ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 giugno 2016

VaticanSchengen

TV2000 sdogana l'#omosessualità
Cari amici,
la Tv dei vescovi, TV2000, sdogana gli amori omosessuali. È dolorosamente necessario investire 15 min. di tempo e vedere il video per rendersene conto: 





Questa puntata di TV2000, pagata con i nostri soldi dell’8 per mille, è la prova pratica di cosa significa la «nuova teologia» della falsa misericordia da cui scaturisce l’«etica della situazione». È la dolorosa messa in pratica di gravi errori teologici di cui scriveva padre Cornelio Fabro più di 42 anni fa. La citazione è lunga ma vale la pena se siete interessati a capire come siamo giunti a questi abissali livelli:

"... Il coraggio, uno non se lo può dare."

Il negazionismo è reato. Un altro passo verso lo Stato totalitario  di Paolo Deotto

.
zzzzbvglDa ieri sera se si è democratici e politicamente corretti è d’obbligo gioire, perché, finalmente, “il negazionismo è reato”. Ne parlano tutti gli organi di informazione: Il Sole 24oreRepubblicaAnsaSecolo XIX, eccetera.
Poiché non sono né democratico né politicamente corretto, ho tutto il diritto di non gioire e infatti viene da piangere nel vedere l’ex “Patria del Diritto” che sforna normative che sarebbero solamente ridicole, oltre che mal scritte, se non fossero il segnale di qualcosa di ben più grave.
Normative ridicole, perché, ad esempio, punire il cosiddetto “negazionismo” è semplicemente cretino, perché la Storia non si scrive a colpi di norme di legge che stabiliscano a priori cosa sia accaduto nel passato. La Storia è per sua natura soggetta a revisioni continue, soprattutto la Storia più recente, ancora inquinata dalle passioni e dai diktat dei “vincitori” (o presunti tali) che stabiliscono cosa vada ricordato e cosa vada invece falsificato o dimenticato.

Specchio della gerarchia..

8/1000 non fa la felicità : ridateci le chiese che sanno di chiesa!


Ben volentieri pubblichiamo un intervento di nostro affezionato Lettore il quale « trovato un articolo molto interessante.
Ci ho rimesso mano per adattarlo meglio alle mie “convizioni ».


L’8 PER MILLE NON FA LA FELICITÀ.
Dopo aver fatto una visita alla chiesa “a damigiana” di Porto San Giorgio, la chiesa di S. Tommaso di Lido Tre Archi, la chiesa di 
San Gabriele dell'Addolorata a Campiglione di Fermo, la chiesa in vetro cemento di Sant'Antonio a Fermo (che è in fase di rifacimento perché cade a pezzi). 
La nuova chiesa della parrocchia San Pio X a Porto Sant’Elpidio nord, la nuova chiesa di San Marone a Civitanova Marche, mi viene spontaneo dire: LE CHIESE MODERNE SONO BRUTTE.

Tu Vuò Fa' L'Anglicano


Una comunità luterana

La libertà deviata che ha animato Lutero 
Libertà e uguaglianza: le due parole che hanno fatto la storia moderna hanno Lutero come padre. Solo che bisogna intendersi sul loro significato. Libertà? A Lutero interessa quella dei principi. Papa e vescovi non obbediscono alla sua idea di riforma? Bene, vuol dire che la riforma la faranno i principi da lui investiti dell’autorità spirituale. La libertas ecclesiae scompare? Che importa, trionfa il vero vangelo di Gesù Cristo così come insegnato alla suola di Wittenberg, definita propria della “Chiesa cattolica di Cristo”.

Vili conigli

La chiesa dei rivoluzionari e il popolo bue (seconda parte)

“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”. (Mt 5, 11)
 

Le “espressioni come “sviluppo della dottrina” e “compassione pastorale” sono in genere dei pretesti per cambiare l’insegnamento di Cristo, contro il suo significato e la sua integrità perenne così come gli Apostoli l’hanno trasmessa a tutta la Chiesa e come è stata fedelmente preservata dai i Padri della Chiesa e dagli insegnamenti dogmatici dei Concili Ecumenici e dei Papi. Alla fine quei religiosi vogliono un’altra Chiesa, ed anche un’altra religione: una religione naturalistica, adattata allo spirito del tempo. Dei simili chierici sono veri lupi travestiti da agnelli, e flirtano spesso col mondo. Non già pastori coraggiosi, ma vili conigli”.

