ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 12 marzo 2016

L’uomo nuovo indosserà un abito nuovo

Qui giace l’uomo che si credeva un dio

Nel 2017 ci sara' la "purificazione" del mondo? Teresa Neumann è considerata da molti come una grande mistica del XX secolo. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la gente esultava dalla gioia, e Teresa Neumann disse: "E' giustificata la gioia, perché l’incubo é finito.. ma la grande piaga si aprirà nel 1999 e sanguinerà per diciotto anni: sarà questo il tempo di Caino"  [1999-2017]. Ecco altre sue visioni profetiche su questo  drammatico periodo di apostasia galoppante: 

San Gennaro è llungariello ma nnun è scurdariello!

CONTRO IL FURTO DI SAN GENNARO. di Paolo Isotta*


La protesta dei fedeli davanti alla cattedrale di Napoli.
San Gennaro esiste da sempre giacché nei disegni della Provvidenza ab aeterno il potentissimo intercessore e salvifico consolatore doveva proteggere Napoli, i suoi devoti e tutti coloro che gl’indirizzano preci. Io sono una testimonianza perfetta di quanto la sua protezione sia efficace, giacché debbo a lui una vita straordinariamente fortunata e persino felice. Il miracolo dello scioglimento del sangue è di continuo contestato dai positivisti ma torna ogni volta con prepotente attualità. Solo chi abbia assistito da vicino al gonfiarsi di quella polvere nera, al suo rendersi una sorta di emulsione divenuta color ruggine, poi un liquido ribollente rosso vivo, può comprendere che non tutto la ragione spiega. Divenire adepti di San Gennaro non è possibile per propria elezione; occorre che il Santo elegga. Ma San Gennaro soccorre a tutti ed è infinitamente paziente.

Piccoli leccatori crescono: il passaporto per il (loro) paradiso


Tre anni di “bergoglionate”


I papolatri bergogliosi festeggiano tre anni di “bergoglionate”.
Non volevamo, davvero non volevamo, ma quando ti tirano per i capelli a letture esasperanti, e giacché parlano di “noi” delle membra della Chiesa se non della Chiesa stessa quale “oggetto” da modificare e non quale “soggetto” che, come professiamo nel Credo, santifica chi l’accoglie e chi la segue, è ovvio allora che dobbiamo rispondere a certe provocazioni.

Auditel 2016:

Mons.Galantino ai ragazzi "condividere la card da 500 euro - che dovrebbe dare il Governo- con i loro amici- giovani immigrati-"

Commossi per il grande senso  di carità e di amore evangelico che Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, ha nei confronti di coloro che sono migrati, clandestinamente, in Italia Gli assicuriamo che i fedeli cattolici, a livello personale e/o come appartenenza a gruppi ecclesiali, da anni aiutano concretamente tutti coloro, italiani o stranieri non importa, che versano in stato di difficoltà a causa della crisi economica creata a tavolino dai potenti della terra.
Forse il loquace ( ma silente in altre situazioni) Segretario della CEI dovrebbe sapere tante cose ... 

Le belle foto ingialliscono..

Mosca gela il Papa. 
Chi pensava che l’abbraccio fra il Pontefice argentino e il patriarca Kirill avesse come risultato immediato una primavera di rapporti fra Roma e Mosca rimarrà deluso dalla lettura di un comunicato molto duro, un comunicato ufficiale rilanciato dall’agenzia ufficiale Interfax. Usando la Dichiarazione firmata dal Papa, in cui si parla di "uniatismo" termine usato spregiativamente contro la Chiesa greco-cattolica ucraina. Le belle foto ingialliscono nell’album dei ricordi, ma i documenti, firmati, ahimè restano  
Chi pensava che l’abbraccio fra il Pontefice argentino e il patriarca Kirill avesse come risultato immediato una primavera di rapporti fra Roma e Mosca rimarrà deluso dalla lettura di un comunicato molto duro, un comunicato rilanciato dall’agenzia ufficiale Interfax .   

Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.. 1Cor. 10,12

Papa: tre anni; "cultura dell'incontro" al primo posto

Priorità papato abbattimento distanze confessionali e politiche



Il suo metodo lo ha nuovamente ben spiegato il 12 febbraio scorso, durante il volo che lo portava dall'Avana a Città del Messico, subito dopo lo storico incontro nella capitale cubana col patriarca Kirill, primo abbraccio della storia tra un capo della Chiesa di Roma e uno della Chiesa ortodossa russa. "L'unità si fa camminando - ricordò al gruppo dei giornalisti al seguito -. Una volta io ho detto che se l'unità si fa nello studio, studiando la teologia e il resto, forse verrà il Signore e ancora noi staremo facendo l'unità. L'unità si fa camminando, camminando: che almeno il Signore, quando verrà, ci trovi camminando".

Voce dal sen fuggita?

De Lubac replica a Ermes Ronchi: non chiamarla nuova Chiesa ma apostasia


Vediamo moltiplicarsi , da qualche anno , i segni di una crisi spirituali quale raramente scosse la Chiesa. SOTTO I NOMI EQUIVOCI DI NUOVA CHIESA , DI CHIESA POSTCONCILIARE , E’ UNA CHIESA DIVERSA DA QUELLA DI CRISTOCHE RISCHIA DI ESSERE INSTAURATA, se si può parlare di instaurazione per designare un fenomeno che è prima di tutto di ABBANDONO E DI DISINTEGRAZIONE , UNA SOCIETA’ ANTROPOCENTRICA MINACCIATA DI APOSTASIA IMMANENTE E CHE SI LASCIA TRASCINARE IN UN MOVIMENTO DI GENERALE DISCUSSIONE , COL PRETESTO DI RINGIOVANIMENTO, DELL’ECUMENISMO E DELL’ADATTAMENTO ( De Lubac, Congresso Teologico di Toronto 1967 citato da Luigi Maria Carli, Nova et vetere , tradizione e progresso nella Chiesa dopo il Vaticano II, Istituto Editoriale del Mediterraneo, Roma 1969 p.126 )
Postato  da
http://oblatiorationabilis.blogspot.it/2016/03/de-lubac-replica-ermes-ronchi-non.html 
Francesco, i tre anni che hanno cambiato la Chiesa cattolica La Stampa
(Andrea Tornielli) Sono passati tre anni da quella sera del 13 marzo, quando Jorge Mario Bergoglio si affacciò vestito di bianco dalla loggia di San Pietro dopo il conclave lampo seguito alla rinuncia di Benedetto XVI. Un tempo limitato per tracciare veri bilanci, ma sufficiente per individuare alcune linee guida dietro i semplici numeri. 12 viaggi all’estero per un totale di 20 Paesi visitati, 11 visite in Italia, 168 Angelus e 124 udienze generali, 2 encicliche, 15 costituzioni, un’esortazione apostolica - «Evangelii gaudium» - che rappresenta la road map del pontificato, un’altra in arrivo fra pochi giorni dedicata alla famiglia; 153 messaggi, 130 lettere, 180 omelie pubbliche, 628 discorsi, 382 meditazioni durante le messe a Santa Marta. Queste omelie a braccio rappresentano una delle novità più significative del papato di Bergoglio, un magistero quotidiano semplice e profondo.
Misericordia e tenerezza
A tre anni di distanza da quel 13 marzo, in primo piano non sono più i piccoli o grandi cambiamenti di protocollo, l’uso dell’utilitaria, l’abitare a Santa Marta, quella «normalità» distante dalle abitudini consolidate della corte pontificia. Tutti elementi che hanno certo contribuito ad avvicinare il Papa alla gente ma che rappresentano soltanto dei segni. Il cuore del messaggio di Francesco è la testimonianza di una Chiesa che mostra il volto di un Dio misericordioso e accogliente. «Serve una Chiesa - diceva il Papa ai vescovi del Brasile nel luglio 2013 - capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di “feriti”, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore». E durante il suo recente viaggio in Messico ha detto: «L’unica forza capace di conquistare il cuore degli uomini è la tenerezza di Dio. Ciò che incanta e attrae, ciò che piega e vince, ciò che apre e scioglie dalle catene non è la forza degli strumenti o la durezza della legge, bensì la debolezza onnipotente dell’amore divino, che è la forza irresistibile della sua dolcezza e la promessa irreversibile della sua misericordia».
