Mercoledì 20 marzo 2013, presso la Sala Clementina, Papa Bergoglio ha affermato: “Inizio
il mio ministero apostolico durante quest’anno, che il mio venerato
predecessore, Benedetto XVI, con intuizione veramente ispirata, ha
proclamato per la Chiesa cattolica Anno della fede. Con questa
iniziativa, che desidero continuare e spero sia di stimolo per il
cammino di fede di tutti, egli ha voluto segnare il 50° anniversario
dell’inizio del Concilio Vaticano II. [...] Insieme con voi non posso
dimenticare quanto quel Concilio abbia significato per il cammino
ecumenico. [...] Da parte mia, desidero assicurare, sulla scia dei miei
Predecessori, la ferma volontà di proseguire nel cammino del dialogo
ecumenico. [...] Ed ora mi
rivolgo a voi distinti rappresentanti del popolo ebraico, al quale ci
lega uno specialissimo vincolo spirituale, dal momento che, come afferma
il Concilio Vaticano II, «la Chiesa di Cristo riconosce che gli inizi
della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero
divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè, e nei profeti»
(Decr. Nostra aetate, 4). Vi ringrazio della vostra presenza e confido
che, con l’aiuto dell’Altissimo, potremo proseguire proficuamente quel
fraterno dialogo che il Concilio auspicava (cfr ibid.) e che si è
effettivamente realizzato, portando non pochi frutti, specialmente nel
corso degli ultimi decenni”.
Come
abbiamo già visto in altri studi, il cammino ecumenico voluto da Cristo
non è certo l’irenismo e il pancristianesimo [1].
Inoltre la fede di Mosè, di Abramo e dei profeti non ha alcun “specialissimo vincolo spirituale” con gli attuali ebrei talmudisti, ma anzi è all’opposto [2], come anche la “Stirpe di Abramo” è altro [2].
Inoltre la fede di Mosè, di Abramo e dei profeti non ha alcun “specialissimo vincolo spirituale” con gli attuali ebrei talmudisti, ma anzi è all’opposto [2], come anche la “Stirpe di Abramo” è altro [2].
In
occasione della “Pasqua Ebraica”, rivela il sito della Comunità ebraica
di Roma, Papa Bergoglio sembra aver inviato una lettera di “buon
Pesach”. Si legge, infatti: “gli uffici della segreteria di Stato
del Vaticano hanno fatto recapitare una lettera firmata da Papa
Francesco al Capo Rabbino della Comunità ebraica di Roma. Bergoglio
porge gli auguri di buon Pesach a tutta la Comunità romana”. In un passaggio della lettera, il Papa scrive: “L’Onnipotente,
che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto per guidarlo
alla Terra Promessa, continui a liberarvi da ogni male e ad
accompagnarvi con la sua benedizione. Vi chiedo di pregare per me, mentre io assicuro la mia preghiera per voi, confidando di poter approfondire i legami di stima e di amicizia reciproca”.
Premettiamo,
come già ho scritto in altri studi, che noi cattolici auguriamo tutto
il bene spirituale e fisico alle comunità ebraiche del mondo,
premettiamo che deploriamo ogni forma di violenza e di discriminazione,
nondimeno condanniamo negazionismi di sorta e nazionalsocialismi o
stalinismi, e premettiamo che non c’è niente di male nello scambiarsi
auguri e messaggi di pace. Dobbiamo tuttavia osservare che Bergoglio
sembra sposare la linea della continuità con le dichiarazioni Dignitatis Humanae e Nostra Aetate.
Dignitatis Humanae è un
documento “pastorale” ma dogmaticamente rilevante: 1) per il richiamo
esplicito alla Rivelazione a conferma di quanto ivi scritto; 2) per
l’universalità/solennità dello stesso, prodotto da un Concilio
universale e approvato da un Papa, Paolo VI. Tuttavia Dignitatis Humanae, “vincolata” a Nostra Aetate, pare porsi nella dis-continuità con la Parola di Dio e con la Tradizione [3].
Ma il predecessore di Bergoglio a tal proposito come si è espresso?
Il filone
dei cosiddetti “modernisti tradizionali”, cioè fedeli di orientamento
“ratzingeriano”, propende sempre più alla creazione di una netta
distanza – anche frattura, diciamo – fra Benedetto XVI e Francesco;
nelle prassi liturgiche, nel Magistero, nella disciplina, nei modi di
fare ed esporsi, sembra sempre che Ratzinger sia “competente” e
Bergoglio no. È opportuno ingenerare questi dubbi così escludenti nel
già smarrito fedele, quasi si dica “o l’uno o l’altro”? Perché sembra
così importante rilevare, per i “modernisti tradizionali”, che vi siano
poi tutte queste differenze fra Ratzinger e Bergoglio? E che senso ha,
se il Pontefice è tale e non solo “sedente materiale”, essere così
critici e intolleranti verso la teologia di Francesco e così
accondiscendenti con quella di Benedetto XVI? È davvero così differente
la teologia di Bergoglio da quella di Ratzinger, e potrebbe mai esserlo?
Si legge: Ratzinger è più “bravo”, ma Bergoglio è più “simpatico” e
“povero”. Si possono mai sentire o leggere simili infantilismi?
Leggiamo
un breve studio, sapendo di non giudicare l’intimo dell’uomo (cf. Mt
VII,1) ma guardando esclusivamente a ciò che egli manifesta
pubblicamente e osservando che un Papa o è tale o non lo è, poiché tertium non datur, quindi valuteremo se c’è l’abituale proposito di compiere il Bene-Fine della Chiesa e di Cristo, pur non giungendo a conclusioni (spettanti a terzi preposti).
