ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 aprile 2020

«Conosci te stesso»

BUONA SANTA PASQUA


Buona Santa Pasqua si, ma con Gesù o con Barabba? "Conosci te stesso": in queste anomale festività Pasquali proponiamo alcuni articoli a tema del prof.Francesco Lamendola domandandoci: Perché gli esseri umani preferiscono ancora le tenebre alla luce?  
  
 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/000-NUOVI/0---gesu-sinedrio.gif 

Gesù è andato incontro al suo destino a testa alta, senza tentare in alcun modo di sottrarvisi. Ciò significa che, qualsiasi cosa si pensi di lui e della sua natura, umana o soprannaturale che fosse, la scelta di Barabba da parte della folla non solo non è stata un incidente di percorso, ma rientra in un disegno generale, di cui l’arresto, la passione e la morte di Gesù – e, per i credenti, la sua resurrezione - rappresentano il momento culminante, ma in perfetta coerenza con tutto ciò che li ha preceduti.
Resta, dunque, la domanda: perché gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce; perché preferiscono il male al bene? È una domanda che investe tutti, credenti e non credenti: la storia umana, sotto questo punto di vista,  non è che una monotona, sanguinosa galleria delle stesse brutture, della stessa, testarda ignoranza.

                                                                                                    Buona Pasqua

La notte e il giorno

La notte si illuminerà come il giorno


https://www.radioromalibera.org/la-notte-si-illuminera-come-il-giorno/

DISCESE AGLI INFERI: l’unicità della redenzione di Cristo e…l’incontro con San Giuseppe

Senza Cristo e senza Chiesa

OBEDIENS USQUE AD MORTEM - L'APOSTASIA MONDIALISTA NELL'OMELIA "IN PASSIONE ET MORTE DOMINI" DI PADRE RANIERO CANTALAMESSA




Leggere gli scritti di Cantalamessa è come metter la mano in una teca di serpenti e scorpioni. Ogni parola, ogni citazione - anche la più apparentemente innocua - nascondono un morso velenoso. Né potrebbe essere altrimenti: è nella natura dello scorpione usare l’aculeo e in quella della serpe mordere coi suoi denti avvelenati. Sono decenni che il Predicatore della Casa Pontificia semina eresie, più o meno dissimulate dietro una prosa melliflua e seducente; i suoi errori si propagano nei libri e nelle conferenze, nelle omelie e nelle lezioni universitarie e a loro volta derivano dall’elaborazione delle dottrine di eretici notori, di ultraprogressisti oggi portati in palma di mano dai cortigiani di Santa Marta, di settari d’ogni specie. Tutti accomunati da un disegno ben preciso, che ormai coivolge la sfera civile e quella religiosa nell’apostasia e nell’asservimento più sfrontato al pensiero unico. 

In questo interminabile Sabato Santo

La Chiesa risorgerà
https://it.zenit.org/wp-content/uploads/2016/03/Giotto-di-Bondone-Scenes-from-the-Life-of-Christ-Resurrection.jpg(immagine aggiunta)

Et est spes novissimis tuis
 (Ger 31, 17).


«C’è speranza per il tuo avvenire» (oppure, intendendo al maschile: per i tuoi discendenti), dichiara il profeta Geremia preannunciando a Rachele il ritorno degli esiliati. Anche a noi, oggi, viene rivolto il medesimo incoraggiamento: c’è speranza per la Chiesa, benché si sia eclissata. Come all’epoca della crisi ariana, la maggior parte della gerarchia cattolica sembra del tutto sottomessa ai poteri mondani; i vescovi e cardinali che mantengono la libertà di parola paiono ancor meno numerosi di allora, quando la vera fede fu difesa da valorosi campioni come Atanasio d’Alessandria, Cirillo di Gerusalemme, Ilario di Poitiers, Ambrogio di Milano, i tre Cappadoci… per menzionare solo i più celebri. Alcuni di loro soffrirono più volte l’esilio in condizioni molto precarie, ma alla fine, dopo la morte dell’imperatore Valente, furono reintegrati. Ora, dove sopravviveva la Sposa di Cristo in quei drammatici frangenti? Nella communio catholica, ossia nella rete formata da tutti i battezzati fedeli alla verità, per quanto dispersi, privi di guida visibile e vessati da angherie di ogni genere, fino, in certi casi, al martirio di sangue; è grazie a loro che, una volta riacquistata la libertà, la Chiesa rifiorì più esuberante di prima e conobbe nuovi, splendidi trionfi.

