ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 20 dicembre 2014

L 'ateologia del fatto compiuto

Famiglia, lo strappo tedesco.
Su Vatican Insider ho pubblicato un articolo sull’orientamento dei vescovi tedeschi a cambiare le regole attuali per quanto riguarda l’impiego di persone con stili di vita diversi da quelli proposti dalla Chiesa; e in particolare questo riguarderebbe sia i divorziati risposati sia, probabilmente, le persone omosessuali.
MARCO TOSATTI

Questioni di audience

Chiese/ristoranti a Parigi ( Des églises de Paris transformées en restaurant)


Du 1er dimanche de l’Avent à Noël, les catholiques de Paris souhaitent partager la joie de la naissance de Jésus. Des animations très diverses sont organisées par toutes les paroisses de Paris. Très diverses : processions, tractages, évangélisation de rue, manifestations publiques et … dîner dans des églises :L’évangélisation permet-elle de faire tout ? Transformer la maison du Bon Dieu en salle à manger, est-ce bien opportun ?


Dalla prima Domenica di Avvento al Santo Natale, i cattolici di Parigi desiderano condividere la gioia della nascita di Gesù.
Sono state organizzate delle iniziative e da tutte le parrocchie di Parigi. Diverse processioni, conferenze, evangelizzazione nelle strade, eventi pubblici e la cena ... nelle chiese. 
Ma tutto può essere fatto nel nome dell'"evangelizzazione"?
Trasformare la casa di Dio, in una sala da pranzo, è opportuno?

Uso improprio del Catechismo della Chiesa Cattolica nella Relatio Synodi

Interessante esame di un punto discusso della Relatio Synodi, che cita - impropriamente - il Catechismo della Chiesa Cattolica.


Uso improprio del Catechismo della Chiesa Cattolica nellaRelatio Synodi della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi (5-19 ottobre 2014)

di Don Alfredo Morselli

Non si accetta un proverbio dalla bocca dello stolto, perché non lo dice mai a proposito. (Prov 20,20)

Se la Scrittura considera inaccettabili le parole sagge proferite non a proposito da parte degli stolti, quanto più la cosa sarà aberrante se vengono male usate e travisate le parole stesse della Bibbia o dei documenti più preziosi del Magistero? Il demonio ha tentato Gesù con la S. Scrittura, e gli eretici ne ritagliano e ne incollano assieme i versetti per attaccare i santi Dogmi.

Il peccato venale

Il «peccato» venale oltre lo Ior



Adesso i francescani. In passato i salesiani, i camilliani, i Figli dell’Immacolata concezione. Oltre allo Ior e ad alcune diocesi. Quello che in questi giorni coinvolge l’Ordine dei frati minori è solo l’ultimo di una lunga serie di scandali economico-finanziari che vede come protagonisti istitituzioni ecclesiastiche e congregazioni religiose.

Il popolo di Dio in cammino verso..?

LA GUERRA SEGRETA IN VATICANO

Tutti i sondaggi mostrano la popolarità planetaria di cui gode Papa Francesco. Ma in seno alla Chiesa i suoi modi di lavoro ed alcune delle sue idee trovano delle resistenze. Jean-Marie Guénois racconta gli scontri che scuotono la Curia Romana. Jean Sévillia descrive il modo in cui questo Papa dallo stile innovativo è percepito dai Cattolici francesi. 

di Jean-Marie Guénois

Fonte: Le Figaro Magazine, 19 Dicembre 2014. 

Appena eletto papa, Francesco a ben presto rotto con le buone maniere e le vecchie abitudini dell'Europa. E' una nonna sterile, ha detto a Strasburgo, all'inizio di Dicembre, rivolgendosi al Vecchio Continente. Tutto quello che il Papato conservava di imperiale, egli l'ha spezzato. Basta genuflessioni davanti a lui, ed ancor meno baciamano. Questo Papa, che si sente anzitutto Vescovo di Roma - la parola Papa sfiora raramente le sue labbra - non ha forse rimproverato per la sua talare, proprio l'altro giorno, un Prelato ch'egli riceveva per una riunione di lavoro? Un abito sobrio e il clergyman bastano e avanzano.

Prossimo Papa (o Dio?)


Tutti gli intellettuali cattolici estasiati (o quasi) per i Dieci Comandamenti di Roberto Benigni

Anche il Papa, ha scritto Repubblica, alla fine s’è complimentato con Roberto Benigni. Martedì, prima della seconda serata dello show trasmesso da Raiuno, è arrivata la tanto attesa telefonata. “Un momento di gioia privata che Benigni ha voluto tenere per sé, per pudore. La conversazione è stata affettuosa, raccontano le persone vicine all’attore-regista, e l’abbraccio ideale del Pontefice è la soddisfazione più grande”. Tanti i telespettatori, tanti i commenti sui social e sulla stampa. Non tutti, però, concordi nel plaudire all’ultima avventura del premio Oscar italiano.

