ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 31 marzo 2018

L’attesa della Vergine Maria

Sabato Santo, ore 23. 00: Il Redentore, apparendo alla Divina Madre sul Calvario, le preannuncia la sua prossima Risurrezione


Dalle Visioni della Beata Caterina Emmerick

"Alle undici di notte la santa Vergine fu presa dall'irresistibile desiderio di ripercorrere la Via Crucis.
Si alzò dal letto, si avvolse in un mantello grigio e lasciò il cenacolo.
Attraversò gran parte della città, percorrendone le vie deserte e fermandosi nei luoghi dove il Salvatore aveva sof ferto i più gravi oltraggi.

Di’ un po’ a quella Signora..

“Ma perché la Madonna non fa vedere l’inferno al Papa?”



Se si ammette che Dio annichila un’anima, le conclusioni che logicamente si traggono sono devastanti.
di Don Alfredo Maria Morselli
  1. Non solo eresie.
Quest’anno la Via Crucis del venerdì santo ha una stazione in più: Scalfari riporta le parole del Santo Padre sull’inferno per la seconda volta [1]. Mi limito a commentare le parole riportate nell’intervista, evitando di dilungarmi sul comunicato della Sala stampa vaticana, in cui il tutto è negato… senza essere chiaramente smentito.

L’esatto contrario di una eresia

TRADIZIONALISTI "VERI CATTOLICI"



Tradizionalisti o semplicemente "veri cattolici"? i timori di padre Gioacchino Ventura non erano esagerati: il pelagianesimo sta rientrando in grande stile nella Chiesa cattolica è "l’eresia" che compendia tutte le altre eresie 
di Francesco Lamendola  

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I cattolici progressisti e modernisti, vale a dire gli eretici progressisti e modernisti che si nascondono dietro la maschera del cattolicesimo, hanno creato una parola con la quale bollare a fuoco i cattolici veri, i quali, naturalmente, hanno il torto di opporsi ai loro disegni e, in particolare, al loro tentativo di modificare la dottrina, rivoluzionare la liturgia e impadronirsi del vertice della Chiesa: questa parola è tradizionalismo.
Specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, l’evento che fa da discrimine fra la vera Chiesa cattolica e la neochiesa massonica e gnostica, l’espressione “cattolici tradizionalisti” acquista sempre più un significato inequivocabilmente negativo; e, a partire dalla scomunica di monsignor Lefebvre, nel 1988, si carica ancor più di valenze negative, perché indica la prossimità con un movimento di scomunicati; e poco importa che Lefebvre e gli altri quattro vescovi da lui ordinati siano stati scomunicati per ragioni meramente disciplinari e non dottrinali: né avrebbe potuto essere altrimenti, visto che nessuno ha potuto trovare la benché minima parola o azione eretica da parte loro, ma, al contrario, una fedeltà assoluta alla Chiesa e ai suoi insegnamenti di sempre. Quanto ai vertici della Chiesa, alle Conferenze Episcopali, al Collegio dei cardinali e ai sommi pontefici, sia prima che dopo il 1988, hanno giocato d’astuzia, ponendosi, sul modello politico della vecchia Democrazia Cristiana, in una posizione centrista fra “modernisti” e “tradizionalisti”, come se i due opposti “estremismi” fossero equivalenti, mentre il modernismo è una eresia, condannata formalmente come tale da san Pio X nel 1907, mentre il tradizionalismo, nell’accezione comune del termine è, semplicemente, una posizione di fermezza e intransigenza nella dottrina e nella fede cattolica, dunque l’esatto contrario di una eresia.

“Continuità” fra due pontificati.

PEZZO GROSSO, BERGOGLIO E RONCALLI. UN CONSIGLIO AI TANTI CATTOLICI CONFUSI.

