ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 marzo 2017

L'ira di Dio viene, e "queste sono le cose" per le quali essa viene

L'IRA DI DIO E' VICINA

    «Che nessuno v’inganni! Poiché per queste cose piomba l’ira di Dio». Chi illude i cattolici con una falsa dottrina porta su di sé una responsabilità immensa: quella di tutte le anime che si perdono per causa sua 
di Francesco Lamendola  





Qualcuno sta ingannando il popolo dei fedeli? Qualcuno sta illudendo i cattolici con una dottrina falsa ed eretica, secondo la quale la salvezza è assicurata a tutte le anime, indipendentemente dai meriti e anche senza il pentimento dei peccati? Se è così, la cosa è gravissima, perché la Chiesa, per la prima volta nella sua storia due volte millenaria, starebbe guidando le pecorelle non verso i pascoli del Signore, ma verso il baratro spalancato sulle fiamme dell’inferno.
Ammoniva san Paolo circa il peccato e le sue conseguenze, nella Lettera agli Efesini (5, 1-17):

Siate dunque imitatori di Dio come si conviene a figli diletti; e camminate nella carità, a esempio di Cristo che ci ha amati, e per noi ha dato se stesso, quale oblazione e sacrificio di soave odore a Dio. Fornicazione e qualsiasi altra impurità o avidità, neppure si nominino tra voi, come si addice a santi; né oscenità e discorsi vani, o facezie ambigue, tutte cose indecenti, ma piuttosto ringraziamenti a Dio. 
Poiché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impudico, o avido, che val quanto idolatra [perché la cupidigia è una forma di idolatria delle cose, come il paganesimo: nota nostra], sarà erede del regno di Cristo e di Dio.
nessuno vi inganni con vani ragionamenti, poiché per queste cose piomba l'ira di Dio sui figli della disobbedienza; non vogliate dunque avere a che fare con costoro.

Annunciazione di preghiera




ANNUNCIO DI DON MINUTELLA DEL RADUNO DI PREGHIERA CHE SI TERRA' SABATO 22 APRILE DALLE 13.30 ALLE 17.30 PRESSO IL PALAZZETTO DELLO SPORT IN SAN BONIFACIO (VERONA).

L’aria che tira in Vaticano



I nemici del Papa 

Piccolo atlante delle persone che dentro la Chiesa si oppongono alle riforme e allo stile di Papa Francesco, e con quali argomenti

 ( VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
Nel giro di un mese, due cose – quasi certamente slegate fra loro, ma rilevanti dal punto di vista simbolico – hanno fatto riparlare dell’aria che tira in Vaticano intorno a papa Francesco, eletto papa ormai da più di quattro anni. Il primo marzo Marie Collins, l’unica donna che faceva parte della Pontificia Commissione per la protezione dell’infanzia – un organo consultivo istituito dal Papa nel 2014 per affrontare il problema degli abusi sessuali nella chiesa – si è dimessa citando la «resistenza di alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della Commissione», e parlando più in generale di «ostacoli costanti» al suo lavoro. Qualche settimana prima, la mattina del 4 febbraio, nel centro di Roma erano comparsi alcuni manifesti abusivi che accusavano il Papa di avere trascurato o danneggiato alcune istituzioni della Chiesa, come cardinali e sacerdoti, le Congregazioni del Vaticano – cioè i “ministeri” della Chiesa – e persino i Cavalieri di Malta, un antichissimo ordine cristiano fondato mille anni fa.

Un buon motivo per lasciarlo solo


ROMA-FATIMA-ROMA COL PAPA: 1738€ DI BIGLIETTO AEREO. UNA LETTERA DI PROTESTA DEI GIORNALISTI.

E’ antica la polemica su quanto costa – per i giornalisti – viaggiare sull’aereo del Papa. Che poi del Papa non è, ma è preso in affitto dalle compagnie di bandiera. L’Alitalia all’andata, e un’altra compagnia al ritorno. In generale il costo del biglietto era almeno pari a quello di una prima classe, anche se la settantina di giornalisti, fotografi e operatori erano stivati in economica.
In certi tipi di viaggi – si toccavano diverse città e Paesi, magari mal collegati, in Africa, Asia e America Latina – se si volevano coprire tutti gli avvenimenti era giocoforza cercare di ottenere un posto sul Papal Flight, soffocando il mugugno e le proteste delle amministrazioni dei giornali. Da sempre è esistito il sospetto che i prezzi gonfiati del biglietto dei giornalisti serva in realtà a pagare il viaggio del Papa e della trentina e più di persone del seguito. Addirittura qualcuno ha sostenuto che il Vaticano ci guadagni.