Ora tenebrarum

L’Associazione Internazionale Esorcisti contro mons. Viganò


Strano comunicato di replica dell’Associazione Internazionale Esorcisti all’appello di mons. Carlo Maria Viganò ai vescovi e ai presbiteri per la recita dell’esorcismo di Leone XIII il Sabato Santo alle 15:00.

Il mistero della “Sinagoga bendata”

La “Sinagoga bendata”
Pochi sanno quanto accadde, a partire dall’anno della morte di Cristo, nel Tempio di Gerusalemme lungo i 40 anni che precedettero la sua distruzione. Dopo il Sacrificio del Golgota, i sacrifici di culto antichi perdono valore. Si avverano le parole di Cristo alla samaritana: «Viene l’ora — ed è questa — in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4,23).


Non è raro trovare all’interno delle grandi cattedrali medievali l’immagine di due donne – l’una a fianco dell’altra oppure contrapposte – raffigurate con caratteristiche antitetiche: una giovane donna avvenente e in piena salute, con in testa una corona e in mano un calice e, talvolta, uno scettro, spesso a cavallo di un destriero. Dall’altra parte una donna malridotta e cenciosa, talora a cavallo di un asino o sdraiata a terra, ma la cui caratteristica più particolare è quella di essere bendata. Se nella prima donna si deve scorgere la Chiesa, con il potere conferitogli da Cristo (lo scettro) e i Sacramenti di cui è dispensatrice (il calice), la seconda è senza dubbio la “Sinagoga bendata”. Con ciò gli artisti tentavano di riprodurre il complesso ma chiaro rapporto esistente tra il “resto d’Israele”, la Chiesa, e ciò che rimaneva di quell’Israele etnico o religioso, che ostinatamente si rifiutava di vedere in Cristo il Messia promesso. Questa “Sinagoga bendata” è quel giudaismo rabbinico che è, certo, in continuità con molti aspetti della rivelazione dell’Antico Testamento e dell’ebraismo classico, ma anche innovatore e profondo modificatore di questo.

Il giorno dei Giu..

«Con la scusa della pandemia questo governo ci vende allo straniero»

Parla l'economista Giulio Sapelli: «L'accordo dell'Eurogruppo è la classica montagna che ha partorito il topolino, che unita alla debolezza delle misure italiane, lascia prevedere il peggio». «Le proposte di patrimoniale sono una follia, iniziative degne di Chavez». «L'unica strada è il prestito nazionale, come proposto da Tremonti e da Bazoli, un prestito volontario per la ricostruzione, come dopo la Seconda guerra mondiale». «Questi governanti se ne fregano perché dipendono dall'estero, Vaticano compreso».




Ora come allora?

TEMPO DI CORONAVIRUS
Monte Berico, la peste e la pedagogia di Maria

Oltre seicento anni fa la Madonna è apparsa a Monte Berico: "Costruite un Santuario, pregate e la peste cesserà". Dopo due anni di resistenza, autorità civili e religiose obbedirono e la peste, che era aumentata, cessò. In questa vicenda giace tutta la semplicissima pedagogia di Maria: nell'obbedienza a Dio vi è la strada per la liberazione da ogni male. 


Il linguaggio di Maria è limpido, la sua pedagogia è incredibilmente semplice. Tra le braccia di Maria siamo tutti figli ma, ancor più, siamo tutti bambini. Ecco perché la Madre di Dio, anche in questa Pandemia così dolorosa e apparentemente insormontabile, che colpisce l’Italia e il mondo, ci mostra la via della salvezza con la stessa pace e naturalezza con cui una mamma porge il latte al suo piccolo.

venerdì 10 aprile 2020

Come si sta sotto la Croce.

