ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 21 ottobre 2017

Mi dispiace per gli altri, ma Dio è cattolico


IL BERGOGLISMO "ERETICO"               


Non è più cattolicesimo, ma bergoglismo. Non possono esserci due o più Verità assolute, soprattutto in campo religioso: il relativismo e l'indifferentismo religioso sono logicamente impossibili. Le eresie gesuitiche di Abascal 
di Francesco Lamendola   


 

 In un recentissimo e ben documentato articolo, Sandro Magister ha evidenziato in quale maniera il papa Francesco sta letteralmente adulterando il cattolicesimo, stravolgendo e falsificando la dottrina. Si tratta di un metodo estremamente semplice, per non dire rozzo: eliminare quello che della dottrina non gli va, e parlare solo di quella parte che incontra la sua approvazione. Non per nulla ha detto, più volte, che la dottrina è una cosa buona solo se unisce, mentre diventa una cosa deprecabile se divide; stranissimo concetto, che diventa invece chiaro e perfino lapalissiano tenendo conto della sua strategia complessiva: trasformare il cattolicesimo in bergoglianesimo. È persino superfluo dire che l'Abc dell'onestà intellettuale, sempre e dovunque, consiste nello sforzo sincero di comprendere quel che ci vien detto, o quel che stiamo leggendo; poi, nel farne una sintesi; infine, nel discuterlo e ed, eventualmente, nell'esporlo ad altri, senza alterarlo, ma conservando la sua unità intrinseca, la sua coerenza logica, la sua coesione concettuale.

Una bestemmia contro lo Spirito Santo

Caro mons. Galantino, tra noi Cattolici e Luterani è proprio la FEDE che ci divide!


I Cattolici sono Cooperatoris Veritatis non discepoli di Lutero
Vogliamo ritornare sull’argomento già affrontato da altre tastiere più forti della nostra come quella della Bussola Quotidiana, vedi qui, altri hanno ricordato il florilegio pervertito di Lutero contro il Papato e la Chiesa tutta, vedi qui; il domenicano Padre Coggi ha scritto un libro interessante per capire come Lutero ha sbagliato, vedi qui; e ancora parlammo qui del chiarimento che Lutero non fu riformatore ma rivoluzionario…. consigliamo anche questo articolo:

I Santi tridentini? Erano ispirati dal demonio …. La svolta luterana del sedicente “episcopato” italiano e della Chiesa ex cattolica

ed infine anche il domenicano Padre Riccardo Barile, vedi qui, disse chiaramente: “Ferma restando la necessità del dialogo ecumenico, è però importante rendersi conto che non è vero che tra cattolici e luterani ci unisce la fede e ci dividono solo delle interpretazioni teologiche. È vero invece che sui sacramenti, l’Eucarestia, l’approccio alle Scritture, il ministero sacerdotale, la Messa come sacrificio, la Madonna è proprio la fede che ci divide…”

Non sono i terroristi islamici che fanno paura


AVE MARIA: L'ORRIBILE MINACCIA?

La santa ira del rettore politically correct. Non sono i terroristi islamici che fanno paura, non sono gli assassini che uccidono urlando Allah Akhbar: il valoroso rettore Adornato censura "l’orribile minaccia" dell'Ave Maria 
di Francesco Lamendola  
 

Se i fatti, come sembra, corrispondono alla denuncia presentata dagli studenti, si tratta di un ATTEGGIAMENTO ASSOLUTAMENTE IMPROPRIO E CENSURABILE. L’università è uno spazio di convivenza pacifica e rispettosa di opinioni, culture e fedi religiose. L’università non è luogo di gesti divisivi, né, tanto meno, di imposizione e se ciò è avvenuto nel nostro ateneo non può essere accettato dal rettore, che rappresenta l’ateneo stesso nella sua interezza e nella pluralità delle sue espressioni, che ne costituiscono la ricchezza e la istintività. Valori assolutamente da conservare, difendere, rafforzare ed è a nome dell’intero ateneo che CHIEDO SCUSA a tutti coloro che sono stati feriti nella sensibilità e nella fiducia vero l’università.