***
Per rimanere saldi e non cadere in tentazione, vediamo innanzitutto cosa dice la Fede Cattolica
“Gesù
disse loro: <<Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad
ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non
crederà sarà condannato>>” (Mc XVI,15-16).
“Se
non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun
peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia
anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun
altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto
e hanno odiato me e il Padre mio” (Gv XV,22-24).
“Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati” (Gv VIII,24).
“Chi
è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo?
L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il
Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel
Figlio possiede anche il Padre” (IGv II,23).
“Da
questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce
che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non
riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che,
come avete udito, viene, anzi è già nel mondo” (IGv IV,2-3).
“Poiché
molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non
riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo!
Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che
avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. Chi va
oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi
si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno
viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e
non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse” (IIGv 7-11).
Il significato dei versi su riportati è esplicito, è inerrante, ha un unanime consenso interpretativo, è quindi dogma di Fede; pertanto precisiamo che noi stiamo rigettando assolutamente il sola Scriptura e stiamo invece aderendo pienamente al dogma di Fede Cattolica e Magistero universale.
Leone XIII, Satis Cognitum: “Per
questo i padri del concilio Vaticano (Primo) nulla hanno decretato di
nuovo, ma solo ebbero in vista l’istituzione divina, l’antica e
costante dottrina della Chiesa e la stessa natura della fede, quando
decretarono: «Per fede divina
e cattolica si deve credere tutto ciò che si contiene nella parola di
Dio scritta o tramandata, e viene proposto dalla Chiesa o con solenne
definizione o con ordinario e universale magistero come verità da Dio
rivelata»”.
Concilio Vaticano I: “Infatti ai successori di Pietro è stato promesso lo Spirito santo non
perché per sua rivelazione manifestassero una nuova dottrina, ma perché
con la sua assistenza custodissero santamente ed esponessero fedelmente
la rivelazione trasmessa dagli apostoli, cioè il deposito della fede” .
***
Ratzinger e il giudaismo
Propongo
citazioni accuratamente controllate, verificate su più fonti, in pieno
contesto (non estrapolate a caso) e non alterate. Se dovessero esserci
errori o fraintendimenti, prego voi lettori di inviarmi segnalazioni e
domando scusa sin d’ora.
Joseph Ratzinger, 5 Sett. 2000, a Zenit.org, testo tradotto dall’inglese: “Siamo
d’accordo che un ebreo, e questo è vero per i credenti di altre
religioni, non ha bisogno di conoscere o di riconoscere Cristo come il
Figlio di Dio per essere salvato …”. [Sept. 5, 2000 “[W]e
are in agreement that a Jew, and this is true for believers of other
religions, does not need to know or acknowledge Christ as the Son of God
in order to be saved …”].
Noi,
invece, dai Vangeli e dal Magistero universale sappiamo certamente che
un ebreo o un credente di altre “religioni” non ha bisogno di conoscere
Cristo per salvarsi, ma solo in caso di ignoranza invincibile; infatti se costoro in buona fede seguono la legge naturale, probabilmente si salvano per i meriti di Cristo, se morti senza macchia mortale, pur senza conoscerLo e quindi riconoscerLo.
Pio IX nella Quanto conficiamur moerore del 1863 ci dice: “A
Noi e a Voi è noto che coloro che versano in una invincibile ignoranza
circa la nostra santissima religione, ma che osservano con cura la legge
naturale ed i suoi precetti, da Dio scolpiti nei cuori di tutti, che
sono disposti ad obbedire a Dio e che conducono una vita onesta e retta,
possono, con l’aiuto della luce e della grazia divina, conseguire la
vita eterna”. Questa è quell’unica famosa via di salvezza del non credente (che ignora) poiché Dio è misericordioso.
Dire, come ha detto Ratzinger, che un ebreo o un membro di altra “religione” non ha bisogno di riconoscere che Gesù è il figlio di Dio per salvarsi,
è ovviamente dottrina non presente nei Vangeli e nel Magistero
universale. Infatti, il RICONOSCERE (o non riconoscere) che Egli è
Figlio di Dio, avviene DOPO averLo conosciuto. La Fede Cattolica dice
che chi NON RICONOSCE Gesù come Figlio di Dio DOPO AVERLO CONOSCIUTO (e
quindi non in stato di ignoranza), in nessun modo può salvarsi.
Che il
card. Ratzinger intendesse “salvi” anche chi ha conosciuto Gesù e non
solo gli ignoranti che non Lo conoscono, è evidente per molti motivi: 1)
dal fatto che parla degli ebrei, e gli ebrei conoscono Cristo poiché
sono ben informati, specialmente in quella precisa cerchia di uditori
“ratzingeriani” ed in quel contesto (alla conferenza stampa della
presentazione del documento Dominus Iesus); 2) dal fatto che chiaramente parla sia di chi non Lo conosce, sia di chi non Lo ri-conosce (know or aknowledge dice); 3) dal fatto che anche in altre occasioni ha sostenuto la medesima dottrina, anche DOPO l’elezione al Soglio. Vediamole.