Card. Müller: La nostra situazione è paragonabile agli apostoli spaventati e riuniti a porte chiuse la domenica di Pasqua

Ecco il messaggio per la Santa Pasqua del card. Gerhard L. Müller, pubblicato su LifeSiteNews, nella traduzione dal tedesco fatta da Maike Hickson.
Ve la propongo nella mia traduzione in italiano.
Card. Gerhard L. Müller - Foto: Daniel Ibanez / ACI Group
Card. Gerhard L. Müller – Foto: Daniel Ibanez / ACI Group

Dal tragico,si può passare anche al comico

L’INIMICUS 
https://cooperatoresveritatis.files.wordpress.com/2019/01/05-comunione-alla-mano-1.jpg?w=350&h=200&crop=1(immagine aggiunta)

          Il credente sa che oltre la vita c’è la realtà eterna con risvolti anche tragici. La realtà terrena, invece, si manifesta con due problemi rilevanti: la morte fisica, che può sopraggiungere anche in circostanze inaspettate e misteriose, e la morte spirituale che non coglie alla sprovvista, è riconoscibile e non va assecondata. Non va assecondata nemmeno l’opera di Satana che può prolungare l’azione nefasta anche nell’ambito religioso avvalendosi della collaborazione di quanti tra i ministri di Dio chinano il capo all’imperversare del degrado liturgico e alla chiusura delle chiese alle celebrazioni.

Diventerà un' Ottantena..!?

Silenzio: chiese chiuse e messaggi contrastanti

Acute osservazioni dello scrittore e giornalista Phil Lawler pubblicate su Catholic Culture. Eccole nella mia traduzione. 
portone chiesa
Un grande silenzio si diffonde nel mondo cristiano ogni anno il Venerdì Santo, per essere spezzato dalla gioia esplosiva del Gloria nella veglia pasquale. Ma quest’anno il silenzio è con noi già da qualche settimana, con le chiese chiuse e le celebrazioni liturgiche pubbliche vietate.

Se sopravviveremo vedremo il resto?

“Tutto si sta compiendo. Sono incominciate le piaghe d’Egitto. Chi vivrà vedrà”


Cari amici di Duc in altuml’omelia tenuta da Francesco nella Messa a Santa Marta venerdì 3 aprile, quando il papa è tornato a sostenere che Maria è “soltanto discepola e Madre”, che “non ha chiesto per sé di essere una quasi-redentrice o una co-redentrice” e che “nella maternità della Madonna vediamo la maternità della Chiesa che riceve tutti, buoni e cattivi”, ha indotto un amico del blog (costretto all’anonimato per non subire ritorsioni) a mandarmi un commento scritto di getto.  

La Chiesa si è dissolta. Il 27 marzo


Covid19. La Chiesa in rianimazione



Chi studia la storia ricorderà il Covid19 come una delle tante pandemie che hanno martoriato questo pianeta; epidemia tra l’altro relativamente blanda, un pizzicotto se confrontata alla peste nera del Trecento. Chi, invece, è affascinato dalla teologia della storia non potrà non osservare che il Codiv19 ha avuto e avrà effetti ancora più letali della peste: perché nel Trecento la Chiesa non vietò la partecipazione alle Sante Messe.

Tradito oggi come allora

UNA STRETTA ANALOGIA
La Pasqua di oggi come quella di 2000 anni fa
L’analogia fra la Pasqua di duemila anni fa e quella odierna è strettissima. Visitando le chiese vuote il cuore si riempie di dolore nel sapere Gesù lasciato solo. Ma anche abbandonato nei sofferenti e moribondi, con i vescovi inglesi che hanno vietato ai cappellani di assisterli. Come allora c'è Pilato, Giuda, i discepoli, i Giovanni e le pie donne che sfidano la polizia. La lontananza da Dio non è rimpiazzata dalle funzioni online, ma è proprio nell'offerta che viene anticipata la Resurrezione, come spiega Maria Valtorta.




