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mercoledì 28 aprile 2021

E' lui o non è lui?

BERGOGLIO E' PAPA?

    Bergoglio è papa? Storicamente, per il singolo può essere Dubbio; Teologicamente, per la chiesa, è certo. Prologo e Dubbio storico. I “Fatti dogmatici” e i “Dogmi rivelati”: Esempi storici concreti. “Papa dubius, Papa nullus”?                                                                                                di don Curzio Nitoglia  

  

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Prologo

Verso la fine del Trecento vi fu uno scisma in Europa, che turbò la pace della Chiesa e si ebbe, allora, la coesistenza di un Papa con uno o persino due antipapi.

Infatti, dopo il Pontificato di Gregorio XI (1370 – 1378), fu eletto Urbano VI (1378 – 1389), al quale fu contrapposto un antipapa: Clemente VII, che fu eletto da molti Cardinali francesi a Fondi vicino a Latina, il 20 settembre del 1378.

Dubbio storico, certezza canonico/teologica

A – “Storicamente”

Il grande studioso germanico vissuto verso la fine dell’Ottocento, Franz Xaver Funk, ha scritto che a) dal punto di vista storico non è certo, ed è ancora disputabile, se il Papa validamente eletto fosse stato Urbano VI (dell’obbedienza romana/urbaniana) oppure Clemente VII (dell’obbedienza avignonese/clementina). Secondo lui e molti altri studiosi (L. Salvatorelli, J. Köheler, K. A. Fink,) una decisione storica totalmente sicura non sarebbe possibile e una minima incertezza permarrebbe ancora oggi.

Si pensi che, con Clemente VII si schierò persino il grande ecclesiologo San Vincenzo Ferreri (1350 – 1419) che, nel 1380, scrisse anche un trattato teologico/canonico (De moderno schismate), di notevole spessore dottrinale, per dimostrare la validità dell’elezione di Clemente VII.

Mentre, con Urbano VI si schierò Santa Caterina da Siena (1347 – 1380), la cui azione a pro dell’obbedienza romana è nota a tutti, almeno in Italia.

B – “Teologicamente”

Tuttavia, se storicamente è lecito – al singolo Cristiano – studiare ancora la questione per ottenere maggiori luci e consultare nuovi documenti, ritenendola ancora aperta e disputata; b) teologicamentegiuridicamente o canonicamente, è certo – per la Chiesa – che il Papa validamente eletto è Urbano VI e non Clemente VII.

Ora, Urbano VI fu eletto, sotto la minaccia da parte del popolo romano inferocito, dai Cardinali riuniti in Conclave in Vaticano e terrorizzati.

Tuttavia, l’elezione di Urbano VI è considerata dalla Chiesa, come legittima (“Papa indubitatus”) e legittima è stata riconosciuta pure la successione romana dei Papi, che son succeduti a lui. Mentre, la successione avignonese dalle cronotassi ufficiali non è riconosciuta come valida, anche se qualche singolo storico studia ancora la questione come se fosse aperta e disputata.

Clemente VII pose la sua residenza ad Avignone e aprì una nuova Curia formata da 13 cardinali francesi. Così, la Cristianità (non la Chiesa) si divise in due parti: la romana o urbaniana contro l’avignonese o clementina.

Papa Urbano VI rispose scomunicando l’antipapa Clemente VII, cosicché “nominalmente tutta la Cristianità si trovava scomunicata!” (K. Bihlmeyer – H. Tuechle, Storia della Chiesa, vol. 3, L’epoca delle riforme, Brescia, Morcelliana, VII ed., 1983, p. 62), “nihil sub sole novi”, anche oggi le sentenze d’invalidità, le scomuniche e le deposizioni fioccano da una parte e dall’altra.

Nasceva così il Grande Scisma d’Occidente che sarebbe durato quasi 40 anni (1378-1417).

