ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 5 agosto 2017

A bocca aperta

Un’antica sapienza


Dopo aver pubblicato l’edizione italiana delle Costituzioni dei Barnabiti del 1579 (Barnabiti Studi, n. 31/2014), sono ora alle prese con la traduzione delle Regulae officiorum, vale a dire le norme pratiche che regolavano la vita di ogni giorno di una comunità dei Chierici Regolari di San Paolo. Anch’esse si sono andate formando fra Cinque- e Seicento, per essere poi riviste e adattate piú volte nei secoli successivi (la loro ultima edizione risale al 1950).

Se il lavoro sulle Costituzioni era risultato estremamente interessante, perché mi aveva dischiuso le ricchezze di quello che era stato il codice fondamentale dei Barnabiti per quattrocento anni (1579-1976), il lavoro sulle Regulae officiorum si annuncia ancora piú appassionante, giacché, oltre a ritrovarvi lo spirito della Congregazione, ci si trova di fronte alla vita concreta di ogni giorno, con i suoi risvolti positivi e negativi e con precise indicazioni su come comportarsi.

Io rimango a bocca aperta dinanzi a tanta saggezza, che non è certamente improvvisata, ma il risultato di una lunga e sofferta esperienza. Ed è proprio questo che colpisce di piú: i nostri maggiori non avevano la pretesa di “inventare” la propria vita ogni giorno, come siamo portati — e spesso invitati anche dall’alto — a fare noi oggi; essi facevano tesoro degli ammaestramenti di una tradizione precedente (il magistero dei Padri del deserto), ad essi aggiungevano la loro esperienza vissuta e tutto ciò trasformavano in preziose direttive per sé e per i propri successori.


Le tre cose più grandi che la storia della Chiesa abbia tramandato!


IL PAPA DELL’ASSUNZIONE DI FATIMA (1)       


[Card. Tedeschini, da: Attualità di Fatima, Città della pieve, 1954 –impr.-]
Gran cosa parlare del Papa! Più grande, parlare del Papa nostro, Pio XII; ancor più grande, parlare del Papa e dell’Assunta! E più grande ancora, parlare del Papa, dell’Assunta e di Fatima: le tre cose più grandi che, non separate né lontane, ma unite insieme, i secoli abbiano visto, e che la storia della Chiesa abbia tramandato! Il vivere le cose, al di fuori della diretta impressione, le rende piccole; il guardarle nella storia, le ingigantisce nella luce dei secoli, ma in una statura anch’essa piccola, perché lontana. Solo il tornare a viverle da vicino, il meditarle e il tornare a meditarle, le pone nella vera grandezza. – Così è di questi tre temi: da una parte il Papa! Pilastro principale e pietra angolare dei disegni di Dio, sulla Chiesa; fonte inesauribile di vita e di sviluppo per la Chiesa. E dall’altra, i due aspetti, che ai nostri giorni ci hanno rappresentato Maria: Maria nell’Assunzione e Maria in Fatima. Ma fra i tre, Papa, Assunzione e Fatima, questa sta nel centro: Fatima, il nome più piccolo della geografia, tanto da essere stato sempre, fino a noi, trascurabile ed anche sconosciuto; ma ora scelto ed innalzato a fastigi mondiali da Colei che sempre « respexit humilitatem » .

Soltanto l'obbedienza a Lei può salvarci

Avanzano le 2 Bestie Apocalittiche: Mondo e Chiesa

Benjamin West  (1738-1820)

I due articoli quasi completi che ho deciso di pubblicare e che sono sostanzialmente affini nel loro contenuto, provengono l'uno dal sito americano "Fatima.org" e l'altro da Padre Alfonso Gálvez che ha espresso il suo acuto pensiero sul prestigioso portale spagnolo "adelantelafe.com".

In essi viene presentato un quadro reale del mondo d'oggi, sia sotto l'aspetto socio-politico quanto cultural-religioso della "Nuova Chiesa Modernista" che sta prendendo il posto di quella tradizionale.

I frutti sono devastanti in entrambi i lati e richiamano alla mente, senza ombra di dubbio, le due bestie apocalittiche descritte così bene da Giovanni per la fine dei tempi: una che sale dal mare, e l'altra dalla terra...