Costruire ponti
Anche sulla scena internazionale, il pontificato di Francesco è caratterizzato da quella «cultura dell’incontro» che caratterizza il suo rapporto con le persone, cioè dal tentativo di costruire ponti con chiunque lasci balenare ogni minimo spiraglio di dialogo. È del Papa la realistica constatazione di un mondo che si avvia a grandi passi verso una terza guerra mondiale, anche se ancora «a pezzi».
Dai tentativi di non isolare il leader russo Putin, al dialogo con i capi di Stato e le autorità religiose musulmane, dai viaggi a Cuba e negli Stati Uniti fino a quelli in Estremo Oriente Francesco ha parlato dell’«ecumenismo del sangue» che unisce i cristiani di diverse confessioni, ha abbracciato il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ed è riuscito a coronare il sogno di incontrare per la prima volta il Patriarca di Mosca. L’unità dei cristiani non ha un valore soltanto per la vita delle Chiese, è un segno importante per la pace nel mondo.
Gli ultimi
Il magistero di Francesco ha messo in discussione l’attuale modello di sviluppo, attualizzando pagine dimenticate della dottrina sociale della Chiesa. Nell’enciclica «Laudato si’» ha spiegato
come la custodia del creato sia legata alla soluzione dei gravi problemi di povertà che affliggono una parte consistente della popolazione del globo. Le parole sull’«economia che uccide» hanno riportato al centro dell’attenzione il dramma del sottosviluppo e delle conseguenze disastrose delle guerre, insieme alle occulte motivazioni economiche che le muovono. La sua insistenza sull’accoglienza ai profughi richiama innanzitutto l’Europa a non dimenticare i suoi valori fondativi.
Il rischio slogan
A tre anni dal suo inizio, il pontificato è caratterizzato da «cantieri aperti»: se la riforma del sistema economico-finanziario vaticano è già entrata nella sua fase attuativa, più lento appare il processo di riforma della Curia, mentre è ancora agli inizi quello riguardante la riorganizzazione del sistema mediatico d’Oltretevere. Dalle parole del Papa appare chiaro che la riforma dei cuori, la «conversione pastorale», è condizione necessaria per le riforme strutturali. C’è infatti il rischio che il messaggio del pontificato sia ridotto a slogan, come se bastasse cambiare qualche parola-chiave: oggi vanno di moda le «periferie». La testimonianza del Papa, in realtà, suggerisce a tutti - ai collaboratori, ai vescovi, ai preti, come pure ai laici d’ogni latitudine - ben altra radicalità evangelica, senza la quale anche le riforme rischiano di ricalcare criteri aziendalistici e di rinchiudersi in tecnicismi che non tengono conto della natura della Chiesa, mai sovrapponibile a quella di una delle tanti multinazionali, come ha spesso ripetuto anche Benedetto XVI.
Un tempo limitato per tracciare veri bilanci, ma sufficiente per individuare alcune linee. 

Se la Sposa infedele non si decide a ravvedersi..


Libera nos, Domine!

