ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 17 ottobre 2020

E a Capodanno tampone e lenticchie…

Un popolo di depressi e le famiglie ridotte a focolai


Per Natale avremo un bilancio di 40mila morti, 400mila ammalati e 40 milioni di depressi cronici, anche gravi. Il primo bilancio è terribile nella prossimità, cioè per le vittime, i loro familiari e conoscenti, ma nella media storica di 640mila decessi all’anno il dato si ridimensiona. Il secondo è oneroso per i pazienti, per i medici, per le strutture ospedaliere e di terapia intensiva. Ma il terzo, impalpabile, trascurato, riguarda i due terzi del popolo italiano. Non so cosa stia accadendo all’estero, non circolano le esperienze, non ci sono più viaggi, non sappiamo come stiano vivendo davvero gli altri popoli la pandemia-bis. 

Nella terra dei papaveri e crisantemi

L'Olanda non si ferma: eutanasia lecita anche per i bambini

Eutanasia anche per i bambini che hanno un'eta compresa tra uno e dodici anni: l'Olanda riforma ancora il diritto alle pratiche eutanasiche

L'Olanda, la nazione simbolo dei "nuovi diritti", si fermerà mai? Le pratiche eutanasiche sono state di recente estese dal punto di vista giuridico.


La linea del ponte da costruire

Cause dei Santi, Semeraro (pupillo del Papa) nuovo prefetto

Francesco ha nominato Marcello Semeraro nuovo prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Prende il posto di Angelo Becciu, a tre settimane dalle improvvise dimissioni. Finora vescovo di Albano, dal 2013 segretario del “Consiglio di cardinali” di Bergoglio, è noto per la sua linea aperturista nei confronti dell’omosessualità, ribadita anche in un’intervista pubblicata da Avvenire due giorni fa.


«A Dio non la si fa…».

FRATELLI TUTTI , UNA NON ENCICLICA DA DIMENTICARE IN FRETTA 


Esistono o sono esistiti nel corso della storia vari tipi di fratellanza basati su concetti diversi dal puro e semplice legame di parentela tra soggetti discendenti dallo stesso stipite: dal motto illuminista della Rivoluzione Francese al principio di fratellanza espresso nella Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo del 1948 senza dimenticare l’ideale di fratellanza tipico di alcuni ordini iniziatici più o meno riservati. 

"La vittoria finale non apparterrà che al mio divin Figlio e a Me”

Prosegue implacabile l'Oscura Trama anticristica!

Il 24 aprile e il 13 maggio di quest'anno (ricorrenza della prima apparizione di Fatima nel 1917) ho pubblicato due post molto particolari, QUI e QUI, che consiglio di rileggere, perché afferenti e legati a questo ottobre 2020.

L'uno riguarda un'analisi accurata sulla "tabella di marcia dell'Anticristo" e l'altro concerne l'avvenuto passaggio delle comete Atlas e Swan che, pur senza collisione, rimangono però foriere di qualcosa d'ineluttabile che sta per abbattersi sul cammino dell'umanità.

L'altroieri, 13 ottobre, ultimo giorno commemorativo delle mariofanìe della Vergine in Portogallo, con la danza del sole davanti a 70.000 persone, si è concluso il 103° anno da quell'avvenimento grandioso. Questa cifra, ampiamente menzionata nei link soprastanti, è di notevole importanza, soprattutto a ridosso del 19 ottobre prossimo quando si sarà concretizzato il "Patto educativo" voluto e indetto dal "Falso Profeta" argentino.

La prova che stiamo vivendo

Prepariamoci alla battaglia / 2


https://i.pinimg.com/170x/3c/56/48/3c564887b658f2919c2804646c02815c--knight-tattoo-knights-templar.jpg (immagine aggiunta)

Ipse castigavit nos propter iniquitates nostras, et ipse salvabit nos propter misericordiam suam (Tb 13, 5).

Ecco dove ha condotto il mito della libertà assoluta, refrattaria alla verità e indifferente al bene: all’inversione dei valori e alla soppressione della libertà stessa. Già questo è un castigo terribile che Dio commina a chi si ostina caparbiamente nel peccato rifiutandosi di ascoltarlo: abbandonarlo al male, lasciando che sprofondi nella melma finché non si decida a rientrare in se stesso e a ravvedersi. 

