ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 1 dicembre 2018

Il grande errore dei cristiani

RINASCERE NELL'UMILTA'


Guarire dall’orgoglio e rinascere nell’umiltà. L’orgoglio, in un certo senso, è "il padre di tutti i peccati": non esiste altro rimedio a questa "patologia", se non la "metanoia", cioè una conversione, dall'orgoglio all'umiltà 
di Francesco Lamendola  

 0 CRISTO GIALLONE

L’orgoglio, in un certo senso, è il padre di tutti i peccati: è per orgoglio che si invidia, che si mente, che si imbroglia, che si ruba – non solo la roba d’altri, ma anche la donna d’altri -, che si uccide; è per orgoglio che si rifiuta Dio, che si disprezza il suo amore e il suo richiamo; ed è ancora per orgoglio che non si crede al suo perdono e che si piomba, così, in un ulteriore e mortale peccato, dal quale raramente si esce vivi, la disperazione. L’orgoglioso è doppiamente peccatore: vuol essere da più dei sui simili, ma, in fondo, vorrebbe essere anche da più, o almeno al pari, di Dio. Non gli va giù che ci sia qualcuno che sta sopra di lui: gli sembra una intollerabile offesa alla sua dignità, una umiliazione cui ha il diritto e quasi il dovere di reagire. Ma è chiaro che l’orgoglioso è anche un potenziale disperato: prima o poi, magari proprio alla fine, arriva sempre il momento in cui si rende conto di essersi sopravvalutato, di aver preteso troppo da se stesso, e scopre di essere assolutamente impari al ruolo di antagonista di Dio. 

E' sufficiente constatarne gli effetti

Se una legge è fatta per il male non è più una legge




  Sempre più convinti che la scelta giusta fu passare totalmente alla Messa antica senza ammettere nessuna eccezione. Lo abbiamo fatto con l'unica legge possibile, che non è quella del Motu Proprio Summorum Pontificum. Lo abbiamo fatto con la legge sacrosanta della Chiesa che, nel caso di una riforma dubbia, prevede che sacerdoti e fedeli possano avvalersi della facoltà di stare alla legge precedente, che dubbia non è.

Cosa vuol dire in pratica?

Se la Chiesa diventa un ricovero

Fa una certa impressione sentir dire dal Papa: “Molte chiese, fino a pochi anni fa necessarie, ora non lo sono più, per mancanza di fedeli e di clero”. È un segno dei tempi, ha aggiunto, la Chiesa deve adattarsi alla situazione. Fa una certa impressione sentire pure il Cardinal Ravasi che i cattolici sono ormai una minoranza in occidente. Nell’occidente cristiano; figuriamoci nel mondo.

«The ordinary ordinary»

PEZZO GROSSO E “LA NOSTRA EUROPA” DEL CARD. BASSETTI. CAPISCE PERCHÉ IL VATICANO STIMI TANTO PANNELLA, BONINO E NAPOLITANO.


Ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha tenuto una relazione al Palazzo della Cooperazione dove si svolgeva il convegno “La nostra Europa”, organizzato da Acli, Azione Cattolica, Comunità di Sant’Egidio, Cisl, Confcooperative, Fuci e Istituto Sturzo. In calce trovate il testo del cardinale. Qui sotto invece potete leggere quello che ne pensa Pezzo Grosso. Se vi dico che il commento di pezzo Grosso mi è giunto colorato di rosso, potete capire quanto fosse indignato e furibondo…

«The extraordinary ordinary»

Quando il vescovo Morlino difendeva la bellezza nella liturgia



    Come certo saprete, il 24 novembre è morto il vescovo di Madison (Wisconsin) Robert Morlino. Aveva settantuno anni ed era un pastore di grande fede, innamorato di Dio, della Chiesa e della liturgia. Un pastore coraggioso, che non aveva paura di andare controcorrente rispetto alla mentalità dominante sia nella società sia nella Chiesa. Di recente aveva detto che le domande poste dall’ex nunzio negli Usa Carlo Maria Viganò dovrebbero essere prese molto sul serio e invitò la Chiesa a chiarire che quelli che vengono normalmente dipinti come problemi di pedofilia sono in realtà nella maggioranza dei casi problemi di omosessualità e riguardano il peccato di sodomia.