Dio li inflisse, quando li toglierà?

Bergoglio a casa Scola: lo strano faccia a faccia tra due pontefici

L'argentino batté a sorpresa il super favorito prelato di Milano. E poi non si sono più visti


Da un lato c'è Papa Francesco, l'arcivescovo di Buenos Aires entrato cardinale nel conclave del 2013 ed eletto Papa.
Dall'altro c'è Angelo Scola, l'arcivescovo di Milano, entrato Papa nello stesso conclave ma uscito cardinale. Qualcuno li ha chiamati con un pizzico di malignità «il Papa e l'antipapa» ricordando i fatti del marzo 2013 quando persino l'allora segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana, subito dopo la fumata bianca e l'«Habemus Papam», si era rallegrata per l'elezione del nuovo Pontefice, Angelo Scola. Una gaffe. In tanti erano convinti, infatti, che Scola sarebbe uscito dalla Sistina vestito di bianco, presentato dalla stampa di mezzo mondo come il naturale successore di Ratzinger, di cui era discepolo e fedelissimo, voluto proprio da Benedetto XVI, nel 2011, alla guida della diocesi ambrosiana.

Nessuno sa spiegare?




La scala del Cielo


Nella città di Santa Fe, nel New Mexico, da quasi un secolo e mezzo si ammira un prodigio di falegnameria che attira ogni anno un quarto di milione di visitatori. La cappella di Loreto fu eretta nella seconda metà del XIX secolo per un gruppo di religiose francesi giunte sul luogo per aprirvi un collegio femminile. Una volta terminata la costruzione, ci si accorse però con disappunto che l’architetto (lo stesso che aveva progettato la cattedrale) aveva omesso un passaggio per accedere alla cantoria. Dopo una vana ricerca di soluzioni, la comunità decise di affidarsi a san Giuseppe con una novena. L’ultimo giorno, ecco presentarsi un uomo anziano, accompagnato da un asinello, che propone di costruire una scala in legno. I suoi soli attrezzi, una sega, un martello e una squadra. In capo a sei mesi, una magnifica scala a chiocciola era pronta e lo sconosciuto sparì senza chiedere un soldo e senza lasciare traccia di sé.

L'azione malefica di un essere personale

DIAVOLO: CREDENZA OBSOLETA ?

    Credenze divenute obsolete. Si crede a ciò che si è disposti a vedere: e noi moderni non siamo disposti a vedere il diavolo. La cultura moderna è giunta alla conclusione che il diavolo non esiste e non è mai esistito 
di Francesco Lamendola  




Non solo ogni individuo, ma ogni società, sono disposti a vedere e a considerare solamente ciò che ritengono compatibile con le loro idee e credenze: una tribù africana è disposta a credere al mondo degli spiriti, la nostra cultura non lo è; e noi, frettolosamente e presuntuosamente, ne traiamo la conclusione che una civiltà “inferiore” vede cose che una civiltà “superiore” esclude che esistano, e dunque a fare testo su ciò che è reale è sempre quello che crede la seconda, non la prima. Siamo poco coerenti e poco conseguenti, tuttavia, nel nostro modo di ragionare: perché non ci vuol molto a sviluppare ulteriormente queste premesse e trarne la conclusione, altrettanto legittima, ma di portata ancor più generale, che tutte le civiltà hanno delle credenze destinate a tramontare nel corso dei secoli, e che tutte quelle che vengono dopo, e sono, o si ritengono, più evolute, getteranno nel cestino della carta straccia le credenze di quelle che le hanno precedute. Un destino che toccherà, col passare del tempo, anche alle credenze della nostra cultura.
Una delle credenze divenute obsolete nella nostra cultura, figlia della civiltà moderna, è quella nell’esistenza e nell’azione malefica di un essere personale, di natura spirituale, che si adopera per la nostra rovina morale e materiale e per precluderci la salvezza nella vita eterna, allontanandoci da Dio e spingendoci a infrangere le sue leggi: il diavolo.

venerdì 24 marzo 2017

Agenti dell’inferno.