Che anche il destinatario ne possa giungere a conoscenza?

GOTTI TEDESCHI: UN’IMPLORAZIONE AL PAPA PER L’IMMACOLATA, E – ANCHE – PER I FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA… 


Abbiamo ricevuto dal prof. Ettore Gotti Tedeschi un appello al Pontefice, che ci sembra molto interessante condividere e portare a conoscenza dei lettori. Nella speranza che anche il destinatario ne possa giungere a conoscenza.

Sopra il moggio



                     Il male si organizza 

Ascoltare Bruno Cornacchiola in un video registrato, come mi è capitato qualche settimana fa, scuote davvero la coscienza. Siamo nel mese di novembre del 1987 e il veggente delle Tre Fontane si rivolge ai suoi cari Arditi – così chiamava i membri dell’associazione S.A.C.R.I., da lui fondata – con una catechesi intitolata Natale senza vocazioni o vocazioni senza Natale?
Dice Cornacchiola: “Il titolo mi è venuto alla mente (la Vergine della Rivelazione è sempre presente; se non fosse così io non sarei capace di non fare niente di ciò che faccio!), ma io ho pianto nel meditarlo”. Aggiunge: “Perché se è un ‘Natale senza vocazioni’, vuol dire che siamo finiti e Dio si è allontanato da noi! Non avere vocazioni significa non più Misericordia, ma maledizione e castigo e se è un’ondata di ‘vocazioni senza Natale’, allora la maledizione è completa, perché abbiamo vocazioni, ma atee o agnostiche, che corrono in ogni dove per superstizione, che s’interessano di tutto meno che di arginare, con la Dottrina della Verità, il male dilagante e non mettono la Lampada della Verità della Salvezza sopra il moggio, perché tutti la vedano e l’accettino col buon esempio di pratica delle virtù (Mt 5 – 14,16)”.

Il Dio cacciato dalla porta, rientrerà, anzi sta già rientrando, dalla finestra


UNICUIQUE SUUM

Postato da 
IL QUADRO E' SEMPRE PIU' CHIARO

Di giorno in giorno il quadro è sempre più chiaro. La Chiesa cattolica è stata sostituita con una neochiesa sincretista, gnostica e massonica. L'eresia delle masse pigre e indolenti e l'eresia delle persone colte e intelligenti 
di Francesco Lamendola  

 

Un giorno dopo l’altro il quadro si fa sempre più chiaro. Fino a qualche anno fa, parecchi punti apparivano ancora oscuri, ambigui, carichi di possibilità contrastanti; ma adesso, specialmente dopo l’abdicazione di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco, le cose si son fatte via, via, sempre più esplicite, sempre più palesi. Se era possibile nutrire qualche illusione fino a quattro, cinque anni fa; se si poteva ancora sperare che le cose non fossero davvero come sembravano, in tutta la loro cruda evidenza; se si poteva ancora coltivare il pio auto-inganno che la Chiesa non avesse imboccato una strada di non ritorno, che l’avrebbe portata irreversibilmente fuori da se stessa e lontano da se stessa, ora tutto questo non è più possibile, non è più nemmeno pensabile. Ora bisogna fare i conti con la realtà di una situazione tragica, ma, se non altro, tremendamente chiara: la penombra si è diradata, e la manovra dei nemici del Vangelo appare in piena luce. Bisognerebbe essere ciechi per ostinarsi a non vederla, a far quasi finta di nulla. O ciechi, o collusi con gli oscuri burattinai di questa strategia dell’autodistruzione, ossia dello svuotamento, dall’interno, della ragion d’essere della Chiesa stessa.