I “Fatti dogmatici” e i “Dogmi rivelati”

La Teologia cattolica insegna che vi sono alcuni fatti (ad esempio, la legittimità e la validità di un Pontificato) i quali pur non essendo oggetto di Rivelazione divina diretta, ossia un Dogma divinamente Rivelato – come, per esempio, la Natività di Gesù a Betlemme – tuttavia, sono connessi strettamente con il Dogma rivelato (cfr. Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1950, V vol., coll. 1058-160, voce “Fatti dogmatici”, a cura di Gabriele De Rosa).

I fatti dogmatici possono definirsi: “Fatti storici, che non sono direttamente rivelati ma sono strettamente connessi con la Rivelazione divina; per esempio, la legittimità di un Papa. […]. Ora, se la Chiesa potesse sbagliare nel suo giudizio su questi fatti o verità, che sono indirettamente connesse con la Rivelazione; ne deriverebbero conseguenze inconciliabili con la sua Istituzione divina e con la sua Santità” (L. Ott, Compendio di Teologia Dogmatica, Torino, Marietti, IV ed., 1969, p. 20-21 e 502).

Esempi storici concreti

Per esempio: non è un fatto rivelato direttamente da Dio che, dopo le dimissioni di papa San Celestino V (dicembre 1294)1, Bonifacio VIII (1294 – 1303) sia stato il Sommo Pontefice legittimo; tuttavia, il suo essere Papa è un fatto connesso strettamente con il Dogma rivelato e, perciò, per la Chiesa è infallibilmente certo che Bonifacio fosse Papa, poiché questo fatto (la sua elezione canonica al Sommo Pontificato esercitato validamente) è richiesto teologicamente per la formulazione, la difesa e l’applicazione di un Dogma rivelato e definito: la Chiesa è stata fondata da Gesù su Pietro e i suoi successori (i Papi), i quali sono il fondamento e i Pastori o i Capi universali di Essa; per cui da questo principio dogmatico direttamente rivelato (di Fede divino/cattolica), ne segue il fatto dogmatico (di Fede ecclesiastica), che è connesso indirettamente con la Rivelazione divina diretta e formale,secondo cui il Papa regnante ed accettato, in maniera moralmente unanime2, dalla Chiesa (gerarchica e discente) è veramente Papa, infatti, se non lo fosse vi sarebbero enormi conseguenze teologiche e dottrinali, che annullerebbero praticamente e indirettamente i Dogmi a) dell’istituzione divina della Chiesa su Pietro, b) del Primato di Pietro e, infine, c) dell’Apostolicità della Chiesa: ecco perché da un principio dogmatico ne segue immancabilmente un fatto dogmatico, cheè indispensabile per illustrare il principio, calarlo nella pratica, farlo vivere ai Cristiani, rendendo possibile la vita ecclesiale.

Per esempio, papa Urbano VI (1378 – 1389) che è stato eletto, il 7 aprile 1378, sotto una certa pressione popolare esercitata sui Cardinali riuniti in Conclave, o Alessandro VI (1492 – 1503) che ha comprato, l’11 agosto 1492, in maniera simoniaca (quindi ereticamente atea e, dunque, con una scomunica conseguente) l’elezione al Sommo Pontificato, è stato veramente Papa oppure solo apparentemente? Oppure, Giovanni XXIII (1958 – 1963), che è subentrato al cardinal Giuseppe Siri (1906 – 1989), il quale dovette rinunciare all’elezione già avvenuta da parte del Collegio cardinalizio3, perché quasi tutta l’altra metà dei Cardinali minacciava uno scisma, qualora fosse stato eletto Papa l’Arcivescovo di Genova, ritenuto troppo tradizionalista (Benny Lay, Il Papa non eletto: Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa, Roma-Bari, Laterza, 1993); è stato realmente Papa?