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, troll e frombolieri vari, che vedo stanno intensificando la loro attività (ed è un buon segno: significa che il lavoro che stiamo compiendo ha un senso) ho avuto da fare fuori Roma nei giorni scorsi e a parte la moderazione dei commenti come avete visto non sono riuscito a rinfrescare la vetrina del blog.
Nel frattempo mi ha scritto Pezzo Grosso. Ve lo offro subito, e dopo mi permetto di fare qualche riflessione sulle ultime attività del Pontefice regnante.

Ascolta..Omissis

https://gloria.tv/photo/yMaxY8SMS8nD1hCrVFxaizvbS

Sinodo dei giovani. Quelle voci ignorate

    Abbiamo già parlato del documento prodotto dai giovani in vista del sinodo dei vescovi in programma il prossimo ottobre. Un testo che più che fornire stimoli ricalca quasi alla lettera le convinzioni al centro del pontificato di Francesco e propone una visione tutta orizzontale della Chiesa, secondo schemi di sapore sessantottino.
Com’è nato il documento? Il Vaticano ha spiegato che è stato il frutto di un’ampia consultazione condotta in tutto il mondo, ma il tono generale fa supporre che ci sia stata una regia tesa a privilegiare alcuni aspetti a danno di altri e una conferma in tal senso viene dalla testimonianza di un membro del gruppo Facebook di lingua inglese, John Monaco, laureato alla Boston College School of Theology and Ministry, che sul Catholic Herald  (http://catholicherald.co.uk/commentandblogs/2018/03/30/on-liturgy-and-orthodoxy-the-synod-document-forgot-our-voices/) denuncia che in sede di consuntivo finale è stata del tutto ignorata l’attenzione dimostrata da alcuni giovani nei confronti di temi come la forma straordinaria della messa, in base al motu proprio di Benedetto XVI Summorum pontificum del 7 luglio 2007, e gli insegnamenti più impegnativi della Chiesa.

Non dimenticare l’uomo oggi chiuso nel sepolcro

Non approfittate del triste spettacolo offerto dalla Chiesa per dimenticare Cristo

Potete non credere che sia il figlio di Dio ma non potete non credere che si sia fatto uccidere per sollevare la vostra condizione

Cristo deriso da un soldato. Carl Heinrich Bloch (1835-1890)
Molte persone non vanno in chiesa per via di questo Papa straparlante, Giovedì Santo forse pure stralavante (lavanda dei piedi a detenuti maomettani), e nei giorni precedenti certo stracoprente i monsignori che hanno mancato di rispetto, platealmente, ignobilmente, impunemente, al vecchissimo e malatissimo Papa emerito. Molte persone enfatizzano la rottura bergogliana dimenticando un Papa strabaciante (Giovanni Paolo II nel 1999 baciò il Corano, gettando nella costernazione i cristiani orientali perseguitati dai seguaci di quel libro), un Papa profanatore di cadaveri (Stefano VI), un Papa eretizzante (Liberio), un Papa spergiurante (Pietro) e chissà quanti altri Papi disdicevoli, laggiù nei secoli felicemente bui in cui il mistero proteggeva i pontefici da sé stessi e dal mondo.

Tunc exspuerunt in faciem eius

Verona, prete si fa crocifiggere: "Per i migranti e i disoccupati"

Don Diego Castagna, 41 anni, parroco di Arcole, si fa crocifiggere in piazza ad Arcole (Verona): "L’idea partita dalla presenza di migranti nella nostra comunità"


Don Diego Castagna, 41 anni, parroco di Arcole, a Gesù dice di assomigliargli "nell'aspetto, non per essere adorato come lui".
Eppure quella sua somiglianza l'ha fatta fruttare in questi giorni di Settimana Santa. Ieri sera, infatti, nella sua parrocchia si è svolta - come in diverse parti del mondo - la Via Crucis, ricordo della passione del Figlio di Dio. Ebbene: don Diego non si è limitato a ripercorrere il viaggio del Nazareno al Golgota solo idealmente, lo ha fatto nella pratica: trasportando la croce in giro per la città. Infine: arrivato sul "luogo del cranio", si è fatto pure crocifiggere. Fingendo di morire.