Superciuck studia da papalcol

 

IL VESCOVO GALANTINO, IL MONACO LUTERO E IL VESCOVO ZAMBITO

Le esternazioni del segretario generale della Cei (quo usque tandem?) in occasione di un Convegno su Martin Lutero – Le valutazioni sull’ attualità (non solo ecclesiale) da parte di un vescovo con la schiena diritta, monsignor Ignazio Zambito, dal 1989 a quest’anno pastore della diocesi siciliana di Patti. Che “da tempo" non legge più ‘Avvenire’.
Mercoledì 18 e giovedì 19 ottobre la Pontificia Università Lateranense ha promosso un Convegno dal titolo “Passione per Dio. Spiritualità e teologia della Riforma a cinquecento anni dal suo albeggiare” (poetico quell’ albeggiare…). Giovedì mattina in particolare è stato il segretario generale (quo usque tandem?) della Cei a introdurre e moderare i lavori, incentrati su “La spiritualità della Riforma nell’agire ecclesiale”.

Una vera e propria trappola del diavolo

Il silenzio che salva

Deus cordis mei, et pars mea Deus in aeternum (Sal 72, 26).

Molte controversie risulterebbero meno intricate, così come si eviterebbero tante deviazioni, se tenessimo tutti presente un principio che, per grazia, compresi negli anni del liceo: le questioni che ci poniamo su Dio sono problemi per noi, ma non per Lui. La realtà divina, essendo assolutamente indivisa, è esente da qualsiasi tensione, ma per la limitatezza del nostro intelletto essa ci appare complicata, costringendoci a ragionamenti complessi che a volte finiscono in paradossi e antinomie; Dio però, in se stesso, è semplice. È consolante costatare che san Tommaso, parlando di Lui nella prima parte della Summa, richiami spesso i limiti della nostra mente e i condizionamenti dovuti al nostro modo di apprendere, che procede spesso per via negativa, non avendo noi esperienza diretta di ciò che è in-finito, in-causato, in-terminabile… Qualsiasi cosa diciamo di Lui, di conseguenza, andrà sempre intesa analogicamente, senza dimenticare che la Sua realtà eccede infinitamente tutto ciò che possiamo conoscerne.

venerdì 20 ottobre 2017

Civitas diaboli

Le ragioni dell'appoggio della gerarchia modernista allo jus soli


Quando dividebat Altissimus gentes,
quando separabat filios Adam,
constituit terminos populorum
juxta numerum filiorum Israël.

Deut. XXXII, 8


Perché la neo-chiesa è così smaniosa di estendere i diritti di cittadinanza - dimenticando spesso che essi trovano un necessario completamento nei doveri ch'essa comporta - in nome di un umanitarismo solidarista di chiara matrice massonica? Perché i suoi capi, i suoi ministri, i suoi corifei sono i primi ad essere dei clandestini in seno alla Chiesa, non condividendone né i principj, né la morale, né la storia. Invasori silenziosi, nemici dichiarati, quinte colonne. Per lo stesso motivo essi legittimano le coppie omosessuali, la teoria gender, il concubinato: Cicero pro domo sua. Giungeranno a derubricare anche altri peccati, purché siano quelli in cui essi indulgono. E viceversa, si inventeranno nuove fattispecie di colpa, tra cui quell'integralismo che essi aborrono, poiché difende nella sua totalità il corpo dottrinale, morale, spirituale e liturgico di una Religione in cui non credono, della quale negano i dogmi, di cui adulterano il contenuto, la cui storia gloriosa essi screditano per non sentirsi condannati e scomunicati assieme ai grandi eresiarchi dei quali celebrano oggi la ribellione, osando addirittura chiamare in causa il Paraclito a suggello dei proprj delirj.

Neo Anti Chiesa

l'Antichiesa


PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA VERA CHIESA E L’ANTICHIESA


Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
(Lc 12,32)
1. – DEFINIZIONI E COLLOCAMENTO
- Oggigiorno la Vera Chiesa potrebbe così definirsi: “piccolo gregge”, in seno alla Chiesa Cattolica, ed attualmente è minoritaria.
- Mentre l’Antichiesa coincide – oggi come oggi – quasi interamente, alla Chiesa Cattolica ufficiale, ed attualmente è maggioritaria.
2. – RISPETTIVI CENTRI
- Per la Vera Chiesa il proprio centro è Gesù Cristo, particolarmente presente nel Santo Sacramento dell’Altare, con tutto il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
- L’Antichiesa ha come proprio centro il “povero”, considerato nei suoi bisogni economici e sociali (non considerando però – di questo medesimo “povero” – le sue carenze di amore, di cultura e, meno che meno, la sua penuria di valori spirituali).