Finalmente Bologna torna allo stato vaticano!

Che strano Natale
Rimbomba ancora l’eco della pseudo-catechesi condotta dal comico toscano Benigni e benedetta dal papa argentino Bergoglio, quand’ecco balenare nell’aria un’altra notizia illuminante, e questa volta non solo metaforicamente, ma concretamente, con tanto di illuminazione pubblica.

Come la pseudo-catechesi pseudo-cattolica è stata offerta in modo da incuriosire milioni di persone, così questa pubblica illuminazione natalizia, quanto meno strana, è stata offerta nelle strade di una grande città come Bologna, notoriamente detta “la dotta”, almeno un tempo, quando c’erano i cattolici.




I mezzi d’informazione si sono buttati sulla “notizia” e hanno tirato fuori le deduzioni più diverse, tra le quali la più che colpisce è l'etichetta di “massonico”, perfino più specifica di “Loggia P2”, che in Italia non guasta mai per vendere qualche copia in più.

venerdì 19 dicembre 2014

Robby & Francy

Ciao Roberto, sono Francesco

   


Tutti parlano della telefonata che papa Bergoglio avrebbe fatto – sicuramente! si dice -  al comico “da nobel” che dà mostra di intendersi di Sacra Scrittura; pare però che  dopo le varie magre figure del recente passato, non si riesca a trovare un riferimento certo.
Nessuno si meraviglia in Vaticano, perché, si dice, Bergoglio chiama tutti al telefono.

Chocolat teology

L'amore di Vito Mancuso? Meglio i Baci Perugina

Non comprate quel libro! Il saggio sull'amore del teologo radical-chic Vito Mancuso è meno interessante delle frasi che si trovano nei cioccolatini

L’antistrenna: l’amore di Mancuso? Meglio i Baci Perugina


Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell'amore, Garzanti
Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell’amore, Garzanti 2014
La frase in esergo è altamente esplicativa: “Questo libro è il tentativo di dire in poche pagine ciò che non basta una vita intera a imparare”, e l’argomento è di quelli ad alto rischio Baci Perugina e apostrofi rosa. 

Fàmolo stravagante!

STRAVAGANZE PAPALI ED ALTRO




1 – Edizione aggiornata dei Vangeli – MtLc.

Panta rei”, tutto scorre secondo Eraclito l’oscuro così come, secondo, lo spirito vaticansecondista, tutto si aggiorna, anche il Vangelo. E non tanto in termini teologici o morali e men che meno secondo chissà quale ermeneutica, quanto addirittura in termini storici e letterali. Fino a ieri, 17 dicembre 2014, abbiamo creduto che Gesù fosse nato a Bethleem di Giuda, stando a Matteo (2, 1), a Luca (2, 1/20) e fede prestando al profeta Michea (5, 2) che vaticinò, in nome di Dio, e sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, Bethleem quale luogo natale di Cristo. “ E tu, Bethleem-Efrata, tu sei piccola fra le migliaia di Giuda; ma da te mi uscirà Colui che deve regnare in Israele”.

Basta con le certezze, predica papa Bergoglio e con quanto sa di dogmatico, di sistematico, di rigido e di regola. La mente ceda il posto al cuore sicché la misericordia prevalga sulla ragione e questa si abbandoni al dubbio. Guai a colui che è troppo sicuro di aver trovato Dio, ammonisce nell’omelìa di Santa Marta del 15 dicembre scorso. Ora è tempo di rivedere anche la storia e la vita di Cristo nella prospettiva moderna.

Ieri, 17 dicembre, dicevamo, nell’udienza generale del mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro in occasione del suo 78° genetliaco, davanti a una massa oscillante di fedeli plaudenti più consona a un concertone rock, al cospetto di numerose coppie di “tangueros” argentini che disegnavano figure sinuose e sensuali fra una milonga e un  tango, Sua Santità ha rivelato la corretta edizione storica dei Vangeli.
Tema: la famiglia. Riferimento: la Sacra famiglia.
Quella di Nazareth non era una famiglia finta, irreale. Maria, la mamma, cucinava, faceva tutte le cose della casa, stirava le camicie, Giuseppe, il papà faceva il falegname. Gesù viene come un figlio di famiglia. Non nasce in una grande città come Roma, ma in una periferìa piuttosto malfamata, Nazareth. Ė un Dio sottomesso. Ha perso 30 anni lì, in quella periferìa malfamata. Non ha fatto guarigioni o altri prodigi in quegli anni. Quello che era importante lì era la famiglia, ma non è stato tempo sprecato: erano grandi santi, Maria Immacolata e Giuseppe. E Gesù mai in quel luogo si è scoraggiato” (Corriere della Sera on-line 17 dic. 2014).