Se costoro non fossero stati “veri” Papi (fatto dogmatico e giudizio storico), che non significa “buoni” Papi (giudizio di valore), che fine avrebbe fatto il Dogma dell’Apostolicità della Chiesa; ossia la successione ininterrotta di un Papa da un altro, da San Pietro sino alla fine del mondo? Inoltre, in pratica, tutti i loro atti (apertura del Concilio, Canonizzazioni, nomine di Cardinali…) sarebbero invalidi, perciò come si potrebbe rimediare a tanto danno? Sembrerebbe umanamente impossibile …

Ora, a) se – da una parte – il Dogma rivelato e definito: “Cristo ha fondato la Sua Chiesa su Pietro e i Papi suoi successori” è chiaro e netto; b) dall’altra parte, occorre anche sapere – in concreto e nelle contingenze storiche – se il fatto dell’elezione di “Tizio” (Celestino V o Bonifazio VIII), “Caio” (Urbano VI o Alessandro VI) o “Sempronio” (Giovanni XXIII oppure Francesco) al Sommo Pontificato sia stato valido e se costoro siano stati veramente Papi oppure no.

Tutto ciò non è stato rivelato direttamente da Dio, ma, è un fatto dogmatico connesso con la Rivelazione divina riguardo ai principi dogmatici a) della fondazione divina della Chiesa su Kefab) del Primato di Pietro e dei Papi, quali successori di San Pietro e, infine, c) dell’Apostolicità della Chiesa di Cristo. Infatti, la spiegazione, la difesa e l’applicazione del Dogma rivelato è legata strettamente, anche se solo indirettamente ed estrinsecamente, con il fatto dogmatico che Bonifacio VIII (Urbano VI / Alessandro VI / Giovanni XXIII / Francesco…) sono stati veramente Papi; altrimenti, nella pratica della vita ecclesiale, non solamente tutti i loro atti sarebbero invalidi, ma, nella teoria dogmatica, la successione apostolica (o Apostolicità della Chiesa, che è un Dogma di Fede rivelata e definita: “Credo la Chiesa; una, santa cattolica e apostolica”), si sarebbe interrotta e avrebbe cessato di esistere e, dunque, le “porte degli inferi” avrebbero prevalso contro la Chiesa e la promessa di Gesù (“portae inferi non praevalebunt adversus eam”, Mt., XVI, 18) sarebbe stata vana… Ma ciò – secondo la Rivelazione e la Fede cattolica per le quali Gesù è Dio e, dunque, non può né sbagliarsi, né ingannarci – è impossibile.

Papa dubius, Papa nullus”?

I teologi si chiedono se si dubitasse dell’elezione di un Papa (per esempio l’elezione del cardinal Bergoglio dopo le dimissioni di Benedetto XVI) o del fatto che sia veramente Papa poiché non ortodosso (come i neo-modernisti: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco), come bisognerebbe risolvere questa questione? Ebbene, la soluzione data comunemente dalla sana Teologia è che “l’accettazione pacifica di un Papa, da parte di tutta la Chiesa moralmente unanime (non solo docente, ma anche discente), è il segno e l’effetto infallibile di un’elezione e di un Pontificato validi4. Quindi, nel caso nostro, l’accettazione di Francesco – da parte della maggioranza dell’Episcopato, dei Cardinali, dei Sacerdoti e dei fedeli – rende praticamente e teologicamente certa, da parte della Chiesa, la sua elezione; anche se il singolo Cristiano può studiare il problema da un punto di vista puramente storico.

Il cardinal Louis Billot (1846 – 1931), uno dei massimi teologi ed ecclesiologi del Novecento, insegna: “Nel caso dell’ipotesi della possibilità di un Papa ritenuto eretico5l’adesione, moralmente unanime, della Chiesa universale sarà sempre, in se stessa, il segno infallibile della legittimità di tale o tal altro Pontefice” (De Ecclesia Christi, Roma, Gregoriana1903,vol. I, pp. 612 – 613). Quindi, la questione viene risolta dalla Chiesa, canonicamente e dogmaticamente, con la “sanatio in radice” di un eventuale Papato dubbio.