Chi pio,chi cojo cojo... mò ti twitto li coj..

·        CHIESA POLACCA SOTTO TORCHIO A CAUSA DI AMORIS LAETITIA. PAPA E TENEREZZA, KAFKA E VATICANO.




La Chiesa polacca è sotto torchio. Non per le bugie che i nostri giornali mainstream raccontano sul Rosario ai confini e così via; si sa, il partito al governo e il suo Ufficio Affari Religiosi, leggi CEI sono profondamente interessati e forse non solo spiritualmente al nodo dell’immigrazione-invasione. E quelli sono giornali sensibili a certi input. No la Chiesa polacca sta pagando ancora una volta, come le è già capitato nella storia, in maniera drammatica e sanguinosa, la sua fedeltà al Magistero della Chiesa. Quello di sempre.
Nei giorni scorsi su La Nuova Bussola Quotidiana è uscito un articolo sulle linee guida proposte all’approvazione della Conferenza Episcopale Polacca in tema di famiglia e divorziati risposati. Era stato preparato da un ufficio – il Centro nazionale per la pastorale familiare della KEP – e quindi non è un documento venuto da Marte.

Prima che sia tardi


LETTERA A UN PRETE MODERNISTA       

Le "Lettere di un prete modernista" le scrisse in perfetta mala fede il capofila dei modernisti italiani Ernesto Buonaiuti, anche se non ebbe il fegato di firmarsi perché l’enciclica Pascendi scomunicava il modernismo di Francesco Lamendola  



  
Caro amico sacerdote, conosci, vero, le Lettere di un prete modernista? Le scrisse il capofila dei modernisti italiani, Ernesto Buonaiuti, anche se non ebbe il fegato di firmarsi, anche perché era in perfetta mala fede: l’enciclica Pascendi, del 1907, scomunicava formalmente il modernismo; e il suo libro venne pubblicato l‘anno dopo, nel 1908: dunque, egli sapeva benissimo quel che stava facendo, stava pubblicando un’apologia dell’eresia modernista. Anche se, poi, si è atteggiato a martire per la scomunica che, solo più tardi, gli venne comminata. Intanto, però, in quel libro, oltre a diffondere l’eresia, egli si prendeva anche lo sfizio di riversare tutto il suo livore contro il papa, Pio X, definendolo un ignorante e un odiatore dell’intelligenza (l’intelligenza dei modernisti, in verità); forse dimenticando, oltre al voto di obbedienza e oltre al precetto della carità cristiana, anche la frase di Gesù Cristo: Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te! (Matteo, 11, 25-26).

Alter Luther

 Cose da fine del mondo. I "novissimi" secondo Francesco


Sull'importante quotidiano "la Repubblica" di cui è fondatore, Eugenio Scalfari, autorità indiscussa del pensiero laico italiano, lo scorso 9 ottobre è tornato a riferire così quella che egli ritiene una "rivoluzione" di questo pontificato, raccolta dalla viva voce di Francesco nel corso dei frequenti colloqui che ha con lui:
"Papa Francesco ha abolito i luoghi dove dopo la morte le anime dovrebbero andare: inferno, purgatorio, paradiso. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere, mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio".

Cena Inferi

I vescovi italiani riabilitano Lutero
  



Duomo di Trento, 8 ottobre 2017
liturgia ecumenica


«L’unità nella diversità», questa tesi ecumenica eterodossa così cara a Giovanni Paolo II e abbracciata da Francesco, guida da decenni la nuova Chiesa conciliare, uscita dal Vaticano II, sui cammini tenebrosi che conducono alla definitiva rovina della dottrina cattolica. Le anime sono immerse nelle tenebre dell’«apostasia silenziosa».

