ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 10 dicembre 2016

2017 candeline anche per Gesù?

         Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo



Sebirblu, 10 dicembre 2016
Ripropongo questo articolo di quasi tre anni fa, perché molto esplicativo sui tempi che stiamo vivendo oggi, dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA. 

Consiglio anche di documentarsi QUIQUI e QUI ‒ come post recenti ‒ e QUI per avere un quadro più preciso.



Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo
di Henry Makow

Il Visconte Léon de Poncins (1897-1976), un intellettuale cattolico francese, fu l'autore di 30 opere che rivelarono la cospirazione Sionista-Massonica che tiene al presente l'Umanità sotto giogo, a sua insaputa.

Gli Ebrei stessi non sono coscienti che il Sionismo si riferisce al Talmud e alla Kabbala e non all'Antico Testamento.

In questo modo, il Giudaismo-Sionista si rivela essere un culto satanico che utilizza gli ebrei (e i massoni) come pedine per ridurre l'Umanità in schiavitù politicamente e spiritualmente.


Dio lo ascolti, oh Maria!

Francesco: "Ho la sensazione che resterò Papa per poco"

La confessione in privato del Papa: "Potrei anche sbagliarmi, ma..."
Una sensazione, "un po' vaga", a dare retto al Pontefice, ma pur sempre importante. Perché papa Francesco, parlando con Antonio Spadaro, direttore di Civilità cattolica, dice parole che potrebbero essere un'indicazione su quello che sarà il suo futuro.

"Io ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve, 4, 5 anni", dice il Pontefice. Che aggiunge: "Magari non è così? ma ho come la sensazione che il signore mi ha messo qui per poco tempo. Però è una sensazione, per questo lascio sempre le possibilità aperte".

80 piccoli animaletti in regalo

Per non dimenticare: 8 dicembre 2015, JMB's Animal day!

Dagli stessi autori di "Aspettando Francesco a Lund" un nuovo video musicale di amara satira cattolica su JMB:


8 candeline sulla torta di compleanno

AMORIS CONFUSIO. DUE GRANDI STUDIOSI LAICI CHIEDONO AL PAPA DI RINNEGARE OTTO ERRORI.


Dopo i cinque “Dubia”, adesso arrivano gli otto “Errori” . Altri due illustri studiosi cattolici hanno chiesto al Pontefice di esprimersi, e bloccare quello che definiscono un “abuso” dell’Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica emanata dopo i due Sinodi sulla famiglia. E’ un’ulteriore presa di posizione di personalità di riguardo del mondo cattolico, dopo la Supplica Filiale, la lettera di decine di teologi, sacerdoti e vescovi, la richiesta di chiarire i “Dubia” avanzata dai quattro cardinali e la recente lettera di venti esponenti cattolici.

Happy birthday


Lettera aperta a J. M. B.


Chi entra per la porta è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori; e quando ha condotto fuori tutte le sue pecore cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei (Gv 10, 2-5).


Illustrissimo,


qualunque sia la Sua posizione reale davanti a Dio, sentiamo in coscienza il dovere di rivolgerci a Lei a motivo della posizione che occupa almeno agli occhi degli uomini. Non siamo certo estremisti ultratradizionalisti, come la stampa a Lei favorevole ama classificarci, bensì semplicemente cattolici provenienti dalle esperienze più diverse, ma accomunati dall’essere stati oggetto della misericordia divina e desiderosi unicamente di rimanere cattolici, onde non perdere il dono incommensurabile della vita eterna, che vogliamo meritare con l’aiuto della grazia.


Sappiamo quanto poco gradite siano le nostre osservazioni, ma il nostro dramma – per dire tutto in poche parole – è che non riusciamo proprio a riconoscere nella Sua la voce dell’unico Pastore.

Istruzioni come i bugiardini?