Persino il Paradiso ha i muri
La ricetta di chi non vuole barriere mette a rischio l'Europa
Foto LaPresse/Xinhua

No ai muri. Qualsiasi cosa accada: no ai muri. Una strage? No ai muri. Uno stupro di massa? No ai muri. Un’ondata di rapine? No ai muri. Un’invasione? No ai muri. Ci sono persone che affermano di possedere un rimedio universale e questo rimedio è: No ai muri. Un campione degli antimuri è il vescovo Galantino: no ai muri sempre e comunque. C’era una volta il Decalogo, adesso c’è un solo comandamento: “Non alzerai un muro”.

Controriforma contro il nuovo paganesimo

“Miracolo della Russia” Genera il panico nelle élite americane ed europee

Una relazione del ( Ministero delle Finanze )  avverte il Consiglio di Sicurezza ( SC ) di aspettarsi “ una rapida punizione ” dall’Occidente dopo l’ultimo “ Miracolo della Russia ”  pagherà l’intero e ultimo debito dovuto dalla ex Unione Sovietica entro 45 giorni -questo ha gettato l’intera struttura d’elite di  europei, americani e occidentali nel “ panico totale ” ora che i loro cittadini scoprono cosa è stata capace di raggiungere la Federazione con politiche monetarie nazionaliste .
Secondo questo rapporto, il “ Miracolo della Russia ” è un termine usato per descrivere le politiche monetarie nazionaliste di ispirazione cristiana promulgate nella Federazione dopo il giogo crudele gettato sul popolo russo dal “ demoniaco anti-Cristo e la globalizzazione  ” a seguito del crollo catastrofico dell’economia nel 2008-2009 -e che molti in Occidente predissero che avrebbe portato alla completa distruzione dell’economia russa .
Come le “ leggi occidentali si scontrano con la natura morale dell’uomo ”,  ilPresidente Putin ha stigmatizzato l’eresia della nuova religione globalista  che ha colpito  l’Occidente e  ha dichiarato criticando il relativismo occidentale che “le politiche perseguite chemettono sullo stesso piano le famiglia numerose  e l’associazione tra omossessuali, la fede in Dio e le credenze di Satana … questo è  percorso di degrado “ e fa intendere che “Mosca oggi è la città divina e il posto di comando della controriforma contro il nuovo paganesimo”  – Mentre a quasi allo stesso tempo, il presidente Barack Obama ha dichiarato  sull’America:“Non siamo più una nazione cristiana ”.

Tanti Giuda e i loro fratelli

Sala stampa della Santa Sede
Oggi pomeriggio, alle ore 18.00, presso la Sala Regia del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco riceve in udienza 27 Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, accompagnati dalle loro Delegazioni, in occasione del 60.mo anniversario della firma dei Trattati di Roma.http://ilsismografo.blogspot.com/2017/03/vaticano-udienza-di-papa-francesco-ai_24.html