Benedetto XVI, nota al Rabbino Capo di Roma, 16 gennaio 2006 (dichiarazione rilasciata DOPO l’elezione, a conferma che il suo pensiero è lo stesso di prima): “Sua
Eminenza, Rabbino Capo, le è stata affidata recentemente la guida
spirituale della Comunità Giudaica di Roma; lei si è fatto carico di
questa responsabilità, arricchita dalla sua esperienza di accademico e
di dottore, che ha condiviso le gioie e le sofferenze di molte persone.
Le offro i miei auguri di cuore per la sua missione, e le assicuro la
stima cordiale e l’amicizia, da parte mia e dei miei collaboratori.” [Address
to Chief Rabbi of Rome, Jan. 16, 2006: “Distinguished Chief Rabbi, you
were recently entrusted with the spiritual guidance of Rome’s Jewish
Community; you have taken on this responsibility enriched by your
experience as a scholar and a doctor who has shared in the joys and
sufferings of a great many people. I offer you my heartfelt good wishes
for your mission, and I assure you of my own and my collaborators’
cordial esteem and friendship”].
Egli non farebbe gli auguri al Rabbino Capo di Roma, come si legge, per l’affidamento della “guida spirituale”
della comunità ebraica di Roma, se non credesse che anche il loro
cammino spirituale li conduca certamente alla salvezza; se pensasse che
il loro cammino spirituale li conduca certamente alla dannazione direbbe
altro, ovvero quello che si è detto da Cristo fino a Pio XII. Ratzinger
sa bene che l’ebraismo NEGA DI RICONOSCERE CHE GESÙ È IL MESSIA E IL
FIGLIO DI DIO. L’ha esplicitamente riconosciuto sopra ed anche in altre
occasioni:
In sectio II, A, 7, The Jewish People and their Sacred Scriptures in the Christian Bible states: “…
to read the Bible as Judaism does necessarily involves an implicit
acceptance of all its presuppositions, that is, the full acceptance of
what Judaism is, in particular, the authority of its writings and
rabbinic traditions, which exclude faith in Jesus as Messiah and Son of
God …”.
Ancora altre conferme:
Joseph Ratzinger, God and the World, 2000, pages 150-151: “…
their [the Jews] No to Christ brings the Israelites into conflict with
the subsequent acts of God, but at the same time we know that they are
assured of the faithfulness of God. They are not excluded from salvation
…”.
Chiaramente parla di Israeliti che dicono “No a Cristo” andando in conflitto con i successivi “ATTI di Dio” ma non con Dio stesso; subito dopo conferma che ciò “non li esclude dalla salvezza”.
Ancora:
“Hildegard
Brem commenta questo passo così: <<Facendo seguito a Romani
11,25, la Chiesa non deve preoccuparsi della conversione dei Giudei,
perché occorre aspettare il momento stabilito da Dio, quando la totalità
dei gentili avrà raggiunto la salvezza (Rm 11,25). Al contrario, i
Giudei sono essi stessi una predica vivente, alla quale la Chiesa deve
rimandare, perché richiamano alla mente la passione di Cristo>> …
Inoltre abbiamo visto che fa parte del nucleo del messaggio escatologico
di Gesù l’annuncio di un tempo dei gentili, durante il quale il Vangelo
deve essere portato in tutto il mondo e a tutti gli uomini: solo dopo,
la storia può raggiungere la sua meta. Nel frattempo Israele conserva la
propria missione. Sta nelle mani di Dio, che al tempo giusto lo salverà
<<interamente>>, quando il numero dei pagani sarà completo”. Questo brano tratto dal libro Gesù di Nazareth, del 2011, scritto DOPO la sua elezione (a conferma che la pensa nello stesso modo di quando era teologo cardinale).
Se
Ratzinger credesse che gli ebrei che Lo hanno CONOSCIUTO non possono
salvarsi senza RICONOSCERE Cristo, non direbbe queste cose. Addirittura
sono, secondo lui, una “predica vivente” (cita Hildegard Brem in positivo, non per confutare), a cui la Chiesa deve rimandare! Dice che “conservano la loro missione” e che Israele (quale? qui non si parla di Mosè, Abramo e Cristo, ma di Israele dei talmudisti) si salverà “interamente”.
Faccio presente che neanche dei cattolici lo si è mai detto! Non si è
mai detto che i cattolici e gli uomini di Chiesa, si salveranno
“interamente”, poiché molti cattolici, purtroppo, si dannano. Gli ebrei,
invece, che negano Gesù Cristo, Dio li salverà “interamente” secondo
lui! È evidente, dal contesto esplicito, che attribuisce la salvezza
all’intera attuale confessione israelita.
***
Conferme e prassi attuale
Inoltre, a conferma di tutto ciò, il card. Bagnasco ribadì pubblicamente che la Chiesa non si impegna per la conversione degli ebrei.
Quindi, secondo loro, probabilmente per quasi due millenni la Chiesa ha
sbagliato a pregare per la loro (e di altri) conversione nella Santa
Messa ed in altre circostanze! Perché se non ha sbagliato (e non ha sbagliato poiché l’ha detto Cristo),
gli ebrei effettivamente si dovrebbero convertire, e allora la Chiesa
se ne deve occupare e impegnare anche oggi! Se non se ne deve più
occupare, vuol dire che si salvano integralmente, che conservano la loro missione,
e che non c’è bisogno di fare del missionariato (cf. Mc XVI,15; Mc
XIII,10; Mt XXVIII,19; Rm X,14). Allora per centinaia di anni Apostoli,
Padri, Papi, Santi, Concilii, TUTTI, hanno sbagliato; nella Messa del
triduo pasquale tutti sbagliavano. Ovvio che non è così poiché la Sposa gode di indefettibilità.
