ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 30 gennaio 2019

La razza dei nani

E SE FOSSE TUTTO VERO?


La vera dottrina insegna che l’Aldilà esiste e consiste nell’eterna beatitudine o nell’eterna dannazione. E che gli Angeli e i diavoli esistono; i primi si adoperano per la salvezza delle anime, i secondi per la loro perdizione 
di Francesco Lamendola  

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La dottrina cattolica, quella vera, non quella taroccata di Enzo Bianchi o dei gesuiti della scuola di Teilhard de Chardin, di Karl Rahner, di Pedro Arrupe e del grande Bugiardo argentino, insegna che la vita terrena è una semplice preparazione alla vita eterna; vita eterna che si attua in una eterna beatitudine per le anime destinate al Paradiso, e in una eterna dannazione per quelle destinate all'Inferno. Non solo i cattolici, ma tutti gli europei, tutti gli occidentali e anche tutte le persone di media cultura che vivono in ogni parte del mondo, conoscono questa dottrina, non fosse altro che per la quantità e la qualità straordinarie di opere d’arte, dallaDivina Commedia al Giudizio universale della cappella Sistina, che la rappresentano. 

È impossibile entrare in una pinacoteca, o in una chiesa medievale, senza imbattersi nelle scene che raffigurano la dottrina dei Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. I poeti e gli artisti più grandi, da Dante a Giotto, e i pensatori più profondi, da sant’Agostino a san Tommaso d’Aquino, ne hanno fatto il centro della loro riflessione; fra i moderni, basterebbe citare nomi come Pascal o di Kierkegaard per capire che anche nei secoli della degenerazione materialistica e irreligiosa non sono mancate le grandi menti che hanno visto, compreso, meditato profondamente su quei sublimi misteri. Erano dei veri giganti, perché, pur grandissimi per intelligenza, cultura, sensibilità, hanno saputo riconoscere la loro piccolezza e accostarsi con timore e tremore alla soglia delle Cose Ultime.

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Esiste l'Aldilà? non val la pena di deporre la superbia razionalista e domandarsi: e se fosse tutto vero?

Poi è arrivata la razza dei nani. Ha fatto la sua comparsa agli albori della modernità e col secolo XVIII è proliferata in misura incontrollabile, e, quel che è peggio, ha coltivato una superbia e una presunzione quali mai si erano viste in passato, accompagnate da un sovrano disprezzo verso la Tradizione. Sbandierando la loro piccola, meschina ragione illuminista, la loro razionalità logico-matematica, incapace di vedere l’intero, anzi, incapace perfino di capire che esistono un intero e un assoluto, e quindi totalmente assorbita nel contingente e nel parziale, tale esercito di nani, divenuto numerosissimo e pressoché incontenibile, ha preteso di giudicare tutti di riformare tutto, di capovolgere ogni cosa, così, per far vedere che c’è: perché, se non si agitasse tanto, in effetti si potrebbe anche ignorarne l’esistenza. Quale contributo hanno dato costoro all’arte, al pensiero, al progresso morale e spirituale dell’umanità? Praticamente zero; anzi, meno di zero: hanno favorito un enorme regresso. Hanno messo in crisi, indebolito e infine distrutto tutte le certezze; hanno calpestato tutte le verità; hanno sghignazzato su tutte le cose sacre, nobili e sublimi; e hanno proclamato il diritto a conquistare il potere, cominciando dal potere culturale, di tutto ciò che è brutto, volgare, osceno, blasfemo, patologico e mostruoso. E così ci hanno regalato, al posto della bellezza, l’orrore; al posto della ragionevolezza, il delirio di una ragione cieca e fine a se stessa, divenuta la peggiore minaccia contro la vita; al posto della giustizia, ogni sorta di arbitrio e di sopraffazione del più forte, mascherata da trionfo del diritto e dell’eguaglianza; al posto della verità, una montagna di menzogne, uno strato sopra l’altro, decine, centinaia, migliaia di menzogne, al punto che non siamo più certi praticamente di nulla. E se ne vantano, del resto; proclamano di aver promosso una nuova forma di consapevolezza, basata sul pensiero debole, sul  relativismo etico, sul dubbio sistematico, sulla promozione dell’anormale a una pari dignità con ciò che è normale, sano e buono. Pretendono insomma di essere lodati e applauditi per la distruzione sistematica che hanno fatto, per la grande opera di aver trasformato il mondo in un manicomio planetario, in un cimitero di morti viventi, in una galleria degli orrori. Solo la scienza ha registrato dei successi sbalorditivi, sposandosi alla tecnologia, sino a formare un centauro, la tecnoscienza: essa però è stata assolutizzata, da mezzo è stata promossa a fine, col risultato che non sappiamo più dove stiamo andando e cosa ci attende oltre l’angolo, perché ogni mattina, al risveglio, cerchiamo di capire, con inquietudine, paura e raccapriccio, quali nuove frontiere la tecnoscienza abbia oltrepassato, ora manipolando il Dna e creando esseri ibridi e inimmaginabili, ora instaurando le condizioni perché la vita sulla terra si spenga, vuoi per la distruzione sistematica degli equilibri naturali, vuoi per la costruzione di armi sempre più potenti, non solo fisiche, ma chimiche e batteriologiche.