Infatti, se la Chiesa, nella sua totalità morale non matematica o assoluta, aderisse a un falso Sommo Pontefice, “le porte dell’inferno” avrebbero prevalso contro di Essa, poiché l’erronea adesione ad un falso Pontefice sarebbe la stessa cosa di un’erronea adesione ad un falsa regola della Fede. Infatti, il Papa e il Magistero vivente nel Papa regnante sono la regola prossima (“Credo, tutto ciò… e che la Santa Chiesa mi propone a credere”) dell’atto di Fede; mentre l’Autorità di Dio che rivela (“Credo tutto ciò che Dio ha rivelato…”) è la regola remota di esso per cui, se si aderisse a un falso Papa, si obbedirebbe implicitamente a una falsa Fede.

Dio può permette un dubbio storico da parte di singoli fedeli, Sacerdoti o Prelati sull’elezione di un determinato Pontefice, ma non potrebbe permettere che la Chiesa intera (Episcopato, Collegio cardinalizio, Sacerdoti e fedeli) accetti come vero Papa colui che non lo è realmente. Perciò, oggi il singolo Cristiano (sia fedele, sacerdote, Vescovo o Cardinale) può dubitare se Bergoglio sia Papa, ma la Chiesa nel suo insieme, moralmente unanime, non può aderire a un falso Papa.

Ora, oggi, il problema dibattuto, in modo più molto acceso e pungente, è proprio quello se Bergoglio sia veramente Papa, oppure no.

Perciò, per quanto riguarda questo tema, occorre dire che, non tanto le dimissioni di Benedetto XVI (28 febbraio 2013), quanto la sua invenzione della figura (inesistente sino al 2013 nella Teologia e nella prassi della Chiesa) del “Papa emerito”, hanno creato nell’ambiente ecclesiale una certa confusione, la quale rende ipotizzabile, da parte del singolo Cristiano, il dubbio storicamente positivo e puramente ipotetico speculativo sulla possibilità remota che il Papa regnante sia ancor oggi Benedetto XVI; tuttavia, questo dubbio lecito storicamente e speculativamente viene risolto, a livello ecclesiale, dal Diritto canonico e dalla Teologia che ci dà la certezza (di Fede ecclesiastica) della valida elezione del cardinal Bergoglio al Sommo Pontificato, non senza dimenticare che Anna e Caifa erano reputati da Gesù e dagli Apostoli “Sommi Sacerdoti”, come pura Giuda Iscariota era stato chiamato da Gesù come Suo Apostolo, pur essendo un “diavolo” (Giov., VI, 71).

Da quanto esposto sopra, si evince chiaramente che questo fatto (“Francesco è Papa?”) non è solo un fatto puramente umano o storico, non è neppure un Dogma rivelato direttamente o di Fede divina, ma è, tuttavia, un fatto dogmatico di Fede ecclesiastica ed ecclesiologicamente infallibile, ossia strettamente correlato al Dogma del Primato del Papa, dell’Apostolicità della Chiesa romana e della subordinazione dell’Episcopato al Pontefice romano.

Infatti, è un “fatto ecclesiastico” (o ecclesiologicamente e giuridicamente rilevante) se esista un Papa che governi la Chiesa (se “bene o male”, non è questo il problema in questione qui), se Essa possa sussistere senza un Papa in atto ma solo in potenza o materialiter; oppure se non sia restato assolutamente nulla della gerarchia ecclesiastica (Papa, Cardinali e Vescovi con giurisdizione): cioè se la Chiesa sia rimasta oggi senza un fondamento su cui poggiare (totalmente o solo formalmente).

Tutti i Trattati di Ecclesiologia o di Teologia dogmatica che trattano il tema della Chiesa fondata da Cristo6, ammettono che il fatto dogmatico fa parte dell’oggetto secondario dell’Infallibilità della Chiesa, la quale – nel Fatto dogmatico – è indirettamente scevra da errore e ci dà (indirettamente) un’infallibile certezza (di Fede ecclesiastica) fattuale (il fatto o l’avvenimento che Francesco è veramente e non solo apparentemente Papa), ma, Essa non si pronuncia sulla bontà e rettitudine dottrinale o meno di essi. Si limita a enunciare un fatto e “contro il fatto non vale l’argomento”.

d. Curzio Nitoglia

 

 

1 Da un punto di vista storico e giuridico/canonico, alcuni singoli esperti ancor oggi studiano (teoreticamente), se le dimissioni di papa Celestino V, allora (13 dicembre 1294), furono legittime e spontanee oppure forzate e illegittime; oppure se l’elezione di Urbano VI (1378) sia avvenuta validamente.