E’ particolarmente significativo l’insegnamento che traiamo da Romani X, 14 “Ora,
come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come
potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne
parlare senza uno che lo annunzi?”. Romani X in rif. a Mc XVI,15; Mc XIII,10; Mt XXVIII,19
I Vangeli
ci insegnano che Cristo prega per la fede di Pietro (in quella specifica
occasione Gesù prega SOLO per la fede di Pietro e non degli altri
Apostoli), affinché non manchi propriamente in lui, allo scopo (troppo importante) che fosse fede “immobilmente fermata in tutti i fedeli”; Cristo prega per quella pietra che “doveva confermare gli altri e reggere tutta la fabbrica”, “Pietro
è posto da Cristo a maestro di tutti che a lui sono soggettati. Dunque
in lui la fede e il magistero della verità è assicurato a tutta la
chiesa” [La vita di Gesù Cristo, e la sua religione, Volume 4, p. 92]. Si legge: “Simone,
Simone, ecco SATANA VI HA CERCATO per vagliarvi come il grano; MA IO HO
PREGATO PER TE, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta
ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc XXII,31-32).
***
Benedetto XVI, Luce del Mondo, 2010: “Nell’annuncio
della fede cristiana deve essere centrale questo nuovo intrecciarsi,
amorevole e comprensivo, di Israele e Chiesa, basato sul rispetto del
modo di essere di ognuno e della RISPETTIVA MISSIONE … E’ giusto
chiamare gli ebrei nostri <<Padri nella fede>>. E forse
quest’espressione descrive con maggiore chiarezza il rapporto dei
cristiani con essi”.
Ancora a conferma che gli ebrei conservano la loro “missione”.
Abbiamo visto che Ratzinger, sia prima sia dopo l’elezione, crede che
gli ebrei e i membri di altre “religioni”, anche se hanno conosciuto (know) Cristo e quindi non sono più ignoranti (che ignorano), si salvino anche senza riconoscerLo (aknowledge) come Messia e Figlio di Dio. Che non è necessario riconoscerLo come tale per essere salvati.
Non è
possibile negare che Ratzinger la pensi così, perché l’ha detto e l’ha
scritto più volte (avrà riletto i suoi libri prima di mandarli in
stampa), sia da cardinale, sia da Papa, altrimenti se lo negassimo peccheremmo, diremmo una grave bugia. E Dio non vuole mai il peccato.
Inoltre Ratzinger chiama gli ebrei di oggi nostri “Padri nella fede”,
ma noi sappiamo che solo alcuni ebrei dell’Antico Testamento sono
nostri padri nella fede (Abramo, Mosé, ecc…), NON tutti e non quelli che
DOPO hanno RIFIUTATO il Messia (e quindi hanno rifiutato le parole di
Mosé e Abramo) e adottato il Talmud, libro gnostico, integrandolo
all’Antico Testamento! Questi non sono nostri “Padri nella fede”, ce l’ha insegnato Gesù e lo abbiamo appreso dai Vangeli e dal Magistero universale.
***
Le 2 tesi
Ora, qui ci sono due tesi: – una (quella di Ratzinger) dice che non è necessario riconoscere Cristo come Figlio di Dio
per la salvezza … che non solo chi è ignorante, ma che gli ebrei (e i
membri di altre “religioni”) che non riconoscono Cristo come Figlio di
Dio (anche dopo averLo conosciuto) si salvano integralmente; – l’altra
tesi (contenuta anche nei Vangeli e nel Magistero universale) dice che se non Lo riconoscono, dopo averLo conosciuto, si dannano.
La seconda
tesi è la Fede Cattolica. L’altra, la prima, se le cose stanno così, è
evidentemente la fede di Ratzinger e di pochi altri.
Non c’è nessuna differenza tra un uomo che, ad esempio, NON CREDE ALL’EUCARESTIA O ALLA TRINITÀ, e uno che NON CREDE CHE CHI NON RICONOSCE IL CRISTO, PUR CONOSCENDOLO, SI DANNA. Sono tutti dogmi esplicitamente presenti nella Rivelazione e nel Magistero universale. Chi li nega, sta proferendo un’eresia. Uso questa parola perentoria (sta proferendo un’eresia)
non rivolgendomi direttamente a Ratzinger, ci mancherebbe, ma
estrapolandola dal Magistero della Chiesa e da numerosi commentatori del
passato che così si sono sempre espressi in casi identici (così faro
anche a seguire), poiché non sono fazioso e quindi non è giusto e
cristiano che Ratzinger sia commentato differentemente rispetto al resto
del genere umano; altrimenti sarei probabilmente un “razzista” o un
fazioso e noi sappiamo che è peccato.
SAN PIO X, CATECHISMO MAGGIORE:
224. Chi sono quelli che non appartengono alla comunione dei santi? Non
appartengono alla comunione dei santi nell’altra vita i dannati e in
questa coloro che si trovano fuori della vera Chiesa. – 225. Chi sono
quelli che si trovano fuori della vera Chiesa? Si trovano fuori della
vera Chiesa gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli
scismatici e gli scomunicati. – 227. Chi sono gli ebrei? Gli ebrei sono
quelli che professano la legge di Mosè; non hanno ricevuto il battesimo e
non credono in Gesù Cristo.
Ora, domanda: come faccio io a negare che Ratzinger, anche se solo come dottore privato e in documenti non ex cathedra,
abbia pronunciato e scritto con pertinacia frasi che escludono dalla
comunione dei santi senza andare contro la Fede Cattolica? Non posso
negarlo! Se lo nego, pecco contro la Fede Cattolica stessa.