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La dottrina cattolica, quella vera, non quella taroccata di Enzo Bianchi o dei gesuiti della scuola di Teilhard de Chardin, di Karl Rahner, di Pedro Arrupe e del grande Bugiardo argentino, insegna che la vita terrena è una semplice preparazione alla vita eterna; vita eterna che si attua in una eterna beatitudine per le anime destinate al Paradiso, e in una eterna dannazione per quelle destinate all'Inferno.

E tuttavia, proviamo a domandarci: se quel che dicono le Scritture e quel che dice la Tradizione cristiana, da duemila anni, fosse tutto vero; non solo: se fosse vero molto più alla lettera di quel che comunemente non si creda? L’uomo moderno, infatti, non sa più credere con la fede e l’abbandono dei nostri avi; crede, ma fino a un certo punto (come diceva Kierkegaard); crede, sì, ma, signori, non siamo mica bambini di sei anni, e neppure donnette ignoranti e superstiziose, perciò, suvvia, di sicuro non possiamo credere alla maniera dei cittadini analfabeti dei secoli lontani; e ciò vale anche per i cosiddetti cattolici moderni (cosiddetti perché l’espressione è contraddittoria in se stessa: o si è cattolici o si è uomini moderni: ma le due cose insieme no, per favore, non è neppur immaginabile, anche se così credono e dicono, invece, proprio quegli stessi che dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza: i cattolici progressistidei nostri giorni, tutti fieri e orgogliosi di essere anche cittadini del mondo moderno, del quale accettano incondizionatamente tutti i dogmi e i pregiudizi, dal relativismo alla libertà religiosa e dalla democrazia ispirata al libero mercato, al principio della tolleranza verso tutti, tranne che per i veri cattolici (ma di quelli, chi se ne frega: non sono altro che quattro nostalgici gretti e ripiegati sul passato; giusto?). Insomma: se il Paradiso e l’Inferno fossero davvero popolati, rispettivamente, da Angeli e diavoli; se i diavoli fossero davvero degli spiriti orrendi, deformati dalla cattiveria, e gli Angeli degli spiriti di luce, bellissimi; e se all’Inferno ci fosse davvero il tormento di un fuoco inestinguibile, e in Paradiso vi fosse davvero una pace celestiale? Se tutto fosse realmente simile a come lo dipinge, da sempre, la devozione popolare, checché ne dicano i teologi modernisti e progressisti, per i quali non è certo neppure che l’Inferno esista, né che ci siano dentro delle anime (potrebbe anche essere “vuoto”, dopotutto, dicono i soliti dottor sottile!); per non parlare di quelli, come Sosa Abascal, generale dei gesuiti (sempre loro!) che negano addirittura l’esistenza del diavolo? Senza contare il non trascurabile “dettaglio” che così ha descritto l’Aldilà un certo Gesù Cristo, per esempio quando ha detto: (Mt., 25, 31-46):
Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

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La vera dottrina insegna che l’Aldilà esiste e consiste nell’eterna beatitudine o nell’eterna dannazione. E che gli Angeli e i diavoli esistono; i primi si adoperano per la salvezza delle anime, i secondi per la loro perdizione.

Vi è poi la testimonianza di alcuni Santi, anche moderni, che hanno visto l’Aldilà personalmente, per grazia di Dio, e ne hanno parlato in maniera inequivocabile: da Caterina Emmerich a Gemma Galgani, da Giovanni Bosco a Pio da Pietrelcina, da Lucia dos Santos a Faustina Kowalska. Le loro parole sono oggetto delle cosiddette rivelazioni private, che non impegnano la fede, né la dottrina cattolica; ma quando si constata che coincidono perfettamente con ciò che dice Gesù e con il Magistero, ci si rende conto che sarebbe semplicemente insensato non prenderle quanto mai sul serio. Così come sarebbe insensato non prender sul serio le parole del diavolo stesso, che nel corso degli esorcismi viene costretto dal sacerdote a dire la verità, e che in moltissime occasioni ha confermato, oltre ogni possibile dubbio, tutto ciò che la Chiesa insegna e la dottrina cattolica tiene per vero: che l’Aldilà esiste; che consiste nell’eterna beatitudine o nell’eterna dannazione; che gli Angeli e i diavoli esistono; che i primi si adoperano per il bene e la salvezza delle anime, i secondi per la loro irreparabile perdizione; che dietro le azioni malvagie degli uomini c’è sempre un influsso che parte dal diavolo o una debolezza che viene prontamente sfruttata da lui per raggiungere i suoi fini; che i fini del diavolo sono la rovina di tutte le anime, la distruzione della Chiesa, una sorta di perversa (e impossibile) “rivincita” rispetto alla sconfitta umiliante e rovinosa che ha patito quando volle ribellarsi a Dio e venne precipitato all’Inferno, da Angelo luminoso che era.

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E se fosse tutto vero?

E se fosse tutto vero?

di Francesco Lamendola 
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