ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 8 giugno 2019

Spietatamente postmisercordiosi

Oltre la linea ci salva la Verità


Non so se vi sia più arroganza e compiacimento del potere sotto i girocollo blu e le croci a Tau dei preti postcristiani o sotto le grisaglie e i pantaloncini a tubo dei finanzieri postcapitalisti. Gli uni e gli altri spietatamente postmisercordiosi, a seconda dell’ufficio proprio, nel negare la comunione a chi si inginocchia davanti a divino sacramento oppure il mutuo a chi crede ancora nell’avvenire dei figli. Gli uni e gli altri uniti dalla medesima incomprensione per gli elementi minimi di umanità. Il potere comanda e loro eseguono.

Le gelide esecutrici

Noa e le amorevoli cure terminali della “neomadre”

«Il male mi vince. Conosco il misfatto che sto per compiere. Ma il furore dell’animo che spinge i mortali alle più grandi colpe è più forte di me in ogni altro volere». Il genio tragico di Euripide, era il 431 a.C., scolpiva, con Medea, il prototipo eterno della madre snaturata che, trascinata in un groviglio inestricabile di ossessioni profonde e passioni violente, arriva a compiere l’«atto orrendo» di uccidere i propri figli. Dilaniata tra la furia omicida e rigurgiti insopprimibili di istinto materno, Medea medita la più disumana vendetta nei confronti dello sposo Giasone, «traditore e spergiuro». Vuole farlo soffrire nel modo più tremendo per riparare all’ingiustizia che si è consumata ai suoi danni – e ai danni di una società intera – sotto la maschera di perbenismo ipocrita dei senza-dio disposti, per brama di potere, a violare persino i sacri giuramenti, come quello che suggella il vincolo sponsale e il dono reciproco della vita.  

Fuori dalla dottrina

Così una parte di Chiesa cattolica celebra il mese del pride

I progressisti presenti nella Chiesa cattolica, anche a livello ecclesiastico, elogiano il mese dedicato alla promozione dei diritti Lgbt. Polemiche in arrivo

C'è una parte di Chiesa cattolica che interpreta la pastorale dell'accoglienza in modo estensivo.
Le battaglie della comunità Lgbt - ci si domanda - devono essere solo accolte o possono trovare piena legittimazione negli ambienti ecclesiastici? Per alcuni di questi, specie tra quelli americani e progressisti, non esiste una differenza sostanziale tra i due approcci possibili.

Una vergogna doppia

Quando il nemico ce l’abbiamo in casa
Pubblichiamo la seguente lettera ai fedeli, scritta dai vescovi del Lazio e, diversamente da come facciamo di solito, intercaliamo brevemente i nostri commenti. Questo perché siamo convinti che i nostri lettori si renderanno conto da soli della gravità di iniziative del genere, che testimoniano la tragica realtà di tanti pastori che sono ormai al servizio del nemico. 
Questi tanti, che avrebbero il dovere di servire Cristo e la Sua Chiesa per la salvezza delle anime, ormai non nascondono più il loro intento di servire l’Anticristo a danno delle anime.

Preghiamo perché la Santa Vergine ci ottenga la grazia del necessario intervento divino, come e quando il Signore vorrà. Per intanto è nostro dovere di cattolici non seguire questi cattivi pastori e fare quanto è in nostro potere per restare saldi nella fede in mezzo a tanto sfacelo… DEO IUVANTE.

L’Antibabele

Pentecoste e migrazioni

https://www.terrasanta.net/wp-content/uploads/2019/04/l_Gottlieb-Jews_Praying_in_the_Synagogue_on_Yom_Kippur.jpg(immagine aggiunta)
«Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, stranieri di Roma, Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio» (At 2, 9-11).


Per la festa ebraica di Pentecoste si radunavano a Gerusalemme uomini di ogni parte del mondo allora conosciuto. Si trattava o di Ebrei della diaspora che, in occasione della Pasqua, si erano recati in pellegrinaggio nella Città santa o di pagani che, per mezzo dei primi, erano venuti a conoscenza della religione rivelata e l’avevano accolta. Il loro viaggio era stato dettato da ragioni puramente spirituali, mentre l’esilio del popolo eletto era stato causato da sciagure di immane gravità: la conquista e distruzione prima di Samaria, capitale del regno del Nord, ad opera degli Assiri (721 a.C), poi di Gerusalemme stessa da parte dei Babilonesi (586 a.C.), con le conseguenti deportazioni. Una parte del popolo, grazie all’editto di Ciro (535 a.C.), aveva potuto far ritorno nella sua terra per ricostruirvi il tempio e la città, ma anche il resto disperso manteneva con essa stretti legami.

Non sanno più a cosa credere

“Perché lo ha detto Papa Francesco”

Dan Hitchens, che è il vice direttore del The Catholic Herald, in questo articolo ci parla delle frasi dette da Papa Francesco che sono poco chiare e che provocano confusione nei fedeli. Sono frasi di cui ha poi detto di non ricordare.
Ecco il suo articolo nella mia traduzione.
Cattedrale gotica: vetrate
Papa Francesco lo sapeva? Gli fu detto, cinque anni prima che il mondo lo scoprisse, che il potente cardinale McCarrick era un molestatore sessuale seriale? Il diplomatico che sostiene di aver informato il papa, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nomina due date in cui ha sollevato la questione con Francesco: 23 giugno e 10 ottobre 2013. Ma il Santo Padre, in una nuova intervista con Valentina Alazraki, dice semplicemente che non riesce a ricordare. “Quando [Viganò] mi ha detto di avermi parlato quel giorno, è venuto ….. Non ricordo se mi ha detto questo. Se è vero o no. Non ne ho idea”.