Con l’insediamento di Jorge Mario Bergoglio sul trono petrino, la pratica di questo ecumenismo relativista, evolutivo e ambiguo, fatta di incontri e di celebrazioni interconfessionali volti a giungere a questa unità visibile al di sopra dei problemi dottrinali, non è sconfessata, al contrario, Francesco la incoraggia risolutamente.
Tanto più in quest’anno anniversario dei 500 anni della Riforma protestante, occasione benvenuta per moltiplicare il ritrovarsi dei fratelli separati.

Ubera non ad lactandum

Viri probati, il risultato della lobbying brasilianaESIA

Adesso c’è la data: ottobre 2019, un Sinodo sull’Amazzonia. Che toccherà molti temi, ma che farà notizia, soprattutto, per quanto riguarda un argomento molto interno alla Chiesa cattolica, e a quella latina in particolare: la possibilità di ordinare degli uomini di fede sicura, di una certa età, e coniugati, i “viri probati” per supplire alla mancanza di sacerdoti in molti luoghi della regione vastissima.
L’annuncio è stato dato dal Pontefice ieri, nel corso della cerimonia che in San Pietro ha visto l’ascesa agli altari di nuovi santi. Fra i cardinali presenti c’era anche Claudio Hummes, che il pontefice ha salutato calorosamente, e a cui ha fatto un cenno come per dire: Poi parliamo. Hummes da anni, se non da lustri, è il portabandiera e il principale promotore della causa dei “viri probati”. Lo era già arrivando a Roma come Prefetto del Clero; e dopo l’elezione di Bergoglio ha svolto un’intensa attività di lobbying all’interno della conferenza episcopale brasiliana (e non solo) in questo senso, andando a visitare praticamente tutte le diocesi del territorio delle Amazzoni per sensibilizzare i presuli al problema, e invitarli a scrivere al Pontefice. Hummes da qualche mese ha avuto seri problemi di salute. La sua presenza a Roma in questi giorni è stata una sorpresa; e alcuni la collegano proprio al Sinodo, e al tema che è al centro della sua attenzione.

Osservatori bergogliani


  • STRUMENTALIZZATE LE PAROLE DI UN VESCOVO

Anche Rep inciampa sulla Polonia

E’ davvero sorprendente l’insistente malafede con la quale le due ammiraglie mediatiche del nostro Paese hanno deciso di scagliarsi contro i polacchi, protagonisti il 7 ottobre della più grande preghiera di popolo che sia mai stata fatta da 50 anni a questa parte sotto la volta stellata europea. Quasi due milioni di persone assiepate sui confini della nazione per pregare nell’ordine: per la pace, contro il terrorismo islamista e per la fede cattolica del popolo. Troppo per il Corriere della Sera che, nel tentativo di screditare l’iniziativa, che ha visto per la prima volta il saldarsi un sol braccio, di laici e gerarchie ecclesiastiche, ha accusato i polacchi di essere stati collaborazionisti dei nazisti, de facto paragonando gli ebrei di ieri agli islamici di oggi. Niente di più scorretto, niente di più falso storicamente. Infatti la cosa non è passata sotto silenzio. La piattaforma CitizenGo ha lanciato una petizione, l’ambasciata polacca, stando a fonti della Nuova BQ sta pensando ad una protesta formale nei confronti del giornale ex via Solferino.

giovedì 19 ottobre 2017

“L’ultimo rimedio” conto i mali della Chiesa e della società

Fatima: Devozione al Cuore Immacolato e Consacrazione. Valore e significato del messaggio



Dopo aver visto come il Cuore Immacolato stia davvero al centro di Fatima, del suo messaggio, delle sue richieste e delle sue promesse, mi sembrano opportune alcune considerazioni per chiarire come la richiesta della “Devozione al Cuore Immacolato” non significhi qualcosa di diverso di “Consacrazione” al Cuore Immacolato. Sono, in realtà, come due sinonimi ma con delle sfumature da cogliere. La devozione al Cuore Immacolato possiede una “triplice dimensione”, che diventa, sul piano pratico, un triplice impegno di amore nei confronti di Maria: “venerazione”, “riparazione”, “consacrazione”.