SAN PIO X, CATECHISMO MAGGIORE:
226. Chi sono gli eretici? Gli eretici sono i battezzati che ricusano
con pertinacia di credere qualche verità rivelata da Dio e insegnata
come di fede dalla Chiesa cattolica.
Se
Ratzinger nega un dogma di fede, come sta facendo in suoi vari scritti
(citati in precedenza) ed anche in testi da Benedetto XVI (idem), non posso credere che egli sia ignorante e non conosca le definizioni della Chiesa cattolica, e non può certamente trattarsi di dichiarazione eretica solo materiale (per ignoranza), ma è dichiarazione eretica formale.
A parer mio dovrebbe chiarire questa sua personale credenza
anti-cattolica pubblicamente; sono certo che offrirebbe un buon servizio
al Popolo di Dio, dimostrando il proposito di compiere il Bene-Fine della Chiesa e di Cristo. Salvo che lui non conosca un “altro vangelo” che noi ignoriamo ed un altro “magistero universale” …
Particolarmente significativo a tal proposito è Giacomo II,10-11 “Poiché chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto; infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere”.
***
Ora voglio fare un “esperimento” per eliminare il dubbio atroce che Ratzinger ci ha inculcato
Provo a
pensare che quelle dichiarazioni non siano eretiche. Che le cose che ha
detto e dice non siano eresie. Bene, se quelle non sono eresie, posso
credergli senza paura, posso stare tranquillo e imitarlo, come dovrei
essere sereno e accettare come “buone” anche altre dichiarazioni
precedenti e medesime di Paolo VI e di Giovanni Paolo II – e
quest’ultimo a breve sarà canonizzato.
Diciamo
che voglio credergli e mi sento vincolato finanche nell’obbedienza,
quindi voglio credere al fatto che anche gli attuali ebrei sono “nostri padri nella fede”, che “gli ebrei si salvano pur non riconoscendo Cristo ma avendoLo conosciuto”, che ciò vale anche per chi è “in altre confessioni religiose”. Così facendo dovrei credere che non è necessario riconoscere Gesù come Figlio di Dio per essere salvato. Dovrei credere che anche chi non Lo riconosce come tale si salva. Che tutti gli ebrei si salveranno “interamente”, ecc … Ma se lo faccio, ed è dottrina certa, divento eretico (indipendentemente da Ratzinger), poiché “ricuso con pertinacia di credere qualche verità rivelata da Dio e insegnata come di fede dalla Chiesa cattolica” (v. Primo Comandamento).
Escludiamo
un attimo Ratzinger dal discorso. Prendiamo SOLO LE COSE CHE HA DETTO e
applichiamole a noi stessi. Se io le credo (o se le crede un qualunque
altro uomo) pecco contro la Fede Cattolica. Vado contro Gesù, contro
Eugenio IV, il Concilio di Firenze, il Catechismo Tridentino, Pio IX,
San Pio X, Gregorio XVI, ecc; Vado contro il Simbolo Atanasiano, contro
la Scrittura, contro la Fede Divina e Cattolica … Divento eretico e quindi non posso per nulla credere a ciò che oggi dice. Sarei “escluso dalla comunione dei santi”,
ed io non lo voglio poiché è mia intenzione godere in eterno della
visione beatifica in comunione con i santi e con gli angeli.
Però, ovviamente, constato purtroppo che Ratzinger ci crede, sia prima, sia dopo l’elezione, poiché a memoria d’uomo non risultano ufficiali smentite a quei suoi scritti. Se io ci credo, però, sono eretico, quindi le rifiuto e mi attengo alla Fede Cattolica.
Se lui ci
crede? Come faccio a non pensare che sia eretico? Non sono io che lo
dico, ma è lui che si esclude dalla comunione dei santi con quelle
dichiarazioni , come abbiamo visto in Catechismo Maggiore di San Pio X e
con Giacomo II. Allora ci posso credere anche io? Ma divento eretico e
quindi non ci credo. Ma allora lo è anche lui? Non lo è? Allora io ci
posso credere. Invece no… E così via, in una contraddizione in termini che non avrà mai fine, perché è appunto tale: una contraddizione in termini. Quello
che è, in molti documenti di sicuro il Concilio Vaticano II, poiché
oggi, a distanza di quasi cinquanta anni dalla sua conclusione, ancora
Papi, teologi, vescovi e cardinali si “accapigliano” in dibattiti e
documenti, molti dei quali servono a spiegare le interpretazioni delle interpretazioni dei documenti del Concilio Vaticano II. Ci troviamo oggettivamente di fronte ad una marea di contraddizioni in termini che conducono al DUBBIO.
La contraddizione in termini nasce GIÀ dalla seguente dichiarazione che analizzeremo e studieremo in altri articoli, e si propaga fino ad oggi: “Dato
il carattere pastorale del Concilio (V2), esso ha evitato di
pronunciare in modo straordinario dogmi dotati della nota di
infallibilità [...] ma esso ha tuttavia munito i suoi insegnamenti
dell’autorità del supremo magistero ordinario”.
Ma la nostra fede non doveva essere SEMPLICE e per i semplici? Così lo è stata per quasi 2000 anni, oggi è diversa!!!
Matteo X,16 “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”. IICorinzi 1:12 “Questo
infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci
comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio”.