Lo svenditore in saldi

A proposito della vendita delle chiese...



https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/11/a-proposito-della-vendita-delle-chiese.html 

Il Papa e le chiese senza più fedeli. “Vendiamole per aiutare i poveri”

Un patrimonio di gran valore. I vescovi: troppi luoghi sacri dismessi

Un pensiero blasfemo

Non ci abbandonare alla tentazione…?

… et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo (Mt 6, 13).

https://cronicasdepapafrancisco.files.wordpress.com/2017/12/063-addio-al-pater-noster-1.jpg?w=850 (immagine aggiunta)

Padre santo, non lasciarci indifesi nelle prove suscitate dai nostri stessi Pastori. Non permetterci di cedere alla tentazione di ritenere infallibile e obbligante ogni loro decisione. Con la nuova versione del Pater noster non ci hanno imposto una semplice modifica della traduzione corrente, ma una vera e propria alterazione (nella lettera e nel senso) della preghiera insegnataci dal Tuo dilettissimo Figlio. Potresti mai essere tu ad abbandonarci, se non lo fai nemmeno quando ti abbandoniamo noi? Esiste forse la pura possibilità che tu ti disinteressi di noi, quando siamo tentati? Saresti dunque capace di una noncuranza tale da lasciarci soli alle prese col nemico? No: è un pensiero blasfemo. Tu non hai proprio nulla da spartire – se non il nome comune – con le divinità pagane e neppure con la cinica indifferenza di Allah per la sorte degli uomini, compresi quelli che gli rendono culto. Sì, è pur vero: tutti i vescovi del mondo, mezzo secolo fa, sottoscrissero un testo in cui si afferma che i musulmani adorerebbero con noi un unico Dio (cf. Lumen gentium, 16), ma è evidente che chi lo aveva redatto fosse reo di peccato contro lo Spirito Santo e quanti lo firmarono non ebbero modo di discutere e correggere gli innumerevoli germi di errore sparsi qua e là in un testo lunghissimo, se non quelli che non poterono proprio passare inosservati.

venerdì 30 novembre 2018

I pensatori confusi

La teologia diventa confusa e l’arte fasulla quando il sentimento prende il posto della realtà
La confusione dei nostri tempi è figlia della volontà di sostituire il sentimento alla realtà. La Chiesa nella storia è stata il baluardo della difesa della ragione. Per questo è stata la benefattrice della civiltà occidentale. Oggi invece……
Un articolo di padre George Rutler, nella mia traduzione.
Foto: mosaico del Cristo Pantocratore, XI secolo, Santa Sofia, Istanbul

Apotati si diventa!

“Riscopriamo il Catechismo, la tradizione e la contrizione”. Parola di “Apota”

http://uomoqualunque.net/wp-content/uploads/2016/05/Congregazione-degli-Apoti-Giuseppe-Prezzolini-1.jpg (immagine aggiunta)
Cari amici, in seguito al mio articolo Cronaca di un incontro fra “Apoti” (https://www.aldomariavalli.it/2018/11/27/cronaca-di-un-incontro-fra-apoti/ho ricevuto numerosi messaggi da parte di persone che hanno deciso di iscriversi idealmente alla Società degli Apoti, ovvero di quelli che non se la bevono. Ne sono contento.
Qui propongo l’intervento che ho ricevuto da un giovane e che mi sembra riassumere bene un sentire diffuso fra tanti lettori del blog.
A.M.V.

Hoc salsum esse putas?