La fede cristiana è ricca di paradossi

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Santa novità


Riceve inutilmente la grazia di Dio chi non vive secondo la grazia che gli è stata data; riceve inutilmente la grazia di Dio anche chi crede di aver ricevuto per suo merito quella grazia che invece gli è stata elargita gratuitamente; la riceve inutilmente anche colui che, dopo la confessione dei suoi peccati, si rifiuta di farne la penitenza «nel momento favorevole, nel giorno della salvezza» (cf. 2 Cor 6, 2). Ecco dunque ora il tempo favorevole, ecco il giorno della salvezza, che ci è dato appunto perché conquistiamo questa salvezza (sant’Antonio di Padova, Sermone per la I Domenica di Quaresima, 20).

La fede cristiana è ricca di paradossi (indizio, questo, del fatto che non è frutto di elaborazione umana, ma di una rivelazione divina: non si inventa una dottrina paradossale). Uno dei più alti è proprio quello riguardante il rapporto tra la grazia di Dio e la libertà dell’uomo: come ci ricorda sant’Antonio, uno dei maggiori predicatori cattolici di tutti i tempi, da un lato la grazia – come dice il termine stesso – ci è concessa gratuitamente, dall’altro la salvezza va conquistata con l’impegno personale di penitenza e di lotta contro il peccato. Il delicato equilibrio tra queste due forze, che caratterizza il mistero del loro rapporto, è stato più volte infranto per uno sbilanciamento in un senso o nell’altro, cosa che ha dato origine a diverse eresie. Le più famose sono quella pelagiana, quella luterana e quella giansenista, che hanno causato alla Chiesa danni molto gravi e duraturi.

venerdì 30 marzo 2018

Primus inter pares

IL DIAVOLO E GIUDA


"Il diavolo aveva messo in cuore a Giuda di tradirlo" l'incredulità è una forma di eresia signor Bergoglio il diavolo esiste lo dicono i Vangeli, lo dice Gesù in persona, lo dicono molti passi dell’Antico e del Nuovo Testamento 
di Francesco Lamendola  

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Siamo in tempo di Pasqua; andiamo allora a rileggerci quel passo Vangelo di Giovanni in cui viene preannunciato il tradimento di Giuda (13, 1-5):
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. 
Con buona pace del gesuita Sosa Abascal, il diavolo esistelo dicono i Vangeli, lo dice Gesù in persona, lo dicono molti passi dell’Antico e del Nuovo Testamento, lo dice la Tradizione e così pure il Magistero millenario della Chiesa. Crederlo è conforme alla dottrina cattolica; negarlo è difforme da essa. Si chiama incredulità, ed è una forma di eresia. È anche una espressione di superbia intellettuale, perché nasce dalla pretesa di aver capito di più e meglio di quel che hanno sempre compreso e accettato generazioni e generazioni di cristiani, comprese le più grandi menti filosofiche degli ultimi venti secoli. È un credersi più intelligenti, più furbi, più maturi, più evoluti, più progrediti, e, naturalmente più “moderni”, qualsiasi cosa ciò voglia dire. E non solo il diavolo esiste, ma ha anche la capacità di entrare nel cuore delle persone, di penetrare nell’intimità dei loro pensieri, di avvelenare la loro anima immortale. 

Lo spettro di uno scisma


Chiesa, sulla Cina si alza lo spettro dello scisma

Il dialogo col Vaticano riguarda la nomina dei vescovi per le diocesi del Dragone, che Pechino vorrebbe avocare a sé. Un accordo che rischia di mettere in crisi il concetto teologico di successione apostolica.

Tra Cina e Vaticano è ancora presto per proclamare un vincitore
Cina e Vaticano, alle radici delle ultime tensioni

Sottoscala Santa Marta

Conciliabolo tenuto all'inferno da Lucifero e dai suoi demoni dopo la morte di Cristo, nostro Signore



Tratto da "La Mistica Città di Dio", vita della Madonna rivelata dalla Vergine SS. alla Venerabile Madre Maria de Jesus d'Agreda, suora Concezionista spagnola († 1665).