In rif. parallelo leggiamo Atti XX,29-31: “Io
so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non
risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a
insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. Per
questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho
cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi”.
Adesso
fate una PROVA: senza citare l’autore, recatevi presso un qualsiasi
prete che ancora ha memoria dei 10 COMANDAMENTI e ditegli: Padre, uno
che conosco (e non è una bugia) ha scritto che “un ebreo, e
questo è vero per i credenti di altre religioni, non ha bisogno di
conoscere o di riconoscere Cristo come il Figlio di Dio per essere salvato“
e vedete cosa vi dice. Come minimo vi cercherà di educare e vi
sconsiglierà certe letture. Poi, per non barare, gli direte chi è
l’autore. Cambierà espressione, inventerà scuse, rimarrà zitto! Provare
per credere.
***
Alcune obiezioni
OBIEZIONE A:
Nessuno può dire chi si è dannato e chi si è salvato, altrimenti ci
facciamo giudici al posto di Dio. A questo evidentemente si riferisce
Ratzinger con le sue dichiarazioni.
RISPOSTA:
Quindi Gesù e la Chiesa per quasi 2000 anni … Eugenio IV, il Concilio
di Firenze, il Catechismo Tridentino, San Pio X, Pio IX, Gregorio XVI,
il Simbolo Atanasiano, la Scrittura, ecc … hanno sbagliato e si sono
messi al posto di Dio? Certo che NON hanno sbagliato. Certo che nessuno
può mettersi al posto di Dio. Certo che l’ultima parola spetta a Dio. Infatti
Dio ha già parlato per bocca della Chiesa, per quasi duemila anni: se
uno non riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, pur conoscendoLo, si
danna (violazione anche del Primo dei Comandamenti DIO
TRINITA’). La cosa vale con qualsiasi altro peccato. Altrimenti ci
metteremmo al posto di Dio pure quando diciamo che “se uno è adultero,
si danna”, che “se uno è omicida, si danna”, che “se uno pratica la
sodomia, si danna”. Ecc … Invece no, perché è Dio
stesso che ha detto che se un uomo compie quegli specifici peccati, e
tanti altri, si danna e lo ha fatto già con il Decalogo. E la Chiesa l’ha sempre insegnato e spiegato in tal senso, dogmaticamente.
Quello che non possiamo fare, per non metterci al posto di Dio, è
sapere con certezza i NOMI e COGNOMI di coloro che si sono dannati!
Perché anche se un ebreo che non riconosceva Gesù muore, non possiamo
sapere se era invincibilmente ignorante oppure no. Non possiamo sapere
se si è contrito del suo peccato un istante prima di morire oppure no.
Quindi non possiamo sapere, con certezza, se si è dannato o se si è
salvato. Rimane comunque il dover rimediare allo scandalo eventuale.
Così come se un uomo muore in adulterio, non possiamo sapere se si è
salvato o se si è dannato, perché non possiamo sapere se l’istante prima
di morire ha avuto una vera contrizione del suo peccato, rimediando
comunque anche allo scandalo. Se pretendessimo di fare l’elenco con i
nomi e cognomi dei dannati e dei salvati ci metteremmo al posto di Dio.
Ma possiamo e DOBBIAMO
dire che “se uno muore in adulterio, si danna”. Possiamo e DOBBIAMO
dire, per Fede Cattolica, che “se uno muore senza riconoscere Gesù come
Figlio di Dio, pur avendoLo conosciuto, si danna”. Ecc …
OBIEZIONE B: Ratzinger si riferisce a quelli che muoiono pentiti.
RISPOSTA:
Non è vero, lo abbiamo visto prima elencando le citazioni precise dai
suoi testi. Altrimenti non avrebbe detto che Israele si salverà “interamente”. Che “conserva la sua missione”. Che “sta nelle mani di Dio”. Che “non ha bisogno di (conoscere) riconoscere Gesù come Figlio di Dio per essere salvato”, ecc … Non avrebbe fatto gli auguri al gran rabbino di Roma per la sua “missione spirituale”. Non avrebbe fatto intendere che la Chiesa non deve convertirli e
non avrebbe taciuto davanti a questa prassi così consolidata della sua
chiesa e nei suoi gerarchi. Avrebbe detto che se non riconoscono il
Figlio di Dio non si salvano, si dannano, salvo che, prima di morire,
non si pentano e Lo riconoscano, rimediando anche allo scandalo
eventuale.
È
assolutamente offensivo e razzista pensare che fino a qualche anno fa
gli uomini dovevano vivere nell’osservanza dei Comandamenti per
salvarsi, spesso morendo Martiri, ed oggi non più, possono
“relativizzare” i Comandamenti e il Canone. Sappiamo anche che la Chiesa
non fa discriminazioni, “Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.
Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più
uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo [LO RICONOSCETE], allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa” (Gal. III,26-29).
Sia
chiaro, io non ho nulla contro gli ebrei, qui si parla di Dottrina
Cattolica e non di persone, “stirpi”, soggetti o individui. Ben venga se
si convertono e si salvano! Prego, come ha fatto la Chiesa per quasi
duemila anni, anche per la loro conversione, cosa che l’attuale Chiesa
sembra non fare più ed anzi ne allontana la pratica. Al posto di
un giudeo io mi offenderei con questa probabile “nuova chiesa” per
averli esclusi dalle intenzioni nella preghiera cattolica.
***
Chiudo con il dogma, del Magistero vincolante e con alcune citazioni di Fede cattolica
SIMBOLO ATANASIANO:
Chiunque voglia salvarsi deve anzitutto possedere la Fede Cattolica.