Il catto-neoilluminismo

PG A VIGANÒ: MA COME SI PUÒ OBBEDIRE, ECCELLENZA?


Cari amici e nemici di Stilum Curiae Pezzo Grosso ha letto sia la risposta che l’arcivescovo Carlo maria Viganò ha dato a Vicente Montesinos, di Adoración y Liberación, che le risposte date a John Henry Westen, di LifesiteNews, e ha deciso di rivolgergli una lettera aperta. Buona lettura.

La posto in gioco

OGGI IN PIAZZA A ROMA CONTRO LA DITTATURA LGBT, PER LA LIBERTÀ


Carissimi Stilumcuriali, è con colpevole ritardo e quasi all’ultimo minuto che do notizia di un avvenimento importante che si svolgerà a Roma, a piazza del Popolo, oggi pomeriggio alle 14.30. È un altro pezzo della battaglia che Stilum Curiae appoggia in pieno e che organizzazioni e persone di ispirazione cattolica, ma anche no, stanno conducendo per evitare che l’inutile, dannoso e probabilmente anticostituzionale disegno di legge Zan sull’omotransfobia passi in questo Parlamento delegittimato dal Paese in una quantità di appuntamenti elettorali che dimostrano che il partito principale puntello del governo (dopo un voltafaccia aa 180°) ha perso l’appoggio dei cittadini. Ma di che parliamo? Se il Presidente della Repubblica, a cui spetterebbe secondo la Costituzione, prendere visione e atto di questo cambiamento clamoroso, è complice; è chiaro che siamo di fronte a un vulnus democratico di proporzioni inaudite. Ma questo è un altro discorso…

Un’enciclica che non solo manca di Fede, ma anche di Speranza e di Carità

Viganò critica l’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco

Lo scorso 15 ottobre LifeSiteNews ha pubblicato l’intervista di John Henry Westen all’arcivescovo Carlo Maria Viganò sull’enciclica “Fratelli tutti”, firmata da papa Francesco lo scorso 3 ottobre.

Nonostante il documento pontificio sia eccezionalmente corposo (138 pagine), lo spazio dedicato al nascituro e al gravissimo peccato dell’aborto, si limita ad un minimo accenno, senza peraltro alcuna condanna di quello che la Chiesa definisce un abominevole delitto [Cost. past. Gaudium et spes 51].

Nell’intervista l’arciv. fa una considerazioni forte sul Papa, e lui stesso riconosce che è “triste e grave”. Tale considerazione è esclusivamente sua, e non è condivisa da questo blog. Viene riportata al solo scopo di rappresentare fedelmente il forte dibattito suscitato da questa ultima enciclica.

Chi volesse approfondire può leggere di seguito l’intervista nella traduzione di Wanda Massa.

Carlo Maria Vigano, arcivescovo

 Carlo Maria Vigano, arcivescovo

venerdì 16 ottobre 2020

Obtorto collo

SUPER EX: LE MORBIDE BASTONATE DI PELL A BERGOGLIO.

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, al nostro Super EX (ex di Avvenire, ex di Movimento per la Vita e di un’altra costellazione di manifestazioni cattoliche e pseudo cattoliche non è sfuggita l’udienza che il Pontefice Regnante ha concesso al cardinale George Pell, martire prima dei tradimenti vaticani – a cominciare dal Vertice – e poi di una delle più ignobili montature a cui ci sia stato dato di assistere, un caso Dreyfus cattolico se mai ce n’è stato uno. Ne ha tratto alcune riflessioni, che ben volentieri condividiamo. Buona lettura. 

Rifiutare la manipolazione

Chi ha paura del coronavirus?

Paolo Gulisano, medico epidemiologo e scrittore
Paolo Gulisano, medico epidemiologo e scrittore

In questo frangente di autunno, dopo la clausura faticosa, si attendeva il ritorno alla solita vita ora riscoperta nel valore dei suoi aspetti più semplici e scontati. Invece no, di nuovo restrizioni. In questa circostanza sono state preziose le riflessioni del dottor Paolo Gulisano, invitato ad Arezzo dalla “Associazione Difesa dei Valori” per sviluppare il tema espresso nel titolo “Chi ha paura del coronavirus?”. 