CAPITOLO 23


1424. Lucifero e i suoi ministri caddero dal monte Calvario fin negli abissi con più furia e turbolenza di quando erano stati precipitati dalle altezze. Il loro regno è sempre terra tenebrosa e coperta dalle ombre della morte, piena di caliginosa confusione, di miserie, angustie e disordine, come afferma Giobbe; eppure, in tale occasione la sua infelicità e il suo scompiglio furono più grandi, perché i dannati ricevettero ulteriore orrore e tormento dalla ferocia con cui i demoni vi discesero e dal dispetto che nella loro rabbia mostrarono. Certamente, questi non hanno l'autorità di porli a loro arbitrio in zone di maggiore o minore tribolazione, poiché ciò è deciso dall'equità divina, secondo i misfatti di ciascuno; tuttavia, il giusto giudice stabilisce che, oltre alla pena "essenziale", in alcune circostanze ce ne possano essere altre "accidentali". Quanto è stato commesso, infatti, ha lasciato radici e molti mali per altri, che per questo si smarriscono; così, i durevoli effetti di tali peccati non ritrattati le motivano. Giuda fu straziato con altre torture per aver venduto sua Maestà, procurandone l'uccisione. I diavoli scoprirono in quel momento che il luogo di punizioni terribili dove lo avevano collocato era destinato a coloro che si sarebbero smarriti con la fede e senza le opere, e a quelli che avrebbero rifiutato di proposito la virtù e il frutto della redenzione, contro i quali essi manifestano più collera.

In Passione et Morte Domini

La passione di Gesù secondo le rivelazioni della beata Anna Caterina Emmerick: la passione e morte in croce

 L’orribile flagellazione  
Per calmare la plebaglia con una punizione che la impietosisse, Pilato diede ordine di flagellare Gesù, secondo l’uso romano.. Fra il tumulto e il furore popolare Gesù fu condotto dagli sgherri sul piazzale. Il Signore venne trascinato bruscamente vicino al corpo di guardia del pretorio, dove si trovava la colonna di marmo munita di anelli e ganci; essa era destinata esclusivamente alla flagellazione dei condannati. I sei flagellatori, che svolgevano la funzione di carnefici nel pretorio, provenivano dalle frontiere egiziane, erano bruni, bassi e tarchiati; seminudi e mezzo ebbri, sembravano bestie assetate di sangue. Essi avevano nello sguardo qualcosa di diabolico; vicino a quella colonna avevano fustigato a morte molti altri condannati. Benché il Salvatore non avesse opposto alcuna resistenza, venne trascinato con le funi, mentre i flagellatori gli assestavano pugni e calci. Gli strapparono di dosso il manto derisorio di Erode e fecero quasi cadere il Signore a terra. Vidi Gesù tremare e rabbrividire davanti alla colonna. Egli stesso si tolse la veste con le mani gonfie e sanguinanti. Poi pregò e volse per un attimo lo sguardo verso la sua santa Madre immersa nel dolore… I carnefici, senza cessare le loro orrende imprecazioni, legarono le mani di Gesù a un grande anello fissato alla sommità della colonna dell’infamia. Così facendo, gli tesero talmente le braccia al di sopra della testa che i piedi legati fortemente alla colonna non toccavano completa mente il suolo. Due di quei bruti, assetati di sangue, iniziarono a flagellare il corpo immacolato di Gesù provocandogli i più atroci tormenti. Non mi è possibile descrivere le tremende atrocità inflitte a nostro Signore.  Le prime verghe di cui si servirono gli aguzzini erano strisce di color bianco, sembravano fatte di legno durissimo o nervi di bue. Dorso, gambe e braccia venivano lacerati sotto i pesanti colpi del flagello, finché la pelle a brandelli col sangue schizzò al suolo. I gemiti dolorosi di Gesù sofferente erano soffocati dal clamore della plebaglia e dei farisei, che continuavano a gridare: “Fatelo morire! Crocifiggetelo!”. Per imporre il silenzio, e continuare a parlare al popolo, Pilato faceva suonare una tromba.

