Fuori i cialtroni a calci nel sedere: la Chiesa è di Gesù, e di nessun altro! Il gusto della profanazione, le bestemmie e "stravaganze blasfeme" della neochiesa "Bergogliana": il caso del sedicente vescovo di Innsbruck Glettler
di Francesco Lamendola
Tanto per fare un esempio. Il giovane vescovo di Innsbruck, Hermann Glettler, classe 1965, nominato vescovo da Bergoglio il 17 settembre 2017, e responsabile per l’Arte e la Cultura nella Conferenza episcopale austriaca dal novembre 2018, ha permesso che i giovanissimi allievi di una scuola cittadina si comunicassero in una palestra e che si distribuissero da se stessi, quasi giocando, le Ostie consacrate, il 20 gennaio 2019. Ha inoltre permesso alla sedicente artista femminista Katharina Cibulka di “imbragare” con dei teloni bianchi l’intera superficie esterna della cattedrale di San Giacomo, sempre a Innsbruck, nell’ottobre del 2018; sopra il portale d’ingresso, un gigantesco striscione recava la scritta; Fino a quando Dio avrà la barba, io sarò femminista (Solange Gott einen Bart hat, bin ich feminist).
In un’altra chiesa del capoluogo tirolese, la Spitalskirche, piccolo gioiello barocco in pieno centro storico, ha fatto installare un antico crocifisso, lo ha smembrato e posto in alto a testa in giù, con le braccia staccate dal corpo, che ruotano come a formare le lancette di un orologio che scandisce lo scorrere del tempo: la spiegazione che ha fornito è stata che rimanere fermi non è la soluzione. Si è poi vantato di questa prodezza postando un video nel quale lui parla in primo piano e il crocifisso-orologio ruota sullo sfondo. Sempre in un video ha poi presentato al pubblico, cioè, volevamo dire ai fedeli, un’altra stravaganza pseudo-artistica di un sedicente artista di nome Christian Eisenberger: la pelle di una rana autentica inchiodata ad un crocifisso di legno, che lui osserva compiaciuto, con occhio da intenditore, affermando peraltro che questo Gesù animalesco non è destinato a un vasto pubblico, perché molto provocatorio: ma l’aver realizzato quel filmato dimostra la sua malafede, perché è evidente che chiunque lo può vedere in ogni parte del mondo. E non è ancora finita. Invece di pensare alla paurosa crisi delle vocazioni e all’allontanamento dei fedeli dalla Chiesa, questo brillante vescovo bergogliano e ultramodernista, grande amante dell’arte e della bellezza, trova il tempo e la voglia di pavoneggiarsi in una casula di plastica trasparente (per la pioggia?), che indossa con imbarazzante narcisismo sulla copertina del catalogo del museo del monastero benedettino di Admont. È quasi inutile aggiungere che questo monsignore, grande amico di artistoidi progressisti e femministe arrabbiate, è favorevole al sacerdozio femminile, e che la sua nomina a vescovo di Innsbruck è stata salutata con molto entusiasmo dai mezzi d’informazione politicamente corretti.
Il vescovo "bergogliano"di Innsbruck, Hermann Glettler: vescovo cattolico o artistoide narcisista e da strapazzo?
Abbiamo detto che questo, del sedicente vescovo Glettler, è solo un esempio; se ne potrebbero fare tantissimi, sia in Austria – vedi il cardinale Schönborn, che offre la cattedrale di Santo Stefano a Vienna per spettacoli musicali di marca LGBT – che nel resto del mondo, Italia compresa – vedi l’orribile affresco dell’artista argentino Ricardo Cinalli nel duomo di Terni, voluto dall’allora vescovoVincenzo Paglia. Artisti falliti e arroganti, femministe esagitate e fuori tempo massimo, propagandisti del nuovo verbo transessuale e omosessuale sono diventati i beniamini di tutti i vescovi modernisti che trovano in loro i grimaldelli con i quali scardinare la fede cattolica dalle loro chiese e dalle anime dei loro fedeli. Ciò che hanno in comune questi incredibili eventi e questi spregevoli personaggi il gusto della profanazione, della blasfemia, della bestemmia: un Cristo in croce sotto le spoglie di una rana: ma si può mai immaginare qualcosa di più disgustoso, di più rivoltante, di più sacrilego? Se a farlo fosse stato non un vescovo, ma un ragazzaccio qualsiasi, fino a pochi anni fa, come avrebbe reagito la Chiesa, per bocca dei suoi pastori? Forse che il parroco non lo avrebbe afferrato per le orecchie e trascinato fuori, e non avrebbe mandato a chiamare i suoi genitori, minacciando, oltre ad allontanarlo dai Sacramenti, un’azione legale per oltraggio ad un simbolo sacro? E se un crocifisso fosse stato fatto a pezzi e messo a testa in giù per segnare le ore, dentro una chiesa cattolica, chi mai avrebbe pensato, sino a pochi anni fa, che l’autore di una simile trovata fosse proprio il vescovo?