Seminaristi omosex, sacerdozio vietato
Papa Francesco conferma le vecchie disposizioni

La nuova Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, promulgata dalla Congregazione per il clero e approvata dal Papa, conferma quanto già stabilito nel 2005: la tendenza omosessuale "profondamente radicata" rappresenta un disordine oggettivo di carattere psicologico che la rende incompatibile con l'Ordine sacro. Duro colpo per teologi e preti secondo i quali basta mantenere il celibato.

venerdì 9 dicembre 2016

Auxilium meum a Domino

PER INNALZARE L'ANIMA VERSO DIO

    «Levavi oculos meos in montes: unde veniet auxiulum mihi?». Per innalzare l’anima verso Dio bisogna alleggerirsi di quel che ci fa battere l’ali in basso come dice Dante: cioè tutta quella zavorra di brame e desideri terreni 
di Francesco Lamendola  




Uno dei salmi più belli della Bibbia è il 120 (121), soffuso di ardente spiritualità e di una inestinguibile sete di Dio, nonché umanissimo nel dolore e nello sconforto di chi si vedrebbe perduto, se dovesse contare  sulle sue sole forze umane. Appartiene ad un gruppo di una quindicina di salmi che sono definiti  "delle ascensioni" perché pare che venissero cantati, o recitati, dai pellegrini che si recavano al Tempio di Gerusalemme. Però, leggendolo  bene, ci si accorge facilmente che  i “monti" di cui si parla in questo salmo non sono i monti su cui sorge Gerusalemme; tutta la situazione nonsembra indicare un viaggio temporaneo, un semplice pellegrinaggio, ma qualcosa di duraturo nel tempo, una lontananza sia geografica che spirituale, per cui l'autore si rivolge a Dio con struggente nostalgia.

Il fil rouge


Di Giuda Iscariota, il Salvatore stesso disse:
Filius quidem hominis vadit, sicut scriptum est de illo; vae autem homini illi, per quem Filius hominis traditur: bonum erat ei si natus non fuisset homo ille. (Mt XXVI, 24)
Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!  
Il Vangelo ci indica Giuda anche come ladro:
Dixit autem hoc non quia de egenis pertinebat ad eum, sed quia fur erat et, loculos habens, ea quae mittebantur portabat. (Gv, XII, 6)
Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
E Nostro Signore dice:
Cum essem cum eis, ego servabam eos in nomine tuo: quos dedisti mihi custodivi et nemo ex his perivit, nisi filius perditionis, ut scriptura impleatur. (Gv XVII,12)
Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
Gli Apostoli non si discostano da quando afferma il Signore:
Tu Domine, qui corda nosti omnium, ostende quem elegeris ex his duobus unum accipere locum ministerii huius et apostolatus, de quo praevaricatus est Judas, ut abiret in locum suum. (At I, 24-25)
Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto da lui scelto. 

La voce dei Santi Padri è sostanzialmente concorde nel considerare il suicidio di Giuda come una prova della disperazione della salvezza: con l'equilibrio che contraddistingue la dottrina cattolica, causa della dannazione dell'Iscariota non è il pur gravissimo tradimento del Signore, ma l'aver rifiutato di confidare nel Suo perdono e nell'infinito valore redentore del Suo sacrificio, del quale egli fu allo stesso tempo volontario cooperatore, avendolo consegnato ai Sommi Sacerdoti in cambio di trenta denari.

Di Pinto

In difesa dei 4 cardinali che hanno espresso i 5 “Dubia” al Papa riguardo al documento Amoris laetitia, e per riprendere il vescovo Frangkiskos Papamanolis, presidente della Conferenza episcopale greca, che ha attaccato i cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra, e Meisner, scende in campo il canonista Edward N. Peters, dal 2010 referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
Edward Peters scrive nel suo blog che «il prelato greco urla epiteti del tipo apostasia, sacrilegio, eresia, scisma contro quattro fratelli nell’episcopato, dando pochi indizi sul fatto che egli abbia qualche nozione di quale sia il significato di quei termini canonico-teologici. Ma li urla contro quattro confratelli che fanno niente più che un uso da manuale del loro diritto (can. 212 § 3) di porre questioni dottrinali e disciplinari che necessitano di essere affrontate al momento». Poi, amaramente, commenta: «mi piace pensare che anche i più accaniti difensori di Amoris laetitia abbiano visibilmente inorridito leggendo Papamanolis. Ma forse sono ingenuo».