Dalle sue piaghe

Ti Adoro Croce Santa per liberare le Anime dal Purgatorio




E’ antica Tradizione dei Santi quella di recitare 33 volte il Venerdì Santo questa pia Orazione per la quale fu ad essi promesso dal Signore Gesù, di liberare 33 Anime dal Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì dell’anno, ne libera 5.  Venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI. Da: Il libro delle Novene – Ed. Ancilla. Fatta come Orazione, anche dopo Pasqua, si liberano tre anime dal Purgatorio ogni venerdì che si recita, e 33 al Venerdì Santo. Maria Simma e la Teresa Neumann ne attestarono l’efficacia, insieme alla Beata Anna Maria Taigi con la pia pratica dei Cento Requiem che troverete in basso.
Bisogna ricordare chequando parliamo di “pie pratiche devozionali”, non stiamo parlando di “formule magiche” e che non è certo il Signore Gesù ad aver “bisogno” di queste preghiere per fare ciò che potrebbe fare in un secondo…. Le Pie Pratiche di seria devozione, attestate dalla Tradizione della Chiesa e dai Pontefici arricchite di Indulgenze, sono necessarie soprattutto a noi viventi, non solo per ricordarci di queste Anime spesso dimenticate, ma anche per sostenerci cristianamente in questa “valle di lacrime”, ci aiutano ad alimentare la nostra vita coerentemente al Vangelo e ci dischiudono le porte della vita eterna con gli atti di vera carità a Coloro che ci hanno preceduto, ma non hanno ancora raggiunto la pienezza della beatitudine.

Noi speriamo che..

SANTITA’, detti a Scalfari un’enciclica. anzi, un Vangelo.

Santità, inutile le dica che lei ha suscitato grandi speranze in noi malvagi e impenitenti annunciando la sua nuova rivelazionper bocca del suo evangelista, Eugenio Scalfari: l’inferno non esiste, le anime dai cattivi vengono semplicemente annichilite.

Giuda leggeva Repubblica?

https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/03/30/preghiamo-per-bergoglio-alla-smentita-non-ci-crediamo/

Scalfari e il Papa, una farsa che deve finire

Il Papa che nega l'esistenza dell'Inferno. Una enormità che per ore e ore è rimbalzata sui giornali di tutto il mondo, prima che la Santa Sede smentisse il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Eppure nel comunicato della Sala Stampa troppe cose non tornano....



Ma cosa deve pensare un povero cattolico che la mattina del Giovedì santo si collega a Internet e viene a sapere che il Papa ha raccontato a un vecchio giornalista suo amico che l’inferno non esiste e le anime che non si pentono semplicemente scompaiono? Un Papa che nega due verità di fede: l’Inferno e l’immortalità dell’anima. Non può essere, non è mai accaduto nella storia della Chiesa. E poi proprio all’inizio del Triduo pasquale, dove riviviamo il sacrificio di Cristo, che è venuto a salvarci dal peccato. Un tempismo diabolico. Se non c’è l’inferno non c’è neanche la salvezza. Poco importa se non si tratta di un testo magisteriale ma dell’ormai solito articolo del fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, che trascrive a senso un colloquio avuto a Santa Marta con papa Francesco. L’affermazione è di una enormità inaudita e dalle conseguenze devastanti.

Il sigillo della Croce

Gesù poteva soffrire in Croce? - Risposte sulla Fede del Servo di Dio Pier Carlo Landucci, teologo della Casa Pontificia sotto Pio XII


La Teologia cattolica insegna che Gesù, in quanto Uomo- Dio, godeva permanentemente la visione beatifica, era cioè immerso fin dalla nascita nel gaudio sconfinato della diretta contemplazione divina. Come poteva quindi in Croce soffrire? Qualunque sia stato infatti lo strazio di quelle piaghe, esso doveva essere cancellato e superato -daSt intensità del gaudio beatifico. Anche i santi, rapiti in estasi di amore, non sentivano più le sofferenze corporali. S. Bernardetta, per es., quando era in colloquio con VImmacolata apparsale a Lourdes, non sentiva una candela che le bruciava ma mano. Figuriamoci Gesù ! (D. G. - Milano).