Ebbri di vino dolce?

Proclama immigrazionista a Messa, preti laziali coscritti

I vescovi del Lazio hanno deciso che per la Pentecoste - che si celebra domani - venga letta in tutte le chiese, durante le varie Messe del giorno, una lettera ai fedeli delle diocesi laziali sui migranti. Politicamente strumentale e quindi illegittima. Molti preti si interrogano se disubbidire a una violazione del genere: «Ho dato la vita per Cristo, non per un partito». 



I vescovi del Lazio hanno deciso che per la Pentecoste – che si celebra domani - venga letta in tutte le chiese, durante le varie messe del giorno, una lettera ai fedeli delle diocesi laziali. Ve ne offriamo alcuni stralci, quelli più significativi. E poi cercheremo di commentare questo documento veramente singolare, che sembra collocarsi a metà strada fra una forma di autolesionismo e l’ingerenza partitica.

venerdì 7 giugno 2019

Non ci rimpiangerà nessuno...

GLI ELETTI E 7 MILIARDI DI GOYIM


Poche decine di eletti e sette miliardi di goyim. Vivere è soltanto un vizio assurdo, come diceva Pavese, meglio perderlo? Noi siamo nulla: insignificanti numeri nella massa, goyim fra altri goyim e non ci rimpiangerà nessuno? di Francesco Lamendola  

 0 18 mose

 La tristissima vicenda della diciassettenne olandese Noa Polthoven, che ha scelto di morire con l’aiuto dello Stato perché, affetta da una sindrome depressiva, non aveva più voglia di vivere, non è che l’ultimo anello di una catena che parte da lontano e che probabilmente seguiterà in forme sempre più esplicite, e la cui filosofia si può riassumere in pochissime parole: invogliare la gente, e offrirle tutti i mezzi possibili, a non vivere più. A togliersi di mezzo. A uccidersi o farsi uccidere, ma in maniera “dolce” e, nello stesso tempo, perfettamente legale. A sollevare tutti, parenti e amici, non solo da ogni senso di colpa, ma anche da ogni responsabilità legale. La scelta di morire deve diventare una scelta contemplata dalla giurisprudenza e autorizzata, se non anche favorita, dalle politiche degli Stati  e dalla cultura del politically correct.

A chi avesse dei pruriti areligiosi

Scegliere di morire ?


In questi giorni si è riacceso il “dibattito” sulla possibilità “legale” di scegliere di morire. Pareri pro e contro l’eutanasia e il suicidio assistito, addirittura proposte di “legge” per giungere finalmente ad una regolamentazione della volontà di morire; con i “dovuti limiti”, però, e in base al “rispetto della persona” e al “rispetto per la libera volontà”!!! 

Questi non li spella nessuno!

Una “Messa dell’Orgoglio” LGBT?

Potrebbe sembrare curioso, ma è proprio così. In due parrocchie del New Jersey verrà celebrata per il secondo anno consecutivo una “Messa dell’Orgoglio” LGBT, con tanto di benedizione speciale per coloro che in seguito prenderanno parte alle marce dei Gay Pride.
Ecco un articolo di Lisa Bourne, nella mia traduzione.
Cardinal Joseph Tobin
Cardinal Joseph Tobin
Una parrocchia cattolica nell’arcidiocesi di Newark ospita la sua seconda messa annuale associata agli eventi del gay pride nel corso di questo mese.
Nostra Signora delle Grazie a Hoboken, New Jersey, insieme alla sua parrocchia di San Giuseppe, sta pubblicizzando la sua “2a Messa annuale dell’orgoglio a sostegno dei nostri fratelli e sorelle LGBTQ”.

Chi lo spellerà?

Il cardinale Pell al processo d'appello, punti per la difesa

Dopo la condanna in primo grado per presunti abusi su minori, la Corte d'appello sta analizzando il ricorso di George Pell. L'accusa è in difficoltà. Uno dei tre giudici nota che la sola testimonianza (più volte cambiata) dell'accusatore non è sufficiente; e un altro giudice dubita dell'attendibilità del racconto sugli abusi avvenuti in cattedrale subito dopo l'affollata Messa domenicale.


Nei prossimi giorni - quando, di preciso, non è noto - i tre giudici della Corte d'appello renderanno nota la loro decisione; e cioè se la prima sentenza che condanna il cardinale George Pell per presunti abusi su minori verrà confermata, o rovesciata. In quest'ultimo caso il porporato, che sta vivendo in prigione quello che chiama “un ritiro”, tornerà libero. Ma è molto probabile, quasi sicuro, che sia in un caso che nell’altro la battaglia giudiziaria si trasferirà all’Alta Corte di Giustizia australiana, per una sentenza definitiva.

Tempi duri per i troppo cattolici..

