
Il 24 settembre 2009, a poche settimane dal mio arrivo al Foglio, avevo scritto
questo articolo in cui raccontavo delle nuove stategie del Vaticano sul web.
In sostanza, dopo il “caso Williamson” e la lettera del Papa in cui chiedeva ai suoi collaboratori maggiore attenzione per il web, il Vaticano aveva assoldato una società norvegese chiedendole di monitorizzare Internet e tutto ciò che su Internet esce sul Papa e il Vaticano stesso.
Da quel giorno, poco è cambiato. Nel senso che se è vero che i collaboratori del Papa sono informati di tutte le uscite sul web che lo riguardano, è altrettanto vero che la Santa Sede sul web sostanzialmente non c’è.
News.va è un aggregatore di notizie e come tale parecchio monotono, mentre
vatican.va è rimasto quello che era, un sito fermo a dieci anni fa. Un sito che, non a caso, ieri ha subìto senza molta difficoltà un attacco dagli hackers del gruppo Anonymous.