Per il signore argentino vestito di bianco (anzi, travestito di bianco) "Gesù fa lo scemo": per questo "gesuita" che non può essere papa per statuto del suo ordine, Gesù Cristo, il Nostro Signore, il Verbo che si è fatto carne per la nostra salvezza è:"brutto da fare schifo!"
Tutti avrebbero pensato a uno sfregio dei nemici di Cristo, di qualche gruppo massonico, se non addirittura satanista, avente lo scopo deliberato di offendere e sconvolgere nella maniera più grave possibile i sentimenti dei fedeli. Ora, nel giro di pochi anni, e specialmente da quando è stato eletto al soglio di san Pietro il signore argentino vestito di bianco (anzi, travestito di bianco, come ha precisato un nostro lettore, un sacerdote diocesano del Sud America che non ne può proprio più), queste blasfemie che hanno veramente qualcosa di satanico imperversano e impazzano praticamente ogni giorno, da un capo all’altro della cattolicità, in ogni angolo del mondo, e ne sono promotori proprio quelli che Gesù ha istituito come guide e pastori del gregge: i vescovi. Anche di ciò Dio chiederà conto al signore travestito di bianco: di avere incoraggiato simili personaggi a dare gravissimo scandalo ai fedeli, dentro le chiese; di averli allontanati da Cristo e dalla Verità (ne conosciamo personalmente diversi che hanno perso la fede, in questi ultimi anni, proprio a causa di questo andazzo); di non aver fatto nulla per porre un argine alle continue profanazioni, liturgiche e pastorali, anzi, di averle tacitamente e anche esplicitamente incoraggiate, dandone lui per primo il tristo esempio. Ci siamo forse scordati di quando disse che Gesù si è fatto diavolo e serpente? Di quando disse che le Persone della Santissima Trinità litigano continuamente fra di loro? O di quando disse che Gesù Cristo, nell’episodio della donna adultera, fa un po’ lo scemo? Quale prete, quale insegnante di catechismo, quale religioso avrebbe tollerato una simile espressione, se ad usarla fosse stato un bambino della prima Comunione, non diciamo un adulto? E adesso, un miliardo e più di cattolici restano in silenzio mentre il papa, o colui che si fa passare per tale, adopera una simile espressione: Gesù fa lo scemo. In un’altra occasione ha detto che Gesù non era uno pulito; e in un’altra ancora, per descrivere il suo volto e il suo corpo sfigurato nel corso della Passione, lo ha definito brutto che fa schifo. Gesù Cristo, il Nostro Signore, il Verbo che si è fatto carne per la nostra salvezza, brutto da fare schifo!
L'atroce profanazione del Cristo con la rana crocifissa!
La strategia di questi signori, di questi infiltrati della massoneria nel corpo della Chiesa, di questi cialtroni svergognati – perché bisogna pur chiamare le cose con il loro nome, alla fine; non si può menare il can per l’aia all’infinito – è molto chiara: essi non hanno alcuna intenzione di uscire dalla Chiesa per fondare la loro contro-chiesa scismatica ed eretica; al contrario: essi vogliono prendersi la nostra Chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo. Il loro obiettivo è chiaro: vogliono portare i veri cattolici ad un tale grado di esasperazione, da spingerli ad andarsene: che perdano la fede o che si chiudano nella riserva indiana di qualche gruppo tradizionalista, non è cosa che li interessi: perché, a dispetto della tanto sbandierata misericordia e del tanto vantato dialogo ecumenico, se c’è una cosa che non sanno neanche dove stia di casa, è la carità cristiana, unita alla capacità di ascoltare la sofferenza dei confratelli: del resto, i veri cattolici, per loro, non sono confratelli, ma sono solo immondizia. Non lo dice sempre, l’uomo travestito di bianco, che la sua missione è quella di fare pulizia nella Chiesa? Se deve fare pulizia, vuol dire che c’è dello sporco. Ma qual è lo sporco, secondo lui? Non la lobby gay della quale era uomo di punta, negli Stati Uniti, il cardinale McCarrick; non i banchieri cinici e spietati dello I.O.R., dei quali monsignor Ricca – il direttore di Casa Santa Marta: guarda un po’ com’è piccolo il mondo! - è uno dei pezzi da novanta; non i falsi vescovi dei poveri, che intascano 35.000 dollari al mese, come monsignor Maradiaga; e nemmeno i gesuiti che inneggiano alla sodomia, come James Martin, o i teologi eretici che negano la divinità di Cristo, che è il fondamento stesso della nostra fede (se Cristo non è risorto dai morti, la nostra fede è vana, dice giustamente san Paolo); e tanto meno le falsificazioni mediatiche del Vaticano, paragonabili a quelle dell’era staliniana in Unione Sovietica, con un servizio stampa che si permette di manipolare sfacciatamente una lettera di Benedetto XVI e di capovolgerne il senso, salvo poi farsi beccare in flagranza d’impostura e guardarsi bene dal domandare scusa ai lettori.