Come Cristo non è sceso dalla Croce..

MONS. VIGANÒ RISPONDE ALLA LETTERA DI VICENTE MONTESINOS.


Carissimi Stilumcuriali, come vi ricorderete Adoración y Liberación qualche tempo fa ha scritto una lettera aperta all’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Potete trovare la lettera aperta a questo collegamento. Mons. VIganò risponde a Vicente Montesinos. Buona lettura!

Perseverare diabolicum est

UN FILM GIÀ VISTO

Covid, il fatalismo e la replica degli errori

Il numero dei morti che viene comunicato è in linea con quello di molte patologie polmonari di cui non si parla più, ma i messaggi catastrofisti sono la nota dominante. Come a marzo-aprile, le terapie intensive rappresentano un elemento chiave di questa strategia comunicativa, con la prospettiva di una nuova “selezione” dei casi, nonostante per ora ci siano reparti anche vuoti e le cure esistano

Penitenza, penitenza, penitenza!

La Zecca vaticana conia la moneta della Madre Terra

Due degli aspetti più problematici e controversi del pontificato di Bergoglio sono sintetizzati e celebrati nelle due monete emesse in ottobre dalla Zecca Vaticana, rispettivamente in onore della Dea Terra e dell’accoglienza dei Migranti.

Per approfondire l’argomento, proponiamo, nella traduzione di Wanda Massa, l’articolo di Jules Gomes, pubblicato il 13 ottobre scorso sul sito online di Church Militant. 

 

Professi si, fessi no!

Ordine di Malta, la rivolta dei professi

Una dura lettera dei professi del Sovrano Militare Ordine di Malta contro i tentativi di imporre una riforma secolarizzatrice dell'ordine è l'ultimo episodio di una guerra aperta che si combatte dal 2017, quando il Gran Maestro fu dal Papa costretto a dimettersi.


giovedì 15 ottobre 2020

Crisi di civiltà e della Chiesa

Cristianesimo e Covid-19. Crisi di civiltà e della Chiesa

DIEGO FUSARO, ALEXIS BUGNOLO, MAGDI ALLAM

Dopo Lenin e il Duce, occhio al coronavirus

Stare dritti di fronte all’orda dell’odio, e vincere

 Gli intollerabili



Quando John Kennedy, formalmente cattolico, corse per la presidenza, c’era preoccupazione tra i protestanti statunitensi, forti di uno strenuo pregiudizio anticattolico, che se fosse stato eletto sarebbe stato la quinta colonna dei papisti per distruggere l’America.

Uno dei momenti più importanti per la storia dell’umanità

L’ultimatum di Trump:”arrestate Obama e Biden per lo spygate”. In arrivo il colpo definitivo al deep state?


E’ iniziato tutto la scorsa settimana.

Trump in un tweet esplosivo annuncia di aver autorizzato la declassificazione dei documenti che riguardano due degli scandali più grandi degli ultimi anni, ignorati o minimizzati dai media ordinari.

Sono rispettivamente i casi dello spygate, già noto come la bufala del Russiagate, e le email di Hillary Clinton che l’ex segretario di Stato ai tempi del suo mandato sotto l’amministrazione Obama ha ospitato sul suo server privato.

Gli imbecilli prevalgono. Perché?

Il virus, lo Stato di polizia e le rane bollite


Leggo che, onde evitare assembramenti e combattere il virus, «le feste private con più di sei persone non sono vietate ma “fortemente sconsigliate”, quindi non multabili. Tuttavia, i vicini possono segnalare gli assembramenti alle Autorità. Ecco come».

“Sii mio fratello, o ti ucciderò”

Fratelli senza confini: il Manifesto semiumanitario di Papa Francesco

“Papa Francesco non è certo amico del totalitarismo, ma non si accorge che la fraternità impostata politicamente, fondata su un sentimentalismo astratto, può dare origine a forme nuove e disumane di dispotismo. Un famoso aristocratico francese diventato rivoluzionario, una volta ha notoriamente proclamato ‘Sii mio fratello, o ti ucciderò’. Quelle parole continuano a raffreddare l’anima e a rivelare l’essenza del terrore rivoluzionario”.

