ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 maggio 2020

Il rischio di fare una chiesa politica o carismatica

I diritti dei fedeli nell’epoca del coronavirus

La Chiesa cattolica è una società visibile, con una sua gerarchia, alla cui testa è il Papa, con le sue leggi, le sue istituzioni, le sue regole, i suoi usi. La Chiesa è anche una società mistica, cioè soprannaturale, che come tale si distingue da ogni società terrena, Pio XII lo spiega molto bene nell’enciclica Mystici Corporis, ma i due aspetti, quello visibile e quello invisibile sono tra loro inseparabili. Altrimenti c’è il rischio di fare una chiesa politica o una chiesa carismatica. Nel primo caso si cade nella teologia della liberazione marxista, nel secondo nei movimenti carismatici e pentecostali di matrice protestante. E oggi più che mai è importante mantenere questo equilibrio.


Dire che la Chiesa è una società visibile significa dire che la Chiesa ha un insieme di leggi raccolte nel Diritto canonico. Queste leggi vanno rispettate e seguite da ogni cattolico, quale che sia la sua posizione all’interno della Chiesa. Le leggi della Chiesa vanno distinte però dalla legge divina e naturale. La legge divina e naturale è immutabile, nessun papa, vescovo o semplice fedele la potrà mai mutare. Le leggi ecclesiastiche possono invece essere modificate dalla suprema autorità della Chiesa. I dieci comandamenti sono l’esempio più chiaro della legge divina e naturale. Prescrizioni come quelle dell’astinenza dalle carni nei venerdì dell’anno sono invece un esempio delle leggi modificabili della Chiesa.
La Chiesa ha le sue leggi e i suoi tribunali ecclesiastici, ma non è una dittatura, un regime totalitario. Lascia ai suoi figli piena libertà, imponendo loro solo di seguire i comandamenti di Dio, che portano alla salvezza. Perché la Chiesa è stata istituita e ha come missione la salvezza delle anime e la maggior gloria di Dio. Se qualche legge ecclesiastica viene modificata nel senso di ostacolare, piuttosto che favorire, la gloria di Dio e la salvezza delle anime, il cattolico ha il diritto di esprimere un’opinione contraria. Il diritto canonico gli riconosce questa libertà.
Il diritto canonico riconosce anche ai laici il diritto di ricevere i sacramenti della Chiesa dal sacerdote: il battesimo, l’eucarestia, la penitenza, la cresima, il matrimonio, l’estrema unzione. Il sacerdote non può rifiutarsi di conferire questi sacramenti a chi legittimamente li chieda.

Se nei tempi di coronavirus un fedele chiede al sacerdote di confessarsi o di comunicarsi, il sacerdote non può negarglielo. E il fedele ha il diritto di confessarsi personalmente, e non telefonicamente o virtualmente al sacerdote e di ricevere la comunione, se così lo desidera, in bocca e in ginocchio. Non c’è legge della Chiesa o dello Stato che possa impedirlo.
Un sacerdote non può imporre a un fedele di ricevere la comunione in mano, ma ha l’obbligo di amministrarla in bocca, se il fedele lo richiede, E un vescovo non può imporre a un sacerdote di distribuire la comunione solo in mano, così come non gli può imporre di celebrare la nuova Messa di Paolo VI, escludendo quella tradizionale. Chi, vescovo o sacerdote, agisse in senso contrario, si renderebbe responsabile di un abuso, davanti a Dio e davanti al diritto della Chiesa. E i fedeli laici o sacerdoti, avrebbero tutto il diritto di opporgli pubblica resistenza.
Ecco quanto è da ricordare nei tempi del coronavirus.

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