Come è noto, eminenti Padri del Sinodo del 2014 si sono vivamente lamentati del segretario Forte, adombrando la sua partigianeria a favore dei “progressisti”. Ma era già noto da tempo che Forte era il pupillo di Kasper, il teologo in ginocchio di fronte al mondo.
Forte viene da Tubinga, l’Università di Kung, prediletto discepolo di K. Rahner, ed è il fedele ripetitore della cristologica “trascendentale” di Rahner. Ritornò in Italia con la retorica barthiana del “Totalmente Altro” (la verità non si può afferrare né dire), con la retorica heideggeriana dell’essere “gettato verso la morte”, con la retorica kasperiana della nostra appartenenza alla storia che rifiuta “staticità e fissismo”. Forte si fece notare per aver organizzato a Napoli un benevolo convegno su Giordano Bruno e forse anche per questo meritò di essere agganciato dal Cardinale Martini (elogiato costui infine dalla Massoneria).
Secondo Forte la conoscenza della verità produce violenza, credenti e atei sono in ricerca della verità allo stesso titolo, cattolici e protestanti sono nella stessa Chiesa in grado diverso, ebrei e cristiani hanno un unico anello di congiunzione: Gesù Cristo (rifiutato dagli uni adorato dagli altri).
Con questa mentalità inclusivista il segretario Forte ha gestito i documenti del Sinodo del 2014, suscitando la protesta dei Padri ligi al principio di non contraddizione.
Don Ennio Innocenti
Il termine inferno viene da infero (che sta sotto), opposto a supero ( che sta sopra). La creatura, che volle invertire l’ordine della realtà creata, dovette subirla e restare sotto, esclusa da sopra, cioè esclusa dal Bene e quindi da ogni bene, sola col suo odio. E questa è la situazione infernale, l’inferno.
Ma oggi questa parola ha un altro senso, un senso non più metafisico, ma solo storico e talvolta un senso ancor più debole, psicologico, per cui si dice che un qualsiasi disastro fisico è l’inferno, un grande dispiacere è l’inferno.
Insomma: cancellata la metafisica, resta soltanto la fenomenologia storica e psicologica.
Il guaio è che lo stravolgimento ha invaso anche la teologia, sulle ali di una metafisica poco soddisfacente. Infatti un gesuita di nome Balthasar ridusse la persona a relazione, sicché l’essere che non ha relazione positiva è negativo, quindi non ha consistenza, sicché l’essere infero, escluso dal Bene, essendo negativo, non esiste … e così negli inferi, nell’inferno, non c’è nessuno, non esiste.
Si deve aggiungere che questo gesuita uscì dalla Compagnia di Gesù, essendosi messo al seguito d’una vedova due volte maritata. Fu lui che mise in giro l’idea che Gesù aveva rinunciato, per farsi uomo, alla sua divinità e, anzi, che aveva o perdere anche ogni speranza scendendo negli inferi delle creature “negative”.
Nessuno si deve meravigliare perché questo gesuita era diventato teologo non con una regolare tesi di teologia, ma con una tesi di letteratura tedesca.
Io mi sdegnai molto per l’accreditamento cristiano che egli fece di un librone ermeneutico dei tarocchi.
Don Ennio Innocenti