IL FIORETTO
Nel magazzino delle cose dimenticate: il fioretto. Fioretti sono piccoli sacrifici volontari per mostrare il nostro amore a Dio. Il grande equivoco è pensare che privarsi di qualcosa volontariamente corrisponda a una sofferenza
di Francesco Lamendola
Interrogandoci sulle ragioni di una così profonda decadenza non solo dello spirito religioso, ma anche del puro e semplice vivere civile, sulla fragilità psicologica di tanti giovani, sulla loro difficoltà a sottoporsi a sacrifici o impegni di lungo termine, e sulla latitanza degli adulti in fatto di buoni esempi, e, più in generale, di azioni educative anche minime, ci siamo convinti che un ruolo importante è stato svolto, in negativo, dalla mancanza di esercizio della volontà e dalla trascuratezza in cui è stata lasciata la dimensione spirituale. Entrambe le cose, la volontà e la spiritualità, erano tenute ben deste e, per così dire, in continuo allenamento, attraverso l’assunzione di responsabilità anche piccole, da parte dei bambini, dietro un’opportuna sollecitazione degli adulti. I bambini, cioè, venivano abituati a stabilire da sé delle piccole prove, alle quali si sottoponevamo volontariamente, non solo in vista di un fine pratico, ma anche, semplicemente, come gratuita e spontanea offerta d’amore a Dio. Essi, cioè, non solo venivano abituati a fare dei piccoli sacrifici per raggiungere degli obiettivi materiali, ad esempio, a risparmiare delle piccole somme di denaro per acquistare ciò che desideravano, il che comportava delle piccole rinunce - la rinuncia al gelato, la rinuncia al giornalino o alle figurine -, invece di aspettarsi che i genitori regalassero loro, puramente e semplicemente, la cosa desiderata, di solito un giocattolo, o, se grandicelli, un disco o un modesto strumento musicale; ma venivano anche esortati a compiere dei piccoli sacrifici, del tutto volontari, per mostrare il loro amore a Dio, a Gesù Cristo, alla Madonna. Si chiamavamo fioretti.