Ciao Roberto, sono Francesco
Tutti parlano della telefonata che papa Bergoglio avrebbe fatto – sicuramente! si dice - al comico “da nobel” che dà mostra di intendersi di Sacra Scrittura; pare però che dopo le varie magre figure del recente passato, non si riesca a trovare un riferimento certo.
Nessuno si meraviglia in Vaticano, perché, si dice, Bergoglio chiama tutti al telefono.
Che cosa avrà mai detto papa Bergoglio allo scontato Benigni? Sicuramente si sarà compiaciuto per la preparazione dimostrata del mangiapreti toscanaccio, anche per cercare di mettersi avanti dopo gli elogi all’esegesi benigniana delle “dieci parole”, espressi dal grande Rabbino capo di Roma: «Sono rimasto piacevolmente stupito dalla quantità di messaggi midrashici che sono passati e dal modo in cui è stato presentato il Talmud. Si vede che Benigni si è preparato a fondo, attingendo in modo significativo da libri e testi ebraici» (moked, portale informativo ebraico, 17 dicembre: Il Decalogo secondo Benigni, l’apprezzamento del rav Di Segni).
A dire il vero sono stati in tanti a compiacersi, tra laici e chierici, anche perché hanno trovato nei monologhi del miscredente toscano il riflesso della loro comprensione tutta soggettiva e interessata dei Dieci Comandamenti. Fenomeno che a partire dal Vaticano II non è certo nuovo e si èconcretizzato nel diffondersi dell’esercizio dei più sciocchi contorsionismi tra miscredenti e nuovi credenti vaticanosecondisti, alla ricerca di simpatie e di condivisioni reciproche.
Clamoroso il gesto pubblicitario de “L’Unità” che nel 1995 apparve in edicola con allegata una copia del Vangelo, che l’allora direttore del giornale comunista si affrettò a consegnare personalmente a Giovanni Paolo II, anche lui compiaciuto del bel gesto.
A seguire il novello compiacimento dei prelati di oggi, papa Bergoglio compreso, ci sarebbe da pensare a chissà quali eventi evangelizzanti che sgorgheranno dalla prestazione carnascialesca del povero Benigni, salvo poi ricordarsi che da quel lontano 1995, dalla diffusione gratuita del Vangelo nelle sezioni e nelle case dei compagni di allora, non sopraggiunsero né conversioni né avvicinamenti; semmai il contrario: un numero sempre più crescente di cattolici ha imparato che non c’è differenza tra l’insegnamento di Cristo e quello di Marx, fino a giungere a collocare sul soglio pontificio un personaggio che è convinto che Cristo non sia venuto per salvare le anime, ma per riscattare i corpi.
Se servisse una conferma dello stato miserando in cui si trova oggi la pratica della fede cattolica, basta sfogliare i giornali cattolici di questi giorni, che sprizzano gioia e meraviglia per i milioni di spettatori che hanno seguito lo spettacolo del comico toscano. Cattolici laici e chierici, cioè, che godono del fatto che le Tavole della Legge di Dio siano diventate oggetto di ilarità e di superficiale strafottenza, come se si trattasse delle facezie dell’amico di turno al bar dello sport.
Fino a qualche anno fa almeno si salvava la faccia e in prossimità delle feste cattoliche si diffondevano i polpettoni hollywoodiani ricchi solo di migliaia di comparse; oggi, superati i supersentimentali “dieci comandamenti” di Cecil Blount De Mille, ecco che in prossimità del Natale, la televisione italiana ci propina i supercarnascialeschi “dieci comandamenti” di Roberto Remigio Benigni: la religione cattolica relegata sempre più all’ambito viscerale e lasciata in mano a miscredenti e a falsi credenti.
di Giacomo Fedele
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1063_Fedele_Ciao_Roberto.html
GESÙ O BARABBA……da che parte stiamo?
Tutti parlano della telefonata che papa Bergoglio avrebbe fatto – sicuramente! si dice - al comico “da nobel” che dà mostra di intendersi di Sacra Scrittura; pare però che dopo le varie magre figure del recente passato, non si riesca a trovare un riferimento certo.
Nessuno si meraviglia in Vaticano, perché, si dice, Bergoglio chiama tutti al telefono.
Che cosa avrà mai detto papa Bergoglio allo scontato Benigni? Sicuramente si sarà compiaciuto per la preparazione dimostrata del mangiapreti toscanaccio, anche per cercare di mettersi avanti dopo gli elogi all’esegesi benigniana delle “dieci parole”, espressi dal grande Rabbino capo di Roma: «Sono rimasto piacevolmente stupito dalla quantità di messaggi midrashici che sono passati e dal modo in cui è stato presentato il Talmud. Si vede che Benigni si è preparato a fondo, attingendo in modo significativo da libri e testi ebraici» (moked, portale informativo ebraico, 17 dicembre: Il Decalogo secondo Benigni, l’apprezzamento del rav Di Segni).
