ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 30 gennaio 2019

Una sottile e formidabile trappola

Precisazioni sul ritiro del vescovo modernista, Mons. Huonder,
in una scuola della tradizionale Fraternità San Pio X



Nostra presentazione

Pubblichiamo due articoli (qui e qui) scritti da Francesca de Villasmundo sull’argomento, da noi raccolti nel seguente unico articolo.
Su questa vicenda inusuale di Mons. Huonder è bene precisare anche che un epilogo del genere non può pensarsi come derivato da un’improvvisa decisione del vescovo di Coira. Si sa che Mons. Huonder visitava regolarmente da tempo l’Institut Sancta Maria a Wangs e se ne deve dedurre che egli abbia maturato la sua attuale decisione in pieno accordo con i capi della Fraternità, con i quali avrà certamente concordato i passi da compiere presso Papa Francesco, con cui è in stretta amicizia. Il consenso di Papa Francesco avrà certamente tenuto conto della necessità prospettata a Roma dai capi della Fraternità di consacrare almeno un nuovo vescovo, dato lo stato di salute di Mons. Bernard Tissier de Mallerais.
Qualcuno ha supposto che il ritiro di Mons. Huonder potesse supplire a questa necessità, ma si tratta di una impossibilità pratica, sia perché i sacerdoti, i seminaristi e i fedeli della Fraternità non accetterebbero un vescovo conciliare come fosse un vescovo della Fraternità, sia perché Mons. Huonder manca della necessaria preparazione tradizionale.

In realtà, il ritiro di Mons. Huonder, concordato con Papa Francesco e con la Congregazione per la Dottrina della Fede, oltre allo scopo indicato da Francesca de Villasmundo, servirebbe ad aggirare l’autorizzazione del Papa alla consacrazione di un nuovo vescovo della Fraternità: sembra certo che ad aprile prossimo, quando scadrà definitivamente il mandato di Mons. Huonder come vescovo di Coira, si procederà alla detta consacrazione e il vescovo consacratore sarà proprio Mons. Huonder, coadiuvato o no da uno, o più, degli attuali vescovi della Fraternità; il tutto concordato con Papa Francesco e avallato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e dalla Congregazione per i Vescovi.
Tutti ricorderanno che ci troviamo di fronte allo scenario prospettato nel 1988 dal Card. Ratzinger e da Giovanni Paolo II a Mons. Lefebvre, il quale non fu d’accordo perché, molto semplicemente, bisognava consacrare vescovo un sacerdote della Fraternità e il consacratore doveva essere lo stesso Mons. Lefebvre. Sono passati 31 anni, e quello che non riuscì a Ratzinger e a Wojtyla sembra che oggi riesca a Bergoglio.

Noi non sappiamo come si svolgeranno esattamente le cose, né abbiamo avuto modo di sapere chi sarebbe il sacerdote da consacrare vescovo, ma tutta la vicenda possiede i connotati di una sottile e formidabile trappola per la Fraternità, la quale, se tutto si concretizzerà, finirà con lo scadere, più o meno inavvertitamente, al rango di una qualsiasi Congregazione religiosa “conciliare” a cui è permesso di continuare a vestire i panni della Congregazione tradizionale fondata da Mons. Lefebvre.

Si azzardano giudizi? Staremo a vedere… “dai loro frutti li riconoscerete”.



Basilica di Notre Dame a Zurigo, 8 luglio 2017, in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, 26-31 luglio 2017. 

Il sito https://www.kath.net/news/66646, dà delle precisazioni sul prossimo arrivo del vescovo modernista di Coira, Mons. Huonder, in una scuola della Fraternità San Pio X in Svizzera.
«Dopo il suo soggiorno a Coira, Mons. Vitus Huonder si ritirerà in una scuola della Fraternità San Pio X e, d’accordo con Roma, manterrà i contatti con la Fraternità.
«Mons. Huonder, alla scadenza del suo mandato come vescovo di Coira, si ritirerà a Wangs, nel cantone San Gallo, e vivrà nell’Institut Sancta Maria, una scuola della Fraternità San Pio X.»

Giuseppe Gracia, portavoce del vescovo, l’ha confermato a Kath.net.
« “Questo passo è legato ad una missione che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha affidato a Roma a Mons. Vitus: mantenere i contatti con la Fraternità San Pio X”. L’accettazione delle dimissioni del vescovo di Coira dovrebbe avvenire a Pasqua.»