Una sola pietra per abbattere il gigante Golia

Davide e Golia
 
Proprio mentre ci consacravamo al Cuore immacolato di Maria nella basilica di San Pietro, sabato scorso, veniva resa pubblica un’altra clamorosa mossa a sorpresa nell’inesorabile quanto rapido processo di stalinizzazione della Chiesa Cattolica. Già ai primi di novembre del 2014 – appena un anno e mezzo fa – i vescovi erano stati spronati a dare prontamente le dimissioni al compimento dei settantacinque anni d’età, a meno che, per il «desiderio di un miglior servizio alla comunità», non avessero già deciso “spontaneamente” di ritirarsi prima o ricevuto l’ordine, peraltro comunicato «in fraterno dialogo», di togliersi dai piedi anche senza grave causa, quella che il codice prevede in caso di rimozione. D’ora in poi, con il motu proprio intitolato Come una madre amorevole, basterà una semplice negligenza nell’esercizio delle proprie responsabilità: non una colpa personale, ma un inadeguato trattamento di colpe altrui che abbiano provocato danni di ordine «fisico, morale, spirituale o patrimoniale».
 

venerdì 10 giugno 2016

Il Diavolo non riuscirà a divorare la Chiesa

LA DONNA VESTITA DI SOLE

    Apparve in cielo una donna vestita di sole con la luna sotto i piedi e una corona di 12 stelle. L’errore tipico dei cristiani dell’epoca presente che si definiscono adulti è quello di credersi capaci di innalzarsi fino a Dio 
Francesco Lamendola  




Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole…: è l’incipit di uno dei passi più belli e giustamente famosi di tutta la Sacra Scrittura, il capitolo dodicesimo de suo ultimo libro, quello dell’Apocalisse. Pochi altri brani della Bibbia hanno esercitato una suggestione altrettanto potente e hanno avuto una influenza altrettanto profonda e duratura sul pensiero teologico, sulla spiritualità (specialmente mariana) e, soprattutto, sulle arti figurative: non c’è quasi una chiesa cristiana che non contenga una scultura, un bassorilievo, un fregio, o un dipinto, un mosaico, una vetrata, ispirati alla stupenda immagine dell’apparizione della Donna vestita di sole. Con la luna sotto i suoi piedi e il capo circonfuso da una corona di dodici stelle: Signora del mondo e del tempo; Regina dell’universo, del passato, del presente e del futuro; mirabile Ausiliatrice, e Intermediaria fra Dio e gli uomini; segno vivo di Fede, di Speranza e di Carità; guida, conforto e sostegno di tutte le anime angosciate e sofferenti.

Né in cielo né in terra.

                         Tertium non datur


Un paio di settimane fa sono stato intervistato da La nuova Bussola Quotidiana sulle dichiarazioni fatte da Mons. Georg Gänswein il 21 maggio 2016 alla presentazione del volume di Roberto Regoli Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI. Il testo del discorso di Mons. Gänswein è stato pubblicato da ACI Stampa. Come c’era da aspettarsi, Antonio Socci si è buttato a capofitto sul discorso con una serie di commenti su Libero e sul suo sito (quiqui e qui). La mia intervista è stata pubblicata sulla Nuova BQ il 25 maggio. Pensavo che ormai la disputa si fosse placata, ma invece l’altro ieri Maurizio Blondet c’è tornato sopra, fra l’altro facendo un fuggevole riferimento anche alla mia intervista (mi chiedo: ma non ci sono stati nel frattempo interventi piú autorevoli del mio sulla questione?).

L’ira di Dio, il timor di Dio: non sono fantasie, esistono


Gradualità della legge e legge della gradualità. Una risposta

Avevo promesso che non avrei più parlato di me stesso, e invece rieccomi qua (è proprio vero che dei giornalisti non ci si può fidare).
Dopo che ho manifestato dubbi e perplessità circa l’insegnamento contenuto in Amoris laetitia (eccessivo ricorso alla morale della situazione, ambiguità diffusa, rischio di sfociare nel soggettivismo e nel relativismo), alcuni amici mi hanno detto: «Da te proprio non ce l’aspettavamo! Tu che eri amico di Martini! Tu che hai scritto a favore della comunione ai divorziati risposati e contro le discriminazioni ai danni degli omosessuali!». Implicita l’accusa di essere in contraddizione con me stesso.

Una terribile menzogna

Avete detto diaconesse?

Il 12 maggio scorso, mentre riceveva in udienza le circa novecento Superiore generali delle Congregazioni femminili  (si veda la foto sopra)
Papa Francesco si è detto favorevole all’apertura di un’inchiesta sullo statuto delle diaconesse nei primi secoli della Chiesa.
Egli ha inteso dare così soddisfazione alle rivendicazioni di queste religiose che chiedono sempre più posti nel governo della Chiesa
o anche la possibilità di pronunciare l’omelia durante la Messa.