Qualcuno, leggendo, potrebbe pensare che il quotidiano citato, di cultura laicista abbia, ad effetto, riportato le parole del pontefice forzandole nel senso di una distorta comunicazione. Ed allora, onde fugare qual che sia sospetto di manipolazione, vediamo come e qualmente le stesse dichiarazioni vengon trascritte sugli organi di stampa cattolica. Chiediamo al lettore un briciolo di pazienza con cui possa leggersi quanto in appresso riportiamo.
Dio ha scelto di nascere in una famiglia umana, che ha formato Lui stesso. L’ha formata in uno sperduto villaggio della periferìa dell’Impero Romano. Non a Roma, che era la città capo dell’Impero, non in una grande città, ma in una periferìa quasi invisibile, anzi, piuttosto malfamata. Lo ricordano anche i vangeli, quasi come un modo di dire:«Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?» (Gv. 1, 46). . . Gesù è rimasto in quella periferìa per 30 anni. . . Ma uno dice. « Ma questo Dio che viene a salvarci ha perso 30 anni, lì, in quella periferìa malfamata? Ha perso 30 anni!» E Lui ha voluto questo” (Avvenire on-line– Il compleanno del papa – 17 dic. 2014).

Sicché, non solo Gesù è nato a Nazareth, ma in quel risiedere per 30 anni in quel malfamato paese potrebbe aver perso tempo. Non si sa mai! Intanto la supposizione che papa Bergoglio mette in bocca a “uno” è tutta sua così come fu sua quella di “un parroco” che contestava la nomina di un divorziato a padrino di Battesimo - argomento di cui abbiamo parlato recentemente.
Sarebbe poi da precisare che, fatti rapidi conti, con i due anni intercorsi fra la nascita - a Bethleem sia chiaro, non a Nazareth - e la visita dei Magi, più quelli dell’esilio in Egitto, dovremmo concludere che gli anni passati a Nazareth non sarebbero 30 ma molti di meno. Facciamo 25.

La cosa che, poi, dà il segno della caratura culturale di questo papa venuto dalla fine del mondo, è quell’insistere, oramai stantìo, ossessivo, momotematico ed ecolalico, sulle “periferìe” che, abbinato all’altro delle “sfide”, sta segnalando questo papato come un annuncio continuo di riforma per una Chiesa che, fino al 1963 non  avrebbe combinato alcunché di buono. Parole, parole, annunci, interviste, discorsi, tweets, libri: una ridda di comunicazione che lascia storditi. E siamo a un anno e mezzo di pontificato.

Nazareth, poi, perché malfamata? Era forse un covo di banditi, di predoni, di bestemmiatori? La pericope di Gv. 1, 46 è un modo di dire che dà l’indicazione di un campanilismo provinciale, non ancora estinto ai nostri tempi – si pensi alle storielle su Cuneo – per il quale non si è autorizzati a definire “malfamato” un paese solo perché i suoi abitanti appaiono ad altre comunità come bizzarri, capricciosi, testoni o sciocchi. Tutto ma non malfamati. Se andiamo a sfrucoliare, vediamo che la tanto grande e santa Gerusalemme è, rispetto alla malfamata Nazareth, altro che malfamata! Diremmo di conio delinquenziale, tana di coloro che diventeranno assassini di Cristo.

La cosa, infine, che maggiormente deprime, in tutta questa vicenda, è la piaggerìa di che sono intrisi gli organi di stampa, e financo quelli cattolici, che non si premurano nemmeno di correggere le cappellate del pontefice tanta è la fede che si presta ad ogni sua parola e il delirio che si crea attorno ad ogni suo gesto.

Domanda: e questo papa sarebbe “il maestro in Israele?” (Gv. 3, 10).

2 – Giullari sull’ambone e cardinali in navata.

Non si è spenta l’eco di quella trasmissione televisiva di pochi giorni fa’ in cui il giullare nostrano Roberto Benigni, indossato il robone da teologo similmente al somaro di Fedro che si mise una pelle di leone, ha intrattenuto, dall’ambone della RAI, 9 milioni di spettatori svelando loro il significato del Decalogo.
Siamo disposti ad ammettere l’esistenza di tanti individui che riescono a riempire il tempo della propria esistenza standosene ad ascoltare il bercio e le stravaganze di un comico che, dopo aver fatto strame di Dante - e chi scrive si vanta di averne stroncato, nel luglio 2006, i commenti riportati su un diffuso quotidiano finanziario, bloccandone la profluvie di amenità e sconcezze alla quarta puntata delle tredici previste – ma non riusciamo a comprendere come eminenti uomini di Chiesa riescano a vedere in questi il sostituto di S. Agostino, di S. Tommaso Aquinate, di S. Bonaventura.
(Non ci si meravigli, ché non sono rare le celebrazioni eucaristiche in fogge da pagliacci in pieno rituale  carnevalesco, specialmente nelle chiese nordeuropee e sudamericane).