Da Bergoglio lo slancio europeista che l'Unione sta cercando


Quando parlò a Strasburgo, nel 2014, nello storico discorso al Parlamento Europeo, Francesco parlò dell'Europa un po' come ad un nonna, visto che i vecchi ideali che hanno ispirato i padri fondatori, sembravano aver perso la forza iniziale. Oggi, in Vaticano, nella solenne Sala Regia, il Papa venuto da lontano ma con radici europee nel sangue, dice che l'Unione, quella che prese forma a Roma nel 1957, «non ha davanti a sé un'inevitabile vecchiaia, ma la possibilità di una nuova giovinezza». Le parole sono forti e Bergoglio conosce bene i tasti della politica, nulla del lungo discorso sull'Europa – il terzo di questa portata, dopo Strasburgo e Roma nel maggio di un anno fa, per il premio Carlo Magno – è una concessione alla retorica vuota che in campo europeo è spesso il filo conduttore.
E torna come ha già fatto più volte nell'ultimo anno sulle derive populiste. Parla lento, scandisce bene le parole quando ripropone di nuovo l'allarme contro il populismo dilagante, malattia infettiva delle democrazie. Solidarietà europea contro l'egoismo nazionale, apertura all'immigrazione, abbattimento di quei muri che stanno risorgendo, coraggio della classe politica: ai leader europei chiede di «non avere paura di assumere decisioni efficaci, in grado di rispondere ai problemi reali delle persone e di resistere alla prova del tempo».
Le necessità economiche (“i parametri”) non devono piegare ogni decisione, anche il lavoro è la priorità: «Non c'è pace laddove manca lavoro o la prospettiva di un salario dignitoso. Non c'è pace nelle periferie delle nostre città, nelle quali dilagano droga e violenza». Il tema dei migranti entra di forza nel lungo e articolato discorso del Papa. L'Europa, dice, «ritrova speranza quando non si chiude nella paura di false sicurezze». Del resto la sua storia «è fortemente determinata dall'incontro con altri popoli e culture e la sua identità è, ed è sempre stata, un'identità dinamica e multiculturale».
Insomma, «non ci si può limitare a gestire la grave crisi migratoria di questi anni come fosse solo un problema numerico, economico o di sicurezza. La questione migratoria pone una domanda più profonda, che è anzitutto culturale», e la paura spesso avvertita trova «nella perdita d'ideali la sua causa più radicale». Quindi in assenza di una vera prospettiva ideale si finisce per essere dominati dal timore che l'altro ci strappi dalle abitudini consolidate, ci privi dei confort acquisiti, metta in qualche modo in discussione uno stile di vita fatto troppo spesso solo di benessere materiale. Questo tema è una costante nella pastorale del Papa, che la riproporrà anche nella visita a Milano, dove incontrerà dei migranti in un quartiere periferico del capoluogo. Al termine del discorso una foto con i leader europei nella adiacente Cappella Sistina, dove ha conversato un po' con la Cancelliera Angela Merkel e con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, mentre con il presidente francese Francois Hollande il saluto ha visto anche un abbraccio, unico tra tutti i capi di Stato e di governo, in ricordo della vicinanza nata con la strage di Nizza.   di  http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-03-24/da-bergoglio-slancio-europeista-che-unione-sta-cercando-193128.shtml?uuid=AEYay7s&refresh_ce=1

“La Chiesa è convinta che ci sia bisogno di più Europa”, dice Angelo Bagnasco. Ma di che “chiesa” parla? 


Perdendo l’ennesima occasione per tacere, il presidente della CEI fa un bel discorso europeista nel quale scrupolosamente non nomina mai Gesù Cristo. Nomina con molta discrezione il Vangelo, ricordando che la “chiesa cattolica” è sempre disponibile a dare il suo contributo all’Europa con “grande rispetto e cordialità”. Qui non si tratta più di chiedersi “Dove va la Chiesa cattolica?”, ma piuttosto: “Dov’è la Chiesa cattolica?”.
di Paolo Deotto

55 anni di successi

I PROFETI DI SVENTURA AVEVANO RAGIONE



Son trascorsi oltre 50 anni dall’indizione e dalla conclusione del “Latrocinium Vaticanum II”, durante i quali doveva verificarsi l’attesa “nuova Pentecoste” e un folata di “aria fresca” nella Chiesa e nel mondo; una palingenesi, cioè, delle menti, dei cuori, della politica, della cultura, dell’economìa, a fulgido coronamento delle magnifiche sorti e progressive della società umana.  
<>Almeno questa era la finalità del Concilio che Giovanni XXIII intravedeva, con un senso antistorico dell’ottimismo talmente astratto, vuoto, candido, tracimante e tanto generoso quanto incauto, da indurlo a polemizzare, con documento ufficiale, con quanti andavano predicendo tempi oscuri, danni, lesioni, devianze dogmatiche e scollamento della comunità cattolica quali nefaste conseguenze del Concilio.