Arrieccoli

In Vaticano un'altra conferenza sul clima che promuoverà il controllo delle nascite 
Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite, con la regia del solito monsignor Sorondo. Rovesciata in pochi anni la posizione della Santa Sede sui temi fondamentali discussi alle Nazioni Unite e che mettono in discussione la dignità dell'uomo. Le contraddizioni della Laudato Sì.

Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite.

Inutile dire che gran maestro per questo genere di evento è monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, in qualità di cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Titolo della conferenza è “Health of People, health of planet and our responsibility – Climate Change, air pollution and health” (Salute delle persone, salute del pianeta e la nostra responsabilità – Cambiamenti climatici, inquinamento atmosferico e salute). È la prosecuzione ideale della conferenza già tenuta in febbraio su “come salvare l’ambiente naturale” e come allora anche per l’appuntamento di novembre l’approccio all’argomento è figlio dell’estremismo ecologista.


Andava male quando andava meglio..


Quando tutto andava bene…


Se non ci rendiamo conto una buona volta della realtà, non saremo neanche in grado di arrestare la parabola discendente. E se tale è la situazione, è dunque fallita la testimonianza che noi Sacerdoti e Religiosi dobbiamo rendere al nostro Cristo? La domanda è di quelle che fanno paura; ma sarebbe colpevole pusillanimità il non affrontarla in pieno con spirito di indagine serena, obiettiva e coraggiosa, se il caso lo richieda. Tanti fattori hanno certo contribuito a creare la presente situazione [Lutero, gli errori filosofici, le persecuzioni, i cambiamenti politici, economici e sociali]; ma anche ammesso tutto questo, se siamo arrivati ai punti accennati, come non riconoscere che anche in casa nostra ci deve essere qualche cosa che non funziona a dovere? Si sarebbe, comunque, arrivati ad una situazione così lacrimevole se da parte dei Sacerdoti e dei Religiosi si fosse resa al Cristo la testimonianza della loro santità?

Non è un testo scritto ai nostri giorni e nemmeno negli anni dell’immediato postconcilio. Il suo autore è un prete, canonizzato il 18 aprile 1999, che il venerabile Pio XII definì nel telegramma di condoglianze campione di evangelica carità. San Giovanni Calabria (1873-1954), senza che egli lo sapesse, alla vigilia della propria morte aveva offerto la vita per il Pontefice agonizzante, il quale, nel momento in cui il Santo moriva, ricuperò improvvisamente la salute, tanto da vivere poi ancora per quattro anni. La prima edizione del suo libro più noto, Ora decisiva. Apostolica vivendi forma, fu data alle stampe nel 1946, ma sembrano pagine scritte oggi. Non vi si deplorano le immense rovine materiali lasciate dall’ultima guerra mondiale, ma quelle morali e spirituali provocate dalla tiepidezza di clero e religiosi. Fin dalle prime righe ci si deve inevitabilmente rendere conto che i mali della Chiesa e della società non sono cominciati con il Concilio Vaticano II.


venerdì 4 agosto 2017

Senza suore, preti..e vescovi

SUORA BRUTTA E CATTIVA?
Brutta e cattiva la suora che non fa l’elemosina. Imperversa più che mai il buonismo idiota, è diventato la divisa obbligatoria del politically correct e segna l’ultimo stadio irreversibile dell’incretinimento dell’essere umano 
di Francesco Lamendola  




  
Imperversa più che mai il buonismo idiota, è diventato la divisa obbligatoria del politically correct e segna l’ultimo stadio, probabilmente irreversibile, dell’incretinimento dell’essere umano e della sua degradazione da persona, capace di sentimenti e di pensieri propri, a tubo digerente - per dirla con Maurizio Blondet -, capace solo di replicare e imitare i pensieri e i sentimenti altrui: quelli veicolati, diffusi e imposti dai grandi mezzi di (dis)informazione di massa.
Il buonismo, naturalmente, si sposa con il progressismo e con il modernismo: sono tre cose che vanno sempre di pari passo, specialmente nella neochiesa gnostico-massonica dei tempi di papa Bergoglio. Il buonismo, per essere dalla parte “della gente”, meglio ancora “dei poveri” (quelli politicamente e sindacalmente riconosciuti, protetti e garantiti: i cosiddetti migranti e i falsi profughi, per esempio, non i pensionati italiani che devono sopravvivere con trecento euro al mese); il progressismo, per essere dalla parte della modernità, o, quanto meno, per essere sempre in dialogo con essa, sincero e costruttivo, ci mancherebbe; il modernismo, per sostituire al vangelo dell’amore il vangelo del buonismo e della modernità, vale a dire un anti-vangelo il cui scopo è la totale sovversione, lo stravolgimento e il capovolgimento del vero Vangelo di Gesù Cristo, per sostituirlo con una contro-religione puramente umana, mirante all’autocelebrazione dell’uomo, dopo aver annacquato e dissolto tutte le religioni oggi esistenti, ma specialmente il cristianesimo, che, ad un tale obiettivo, fa problema più di tutte.