A dire il vero sono stati in tanti a compiacersi, tra laici e chierici, anche perché hanno trovato nei monologhi del miscredente toscano il riflesso della loro comprensione tutta soggettiva e interessata dei Dieci Comandamenti. Fenomeno che a partire dal Vaticano II non è certo nuovo e si èconcretizzato nel diffondersi dell’esercizio dei più sciocchi contorsionismi tra miscredenti e nuovi credenti vaticanosecondisti, alla ricerca di simpatie e di condivisioni reciproche.
Clamoroso il gesto pubblicitario de “L’Unità” che nel 1995 apparve in edicola con allegata una copia del Vangelo, che l’allora direttore del giornale comunista si affrettò a consegnare personalmente a Giovanni Paolo II, anche lui compiaciuto del bel gesto.
A seguire il novello compiacimento dei prelati di oggi, papa Bergoglio compreso, ci sarebbe da pensare a chissà quali eventi evangelizzanti che sgorgheranno dalla prestazione carnascialesca del povero Benigni, salvo poi ricordarsi che da quel lontano 1995, dalla diffusione gratuita del Vangelo nelle sezioni e nelle case dei compagni di allora, non sopraggiunsero né conversioni né avvicinamenti; semmai il contrario: un numero sempre più crescente di cattolici ha imparato che non c’è differenza tra l’insegnamento di Cristo e quello di Marx, fino a giungere a collocare sul soglio pontificio un personaggio che è convinto che Cristo non sia venuto per salvare le anime, ma per riscattare i corpi.
Se servisse una conferma dello stato miserando in cui si trova oggi la pratica della fede cattolica, basta sfogliare i giornali cattolici di questi giorni, che sprizzano gioia e meraviglia per i milioni di spettatori che hanno seguito lo spettacolo del comico toscano. Cattolici laici e chierici, cioè, che godono del fatto che le Tavole della Legge di Dio siano diventate oggetto di ilarità e di superficiale strafottenza, come se si trattasse delle facezie dell’amico di turno al bar dello sport.
Fino a qualche anno fa almeno si salvava la faccia e in prossimità delle feste cattoliche si diffondevano i polpettoni hollywoodiani ricchi solo di migliaia di comparse; oggi, superati i supersentimentali “dieci comandamenti” di Cecil Blount De Mille, ecco che in prossimità del Natale, la televisione italiana ci propina i supercarnascialeschi “dieci comandamenti” di Roberto Remigio Benigni: la religione cattolica relegata sempre più all’ambito viscerale e lasciata in mano a miscredenti e a falsi credenti.
di Giacomo Fedele
GESÙ O BARABBA……da che parte stiamo?
di A. M.
Titoli, dichiarazioni, notizie… mi domando, cari fratelli:
Solo qualche citazione a titolo di esempio:
A questo scandalo, a questa prova della fede, Gesù preparerà i suoi discepoli, annunciando loro l'odio del mondo, le persecuzioni ma anche le consolazioni dello Spirito (cf. Gv 6, 14-16): «Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi» (cf. Gv 16, 1).
«Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore» (Ebrei 4-12).
Insomma...bravo Benigni! Bisogna riconoscerlo.
Applausi, boati, riconoscimenti e chi più ne ha più ne metta.
Ma la domanda per un credente sorge spontanea: chi (o che cosa) avranno cercato dieci milioni di telespettatori osannanti una serata di gala sui 10 comandamenti, se poi le nostre Chiese sono sempre più vuote ?
Da che mondo è mondo, se uno vive lontano da Dio e si lascia interrogare onestamente dai Suoi Precetti, non dovrebbe dormire sonni tranquilli. Ne pensare che l'effetto unanime di ieri sia da interpretare come l'esito normale di una rinnovata Pentecoste.
Ce lo insegna il Vangelo!
Gesù fu condannato, Barabba liberato.
E noi Fratelli, da che parte stiamo?
“Riesce a Roberto Benigni il "miracolo" di battere se stesso. La seconda puntata dei Dieci Comandamenti è stata seguita su Rai1 da 10 milioni 266 mila telespettatori, con il 38.32% di share (la prima puntata aveva raccolto 9,1 milioni di telespettatori pari al 33% di share)”
“Benigni, decalogo magnetico ma ogni aggiunta sembra ridondante”.
Il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, ringrazia e commenta la performance del comico toscano scrivendo su Twitter: “Grazie al poeta Roberto Benigni che ha scritto una nuova importante pagina della storia delle televisione”.
“Sentirgli dire che 'Non nominare il nome di Dio invano' significa, certo, non bestemmiare, ma ancor più il divieto a strumentalizzare il nome di Dio per compiere malvagità, che il Signore non può tollerare che qualcuno si serva di lui per fare del male e commettere violenze, è stato quasi commovente”.