Non illudetevi

IL TEMPO DEL GIUDIZIO

    Allegorizzare la Bibbia? «Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio». Chi non crede nel Giudizio non crede nemmeno che esso prima o poi arriverà tanto meno crede che possa essere imminente 
di Francesco Lamendola




  
Chi non crede nel Giudizio, non crede nemmeno che esso, prima o poi, arriverà; tanto meno crede che possa essere imminente, nonostante i numerosi passi del Nuovo Testamento che suggeriscono esattamente il contrario. Ma in fondo, è da duemila anni che i cristiani attendono questo famoso giorno del Giudizio, e ancora non è arrivato: evidentemente – dicono i cattolici modernisti, specialisti del “vangelo secondo me” – non bisogna prendere la cosa troppo alla lettera; deve trattarsi piuttosto di un’allegoria, di una specie di simbolo. Infatti: a forza di allegorizzare la Bibbia, a forza di leggere ogni cosa che vi è scritta in chiave puramente allegorica e figurata, costoro hanno smontato la Scrittura pezzo a pezzo, come un orologiaio smonta un orologio, una vite dopo l’altra, una molla dopo l’altra. Peccato che, alla fine, non siano più capaci di ricomporla: ciò che si trovano fra le mani è uno scritto inerte, uno strumento inservibile, o meglio (ciò che in effetti desiderano) utile per tutti i gusti e indossabile in qualsiasi stagione, estate o inverno, tanto va sempre ugualmente bene.

Cattomassi

Uno strano dialogo: «Noi cattolici noi massoni»          

Uno strano dialogo: «Noi cattolici noi massoni» (Atanòr, Roma 1980)
Da diversi decenni fino al presente, in Italia e all’estero, vari dignitari della Massoneria tentano di intrattenere con la Chiesa dialoghi miranti sia a una qualche forma di cooperazione filantropica e culturale, e sia ad una dichiarazione di compatibilità o di doppia appartenenza cattolico-massonica. Ovviamente i massoni cercano per lo più di agganciare ecclesiastici colti e “aggiornati” come quelli che ora vengo a presentare.
Nel 1980 l’editrice massonica Atanòr di Roma pubblica il libro «Noi cattolici noi massoni», a cura di P. Giovanni Caprile S.J. (1917-1993), Don Rosario Francesco Esposito S.S.P. (1921-2007), P. Michel Riquet S.J. (1898-1993),  tre sacerdoti protagonisti, dopo il Concilio Vaticano II, di dialoghi catto-massonici ambigui e fuorvianti. Tutti e tre hanno sostenuto la perfetta compatibilità tra la Chiesa Cattolica e la Massoneria sedicente regolare e tradizionale. Purtroppo quei tre studiosi non hanno condotto un’analisi critica di riti, rituali e scritti massonici di natura iniziatica, limitandosi invece ad accogliere acriticamente dichiarazioni e rassicurazioni di parte massonica.

L’eterno sconfitto

                     

È da tempo che desideravo scrivervi, illustri assassini della nostra santa Liturgia. Non già perché io speri che le mie parole possano avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti negli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce. Non illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore.

Il vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro livore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina d’anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poiché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l’autorità del Triregno. Dopo quel famoso convegno di “liturgia pastorale”, sul quale erano cadute come una spada le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica Assisi schiumando rabbia e veleno.

Ora ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro “capolavoro”: la nuova liturgia.

Pesce d’aprile?

Nuovo testo apocrifo su Fatima. Ma intanto quelli autentici sono sconvolgenti e sono ignorati 

apocalisseE’ appena uscito, in Spagna, un libro dello scrittore cattolico José Maria Zavala che sta già facendo rumore anche da noi. E’ intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima, perché indaga sulla possibilità che il famoso “Terzo segreto di Fatima” non sia stato tutto rivelato nel 2000, quando il Vaticano lo pubblicò.
Per la verità l’autore propone addirittura lo scoop (presunto) del testo autografo di suor Lucia che sarebbe stato nascosto da anni.
Premetto subito, però, che a me, per molti motivi, non sembra un testo autentico della veggente di Fatima.Per questo, pur avendo ricevuto il Pdf del libro dall’autore, diversi giorni fa, non ne avevo scritto. Sennonché ieri il caso mediatico è scoppiato ed allora è necessario chiarire alcune cose.
Il testo pubblicato da Zavala – se fosse autentico – andrebbe insieme alla famosa visione del “vescovo vestito di bianco” pubblicata dal Vaticano nel 2000, quella che si conclude col martirio del vecchio “Santo Padre”, di ecclesiastici e fedeli, sotto una grande croce.
Ma già qui i conti non tornano perché il testo di quella visione fu scritto da suor Lucia il 3 gennaio del 1944 e il 9 gennaio fu informato il suo vescovo. Mentre il testo di Zavala porta la data 1 aprile 1944 (pesce d’aprile?) e commenta un’altra presunta visione che in realtà non è mai stata descritta in precedenza dalla veggente (oltretutto si tratterebbe di un commento della stessa suor Lucia, non della Madonna). Per cui presupporrebbe comunque un pezzo (il vero “quarto segreto”) mancante.