«Oggi è l’intera Chiesa che soffre»


I PASTORI DEL GREGGE

 Voi ci capite qualcosa? ma il vescovo non dovrebbe esser il pastore del gregge della sua diocesi? facciamo un esempio concreto di vescovo progressista, buonista e “misericordioso”, beninteso alla maniera di papa Bergoglio 
di Francesco Lamendola  
  

Che tristezza. Il vescovo dovrebbe esser il pastore del gregge della sua diocesi, il continuatore dell’opera degli Apostoli: dovrebbe essere saldo nella dottrina, radicato nella fede, pronto a esporsi per amore del Vangelo, come Ignazio di Antiochia e tanti altri, che affrontarono la morte per dare l’esempio alle pecorelle spaventate. Oggi molti vescovi e arcivescovi non si curano d’altro che della loro poltrona, dei loro bei paramenti, dell’anello, del prestigio della loro carica; si preoccupano di riuscire graditi alla cultura dominante, di piacere alla gente, dove “la gente” sono, in realtà, gli intellettuali progressisti, che dalla Chiesa vogliono una cosa sola: che contraddica e smentisca se stessa, e che si metta ad annunciare quel vangelo che piacerebbe a loro,  ma che non è affatto il Vangelo di Gesù Cristo; nonché preoccupati di pubblicare libri di grande tiratura, di presenziare a conferenze e tavole rotonde, di essere inviati alla radio e alla televisione, di potersi crogiolare sotto la luce dei riflettori, gonfiando il petto per la soddisfazione di poter annunciare la Chiesa dei poveri, loro che vivono in un palazzo; di prescrivere l’accoglienza verso qualsiasi numero e qualunque sorta d’immigrati, anche se loro, affacciandosi dalla finestra, vedono un bel giardino, potato e curato da inservienti, da frati o suore, e non il quartiere degradato dalle prostitute nigeriane e dagli spacciatori marocchini, in cui sono costretti a vivere milioni d’italiani, specialmente anziani e pensionati, persone a basso reddito che pure hanno lavorato una vita intera; di puntare il dito contro l’egoismo, il razzismo, la xenofobia e l’omofobia dei cattolici ipocriti, proprio loro che non si fanno mancare nulla, nemmeno i vizi privati, a cominciare da quel tal vizietto contro natura che sono, appunto, così indulgenti nel giudicare, o meglio nel non giudicare, forse per solidarietà di categoria, loro che di festini e orge gay, in Vaticano e altrove, se ne intendono, eccome, quanto se ne intende il cardinale Francesco Coccopalmerio, e chissà quanti altri come lui.

La porta chiusa?

«Io ho le chiavi»


In un articolo pubblicato ieri su OnePeterFive, Maike Hickson (foto) si chiede: “Potrebbe l’aneddoto raccontato sulla rivista dei Cappuccini essere la chiave per svelare i piani del Papa sull’ordinazione delle donne?”.

Di che si tratta? Si tratta di un aneddoto narrato tre anni fa (2014) nell’editoriale del numero di aprile della rivista dei Cappuccini svizzeri Ite dal Direttore Fra Adrian Müller. L’originale è in tedesco; non conoscendo il tedesco, vi traduco in italiano la versione inglese della Hickson:
Papa Francesco non risiede nell’appartamento pontificio, ma piuttosto nell’albergo del Vaticano [l’Ospizio Santa Marta]. Lí le Guardie [Svizzere] hanno il compito di proteggere il Papa o, talvolta, quando mette la testa fuori dalla porta, andare a prendergli un caffè. Al nuovo Vescovo di Roma non piace fare colazione da solo. Perciò, di solito, si siede ogni volta accanto a qualcuno e incomincia a parlare con lui. In una di tali occasioni, pare che sia avvenuto il seguente incontro:
Si dice che Papa Francesco si sia seduto una mattina di fronte a un Arcivescovo e abbia portato il discorso sulla questione del sacerdozio femminile. Poi avrebbe chiesto al suo compagno di tavola che cosa ne pensasse. Quello taceva, non sapendo come rispondere a questa domanda. Dopo un momento di silenzio, si dice che Francesco abbia replicato: “Sí, sí, entrambi i miei predecessori ci hanno chiuso la porta”. Quindi, ridendo, avrebbe detto: “Per fortuna, io ho le chiavi”.