Se si comprende bene la dichiarazione del signor Gracia, l’arrivo del conciliare Mons. Huonder in seno alla Fraternità sacerdotale fondata dal vescovo tradizionalista Mons. Lefebvre per preservare i cattolici dallo spirito del Vaticano II, è stato deciso di concerto e con l’avallo della Roma modernista, con l’obiettivo di “mantenere i contatti” fra la Congregazione per la Dottrina della Fede e la Fraternità San Pio X.
Questo nuovo passo di Roma si inscrive probabilmente nel quadro del riavvicinamento, o ricongiungimento, per tappe a cui vuole arrivare Papa Francesco.

Questa conferma mette fine, sfortunatamente, alle speranze che alcuni coltivavano di vedere in questo arrivo un’improvvisa conversione di Mons. Huonder alla Tradizione, cosa che poteva andare di pari passo con un rigetto pubblico del Vaticano II.

Mons. Huonder non sembra essere Mons. Lazo!


Mons. Huonder, vescovo “conservatore”?

Siamo tutti preda delle parole e dell’abuso del linguaggio. Ora, le parole hanno un significato e chi controlla le parole e ne distorce il significato manipola il mondo e soggioga gli spiriti...

In un precedente articolo sull’arrivo del vescovo di Coira, Mons. Huonder, in una scuola della Fraternità San Pio X in Svizzera, noi abbiamo frettolosamente qualificato questo vescovo conciliare come “conservatore”. Riflettendo, sarebbe stata più appropriata la qualifica di “progressista”.
 Cosa conserva infatti Mons. Huonder?

La foto sopra mostra questo prelato che distribuisce la Comunione sulle mani, e questo solo 18 mesi fa, nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù, uno di quei grandi raggruppamenti in cui regnano sovrani le abitudini alla moda.
Questa foto, da sola, basta a chiarire le cose: Mons. Huonder è quello che Mons. Lefebvre, il fondatore della Fraternità San Pio X, chiamava un vescovo liberale, modernista e progressista, che ha assimilato la rivoluzione del Vaticano II e le novità liturgiche che ne sono derivate.

Prova supplementare: Mons. Huonder, in quanto vescovo di Coira, fino al 2011 fu presidente della super ecumenica Communauté de travail des Églises chrétiennes en Suisse (CTEC) [Comunità di Lavoro delle Chiese cristiane in Svizzera], e aveva come vice presidente la “pastora” Adele Kelham [che ne ha rilevato l'incarico].
Un impegno che la dice lunga sul “conservatorismo” di Mons. Huonder!




La “pastora” anglicana Adèle Kelham con Mons. Vitus Huonder
al momento del passaggio delle consegne, 1 gennaio 2011


Ora, mentre la Chiesa conciliare mantiene il suo andamento progressista e porta avanti il suo disegno di fare tabula rasa, cose che sono diventate più evidenti con Papa Bergoglio; e posto che, come dice il detto, la saggezza arriva con l’età,  Mons. Huonder dovrebbe essere uno di quei prelati postconciliari che, seguendo l’esempio di Benedetto XVI, influente teologo del Vaticano II, dovrebbe mettere un “alt” a questo percorso modernista lastricato di innovazioni che sempre più spesso portano ad una radicale metamorfosi del mondo cattolico e ad una mutazione contro-natura della società.

La rivoluzione va troppo in fretta, la rivoluzione va troppo lontano…





Le chierichette di Mons. Huonder, nel 2015


Mons. Huonder è “conservatore” come lo fu l’imperatore Napoleone, figlio del Bonaparte rivoluzionario… Ciò che i “conservatori” conservano è la loro rivoluzione ammantata con i decori di altri tempi.



Wigratzbad, Germania, 2011,
Mons. Huonder ordina un sacerdote nel seminario della Fraternità San Pietro

Mons. Huonder è un “conservatore” anche perché così lo definiscono i puri progressisti in perpetua evoluzione, i personaggi della sinistra sempre in cammino verso un progresso irraggiungibile, presentato con l’assoggettare il significato delle parole alla loro ideologia e con l’imporre tale loro linguaggio pervertito con l’aiuto corale della casta mediatica; in modo tale che il loro “progresso” si applichi alle parole e si imponga agli uomini, obbligando tutto e tutti a conformarsi alla loro visione del mondo: ieri era “conservatore” chi non accettava il divorzio o la Comunione sulla mano, oggi è “conservatore” chi accetta il divorzio e non accetta il “matrimonio per tutti”… chi accetta la Comunione sulla mano e non accetta che la si possa dare ai divorziati risposati civilmente.

La rivoluzione avanza passo dopo passo… per tappe.

di Francesca de Villasmundo

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