giovedì 23 marzo 2017

E sente puzza di trappola

“L’effetto Fra Cristoforo (articolo di OnePeterFive) e riflessioni sullo scopo del nostro blog” di Finan Di Lindisfarne



Un articolo di Steve Skojec su OnePeterFive è intitolato “Anonimato, disinformazione e fiducia: L’effetto Fra Cristoforo”.
Questo è il link: http://www.onepeterfive.com/anonymity-disinformation-trust-fra-cristoforo-effect/
L’articolo è in inglese ma potete tradurlo su Google Traduttore per comprenderne il contenuto.
Farò una sintesi con una mia personale riflessione.
Sarò sincero.
Questo giornalista è un serio cattolico e ha una posizione -dal suo punto di vista- onesta e ineccepibile.
Si domanda infatti come Anonimi della Croce abbia potuto raggiungere la notorietà e fare 700 mila visualizzazioni in due mesi (ce lo domandiamo anche noi…).
E sente puzza di trappola. Come se gli spifferi che riporta Fra Cristoforo fossero soggetti al “troppo bello per essere vero”.

L’ultima prova della Chiesa?

L’apostasia nella Chiesa secondo sant’Agostino: l’anticristo siederà nel tempio di Dio

L’apostasia nella Chiesa è stata predetta da san Paolo nella II lettera ai Tessalonicesi. I padri della Chiesa ne hanno spesso parlato, per cercare di capire.

Tra questi sant’Agostino, nel libro XX del De civitate dei.
Di seguito alcuni passi:
Noto che si devono tralasciare molti brani del Vangelo e degli Apostoli sull’ultimo giudizio di Dio, affinché questo libro non si estenda in un’eccessiva lunghezza, ma non si deve tralasciare affatto l’apostolo Paolo. Egli, scrivendo ai fedeli di Tessalonica, dice: Vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e della nostra comunione con lui
di non lasciarvi così facilmente confondere nel pensiero e turbare né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente, affinché nessuno v’inganni in qualche modo. Prima infatti dovrà venire l’apostata e dovrà essere rivelato l’uomo iniquo, il figlio della rovina, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto fino a sedere nel tempio di Dio, ostentandosi come Dio. Non ricordate che, mentre ero ancora tra voi, venivano dette queste cose?

Il grano viene vagliato, e il pavimento spazzato.

EVVIVA LA … POVERTA’ DEI RICCHI!…

Crescita-consumo-e-ricchezzaGli errori di un impiegato di qualsiasi Istituzione, ecclesiastica o civile, sono da attribuire all’impiegato stesso, a meno che non ci sia stata una previa ed esplicita approvazione da parte dell’Istituzione.
Ciò vale anche per i Commissari. Finché le loro idee e parole non ricevano conferma esplicita dalla Santa Sede (non basta sia solo supposta o dichiarata verbalmente), rientrano nella loro personale responsabilità e libertà di azione.
         I Commissari possono fare delle scelte di governo sbagliate? Certo.
         Possono non capire il Carisma di un Istituto? Certo.
         Possono essere incapaci del compito affidatogli? Certo.
         Nel caso dei FFI, i Commissari, dopo 4 anni, hanno dato ai frati motivo per fidarsi di loro?
         Non sembra proprio.
         Hanno dimostrato di conoscere e di conoscere a fondo il Carisma specifico dell’Istituto?
         Non sembra, anzi pare certo il contrario.

Comunicare che cosa ? Il Nulla


PICCOLI SEGNI DI UNA CATASTROFE GRANDE


Mi viene tra mano una copia del Piccolo Missionario, mensile dei missionari comboniani destinato ai giovani. Precisamente, una copia del gennaio 2017, che celebra vistosamente il Novantesimo Anno della rivista (1927 – 2017).
Ricordo, con commozione e gratitudine, che io leggevo il Piccolo Missionario tra il 1950 e il 1960 (scuole elementari e medie), abbonamento donatomi da una anziana zia premurosa della mia formazione.  E infatti anche grazie a quella lettura imparai ad amare e ammirare i missionari cattolici e a considerare un dovere prioritario della Chiesa quello di evangelizzare i popoli pagani e di convertirli, e ancora penso così pur avendo un po’ di cultura in più.
Perciò tutto contento dell’occasione di tornare all’età bella, ho preso a sfogliare il giornaletto.  Ma che cosa ho trovato ?