2 L’unanimità è matematica o totale quando assolutamente tutti, nessuno escluso, sono in accordo; mentre è morale quando solo la maggior parte si trova in accordo.

3 Come lui stesso rivelò, sotto registrazione, al giornalista vaticanista Benny Lai, nel 1987, a condizione che fosse pubblicato solo dopo la sua morte (Genova, 2 maggio 1989).

4 F. X. Wernz – P. Vidal, Jus canonicum, Roma, Gregoriana, 3 voll. 1923-1938, tomo II, p. 437, nota 170; cfr. F. Suarez, De Fide, disp. X. Sez., V, n. 8, p. 315.

5 Anche se l’Ecclesiologia reputa tale opinione una pura ipotesi possibile, ossia non ripugnante, poco probabile e non certa.

6 Cfr. A. Piolanti, Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1953, vol. X, coll. 6-19, voce “Primato di San Pietro e del Romano Pontefice”; inoltre cfr. San Tommaso d’Aquino, S. Th., III, q. 8; Id., In Symbolum Apostolorum expositio, aa. 7-8. 

 

Bergoglio è papa? Storicamente, per il singolo, può essere Dubbio; Teologicamente, per la chiesa, è certo 

di don Curzio Nitoglia

 

 

Vedia anche: https://doncurzionitoglia.wordpress.com/  -  Catalogo Librario - http://www.doncurzionitoglia.com/

  

 

Del 27 Aprile 2021

http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/10096-bergoglio-e-papa

6 commenti:

  1. "Teologicamente, per la chiesa, è certo.": caro don Nitoglia, nonostante le videoconferenze assieme al prof. Francesco Lamendola, lei continua insistentemente ed ossessivamente a sostenere la tesi della legittimità dell'elezione di Bergoglio a papa: ma come fa a non capire, o forse non vuol capire, che una elezione concordata a tavolino truffaldinamente, imponendo al regnante di farsi da parte, è nulla agli occhi di chiunque abbia occhi per vedere e mente aperta per capire? sinceramente mi delude molto, moltissimo anzi, rimango profondamente convinto della assoluta nullità di tale elezione, dato anche che probabilmente Bergoglio era già scomunicato late sententie prima, come cardinale; anzi, a ben vedere non avrebbe dovuto nemmeno esser nominato vescovo, visto il parere negativo che ne dette a suo tempo il suo vescovo. Un falso papa ed una falsa "chiesa>", sovrapposta a quella vera, mio caro don Nitoglia, tutto il resto è fumo, farina del diavolo. Con rispetto umano, ovviamente...

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  2. In realtà il vero Papa è ancora Benedetto XVI in quanto non si è dimesso l'11 febbraio 2013 (infatti dopo tale data è rimasto Papa a tutti gli effetti) e poi il 28 febbraio 2013 non ha fatto alcunché che lo potesse far passare da essere Papa a essere ex-Papa. Di conseguenza Jorge Mario Bergoglio è ancora soltanto un Cardinale. Inoltre già da tempo si poteva facilmente inferire che il Cardinale Jorge Mario Bergoglio è caduto in eresia manifesta e molteplice. Potete trovare maggiori dettagli in quest'opera:
    Pace C. M., "Il vero Papa è ancora Benedetto XVI", Youcanprint 2017:
    https://books.google.it/books/about/Il_vero_Papa_%C3%A8_ancora_Benedetto_XVI.html?id=v2EIDgAAQBAJ&redir_esc=y
    oppure:
    https://www.youcanprint.it/scienze-sociali-generale/il-vero-papa-ancora-benedetto-xvi-9788892646698.html 

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    1. Propongo la lettura di questo interessante articolo sul tema qui in discussione "http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/10101-chi-e-papa-e-chi-no". Personalmente, il Francesco che prediligo non è Bergoglio, bensì Lamendola.