Lourdes, santuario sottratto al vescovo "troppo" cattolico
https://image-media.gloria.tv/placidus/b/mp/snm2af4gq9krwrxgceq91shpswrxgceq91shq.jpg(immagine aggiunta°)

Il vescovo ausiliare di Lille, Hérouard, nominato delegato pontificio a tempo determinato per la cura pastorale del santuario, è noto per le sue posizioni molto "liberal" in fatto di liturgia e dottrina, e recentemente è stato protagonista di interventi politici contro i populismi e contro Marine Le Pen. La comunicazione della Santa Sede accusa il vescovo Brouwet, che resta titolare della diocesi, di aver dato troppo spazio «all'aspetto gestionale e finanziario», ma egli, nominato giovane da Benedetto XVI, è conosciuto piuttosto per la sua ortodossia in fatto di dottrina morale e per lo spazio concesso a chi arriva a Lourdes celebrando nella forma straordinaria del rito romano. In oltre 150 anni, è la prima volta che la Santa Sede interviene su Lourdes.



Lourdes come Medjugorje. Seguendo l'esempio della nomina di monsignor Hoser fatta un anno fa per la situazione della cittadina bosniaca, papa Francesco ha scelto di inviare un suo delegato per la cura pastorale dei pellegrini anche nel centro mariano francese. In quest'ultimo caso, però, a differenza del noto precedente, l'incarico non sarà a tempo indeterminato. La decisione del papa, in un articolo scritto su VaticanNews dal direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli, viene attribuita alla sua intenzione di "accentuare il primato spirituale rispetto alla tentazione di sottolineare troppo l’aspetto gestionale e finanziario".

giovedì 6 giugno 2019

Possiamo ancora farcela?

AGENTI PATOGENI DEL NICHILISMO


Le forze del male hanno assunto i panni della quotidianità? Prima regola di sopravvivenza: eliminare i parassiti. Il vile tradimento di una casta di privilegiati parassiti: gli intellettuali, veri agenti patogeni del nichilismo 
di Francesco Lamendola  

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Il Lancillotto di Chrétien de Troyes pone un problema ermeneutico piuttosto imbarazzante, perché esalta quell’amore-passione fuori del matrimonio, rispetto al quale i precedenti romanzi dell’autore, Erec et Enide e Cligès, avevano eretto il loro inno di superiorità all’amore coniugale. Come risolvere questa contraddizione? 

Lo zitellone

Bergoglio sancisce la fine impossibile del Cattolicesimo




Nell’anno 70 dopo Cristo, il futuro imperatore romano Tito rase al suolo il Tempio di Gerusalemme, ponendo fine, di fatto, alle continue rivolte ebraiche contro la dominazione romana. Ma quella distruzione dell’unico luogo di culto del popolo ebraico significò anche la fine dell’ebraismo mosaico.
Il Tempio di Gerusalemme era il luogo in cui si rinnovava il culto ebraico, attraverso il sacrificio operato secondo quanto aveva prescritto Dio stesso a Mosè. Distrutto il Tempio, cessò il culto ebraico e quindi ebbe fine la religione ebraica mosaica, rimase solo una sorta di religione laica elaborata e retta dai rabbini che ancora oggi praticano l’ebraismo talmudico e non più mosaico.
Tuttavia, la Provvidenza di Dio aveva già predisposto la continuazione del culto dell’Antica Alleanza, attraverso la Nuova ed Eterna Alleanza stabilita da Nostro Signore, la quale sostituì all’antico sacrificio del Tempio il nuovo ed eterno Sacrificio della Croce, da rinnovarsi in perpetuo dagli Apostoli e dai loro successori con la celebrazione della Santa Messa: Sacrificio incruento di Nostro Signore offerto al Padre per la salvezza del mondo. E’ quello che si è chiamato e che si chiama “Eucarestia”, e il giorno in cui questa cessasse di essere celebrata, con ciò stesso cesserebbe il culto dovuto a Dio. Non bisogna dimenticare, però, che equivalendo la fine del culto alla fine della religione cattolica e della Chiesa, per espressa volontà di Dio questo non avverrà, come promesso da Nostro Signore (Cfr. Mt. XVI, 18).

Sarebbe l’apocalisse?

La fine di Pell

Ma quale riforma della curia, in Vaticano si vuole sapere come andrà l’appello del cardinale australiano


Il cardinale non ha voglia di parlare della riforma della curia – “Sì, è quella che si è vista sui giornali, non mi pare tutta questa gran cosa, obiettivamente. Vedremo poi all’atto pratico” – perché mi dice che c’è ben altro di cui parlare. 

Animali sacrificabili

NOA POTHOVEN: CI INTERROGA!