Dal liberalismo, liberaci, o Signore! A lungo andare, è stato proprio il liberalismo, quale frutto della concezione giusnaturalistica e positivistica del diritto, a delegittimare dall’interno l’autorità dello Stato e ad asservirla alle forze della sovversione programmata; a ben vedere, è sempre il liberalismo, trasposto in ambito ecclesiale travestito da aggiornamento, che ha ucciso la fede e la vita di grazia in tantissime anime di battezzati. Secondo la studiata strategia massonica, alla ricerca della verità oggettiva si è sostituito il culto della dignità umana e la lotta per i diritti dell’uomo con un oblio forzato di quelli di Dio, Creatore del mondo e Redentore dell’umanità corrotta dal peccato originale e perciò stesso incapace di autogovernarsi senza la grazia (ammesso che ciò sia ammissibile in un senso di totale autodeterminazione, con un radicale rifiuto della Sua autorità e la conseguente rimozione della dottrina politica cattolica).

venerdì 11 marzo 2016

Pax democratica

Hilary Clinton, la candidata della ” lobby sionista” per frenareTrump: “Permetterò che Israele uccida fino a 200.000 palestinesi abitanti di Gaza


Hilary Clinton, la candidata democratica alla presidenza degli USA ha inviato una lettera ad un importante società ebraica finanziatrice della sua campagna, impegnandosi ad offrire il suo appoggio incondizionato ad Israele per la sua prossima guerra contro i palestinesi della Striscia di Gaza.
Con la lettera, rivelata, che era stata inviata la scorsa settimana al magnate imprenditore di nazionalità statunitense Haim Saban, la Clinton si impegna a che Israele possa tenere carta bianca in qualsiasi guerra futura contro Hamasincluso fornirebbe luce verde presidenziale per uccidere quasi al 10% della popolazione dell’enclave palestinese.

A ruota libera




Alessandro Gnocchi a ruota libera contro Francesco e Benedetto XVI


Alessandro Gnocchi, giornalista cattolico, ha sempre e con grande coerenza scritto quello che pensa sul conto di Papa Bergoglio. Sicuramente non è stato molto accomodante nelle valutazioni e gli va dato atto di notevole autonomia di giudizio e onestà intellettuale.
Dottor Gnocchi,  è palese che Bergoglio non la convinca del tutto. Che cosa non va ?
“Molti aspetti, ma vorrei sottolinearne uno che penso sia fondamentale”.
Prego…
“La ricerca a tutti i costi, del consenso popolare, il lisciare il pelo a quello che la gente pensa e vuole sentirsi dire. Insomma, Bergoglio parla secondo le logiche del mondo e non rispetta quelle della verità e questo porta delle conseguenze. E’ l’ uomo della pancia “.
Che conseguenze?
“La mondanizzazione. Bergoglio sostiene spesso di voler andare contro una Chiesa mondana e naturalmente fa tutto il contrario di quanto  afferma. In  realtà, lui è il più mondano di tutti, perchè la sua idea di Chiesa radica nel mondo.  La prova più  evidente di questa dimensione terrena o sociale è la recente enciclica ecologica sul creato che si è occupata, infatti, di cose del mondo e della terra senza di fatto occuparsi della dimensione verticale o spirituale”
Che cosa comporta tutto questo?
“Un cedimento graduale e complessivo, generalizzato, della dottrina che diviene ondeggiante, liquida e confusa e  si perviene alla clamorosa rinuncia alla tradizione sia nel linguaggio che nella prassi. Ovviamente la prima vittima di questa situazione è la liturgia sempre più minimalista. Trovo questo sconcertante e preoccupante. Deve preoccupare chi oggi è ancora cattolico”.
 Qualcuno è accusato Bergoglio di essere un relativista, condivide?
“Infatti lo è. Indulge spesso al relativismo, perché non ha  punti fermi, sa mettere tutto in discussione, compresi  concetti immutabili. Ma sarebbe un grave errore contrapporlo a Ratzinger come se il Papa tedesco fosse un fenomeno”.
Perchè?
“In realtà, Bergoglio e Ratzinger sono complementari, due volti della stessa medaglia,  la medesima minestra in piatti diversi. Ratzinger è stato anche lui abbastanza  incerto e forse fumoso, non ha avuto il coraggio di fare il passo decisivo, la svolta. Insomma anche lui un equivoco vivente, ed ha le sue brave responsabilità. Non vedo una frattura netta tra i due, Ratzinger non ha invertito la rotta ed è stato una specie di pesce in barile”.
Infine. Pensa che Bergoglio con quel suo arrangiatevi ai vescovi italiani abbia pesato negativamente sul cammino della Cirinnà?
“Ha sicuramente delle responsabilità. Però anche la Cei le ha. Io non ho grande concetto della Cei, che di fatto gestisce l’ingestibile”.