Senza dubbio siamo al cospetto di una nuova spinta che mira a costituire delle diaconesse nella Chiesa cattolica, al pari di quello che oggi sono i diaconi permanenti.
Già al momento del tristemente celebre sinodo sulla famiglia, il canadese Mons. Durocher, vicino al Papa, propose un «processo che potrebbe aprire alle donne l’accesso al diaconato permanente». Segno che la battaglia è in atto, sono le dichiarazioni del cardinale Kasper riportate nel quotidiano italiano La Repubblica del 13 maggio, che facevano seguito a quelle del Papa: «Credo che adesso si aprirà un confronto feroce. Su questo tema la Chiesa è divisa in due».
Una terribile menzogna 

Quando oggi si vedono delle ragazze servire Messa, quando si vedono le donne che provvedono alle letture durante la Messa o a distribuire la Comunione mentre il celebrante rimane seduto, quanto si sa che esse possono già pronunciare l’omelia nelle «liturgie della parola» distinte dalla «liturgia eucaristica», si può essere solo inquieti per questo nuovo passo di cui ha parlato Papa Francesco. Ma in questa sempre più grande protestatizzazione della Chiesa, la cosa più odiosa è lo pseudo appello alla Tradizione fatto a guisa di giustificazione: perché non istituire un diaconato femminile permanente visto che esisteva già nei primi secoli della Chiesa?

Prima ancora di soffermarci sulla natura di questa istituzione che non è sopravvissuta al primo millennio, sottolineiamo che essa non è stata trasmessa fino a noi, e non senza ragione come vedremo. Di conseguenza, la veduta di Papa Francesco attiene all’archeologismo (a) condannato da Pio XII e non alla Tradizione.

D’altronde, le diaconesse di allora sarebbero rimaste scandalizzate se qualcuno avesse proposto loro di servire all’altare o di distribuire la Comunione durante l’azione liturgica. Questo fu loro sempre espressamente vietato e intervenivano gravi ammonimenti ecclesiastici se una di loro si fosse avventurata anche solo a toccare un sacro lino come la palla (1).

E sarebbero ancora rimaste scandalizzate se si fosse detto loro che un giorno si sarebbe presa in considerazione l’idea che delle donne ancora sposate potessero diventare diaconesse. Esse infatti dovevano avere almeno sessant’anni per diventare diaconesse, dovevano essere vedove di un solo marito o vergini e in ogni caso vivere in perfetta continenza.

L’istituzione delle diaconesse nell’antichità

Chi erano allora queste diaconesse dei primi tempi della Chiesa?
Ne parla già San Paolo nella sua Lettera ai Romani: «Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa (he diakonos) della Chiesa di Cencre» (Rm. 16, 1-4). Ma a detta degli stessi moderni: «non si può dedurne che questo appellativo indichi la specifica funzione di “diacono”» (2).
In effetti, i termini diakoniadiakonos, ecc., assenti nell’Antico Testamento, ma frequenti nel Nuovo, hanno un primario significato generale che allora indicava il servizio, il servitore. In base a questo senso lato, essi si applicavano primariamente a Cristo, servitore di Dio, ma anche a tutti i cristiani.
Ora, diversi indizi lasciano pensare che è in questo senso lato che è stato impiegato il termine nei confronti di Febe. Non si può quindi usare questo testo per rivendicare un’istituzione apostolica al diaconato femminile, com’è il caso del diaconato maschile, che invece è chiaramente affermato in Atti 6, 1-6.

L’istituzione delle diaconesse lo si riscontra in Oriente nel II secolo e solo nel V in Occidente.

Il ruolo delle diaconesse

Per comprendere in cosa consistette questa istituzione, occorre immergersi nel contesto dell’epoca, dove la separazione degli uomini e delle donne era molto marcata, soprattutto in Oriente. Qui, ancora oggi, peraltro, gli uomini e le donne non si mischiano in chiesa e hanno porte separate per accedervi. E sorgerebbero degli inconvenienti a sbagliare l’accesso: ne hanno fatto le spese in Irak i nostri giovani volontari della parrocchia! [aa]

Questa separazione allora era tale che talvolta diventava complicato per il diacono l’esercizio del suo ministero in aiuto delle persone di sesso femminile. Lo stesso vescovo aggregava a sé delle donne come intermediarie, per esempio nella visita alle ammalate. Esse quindi si occupavano della cura dei poveri e dei malati del loro stesso sesso, assicuravano l’ordine e il silenzio nei ranghi femminili in chiesa, erano generalmente presenti agli incontri di una donna col vescovo, il sacerdote o il diacono. Concorrevano anche alla formazione particolare delle catecumene o si incaricavano delle constatazioni corporali indispensabili se una vergine veniva accusata di infedeltà al suo voto di castità.

