ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

Lo spirito di Assisi

Riflessioni di un fedele su Assisi III



http://www.unavox.it/Documenti/doc0345_Rinnova_scandalo_Assisi.html

http://www.unavox.it/Documenti/Doc0290_Comun_don-Cacqueray_Assisi_19.1.2011.html

LA FEDE IN PERICOLO PER LA RAGIONE

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV135_Barthe_Assisi_III_7.1.2011.html

 http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV134_Assisi-2011_Continuita_col_modernismo_anticattolico.html

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV139_Aulagnier_Assisi_III_18.1.2011.html

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV158_Padre_Costa_Spirito_di_Assisi.html

Wojtyla e l’elogio dell’induismoStampaE-mail
Pontifex.RomaCi è stato segnalato un articolo di Avvenire con delle agghiaccianti dichiarazioni di Giovanni Paolo II sul paganesimo induista. Il primo maggio l’amico degli induisti sarà “beatificato” da Benedetto XVI. Nel frattempo molti “tradizionalisti” - per convenienza o per perdita della fede nel Papato - continuano a considerare come nemici della Chiesa (o di qualche piccola chiesa) coloro che non riconoscono l’autorità di G.P.II e B.XVI (cfr http://www.sodalitium.it/). L’inedito - Wojtyla: «Abbiamo tanto da imparare dagli indù», a cura di Angela Ambrogetti - Volo papale Bombay – Roma, 10 febbraio 1986. A Roma nevica. Una cosa straordinaria che stravolge anche il rientro del Papa dal suo viaggio in India. Il volo papale atterra a Napoli all’una di notte, e da lì Giovanni Paolo II arriva a Roma in treno su due V carrozze di prima classe appositamente allestite. Sono le 8 di mattina quando finalmente si arriva a Roma. L’India che ha visto il Papa è quella ...
... di Madre Teresa, con la casa per i moribondi dove a seguire il Papa che accarezza quei poveri corpi ci sono i reporter di tutto il mondo. Ma è anche l’India di Gandhi, della Chiesa nata dall’apostolo Tommaso, delle grandi folle che salutano il vescovo di Roma anche se non sono nemmeno cristiani. Giovanni Paolo II rende omaggio alla tomba del Mahatma a piedi scalzi come tutti.
Poi dice che la sua visita in India è un pellegrinaggio di buona volontà e di pace. E prega sulla tomba di san Tommaso, martirizzato secondo la tradizione a Madras. I cattolici qui continuano a chiamarsi «cristiani di San Tommaso». Un viaggio anche un po’ più faticoso del solito. Il Papa ci scherza su. Dante Alimenti: «Buona sera! Siamo arrivati alla fine di questa fatica grossa». Papa : «Non ancora, bisogna arrivare a Roma, dove ci aspetta la neve!». Alimenti: «Come ha trovato questo mondo induista, disponibile verso i cristiani?». Papa : «Penso che sia, a suo modo, molto disponibile».
Alimenti: «Verranno ad Assisi anche loro? (si allude all’incontro interreligioso che avrebbe avuto luogo nella città di san Francesco il 26 ottobre di quell’anno, ndr.) Papa : «Eh, quella è un’altra cosa. Penso che verranno anche ad Assisi, ma soprattutto loro, hanno molte cose da insegnarci». Alimenti: «Abbiamo potuto apprendere quindi qualcosa?» Papa : «Eh sì, dovevamo, io ho appreso già da molto tempo». Alimenti: «Dopo l’islam anche l’induismo?». Papa : «L’islam è un altro capitolo». Ugo d’Ascia: «Santità, c’è una vistosa assenza nel suo viaggio, la città santa dell’induismo Benares. Perché, ci sono ragioni di opportunità? Non dico politiche perché poi mi sgrida, ma ragioni di opportunità che hanno vietato questa città santa al Papa di Roma?».
Papa : «Deve domandarlo ai vescovi dell’India». Giornalista: «Santità, si dice che questo viaggio è un po’ la continuazione dello spirito d’Assisi. Lei troverà pochi cattolici però tanti induisti». Papa : «Adesso tutti i viaggi sono un po’ la continuazione di Assisi. E Assisi è già un fatto possiamo dire irreversibile.
Lo si porta avanti. E si deve dire che Assisi era frutto di tanti viaggi». Vittorio Citterich: «Il viaggio più lungo, faticoso, andiamo un’altra volta in Asia. Quando in Cina? Papa : «Ho già detto a uno, deve domandare a quello, a chi lo sa!». Indica il cielo.
Di fatto Mosca e Pechino sono i due sogni mai realizzati di Giovanni Paolo II. (Da Avvenire del 19 marzo 2011, pag. 30)
Centro studi Giuseppe Federici