Se il giorno del Giudizio fosse domani

IL GIUDIZIO FINALE


Il Giudizio finale è un dogma o una opinione? Dopo le parole del Cristo non può sussistere dubbio alcuno:"il Giudizio avrà luogo": chi è dunque il signor Bergoglio per negare questa sacra verità di fede e perchè tutti tacciono? 
di Francesco Lamendola  

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Nella udienza generale del 23 agosto 2017, il signor Bergoglio ha detto, fra l’altro:
Le pagine finali della Bibbia ci mostrano l’orizzonte ultimo del cammino del credente: la Gerusalemme del cielo, la Gerusalemme celeste. Essa è immaginata anzitutto come una immensa tenda, ove Dio accoglierà tutti gli uomini per abitare definitivamente con loro (Ap 21,3). E questa è la nostra speranza. E cosa farà Dio, quando finalmente saremo con Lui? Userà una tenerezza infinita nei nostri confronti, come un padre che accoglie i suoi figli che hanno a lungo faticato e sofferto. Giovanni, nell’Apocalisse, profetizza: “Ecco la tenda di Dio con gli uomini! [Egli…] asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate. […] Ecco io faccio nuove tutte le cose!” (21,3-5). Il Dio della novità!

Si è trattato di un discorso molto grave, nel quale egli ha deliberatamente alterato e falsificato la Parola di Dio. E se monsignor Galantino, rovesciando le parole del libro della Genesi, aveva affermato, a suo tempo, che Dio non distrusse Sodoma a causa del gravissimo peccato dei suoi abitanti, ma la risparmiò, qui il signor Bergoglio ha intenzionalmente falsificato e parole del libro dell’Apocalisse, citando solo quei passi che gli convenivano e omettendo quelli che lo smentivano, perché nell’Apocalisse si legge (21,5-8) non già che Dio chiamerà a Sé tutti gli uomini, come ha detto lui, bensì:
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte».

giovedì 29 marzo 2018

L’ultima cena



 Il cenacolo
Vidi un grande edificio in una zona alberata sul versante meridionale del monte Sion, non lontano dalle rovine del palazzo di Davide. Nel cortile spazioso di questa soli da costruzione vidi altre case,tra le quali quella del maestro di mensa e un’altra dove si radunavano la santa Vergine e le pie donne dopo la morte di Gesù. L’edificio si trovava in pessime condizioni, quando di venne proprietà di due buoni membri del sinedrio, Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea. Essi provvidero a ristrutturare la sala principale allestendola come cenacolo per i banchetti pasquali degli stranieri. In questo locale vi avevano abitato i prodi capitani di Davide.Nel cenacolo non ho visto finestre: la luce scende dai fori praticati nelle alte volte; dal soffitto pendono molte lucerne. Durante le feste le pareti vengono coperte fino a metà altezza da meravigliose stuoie e tappeti e un velo blu viene steso al di sopra di un’apertura nel tetto. Una tenda simile separa la sala principale dei banchetti dal vestibolo, al quale si accede da tre ingressi. Dietro la sala principale si trova un locale interno, ai cui lati vengono deposti gli arredi e gli oggetti del culto, e al centro c’è un focolare che serve per cuocere i pani azzimi e arrostire l’agnello pasquale, ma viene usato anche per bruciare gli incensi e gli avanzi del pasto. La divisione del cenacolo in tre parti — vestibolo, sala centrale e sala interna — è simile alla struttura del tempio: atrio, santuario e santo dei santi. I locali situati nell’altra ala dell’edificio servivano da deposito per le grandi pietre tombali ed edilizie e come officina degli scalpellini, poiché Giuseppe d’Arimatea possedeva al suo paese cave di pietre della miglior qualità; egli commerciava in lapidi, ornamenti architettonici e colonne, e tutto veniva lavorato sotto la sua guida. Nicodemo collaborava con Giuseppe nell’attività commerciale, inoltre si occupava di sculture e lavori d’intaglio. Eccetto i giorni di festa, lo si vedeva spesso in questa sa la intento a scolpire disegni e ornamenti sulla pietra. 