Non avevano alcuna funzione liturgica, salvo quelle imposte dalla decenza. Infatti, allora i battesimi degli adulti erano i più numerosi e venivano fatti solo per immersione totale del corpo, come l’attinente unzione delle catecumene che non si faceva solo sulle spalle, ma su tutto il corpo; era quindi a queste diaconesse che si affidavano tali funzioni, sempre alla totale dipendenza del sacerdote o del vescovo. E mentre spettava alle diaconesse ungere l’intero corpo delle catecumene, questo veniva fatto solo dopo l’unzione propriamente sacerdotale fatta sulla testa dell’interessata. Ogni altra funzione era loro strettamente interdetta e in nessun caso potevano accostarsi all’altare durante le funzioni liturgiche.

E’ facile constatare da tutto questo come siamo ben lontani dalle rivendicazioni femministe che sono all’origine della proposta di Papa Francesco…

Le condizioni per divenire diaconessa

Se le diaconesse non sono di istituzione apostolica, nondimeno si sono applicate ad esse le norme stabilite da San Paolo (I Tim. 3, 11 e 5,9-11) per poter diventare membri della comunità delle «vedove»: i capi della Chiesa le sceglievano tra le vedove anziane di più di sessant’anni che erano state sposate solo una volta. Più tardi si aggiunsero le vergini che avevano consacrato la loro verginità, e va da sé che tutte erano tenute alla perfetta castità. Infatti, tutte dovevano aver fatto professione monastica, perché quelle che allora si chiamavano «vedove» erano semplicemente delle religiose.

L’anzianità era importante, secondo la raccomandazione di San Paolo in I Tim. 5, 11-13:

«Le vedove più giovani non accettarle perché, non appena vengono prese da desideri indegni di Cristo, vogliono sposarsi di nuovo e si attirano così un giudizio di condanna per aver trascurato la loro prima fede. Inoltre, trovandosi senza far niente, imparano a girare qua e là per le case e sono non soltanto oziose, ma pettegole e curiose, parlando di ciò che non conviene.»

Tuttavia, c’erano delle eccezioni e il V secolo ci mostra che l’età minima era stata abbassata a quarant’anni (3). Ma allora esse dovevano risiedere in un monastero, almeno fino a cinquant’anni, «affinché esercitassero il loro ministero solo al riparo dagli uomini e non fossero esposte ai pericoli di una vita troppo libera.» (4).

L’ordinazione delle diaconesse

Al pari delle religiose odierne, allora alle diaconesse venivano assegnate queste funzioni con una consacrazione presieduta dal vescovo. LeCostituzioni Apostoliche risalenti al IV secolo ne riportano il rito (5).

Si trattava di una certa partecipazione al potere dell’Ordine com’è il caso del diacono?
Nient’affatto! Sant’Epifanio, che riporta molti degli elementi relativi alle diaconesse, è chiaro: 

«Se nel Nuovo Testamento le donne fossero state chiamate ad esercitare il sacerdozio o ad assumere un altro ministero canonico, prima di tutto la funzione sacerdotale avrebbe dovuto essere affidata a Maria. Ma Dio ha disposto diversamente, non affidandole neanche il potere di battezzare. Quanto all’ordine delle diaconesse, se esiste in seno alla Chiesa, non lo è per svolgere la funzione del sacerdozio o di qualche altro ministero simile. Le diaconesse sono destinate a salvaguardare la decenza che si impone nei confronti del sesso femminile, sia prestando il loro aiuto nell’amministrazione del battesimo, sia esaminando le donne che soffrivano di qualche infermità o erano state oggetto di qualche violenza, sia intervenendo ogni qualvolta fosse necessario scoprire il corpo di altre donne, affinché tali nudità non fossero esposte agli sguardi degli uomini che compiono le sacre cerimonie e non fossero viste dagli stessi diaconi.» (6).