Una analisi di Daniel J. Mahoney, pubblicato su The Catholic World Report, nella traduzione di Riccardo Zenobi.

Papa Francesco firma “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” con il Grande Imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahamad al-Tayyib

Papa Francesco firma “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” con il Grande Imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahamad al-Tayyib 

Il comitato di esperti e espertoni..

IL GIALLO

Messe a rischio: Chiese ancora in balia dei tecnici

Si parla di imminenti chiusure delle chiese, sospensione delle Messe e ripresa delle limitazioni come i guanti alla Comunione e stop alle Cresime. Come stanno le cose? La Cei: «Col nuovo decreto non cambia nulla», ma alla Bussola il prefetto per gli affari di culto Michele Di Bari la stoppa e demanda tutto al Comitato Tecnico Scientifico. «Servono chiarimenti dopo il nuovo dPCM. L’interpretazione la dà il CTS che ha competenza, attendiamo una risposta. Chiudere le chiese? Non anticipiamo, ma...». Così la Chiesa torna di nuovo nelle mani del comitato di "espertoni" del governo che aveva già chiesto e ottenuto con facilità il lockdown delle Messe a marzo.

Davvero le Messe potrebbero essere di nuovo sospese? La partita è appesa a un filo e dipende ancora una volta dal CTS che detta la linea al Governo e alla Cei. Non è peregrino quindi ipotizzare una nuova stretta sulla partecipazione dei fedeli in chiesa o sulle modalità con cui si accede alla Messa, anche se al momento non c’è allo studio un lockdown specifico per i luoghi di culto.

È lo stesso Prefetto Michele Di Bari, Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione al Ministero dell’Interno con delega anche agli affari dei culti a dirlo alla Nuova Bussola Quotidiana mentre però i vertici della Chiesa italiana ieri hanno ribadito che le attuali disposizioni sono un punto acquisito che non si discute. 

Chiese chiuse o aperte? O accessi ridotti di fedeli come qualche vescovo – vedi il caso di Pinerolo – ha proposto? Come stanno le cose? Stanno che del destino delle Messe sta decidendo il comitato di espertoni che si comporta da vero e proprio ministero per gli affari religiosi ed è bene che i fedeli lo sappiano.

Un passo indietro: nei giorni scorsi il quotidiano Il Messaggero ha gettato tutti nel panico con un titolo ad effetto: I contatti dei vescovi col Viminale: pronti allo stop alle Messe se necessario. In realtà di quel passaggio nel titolo non c’era traccia. Si citavano solo le parole del segretario Cei monsignor Stefano Russo che parlava genericamente di un lavoro con il Ministero di monitoraggio della situazione. Ma la notizia ha girato ed è stata ripresa.

Successivamente poi, la Cei ha smentito con la Bussola quel titolo che sembrava attribuito al vescovo Russo (anche se pubblicamente non ha chiarito mai la cosa): «L’articolo parla – in riferimento al Segretario – del contatto tra istituzioni per seguire l’andamento epidemiologico. “Stop alle messe, pronti se necessario”: non è mai stato detto dal Segretario Generale, come si evince d’altronde dal testo. Peraltro, nel Dpcm non vi è alcun riferimento alle Messe», ci ha risposto il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana.

In realtà non è propriamente così perché di Messe nel dPCM si parla e questo è il principale nodo da sciogliere in queste ore per cui Di Bari ha chiesto l’intervento del CTS.

All’articolo 6 del dPCM comma p si parla proprio di Messe e di funzioni religiose non solo cattoliche ma delle altre sei confessioni con le quali il governo ha stipulato accordi protocollari. E si fa riferimento a quegli accordi. Ma quegli accordi sono stati fatti a maggio, alla ripresa delle celebrazioni col popolo in presenza. Nel caso della Chiesa cattolica il protocollo firmato da presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il Presidente Cei Gualtiero Bassetti e il Ministro degli Interni Luciana Lamorgese porta la data del 6 maggio.

Allegare il protocollo al dPCM del 13 ottobre però ha riportato in vita misure che oggi nelle chiese non si seguono più. Come ad esempio l’uso dei guanti durante la distribuzione durante la Comunione. Oppure la presenza di un solo organista o cantore e non del coro. O la sospensione delle cerimonie di Prima Comunione o le Cresime.