Il presepio resterà per clandestini abergolidi?


Due presepi is meglio che uan!

    L’altro giorno ho fatto il presepio. Il primo. Già, perché in casa nostra ne facciamo due. Uno secondo la tradizione della mia famiglia d’origine, uno secondo la tradizione della famiglia di mia moglie, Serena detta Santa Subito.  Il mio presepe è quello classico: statuine alte pochi centimetri, il muschio a fare da tappeto erboso, la carta crespa sullo sfondo, la capanna, la carta stagnola per fare il fiumiciattolo e il laghetto, un ponticello, le pecore, i pastori, il pollaio, la legnaia, l’uomo che mescola la polenta, la cascatella presa a Napoli a San Gregorio Armeno con il mio amico Francesco, il ponticello, il carretto del contadino, il covone di paglia, l’angioletto che suona la tromba, il bambino che gioca a palla, le oche che starnazzano accanto al laghetto, il pozzo, il fuoco per scaldare i pastori, la stella cometa che spunta sopra la capanna, pezzi di corteccia per dare un effetto «montagna»… Beh sì, in effetti è un presepio piuttosto «carico», diciamo così.

Ciò che esce dalla bocca contamina (Mt. 15,18)

IL PAPA, L’INFORMAZIONE, LE FECI E MATERIALI AFFINI.


Ho aspettato in paio di giorni a scrivere; in primo luogo perché c’era materia più pressante, nel mio minuscolo carnet di notizie, e poi perché provavo disagio. Provavo disagio per il Pontefice, anche se sono sicuro che aveva le migliori intenzioni del mondo; però si sa che fine spesso fanno le buone intenzioni.

Legionari di satana

I frutti dell’Amoris laetitia a Belo Horizonte in Brasile



Mons. Walmor Oliveira de Azevedo

Pubblicata l’Esortazione post-sinodale, ecco aprirsi lo squarcio attraverso cui passano e passeranno le moderne aberrazioni dal mondo nella Chiesa.
Chi ha pubblicato, e composto e firmato, l’Amoris laetitia non poteva non sapere, anzi era perfettamente consapevole dei danni che avrebbe provocato alla disciplina e alla dottrina della Chiesa. Se ha fatto quello che ha fatto non può rientrare tra coloro per i quali Nostro Signore, dalla Croce, ha chiesto al Padre: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Due erano i ladroni a fianco di Gesù al momento del supplizio: uno lo insultava e l’altro lo comprendeva; e questi chiese a Gesù di ricordarsi di lui in Paradiso, e Gesù gli rispose con la promessa del Paradiso; all’altro non disse niente. Quest’altro ha oggi un epigono in Bergoglio, e a lui il Signore non dice niente, lo lascia parlare e agire… il suo destino è già segnato (cfr. Lc. 23, 39-43).

Ma il nome di coloro il cui destino è già segnato perché insultano Nostro Signore, è “legione”, e a questa legione di reprobi si aggiunge sempre qualche nuovo “legionario” di Satana.

E' la loro aetate.. se la tengano!

Vangelo e Zen Cristo cacciato dal tempio    La discutibile iniziativa di un decanato della Diocesi di Milano insieme ad un istituto salesiano e all'Unione Buddhista italiana: una rassegna cinematografica chiamata Buddismo e cinema. Lo scopo? Il solito cammino di conoscenza e di dialogo.  Per fare il quale però Cristo, il suo messaggio e la sua grazia sono stati fatti sloggiare. Con la "complicità" di un missionario partito cattolico e tornato buddhista.

giovedì 8 dicembre 2016

4 dubia? 4 dogmi! (in attesa del 5°)