Sorpresa destò, nel 9 dicembre 2007, l’intervista in cui il cardinal Bertone definì “altateologìa”  la cosiddetta “lectura Dantis” che il comico l’anno precedente tenne in Santa Croce di Firenze, una lettura infarcita di luoghi comuni, di passaggi allusivi, di bischerate estemporanee e di spropositi letterarï. In altra intervista, concessa ad Andrea Tornielli (IlGiornale 11 febb. 2008), lo stesso principe della Chiesa se ne venne fuori dicendo che il Benigni poteva senz’altro essere considerato uno dei più grandi teologi del ‘900.
Testimonianza di come sìasi degradata e impoverita la cultura in chi dovrebbe essere pastore, guida e maestro. Possiamo dire che questo è l’effetto del Vaticano II, quel Concilio che qualcuno ha detto stare alla Chiesa come il ’68 alla società?

Sembrava che, da quel tempo ad oggi, molto  conformismo che alligna nelle sacre stanze si fosse sbiadito lasciando il posto a un realismo logico e al buon senso. Ed, invece, eccoci ancora con un presule che, davanti alla telecamera o al taccuino di un giornalista, non sa trattenersi dall’intrupparsi con la massa liquida, gelatinosa ed amorfa dei 9 milioni di benignidipendenti. Diciamo di Mons. Rino Fisichella, l’arcivescovo delegato dall’emerito papa ex Benedetto XVI alla “nuova evangelizzazione” che – Il Giornale 18 dicembre 2014, pag 33 – definisce lo spettacolo del comico preso col commento ai 10 Comandamenti, come “un moderno elogio della verità”.
Frase del tutto roboante ma pseudo culturale, floscia, vanesia e vuota – come vuoto è il consuntivo dello stesso monsignore in termini di evangelizzazione - perché l’elogio della verità non è né antico né moderno, è elogio e basta. Cristo Via-Verità-Vita è ieri, oggi e domani: sempre.
E anticipando qualche obiezione in merito il Mons. dichiara, con una sdrucciola litote, che lo “spettacolo non è stato verboso ma nuovo modo per comunicare un ideale di vita”. Perciò, come non applaudire il guitto? domanda Fisichella. Costui ha, udite udite! citato anche il Talmud, l’accolta dei più indegni e vergognosi epiteti diretti a Gesù, alla Vergine e ai cristiani. Non per niente il rabbinato italico si è complimentato con questo pisquano, vedendo in quest’operazione di velenosa gnosi, il grimaldello, il piede di porco per scardinare le ultime resistenze del Cattolicesimo.
Ma vediamo, in breve, chi è costui che si pone come dispensatore di stili e di ideali di vita e di pensiero.

L’attore toscano fu colui che, in pieno festival canoro di Sanremo, anno 1980, riferendosi al papa GP II lo appellò “wojtylaccio”; colui che, in varie serate, negli studi RAI rete 1 intrattenne presenti e telespettatori saltabeccando da una parte all’altra del palco, ravanando nella patta degli uomini e manipolando la sottogonna delle signorine presenti accompagnando le “scoperte”, come un becero bordone, con un lessico da osteria che nemmeno il Belli; colui che, in serate successive se la prese con i San Pio da Pietrelcina, le Madonne, i Papi sganasciandosi in un torrenziale e fecale scilinguagnolo che mandò in visibilio i beoti dirigenti RAI, spettatori e chierici; colui che, successivamente, senza essersi purificata e sciacquata la bocca, declamava il  mistico ed altissimo “Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio” (Par. XXXIII,1).
Nel 1982 anticipò qualcosa sui comandamenti  maggiormente irridendo il sesto e il nono, rimproverando a Dio il divieto di poter concupire anche le mogli altrui. Oggi, invece, con una capriola a 180 gradi si impanca a guru, a Dottore della Chiesa ed esegeta.
Un miscredente, un comunistello astuto, un circense, un affarista  che, fiutata l’aria e avvertito il cambio di vento, s’è guadagnato, in pochi mesi, fama così possente da scalzare anche quelle autorità dottrinarie che, fino al 1963, erano per la Chiesa i fondamenti  e i primipili della fede.

Una riflessione: Paolo, Agostino, Tommaso, Bonaventura, Bellarmino hanno dato testimonianza alla verità annunciata da Cristo, ma non crediamo che, come il guitto toscano, si siano intascati milioni di euri. Per quella testimonianza ebbero a soffrire. Perciò, cari prelati: finitela con questa indecorosa e languida pantomima e date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. E siate serî davanti a Dio e agli uomini.