L’estinzione delle diaconesse

Come dicevamo inizialmente, l’ordine delle diaconesse è totalmente sparito, per così dire, alla fine del primo millennio, ed ha conosciuto la sua «età d’oro» dal III al V secolo. In Occidente sono sparite nel VI secolo, con l’evoluzione del rito battesimale latino che da un lato abbandonò l’immersione totale del battezzato a favore del rito d’effusione, in vigore ancora oggi, e dall’altro riguardava sempre meno gli adulti. La stessa evoluzione c’è stata nella Chiesa d’Oriente, quantunque più lentamente.
Il titolo di diaconesse divenne quindi una semplice distinzione onorifica, molto spesso usurpata dalle stesse Superiore religiose…

Conclusione

Come si può vedere, l’antica istituzione delle diaconesse non ha alcunché a che vedere con una partecipazione delle donne al primo grado del potere dell’Ordine: il diaconato. Si è trattato invece di una consacrazione religiosa votata alla vita attiva, da cui l’uso del termine diakonos per designarla, per il suo significato che rinvia infatti alla nozione di servizio e dunque di servitore. All’epoca in cui la verginità consacrata si viveva unicamente sottoforma di vita contemplativa, le diaconesse si distinguevano dalle vergini consacrate per la loro vocazione attiva.

D’altronde, fu proprio questo titolo di diaconesse che molto più tardi venne ripreso dai protestanti per istituire delle vocazioni attive, essi che prima avevano denigrato tanto la vita consacrata e i voti religiosi. Si trattò allora di semplici associazioni caritatevoli, come il gruppo ospedaliero nel XIII distretto di Parigi, in cui le donne, assumendo l’impegno della verginità per il tempo dell’esercizio della funzione di diaconesse, si mettevano al servizio dei malati, dei poveri o dell’insegnamento popolare. In una parola, questi protestanti avevano una visione molto più corretta di ciò che furono le diaconesse dei primi tempi, rispetto alle attuali donne che avanzano rivendicazioni e sono impregnate di femminismo.

A queste donne, religiose o no, che oggi si appellano a San Paolo e alla diaconessa Febe per reclamare un diaconato permanente femminile, ricordiamo solamente  quest’altro insegnamento di San Paolo, per invitarle alla vera fedeltà all’insegnamento apostolico:

«Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. […] Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve riconoscere che quanto scrivo è comando del Signore; se qualcuno non lo riconosce, neppure lui è riconosciuto. […]Ma tutto avvenga decorosamente e con ordine.» (I Cor. 14, 34-40).


NOTE

a - Cos’è l’“archeologismo”? Nell’enciclica Mediator Dei, Papa Pio XII metteva in guardia i cattolici contro l’errore chiamato “archeologismo” o desiderio imprudente ed eccessivo del ritorno a pratiche, espressioni o costumi dell’Antichità della Chiesa, ignorando il legittimo progresso dei secoli e l’esperienza multisecolare della Chiesa.
Ecco un passo di questo documento sempre attuale:

«Come, difatti, nessun cattolico di senso può rifiutare le formulazioni della dottrina cristiana composte e decretate con grande vantaggio in epoca più recente dalla Chiesa, ispirata e retta dallo Spirito Santo, per ritornare alle antiche formule dei primi Concili, o può ripudiare le leggi vigenti per ritornare alle prescrizioni delle antiche fonti del Diritto Canonico, così, quando si tratta della sacra Liturgia, non sarebbe animato da zelo retto e intelligente colui il quale volesse tornare agli antichi riti ed usi ripudiando le nuove norme introdotte per disposizione della Divina Provvidenza e per le mutate circostanze. Questo modo di pensare e di agire, difatti, fa rivivere l’eccessivo ed insano archeologismo suscitato dall’illegittimo concilio di Pistoia, e si sforza di ripristinare i molteplici errori che furono le premesse di quel conciliabolo e ne seguirono con grande danno delle anime, e che la Chiesa, vigilante custode del «deposito della fede» affidatole dal suo Divino Fondatore, a buon diritto condannò [Pio VI, CostituzioneAuctorem fidei, 28 agosto 1794].»

1 - Decretale di Papa Soter
2 – Commissione Teologica Internazionale, Diaconato, evoluzione e prospettive, 2003, cap. 2, § 4.
aa - Da parte nostra, ricordiamo che fino a pochissimi anni fa, soprattutto nelle nostre chiese di campagna, era usuale che le donne e gli uomini sedessero in chiesa su banchi separati, in genere sui banchi di sinistra le donne e su quelli di destra gli uomini. - NdT.
3 - Concilio di Calcedonia (451), can. 15.
4 - Novelles, VI, 6, Corpus juris civilis
5 - Costituzioni Apostoliche, VIII, 19-20.
6 – Sant’Epifanio, Hær., 79, 3. 


di Don Patrick de La Rocque, FSSPX (parroco di Saint-Nocolas-du-Chardonnet a Parigi)

