakstan, il loro parere sull’argomento.
Replica del cardinale Sarah
«L’inter-comunione non è permessa fra cattolici e non-cattolici», esordisce il cardinale Sarah. «È necessario professare la Fede cattolica. Un non-cattolico non può ricevere la Comunione. Questo è chiarissimo. Non è una questione di seguire la propria coscienza». Sua Eminenza ha risposto ad altre domande.
Può un sacerdote dare la Santa Comunione ad entrambi i coniugi, pur sapendo che uno dei due non è cattolico?
«No, possiamo dare la Comunione solo ai cattolici. Molti preti mi hanno detto: “Io do la Comunione a tutti”. Questa è una sciocchezza. Talvolta, un anglicano che sarà molto lontano dalla sua chiesa per un lungo periodo di tempo e desidera ricevere la Comunione, può partecipare alla Messa cattolica e ricevere la Comunione, qui non c’è peccato, ed è propriamente sposato. Questo perché credono nell’Eucarestia, anche se nella comunione anglicana non c’è realmente l’Eucarestia, non essendoci il sacerdozio. Ma è raro e può accadere in circostanza del tutto eccezionali. È qualcosa di straordinario, non ordinario. Ma un cattolico non può ricevere l’Eucarestia dalla comunione anglicana, perché non c’è consacrazione; si tratto solamente di pane. Il pane non viene consacrato, perché il sacerdote non è sacerdote. Con la rottura di Enrico VIII con la Chiesa cattolica, le ordinazioni sacerdotali nella comunione anglicana sono nulle. Quando la consacrazione non è valida, non c’è l’Eucarestia».
Anche quando la moglie di un cattolico è luterana, oppure anglicana? Se vanno insieme alla Messa la domenica, non sarà mai possibile per lei ricevere la Comunione?
«Il giorno del loro matrimonio, il sacerdote ha dato la Comunione solo al marito cattolico, non alla moglie luterana o anglicana. Vale lo stesso quando vanno insieme alla Messa domenicale, proprio perché non esiste l’inter-comunione tra cattolici e protestanti (luterani o anglicani). Se vanno assieme alla Messa, il cattolico può ricevere la Comunione, ma la non-cattolica non può».
Dato che non siamo uniti nella Fede e nella Dottrina, Lei pensa che aprire le porte all’inter-comunione potrebbe minare la fede nella Presenza Reale?
«Penso che sarebbe promuovere una profanazione. Non possiamo farlo. Per sapere se posso ricevere la Comunione, la questione non è tanto di parlare con il Signore, ma di essere in accordo con gli insegnamenti della Chiesa. La mia coscienza può dirmi: “Vai”, solamente quando è illuminata dalla Chiesa, la quale afferma che, per ricevere la Comunione, debbo essere in stato di grazia, senza peccato, avendo la fede cattolica. Non è un desiderio personale, neppure un dialogo personale con Gesù, a determinare se si può ricevere la Comunione nella Chiesa cattolica. Come possiamo sapere se il Signore ha davvero detto: “Vieni pure a ricevere il mio Corpo”? No, non è possibile. Una persona non può decidere per conto proprio se è in grado di ricevere la Comunione. Deve avere essere guidata dalla Chiesa, seguendo le sue leggi, ovvero: essere cattolica, in stato di grazia e legittimante sposato».
E se qualcuno dicesse che aprire le porte all’inter-comunione per i coniugi sarebbe un modo per creare più unità?
«Se non riceviamo il Signore in modo corretto – ed Egli ci aiuta a farlo – non si creerà affatto unità. Anzi, mangeremo la nostra condanna. San Paolo dice: “Ognuno esamini se stesso… chi mangia e beve senza riconoscere il Corpo e il Sangue del Signore, mangia e beve la propria condanna” (cfr. 1Cor 11, 27-29). Pertanto, non saremo mai uniti se partecipiamo con il peccato, disprezzando il Corpo di Cristo».
Replica del vescovo Schneider
Anche il vescovo Schneider è stato molto preciso sulla questione, affermando che la Chiesa deve essere «assolutamente chiara con i protestanti, non nascondendo nulla».
«Leggiamo nei documenti del Vaticano II che il vero ecumenismo non è irenismo, ma un dialogo sincero in cui non nascondiamo nulla della nostra identità». Aggiunge che ogni gesto che «non è chiaro, non è sincero, ma è ambiguo, non potrà mai aiutare il vero ecumenismo» in «nessun tipo di livello».
Secondo mons. Schneider «i vescovi e i sacerdoti» devono essere «molto attenti» nei loro pronunciamenti, non devono «creare ambiguità e confusione tra le persone», portandole a credere che «i cattolici e i protestanti hanno fondamentalmente la stessa dottrina, seppur con qualche differenza».
«E questo non è vero», continua il vescovo kazakistano. «Ciò non corrisponde alla realtà, né al Vangelo. Tutte le verità della Chiesa cattolica sono le verità del Vangelo. Rifiutando la dottrina cattolica, o una parte di Essa, i protestanti vanno contro il Vangelo. Dobbiamo dirlo chiaramente».
Per quanto riguarda le parole del Papa alla donna luterana, mons. Schneider afferma che è importante non esagerare con l’infallibilità pontificia. Un papa non può «obbligare o imporre» ai fedeli a credere quello che pensa o esprime con gesti o espressioni informali.
«Sono convinto che papa Francesco non è contrario che qualcuno che gli dica: “Santo Padre, non sono d’accordo con questo Suo pensiero. Ella non mi può obbligare ad accettarlo, perché non è Sua intenzione definirlo definitivamente. Così ci mettiamo in rispettoso dialogo con Vostra Santità per chiarire queste questioni”».
Conclude: «Penso che abbiamo bisogno di dialogare, sì, ma in un clima sereno, senza nessuna intimidazione. In caso contrario, il clima sarà quello di una dittatura. Credo che a papa Francesco non piacerebbe essere considerato come il creatore di un clima di inquisizione, di dittatura o di persecuzione verso chi esprime pensieri e pareri ben motivati».
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.