Dai cattoanestesisti ci salvi ddio


#Charlie: terrificante lettera di un medico cattolico ad Avvenire

La distinzione tra accanimento terapeutico ed eutanasia si delineerà quindi caso
per caso a partire dalla valutazione medica circa la prognosi e la proporzionalità 
delle cure rispetto alla qualità di vita (in questo contesto l’espressione non è 
strumento della «cultura dello scarto» [QUESTA AFFERMAZIONE E’ APODITTICA,
OSSIA NON DIMOSTRATA NDR]) realisticamente ottenibile

La lettera ad Avvenire del medico cattolico Mattia Baldini (QUI), che sta specializzandosi in rianimazione in Inghilterra, fa venire i brividi. Secondo lui, la ventilazione di Charlie era “accanimento terapeutico” (presumo che per lui lo sia anche quella del piccolo Alfie).
Notevole anche come Baldini utilizzi parole rasentanti il disprezzo per gli esperti italiani come il Card. Sgreccia, che hanno spiegato che per Charlie non era accanimento, ma eutanasia. Baldini dice che non si può generalizzare il caso di Charlie, invece la questione vera, che impedisce allo specializzando di comprendere la situazione, è prettamente di natura filosofica. 

Chi bussa in vaticano ci abita..?

La massoneria vuole abbattere la Chiesa Cattolica

Riporto alcuni brani tratti dall'Enciclica "Humanum genus", del Sommo Pontefice Leone XIII.

Il genere umano [...] si scisse in due campi diversi e nemici fra loro; di essi, uno combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l’altro per tutto ciò che è contrario alla virtù e alla verità. Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù Cristo, e coloro che vogliono aderire ad essa sinceramente, e in modo che giovi alla salvezza, devono servire con tutta la mente e con il massimo zelo Dio e l’Unigenito suo Figlio; l’altro è il regno di Satana, e sono sotto il suo superbo dominio coloro che, seguendo i funesti esempi del loro capo e dei progenitori, ricusano di ubbidire all’eterna e divina legge e cercano di ottenere i loro scopi senza curarsi di Dio e spesso contro Dio.

Quanti volti ha il gesuita?


PERO’, COME SONO CAMBIATI I GESUITI….


A San Giorgio in Salici (Verona)  i comboniani hanno celebrato la prima “messa di rito luterano”. Qui sotto la “liturgia”  eucaristica . vi si parla di Dio dai mille  volti …

U golpe et lione


La Chiesa post-sessuale (I parte)


Sappiamo tutti che gli attuali vertici cattolici sono uso stupire con dichiarazioni fuori dalle righe, apparentemente politicamente scorrette in quanto innovative rispetto a una tradizione di pensiero cattolico. Ciò riguarda una molteplicità di temi dai rapporti con l’islam, ai principi non negoziabili, alle questioni legate alla bioetica.
Ormai sui “pronunciamenti” dei leaders cattolici e sul vescovo di Roma sono state formulate le ipotesi più diverse riassumibili schematicamente nelle seguenti correnti di pensiero:

Via trucis


Chiese dell'Est, una spina nel fianco del papa                     

Pew

L'Europa orientale è una spina nel fianco del pontificato di Francesco e sono numerosi e vari gli elementi che lo provano.
Nel doppio sinodo sulla famiglia, i vescovi dell'Europa dell'Est sono stati tra i più risoluti difensori della tradizione, a cominciare dal relatore generale della prima sessione, il cardinale ungherese Péter Erdõ, autore tra l'altro di una clamorosa denuncia pubblica delle scorrettezze compiute dalla fazione riformista, quest'ultima palesemente appoggiata dal papa.
A sinodo concluso, di nuovo sono venute dall'Europa orientale le interpretazioni più restrittive del documento papale "Amoris laetitia". In particolare i vescovi della Polonia si sono espressi coralmente per una applicazione del documento in perfetta continuità con l'insegnamento secolare della Chiesa dalle origini a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Il pollo di Renzo