Il Suo primo “devoto”
Con filo d’oro che percorre l’Antico e il Nuovo Testamento, Dio Padre ha “tracciato” e rivelato ai nostri occhi la meravigliosa immagine della Creatura immacolata e piena di Grazia, Maria, che doveva essere Sua Madre e Madre dei Suoi figli.
L’8 dicembre di ogni anno, la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. «Concepita senza peccato originale», così Maria è sempre stata creduta, soprattutto nell’Ordine Francescano, ma il Dogma è stato definito dal beato Pio IX l’8 dicembre 1954, nella Basilica di San Pietro a Roma. «Concepita senza peccato», in previsione dei meriti di Gesù Redentore sulla croce.
A leggere con occhi luminosi, gli scritti più antichi dei Padri, a cominciare da Ignazio d’Antiochia e da Ireneo, si può dire che ininterrottamente la Tradizione della Chiesa così ha creduto e illustrato Maria Santissima. Come si può affermare? Ci sono richiami al primo Dogma mariano nella Sacra Scrittura, nei Vangeli?

Moderati sbugiardati


Il mondo cattolico pare lentamente risvegliarsi dal torpore in cui si è abbandonato negli ultimi decenni, e da più parti vi è chi esprime forti perplessità - ed anche motivati allarmi - circa la deriva dottrinale cui indulgono Bergoglio e la sua fazione. 

Poiché di fazione si tratta: non solo per la partigianeria spudorata dei sostenitori delle innovazioni di questo pontificato, ma anche per i metodi staliniani con cui essi liquidano le legittime critiche e si mostrano sordi a qualsiasi confronto. E quando parliamo di metodi staliniani, ci riferiamo al classico procédé secondo il quale l'avversario dev'essere inizialmente ignorato, poi sbeffeggiato, quindi denigrato ed offeso, successivamente additato come squilibrato e infine accusato d'esser nemico del popolo.

Non fatelo arrabbiare che ci viene l'ictus: telefonare Falasca 31-31

MONS. SCHNEIDER: LO SCISMA C’È GIÀ. TRUCCHI, INGANNI E INTIMIDAZIONE PER DARE LA COMUNIONE AI DIVORZIATI.