Obitorio Occidente? Si consuma una nuova sconfitta dell’umanità, in una società "decomposta" e la riduzione di noi stessi a "bestiame". La tristissima fine di Noa Pothoven morta suicida a termini di legge nel salotto di casa sua 
di Roberto Pecchioli  

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Questo non è un articolo e neppure una riflessione. Cerca di essere una nuda cronaca tratta dalla stampa internazionale di un evento terribile che interrogherebbe la nostra coscienza se ancora ne avessimo unala morte per eutanasia, ovvero per omicidio di Stato, di una bella ragazza olandese di 17 anni, Noa Pothoven, che si considerava troppo depressa per poter vivere. Le domande, le risposte, i pensieri li lasciamo a chi legge, se vorrà. L’evento sarà presto dimenticato. Panta rei, tutto scorre, nell’obitorio Occidente. Gli ingredienti post moderni ci sono tutti: il disagio giovanile, lo stupro in tenera età che ha scatenato il suo male oscuro, la famiglia spappolata di fatto, lo Stato- mamma trasformato in assassino a termini di legge, il degrado delle professioni mediche e psicologiche – i dannati esperti! – la disperazione di vite senza significato, la riduzione di noi stessi a bestiame, anzi a cose, il carattere pubblico dell’“avvenimento” attraverso la condivisione sulle reti sociali.
Dopo i casi dei piccoli inglesi lasciati morire per il costo delle cure, la vicenda ancora aperta di Vincent Lambert, il giovane francese a cui la République vuole staccare la spina, avanti con l’orrore ordinario. La pena di morte, espunta dai codici penali per la sua disumanità, ritorna con prepotenza in una società non più malata, ma agonizzante. La domanda che rivolgiamo a chi conserva il senso della vita e della civiltà è la seguente: vale ancora la pena battersi, nell’Occidente terminale o non è preferibile che il moto discendente acceleri ulteriormente e la faccia finita con l’agonia straziante di una civilizzazione malata di tutto, drogata di falsa libertà, individualismo, pervasa da una violenza contro i più fragili e contro se stessa ormai irrefrenabile in  quanto iscritta nel DNA del corpo sociale, garantita dalle leggi degli uomini, divenuta senso comune ? Forse, bisogna guardare dritto nei begli occhi azzurri e profondi di Noa per darsi una risposta, o almeno non cedere alla rassegnazione più cupa.

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È stato più facile lavarsene le mani e ucciderla, ma ciò di cui quella ragazza aveva bisogno era amore, comprensione, una mano nella sua che la accompagnasse nel viaggio attraverso il dolore!

Vediamo i fatti, a partire dal titolo di un grande organo di stampa internazionale: un'adolescente olandese violentata da un cugino organizza il suo suicidio con la sua famiglia. Occorre sapere che nei Paesi Bassi, per inciso la nazione dove si è manifestato prima che in ogni altro angolo d’Europa lo spirito mercantile, l’eutanasia è legale da tempo, guarda caso proprio dall’anno di nascita della sfortunata Noa. Per i minori di 16 anni occorre il consenso dei genitori o dei tutori, dopo la morte è libera. Un’associazione di psicologi locali (Ippocrate non era olandese) chiede che il consenso familiare venga abolito a partire dei 12 anni di età: bambini. L’eutanasia, la dolce morte per i suoi sostenitori, impresari funebri seriali, costituisce almeno un quarto di tutti i decessi dei Paesi Bassi, dove più perfezionato è il sistema e dove molti medici, infermieri e operatori sanitari si sono trasformati in efficaci, igienici, asettici boia a carico del bilancio pubblico, altrettanti Mastro Titta con siringa, camice e laccio emostatico.
Noa Pothoven era una bella adolescente di talento, come dimostra la sua autobiografia, Vincere o imparare, divenuta un libro di successo. E’ vissuta in una società ricca di beni materiali, orgogliosa della sua emancipazione e tolleranza, dove la vita e la morte possono essere banalizzate, persino confuse, specie dai più giovani, attraverso la pratica corrente della morte assistita, garantita e pagata dallo Stato. E’ forse questa miscela esplosiva di ricchezza, indifferenza a ogni principio e solitudine esistenziale a spiegare la cupa vita e la tristissima fine di Noa, suicida a termini di legge nel salotto di casa sua trasformato in studio medico. E’ morta con il consenso dei suoi parenti che si sono placidamente accomiatati da lei. Placidamente, i giornali scrivono davvero così, ma non vorremmo essere nei loro panni. Noa era stata vittima di abusi nell’ infanzia da parte di un cugino, il che le aveva causato depressione prolungata, disturbo post-traumatico da stress e anoressia a un punto tale che considerava impossibile la permanenza in vita. Ha detto e scritto sulle reti sociali, ultimo brandello di vita di relazione: “sto ancora respirando, ma non sono viva”.
A sedici anni andò in una clinica specializzata (specializzata in che cosa? Forse anche i Gulag possono fregiarsi di tale qualifica) senza dirlo ai genitori per chiedere di togliersi la vita. In un barlume di saggezza gli operatori – una terribile professione i cui effetti ci atterriscono – rifiutarono convinti che la sua maturità cerebrale non fosse pienamente sviluppata. Strana motivazione, dall’inquietante, gelido materialismo burocratico. Noa aveva apparentemente tutto ciò che una ragazza della sua età poteva desiderare. I video in rete mostrano una giovane bionda che parla con disinvoltura, educazione, proprietà di linguaggio. Ma quello che svelano le parole è una profonda sofferenza emotiva che non le permette di vivere in pace, il suo unico desiderio è morire. Le autorità avevano dapprima deciso che Noa smettesse di andare a scuola a causa dei suoi problemi psicologici, quindi hanno accettato la soluzione del suicidio nel salotto di casa. Tutto sommato, un caso come tanti, nel paese dei tulipani, dove si praticano decine di “interventi” del genere al giorno (lavorativo). Morte su appuntamento.