Natuzza Evolo, nello scontro tra vescovo e Fondazione spunta anche la Massoneria

Dopo un decreto del vescovo di Vibo, la Fondazione nata su ispirazione della mistica Natuzza Evolo sceglie un nuovo presidente: fuori tre sacerdoti, due dei quali padri spirituali della donna per la quale è avviata la causa di beatificazione. Dentro, come presidente, l'attuale vice: l'avvocato Marcello Colloca, che appartiene alla massoneria calabrese. Un fatto curioso, chissà cosa ne pensa il vescovo di questa doppia "obbedienza", visto che è ritenuta non conciliabile dal Magistero.

giovedì 3 agosto 2017

La profezia di San Nilo

IL DOMINIO DI SATANA, NATURALMENTE. SUL NOSTRO TEMPO.

Questa è la foto di Ciro Guarente, il sodomita che ha ammazzato, squartato e sciolto nell’acido il rivale sodomita che gli aveva soffiato il “fidanzato” travestito, quello che i media  corrivi chiamano “la bellissima Heven Grimaldi”.  I media chiamano anche lo squartato “l’attivista gay Vincenzo”.

Ciro Guarente e quello per cui ha squartato.

Pubblicano anche la foto in cui si vede lo squartatore (in tutte le foto ride così..) insieme “Giulio Golia, il celebre inviato di Le Iene”.   Del quale viene riferito “lo shock”:  la foto, spiega, “ era stata scattata durante la realizzazione di un servizio che mi sta particolarmente a cuore, quello sul matrimonio di Michele e Alessia, la prima sposa trans d’Italia”.

“Me viè da piagne ”

                                                 http://www.lecconotizie.com/wp-content/uploads/2017/02/messa-antica-510x371.jpg

A messa con Newman

    Domenica scorsa, durante la messa in rito ambrosiano nel santuario della mia città d’origine (che emozione riascoltare l’organo e i canti sacri nel tempio mariano voluto da san Carlo Borromeo), davanti all’oggettività e alla verità di tanta bellezza ho ringraziato il Signore di avermi accolto nella fede cattolica e poi, per una di quelle corrispondenze interiori che stupiscono innanzitutto chi ne è protagonista, mi è tornato alla mente il cardinale John Henry Newman, con la sua conversione dalla Chiesa anglicana a quella cattolica in nome della verità della fede.
In particolare, ho ripensato al «Biglietto speech», il «Discorso del biglietto», pronunciato a Roma il 12 maggio 1879, che si chiama così perché Newman lo tenne quando ricevette il messo del Vaticano latore del biglietto con il quale il papa Leone XIII lo informava di avergli assegnato la porpora nel concistoro segreto, appena concluso.
Rivolto a una platea di cattolici inglesi e americani, nel Palazzo della Pigna, Newman non  nascose l’emozione. Le prime parole di ringraziamento furono in italiano, poi però preferì proseguire nella sua lingua, e ne venne fuori una riflessione di straordinaria attualità, specie là dove il cardinale affronta l’argomento del liberalismo in campo religioso, ovvero di quella corrente teologica e di pensiero secondo cui non esiste una verità oggettiva religiosa, ma ogni credo è valido e buono come gli altri, nessuna religione può pretendere di essere riconosciuta e vissuta come vera e ciascun individuo può piegare il messaggio religioso alle proprie esigenze.

Senza tregua, al fresco di Santa Marta


La fase due di Francesco: cambio all’Opera Pellegrinaggi

 In questa estate soffocante e senza tregua, al fresco di Santa Marta, si sta facendo largo un modo nuovo di gestire, selezionare e sostituire i pezzi grossi della curia per rinnovare la squadra di governo. La fase due del pontificato. In queste ultime settimane diversi casi hanno offerto una riflessione generale su quella che si può anche considerare una accelerata al percorso di restaurazione caratterizzata da un decisionismo marcato. Ci sono stati funzionari rispediti alle diocesi di appartenenza senza indugi, altri sostituiti in un battibaleno. 
Altri, come nel caso (più eclatante) del cardinale Gerhard Mueller, fino a un paio di settimane fa a capo dell' ex Sant' Uffizio. Anche lui - come altri- si sono visti ritirare la fiducia dall' incarico velocemente, senza troppi giri di parole, senza soppesare minimamente l' operato svolto, o il tracciato compiuto. Un modus operandi quello di Papa Francesco che si sta allargando anche al Vicariato, la sua diocesi, dove ha nominato un Vicario che condivide con il Pontefice ogni mossa, ogni sfumatura.