Nel corso dei mesi, la disciplina della Cei ha allentato queste misure cercando di favorire – per quanto possibile – un ritorno alla normalità. Quindi queste disposizioni sono state via via tolte mentre il grosso del protocollo è rimasto inalterato. La distanza di un metro e mezzo è stata portata a un metro, così come è stata consentita la vicinanza dei nuclei famigliari nello stesso banco, fino a luglio proibita.

Ma l’aver richiamato il protocollo originale del 6 maggio nel dPCM ha fatto sobbalzare sulla sedia più di uno. «E’ vero che si ritornerà a distribuire la Comunione con i guanti?» si sono chiesti molti sacerdoti e fedeli. «Domenica niente Cresime, sono sospese», ha temuto qualcun altro. E così anche per la altre misure, comprese le Prime Comunioni. A questo punto si renderebbe necessario un aggiornamento del protocollo. Che fare? 


E’ qui che interviene il Ministero, che con il prefetto Michele di Bari (in foto) alla Bussola ha annunciato che la questione delle deroghe sarà risolta dal comitato di esperti e espertoni del governo che già ha dettato la linea alla Chiesa. 

«Nel corso dei mesi sono stati richiesti molti pareri relativi ai protocolli stipulati con tutte le confessioni religiose – ha detto di Bari -. Dobbiamo fornire i chiarimenti richiesti alla luce del nuovo dPCM. Per questo al momento c’è un interlocuzione tra questo dipartimento e le confessioni religiose. Così abbiamo chiesto al CTS un apposito parere per fornire i chiarimenti. 

Secondo di Bari poi «l’interpretazione sulle misure  viene fornita dalla CTS che ha competenza su questa materia e quindi dobbiamo attendere una risposta». 

Chiediamo all’alto funzionario se il CTS potrebbe eventualmente decidere anche misure più restrittive: «Non anticipiamo i tempi. Siamo in una situazione di verifica su ciò che è accaduto in questi mesi e su ciò che serve ora».

Stando quindi alle parole del prefetto la partita è ancora in mano al CTS che ha davanti a sé diverse strade. 

Potrebbe ad esempio confermare la situazione attuale di allentamento delle misure oppure insistere sui protocolli del 7 maggio e quindi dovrebbero essere reintrodotti i guanti durante la Comunione e sospesi alcuni sacramenti. Oppure potrebbe, alla luce dell’aumento dei casi che ha giustificato il nuovo dPCM, anche valutare di tornare alla situazione di marzo e aprile e tornare a sospendere le Messe con concorso di popolo.

Con la prudenza prefettizia che lo contraddistingue Di Bari non lo ha escluso quando ci ha detto di «non anticipare».

La Cei nella serata di ieri, ha mandato un chiarimento che sembra andare nella direzione della continuazione dello stato attuale. Ecco di seguito il testo del comunicato stampa: "Il Dpcm del 13 ottobre 2020 sulle misure di contrasto e contenimento dell’emergenza Covid-19 lascia invariato quanto previsto nel Protocollo del 7 maggio circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo. Esso rimane altresì integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, già trasmesse nel corso dell’estate.

Tra queste, a titolo esemplificativo: guanti non obbligatori per il ministro della Comunione che però deve igienizzarsi accuratamente le mani; celebrazione delle Cresime assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando), la stessa attenzione vale per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati; reintroduzione dei cori e cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti (tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali ed in particolare il distanziamento di almeno 2 metri); durante la celebrazione del matrimonio gli sposi possono non indossare la mascherina; durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune.

Nelle settimane in cui le Diocesi riprendono le attività pastorali, la Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana assicura un’interlocuzione costante con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Comitato tecnico-scientifico, per monitorare il quadro epidemiologico e l’evoluzione della pandemia”.

Sarà, e sarà anche che l'interlocuzione sia costante, ma dopo la pubblicazione del comunicato, la Bussola è tornata da Di Bari per chiedere se il comunicato della Cei era sufficiente. La risposta del funzionario non lascia presagire che la partita sia già conclusa: «Aspettiamo il parere del Cts». 