Il Signore ha deciso di distruggere il muro della figlia di Sion

Feria Sexta in Passione et Morte Domini  
Ad Matutinum

Dalle Lamentazioni del Profeta Geremia
Lam 2:8-11
8 Et. Il Signore ha deciso di distruggere il muro della figlia di Sion: ha tesa la sua corda e non ha ritratto la sua mano dalla distruzione: l'antemurale ha dato un gemito e col muro insieme è stato atterrato.
9 Tet. Sono confitte in terra le sue porte: egli sfondò e spezzò le sue sbarre: il suo re e i suoi principi son (dispersi) fra le Genti: non c'è più legge, e i suoi profeti non hanno avuto più visione dal Signore.
10 Jod. Son seduti per terra taciturni gli anziani della figlia di Sion: si son cosparsi di cenere le loro teste, si sono vestiti di sacco, si sono abbandonate col corpo per terra le vergini di Gerusalemme.
12 Caf. I miei occhi si son consumati per le lacrime, le mie viscere sono conturbate: mi si è riversato in terra il fegato per lo scempio della figlia del mio popolo, allorché veniva meno il bambino e il lattante per le piazze della città.
Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore Dio tuo.

giovedì 9 aprile 2020

«E' ora di scendere nel sottosuolo»?

Bergoglio approfitta della crisi sanitaria, per parlare a ruota libera , male e peggio




L’8 aprile 2020, Bergoglio ha concesso un’intervista sulla crisi mondiale causata dalla pandemia di coronavirus, allo scrittore e giornalista britannico Austen Ivereigh.
L’intervista si è svolta a distanza, in due tempi e in spagnolo: il giornalista ha preparato le domande su sei temi e le ha inviate a Bergoglio, che ha risposto con una registrazione delle risposte offerte in forma di riflessioni.
L’intervista è stata pubblicata simultaneamente in The Tablet (Londra) e Commonweal (New York); mentre il testo originale in spagnolo è stato pubblicato dalla rivista ABC, da qui La Civiltà Cattolica ha redatto e pubblicato la traduzione ufficiale in italiano.

Il diavolo è nei dettagli.

ANTICRISTO.


Note sull’Anticristo: il diavolo è nei dettagli.

Come spiega Solovev l’Anticristo è estremamente piacevole e sembra Cristo, si sostituisce a lui.
Tutti immaginiamo l’Antricristo come qualcosa di mostruoso, confondendolo in realtà con la Bestia di cui ci parla l’Apocalisse di San Giovanni, o come qualcuno di ultimo e definivo come l’Uomo dell’Iniquità descritto da San Paolo. Queste due figure si chiamano rispettivamente Bestia e Uomo dell’Iniquità, non Anticristo.

La grande illusione di un mondo materiale

Card. Sarah: “Credo che questa epidemia abbia dissipato il fumo dell’illusione. Il cosiddetto uomo onnipotente appare nella sua cruda realtà. Lì è nudo.”