La tv dei miracoli, Papa Bergoglio e quella telefonata con Benigni.
Successo travolgente per la seconda puntata dello show "divino". Molto apprezzato anche ai piani altissimi del Vaticano. Con un solo appunto: 4 milioni di Euri per cachet.
“Benigni, decalogo magnetico ma ogni aggiunta sembra ridondante”.
Il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, ringrazia e commenta la performance del comico toscano scrivendo su Twitter: “Grazie al poeta Roberto Benigni che ha scritto una nuova importante pagina della storia delle televisione”.
“Sentirgli dire che 'Non nominare il nome di Dio invano' significa, certo, non bestemmiare, ma ancor più il divieto a strumentalizzare il nome di Dio per compiere malvagità, che il Signore non può tollerare che qualcuno si serva di lui per fare del male e commettere violenze, è stato quasi commovente”.
La tv dei miracoli, Papa Bergoglio e quella telefonata con Benigni.
Successo travolgente per la seconda puntata dello show "divino". Molto apprezzato anche ai piani altissimi del Vaticano. Con un solo appunto: 4 milioni di Euri per cachet.
Titoli, dichiarazioni, notizie… mi domando, cari fratelli:
non trovate strano anche voi che uno spettacolo sulla Parola di Dio anzichè provocare le coscienze alla conversione, si sia limitato e di fatto si limiti ad un generale plauso da parte della gente e della Chiesa, mass media compresi?
Quando mai Nostro Signore avrebbe predicato una via tanto piacente al mondo da far apparire “la strada stretta" come un'autostrada a 3 corsie?
Come mai non si è venuta a creare "quella tensione Cristologica preludio dell'Antico Testamento e compimento del nuovo, che ha fatto tremare generazioni intere al solo pensiero di scoprirsi lontani dalla grazia di Dio?
Anche Gesù- come Benigni - raccomandò a Suo tempo l'osservanza dei comandamenti per essere degni della Sua sequela, ma da quanto ci risulta fu PERSEGUITATO ferocemente, altro che ricompense da mille e una notte! Persecuzioni e divisioni. Al culmine delle quali molti simpatizzanti presero le distanze e tanti altri se ne andarono a gambe levate.
Quando mai Nostro Signore avrebbe predicato una via tanto piacente al mondo da far apparire “la strada stretta" come un'autostrada a 3 corsie?
Come mai non si è venuta a creare "quella tensione Cristologica preludio dell'Antico Testamento e compimento del nuovo, che ha fatto tremare generazioni intere al solo pensiero di scoprirsi lontani dalla grazia di Dio?
Anche Gesù- come Benigni - raccomandò a Suo tempo l'osservanza dei comandamenti per essere degni della Sua sequela, ma da quanto ci risulta fu PERSEGUITATO ferocemente, altro che ricompense da mille e una notte! Persecuzioni e divisioni. Al culmine delle quali molti simpatizzanti presero le distanze e tanti altri se ne andarono a gambe levate.
Solo qualche citazione a titolo di esempio:
«Perciò Gesù disse ai dodici: “Non volete andarvene anche voi?”» (Gv 6:67)
«Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: «Questo vi scandalizza?”» (Gv 6:61)
«E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me» (Lc 7,23)
«Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: «Questo vi scandalizza?”» (Gv 6:61)
«E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me» (Lc 7,23)
E ancora: di fronte allo smarrimento provocato dalle sue parole, Gesù non fece niente per attenuarle: «Questo vi scandalizza?». Egli precisa che in seguito capiranno e che questa comprensione è un dono dello Spirito, ch'essa s'identifica con il dono della fede: «Ma vi sono alcuni tra voi che non credono» (cf. Gv 6, 60-69).
A questo scandalo, a questa prova della fede, Gesù preparerà i suoi discepoli, annunciando loro l'odio del mondo, le persecuzioni ma anche le consolazioni dello Spirito (cf. Gv 6, 14-16): «Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi» (cf. Gv 16, 1).
«Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore» (Ebrei 4-12).
Insomma...bravo Benigni! Bisogna riconoscerlo.
Applausi, boati, riconoscimenti e chi più ne ha più ne metta.
Ma la domanda per un credente sorge spontanea: chi (o che cosa) avranno cercato dieci milioni di telespettatori osannanti una serata di gala sui 10 comandamenti, se poi le nostre Chiese sono sempre più vuote ?
Da che mondo è mondo, se uno vive lontano da Dio e si lascia interrogare onestamente dai Suoi Precetti, non dovrebbe dormire sonni tranquilli. Ne pensare che l'effetto unanime di ieri sia da interpretare come l'esito normale di una rinnovata Pentecoste.
Ce lo insegna il Vangelo!
Gesù fu condannato, Barabba liberato.
E noi Fratelli, da che parte stiamo?
Così è la vita, all'epoca dell'anticristo porteño.
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