In fondo è già stato fatto con facilità la prima volta e non sarebbe da escludere vista la psicosi degli ultimi giorni. In questo senso il titolo del Messaggero si rivelerebbe profetico. In ogni caso, in attesa delle decisioni dei tecnici, elevati praticamente, da quello che abbiamo capito, a membri di un organismo supremo decisionale, la Cei non toccherebbe palla e dovrebbe accontentarsi di andare di nuovo traino di uno Stato sempre più ingerente. Ma i fedeli saranno disposti stavolta a subire un nuovo lockdown ecclesiastico?

Andrea Zambrano

https://lanuovabq.it/it/messe-a-rischio-chiese-ancora-in-balia-dei-tecnici

VIRUS

L'alternativa al lockdown c'è, ma si preferisce la paura

Siamo incamminati inesorabilmente sulla strada di un lockdown sempre più rigido. Eppure sia dall'Oms sia da migliaia di scienziati arriva l'appello a evitare quei blocchi che già in questi mesi hanno provocato enormi danni, economici e sanitari.

Ci stiamo avviando tranquillamente verso un nuovo lockdown duro. Non lasciamoci ingannare dai giochi di parole: quando il governo dice “prendiamo queste misure restrittive oggi per evitare un eventuale lockdown”, in realtà annuncia l’inizio di un processo inesorabile di chiusura delle attività, sociali e personali. Il lockdown infatti non è semplicemente una misura che scatta al verificarsi di certe condizioni, ma è un criterio con cui si affronta il diffondersi di una epidemia.

Si parte già con delle restrizioni generali, e man mano che i contagi salgono si aggiungono nuove restrizioni; fino alla chiusura totale, come abbiamo sperimentato nei mesi da marzo a maggio scorsi. In questo modo, visto che l’inverno è tempo propizio per il diffondersi dei virus e quindi ci si può attendere ragionevolmente un aumento notevole dei casi di Covid, a meno di eventi al momento imprevedibili, la strada è segnata. Peraltro, è come se le gravi conseguenze del lockdown precedente non avessero insegnato nulla; come se dal punto di vista sanitario non ci fosse stata alcuna novità da marzo a oggi; come se in questi mesi non fosse stato possibile prepararsi in altro modo a una eventuale recrudescenza del Covid.

Eppure, negli ultimi giorni, l’ipotesi di un lockdown all’italiana (o alla cinese, in altri paesi è stato decisamente più leggero) appare molto meno remota. Nei giorni scorsi è stato reso pubblico il documento di «Prevenzione e risposta al Covid-19», a cura del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, che prevede quattro scenari di diffusione del Covid, dal più ottimistico (situazione invariata rispetto ad oggi) al più pessimistico (situazione praticamente fuori controllo) con relativo crescendo di azioni e misure restrittive.

Ieri poi le agenzie riportavano le dichiarazioni di due tra gli esperti che vantano la massima visibilità nei media dall’inizio della crisi. Il virologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti ha dichiarato che «un lockdown a Natale è nell’ordine delle cose», perché – citando il Regno Unito che avrebbe deciso di fare il lockdown durante le vacanze scolastiche – con un lockdown a Natale «si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing». E Massimo Galli, responsabile Malattie infettive dell’Ospedale Sacco, ha detto che «rimangono 15 giorni per mettere in campo misure utili per invertire la tendenza di forte aumento dei contagi», tra cui smart working diffuso e didattica a distanza almeno per le scuole superiori. Ovvio che cosa potrà accadere se tra 15 giorni la tendenza non si fermasse.

A questo punto è opportuno richiamare i dati ufficiali della diffusione del Covid-19, trasmessi dal Ministero della Salute e aggiornati a ieri, per avere un quadro oggettivo della situazione: a ieri risultavano positive in Italia 92.445 persone, vale a dire lo 0,15% della popolazione italiana; i ricoverati con sintomi 5.470, ovvero il 5,9% dei positivi; le persone in terapia intensiva 539, ovvero lo 0,58% dei positivi.

In Lombardia, la regione più colpita da febbraio a oggi, le persone attualmente positive sono 15.218, 0,15% della popolazione residente. In totale, da febbraio ad oggi in Lombardia sono stati registrati 116.644 casi, ovvero l’1,17% della popolazione lombarda è stata colpita dal Covid (e sappiamo che gran parte di questi casi sono asintomatici o paucisintomatici). E in tutta Italia i casi totali sono stati 372.799, ovvero lo 0,62% della popolazione.