Dolce, dolcissimo, perfino mieloso


TIPICO ERRORE MODERNISTA

Un tipico errore modernista: separare l’amore dalla spiritualità. E tale confusione, tale separazione, ancora una volta, le troviamo nelle parole di padre Ermes Ronchi, un tipico esponente della neochiesa di papa Bergoglio 
di Francesco Lamendola 





È un tipico errore, una tipica eresia modernista: la separazione della sfera della spiritualità da quella dell’affettività, come se la seconda potesse fare a meno della prima e come se “amare”, in senso cristiano, fosse la stessa cosa che “amare” nel linguaggio e nel significato di questo mondo. E tale confusione, tale separazione, ancora una volta, le troviamo nelle parole di padre Ermes Ronchi, un tipico esponente della  neochiesa di papa Bergoglio, del quale è un fedelissimo interprete e con il quale si sente in perfetta sintonia.  Padre Ronchi è un servita, e, nella sua formazione, nella sua forma mentis, si nota l’influenza di due serviti illustri che l’hanno preceduto: Giovanni Vannucci (Pistoia, 26 dicembre 1913-18 giugno 1984) e David Maria Turoldo (Coderno, Udine, 22 novembre 1916-Milano, 6 febbraio 1992). 

Il Cristianesimo sopravvivrà?


L'ULTIMO CRISTIANO

Il Cristianesimo si estinguerà quando l‘ultimo cristiano sarà stato ammazzato come ad alcuni sembra di poter evincere dalla oscura profezia di San Malachia o quando l’ultimo cristiano avrà perso per sempre la fede? 
di Francesco Lamendola   

 

Il Cristianesimo si estinguerà quando l‘ultimo cristiano sarà stato ammazzato, come ad alcuni sembra di poter evincere dalla oscura profezia di San Malachia, o, meno drammaticamente, quando l’ultimo cristiano avrà perso per sempre la fede?
Quando l’ultimo Papa sarà stato passato per le armi e quando l’ultimo fedele avrà smesso di credere nel Vangelo di Gesù Cristo, qualcuno potrà scrivere la parola “fine” su questo slancio gigantesco dell’anima umana, che ha sostenuto milioni di persone nel corso di due millenni, che ha ispirato santi, artisti, filosofi, che ha dato un significato all’umile esistenza dei più emarginati e derelitti, e all’ombra del quale sono state perpetrate anche violenze e ingiustizie, sono stati commessi inganni e tradimenti?
Per tentar di rispondere a questa domanda, bisogna anzitutto separare il concetto di “Cristianesimo” da quello di “cristianità”, e, più ancora, da quello di “chiesa”: il Cristianesimo è la promessa che si esprime nel Vangelo, la cristianità è quella parte del genere umano che ha creduto e che crede a tale promessa; la Chiesa, poi, e specialmente la Chiesa cattolica, è un tentativo di organizzare quei credenti alla luce della promessa, animati dalla fede che, dove ci sono due o tre persone che si riuniscono in nome di Cristo, lì c’è anche Lui.
Se dovessero morire o abiurare tutti i credenti, finirebbe la cristianità, e ovviamente finirebbe anche la Chiesa, o almeno finirebbe la Chiesa visibile – perché, per i credenti, la Chiesa non è formata solo dai vivi, ma anche da quanti ci hanno preceduto, dai santi e dalle presenze angeliche; non finirebbe, però, il Cristianesimo. Così, se ci è lecito un paragone profano, si può dire che sia finita la manifestazione storica dell’arte bizantina o di quella gotica; ma l’arte bizantina e quella gotica, in se stesse, non sono finite, perché esisteranno finché ci saranno le loro opere, finché ci saranno persone in grado di vederle e di apprezzarle, finché sopravvivrà il loro ricordo.