Grande Ospedaliere da campo? ^

Cavalieri di Malta. Il mistero di quei 30 milioni di franchi svizzeri

Cavalieri
La saga dei Cavalieri di Malta si è arricchita di un nuovo capitolo, messo in scena dal Gran Cancelliere dell'ordine, il barone tedesco Albrecht Freiherr von Boeselager, in un'intervista sul diffuso quotidiano tedesco "Bild" del 16 marzo.
Nell'intervista, raccolta da Nikolaus  Harbusch, noto giornalista specializzato in reati finanziari, il Gran Cancelliere ha confermato che l'ordine ha incassato all'inizio di questo mese la prima tranche di una donazione di 30 milioni di franchi svizzeri, dopo aver verificato la corretta provenienza della somma e l'affidabilità della persona con la quale ha firmato il 1 marzo l'accordo per l'accettazione, identificata dalla "Bild" come "Ariane S." e fiduciaria del trust CPVG di Ginevra, registrato in Nuova Zelanda, che è il depositario dei denari.
Stando alle indagini della "Bild", tuttavia, il percorso di questo patrimonio continuerebbe ad avere dei punti oscuri. E lo stesso ordine di Malta aveva inizialmente denunciato alla magistratura di Ginevra per appropriazione indebita la fiduciaria del trust CPVG, denuncia poi ritirata poco prima dell'accordo quadro del 1 marzo scorso.
Qui di seguito è riportata integralmente l'intervista di Boeselager alla "Bild". Con subito dopo alcune annotazioni sugli interrogativi che fa sorgere.

e-vangel

QUINTO VANGELO DI DE ANDRE'

    È arrivato il quinto vangelo: secondo De André. Ai 4 Vangeli canonici, ormai un po’ troppo vecchiotti non più adeguati alla mentalità dell’uomo moderno se ne è affiancato finalmente un altro, assai più spigliato ed elastico 
di Francesco Lamendola  




Ai quattro Vangeli canonici, ormai un po’ troppo vecchiotti e non più sufficientemente attuali, non più adeguati alla mentalità dell’uomo moderno – perché, come è noto, è il vangelo che deve adattarsi ai modi di sentire e di pensare degli uomini, e non viceversa, come erroneamente ha creduto, per molto tempo, la Chiesa – se ne è affiancato finalmente un altro, assai più spigliato ed elastico, meno serioso, meno brontolone, più sorridente e più invitante, più in linea con questi nostri tempi giocosi e con questa nostra società intelligente ed ironica, che non può accontentarsi, come hanno fatto le passate generazioni, di credere senza vedere, e tanto meno di credere nell’invisibile. Più che affiancato, il nuovo vangelo si è gradualmente sostituito a quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, come del resto era giusto che avvenisse, dato che noi siamo figli della civiltà del computer e della bioingegneria, non siamo più figli di una società di pescatori e di pastori, e ci troviamo a disagio con quelle parabole che parlano di pesche miracolose e di campi di grano infestati dal loglio. Ma i nostri bambini non hanno mai visto un pesce vivo, figuriamoci una pecora, e i campi di grano li vedono solo dietro i guard-rail dell’autostrada, quando finisce la scuola e si va in vacanza. Possiamo perdonare ai Vangeli di non essere dei film d’animazione, con tanto di effetti speciali, ma non di parlare un linguaggio obsoleto, con metafore e allusioni di una società patriarcale antica di duemila anni. Ed ecco qua pronto il nuovo vangelo, il quinto, quello che fa per noi: il bello è che l’avevamo già sotto il naso da parecchi anni, però non ce n’eravamo accorti.

mercoledì 22 marzo 2017

Sotto l’apparenza di bene, si cela più facilmente l’inganno.

«L’ecumenismo lascia gli uomini negli errori, li conforta in essi, lasciando credere che potranno essere salvati grazie all’ausilio delle loro false religioni».