Papa Francesco, le cause dei santi e quell'equivoco sulle spese da tagliare per i poveri

di Antonio Gurrado | 11 Marzo 2016 ore 18:21

foto LaPresse
Nel fine settimana in cui Papa Francesco compie tre anni di pontificato leggeremo giaculatorie a iosa sulla creazione di una Chiesa povera per i poveri, tanto più dopo che ha diramato un rescritto mirato a rendere più trasparente il turbinio di denaro attorno alle cause di beatificazione e canonizzazione. Di fatto, a partire da oggi, viene sottratta ai postulatori l’amministrazione dei fondi di questi procedimenti per arrogarla alla stessa Sede Apostolica, il cui compito è vigilare che le spese non esorbitino al punto da pregiudicare l’avanzamento delle cause. Il documento pontificio tuttavia è estremamente chiaro nel riconoscere che far santi richiede molto lavoro, pertanto comporta molte spese checché ne dicano i pauperisti.

ARTICOLI CORRELATI Il Papa che viene dalla fine del mondo ora è stoppato dalla periferia Il Papa e il rogo degli assegni: "La chiesa non ha bisogno di soldi sporchi!" Non solo periferie estreme: la visione europea di Francesco, tra radici e identitàAltrettanto chiaramente indica come finalità principale del provvedimento non il risparmio bensì la santità: l’amministrazione controllata serve a non far finire le cause nel nulla, mentre solo ciò che avanza verrà dato ai bisognosi. Leggendo il rescritto mi sono accorto che non ricordavo bene la storia della cena a Betania, in cui Maria sorella di Lazzaro utilizza del costosissimo olio di nardo per ungere i piedi a Gesù. Allora sono andato a controllare: qual era l’apostolo che aveva protestato dicendo che anziché sprecare così l’olio sarebbe stato meglio venderlo e dare il ricavato ai poveri? Era Giuda, come sospettavo.
http://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2016/03/11/papa-francesco-le-cause-dei-santi-e-quellequivoco-sulle-spese-da-tagliare-per-i-poveri___1-vr-139318-rubriche_c187.htm