I santi sono banditi


Una chiesa a più voci? La zizzania nella Chiesa


 Se si digita, sul Web, Parrocchia San Defendente di Ronco Cossato (Biella), appare il sito Una chiesa a più voci del parroco don Mario Marchiori. Le autorità religiose hanno perciò deciso di esautorare san Defendente, martirizzato dall’Imperatore romano Massimiano nel 287 circa perché si era rifiutato di sacrificare al culto dell’Imperatore stesso. San Defendente morì per Cristo e per dare testimonianza ai fratelli in Cristo.
Il Protestantesimo che impera in questa laica chiesa biellese, i santi sono banditi perché essi sono lo specchio della Fede autentica, mentre le «più voci» vengono debitamente selezionate secondo ben precisi e schierati criteri ideologici.
Bene accolta in questa parrocchia è stata Emma Bonino, che iniziò la sua carriera nella metà degli anni Settanta con la lotta per la legalizzazione dell’aborto in Italia e successivamente per l’affermazione del divorzio e la legalizzazione delle droghe leggere; nel 1975 fondò il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e aborto), per il quale venne arrestata. Tuttavia il 26 luglio scorso, in quello che dovrebbe essere un luogo sacro, predisposto per i sacerdoti, ovvero nel presbiterio della parrocchia sopraindicata, la Bonino ha presentato la sua campagna pro-emigrazione Ero straniero. L’umanità che fa bene, che sta portando in giro per l’Italia.
Questa donna, che da decenni lotta senza ritegno contro ogni principio di vita, di morale, di coscienza, è stata incoraggiata, due giorni prima di questo incontro, da papa Francesco, che le ha telefonato dicendole di «tenere duro».

Il giocatore di poco prestigio

Intorno alla polemica Tornielli-Vatican Insider/Cascioli-Bussola sui silenzi di Bergoglio



Le polemiche all’interno del mondo cattolico, purtroppo, non cessano. Alcuni giorni orsono il primo direttore della Bussola quotidiana, Andrea Tornielli, su un giornale on line, Vatican Insider, abbondantemente foraggiato a suon di milioni di euro dai Cavalieri di Colombo, ha dedicato un articolo al suo ex quotidiano, La Nuova Bussola, intitolato: “E ora c’è chi scrive che Chralie è stato ucciso dal ‘silenzio del papa” (http://www.lastampa.it/2017/07/29/vaticaninsider/ita/commenti/e-ora-c-chi-scrive-che-charlie-stato-ucciso-dal-silenzio-del-papa-xacbRaE269iwUnYpksJhBP/pagina.html).
L’articolo aveva due scopi: mitragliare l’ex giornalista di Avvenire Riccardo Cascioli, reo di aver notato, come tanti altri, che nel caso Charlie, purtroppo, la voce degli uomini di chiesa è stata molto, molto, flebile e dimessa, a fronte dell’impegno massiccio di migliaia e migliaia di laici, cattolici e non; rivebdicare l’azione di Bergoglio a favore di Charlie.

Una catastrofe per la Chiesa


Il Concilio Vaticano II e il messaggio di Fatima


(di Roberto de Mattei) Rorate CoeliCorrispondenza Romana e altre testate cattoliche, hanno ospitato un pregevole intervento di mons. Athanasius Schneider sull’«interpretazione del Concilio Vaticano II e la sua relazione con l’attuale crisi della Chiesa». Secondo il vescovo ausiliare di Astana, il Vaticano II fu un Concilio pastorale e i suoi testi vanno letti e giudicati alla luce del perenne insegnamento della Chiesa.
Infatti, «da un punto di vista oggettivo, le affermazioni del Magistero (papi e concili) di carattere definitivo hanno più valore e peso rispetto ai pronunciamenti di carattere pastorale, che hanno naturalmente una qualità mutabile e temporanea a seconda delle circostanze storiche o che rispondono a situazioni pastorali di un certo periodo di tempo, come avviene per la maggior parte delle affermazioni del Vaticano II».
All’articolo di mons. Schneider ha fatto seguito, il 31 luglio, un equilibrato commento di don Angelo Citati FSPX (http://www.sanpiox.it/attualita/1991-suaviter-in-modo-fortiter-in-re), secondo il quale la posizione del vescovo tedesco ricorda molto da vicino quella ribadita costantemente da mons. Marcel Lefebvre: «Dire che valutiamo i documenti del Concilio “alla luce della Tradizione” vuol dire, evidentemente, tre cose inscindibili: che accettiamo quelli che sono conformi alla Tradizione; che interpretiamo secondo la Tradizione quelli che sono ambigui; che respingiamo quelli che sono contrari alla Tradizione» (Mons. M. Lefebvre, Vi trasmetto quello che ho ricevuto. Tradizione perenne e futuro della Chiesa, a cura di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, Sugarco Edizioni, Milano 2010, p. 91).