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Obitorio Occidente? Si consuma una nuova sconfitta dell’umanità, in una società "decomposta" e la riduzione di noi stessi a "bestiame"!

Raggela un commento di Lisette, la madre di Noa, che lamenta che nei civili, avanzati, progressisti Paesi Bassi, non esista una rete di assistenza pubblica per casi come quelli di sua figlia. A suo parere, i tentativi di trovare aiuto psicologico e gli impacci burocratici del sistema sanitario sono stati esasperanti. Emblematico: ha delegato la vita di sua figlia allo Stato, chissà se ha lottato con tutte le forze di madre per la vita della ragazza. Non ci permettiamo di giudicare, ma almeno di dubitare. La sventurata non ha pensato che fosse sbagliato tenere la figlia per più di 10 giorni in una sorta di stanza d'ospedale montata nel salotto di casa sua ad Arnhem, fino alla morte per inedia, poiché aveva smesso di mangiare e bere.
La morte di Noa è stata praticamente un evento pubblico. Lei stessa aveva narrato su Instagram la sua storia: “Ho pensato a lungo se fosse necessario condividerlo o meno, ma alla fine ho deciso di farlo”, dice il suo ultimo post. “Forse sarà una sorpresa per molti, ma l'ho progettato, ho pensato a questo piano per molto tempo e non ho preso la decisione in modo impulsivo”. Spiega di aver smesso di mangiare e bere e di aver preso la decisione di smettere di vivere con l’assistenza di un’équipe medica. Una squadra di necrofori specializzati che, al termine delle otto ore lavorative, hanno timbrato il cartellino, sono tornati a casa e dormono sonni tranquilli. Con lucidità disarmante ha scritto: “andrò dritta al punto: morirò in un massimo di dieci giorni. Dopo aver combattuto e combattuto, sento di essere esausta per tutto questo.”
Non è mancata la presenza di una specie di Emma Bonino o Monica Cirinnà olandese, la deputata verde Lisa Westerveld, che ha seguito la storia, conosciuto bene la minore ed è andata a salutarla prima del trapasso. “E 'stato bello rivederla, ma anche un po' irreale. Noa era incredibilmente forte e molto aperta. Non lo dimenticherò mai. Continuerò la tua lotta”, ha dichiarato. Quale lotta?Quella per far morire altri disgraziati che avrebbero bisogno di una comunità, di un abbraccio e di un mondo che diffonda principi e valori, non messaggi di disperazione, inutilità, la cultura dello scarto che genera mostri e uccide chi è più fragile, più sensibile, più profondo? 

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L’eutanasia, la dolce morte per i suoi sostenitori, impresari funebri seriali, costituisce almeno un quarto di tutti i decessi dei Paesi Bassi, dove più perfezionato è il sistema e dove molti medici, infermieri e operatori sanitari si sono trasformati in efficaci, igienici, asettici boia a carico del bilancio pubblico!

I media olandesi – non stupisce granché – non hanno dedicato molto spazio alla vicenda. Cattiva coscienza, assuefazione, imbarazzo, timore a sollevare interrogativi, aprire il dibattito sulla verità di una società che uccide così i suoi figli? La maggior parte delle opinioni dei lettori sono di comprensione e financo di apprezzamento. C’è chi denuncia sintomi analoghi a quelli di Noa, alcuni sembrano intenzionati a seguire il suo esempio. Un commento ci ha colpito: rivolgendosi a Noa, accusa: “scrivere un libro su di te, inclusa la tua foto in copertina, in modo che tutti possano sapere quanto stai male, ha qualcosa di teatrale”. E’ tragicamente vera l’accusa alla società in cui tutto è spettacolo, anche il disagio, anche la morte. Un altro lettore aggiunge: “come amico di una persona morta di cancro troppo giovane (ventidue anni) l'anno scorso, è difficile accettare che le persone scelgano la propria morte, mentre altri non hanno l’opportunità di godersi la vita. Questa ragazza era malata di mente. Avrebbe meritato una vita migliore “.
Osservazioni che conducono a un punto centrale delle nostre orgogliose civilizzazioni che si ritengono onnipotenti. Non sappiamo quale fosse lo stato mentale della povera Noa. Certo, avrebbe meritato di essere curata e ricondotta alla speranza. Intanto, si consuma una nuova sconfitta dell’umanità, in società decomposte nei quali si sono rotti definitivamente i vincoli di prossimità. Il presidente di Scienza e Vita, Alberto Gambino, lancia un allarme. “Questa storia di grande tristezza deve essere un monito per il nostro Paese ad evitare di arrivare a punti di non ritorno. In Paesi come l’Olanda il suicidio assistito è legalizzato, ma questo modello porta ad una freddezza nei rapporti, a rompere qualsiasi vincolo di solidarietà. “ C’è di più, ed è l’allarme medico : “gli stati depressivi si curano, diversamente pensare che l’esito sia di potere arrivare alla morte artificiale è una grande sconfitta per l’umanità. Davanti alla depressione si combatte per trovare una via di uscita. Da un lato c’è la libertà della persona che vuole lasciarsi andare ma dall’altra c’è la situazione che fa leva sulla solidarietà. Invece qui si arma la libertà di chi deve farla finita e, paradossalmente, chi è accanto non può esprimere in pieno la solidarietà.”
Parole di verità da chi è in prima linea, alle quali va affiancato un dibattito più complessivo. Se la vita non vale niente, neppure quella di una ragazza all’alba dell’esistenza, è perché senza principi superiori alle leggi scritte dagli uomini diventiamo bestiame in balia delle onde, oggetti ammucchiati in un cantone, intercambiabili, lampadine da spegnere senza ripensamenti, con un clic. Un’iniezione e via nel nulla, poiché l’Oltre non è più neppure immaginato o posto come ipotesi.   