Nella Chiesa cattolica c’è già uno scisma in atto; non per colpa del Pontefice, ma di alcuni ecclesiastici che usano trucchi, inganni, una retorica magistrale e dialettica. E’ questa l’opinione espressa dal vescovo ausiliare di Astana, Athanasius Schneider, (nella foto con il card. Burke)  in un’intervista a una televisione francese. A causa del dibattito che è seguito alle interpretazioni contrastanti sull’esortazione apostolica Amoris Laetita, “siamo testimoni oggi di una forma bizzarra di scisma”, ha detto il presule, prendendo di mira ecclesiastici di alto livello che hanno rotto con la tradizione cattolica per promuovere “il vangelo della libertà sessuale”. Queste persone, ha aggiunto, cercano di soffocare una discussione aperta sui loro scopi, e “fanno uso di calunnie nel tentativo di mettere a tacere la voce della verità.
Senza fare nomi – ma forse, con un po’ di attenzione, alcuni di essi sono identificabili, – ha detto: “Questi ecclesiastici vogliono usare metodi malvagi – cioè trucchi, inganni, retorica magistrale e dialettica, e persino tattiche di intimidazione e violenza morale, per raggiungere il loro obiettivo, quello di ammettere i cosiddetti divorziati-risposati alla Santa Comunione senza che questi adempiano alla condizione di vivere in perfetta continenza, una condizione richiesta dalla legge divina”.
Schneider ha escluso il papa dalle accuse: “Ha detto chiaramente di non avere l’intenzione di proporre il suo proprio insegnamento magisteriale”, e ha esortato a pregare affinché il Papa intervenga e metta fine alla confusione. 
Mons. Schneider ha svolto a Roma lunedì scorso una conferenza su“La grandezza non negoziabile del matrimonio cristiano”. Ne avete il resoconto dettagliato in Corrispondenza Romana. Ha ricordato l’insegnamento del Vangelo sul matrimonio, e ha aggiunto: “Di conseguenza la Chiesa secondo la logica Divina e umana non ha la competenza di approvare nemmeno implicitamente una convivenza more uxorio al di fuori di un valido matrimonio, ammettendo tali persone adultere alla Santa Comunione. Un’autorità ecclesiastica che emana norme o orientamenti pastorali che prevedono una tale ammissione, si arroga un diritto che Dio non le ha dato. Un accompagnamento e discernimento pastorale che non propone alle persone adultere – i cosiddetti divorziati risposati – l’obbligo divinamente stabilito di vivere in continenza come condizione sine qua non per l’ammissione ai sacramenti, si rivela in realtà come un clericalismo arrogante. Poiché non esiste un clericalismo più farisaico che quello che si arroga diritti divini”.
Ha poi esposto più ampiamente i concetti espressi nell’intervista, ricordando il peccato di Aronne, che diede il permesso di infrangere il Primo Comandamento:
“Invece del Primo Comandamento come era nel tempo di Aronne, parecchi chierici, anche di più alto rango, sostituiscono ai nostri giorni il Sesto Comandamento con il nuovo idolo della pratica sessuale tra persone non validamente sposate, che è in un certo senso il vitello d’oro creato dai chierici dei nostri giorni. L’ammissione di tale persone ai sacramenti senza chieder loro di vivere in continenza come conditio sine qua non, significa nel fondo un permesso di non dover osservare in questo caso il Sesto Comandamento. Tali chierici, come nuovi “Aronne”, tranquillizzano le persone, dicendo che possono essere serene e liete, cioè possono continuare nella gioia dell’adulterio grazie a una nuova “via caritatis” e al senso “materno” della Chiesa e che possono persino ricevere il cibo Eucaristico. Con tale orientamento pastorale i nuovi “Aronne” clericali fanno del popolo cattolico il ludibrio dei loro nemici, cioè del mondo non credente e immorale, il quale potrà davvero dire per esempio:
Nella Chiesa cattolica si può avere accanto al proprio coniuge un nuovo partner, e la convivenza con lui è ammessa nella prassi.
Nella Chiesa cattolica è ammessa di conseguenza una specie di poligamia.
Nella Chiesa cattolica l’osservanza del Sesto Comandamento del Decalogo, tanto odiato da parte della nostra società moderna ecologica ed illuminata, può avere delle legittime eccezioni.
Il principio del progresso morale dell’uomo moderno secondo il quale si deve accettare la legittimità degli atti sessuali fuori del matrimonio, è finalmente implicitamente riconosciuto nella Chiesa cattolica, che era stata sempre retrograda, rigida e nemica della letizia dell’amore e del progresso morale dell’uomo moderno”.
Marco Tosatti


"La barca di Pietro è senza timone". Ventitré studiosi di cinque continenti rilanciano l'appello dei quattro cardinali al papa


Ricevo e pubblico.

DICHIARAZIONE DI SOSTEGNO AI "DUBIA" DEI QUATTRO CARDINALI
Come studiosi e pastori d’anime cattolici, desideriamo esprimere la nostra profonda gratitudine e il nostro pieno sostegno alla coraggiosa iniziativa dei quattro membri del collegio dei cardinali, le loro eminenze Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner.
Essi, come è ampiamente noto, hanno sottoposto formalmente quattro "dubia" a papa Francesco, richiedendogli di chiarire cinque punti fondamentali della dottrina cattolica e della disciplina sacramentale, il cui trattamento, nel capitolo VIII della recente esortazione apostolica "Amoris laetitia", sembra essere in conflitto con la Sacra Scrittura e/o con la Tradizione, e con gli insegnamenti dei precedenti documenti pontifici, in particolare l’enciclica "Veritatis splendor" e l’esortazione apostolica "Familiaris consortio" del papa san Giovanni Paolo II.