mercoledì 2 agosto 2017

Il nemico non viene da fuori,è in casa

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LA CHIAMAVANO CHIESA CATTOLICA

      Le vicende dei giorni scorsi hanno mostrato la solida vitalità dello spirito italico adeguata al rafforzamento d’una dignità sconfessata dalla vacuità degli ideali morali e politici del Continente. Dopo l’ovvio e intrinseco interesse per la Brexit, l’emergenza migranti ha caratterizzato la valutazione delle proposte confluite nella deriva politica del predicar bene e razzolar male. La gestione degli eventi è sempre la stessa malgrado i vertici, gli incontri e i risultati protesi ad eludere la visione unitaria col bilanciamento di interessi votato al bene comune. Gli anfitrioni riuniti in “conclave” hanno girato tranquillamente le spalle alle capacità organizzative e alle conseguenze destabilizzanti legate alla pressione di matrice migratoria. Nessun sussulto, nessun ripensamento sulla mancata condivisione dei valori essenziali almeno nei casi di emergenza. Dicevamo che l’arretramento degli esponenti più elevati ha evidenziato l’incapacità di arginare il percorso migratorio e salvaguardare le incursioni legandole al solo diritto d’approdo nei lidi italiani. Il popolo italico, libero da pregiudizi ed in perfetta concordanza con i criteri economici di produzione e di consumo, deve confrontarsi con le aspettative ambigue e disunite dell’Istituzione Comunitaria. La straordinaria animazione nel rafforzamento dell’autonomia dei singoli Stati, in coincidenza con l’emergenza migratoria, ha mostrato il momentaneo ripristino della coscienza nazionale nel programmare gli eventi secondo le interpretazioni deformanti del bene individuale e particolare. Pertanto l’accavallarsi di incontri e di accordi infruttuosi converge sul fallimentare significato del termine Europa la cui (dis)unione conferma la fragilità degli apparati sottomessi al potentato germanico. Del resto la dinamica teutonica, nel dominio del Continente, si evolve sempre con la medesima efficacia emanando giudizi e condizioni ricadenti sulla pelle e sulla memoria genetica dell’infelice alleato di un tempo. Fuori da ogni controversia è bene appellarsi al conformismo che ci riporta non alla proiezione fantastica degli eventi ma allo stato di diritto, alle vicissitudini e al contesto storico della civiltà latina e cristiana ben disposta a “svezzare”, agli albori delle trasformazioni europee, le orde barbariche che scorrazzavano nelle foreste germaniche. Immersi nelle chiarificazioni il paradigma culturale e le attese morali, inoltre, ci riportano all’utilizzo di dati storici anche per verificare gli abusi diplomatici di un paio di secoli fa quando un certo Metternich (diplomatico austriaco) definì l’Italia: «una semplice espressione geografica». Ma questo non creò eccessivi grattacapi ai patrioti risorgimentali e alla Chiesa la cui concezione storica del sociale si è tradotta in feconda messianicità operativa. Scendere sul terreno delle valutazioni e tacere sarebbe puerile e sconveniente per cui ci sia consentita un’ultima annotazione prendendo in seria considerazione le attenzioni, il rispetto e l’incomposto rumore per qualche anfitrione nostrano, presente nell’attuale scenario politico. Diciamo solo che da tempo in Italia siamo abituati a sentire Benigni (il comico). Ci basta quello.

Dalla vocazione alla vaccazione

Se anche il divorzio diventa una vocazione 

Anche una assurda proposta che arriva dalla diocesi di San Miniato va purtroppo presa sul serio se da Roma si propone come modello il vescovo che dà il via libera all'educatore gay e civilunito, mentre si tiene in punizione un sacerdote che ha avuto il solo torto di difendere la famiglia e ricordare l'insegnamento di san Paolo sull'omosessualità.