Vale a dire che il lockdown, la chiusura in larga scala delle attività e della vita sociale, blocca l’intera popolazione pur colpendo il virus una porzione minima di persone (sul totale). E sappiamo anche che a dover temere il coronavirus sono soprattutto le persone più vulnerabili: le persone anziane e quelle con importanti patologie pregresse.

Questo spiega perché anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) arriva l’invito a evitare i lockdown. Lo ha detto molto chiaramente il dottor David Nabarro, uno dei sei inviati del direttore generale dell’Oms per il Covid-19, secondo cui i lockdown hanno «una conseguenza che non si deve mai sminuire», ovvero «stanno provocando la crescita dei poveri e li stanno facendo molto ma molto più poveri».

Ancora più preciso è il documento promosso da eminenti epidemiologi e specialisti di malattie infettive di tutto il mondo e attualmente firmato da 25mila medici e poco meno di diecimila scienziati. Si tratta della Dichiarazione di Great Barrington, dal nome della località negli Stati Uniti dove è stata firmata il 4 ottobre da parte di tre scienziati: Martin Kulldorff, professore di medicina all’Università di Harvard, specializzato in malattie infettive e valutazione della sicurezza dei vaccini; Sunetra Gupta, dell’Università di Oxford, epidemiologo con esperienza in immunologia e sviluppo dei vaccini; Jay Bhattacharya, epidemiologo, esperto di politiche sanitarie, professore alla Stanford University Medical School.

La Dichiarazione sostiene che le politiche di lockdown dovrebbero essere abbandonate e sostituite da misure di “Protezione focalizzata” (Focused Protection), mirate a proteggere la parte di popolazione più vulnerabile. «Le attuali politiche di blocco – si legge - stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo periodo. I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – con la conseguenza che questo porterà negli anni a venire a un aumento della mortalità, con la classe operaia e i membri più giovani della società che ne soffriranno il peso maggiore».

«Uno dei principi fondamentali della sanità pubblica - ha detto Kulldorff in una intervista concessa a Spiked – è che non ci si deve concentrare su una malattia, ma si deve guardare alla salute nel suo insieme, includendo ogni genere di malattia, e nel lungo periodo». Esattamente il contrario di quanto si sta facendo con il Covid-19. Peraltro i lockdown, come dimostra il caso dell’Italia, non impediscono la diffusione del virus tra giovani e anziani, e non impediscono la morte di molti anziani.

Cosa significa allora la proposta alternativa di una “Protezione focalizzata”? «Significa – risponde Kulldorff – concentrare gli sforzi sui soggetti ad alto rischio e lasciare i giovani vivere normalmente». Aperte scuole e università, aperti i bar e ristoranti, sport e attività culturali riportate alla normalità; solo sia garantito il rispetto delle norme igieniche e la permanenza in casa se malati.

Una cintura di protezione va invece stesa intorno ai più anziani e alle persone a rischio. Dice ancora la Dichiarazione di Great Barrington: «A titolo di esempio, le case di cura dovrebbero utilizzare personale con immunità acquisita ed eseguire frequenti test (...) su il resto del personale e su tutti i visitatori. La rotazione del personale dovrebbe essere ridotta al minimo. I pensionati che vivono in casa dovrebbero farsi consegnare a domicilio generi alimentari e altri beni di prima necessità. Quando possibile, dovrebbero incontrare i familiari all’esterno piuttosto che all’interno. Un elenco completo e dettagliato di misure, compresi gli approcci alle famiglie multigenerazionali, può essere implementato ed è alla portata e delle capacità di tutti i professionisti della sanità pubblica».

È un approccio perfettamente ragionevole, seria alternativa a questo clima di terrore generalizzato che provoca solo danni. Ma è anche la dimostrazione che la gestione dell’emergenza Covid è anzitutto un problema di politica, una politica che sta usando una crisi sanitaria per altri scopi.

Riccardo Cascioli

https://lanuovabq.it/it/messe-a-rischio-chiese-ancora-in-balia-dei-tecnici