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Famiglia addio! La tristissima fine di Noa Pothoven morta suicida a termini di legge nel salotto di casa sua: raggela un commento di Lisette, la madre di Noa, che lamenta che nei civili, avanzati, progressisti Paesi Bassi, non esista una rete di assistenza pubblica per casi come quelli di sua figlia!

  
Obitorio Occidente: il caso Noa Pothoven

di Roberto Pecchioli

continua su:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/mondo-donna/7629-obitorio-occidente-il-caso-noa-pothoven

LA SOCIETA’ ANTI-EDUCATIVA


Come se  non fosse vero che nei Paesi Bassi l’eutanasia è autorizzata ai minorenni, anche ai  dodicenni.  Esasperato, l’amico Gianluca Marletta, scrittore, saggista, grida la verità che “i media” e “i progressisti” censurano.
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E’ “l’OMICIDA FIN DAL PRINCIPIO perché odia l’immagine che è in noi”. Dunque, grida, “tutto quel che  questa splendida civiltà (la “migliore possibile”, giusto?)  sa dire al cospetto della sofferenza è: crepa!
Poi aggiunge :  “Tranquilli: in quella latrina che è il Nord Europa lo fanno “legalmente”; qui da noi lo fanno – a migliaia  – senza autorizzazione. Lo si fa per un compito andato a male, per una donna che non te la cede, perché non assomigli alla sgallettata di Uomini&Donne – o perché  le somiglia troppo.
Ma è comprensibile: sei uno scimmione “evoluto per caso”, esisti per eiaculare e sbronzarti, e  hai una fottuta paura di morire ma soprattutto di vivere!”
Ora, Gianluca è un insegnante, sta tutti i giorni coi ragazzi. E  lancia l’allarme per esperienza.  I suicidi dei bambini e degli adolescenti manifestano anche da noi il crescere del buio.  L’insensato finirsi , che finisce spesso in un colonnino sul giornale. Questi adolescenti e pre-adolescenti così orribilmente facili a farla finita per una qualunque contraddizione e difficoltà, per sfuggire a condizioni vitali di cui hanno  una paura invincibile; debolissimi zombi viziosi che per una delusione d’amore o un’umiliazione sul web  hanno bisogno di soccorso psichiatrico, e impulsi suicidi, che oscuramente  vedono la  morte come evasione e fuga. Sono gli stessi che cercano “emozioni”  estreme per vincere la coltre  di insensibilità, anedonia e di noia che li divora  – sono fra noi. Affollano le discoteche  ripugnanti e urlanti  per “eiaculare e sbronzarsi”, per farsi di eroina gialla che sanno benissimo  li farà morire –

 Necessità  delle prove iniziatiche

Questi ragazzi e ragazzine li  ha creati  la società anti-tradizionale, che ha svalutato davanti a loro la dignità e l’orgoglio  del “vincere se stessi”, nella castità come nelle prove; che non ha insegnato loro la vergogna del comportarsi da vili, da  “dipendenti” da qualcosa  – da qualunque cosa, dalla droga, dal cibo,  dal bullo scolastico, dallo smartphone, dalla pornografia  – che  non ha promosso davanti a loro lo sforzo  di affrancarsi dalle soggezioni.  Questa è anti-civiltà. E  fin dalla nascita, i genitori, barbari non civilizzati, anti-educati allo stesso modo, ossia a perseguire il piacere e fuggire il dolore come unico  orizzonte  – impartiscono gli anti-principi. Lo fanno tenendoli nella bambagia, tenendoli lontani dalle “cose tristi”; evitando loro ogni difficoltà.
Vedo sempre più  bambini portati  in carrozzina, benché ormai abbiano l’età per camminare da soli.  E’ già il primo anti-insegnamento materno. Insieme al tenerli lontani da ogni realtà “troppo dura”, nemmeno si deve pronunciare  parole come malattia, morte,  ripararli  perfino dalle immagini “crude”,  proteggerli dalle favole antiche,  che sono sessiste, omofobe, che fanno male.  Mamme che   proteggono “troppo” i bambini,  che  ansiosamente  chiedono loro di esprimere i loro desideri per esaudirli subito, che  viziano di cibo, o abiti firmati, piccoli insopportabili principini  … che gli impediscono di fare esperienze virili “perché io voglio stare tranquilla”, e poi non  si allarmano dei veri pericoli, mortali, in cui questi stanno affondando  a capofitto, porno, droga, uso del sesso,  dipendenza dal branco, silenzio vile alla prepotenza del bulletto.
Ovviamente chiunque conosca qualcosa di civiltà e culture vede che cosa manca alla nostra. Cosa sottrae, questa, ai ragazzi: la prova iniziatica. Qualunque altra civiltà dispone  per i giovani uno (o più) metodi accertati  di iniziazione,  che sono il contrario della “protezione” e “risparmiargli le sofferenze”:  i giovani vengono, in modo controllato   –  esposti a sacrifici e pericoli, freddo e fame; vengono lasciati nella giungla o nella steppa –  introdotti in un “altro mondo” pauroso, di privazioni e durezze, di orchi e  draghi  – quello che echeggia nelle antiche fiabe –    fino a che abbiano visioni del loro Protettore supremo (l’angelo custode) o la rivelazione del loro  Vero Nome (segreto) con cui li si chiama nella Realtà.  Più radicalmente, i giovani vengono fatti passare per l’esperienza di morte: la morte iniziatica.