Prendendo atto che separazioni e divorzi riguardano un numero sempre crescente di persone che pure frequentano la chiesa, «non si potrebbe pensare all’esistenza di una nuova “vocazione” allo stato di “separato”? (…) La croce, come redime e sublima l’amore umano fino a portarlo alla dignità di segno sacramentale dell’Amore del Padre, non può dare dignità e valore redentivo all’amore ferito, tradito, ucciso?».

A questa proposta, scaturita da una riflessione – dice lui – sulla Amoris Laetitia, è arrivato un anziano prete della diocesi di San Miniato, don Angiolo Falchi, che ha pensato bene di ricordare i suoi 50 anni di sacerdozio con questa bella trovata. «Lo stato di separato/a e divorziato/a considerato una vera e propria nuova vocazione nella Chiesa, da curare con tanto amore e dedizione come si fa con le altre vocazioni»: ve l’immaginate la prossima Giornata di preghiera per le vocazioni chiedere a Dio che mandi più separati e divorziati “santi” per testimoniare il Vangelo? In altri tempi ce la saremmo cavata con un sorriso e un invito a togliere il fiasco al reverendo. 

Sotto le apparenze della libertà

GIOVANI SOTTO ATTACCO          
I giovani sono sotto attacco, e nessuno sembra essersene accorto. Sono bersagliati da una pioggia torrenziale di messaggi negativi, demenziali, pericolosi, senza che nessuno si sogni di lanciare un grido d’allarme 

di Francesco Lamendola  


Uno dei danni, e non dei meno gravi, provocato dalla lunga egemonia marxista nella cultura italiana è stato quello di aver totalmente archiviato la questione giovanile in quanto fatto educativo che implica una responsabilità degli adulti, in favore di un volontarismo e di uno spontaneismo classista che si rifiutavano di cogliere il dato antropologico in se stesso.
Per quei cattivi maestri, l’importante era realizzare la società socialista, senza sfruttati e senza sfruttatori; i giovani non erano una categoria psicologica e morale, ma solo una massa di manovra da lanciare verso l’obiettivo politico; l’unica distinzione era ideologica, fra giovani di sinistra e giovani di destra: figli del popolo i primi, dunque potenzialmente e naturalmente “buoni” (versione aggiornata del “buon selvaggio” di illuministica memoria), figli di nessuno i secondi, meritevoli di essere ricacciati nelle fogne dalle quali erano malauguratamente emersi.

Che il giovane sia un soggetto in evoluzione, esposto a mille suggestioni e a mille contrastanti influssi; che sia necessario e doveroso, per l’adulto, rispettarne la specificità, i tempi e i modi della crescita, pur assumendosi la responsabilità di indirizzarlo e di guidarlo; che sia necessario aiutarlo a divenire quel che deve divenire, quel che ogni uomo dovrebbe divenire per essere pienamente una persona e non un mero individuo, tutto questo sembrava ininfluente o, peggio, paternalistico e reazionario; la cultura egemone di sinistra oscillava tra un concezione ideologica fortemente impegnata e militante, tendente a ridurre ogni cosa sotto la categoria della politica, ed una pseudo-libertaria ed anarcoide, pienamente fiduciosa nel fatto che il ragazzo sappia e possa indirizzarsi da se stesso verso il bene e verso il giusto.

È degno di nota il fatto che, quando la marea marxista era al culmine, la cultura cattolica ne risentì fortemente l’influenza e molti teologi e filosofi cristiani si misero a flirtare con essa (un nome per tutti: Giulio Girardi, promotore del movimento “Cristiani per il socialismo” e antesignano della “teologia della liberazione”); anche il pensiero educativo cattolico “di sinistra” ne fu molto influenzato e non è difficile cogliere in taluni aspetti della pedagogia di don Lorenzo Milani, ad esempio - valga per tutti la «Lettera a una professoressa» - degli accenti di lotta di classe dura e intransigente, a fronte di un silenzio quasi totale circa la specificità del messaggio evangelico fondato sull’amore, sul superamento misericordioso delle logiche oppositive, a livello sociale e politico così come a livello individuale e personale; per non parlare della sconvolgente novità del Dio-uomo che muore e risorge per amore gratuito degli uomini.