Il cardinale Robert Sarah ha rilasciato una lunga intervista sulla pandemia di coronavirus a Charlotte d’Ornellas della rivista francese Valeurs.
Ecco i passi iniziali (la traduzione dal francese all’inglese è di Edward Pentin, quella dall’inglese all’italiano è mia ): 
Card. Robert Sarah
Card. Robert Sarah 
D’ORNELLAS: Come si sente riguardo alla crisi del coronavirus?
CARDINAL SARAH: Questo virus ha agito come un avvertimento. Nel giro di poche settimane, la grande illusione di un mondo materiale che si credeva onnipotente sembra essere crollata. Qualche giorno fa i politici stavano parlando di crescita, di pensioni, di riduzione della disoccupazione. Erano sicuri di sé stessi. E ora un virus, un virus microscopico, ha messo in ginocchio questo mondo, un mondo che guarda a se stesso, che si compiace, ubriaco di autocompiacimento perché pensava di essere invulnerabile. La crisi attuale è una parabola. Ha rivelato come tutto ciò che facciamo, e siamo invitati a credere, fosse incoerente, fragile e vuoto. Ci è stato detto: si può consumare senza limiti! Ma l’economia è collassata e i mercati azionari stanno crollando. I fallimenti sono ovunque. Ci è stato promesso di spingere sempre più in là i limiti della natura umana da una scienza trionfante. Ci è stato detto della procreazione artificiale, della maternità surrogata, del transumanesimo, dell’umanità rafforzata. Ci vantavamo di essere un uomo di sintesi e un’umanità che le biotecnologie avrebbero reso invincibile e immortale. Ma qui siamo in preda al panico, confinati da un virus di cui non sappiamo quasi nulla. Epidemia era una parola antiquata, medievale. Improvvisamente è diventata la nostra vita quotidiana. Credo che questa epidemia abbia dissipato il fumo dell’illusione. Il cosiddetto uomo onnipotente appare nella sua cruda realtà. Lì è nudo. La sua debolezza e la sua vulnerabilità sono evidenti. Essere confinati nelle nostre case ci permetterà, si spera, di tornare all’essenziale, di riscoprire l’importanza del nostro rapporto con Dio, e quindi la centralità della preghiera nell’esistenza umana. E, nella consapevolezza della nostra fragilità, affidarci a Dio e alla sua misericordia paterna. 
D’ORNELLAS: È questa una crisi di civiltà?
CARDINAL SARAH: Ho ripetuto spesso, soprattutto nel mio ultimo libro, Le soir approche et déjà le jour baisse, che il grande errore dell’uomo moderno è stato quello di rifiutare di essere dipendente. L’uomo moderno vuole essere radicalmente indipendente. Non vuole dipendere dalle leggi della natura. Rifiuta di dipendere dagli altri impegnandosi in legami definitivi come il matrimonio. È umiliante essere dipendenti da Dio. Sente di non dovere niente a nessuno. Rifiutarsi di far parte di una rete di dipendenza, eredità e filiazione ci condanna ad entrare nudi nella giungla della concorrenza di un’economia lasciata a se stessa.
Ma tutto questo è un’illusione. L’esperienza del confinamento ha permesso a molti di riscoprire che siamo realmente e concretamente dipendenti l’uno dall’altro. Quando tutto crolla, rimangono solo i legami del matrimonio, della famiglia e dell’amicizia. Abbiamo riscoperto che come membri di una nazione siamo legati da legami indissolubili ma reali. Soprattutto, abbiamo riscoperto di essere dipendenti da Dio”.
Di Sabino Paciolla

Fede, speranza, carità ridotte alla convinzione che un giorno tutto sarà sotto il nostro controllo

E’ incredibile come a volte i bambini capiscano le cose molto più chiaramente degli adulti. E’ il caso del disegnoche, vedete qui sotto, fatto dal nipotino di un mio caro amico, un disegno preparato per la scuola al tempo della Pasqua e del coronavirus. E’ un disegno che ben spiega quello che è illustrato nell’articolo che vi propongo, scritto da Robert Royal, redattore capo di The Catholic Thing, e presidente del Faith & Reason Institute di Washington, D.C., quando parla della deriva teologica presente tra noi cattolici, anche in questo periodo di pandemia causata dal coronavirus.
Ecco l’articolo nella mia traduzione.