Colui che non la conserva integra ed inviolata perirà senza dubbio in
eterno. La Fede Cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella
Trinità e la Trinità nell’unità. Senza confondere le persone e senza
separare la sostanza … Chi dunque vuole salvarsi, pensi in tal modo
della Trinità. Ma per l’eterna salvezza è necessario credere fedelmente
anche all’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo. La retta fede
vuole, infatti, che crediamo e confessiamo che il Signore nostro Gesù
Cristo, Figlio di Dio, è Dio e uomo … Questa è la Fede Cattolica, e non potrà essere salvo se non colui che l’abbraccerà fedelmente e fermamente.
CONCILIO DI FIRENZE:
In sesto luogo, diamo agli ambasciatori la norma sintetica di fede
composta dal beato Atanasio, il cui contenuto è questo [E, segue il
simbolo Atanasiano, che inizia con le parole Chiunque vuole salvarsi...]
CONCILIO DI FIRENZE: La sacrosanta Chiesa romana …
Crede fermamente, confessa e predica che nessuno di quelli che sono
fuori della Chiesa cattolica, non solo pagani, ma anche Giudei o eretici
e scismatici, possano acquistar la vita eterna, ma che
andranno nel fuoco eterno, preparato per il demonio e per i suoi angeli ,
se prima della fine della vita non saranno stati aggregati ad essa; e
che è tanto importante l’unità del corpo della Chiesa, che solo a quelli
che rimangono in essa giovano per la salvezza i sacramenti
ecclesiastici, i digiuni e le altre opere di pietà, e gli esercizi della
milizia cristiana procurano i premi eterni. Nessuno per quante
elemosine abbia potuto fare, e perfino se avesse versato il sangue per
il nome di Cristo si può salvare, qualora non rimanga nel seno e
nell’unità della Chiesa cattolica (Bolla di unione dei copti, sessione 11).
CONCILIO DI FIRENZE: La sacrosanta Chiesa romana … Crede fermamente, conferma e insegna che le prescrizioni legali dell’antico Testamento,
cioè della legge mosaica, che si dividono in cerimonie, santi sacrifici
e sacramenti proprio perché istituite per significare qualche cosa di
futuro, benché fossero adeguate al culto divino in quella età, venuto,
però, nostro signore Gesù Cristo, da esse significato, SONO CESSATE e sono cominciata i sacramenti della nuova alleanza. Chiunque
avesse riposto in quelle la sua speranza e si fosse assoggettato ad
esse anche dopo la passione, quasi fossero necessarie alla salvezza e la
fede nel Cristo non potesse salvare senza di esse, pecca mortalmente.
Non nega, tuttavia, che dalla passione di Cristo fino alla
promulgazione evangelica, esse potessero osservarsi, senza pensare con
ciò minimamente che fossero necessarie alla salvezza. Ma da
quando è stato predicato il Vangelo, esse non possono più osservarsi
[GLI EBREI INVECE LE OSSERVANO ANCORA OGGI], pena la perdita della
salvezza eterna. Essa, quindi, dichiara apertamente che,
da quel tempo, tutti quelli che osservano la circoncisione, il sabato e
le altre prescrizioni legali, sono fuori della fede di Cristo, e non
possono partecipare della salvezza eterna, i meno che non si ricredano
finalmente dei loro errori. Ancora, comanda assolutamente a tutti quelli
che si gloriano del nome di cristiani, che si deve cessare dal
praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, che v
si confidi o meno, non si può in nessun modo praticarla senza perdere
la salvezza eterna.
St. Vincent Ferrer: One who dies a Jew will be damned.
St. Basil the Great: If
someone should kill the beloved son of a man, and then stretch forth
their hands still stained with blood to the afflicted father, asking for
fellowship, would not the blood of his son, visible on the hand of his
murderer, provoke him to just anger instead? And such are the prayers of
the Jews, for when they stretch forth their hands in prayer, they only
remind God-the-Father of their sin against His Son. And at every
stretching-forth of their hands, they only make it obvious that they are
stained with the blood of Christ. For they who persevere in their
blindness inherit the blood-guilt of their fathers; for they cried out:
“His blood be upon us, and upon our children (Matthew XXVII,25).
CATECHISMO TRIDENTINO, n° 173: Gli scrittori ecclesiastici sono concordi nel ritenere che tutti gli aspiranti alla salvezza eterna cominciarono a essere vincolati dal precetto del Battesimo nell’istante in cui, dopo la risurrezione, il Signore comandò agli Apostoli:
“Andate a istruire tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt XXVIII,19). Ciò risulta dalla
testimonianza autorevole del principe degli Apostoli: “Ci rigenerò in
una speranza viva, con la resurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1Pt
I,3). Si può arguire pure da san Paolo: “Diede se stesso per lei [ossia
per la Chiesa], per santificarla, purificandola in un lavacro d’acqua,
con la parola” (Ef V,26). L’uno e l’altro Apostolo infatti fissano l’obbligo del Battesimo al tempo che seguì la morte del Signore.
Perciò appare ragionevole riferire al periodo che doveva seguire la
passione, le parole stesse del Salvatore: “Chi non rinascerà per acqua e
Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio” (Gv III,5).