3 -  Olimpiadi romane e Vaticano
  
Con commozione, enfasi e profonda convinzione, il cardinale Josè Saraiva Martins ha dichiarato che non ci sarebbero difficoltà a far disputare alcune gare olimpiche – quelle del 2024 a cui aspira Roma – come il tiro con l’arco, in Piazza San Pietro, con l’alternativa dei giardini vaticani o della villa di Castel Gandolfo.
Ė arrivato per il Vaticano il momento di scendere in gioco” ha affermato deciso e volitivo. (La Repubblica, 18/12/2014).
Noi non vogliamo postillare siffatta notizia, lasciando ai lettori la libertà di interpretarla e di trarne le conseguenze. Noi ricordiamo che i cristiani scesero nelle arene non per giocare ma per offrire la vita per amor di Dio e fedeltà alla sua legge.

di L. P. 

UNA GITA AI CASTELLI – PAPA FRANCESCO SPALANCA LE PORTE DI CASTEL GANDOLFO E TRASFORMA LA RESIDENZA ESTIVA DEI PONTEFICI IN UN LUOGO APERTO A TUTTI

Il Papa conserverà ovviamente un appartamento privato, anche se già da arcivescovo di Buenos Aires non era abituato ad andare in villeggiatura. Qualche numero: la tenuta si estende su un’area di 55 ettari, 30 dei quali tenuti a giardino, mentre il resto è coltivato. Nelle ville lavorano 55 persone con relative famiglie…

Nomen omen

Quando anche il prete invita a non fare il presepe


presepe(di Mauro Faverzani) «Libero di non fare il presepio, perché in cucina ci sono i fumi del cibo, perché nel salone fa freddo e perché nello studio non c’è posto», ma non dica ch’è «un fatto esteriore, artificioso e sfarzoso»: così una lettrice apostrofa sul quotidiano di Cremona, “La Provincia”, don Andrea Foglia, parroco di S.Abbondio e direttore dell’Archivio Storico diocesano, autore di uno sconcertante intervento ospitato lo scorso 8 dicembre sulle pagine dello stesso giornale.

Più poveri o più fessi? c.v.d.*

POVERI MA ANCHE FESSI - L’ORDINE DEI FRANCESCANI SULL’ORLO DEL CRAC - I “POVERELLI DI ASSISI”, FORSE TRUFFATI, HANNO INVESTITO IN SOCIETÀ FINITE SOTTO INCHIESTA PER TRAFFICO D’ARMI E DROGA, E ORA SONO PIENI DI DEBITI

Lo scandalo è scoppiato nel mese di ottobre e anche il Papa è venuto a saperlo - Alcuni depositi della congregazione sono stati sequestrati perché investiti in società finite sotto inchiesta - Gli investimenti risalgono al periodo in cui era superiore dei frati minori José Rodriguez Carballo, oggi segretario della Congregazione per i religiosi…

Piccoli Jorge crescono?

«Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite». Pure se vogliono celebrare la Messa

«Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso. E prendendoli fra le braccia e imponendo loro le mani li benediceva». (Mc 10, 14-16)

Il pendolo di Bergoglio,


tra capitalismo e rivoluzione

Marxista, liberista, peronista. Gli hanno applicato le etichette più disparate. I contrastanti giudizi dell'Acton Institute e degli "Amici di papa Francesco"


ROMA, 19 dicembre 2014 – Un altro dei misteri di papa Francesco riguarda la sua visione dell'economia mondiale.

C'è chi l'ha collocato tra i marxisti impenitenti, dopo aver letto il documento programmatico del suo pontificato, l'esortazione apostolica "Evangelii gaudium". E c'è chi dallo stesso documento ha tratto la conclusione opposta, dipingendo un Jorge Mario Bergoglio grande amico del libero mercato.

Dalla prima delle due definizioni, quella di comunista, il papa ha preso ripetutamente le distanze, fino a scherzarci sopra. Dalla seconda, quella di filocapitalista, no. Ma non è per niente sicuro che essa corrisponda al suo pensiero.

La fede fosforescente attira anche Bruneo

Guarda la versione ingrandita di Medjugorje, veggente Vicka Ivankovic incalzata da Vespa:

Medjugorje, veggente Vicka Ivankovic incalzata da Vespa: “Com’è la Madonna?”

ROMA – “Ci dica com’è la Madonna“. Bruno Vespa, conduttore di Porta a porta, ha incalzato Vicka Ivankovic, veggente di Medjugorjee ospite del programma la sera del 16 dicembre su Rai 1. Quasi un interrogatorio quello di Vespa alla veggente, difesa dal giornalista Paolo Brosio.

giovedì 18 dicembre 2014

João kommissarião Volpão? Cierto che não, no es immacolão!