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  3. Il don Curzio Nitoglia per avere ragione non cita la Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II. E' proprio questa che determina la non valida rinuncia di Benedetto XVI con la conseguente scomunica lata sentetia di Bergoglio e degli altri cardinali. Da questa si evidenzia che il Papa è ancora Benedetto XVI.

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  4. A don Curzio Nitoglia, che alla domanda “Bergoglio è papa?”, risponde convinto “Storicamente, per il singolo può essere Dubbio; Teologicamente, per la chiesa, è certo” (http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/10096-bergoglio-e-papa) rispondiamo idealmente con le parole del professor Francesco Lamendola (una sintesi di un suo lucidissimo articolo):

    “da otto anni i cattolici sono alle prese con un problema enorme: un papa che non agisce da papa, non parla come un papa dovrebbe parlare; i credenti devono ritenersi legati al dovere dell’obbedienza filiale nei suoi confronti?. Quel che sta facendo è il punto d’arrivo, logico e consequenziale, di una linea ideologica e pastorale che prende le mosse dal Concilio Vaticano II,…tutti i papi che si sono succeduti dopo la morte di Pio XII. hanno insegnato la dottrina in maniera oggettivamente eretica, tradendo la loro specifica missione e ingannando i fedeli? … i papi devono custodire la dottrina con totale fedeltà a Cristo. Un vero papa custodisce la dottrina, preserva la fede e cura la salvezza delle anime;… se non si possiede una certa cultura e una certa capacità critica, non ci si rende conto di quel che non è cattolico nell’azione degli ultimi …mai i papi avevano deviato dalla retta dottrina, mai avevano intenzionalmente cercato di stravolgerla e sovvertirla, …un’autorità che non persegue i fini per i quali è stata istituita, non è più legittima: Gesù Cristo ha istituito la santa Chiesa per la salvezza delle anime; se un papa, introduce i demoni pagani nella casa del Signore, se insegna dottrine errate, se dà scandalo bestemmiando pubblicamente (dire che le Persone della Santissima Trinità litigano fra loro di continuo è bestemmiare), allora la sua autorità è automaticamente illegittima
    Fonte: http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/9885-un-lupo-travestito-da-papa

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  5. .....(continuazione e fine) : Che fare, dunque? Come comportarci con Bergoglio? Con un papa (vero o falso che esso sia) che non si comporta da papa, che ci ordina o consiglia di comportarci in modo non cattolico, non cristiano, per allontanarci da Dio e farci disobbedire alle sue eterne leggi. Ce lo dice l’arcivescovo Carlo Maria Viganò :

    “L’inganno, il colossale inganno del quale ho scritto in più occasioni, consiste nel costringere i buoni – chiamiamoli così per brevità – a rimanere imprigionati in norme e leggi che viceversa i cattivi usano in fraudem legis. È come se costoro avessero compreso la nostra debolezza: l’essere cioè noi, pur con tutti i nostri difetti, religiosamente e socialmente orientati al rispetto della legge, all’obbedienza all’autorità,….. Con questa nostra debolezza virtuosa essi si garantiscono da noi obbedienza, sottomissione, al massimo rispettosa resistenza e prudente disobbedienza….. questa empasse si rompe semplicemente non assecondandola: dobbiamo rifiutare di confrontarci a duello con un avversario che detta le regole a cui solo noi dobbiamo sottostare, lasciando se stesso libero di infrangerle. Ignorarlo…..continuando a comportarci come buoni Cattolici anche se il Papa ci deride, ci disprezza o ci scomunica. Il paradosso è che per rimanere in Comunione con la Sede Apostolica dobbiamo separarci da colui che dovrebbe rappresentarla."

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