PIO IX, QUANTO CONFICIAMUR MOERORE:
E a questo punto, Diletti Figli Nostri e Venerabili Fratelli, ancora
dobbiamo ricordare e biasimare il gravissimo errore in cui sono
miseramente caduti alcuni cattolici. Credono infatti che, vivendo
nell’errore, lontani dalla vera fede e dall’unità cattolica, possano
pervenire alla vita eterna. Ciò è radicalmente contrario alla Dottrina
Cattolica … Parimenti è notissimo il dogma cattolico secondo il quale
fuori dalla Chiesa Cattolica nessuno può salvarsi e chi è ribelle
all’autorità e alle decisioni della Chiesa, chi è ostinatamente separato
dalla unità della Chiesa stessa e dal Romano Pontefice, Successore di
Pietro, cui è stata affidata dal Salvatore la custodia della vigna , non
può ottenere la salvezza eterna. Infatti le parole di
Cristo Nostro Signore sono perfettamente chiare: “Chi non ascolta la
Chiesa, sia per te come un pagano o come un pubblicano” (Mt XVIII,17).
“Chi ascolta voi ascolta me; chi disprezza voi disprezza me, e chi
disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato” (Lc X,16). “Colui che
non mi crederà sarà condannato” (Mc XVI,16). “Colui che non crede è già
giudicato” (Gv III,18). “Colui che non è con me è contro di me, e colui
che non accumula con me, dissipa” (Lc XI,23). Allo stesso modo
l’Apostolo Paolo dice che questi uomini sono “corrotti e condannati dal loro proprio giudizio” (Tt III,11) e il Principe degli Apostoli li dice “maestri mendaci che introducono sette di perdizione, rinnegano il Signore, attirano su di sé una rapida rovina”.
GREGORIO XVI, SUMMO IUGITER:
Noi dunque che, seppure indegnamente, per disposizione di Dio occupiamo
l’eccelsa cattedra di Pietro, tenendo fisso lo sguardo sulle direttive
opportunamente emanate dai Nostri Predecessori, non abbiamo potuto,
Venerabili Fratelli, non rattristarci fortemente per le molteplici e
sicure notizie portate dalle vostre Diocesi (e pure da diverse altre
località), secondo le quali abbiamo appreso che molti membri … vanno
disseminando teorie contrarie alla verità cattolica: infatti osano
affermare, come Ci è stato riferito, che … Vi
sono infine alcuni fra loro che si sforzano di persuadere se stessi e
gli altri che l’uomo può salvarsi non solo nella Religione cattolica, ma
anche chi muore nell’eresia professata può raggiungere la vita eterna
… Voi non ignorate, Venerabili Fratelli, con quanta viva e
indefettibile diligenza i Nostri antenati abbiano cercato di inculcare
proprio ciò che questi osano negare: quell’articolo di Fede che tratta
della necessità della Fede cattolica e dell’unità per conseguire la
salvezza. Si riferiscono a questo principio quelle parole dell’insigne
discepolo degli Apostoli, Sant’Ignazio martire, nella lettera agli
abitanti di Filadelfia: “Non lasciatevi trarre in inganno, fratelli: se
qualcuno segue chi attua uno scisma, non potrà ottenere l’eredità del
Regno di Dio”. Anche Sant’Agostino e gli altri Vescovi dell’Africa,
riuniti nel Concilio di Cirta (Costantina) nel 412, davano al riguardo
ampie spiegazioni: “Chiunque
si sarà separato da questa Chiesa cattolica, pur ritenendo di vivere in
modo irreprensibile, per questa sola colpa di essere separato dalla
comunione con Cristo non avrà la vita, ma lo sdegno di Dio incombe su di
lui”. Pur tralasciando altri passi, in numero pressoché
infinito, degli antichi Padri, tesseremo le lodi di quell’insigne
Nostro Predecessore, San Gregorio Magno, che afferma a chiare lettere
come proprio quella fosse la dottrina della Chiesa cattolica. Dice
infatti: “La santa
Chiesa universale proclama che Dio non può essere debitamente adorato se
non all’interno di essa. Pertanto chi se ne trova fuori non potrà
assolutamente salvarsi”. Si trovano inoltre solenni
documenti della Chiesa, con cui si annuncia lo stesso dogma. Nel decreto
della Fede, promulgato dal Nostro Predecessore Innocenzo III, con
l’assenso del Concilio Ecumenico Lateranense IV, si leggono queste
parole: “Una sola, in verità, è l’universale Chiesa dei fedeli; fuori di essa nessuno può in alcun modo salvarsi”.
Lo stesso dogma infine si riscontra espressamente nelle professioni di
Fede proposte dalla Sede Apostolica, sia in quella in uso in tutte le
Chiese latine, sia nelle rimanenti due: quella usata dai Greci e l’altra
da tutti i rimanenti cattolici orientali .
Leggeremo
prossimamente altri studi sulla teologia di Ratzinger: il suo pensiero
sul giudaismo, sull’Eucaristia, sul Primato di Pietro, su Lutero, sulla
Penitenza (oggi riconciliazione), sul Battesimo, sul Concilio di Trento,
sul preservativo, sull’inferno, sull’ecumenismo, sulla Chiesa (che
sussiste in), ecc …
Carlo Di Pietro
note
[1] http://radiospada.org/2013/06/18/il-falso-ecumenismo/
[2] http://radiospada.org/2013/06/14/stirpe-di-abramo-un-altro-cattolicesimo-nel-post-concilio/
[3] http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/3053/92/lang,it/
[2] http://radiospada.org/2013/06/14/stirpe-di-abramo-un-altro-cattolicesimo-nel-post-concilio/
[3] http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/3053/92/lang,it/
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