I Francescani in dissesto finanziario. La lettera choc: “L’Ordine è sommerso dai debiti”
Un’indagine interna ha fatto emergere operazioni «dubbie» dai frati che gestivano il patrimonio. La denuncia: vittime di maxi truffa, c’è un buco di svariati milioni di euro
ANSA


Dal Bar Sport all'Osteria Santa Marta



Quand'ero giovane - e sono passati molti, molti anni, ahimè - non era consentito ai chierici frequentare i locali pubblici, nemmeno prendere un caffè al bar. Il caffè, con le sue reminiscenze massoniche, era per il liberale e il mangiapreti di un certo livello sociale quello che l'osteria rappresentava per il manovale, lo scaricatore di porto, il carrettiere. Lì si teorizzavano rivoluzioni, sedizioni, moti; qui si imprecava contro il Re o il Guardasigilli. Lì si derideva il Sillabo e si facevano girare i fotomontaggi di Pio IX in abito massonico; qui si bestemmiava Iddio e si oltraggiava il Clero. 

Orfani in cerca di padrino


Stravolgono Pio XI per giustificare Kasper

L'obiettivo chiaro è giustificare la comunione ai divorziati risposati in vista del prossimo Sinodo sulla famiglia. Come fare? Dimostrando che anche nel recente passato la dottrina è "evoluta" così che quello che prima era proibito poi è stato ammesso. Ed ecco che il sedicente teologo Gianni Gennari - che su Avvenire quotidianamente fa il guardiano dell'ortodossia e su altri giornali fa "l'innovatore" - sostiene (clicca qui) che l'enciclica "Casti Connubii" del 1931 vieti assolutamente quei metodi naturali che verranno invece promossi da Pio XII ed esaltati da Paolo VI. Peccato che sia una palese menzogna.

Il vice-Papa


BUTTAFUOCO E FIAMME SU BENIGNI: “ORA FA IL VICE-PAPA. HA DISMESSO LA SUA NATURA DA ARTISTA E NON RIESCE NEMMENO A ESSERE ALL’ALTEZZA DI UN DARIO FO. GIRARE UN CINEPANETTONE LO RESTITUIREBBE AL SUO MESTIERE” – IL TESTO DELLA PRIMA PUNTATA

“Se veramente vuoi cantare la bellezza dei comandamenti non ci vai accompagnato dalla gente per spremere le casse della Rai. Se vuoi essere co-Papa di Francesco, se dai co-benedizioni e fai comizi, se resti nell’empireo allora devi anche agire di conseguenza. E sei anche più credibile”…

OLIMPIADI IN VATICANO!


- PROPOSTA CLAMOROSA PER ROMA 2024: IL TIRO DELL’ARCO IN PIAZZA SAN PIETRO! - IL CARDINALE MARTINS: “ASSOLUTAMENTE FATTIBILE” – ALTRO CAMPO DI GARE: I GIARDINI VATICANI A CASTEL GANDOLFO

L’idea è venuta dal cardinale Martins (ex calciatore nelle giovanili del Benfica): “Le questioni logistiche si risolvono: è arrivato il momento per il Vaticano di scendere in gioco” - L’ipotesi gasa Malagò che sa benissimo come un’alleanza con il Vaticano possa pesare in sede Cio: per vincere, d’altronde, non basta il dossier…

Ma Santo Padre, non capisci? ...

Cardinal-Cormac-Murphy-O-Connor-meets-Pope-Francis-with-the-College-of-Cardinals-in-the-Clementine-Hall_large
Caro Papa Francesco,
Vi ho sostenuto e difeso molte volte quest'anno. Anche quando ero incerto di esattamente cosa fosse dicevi - ho sempre dato il beneficio del dubbio e mi alzai per voi contro coloro che si contestava. Tuttavia per quanto riguarda i vostri commenti recenti denunciano il "rigido" attaccato alla dottrina come "farisei" Mi dispiace, ma a malincuore, non sono d'accordo con voi:
Papa Francesco ha ricordato che "Pio XII ci ha liberati dalla croce molto pesante, che era il digiuno eucaristico:

El Tànghéro.., il vento della Pampa!

Papa Francesco: "Maria stirava le camicie di Gesù e Giuseppe". E ai tangheri: "Soffi il vento della Pampa" (FOTO)


"Soffi il vento della Pampa". Questo l'imperativo che Papa Francesco ha rivolto ai tangueros accorsi a Piazza San Pietro per far respirare a Bergoglio un po' di Argentinanel giorno in cui si festeggia il suo 78 esimo compleanno. Il Papa arrivato sulla sua macchina ha omaggiato tutti, chinandosi a baciare i bambini, spegnendo le candeline e bevendo mate, tipica bevanda sudamericana.

Tarallucci e vino per le non Immacolate..