andrà tutto bene

 Questa settimana ricordiamo e rievochiamo gli eventi più importanti di tutta la storia del mondo. L’epidemia di coronavirus ha cambiato alcuni dei modi in cui possiamo farlo quest’anno. Ma come tutte le cose del mondo, il cambiamento è temporaneo, mentre la Passione di Cristo – nonostante i cambiamenti storici nei leader, nei regimi, nelle culture, persino il crollo di intere civiltà – rimane. E cambia tutto il resto.
La sofferenza e la morte diffuse sono – a dire il vero – cose serie. Soprattutto nella prospettiva più ampia di quella che abbiamo ragione di chiamare Settimana Santa. Almeno questo è il caso se riconosciamo pienamente ciò che è accaduto in questi giorni.
Ultimamente c’è stata una strana deriva nel modo in cui i cristiani ricordano e parlano della Passione, della Crocifissione e della Morte di Cristo. E non sono solo i teologi anticonformisti. Ha contagiato anche alcuni cristiani – cattolici e protestanti – che credono ancora abbastanza da riempire le panche.
Ci viene detto ripetutamente: Dio ci ama, Gesù ci accompagna – e ci conforta – in tutti i nostri guai e sofferenze. Che dobbiamo essere colmi di gioia. C’è molto di giusto in questo – tranne quando diventa l’unico modo in cui vediamo le cose.
Siamo cattolici, il che significa che afferriamo il tutto. La sofferenza e la morte sono realtà difficili; è naturale che cerchiamo di non pensarci. Ma il cristianesimo, soprattutto in questa settimana, ci costringe a vedere che la sofferenza e la morte esistono, e ci mette di fronte a domande fondamentali sulla vita e sul modo in cui Dio non solo ci conforta, ma ci ha redenti.
Molta teologia moderna ha sminuito il significato salvifico della sofferenza e della morte di Gesù – le dimensioni verticali. In questa visione, egli ha sofferto la Sua Passione in modo che, come noi, ha attraversato tutto – la dimensione orizzontale. Ai margini, i teologi della liberazione e altri sottolineano spesso la dimensione politica della storia cristiana e hanno persino suggerito che la Passione era solo un’ingiustizia, perpetrata da leader laici e religiosi.
Colpisce che alcune traduzioni attuali, per esempio, trasformano i “due ladri” (lestai) crocifissi accanto a Gesù in “rivoluzionari” (in lessici greci standard, sono “ladri”, persino “pirati”). Così il ladrone buono e il ladrone cattivo, una volta facile per noi identificarci spiritualmente, sono diventati, per mezzo di una manipolazione scientifica, figure politiche. Il Coronavirus fa apparire superficiali, impossibili letture così limitate della storia cristiana.
Per i materialisti moderni, e per quelli di noi che sono stati infettati dal virus materialista, l’attuale piaga non presenta alcun problema esistenziale. Per loro, l’intero universo, anche prima del virus, era già stato classificato come un mero fatto fisico bruto, bello a volte, interessante mentre ci addentriamo sempre più a fondo nei suoi segreti, ma alla fine privo di significato. Ci macina tutti senza pietà. Un significato come quello della vita, quindi, non può che essere quello che noi creiamo.
La scienza e la tecnologia – altrimenti grandi e preziose attività umane – devono poi diventare il salvatore. E se nel bel mezzo di una pandemia non possono nemmeno dire con certezza come funziona il virus e perché fa del male ad alcune persone e non ad altre, lo faranno in futuro. Fede, speranza, carità consistono nella convinzione, per quanto improbabile, che un giorno porteremo tutto sotto il nostro controllo. La vita eterna, in questo mondo, può anche essere nelle carte.
Questa fantasia può offrire un po’ di conforto, ad alcune persone, sul futuro, ma per ora, vediamo spesso persone più anziane, che appaiono innocenti, che ansimano per il respiro, come Gesù che crolla sulla croce, mentre i loro polmoni si riempiono di liquido. Per loro, e per noi che li guardiamo, c’è solo orrore e paura di soffocare lentamente allo stesso modo, a causa di processi fisici senza senso.
I leader cristiani, anche ai più alti livelli, sono piuttosto riluttanti, in questi giorni, a parlare di “mali naturali”, come il virus, come risultato del peccato originale. Dal momento che anche a molti cristiani non sono state insegnate le verità bibliche fondamentali per decenni, è probabile che pochi capirebbero se lo facessero. Ma nella Genesi, il male e la morte vengono dal peccato, anche i mali naturali come le piaghe. E quindi Cristo non è solo il nostro Consolatore. La sua morte e la sua risurrezione, riparando ciò che il peccato ha prodotto – la separazione da Dio e la discordia con il resto del Creato – che noi, da soli, non abbiamo potuto fare, danno al mistero del male un vero significato.
Altre religioni hanno i loro modi di affrontare la sofferenza e la morte. L’induismo sembra prendere le cose così come sono. E poi c’è la reincarnazione. Come ha scritto Emerson in “Brahma”:
Se l’assassino rosso pensa di uccidere,
O se la vittima pensa di essere l’ucciso,
Non conoscono bene i modi sottili
Io mantengo, e passo, e giro di nuovo.