Milano, via Carlo Maria Martini  –  un lettore ci scrive

Redazione
zzzzmtn1Caro Direttore,
non le scrivo per parlarle di una novità, ma è una faccenda per cui ho il magone da tanti giorni. Le chiedo soltanto se vuole e se ha il tempo di sentire lo sfogo di un vecchio milanese. Sono vecchio proprio nel senso degli anni, ottantotto a maggio, sono nato a Milano e ho sempre abitato a Milano. Ho fatto in tempo per tanti anni ad avere il gusto della passeggiata in centro, quando il centro di Milano era bello, la sera o la domenica.  Via dell’Arcivescovado era una delle vie centrali di Milano, ma se non sbaglio anche lei è milanese e queste cose le sa bene.  Si andava a passeggio da piazza Fontana e poi si girava in via Arcivescovado e si arrivava al Duomo, al nostro bel Duomo, un monumento alla fede che vengono a vedere da tutto il mondo.
Che bisogno aveva Pisapia di cambiare il nome di via Arcivescovado in via Carlo Maria Martini? Una via così centrale, in una posizione così importante era bello che restasse intitolata all’Arcivescovado e basta, perché i milanesi da secoli la conoscevano così, lì c’è il palazzo sede dell’arcivescovo e quindi è giusto che la via sia intitolata all’istituzione, che non passa, mentre invece gli uomini passano.
zzzzmttpP2Ma se si dedica una via nel pieno centro di Milano si dà una grande importanza alla persona a cui si è dedicata. E qui inizia il magone. Sono un vecchio milanese, cattolico e spero di esserlo abbastanza bene, perché alla mia età ogni giorno è un regalo in più e presto dovrò rendere i conti. Ho fatto in tempo da bambino a frequentare il catechismo come si faceva una volta e anche i miei due figli sono stati ancora in tempo. Allora lo chiamavamo semplicemente “la dottrina”, perché a catechismo si andava per imparare la dottrina.
Sono cambiate tante cose nella Chiesa, non devo certo raccontarlo a lei che lo sa bene, e diciamoci la verità. Il cardinale Martini, pace all’anima sua, è stato uno di quelli che di più hanno fatto per cambiare le cose, ma per cambiarle in peggio, con quelle sue insistenze sul dialogo, sulla cattedra dei non credenti, su quella che ho sentito chiamare la “teologia del dubbio”. Questa davvero mi pare una grande sciocchezza, perché la teologia dovrebbe proprio togliere i dubbi. E poi il dialogo. Ma cosa vuol dire dialogare? Mi hanno sempre insegnato che i maomettani hanno una falsa religione, che Maometto era un ingannatore, mia mamma mi insegnava le preghiere, da dire alla mattina e alla sera, e da quando ero bambino non ho mai smesso. I miei genitori mi portavano a messa la domenica, non c’era nessuna discussione su questo, si faceva perché si sapeva che dobbiamo essere fedeli cattolici se vogliamo andare in Paradiso. Io poi queste cose le ho insegnate ai miei figli, che hanno fatto molta fatica con i loro figli, i miei nipoti, perché si iniziava troppo a parlare in modi ambigui e anche il catechismo è diventato una cosa che non capisco più.
Quando Martini è morto ho sofferto molto a sentire le gran lodi che gli hanno fatto in molti. Mi sarebbe sembrato più giusto, per carità cristiana, invitare a pregare per lui, si fa per chiunque muore, e poi non dire altro. E invece no, grandi lodi come se fosse morto un santo e anche da parte del nostro arcivescovo Scola che dava tante speranze e poi anche lui sembra più preoccupato di dare spazio alle moschee che di seguire i fedeli cattolici.
Milano ha avuto un grandissimo arcivescovo , il cardinale Schuster. A lui è stato intitolato un angoletto in centro, che si fa fatica a trovarlo, dietro Palazzo Reale. Schuster è stato un gigante della fede. Ora a Martini per il quale, mi ripeto, sarebbe stato opportuno un bel silenzio e tante preghiere, viene intitolata una via centralissima di Milano, cancellando il nome che i milanesi conoscevano da sempre di via dell’Arcivescovado. Naturalmente Scola era contento, ma di lui ho già detto. Così tra tanti anni la gente dirà che Martini deve essere stato proprio un grand’uomo per avere una via importante in pieno centro e forse qualcuno se riuscirà a trovare la piazzetta Schuster, si chiederà chi era.
La ringrazio se ha avuto la pazienza di leggere questo sfogo di un vecchio milanese cattolico e le auguro buon lavoro a lei e a tutta la redazione di Riscossa Cristiana.
Giuseppe C.

Mortuae In destructionem pecora, Pastor aeternus!

                                     NUOVE ERESIE 
Il teologo tedesco ritorna su uno dei suoi vecchi cavalli di battaglia: l'abolizione del dogma dell'infallibilità del pontefice. Ma il teologo Padre Coggi lo smonta: «La riforma della Chiesa non riguarda i dogmi, riguarda al massimo la pastorale, ma di certo non la dottrina. Nessun dogma può essere abolito nella Chiesa».Infallibilità del Papa, Kung ci ricasca
Fin dai primi secoli la Chiesa di Roma mostrava che “non datur Ecclesia sine Petro”, a significare, appunto che la Chiesa di Roma era tutta presente nel successore di Pietro e da lui rappresentata. Questa Chiesa di Roma, fin dai primi secoli, era detta possedere il “carisma della verità”, riferimento certo in materia di fede, sacramenti e morale. Per cui tutte le chiese ad essa dovevano riferirsi per essere sicure di rimanere nella “Traditio Apostolica”. 