Il papa ha finora declinato di rispondere ai quattro cardinali. Ma, dato che in sostanza ciò che si domanda è se gli importanti documenti menzionati richiedono ancora il nostro pieno assenso, riteniamo che  il persistente silenzio del Santo Padre possa esporlo all’accusa di negligenza nell’esercizio del ministero petrino di confermare i suoi fratelli nella fede.
Vari prelati di spicco hanno aspramente criticato la richiesta dei quattro cardinali, senza tuttavia dare un contributo al chiarimento delle loro pertinenti domande. Abbiamo letto tentativi di interpretazione dell’esortazione apostolica in un’ “ermeneutica di continuità”, da parte del cardinale Christoph Schönborn e del professor Rocco Buttiglione, ma non vi abbiamo trovato alcuna prova della loro tesi secondo cui gli elementi nuovi che si trovano in "Amoris laetitia" non contrasterebbero con la legge divina, ma contemplerebbero solo legittimi cambiamenti nella pratica pastorale e nella disciplina ecclesiastica.
In effetti, secondo vari commentatori, tra cui in particolare il professor Claudio Pierantoni in un recente studio storico-teologico, hanno argomentato che, come risultato della diffusa confusione e della divisione che è conseguita alla promulgazione di "Amoris laetitia", la Chiesa universale sta entrando in un momento gravemente critico della sua storia, che presenta allarmanti somiglianze con la grande crisi ariana del IV secolo. Durante tale conflitto catastrofico, la maggioranza dei vescovi, compreso perfino il successore di Pietro, vacillarono sulla stessa divinità di Cristo. Molti non caddero pienamente nell’eresia; tuttavia, disarmati dalla confusione o debilitati dalla timidezza, cercarono formule di convenienza o di compromesso, nell’interesse della “pace” e dell’“unità”.
Oggi siamo testimoni di una simile crisi metastatica, questa volta su aspetti fondamentali della vita cristiana. Da una parte si continuano a predicare, a parole, l’indissolubilità del matrimonio, il carattere gravemente peccaminoso della fornicazione, dell’adulterio e della sodomia, la santità della sacra eucaristia e la terribile realtà del peccato mortale. Dall’altra, tuttavia, un numero crescente di importanti prelati e teologi stanno incrinando o negando di fatto tali dottrine – e persino l’esistenza stessa delle proibizioni negative assolute, senza eccezioni, della legge divina, che governano la condotta sessuale – con il loro esagerato e unilaterale accento sulla “misericordia”, l’“accompagnamento pastorale” e le “circostanze attenuanti”.
Dato che il pontefice regnante lancia segnali assai confusi in questa battaglia contro “i principati e le potestà” del Nemico, la barca di Pietro sta andando pericolosamente alla deriva, come una nave senza timone e, in effetti, mostra sintomi di incipiente disintegrazione.
In tale situazione, crediamo che tutti i successori degli Apostoli abbiano un grave e urgente dovere di parlare con chiarezza e forza per confermare gli insegnamenti morali esposti chiaramente nel magistero dei papi precedenti e del Concilio di Trento. Diversi vescovi e un altro cardinale hanno già affermato di considerare pertinenti e opportuni i cinque "dubia". Da parte nostra, speriamo ardentemente e preghiamo ferventemente, perché molti altri aderiscano ora pubblicamente non solo alla rispettosa domanda dei quattro cardinali al successore di Pietro, perché confermi i suoi fratelli su questi cinque punti della fede “che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Gd 1, 3), ma anche alla raccomandazione del card. Burke secondo cui, se il Santo Padre dovesse omettere di farlo, i cardinali collettivamente gli si rivolgeranno con una forma di correzione fraterna, nello spirito dell’ammonizione fatta da san Paolo all’apostolo Pietro ad Antiochia (Gal 2, 11).