L’anticiviltà delle Madri

La morte di cui le Mamme  oggi “proteggono” i   figli loro, con  superstizione magica –  quasi che la sola evocazione la attivasse.  La società intera bandisce  il discorso  di morte con la stessa forza superstiziosa, anche se poi  la dà con l’eutanasia : ma basta non pronunciare la parola, perché “spaventa”. Come basta non  dire “negro” e si risolve il problema delle  identità culturali non integrabili, come basta non far vedere le guerre che dilagano.

Le Madri sono anche le Erinni

Dal punto di vista della civiltà, questo sintomo è inequivocabile:  domina  l’anticiviltà delle Madri  (aborrita dal mito greco).   L’iniziazione infatti fu essenzialmente  il metodo sacrale  per strappare il figlio dalle Mamme;  dalla condizione sub-umana di   mera  “natura” biologica, dominata dai bisogni elementari soddisfatti imperiosamente dalle  Donne  – per introdurlo (con una morte e rinascita) nel regno dei Padri: ad assumersi le  responsabilità dell’uomo, l’orgoglio nel sopportare le avversità e nella libertà conquistata dalla spada, nel vergognarsi  di essere vile e ignobile.  Perché l’entrata nel super-biologico è aver dominato la morte  che le Madri tanto temevano, aver conosciuto in visione o sogno il proprio Nome sacro, eterno, che è anche  il proprio compito.  L’assunzione di responsabilità di uomo – difensore  o agricoltore, marito o asceta, o consacrato –   li giustificherà per l’eternità.  Da qui la nobile sicurezza, l’eloquio preciso e forbito,  alto, epico,  con cui parlavano i  guerrieri di Omero, i romani prischi  come i pellerossa e i santi staretz della Russia monacale.
Una Chiesa evirata, che rifiuta “la durezza” e  accoglie senza limiti, non a caso piena di sodomiti, non può  certo affrancare dal dominio delle Madri.  Lo stesso apparire ed esibirsi degli omosessuali nella società attesta il potere delle Madri: è perché è fissato nel culto della propria mamma,  che è anche un incesto refoulé,  ed  ha escluso vittoriosamente il padre, che il finocchio non può avere rapporti adulti  con le donne, è un  bambino bloccato e femminilizzato.
Come proporre una metodo pedagogico deliberatamente consistente in prove iniziatiche? Ossia l’addestramento dei giovani al pericolo, alle privazioni,  facendogliele vivere non come un malestare o noia, ma come  vittoria  ed  eroismo?  Come conquista del coraggio (che va esercitato) e della nobiltà d’animo?
Come rendere forti i bambini perché non si uccidano per nulla?
Quel  che è peggio, è che non si viva questo come una tragedia collettiva, sociale.