9 giugno 2016




Pubblicato sul sito della Fraternità San Pio X in Francia: La Porte Latine

L'impaginazione è nostra


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1562_Don-de-La-Rocque_Avete_detto_diaconesse%3F.html

La cattedra dei farisei

La Cirinnà sale in cattedra dai Francescani per indottrinare i giornalisti sulla scrittura gay friendly La relatrice della legge sulle unioni civili invitata al workshop formativo per i giornalisti. Si parlerà di linguaggio da usare nei confronti delle temaiche Lgbt. Non è la prima volta che l'Ordine autorizza per la formazione dei giornalisti laboratori simili a senso unico, ma stavolta a destare curiosità è la location scelta: l'istituto francescano Seraphicum di Roma. Che, interepellato dalla Nuova BQ, si limita a rispondere: "Affittiamo le sale senza pregiudizi". La senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà sale in cattedra in una Pontificia facoltà teologica per spiegare ai giornalisti la legge sulle unioni civili. L’iniziativa si terrà il 7 luglio a Roma,  all’auditorium del Seraphicum, complesso dei frati minori conventuali sulla via Laurentina, a pochi passi dall’Eur, che ospita anche la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura.

Sogar häretisch

"Eretico". Il verdetto del cardinale Müller sul primo consigliere del papa

fernandez
In un'intervista sull'ultimo numero di "Herder Korrespondenz" il cardinale Gerhard L. Müller ha dato nientemeno che dell' "eretico" a un tizio che passa come "uno dei più stretti consiglieri del papa".
Ecco che cosa ha detto il prefetto della congregazione per la dottrina della fede:

E che cosa ci sta chiedendo?

Adoro Te devote


Corpus Domini…eundem Deum praesentem in eo adesse credimus…
Non rimane alcun motivo di dubitare – afferma il Concilio di Trento nel Decreto sulla Santissima Eucaristia (11 ottobre 1551) – che tutti i fedeli riservino a questo Sacramento il culto di latria, che è dovuto a Dio, secondo l’uso sempre accolto nella Chiesa Cattolica. Il fatto che sia stato istituito da Cristo per essere assunto non è una ragione per cui non debba essere adorato, come erroneamente sostenuto dai protestanti, che a torto ne condannavano il culto come una forma di idolatria.

La sinodalità che fa naufragare il Concilio

O tutti o nessuno. La sinodalità che fa naufragare il Concilio


A pochi giorni dalla sua apertura, il Concilio panortodosso rischia di fallire. I patriarcati di Bulgaria, di Georgia e di Antiochia annunciano il ritiro, e Mosca dà loro man forte. A seminare discordia l'abbraccio tra Kirill e papa Francesco

di Sandro Magister


ROMA, 9 giugno 2016 – Non se ne tiene uno da più di mille anni. È da sessant'anni che lo si prepara. Ed è stato finalmente convocato per i giorni della prossima Pentecoste, che per le Chiese d'Oriente cade quest'anno il 19 giugno.

Ma proprio in prossimità del via, il tanto invocato Concilio panortodosso rischia di saltare all'aria.


giovedì 9 giugno 2016

Quante decine di cristiani rimangono ancora in Europa?

Icona rubrica

Le giuste domande da fare per capire che la religione non è un sentimento, né un parere


"La vocazione di san Matteo", un dipinto di Caravaggio del 1599-1600
Pare che la polizia britannica abbia scovato un metodo infallibile per selezionare i richiedenti asilo per motivi religiosi, verificando se il loro cristianesimo sia sincero oppure di facciata. Interrogarli.

“I doni della Riforma”

Se Kasper ci vuole alla scuola di Lutero In vista della commemorazione a Lund (Svezia) a cui parteciperà anche il Papa, il cardinale tedesco pubblica un libro in cui sostiene la bontà delle tesi luterane e un ecumenismo che superi tutte le Chiese. Ma è l'esatto opposto di quanto da sempre insegnato dalla Chiesa cattolica.
Il primo giugno è uscito un comunicato congiunto della Federazione luterana mondiale e il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Nella sostanza riprende le linee del comunicato della Sala stampa vaticana del 25 gennaio che annunciava il viaggio del papa a Lund, in Svezia, per “commemorare” i 500 anni della riforma. La novità di giugno – e non si tratta di un particolare di poco conto- è la specificazione che il papa resterà in Svezia un giorno in più per incontrare i cattolici e celebrare con loro un’Eucaristia.

N.O.M(assone)*

NUOVO MESSALE PERCHE'?