Affidiamo questo grave problema alle mani e all’intercessione celeste dell’Immacolata Vergine Maria, Madre della Chiesa e vincitrice di tutte le eresie.
8 dicembre 2016, Festa dell’Immacolata Concezione
Msgr. Ignacio Barreiro Carambula, STD, JD, Chaplain and Faculty Member of the Roman Forum
Rev. Claude Barthe, France
Dr. Robert Beddard, MA (Oxon et Cantab), D.Phil (Oxon), Fellow emeritus and former Vice Provost of Oriel College, Oxford
Carlos A. Casanova Guerra, Doctor of Philosophy, Full Professor, Universidad Santo Tomás, Santiago de Chile
Salvatore J. Ciresi MA, Notre Dame Graduate School of Christendom College, Director of the St. Jerome Biblical Guild
Luke Gormally, PhL, Director Emeritus, The Linacre Centre for Healthcare Ethics (1981-2000); Sometime Research Professor, Ave Maria School of Law, Ann Arbor, Michigan (2001-2007); Ordinary Member, The Pontifical Academy for Life
Rev. Brian W. Harrison OS, MA, STD, Associate Professor of Theology (retired); Pontifical Catholic University of Puerto Rico; Scholar-in-Residence, Oblates of Wisdom Study Center, St. Louis, Missouri
Rev. John Hunwicke, MA (Oxon.), Former Senior Research Fellow, Pusey House, Oxford; Priest of the Ordinariate of Our Lady of Walsingham; Member, Roman Forum
Peter A. Kwasniewski PhD (Philosophy), Professor, Wyoming Catholic College
Rev. Dr. Dr Stephen Morgan, Academies Conversion Project Leader & Oeconomus, Diocese of Portsmouth
Don Alfredo Morselli STL, Parish priest of the Archdiocese of Bologna
Rev. Richard A. Munkelt PhD (Philosophy), Chaplain and Faculty Member, Roman Forum
Rev. John Osman MA, STL, Parish priest in the archdiocese of Birmingham, , former Catholic chaplain to the University of Cambridge
Dr Paolo Pasqualucci, Professor of Philosophy (retired) University of Perugia
Dr Claudio Pierantoni, Professor of Medieval Philosophy in the Philosophy Faculty of the University of Chile, Former Professor of Church History and Patrology at the Faculty of Theology of the Pontificia Universidad Católica de Chile, Member of the International Association of Patristic Studies
Dr John C. Rao D.Phil (Oxon.), Associate Professor of History, St. John's University (NYC), Chairman, Roman Forum
Dr Nicholas Richardson. MA, DPhil (Oxon.), Fellow emeritus and Sub-Warden of Merton College, Oxford, and former Warden of Greyfriars, Oxford
Dr Joseph Shaw MA, DPhil (Oxon.), Senior Research Fellow and Tutor in Philosophy at St Benet's Hall, Oxford University
Dr Anna M. Silvas FAHA, Adjunct research fellow, University of New England,  Armidale, NSW, Australia
Michael G. Sirilla PhD, Director of Graduate Theology, Franciscan University of Steubenville, Ohio
Professor Dr Thomas Stark, Phil.-Theol. Hochschule Benedikt XVI, Heiligenkreuz
Rev. Glen Tattersall, Parish Priest, Parish of Bl. John Henry Newman, Archdiocese of Melbourne; Rector, St Aloysius' Church, Melbourne
Rev. Dr David Watt STL, PhD (Cantab.), Priest of the Archdiocese of Perth; Chaplain, St Philomena’s chapel, Malaga
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I "dubia" dei quattro cardinali, in sei lingue:
Il parallelo con la crisi ariana del quarto secolo:
La versione inglese della dichiarazione dei ventitré esce oggi su "Rorate Caeli", mentre in quest'altra pagina c'è la versione spagnola:

Settimo Cielo di Sandro Magister 8 dichttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/12/08/la-barca-di-pietro-e-senza-timone-ventun-cattolici-di-cinque-continenti-rilanciano-lappello-dei-quattro-cardinali-al-papa/