Spirito di galantino supercuck & code di paglia


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La Riforma un evento dello Spirito Santo. Galantino esalta Lutero       


“Mi sono schierato contro tutti i papisti, contro il Papa e le indulgenze ma solo predicando la Parola di Dio. E quando io dormivo la parola di Dio operava tali cose che il Papa è caduto”. Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale dell’Episcopato Italiano, ha letto ad alta voce questo brano di Lutero che per 5 secoli era considerato offensivo dai cattolici. “La Riforma avviata da Martin Lutero 500 anni fa è stata un evento dello Spirito Santo”, ha affermato il vescovo intervenendo alla Pontificia Università Lateranense ad un Convegno promosso dall’ateneo del Papa per celebrare l’anniversario.

Dopo la miscredenza, siamo alla blasfemia

Povero Tauran!
Non ha capito niente della vita e… della religione 

 




L’Osservatore Romano del 14 ottobre 2017, a pagina 6 (Un’occasione provvidenziale), ha pubblicato la prolusione che il Card. Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha pronunciato all’inaugurazione dell’Anno Accademico 2017-2018 dell’Istituto teologico di Assisi, il 9 ottobre 2017, nella Basilica di San Francesco.
All’inaugurazione era stato posto il tema: La teologia in Umbria a servizio del dialogo tra le religioni; e il cardinale ha parlato de: Il dialogo interreligioso: un rischio o una opportunità? -
Per completezza, riproduciamo il testo in calce.

Senza voler stravolgere il pensiero del cardinale, ci sembra sia possibile considerare, per prima cosa, che l’intervento è stato caratterizzato da questa dichiarazione: 

«È perché confessiamo che Dio ha scelto, per rivelarsi, la via del dialogo con l’umanità, che la missione della Chiesa consiste appunto nel prendere l’iniziativa del dialogo con l’umanità.»

I post-cristiani hanno solo se stessi da biasimare.

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Quando le persone soffrono, è allora che imparano.
Ecco perché l’Occidente dovrà crollare e bruciare!
Parla Putin

Quando ogni cosa nel mondo che ci circonda sta andando a rotoli, non dovrebbe sorprendere di trovare il Papa che parla come un politico comunista e il capo della Russia che parla come un Papa cattolico. Così, un lettore di questi “Commenti” è rimasto sorpreso nel leggere nel numero del 5 agosto l’espressione “Santa Russia”, quando è dal 1917 che la Russia ha diffuso i suoi errori in tutto il mondo. Ma la “Santa Russia” è un’espressione che si riferisce ad ancor prima del XX secolo. E sta ad indicare la naturale inclinazione del popolo russo alla religione. Se dal 1917 al 1989 i Russi sono stati i comodi sostenitori del comunismo internazionale è solo perché lo servivano con un fervore religioso, poiché esso era – ed è ancora - il messianismo del materialismo, la principale religione sostitutiva ebraica per i post-cristiani (che hanno solo se stessi da biasimare).

Due modi di far sparire Dio


UNA RELIGIONE SENZA DIO?           