Suore d’America, tarallucci e vino

Il Vaticano non parla delle sorelle new age. L’inchiesta seria continua

La conferenza stampa tenuta in Vaticano per la visita apostolica ai 341 istituti religiosi femminili d’America (foto AP)


L’aspetto più interessante della conferenza stampa di presentazione del rapporto conclusivo circa la visita apostolica ai 341 istituti religiosi femminili d’America è stato l’invito ai giornalisti di non porre domande sull’indagine parallela della Lcwr, la più grande associazione di suore statunitensi desiderose di celebrare la messa in proprio, dialoganti su aborto ed eutanasia, aperte alle coppie gay. Qualcuna di loro, poi, è anche seguace di filosofie new age che sostituiscono Dio con la materia cosmica.

mercoledì 17 dicembre 2014

La tradizione ascetica, i "putrefatti nel cuore" e Bergoglio



Questo blog non ha affatto come fine quello di rispondere puntualmente a tutte le imprecisioni o  errori diffusi ora da questo ora da quel personaggio. Non vuole neppure assumere uno stile polemico, cosa dalla quale rifugge. 
Tuttavia ci sono circostanze in cui pare necessario parlare chiaramente, non per questioni o antipatie personali ma per stabilire come stanno realmente le cose. È il miglior servizio verso i lettori.

Recentemente ha fatto un certo colpo l'ultima esternazione di Jorge Bergoglio sulla disciplina ecclesiastica del digiuno se non altro perché, oltre a ridicolizzare certe prassi, ha inchiodato i custodi delle tradizioni con la definizione "putrefatti nel cuore", espressione, a mio modo di vedere, abbastanza pesante e indubbiamente stonata e volgare per chi ricopre il suo ruolo. Con quest'espressione non si correggono eventuali erranti ma li si chiude a riccio disponendoli in atteggiamento difensivo. Si creano fazioni e opposizioni ed è, dunque, pure pastoralmente disastrosa.

Prima di entrare in merito a tale discorso, chiedo un attimo di pazienza al mio gentile lettore. Cercherò di ripetere alcuni concetti per quanto riguarda la disciplina del digiuno ecclesiastico. Questo è l'unico modo per poter dare una base concreta al discorso e impedire che fluttui nella pura opinione soggettiva. 

Inquisizione gesuita pro gender

R600x__304691700-10192228
(Fonte: Il Foglio del 17/12/2014) Non se l’aspettavano proprio, nel quartier generale della Conferenza episcopale americana, che la prima università del paese ad adeguarsi alle norme anti discriminazione varate di recente dal dipartimento del Lavoro fosse la cattolicissima Marquette University, fondata nel 1881 dai padri gesuiti e da loro retta ancora oggi che con i suoi quasi ottomila studenti è uno dei più grandi atenei della Compagnia negli Stati Uniti. A inizio dicembre, il governo federale pubblicava l’ultimo decreto che rendeva effettivo l’ordine emesso nel luglio scorso da Barack Obama finalizzato a proibire la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’orientamento di genere di quanti sottoposti alla contrattazione lavorativa federale. E destinatarie del provvedimento erano anche le università e i college statunitensi. Due giorni dopo la pubblicazione del provvedimento governativo, la Conferenza episcopale rilasciava una nota pubblica in cui si chiariva che “la chiesa cattolica insegna che ogni marchio di ingiusta discriminazione nei confronti di coloro che provano attrazione per persone dello stesso sesso deve essere evitato”, ma nella fattispecie – da una prima lettura – sembra che queste norme proibiscano ben più che “l’ingiusta discriminazione”. In particolare, scrivevano i vescovi guidati da mons. Joseph Kurtz, “vietare la disapprovazione religiosa e morale della condotta omosessuale crea una seria minaccia alla libertà di coscienza e di libertà religiosa, perché mai i cattolici potrebbero approvare tale condotta”.

Purificazione&Liberazione


Padre Jorge e i suoi confratelli. Perché vollero liberarsi di lui

aquel
Nel giorno del compleanno di papa Francesco, il 17 dicembre, rallegrato dal tango danzato in piazza San Pietro da migliaia di suoi “aficionados”, “L’Osservatore Romano” ha pubblicato una pagina di un libro uscito in Argentina al quale Jorge Mario Bergoglio tiene in modo particolare e alla cui stesura lui stesso ha volutamente messo mano.
Intitolato “Aquel Francisco“, scritto da Javier Cámara e Sebastián Pfaffen, due giornalisti di Córdoba, e stampato da Raíz de Dos, un’editrice di quella stessa città, il libro ricostruisce con accuratezza e con una grande mole di testimonianze dirette i due periodi cruciali della vita dell’attuale papa trascorsi proprio a Córdoba: i due anni del noviziato, tra il 1958 e il 1960, e soprattutto gli altri due anni in cui egli fu esautorato da ogni carica nella Compagnia di Gesù, tra il 1990 e il 1992, in quella sorta di esilio che lui ama oggi definire di “purificazione interiore”.

