MALTA, BRUTTA STORIA. IL TRIBUNALE DÀ TORTO A BOESELAGER.
SAPEVA DEI CONTRACCETTIVI. PERCHÈ “DECAPITARE” IL GRAN MAESTRO?
Che forse, ora, dopo questa sentenza del Tribunale di Amburgo, dovrebbe abbandonare, spontaneamente, ammettendo di non aver detto la verità. Boeselager dal 1989 al 2014 ha avuto un ruolo di controllo su Malteser International, e durante la sua gestione è nato il problema della distribuzione dei contraccettivi. Nel novembre 2016 il card. Burke ha parlato con il papa. Che è rimasto “profondamente turbato” dalla notizia della distribuzione dei contraccettivi. Oltre che dalla notizia di infiltrazioni massoniche nell’Ordine, che ha chiesto sempre in quell’occasione, di ripulire, con un’azione appropriata. Questa lotta si è svolta sullo sfondo di una battaglia fra l’ala tedesca e quella anglofona dell’Ordine, di una donazione misteriosa quanto imponente dall’origine non chiara, in cui non è chiaro neanche il ruolo svolto da alcuni diplomatici vaticani.
C’è stato poi, ed è interessante notarlo, il tentativo di tacitare la stampa da parte dell’ala vincente. Nel marzo di quest’anno Kath.net ha ricevuto un ordine di cessare e smettere di informare su von Boeselager. Come scriveva Kath.net: “Questa settimana kath.net ha avuto un’ingiunzione di smettere e cessare originata dall’Ordine di Malta, e questo è accaduto per un reportage di Bild. Bild ha scritto che il Gran Cancelliere von Boeselager ha accettato una donazione di 30 milioni di franchi svizzeri la cui origine è dubbia; kath.net ha citato semplicemente il reportage di Bild”.
Era la seconda volta che questo accadeva. Già nel 2016 kath.net aveva ricevuto un’ingiunzione del genere. Aveva scritto della distribuzione di materiale anticoncezionale dal parte di alcune organizzazioni caritative legate all’Ordine di Malta. La sentenza di Amburgo fa riferimento all’ingiunzione del 2016, quella relativa alla contraccezione, e come scrive kath.net, che ha ricevuto il testo scritto della sentenza,
“Tutto il terzo paragrafo dell’articolo si pone in maniera critica nei confronti di diversi aspetti del lavoro della parte Richiedente (cioè Albrecht von Boeselager) come Ospitaliere, per dimostrare la tesi, presentata all’inizio, secondo cui una piccola cerchia di area linguistica tedesca vorrebbe sì mantenere i vantaggi dell’esclusività e della sovranità, ma allentare il vincolo con la dottrina cattolica e il legame con il Papa, che, a loro parere, sono troppo stretti. Ne deriva per il lettore, a parere della camera giudicante in maniera cogente, che il Richiedente è lui stesso, con la sua condotta, all’origine delle critiche citate, cosa che, di necessità, riguarda anche la sua conoscenza di tutte le circostanze rilevanti. Questa impressione, a livello processuale, secondo il risultato dell’azione di opposizione e della sua contraddittorietà, può peraltro essere considerata come consistente”. Tradotto: Boeselager era a conoscenza di quello che accadeva, contrariamente a quanto ha dichiarato.
Con la sentenza del tribunale di Amburgo, ora, anche questa procedura si trova, de facto, a essere messa in questione. Il Papa è stato informato male? Festing aveva ragione e, quindi, è stato ingiustamente costretto alle dimissioni? Boeselager è ancora nelle condizioni sostenibili per fungere da Gran Cancelliere di un Ordine cattolico?
Nella sentenza di Amburgo, che questa settimana è stata trasmessa in forma scritta a Kath.net, si legge, con un richiamo all’articolo di Kath.net del 26 dicembre 2016 contro cui Boeselager si era mosso sul piano giudiziario: “L’intero terzo paragrafo dell’articolo tratta criticamente diversi aspetti del lavoro del Richiedente (Albrecht von Boeselager) nella sua veste di Ospitaliere, per dimostrare la tesi dichiarata all’inizio, e cioè che un piccolo circolo dell’ambiente di lingua tedesca vuole mantenere i vantaggi dell’esclusività e della sovranità (dell’Ordine di Malta) ma desidera allentare i legami con l’insegnamento cattolico e con il papa, che sono a suo parere troppo stretti. Per il lettore, la conclusione cogente è, a parere della camera giudicante, che il Richiedente è egli stesso responsabile di tutte le accuse sopra menzionate, che necessariamente comprendono anche la sua conoscenza di tutte le circostanze rilevanti. (Cioè la questione dei contraccettivi. n.d.r.). L’impressione comunque è da riguardare vera proceduralmente, dopo i risultati delle udienze”.
Boeselager aveva, invece, argomentato, sia pubblicamente che nel confronto giudiziario, di non avere avuto alcun influsso operativo diretto sull’azione umanitaria di Malteser International, che quelle circostanze non rientravano tra le sue responsabilità e che, una volta messo al corrente degli abusi, era intervenuto subito e vi aveva posto fine. Un dettaglio significativo: nel frattempo tutte le dichiarazioni, e i links su questo argomento sono scomparsi dal sito dei Cavalieri di Malta.
La sentenza di Amburgo apre un panorama dalle prospettive imprevedibili. Ci si può chiedere chi e perché abbia chiesto l’intervento del Papa, in un’azione che un tribunale civile ha dimostrato ingiusta; se Boeselager sapeva, Matthew Festing – e il card. Burke, per la sua parte – avevano agito correttamente. E se avevano agito correttamente, perché decapitare e commissariare l’Ordine? E non sarebbe il caso che il Pontefice prendesse atto di questa nuova situazione, e agisse di conseguenza?
MARCO TOSATTI
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