Dalla fin del mondo (o della Chiesa?)


Il Vangelo secondo Lovejoy (1 parte)

«Sicuramente Adamo ed Eva sono stati i primi ragionieri. 
Infatti hanno fatto i conti con Dio!
Se c'è qualche ragioniere in sala gliela spiego dopo... »
(Bart Simpson)

di Matteo Donadoni
Dato che ultimamente, oltre a patire una noiosa akrasia, mi sento il cervello più acciaccato di uno Sherlock Holmes in pensione, senza mai, per altro, aver avuto nemmeno la brillantezza di uno Watson scrittore, faccio questa riflessione nella speranza che non risulti un ragionamento specioso, o, peggio, che non trasudi la speciosità di un pretesto. A voi giudicare, poi, se sarà stata una trovata degna di un cliente di Moe: risulterà facile come giudicare la paralogia di un ragionamento di Homer. In caso affermativo potrei valutare di dedicarmi anch’io all’apicoltura – arte che appresi da piccolo da mio padre e di cui ricordo ben poco. 

Con un bacio tradì il Signore

La Chiesa nel Getsemani

[Editoriale n.13 - marzo 2016]
Anche l'Italia avrà la sua legge che riconosce le unioni omosessuali.
Una legge promossa e votata da politici che si definiscono cristiani. Ciò non deve stupire perché quei politici sono lo specchio perfetto dello stato in cui versa la società. L'unione contro natura è infatti considerata anche dalla maggior parte di chi si dice cattolico come una sorta di giusto diritto da riconoscere a gay e lesbiche... insomma, una cosa normalissima. Del fatto poi che sia un peccato che gridi vendetta al cospetto di Dio, diciamocelo pure chiaramente, non importa un fico secco a nessuno, tanto più alla maggior parte dei suddetti avanguardisti cattolici. Sodoma e Gomorra, le parole infuocate di San Paolo nelle sue Lettere bibliche, gli insegnamenti della Tradizione custodita dalla Chiesa di Cristo... è stato tutto rimosso, dimenticato: retaggio di un passato bigotto e retrogrado.

Chiesa "povera e per i poveri"..

Benvenuti i ricchi. Francesco li accoglie a braccia spalancate


E ne riceve laute elargizioni. Nome per nome, tutti i magnati della finanza e della tecnocrazia ai quali il papa ha dato udienza quest'anno

di Sandro Magister


ROMA, 11 marzo 2016 – Papa Francesco è implacabile contro i ricchi Epuloni che affamano i poveri Lazzaro, contro quella che chiama "economia che uccide".

Eppure gli uomini più ricchi del mondo e i superpotenti della finanza fanno ressa per essere ricevuti da lui. E lui non solo li accoglie a braccia spalancate, ma li ricopre di elogi.

L'ultima a beneficiare degli apprezzamenti del papa è stata Christine Lagarde, ricevuta in Vaticano lo scorso 18 gennaio, riconfermata in febbraio alla testa del Fondo Monetario Internazionale, e ai primi di marzo elogiata da Francesco come "una donna intelligente che sostiene che il denaro deve essere al servizio dell'umanità e non il contrario", davanti a un gruppo di allibiti socialisti cattolici francesi.

Oblio del Concilio (se sette anni vi sembrano pochi..)