In qua nocte tradebatur

Meditazione per il giovedì santo di S. Alfonso Maria De’ Liguori

Risultati immagini per giudizio universale
I) Considera, come appena l’anima uscirà dal corpo, che sarà condotta innanzi al tribunale di Dio, per essere giudicata. Il giudice è un Dio onnipotente, da te maltrattato, adirato al sommo. Gli accusatori sono i demonii nemici: i processi i tuoi peccati: la sentenza è inappellabile: la pena un inferno. Non vi sono più compagni, non parenti, non amici; fra te e Dio te l’hai da vedere. Allora scorgerai la bruttezza de’ tuoi peccati, né potrai scusarli come ora fai. Sarai esaminato sopra i peccati di pensieri, di parole, di compiacenze, d’opere, d’omissione e di scandalo. Tutto si ha a pesare in quella gran bilancia della divina giustizia, ed in una cosa, in cui ti troverai mancante, sarai perduto.
Gesù mio e giudice mio, perdonami, prima che m’hai da giudicare.

Ommmm

FRANCESCO “Il segreto della creazione è l’energia” 

Notte fonda. Ascoltiamo “Tra poco in edicola”, una delle belle trasmissioni della Radio Rai, che è una anticipazione dei principali quotidiani. Da anni Corriere, Repubblica e La Stampa non inviano le loro prime pagine. Tuttavia il “nuovo corso” di Repubblica ha infranto questa regola. E così sul “Giornalone”  è possibile visualizzare la prima pagina.
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Come certamente avrete notato, pur nella orribile nuova grafica del quotidiano di De Benedetti, c’è un articolo-intervista al Santo Padre. L’ha curata il Fondatore di Repubblica ossia Eugenio Scalfari. Se sia realmente una intervista è arduo dirlo: fior di vaticanisti hanno cercato di capire come (e se) si svolgono questi colloqui fra il novantenne Scalfari ed il Papa. Scalfari va a Santa Marta? In bus come Fico? Oppure si sentono a telefono? Oppure i due anziani hanno scoperto Skype o piu semplicemente “chattano” su facebook? Chissà.

Hic..hic..chi beve di più?

Il Vaticano: Eugenio Scalfari si è inventato l'intervista con il Papa

Per la Sala stampa "quanto riferito dall'autore nell'articolo odierno è frutto della sua ricostruzione". Secondo il fondatore di Repubblica, Bergoglio avrebbe negato l'esistenza dell'Inferno e teorizzato la "scomparsa delle anime non pentite"

Eugenio Scalfari (LaPresse)
Roma. Eugenio Scalfari si è inventato l'intervista con il Papa. Almeno così fa sapere la Sala Stampa vaticana, che con un comunicato diffuso poco dopo le 15 ha smentito il contenuto di quanto riportato questa mattina su Repubblica. Il fondatore, 94 anni tra pochi giorni, aveva attribuito a Francesco frasi che – a quanto par di capire – il Papa mai ha pronunciato.

Criticarlo senza motivo?


Antonio Socci: ORA È UFFICIALE: BERGOGLIO SOSTIENE TESI ERETICHE. SI PONE UNA DOMANDA DRAMMATICA: COME PUÒ RESTARE IN QUEL POSTO?


00:57


PIù volte Eugenio Scalfari aveva riferito che secondo Bergoglio l'Inferno non esiste. Più volte avevamo chiesto che Bergoglio smentisse quelle gravissime parole.
Non lo ha mai fatto e oggi, in una nuova intervista con Scalfari, pubblicata da "Repubblica" è lui stesso che esplicitamente lo afferma: "(le anime di chi non è degno del Paradiso) NON VENGONO PUNITE... NON ESISTE UN INFERNO, ESISTE LA SCOMPARSA DELLE ANIME PECCATRICI".
COSI' DICENDO NEGA ADDIRITTURA DUE DOGMI: QUELLO DELL'ESISTENZA DELL'INFERNO E QUELLO DELL'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA.