Il Nuovo Messale Romano è stato il risultato di un colpo di mano della fazione modernista? Per 400 anni dal Concilio di Trento al Concilio Vaticano II la Chiesa cattolica ha avuto un solo Messale poi messo in soffitta: cos’era successo?
di F.Lamendola  



  
Per circa 400 anni, dal Concilio di Trento al Concilio Vaticano II, e, più precisamene, dal 1570 al 1969, la Chiesa cattolica ha avuto un solo Messale: quello di Pio V, il Missale Romanum tridentinum. Poi, quasi dalla notte alla mattina, questo Messale è diventato (con una punta, se non di disprezzo, certo di compatimento) il Vetus Ordo, ed è stato messo in soffitta, nonostante le fortissime perplessità di una parte non piccola dei cardinali, dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli. Ma che cos’era successo? Come’era potuta accadere una cosa del genere?

Loro sono chiesa?

Il 6 aprile del 1995 il cardinale Hans Hermann Groer, arcivescovo di Vienna, fu costretto alle dimissioni con l’accusa di pedofilia (accusa provata, ma fatti prescritti). Due mesi dopo fu lanciata una raccolta di firme, sottoscritta in 22 giorni da oltre 500mila cattolici austriaci, con cui si chiedeva un rinnovamento profondo della Chiesa. Cinque le richieste dell’ “Appello”. Il primo: costruzione di una Chiesa fraterna con il superamento delle barriere tra clero e laici grazie alla corresponsabilità comune. Il secondo: piena uguaglianza delle donne in ambito decisionale, diaconato femminile permanente, accesso delle donne al sacerdozio. Il terzo: libera scelta tra forma di vita celibataria e non celibataria per i sacerdoti. Il quarto: giudizio positivo sulla sessualità umana, libertà di coscienza in materia di contraccezione, più “umanità” verso i rapporti prematrimoniali e in tema di omosessesualità. Parlare meno di morale sessuale più di pace, giustizia sociale, ambiente. Il quinto: il messaggio della Chiesa non dev’essere fondato sulla minaccia ma sulla gioia, meno prescrizioni e più accompagnamento.

«L’esempio del papa non vi ha insegnato niente?».


L’avventura di un povero cristiano. Oggi

    Scena prima. Esterno giorno. Cortile di una parrocchia. La catechista, seduta davanti al banchetto, registra le prenotazioni per l’oratorio estivo. In poche ore si arriva alla quota prevista: centosettanta ragazzi. Per tutti i genitori che lavorano l’oratorio estivo è una risorsa importantissima, ma ovviamente è stato necessario fissare un tetto. Nell’accettare la prenotazione si favoriscono i ragazzi che hanno frequentato il catechismo in parrocchia e che abitano nella zona. Raggiunta la quota massima prevista, si entra in una lista d’attesa. Arriva un papà, chiede l’ammissione per il figlio, gli viene risposto che per ora è in lista d’attesa e il signore reagisce duramente: «Ma come? Non ci posso credere! Papa Francesco accoglie tutti e voi invece no? Ma che parrocchia è mai questa? Siete rimasti indietro! L’esempio del papa non vi ha insegnato niente?». La signora catechista, dietro al banchetto, resta senza parole. Si vede che è un po’ spaventata.

Semina non Verbi

Quelle orge gay di seminaristi. E la Tv dei vescovi sdogana gli Lgbt
Colleen Bayer, presidente del "Family Life International" della Nuova Zelanda, ha raccontato durante un incontro di cui circola un video in rete alcune drammatiche storie tutte legate all’ideologia gender e gay dentro la Chiesa e i seminari romani. Una denuncia che trova inquietanti conferme nello sdoganamento dell’omosessualità da parte di qualche eminente cardinale e della Tv dei vescovi italiani.
Il 6 giugno sulla televisione della Conferenza episcopale italiana, durante il programma “Il diario di Papa Francesco”, é successo qualcosa che non ha precedenti. Per la prima volta un’emittente cattolica ufficiale e legata alla gerarchia ecclesiastica, Tv2000, ospitava coloro che già all'inizio di maggio erano stati definiti dal quotidiano della Cei, Avvenire, con l'espressione di «cristiani Lgbt». Un ossimoro non meno grave che se il giornale avesse titolato «cristiani abortisti», indice della grande confusione dottrinale ed esistenziale della Chiesa. 

Quello che accade sotto i nostri occhi

Il cattivo gusto e il brutto sono sempre connessi al diavolo
Quando si parla del diavolo il pensiero evoca immagini repellenti, laide o lascive o comunque brutte, spiacevoli, che il buon gusto respinge come inaccettabili.
E’ il frutto di secoli di educazione cattolica, diranno i soliti saputi sociologi e ancor più i noti dotti psicanalisti, che sanno tutto dell’animo e del comportamento umano.