Concilio e “spirito del Concilio” 2.0



Nello stendere il post di una settimana fa (“Formidabili quegli anni”), dove parlavo della grande nostalgia per il Concilio e gli anni immediatamente successivi da parte di molti che oggi occupano posti di responsabilità nella Chiesa, mi era venuto in mente che forse fosse il caso di riprendere il discorso sul Vaticano II, con cui questo blog era nato (si vedano le riflessioni contenute nel primo post del 30 gennaio 2009 Concilio e “spirito del Concilio”). In questi giorni poi mi è capitato di leggere un articolo su un altro blog (Campari & de Maistre), nel quale si fanno alcune valutazioni sul Concilio, sostanzialmente condivisibili, che mi hanno persuaso a riprendere la riflessione che era rimasta sospesa sette anni fa.

Hoc est Misericordiae Vultus!


‘Misericordia’. A Reggio Em. i ‘lefebvriani’ minacciati di scomunica, la Messa ‘proibita’

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                                         La ‘Messa proibita’ a Reggio Emilia
Articolo di Cristiano Lugli in esclusiva per Radio Spada, grassettature della redazione [RS].
***
di Cristiano Lugli
Siamo stati abituati – in particolar modo negli ultimi due anni circa – ad ascoltare quel disco in “loop”, disgraziatamente bloccatosi sulla parola “Misericordia”, che non avanza più, non commemora più la parola seguente, che, in quanto attributo di Dio, è Giustizia.
Dagli amboni e dai pulpiti, che siano di arcibasiliche, di cattedrali, di abbazie e di chiese di periferia, la musica è sempre quella: Misericordia!
I parroci, i vescovi, i cardinali e tutti i carismo-clericali hanno assunto come conditio sine qua non questo mantra collettivo, elogiato dalle finestre di piazza San Pietro, propagato come il meglio marketing del rapido consumo fa, esso non conosce ormai opposizioni di linguaggio.

giovedì 10 marzo 2016

Di Gospa in Gospa ?

Nostra Signora di Anguera e Pedro a Rovereto
Sì! Noi c'eravamo, eravamo fra le oltre trecento persone (avete letto bene, 300 persone ed oltre) che la sera del 7 marzo 2016 hanno atteso di  ascoltare Pedro, il veggente di Nostra Signora di Anguera. Ascoltare non gli estremi di un sensazionalismo ridotto alle apparizioni, ma ascoltare un catechista - come ama definirsi con santa ragione Pedro - istruito dalla più bella e dalla più eccellente delle Catechiste, Maria Santissima.
Perchè di Catechismo si è trattato, alla fine, tutto l'incontro con Pedro. Dopo alcuni accenni preliminari sulla sua vita privata e sul come si sono svolti i fatti dalla prima Apparizione, il suo ottimo rapporto con il Vescovo del luogo e la sua stessa Parrocchia, Pedro ha semplicemente innescato una serie di riflessioni che - per chi ascoltava con serenità - convergevano tutte ad un esame della propria coscienza a riguardo del nostro rapporto con Dio, con i Sacramenti, con la Chiesa, in una parola "come testimonio, io, le promesse battesimali, la fede che dico di professare, i Sacramenti che ricevo, l'amore verso Gesù e Maria, e così via?"

Orémus pro Pontífice nostro: clicca Requiem aeternam dona ei Domine!

L'Osservatore Romano
(Nicola Gori) Un clic per pregare o, ancora meglio, un clic per unirsi a tanti fratelli sparsi in ogni parte del mondo. Per pregare insieme secondo le intenzioni del Papa, ma anche per aiutarsi a vicenda e scambiarsi il sostegno spirituale. Si tratta di una innovativa App dal nome Click to pray. È la nuova piattaforma digitale promossa dalla Rete mondiale di preghiera del Papa. Lo spiega il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale, in questa intervista al nostro giornale.

Come è nata l’iniziativa? 
Per aiutare a pregare secondo le intenzioni del Papa, in modo particolare in quest’anno della misericordia, desideravamo un’App che in maniera semplice e intuitiva sostenesse l’impegno della preghiera per le sfide del mondo e della missione della Chiesa.