Risultati immagini per incontri ecumenici

La nuova base dottrinale su cui tali cambiamenti si fondano si può riassumere in una parola: ecumenismo. Il termine ecumenismo designa il movimento, nato in gruppi di non-cattolici nel XIX secolo, che ha per scopo la collaborazione e l’avvicinamento delle diverse confessioni cristiane. Questa corrente giunse nel 1948 alla fondazione del Consiglio ecumenico delle Chiese e gli stessi princìpi hanno condotto in seguito al dialogo interreligioso con le religioni non cristiane. La Chiesa ne prese subito le distanze e Papa Pio XI pubblicò, già nel 1928, l’enciclica Mortalium animos, in cui lo condannava, non soltanto perché inopportuno a causa delle circostanze, ma perché i princìpi a cui faceva appello sono contrari alla fede e alla buona dottrina, poiché inducono la confusione nelle anime ed il relativismo, lasciando credere che ogni religione possa contribuire alla salvezza. Questa enciclica è molto chiara e direi quasi profetica, perché con essa il magistero della Chiesa condanna in anticipo gli errori attuali. Ne riproduciamo i passaggi più significativi: «Dove, sotto l’apparenza di bene, si cela più facilmente l’inganno, è quando si tratta di promuovere l’unità fra tutti i cristiani.

I “guardiani bendati” a difesa delle mura leonine

Il segreto di Fatima mai rivelato, bufala o verità?

madonnafatimatestata-1
Sta facendo molto discutere il testo pubblicato nel libro del giornalista e scrittore spagnolo José María Zavala dal titolo  “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima. In Italia a parlarne per primo è stato il noto vaticanista Marco Tosatti dalla pagina web de La Nuova Bussola Quotidiana, riportando il presunto scoop che lo scrittore spagnolo avrebbe riportato nel suo libro: il testo del terzo segreto di Fatima non rivelato nel 2000 da Giovanni Paolo II. È voce diffusa tra gli specialisti e non che la rivelazione sul terzo segreto di Fatima sia stata parziale, ovvero, sia stata volutamente omessa una parte del testo perché non ritenuta attendibile come le altre. Ovviamente di ciò non c’è alcuna prova documentata, anche se il giornalista e scrittore Antonio Socci tentò nel 2006 di compiere una vera e propria indagine giornalistica su questa pagina misteriosa della Chiesa  pubblicando il libro “Il quarto segreto di Fatima”. Dal web il sociologo Massimo Introvigne e il vaticanista de La Stampa, Andrea Tornielli, hanno manifestato tutto il loro disappunto sulla opportunità di pubblicare quella che definiscono, senza mezzi termini, una vera e propria “bufala….che fa male a Fatima.

Un vangelo con la lettera minuscola

UN CATTOLICESIMO SNATURATO

    Si vuol ridurre la fede a una cosa soltanto umana. E' l’orgoglio umano che vuole abbassare il Mistero di Dio per poterlo maneggiare con disinvoltura: che farsene di una religione evirata del mistero e senza il peccato? 
di Francesco Lamendola  





Vogliono ridurre la fede, e, con essa, anche la Chiesa, ad una realtà puramente umana: questo è l’obiettivo dei preti progressisti e dei vescovi e cardinali modernisti: vogliono abbassare la sfera del divino sempre di più, sino a farla coincidere con l’umano, con la scusa di “umanizzare” il messaggio e di “contestualizzare” il vangelo. Un vangelo con la lettera minuscola, però, perché il vero Vangelo, quello di Gesù Cristo, non è un prodotto di questo mondo: le cose di questo mondo si devono contestualizzare, attualizzare, umanizzare; la Verità divina, no. È quella, e quella resta e resterà, nei secoli dei secoli. Splende immutabile, come il Sole che illumina la terra; non ha bisogno dei nostri ritocchi, dei nostri adattamenti; e non ne abbiamo bisogno neanche noi. Dobbiamo solo imparare ad essere umili, a ricevere la luce nella nostra limitatezza di creature. Ricevere la luce, ripetiamo: non prendere la luce. Noi siamo soliti dire: vado al mare a prendere un po’ di sole. Ma il Sole della Verità divina, non può essere “preso”: siamo noi che lo riceviamo.