ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 luglio 2014

Scelte?

La situazione imporrà delle scelte            
Molti amici mi hanno chiesto, in questi ultimi tempi, perché i miei articoli si sono notevolmente diradati. Certo ci sono gli impegni della vita quotidiana e le conseguenti difficoltà nel trovare il tempo per scrivere. Ma francamente mentirei se negassi che un certo senso di frustrazione si stia anche annidando nella mia penna, una sorta di acuta tristezza nel dover seguire, con continuità, i diuturni episodi che compongono un quadro ormai chiaro ed inequivocabile, per chi almeno non teme di guardare in faccia la realtà cercando di essere, il più possibile, onesto con se stesso.
Ogni giorno un'esternazione oggettivamente scandalosa, ogni giorno una ulteriore conferma della terribile crisi in cui siamo immersi.
Vescovi "cattolici" che si oppongono al Crocifisso, altri Vescovi che "non si riconoscono" in chi prega il S. Rosario in riparazione del crimine di aborto, Commissari Apostolici che si impegnano a proibire la preghiera notturna nei conventi, Presidenti di Conferenze Episcopali pronti a vietare le processioni in onore della Madonna e, sopra tutti costoro, un Pontefice che non è nessuno per giudicare..., salvo poi anatemizzare, subito dopo e con disarmante pressapochismo, mafiosi, sostenitori di un'immigrazione controllata, datori di lavoro che non assumono i disoccupati e, sopra di tutti, quei "pelagiani" di tradizionalisti.
Ammiro francamente chi ha la forza di seguire, con costanza e meticolosità, l'evoluzione della frana, sia sul piano politico-sociale, sia, soprattutto, in ambito ecclesiale. Leggo con regolarità i loro lucidi e documentati articoli, elogio il loro coraggio e la pazienza certosina con cui ci relazionano sull'avanzare della valanga.
Ritengo tuttavia che, prima o poi, si dovrà necessariamente passare, in qualche modo, dalla mera teoria all'azione pratica. Non che la denuncia, specialmente se ben argomentata, non sia utile. Essa certamente contribuisce a creare il sostrato culturale indispensabile ad ogni azione coerente e ben strutturata.
Ma la cultura, insieme ovviamente alla preghiera, devono poi tradursi in qualcosa di più concreto e qui..., scusatemi la franchezza, casca l'asino e si palesa inequivocabilmente il carattere del mondo tradizionalista italiano. Abbiamo, in altre parole, molti, e ben vengano, tradizionalisti da "tastiera" o da "conferenza", assai meno disposti a muoversi, ad organizzare iniziative concrete, a mettersi in gioco fino in fondo.
Ma, penso, più si andrà avanti, meno ci sarà la possibilità di nascondersi o di trovare compromessi all'italiana.
Mi permetto di fare, in tal senso, qualche piccolo esempio:
- Criticare la lobby omosessualista sarà sempre più difficile e rischioso. Nessuno potrà sperare di salvare una carriera politica, universitaria, giornalistica od ecclesiastica se decidesse di proclamare con chiarezza la Verità su questi temi. Chi è disposto a sacrificare tutto ciò in nome dell'autentica Dottrina morale?
- I medici obiettori di coscienza su aborto, inseminazione artificiale, utilizzo di cellule staminali embrionali ed eutanasia saranno sempre più esposti, oltre che all'emarginazione professionale, anche a sentenze pilotate di condanna. Quanti saranno coloro che sapranno resistere?
- Gli insegnanti che oseranno opporsi ai nuovi orientamenti didattici in materia di "educazione" sessuale dovranno senza dubbio fare i conti con ordini superiori vessatori e costrittivi. Avranno la tempra per combatterli a viso aperto?
Questo sarà, con tutta probabilità, il futuro dei laici ma, anche per i chierici fedeli, non si prospetta sorte migliore. E' assolutamente evidente infatti, e solo i più ottusi "normalisti" possono arrampicarsi sui vetri per sostenere il contrario, che la Chiesa Cattolica è oggi occupata da una mandria di lupi travestiti da pastori.
Non so se costoro siano guidati dalla massoneria, dalla debolezza o semplicemente dall'ignoranza. Poco importa da dove arrivino, il fatto chiarissimo è che sempre meno uomini di Chiesa hanno la Fede. La S. Chiesa certo non è morta, ciò non potrebbe infatti mai avvenire, ma la Sua vera essenza sopravvive, a fatica, sotto la cenere delle persecuzioni.
Questo è, in fin dei conti, il vero motivo che suscita un odio così viscerale contro i pochi Cattolici autentici che hanno il coraggio di denunciare la deriva contemporanea. Tale odio nasce dalla consapevolezza che lì continua a sopravvivere, al di là di tutto, la Sposa di Cristo, pronta al martirio e decisa a seguire, contro tutto e contro tutti, l'unica Via, Verità e Vita.
Scrivo tutto ciò, con evidente amarezza ma non con pessimismo. Voglio soltanto mostrare come diventi urgente, ogni giorno di più, mantenere salda la Fede, ravvivare la preghiera ma anche, elemento non sempre sottolineato a sufficienza, organizzare concretamente la resistenza, in vista di un sicuro futuro contrattacco.
Del resto... proprio questo fu, a mio parere, uno dei meriti più straordinari di mons. Lefebvre.
Egli mantenne certo integra la Fede, ma molti altri la difesero negli anni del post-concilio;
egli scrisse molti bei libri, ma gli scrittori autenticamente Cattolici non vennero mai meno;
egli continuò a celebrare la S. Messa di sempre, ma anche altri Vescovi continuarono a celebrarla, sia pur saltuariamente, in quegli anni difficili.
Ma mons. Marcel Lefebvre fu comunque l'unico a saper organizzare una struttura grande, ramificata e solida, fu l'unico a saper distinguere il significato della vera battaglia rispetto alle tante beghe di cortile in cui purtroppo i tradizionalisti sono maestri, fu l'unico che riuscì a rendere davvero "cattolico", e cioè universale, il livello dello scontro. Disseminò il mondo intero di fortilizi dove poteva aggregarsi la resistenza, non cedette alla lusinga del "piccolo è bello" e tutti gli altri sono fuori strada, fu l'unico, in definitiva, sia pur assediato da tutte le parti, a rifuggire con estrema decisione il pericolo dello spirito settario.
Oggi abbiamo ancor più bisogno di simili Pastori. Abbiamo bisogno assoluto di un Vescovo, di un Cardinale, di un Superiore Maggiore che sappiano dire basta...! Questo non lo posso accettare..., fatemi quello che volete ma non ho paura... Chissà quando avverrà una cosa simile?
Marco Bongi

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