A che serve, o a chi, una religione senza Dio? Andiamo verso la religione dell’Uomo: cioè il delirio di auto-esaltazione della creatura al cospetto del Creatore. La congiura che ha cambiato la nostra Chiesa un pezzo alla volta 
di Francesco Lamendola   


 

L’aspetto più grave della crisi che sta vivendo la Chiesa cattolica in questi tempi non è la semplice somma degli errori teologici e dottrinali, delle stramberie pastorali e degli abusi liturgici, che pure ne sono l’aspetto più visibile e impressionante; e neppure le continue, incessanti “sparate” che fanno un po’ tutti i membri del clero, dal vertice fino alla base, anche in veste di teologi, insieme a una pletora di “fiancheggiatori” laici, in veste di filosofi, sociologi, storici, psicologi, eccetera, sia in sede ufficiale, sia in sede ufficiosa o privata, ad esempio rilasciando interviste di qua e di là, partecipando a trasmissioni radio e televisive, pubblicando giornalini, foglietti parrocchiali, ciclostilati, riflessioni, esortazioni, considerazioni, pontificando a trecentosessanta gradi, ma specialmente su argomenti di carattere sociale, sindacale, lavorativo, e dando uno speciale rilievo, si capisce, all’immancabile tema dei “migranti”, con tutto il relativo armamentario di solidarietà, accoglienza, condivisione, fraternità, integrazione, ospitalità, inclusione, e chi più ne ha, più ne metta. No: l’aspetto più grave, ancora più grave di tutti questi, che già sono estremamente gravi, consiste nel progressivo, silenzioso, abilmente camuffato gioco di prestigio, che consiste nel far sparire Dio dalla religione, dal Vangelo, dalla morale cattolica. E il gioco è arrivato ormai a buon punto; ancora poco, e la sparizione sarà completata. Già il dio che ci resta fra le mani, ora come ora, è un dio a scartamento ridotto: non è il Padre celeste, non è il Figlio unigenito, non è lo Spirito santo; è una specie di entità evanescente, volatile, o perlomeno liquida, pronta a evaporare alla prima occasione. Che non può tardare: perché l’obiettivo è questo; si tratta evidentemente di un disegno e non di una mera, impersonale fatalità; quel che sta accadendo non è il risultato dell’azione convergente di una mentalità nuova, è la mentalità nuova che è il risultato di un piano preordinato, paziente, metodico, intrapreso secoli fa, ma giunto quasi a maturazione al tempo del Concilio Vaticano II, e attualmente in piena fase di attuazione.
Formalmente, la religione cattolica è sempre la stessa; si parla, sì, di continuità o discontinuità nella linea post-conciliare, ma si vuole intendere che il cambiamento si svolge coerentemente con la tradizione (con la lettera minuscola), e che, pertanto, la religione attuale è la stessa che veniva insegnata, e che praticavano, e nella quale credevano, i nostri genitori e i nostri nonni. Invece non è così: è cambiata in profondità, è stata sostituta un pezzo alla volta, un rito alla volta, una preghiera alla volta, una lezione di catechismo alla volta, una omelia alla volta, una intervista alla volta, un abuso liturgico alla volta: col risultato che quello che ci troviamo fra le mani non è il cattolicesimo dei nostri genitori e dei nostri nonni, per il semplice fatto che la Chiesa attuale non è la stessa Chiesa di allora. 

La linea di frattura


La Correctio filialis e la Laudatio di papa Francesco

(di Roberto de Mattei) Tre settimane dopo la Correctio filialis è apparsa la prima risposta organizzata: una Laudatio pubblicata sul web, a firma di un gruppo di sacerdoti e intellettuali di area prevalentemente austro-germanica (http://www.pro-pope-francis.com/).
Chi sono i firmatari della Laudatio? Uno di essi, il tedesco mons. Fritz Lobinger, vescovo emerito di Aliwal (Sudafrica), è il “padre” della locuzione “presbiteri di comunità”che ha esposto nel libro Teams of Elders. Moving beyond Viri probati(2007) in cui auspica l’introduzione nella Chiesa di due tipi di sacerdoti:quelli diocesani e quelli di comunità, i primi celibi, a tempo pieno, i secondi sposati, con famiglia, a disposizione della comunità in cui vivono e lavorano.