Il niente, ma proprio niente niente!

Enzo Bianchi spiega i nuovi mali (no: aborto, divorzio, omosessualismo e cose "antiche" così non le cita...)
Con spreco di grassetti (che noi risparmiamo), Panorama presenta padre Enzo Bianchi così: «intellettuale finissimo, un religioso puro, priore della comunità monastica di Bose (Biella) da lui fondata nel ’65, aperta a uomini, donne, protestanti, ortodossi, cattolici: qualcosa di rivoluzionario in tempi di integralismi religiosi e di nazionalismi antirazziali. Scrive libri, pareri; raramente si concede per festival e tv, quasi mai per interviste».
Poi parte l’intervista,

Le Tempora di inverno

Le Tempora: mercoledì, venerdì e sabato di penitenza e preghiera


Domani, venerdì prossimo e sabato, cadono le Tempora. In Italia la CEI raccomanda di ricordare e di fare speciali preghiere nelle Quattro Tempora che scandiscono il passaggio delle stagioni e affidano i campi e la natura alla Provvidenza di Dio, ringraziandolo (è il caso dell'autunno) per i suoi benefici. Così troviamo nelle Precisazioni della Conferenza Episcopale per la liturgia:

benigni e i 10 comandamenti

Dio ha creato l' uomo a sua immagine e 

somiglianza,l' uomo si fa un dio a sua immagine

e gradimento


... Stamattina la gente per strada al mercato nei negozi commentava e condivideva l'esilarante dottrina di Benigni ... Inchiodati ore alla poltrona per ascoltare il nuovo verbo fatto di divertenti verità condivisibile da tutti e da chiunque .... e qualcuno mi interpellava dicendo che sarebbe bello poterlo avere come predicatore nelle nostre chiese ... !!! Certo, mi son detto, qualche vescovo ci starà già sicuramente pensando, d'altronde c'è anche di peggio su ciò che resta della "dottrina" della fede cattolica... !

“Volemose bene”

Evviva. La Chiesa della misericordia assolve le suore americane. In fondo, al più, sono un pochino eretiche… 

“Volemose bene” e “gratitudine” con suore eretiche e squinternate. Persecuzioni contro i Francescani dell’Immacolata. C’è bisogno di qualcos’altro per iniziare finalmente a guardare in faccia la realtà?

di Paolo Deotto
Le suore americane – non tutte, ma la gran parte – pare abbiano idee tutte loro in materia di Fede cattolica. Anzi, idee così “loro” che non sono più nemmeno idee cattoliche. Queste vivaci religiose negli ultimi anni si sono sbizzarrite in una serie di teorie (non sappiamo poi quali prassi siano derivate da certe teorie…) che svariano dallo gnosticismo alla negazione della divinità di Cristo e del valore redentivo della Croce; né mancano, poiché gli omaggi alla moda sono sempre d’obbligo tra i rivoluzionari, le aperture all’omosessualità, la contestazione del sacerdozio maschile e del celibato, e via delirando. Insomma un bel guazzabuglio che aveva causato un’ispezione da parte della Congregazione per la Fede.

Il Lombardi all'ultima crociata?

Caro Padre Lombardi : "Mi pare che tocchi a lei la grata incombenza di dover precisare e rettificare quanto può prestarsi a fraintendimenti nelle parole del Santo Padre"

Rev. P. Federico Lombardi SJ
Città del Vaticano


Reverendo Padre,
sono un sacerdote che deve la sua formazione ai Gesuiti forse d'altri tempi, gli stessi che hanno di sicuro pensato alla sua nella Compagnia.
Allora si trasmetteva l'assoluta fedeltà al Vicario di Cristo, a costo della stessa vita; anzi, con il desiderio vivo, qualora ne fosse stata data la grazia, di versare il sangue per il Papa. 


A questa fede, sostenuta anche dall'esempio di mio padre, mi sono sempre attenuto, nonostante i miei peccati e le mie incoerenze di cattolico e di sacerdote. 


E' quindi fuori luogo che io possa pensare qualcosa di diverso nei riguardi di Francesco, successore di Pietro, fondamento visibile della Chiesa, la cui persona amo e venero con immutata fede, riconoscendo in Lui, e soltanto in Lui, il Dolce Cristo in terra.


Mi pare che tocchi a lei la grata incombenza di dover precisare e rettificare quanto può prestarsi a fraintendimenti nelle parole del Santo Padre.
Per questo motivo mi rivolgo a lei e non piuttosto all'ufficio preposto all'elaborazione o revisione degli interventi del Papa.
Magari lei potrà segnalare le mie perplessità a quanti assolvono questo delicatissimo compito.