Il buddismo considera la sofferenza e la morte, e il mondo intero, come un’illusione.
Per il cristianesimo, il mondo, che include le nostre sofferenze e la morte, è piuttosto reale. Così, San John Henry Newman:
se c’è un Dio, poiché c’è un Dio, la razza umana è implicata in qualche terribile calamità aborigena. Essa non è in sintonia con gli scopi del suo Creatore. Questo è un fatto, un fatto vero come il fatto della sua esistenza; e così la dottrina di quello che è teologicamente chiamato peccato originale diventa per me quasi certa come l’esistenza del mondo, e come l’esistenza di Dio.
E continua:
“E ora, supponendo che sia la volontà benedetta e amorosa del Creatore a interferire in questa condizione anarchica delle cose, quali dobbiamo supporre che siano i metodi che potrebbero essere necessariamente o naturalmente coinvolti nel suo scopo di misericordia? Poiché il mondo è in uno stato così anormale, non sarebbe certo una sorpresa per me, se l’interposizione fosse necessariamente altrettanto straordinaria – o ciò che si chiama miracoloso”. (Apologia, Cap.5)
Il miracoloso comprende sia la Crocifissione, quando Cristo ci disse che il suo sangue sarebbe stato versato per “il perdono dei peccati”. Ma anche i sacramenti, gli atti concreti che ci comunicano la grazia di Dio, per questo sentiamo così acutamente la loro mancanza in questo momento.
Questo è un ragionamento cristiano, un ragionamento realistico, radicato nelle realtà che ricordiamo e a cui partecipiamo in questa settimana. Date le nostre attuali sfide, possano quelle realtà pasquali crescere in mezzo a noi con potenza e forza molto più grandi di quanto il corpo conta che vedremo nei prossimi giorni.
Di Sabino Paciolla

“Pusillus grex ”

LETTERA AL PICCOLO GREGGE DI SAN ATANASIO

Sant’Atanasio scrisse la seguente lettera – durante la terribile persecuzione ariana – per incoraggiare il suo piccolo gregge di residui Cattolici (intransigenti) ancora perseveranti nella Fede. La lettera è ancora più applicabile oggi, durante questo terribile periodo di Apostasia: che fu intenzionalmente lanciato dalla Sinagoga di satana tramite il “colpo di stato” del Trono Papale al Conclave del 1958 [“… e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa “].

Io speriamo che resto cattolico

“Se i sacramenti divengono impraticabili perché pericolosi, questa è la disfatta del cattolicesimo”

Interessante questo post che riprendo dal blog del prof. Leonardo Lugaresi, esperto di studi sulle culture antiche e il cristianesimo dei primi secoli, oltre che di patristica.
adorazione eucaristica

La teologia delle etichette

Verità addio. Nella Chiesa di Francesco trionfa il nominalismo


Cari amici di Duc in altum, dopo i precedenti interventi di monsignor Carlo Maria Viganò (vedi qui) e mio (qui), desidero tornare, per la sua oggettiva gravità, su quanto si legge nell’Annuario pontificio 2020, dove, proprio in apertura, il titolo di “Vicario di Cristo” riferito al romano pontefice viene messo fra i “titoli storici” e retrocesso, anche graficamente, in posizione defilata, dopo il nome (questo scritto in grande) del papa regnante.

L’arma infallibile della Chiesa di Cristo

APPELLO DI S.E. MONS. VIGANÒ A TUTTI I VESCOVI E PRESBITERI



Sua Eccellenza Reverendissima mons. Carlo Maria Viganò ha diffuso un appello a tutti i Vescovi e i Presbiteri del mondo, invitandoli ad unirsi a lui nella recita dell’Esorcismo di Leone XIII, nel giorno del Sabato Santo, alle 3 del pomeriggio. 

La prospettiva ribaltata

BESTIARIO VIRALE
Tra l’Inferno censurato e il Gesù ribaltato

Monsignor Lorefice recita il Rosario in santuario e cambia così la preghiera insegnata dalla Madonna ai pastorelli di Fatima: «O Gesù mio… preservaci dall’esilio eterno». Il «fuoco eterno» è poco fine... E il cardinal Ravasi, in un’intervista, ribalta la prospettiva di Dio.




Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore Dio tuo.

Feria Quinta in Cena Domini Ad Matutinum



Incomincia la Lamentazione del Profeta Geremia

Lam 1:1-5
1 Alef. Come mai siede solitaria la città già piena di popolo: è diventata come vedova la signora delle Genti: la regina delle Provincie è obbligata al tributo.
2 Bet. Ella piange inconsolabilmente durante la notte, e le sue lacrime scorrono sulle sue guancie: non c'è più chi la consoli tra tutti i suoi cari: tutti gli amici suoi l'han disprezzata, e le son diventati nemici.
3 Ghimel. Giuda emigrò per (fuggir) l'afflizione e la molteplice servitù: abitò fra le Genti, e non trovò riposo: tutti i suoi persecutori la strinsero d'ogni parte.
4 Dalet. Le vie di Sion sono in lutto perché nessuno accorre più alle solennità: le sue porte son tutte distrutte: i suoi sacerdoti gementi: le sue vergini squallide, ed ella oppressa dall'amarezza.
5 E. I suoi avversari la signoreggiano, i suoi nemici si sono arricchiti: perché il Signore s'è pronunziato contro di lei per la moltitudine delle sue iniquità: i suoi fanciulli sono stati condotti in ischiavitù, sotto la faccia dell'oppressore.
Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore Dio tuo.

mercoledì 8 aprile 2020

La natura ripudia il vuoto

Una Pasqua che rimarrà nella storia



(Roberto de Mattei) La settimana di Pasqua del 2020 è destinata ad entrare nella storia, per la sua eccezionalità, come quel giorno di febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI annunziò la sua rinunzia al pontificato. Un misterioso filo conduttore sembra legare questi due eventi. Un medesimo senso di vuoto li collega.

Chi si fa pecora, il lupo se la mangia

UNA PASQUA "FAHRENHEIT 451"?


Cristo risorgerà: senza autocertificazione? Cosa mai vista in duemila anni: Pasqua non è più “con chi vuoi” non è neppure Pasqua, ce lo dice il "premier" con la gaffe del secolo, vincono i monatti postmoderni vince Fahrenheit 451 
di Roberto Pecchioli  

 0 afareneit 451

Aprile è il più crudele dei mesi, genera lillà da terra morta, confondendo memoria e desiderio, risvegliando le radici sopite con la pioggia della primavera. E’ l’incipit della Terra desolata, la più elevata prova poetica del Novecento, di Thomas Stearns Eliot, grande autore cristiano. Significativamente, il primo canto è intitolato La sepoltura dei morti. La memoria vaga in queste settimane sospese in cui si ha nostalgia di tutto e la pandemia ci allontana.  Memoria e desiderio, le radici che tornano prepotenti, il lutto vissuto in privato, intimo, silenzioso. Chi scrive ha appena perduto un vecchio amico e una cara parente: corona virus, è il verdetto. Nessun funerale, via di corsa, è proibito piangere, soffermarsi, abbracciare chi soffre, dire addio a chi ci ha camminato accanto. Vincono i monatti postmoderni, igienici e disinfettati. La barbarie del XXI secolo possiede le certificazioni di qualità, ma non cessa di disumanizzare la nostra vita. E’ il proclamato “distanziamento sociale”, considerato, se non una terapia, un’indispensabile cautela antivirus.

Forse il libro è già aperto

Corona ha vinto


(Rolf Iancas) «Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora» (Apocalisse 6, 2).

La finestra della sua carrozza chiusa

Intervista a Papa Francesco: “Un tempo di grande incertezza”

Papa Francesco ha rilasciato una lunga intervista al suo biografo di fiducia, Austen Ivereigh, pubblicata oggi su Commonwealmagazine.
Riprendo alcuni brani dell’intervista rimandando per il resto alla rivista. 
Eccoli nella mia traduzione.
Papa Francesco triste
Papa Francesco triste