La profanazione della Cattedrale di Innsbruck
No: nessuna di queste cose è sporcizia, per Bergoglio; evidentemente, la sporcizia da cui vuol ripulire il Vaticano è rappresentata dai veri cattolici che ancora resistono, nonostante tutto, sempre più soli, abbandonati, denigrati, disprezzati, criticati, ostacolati, perseguitati; che si ostinano a denunciare la pratica dell’aborto, quella dell’eutanasia, e la piaga della sodomia, anche da parte di persone che si dicono credenti, (mentre loro, i modernisti travestiti da cattolici, sorvolano su questi temi e preferiscono intonare l’eterno ritornello dei migranti e dell’accoglienza); che ricordano la vera dottrina, che mettono in guardia le anime contro le deviazioni e il peccato, che non si piegano a dichiarare giusto e buono ciò che la Chiesa ha sempre condannato e scomunicato – a cominciare dall’appartenenza alla massoneria, centrale di tutte le sovversioni e infezione che sta dilagando e sta portando in putrefazione le membra vive della Sposa di Cristo. È almeno dagli anni Novanta del secolo scorso che anche i cattolici più distratti e superficiali, se lo vogliono, sanno fino a che punto la massoneria sia penetrata nella Chiesa: dai tempi di Via col vento in Vaticano, scritto dal defunto monsignor Marinelli e che andò esaurito subito dopo la pubblicazione; e dagli anni in cui don Stefano Gobbimetteva insieme il suo Movimento Sacerdotale Mariano, principalmente per difendere la fede e la Chiesa dalla velenosa penetrazione della massoneria. Quanto all’affiliazione alle logge dei due papi del Concilio, Giovanni XXIII e Paolo VI, ci sono gli studi e le ricerche didon Luigi Villa, contenuti nei fascicoli, tuttora consultabili in rete, di Chiesa Viva. Perciò, chi voleva capire, aveva capito almeno trent’anni fa; svegliarsi adesso e gridare: Al fuoco, al fuoco!, significa ammettere che, come cattolici, abbiamo dormito quando dovevamo vegliare, e che ci siano bellamente scordati della raccomandazione di Gesù Cristo: Non fate come le vertigini stolte, ma come quelle savie, perché nessuno sa il giorno e l’ora in cui verrà lo Sposo. Ma lo Sposo, lo dicono le Scritture, e specialmente il libro dell’Apocalisse, non verrà prima che Satana abbia sferrato il suo attacco finale e prima che l’Anticristo abbia sedotto, con le sue menzogne, molti uomini e anche moltissimi che, a parole, sono seguaci di Gesù Cristo. Anche il gesuita Malachi Martin, che lasciò l’ordine proprio perché si rese conto che era stato infiltrato dai nemici della Chiesa, fece una profezia del genere: l’ora di Satana si sta avvicinando. Ma anche Caterina Emmerich, anche suor Lucia dos Santos, anche Bruno Cornacchiola, anche Maria Valtorta, hanno avuto delle visioni nelle quali la Madonna ammonisce che lo scontro finale col diavolo si sta avvicinando a grandi passi. E soprattutto lo dice il Vangelo: La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
La profanazione del Crocifisso-orologio
Fuori i cialtroni, a calci nel sedere!
di Francesco Lamendola
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MESSA DEL VESCOVO GLETTER - COMUNIONE SELF SERVICE
Il vescovo di Innsbruck (Austria), Hermann Glettler ha presieduto il 20 gennaio per l'emittente di stato tedesca ZDF una Eucarestia nella palestra di un ginnasio delle suore. All'offertorio, gli allievi della scuola superiore hanno ricevuto il microfono e hanno commentato che stavano "preparando la tavola". In seguito, si sono dati la Comunione tra di loro.
Fonte: Padre Tiziano Repetto SJ - Pubblicato il 29 gennaio 2019
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