Lo smottamento verso l’apostasia

VIGANO' E PAPOLATRIA DI REGIME


Un clima plumbeo, da "regime totalitario". La "blindatura" di monsignor Viganò esempio dell’adulazione e servilismo verso papa Francesco: la "sua" neochiesa verso l’attuazione piena e definitiva della "rivoluzione modernista" 
di Francesco Lamendola  

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Un giorno, fra molto tempo, quando qualcuno scriverà la storia di questi nostri anni, e specialmente di questa nostra Chiesa, apparirà in bella evidenza quanto sia stata importante la vicenda Viganò, che più di qualcuno, ora, ha forse sottovalutato e considerato alla stregua di uno dei tanti casi di cattiva informazione, di confusione mediatica da parte di una chiesa che ha fatto dei media la propria strategia vincente, insomma di semplice pasticcioneria e dilettantismo. Invece non si è trattato di nulla del genere, ma di una dichiarazione di guerra. Il caso Viganò dimostra che la chiesa del signor Bergoglio, la neochiesa di questi nostri tempi, tutta sorrisi, accoglienza e solidarietà ai migranti, è lo strumento costruito appositamente per distruggere il cattolicesimo e per demolire, pezzo dopo pezzo, con zelo, con assiduità, con metodo, quel che resta della vera Chiesa cattolica, millenaria custode della Verità annunciata e testimoniata da Gesù Cristo. Uno strumento che, spinte le cose fino a un certo punto, ha deciso di lasciar cadere la maschera, forse per noncuranza, forse per vedere se era arrivato il momento di mostrarsi apertamente per ciò che è, senza che la massa dei fedeli sia stata capace di riconoscerlo e di capire, finalmente, cosa sta succedendo sotto i suoi occhi, nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle Conferenze Episcopali e nella Curia romana, e cioè l’attuazione piena e definitiva della rivoluzione modernista.

Molti non vogliono ammetterlo

Monsignor Livi: “Nella Chiesa l’eresia è al potere e l’ignoranza è stata canonizzata”


Per il quinto anniversario del pontificato di Papa Francesco, Monsignor Dario Eodardo Viganò, responsabile della comunicazione vaticana  e di Vatican News, ha reso nota una lettera del Papa Emerito Benedetto XVI indirizzata a Papa Francesco. Su questo tema abbiamo intervistato Monsignor Antonio Livi.
Professor Livi, la sorprende questo endorsment del Papa Emerito?
” No. In fin dei conti,  la sua lettera, anche se non tocca la questione dottrinale, dà ragione a me, che ho sempre sostenuto esserci una inquietante continuità tra Ratzinger e Bergoglio nel modo di esercitare il magistero ecclesiastico. Molti (e tra essi un amico che molto stimo, Antonio Socci) non vogliono ammetterlo. Ma da un punto di vista teologico è un fatto innegabile, anche se il rilevarlo non implica una critica a Benedetto XVI dal punto di vista della santità personale”.

“Di solo pane vive l’uomo”

SUPEREX: MA IL PAPA PENSA CHE “DI SOLO PANE VIVE L’UOMO”? IL SOSPETTO C’È…

SuperEx – ex Movimento per la Vita, ex Avvenire ecc. ecc. ma per grazia di Dio non ex cattolico, anzi, – ci ha mandato a sorpresa un pensiero – triste – per la Quaresima che sta per concludersi, con la Cena del giovedì Santo. E poiché di digiuno e di cena si tratta, non è sbagliato che la riflessione di SuperEx sia centrata sul pane, quello reale, e sull’altro Pane, quello spirituale. Un commento che ci ha colpito, e non possiamo dire che ci abbia arrecato molta gioia. Ma, purtroppo, appare convincente.