Il dottor Peterson

Mi pare che il solo che in questi anni ponga il tema, è Jordan Peterson. Lo psicologo clinico e  docente canadese, diventato famoso per essersi rifiutato  di  apostrofare con i “pronomi neutrali” i suoi studenti che “si sentono” transessuali o “di genere” in qualche modo  diverso ed esigono “rispetto”  per il loro “gender”: cosa che in Canada sta diventando obbligatoria per legge –  e infatti l’università di Toronto gli ha diretto due ammonizioni scritte.
Ovviamente tra i detrattori (“arcobaleno”, dittatori del politicamente corretto, che lui accusa giustamente di totalitarismo)  il professore  ha anche un numero notevole di ammiratori e seguaci, che seguono i suoi video autoprodotti e divorano i suoi libri:  è l’ambiguo successo che dà la società dello spettacolo che tutto ingloba.
Ma la sua serietà di studioso e il suo spessore umano e intellettuale  è indubbio:  è uno di quegli uomini che “dicono la verità”.  Fra l’altro, come clinico, ha studiato a fondo i casi di violene da droga o alcol, quindi le forme estreme di dipendenza”  sub-umana.
Un scorsa delle sue citazioni mostra una quantità di riferimenti alla necessità  pedagogica  della prova iniziatica, e una precisa consapevolezza del  dovere di affrancarsi dalle Madri.
“Domanda per i genitori: vuoi rendere i tuoi figli al sicuro, o forti?” 
È molto meglio rendere gli   esseri che sono sotto le tue cure  competenti che proteggerli.” 
“Se a un bambino non è stato insegnato a comportarsi correttamente all’età di quattro anni, sarà sempre difficile per lui  farsi amici”.
Rafforza l’individuo. Comincia da te stesso.  Prenditi cura di te: definisci chi sei, affina la tua personalità.  Scegli  la  tua destinazione,  e articola il tuo Essere. Come disse molto bene Nietzsche,  “colui la cui vita ha un perché può sopportare quasi ogni come”.
“Devi definire dove  sta andando nella vita, perché non ci arriverai  se non muovi in quella direzione. Vagabondaggi casuali non ti faranno avanzare, anzi ti renderanno  frustrato, ansioso, infelice, (e poi risentito, vendicativo e peggio).
“Sorveglia  con attenzione la  tua postura. Smetti di andare in giro basso e ingobbito.  Dichiara quel che pensi. Cammina eretto e guarda dritto in avanti. Abbi il coraggio di essere pericoloso.  Fai fluire la serotonina in abbondanza lungo i  percorsi neurali assetati del suo effetto calmante”.
Lo scopo dell’esistenza è trovare il compito  più grande che si possa sopportare,  e portarlo”. 
(Ciò che ricorda il detto di Goethe:  “Vivere a proprio gusto è da plebeo. Il nobile aspira a un ordine e a una legge”)
“Lo scopo della vita, per quanto posso dire … è trovare un modo d’essere così  pieno di significato,  che il fatto che la vita sia sofferenza non è più importante.”
“Pagherai un prezzo per  ogni cosa che farai – o non farai. Non si può scegliere di non pagare alcun prezzo.  Si può scegliere quale veleno prendere”.
Le nostre scelte determinano il destino del mondo. Facendo una scelta, tu modifichi la struttura della realtà. ”
Il segreto dell’ esistenza è proprio davanti  a te. Si manifesta  in  tutte quelle cose che sai che dovresti fare, ma che stai evitando. ”
“Smettila di dire quelle cose che ti rendono debole e  vergognoso. Dì solo quelle cose che ti rendono forte. Fai solo quelle cose di cui  puoi parlare con onore. ”
“Devi disciplinarti attentamente. Devi mantenere le promesse che fai a te stesso e premiarti, in modo che tu possa fidarti e motivarti. Devi determinare come comportarti verso te stesso in modo che tu possa diventare e rimanere una brava persona. Sarebbe bello rendere il mondo un posto migliore. ”
“Se adempi ai tuoi obblighi giorno per giorno non hai da preoccuparti del futuro”
“Definisci  dove  stai andando nella vita, perché non ci arriverai  se non muovi in quella direzione. Vagabondaggi casuali non ti faranno avanzare, anzi ti renderanno frustrato, ansioso, infelice, (e poi risentito, vendicativo e peggio).
“Soffrire tremendamente e sapere che tu ne sei la causa: questo è l’inferno”.
(Delle  cose che fanno paura): “avvicinarsi volontariamente. Con attenzione, ma volontariamente. Non paralizzarsi né  fuggire: esplorare, invece. Ci si espone al rischio  ma si acquista conoscenza. E’ quel che suggeriscono le favole, le storie mitiche e simboliche.  Non avremmo  la corteccia cerebrale così  buffamente sproporzionata ai nostri bisogni vitali e non avessimo deciso, come specie, di far vincere l’esplorare rispetto al paralizzarsi e al fuggire.  Noi esploriamo. Questo ci fa padroni di una situazione, abbiamo potuto padroneggiare il fuoco senza esserne terrorizzati.
“Se pensi che gli uomini duri sono  pericolosi, aspetta di vedere  di  cosa sono capaci gli uomini deboli.” 
“Il vittorioso fra noi ritarda la gratificazione. Il vittorioso fra noi fa’ un patto col futuro”.
“Non sottovalutare mai il potere distruttivo dei peccati di omissione”.
“In Occidente ci siamo congedati dalle nostre culture – tradizionali, religiose, e persino nazionali – con l’idea di ridurre così i conflitti  fra i  gruppi. Ma sempre più cadiamo preda della  disperazione di dell’insensatezza, il che non è affatto un miglioramento”
Sulla necessità del radicamento nella patria
Il territorio è importante e c’è poca differenza tra diritti territoriali e status sociale. Spesso è una questione di vita o di morte. ” 
(Victor Orban ha voluto conoscerlo)



La fratellanza bergogliana?

SUPER EX SI CHIEDE: LA FRATELLANZA INDICATA DA PAPA BERGOGLIO È QUELLA CRISTIANA O QUELLA MASSONICA?

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Super Ex (ex del Movimento per la Vita, ex di Avvenire, ex di varie altre cose cattoliche ma non ex cattolico, anzi…) ci ha mandato una riflessione sulla fratellanza; quella cristiana e quella di cui abbiamo sentito tanto parlare in questi ultimi tempi, in particolare dopo il discusso e discutibile documento firmato dal Pontefice regnante ad Abu Dhabi. Ci sembra opportuno ricordare i complimenti di George Soros dopo il discorso sui Rom in Romania, e quello che Stilum Curiae ha pubblicato qualche tempo fa, sullo straordinario amore dei massoni per papa Bergoglio, uno studio e che certamente ora si è arricchito di altri episodi. Buona lettura.