Noi non sappiamo come stanno le cose esattamente, perché apparteniamo a quella categoria di “condizionati” cattolici che sono fermi alle concezioni elementari del bello che è bello e del brutto che è brutto. Chiediamo scusa, riconosciamo i nostri limiti, ma non siamo ancora riusciti a farci piacere lo spiacevole e a scambiare il cattivo gusto per eleganza. Intendiamoci, non è che abbiamo fatto chissà quali sforzi in questa direzione, anzi ci rifiutiamo di farli e continuiamo a concentrare la volontà e l’intelligenza per chiamare ogni cosa col suo nome: il cielo, cielo e la terra, terra, il sole, sole e la luna, luna, la luce, luce e il buio, buio.
E non è colpa nostra se le cose stanno così, per il semplice fatto che solo dei pazzi potrebbero sostenere che i vivi sono morti e i morti sono vivi.

Giusto per esercitare l’istinto complottista?

               Sui due Papi. Chi è la Roccia?

Ratzinger è tuttora Pontefice
“Egli non ha abbandonato l’ufficio di Pietro – cosa che gli sarebbe stata del tutto impossibile a seguito della sua accettazione irrevocabile dell’ufficio nell’aprile 2005.  Per questo l’appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è “Santità”; e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero isolato, ma all’interno del Vaticano – come se avesse fatto solo un passo di lato per fare spazio al suo successore e a una nuova tappa nella storia del papato che egli, con quel passo, ha arricchito con la “centrale” della sua preghiera e della sua compassione posta nei Giardini vaticani.

mercoledì 8 giugno 2016

Emeritato?


Un assalto lungo cent’anni -4° Cap- Massoneria e Alta Finanza “Ratzinger must go”


santa caterina
Untitled-1-720x14IL CARDINALE RATZINGER PER LA PROPRIETA POPOLARE DELLA MONETA CONTRO IL POTERE DELLE BANCHEUntitled-1-720x14

Ma il piano del Signore sussiste per sempre

IL PECCATO DELL'ANGELO

    Fu il peccato dell’Angelo a gettare un’ombra cupa su tutta la creazione. Dio non ha voluto una marionetta che lo adora solo perché non saprebbe fare diversamente ma una creatura libera che può scegliere fra l'amore per Lui e il rifiuto 
di F.Lamendola  




Si domandi a un qualsiasi cristiano, anche di buona dottrina, oppure a una qualsiasi persona colta, che abbia una certa familiarità con la Bibbia, che cosa fu il Peccato originale e chi lo commise, ed essi risponderanno, novantanove volte su cento: la disobbedienza di Adamo ed Eva a quanto Dio aveva loro prescritto nel Giardino dell’Eden. E invece non è così, se vogliamo parlare con precisione e non per approssimazione.

‘noi facciamo come ce pare’…

Referendum, la Cirinnà parla troppo....
La Convention delle Famiglie per il "NO" al referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione è stata ignorata praticamente da tutti i mass media. Ma non da altri; e infatti un video con dichiarazioni imbarazzanti della parlamentare Monica Cirinnà, che l’organizzazione aveva postato per mettere in luce fremiti totalitari del PD dopo l’eventuale passaggio della riforma, è stato bloccato per questioni di copyright della RAI. In maniera straordinariamente rapida.

Inferno&Purgatorio

L'INFERNO E' NON PERDONARE

Quando l’incapacità di perdonare si alimenta della spirale dell’odio e del rancore. L’astuzia del Demonio e la sua capacità di impadronirsi delle anime: il Male trova un appiglio là dove c’è un ego gonfio di sé ostinato e orgoglioso 
di F. Lmendola  



Gesù ci ha comandato di perdonare; lo rammentiamo a noi stessi ogni volta che recitiamo il Padre nostro, la preghiera che Lui ci ha insegnato; e questo comandamento, che è, per alcuni, forse il più difficile da applicare,  non è solo il naturale completamento del comandamento dell’amore, esteso a tutti gli uomini e anche ai nemici, ma anche una raccomandazione che riguarda l’auto-protezione e l’auto-conservazione. Chi non riesce a perdonare, fa del male anche e soprattutto a se stesso; e, nei casi più gravi, quando l’incapacità di perdonare si alimenta della spirale dell’odio e del rancore, finisce per aprire le porte a delle forze malefiche, che penetrano nelle pieghe dell’anima e possono impossessarsi di tutta la vita interiore della persona.