Legittima difesa dalla Unione dei Cretini Confermati e Riconosciuti (U.C.C.R.)
In questa giungla telematica anche l’ultimo degli ignoranti, mettendo mano sulla tastiera di un computer dietro l’anonimato della rete, diviene un arrogante esperto di quelle discipline verso le quali noi, che pure abbiamo dedicato ad esse la vita e lunghi anni di studio, seguitiamo ad avere un approccio sempre basato sul sacro timore e sull’umile pudore, tanto ci sentiamo piccoli, limitati e profondamente inadeguati dinanzi ai grandi misteri della fede.
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Marrucine Asini, manu sinistra
non belle uteris: in ioco atque vino
tollis lintea neglegentiorum.
Hoc salsum esse putas?
[Catullo, carme XII]
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U.C.C.R. Unione Cretini Confermati e Riconosciuti 

Mai il Padre Ariel S. Levi di Gualdo s’è irritato con chi l’ha criticato. La critica, che lui stesso esercita talora in modo severo, rientra nell’esercizio delle libertà garantite [Cost. art. 21]. Non rientra però nei diritti costituzionali il diritto alla falsità, come nel caso del blog casereccio denominato U.C.C.R, che vorrebbe indicare l’acronimo Unione Cristiani Cattolici Razionali, dove in uno scritto rigorosamente non firmato [cf. QUI] si afferma:
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«il preoccupante fenomeno dei preti mediatici che trovano nei social network la loro valvola di sfogo. Conosciamo bene i preti “progressisti” che combatterono aspramente Benedetto XVI dai loro blog, come don Giorgio De Capitani, don Paolo Farinella, don Aldo Antonelli, don Franco Barbero. Anche Papa Francesco ha i suoi nemici tra i preti-blogger, legati questa volta all’eresia del “tradizionalismo”: don Curzio Nitoglia, don Minutella (recentemente scomunicato), don Ariel Levi di Gualdo e i vari esponenti della Fraternità San Pio X. Un’eccezione in mezzo a tantissimi buoni pastori, ma un grosso problema a causa della visibilità loro donata dal web» [cf. QUI].

Il vecchio simpatizzante di ogni eresia

Perché il Movimento per la Vita sceglie Mancuso?

Il CAV di Mantova organizza per domani un convegno intitolato “Mi fido di te” con un unico relatore, Vito Mancuso. Ma cosa c’entra un personaggio del genere con la difesa della vita umana dal concepimento alla morte? Che contributo può dare l'ex prete e collaboratore di Repubblica specializzato nella demolizione dei dogmi della Chiesa e della sua morale?



I Centri di Aiuto alla Vita sono una delle più belle realtà di volontariato presenti in Italia. Da oltre quarant’anni rappresentano le sedi operative del Movimento per la vita, rispondendo in modo concreto alle necessità delle donne che vivono una gravidanza difficile o inattesa. Ogni anno circa 60mila donne delle quali la grande maggioranza è in attesa di un bambino vengono assistite in vario modo. Si tratta di una alternativa concreta al dramma dell’aborto.

Tuttavia c’è qualche CAV che sembra ora interessarsi, più che all’omicidio del nascituro, al femminicidio, un tema che come noto è socialmente più gradito e meno fastidioso per la cultura dominante che non l’aborto.

Eppur loquace. Chi è costui?

91 anni, vestito di bianco, in ritiro eppur loquace Chi è costui?

Festeggia i 90 anni



Ripresa da Vatican Insider, il Centro Studi Federici ha pubblicato una notizia su una correzione-precisazione scritta dal cardinale Ratzinger per essere pubblicata sulla rivista tedesca Herder Korrespondenz. Questa aveva pubblicato un articolo di Michael Böhnke in cui avrebbe fatto dire a Ratzinger cose inesatte, anzi Ratzinger le definisce «stupidaggini grottesche e non hanno nulla a che vedere con quanto ho detto in merito».

Confessiamo che non ci interessa la diatriba tra un teologo tedesco sessantatreenne e un altro teologo tedesco novantunenne, per di più ex papa.
Quello che ci interessa, invece, è quanto afferma Ratzinger in questa correzione circa gli Ebrei.

Il mistero sempre più si infittisce?

GOTTI TEDESCHI: CHE COSA SUCCEDE NELLA CHIESA? CE LO SPIEGA IL LIBRO DI UN GESUITA SPAGNOLO…


Cari Stilumcurialisti, ci ha scritto Ettore Gotti Tedeschi, per affidarci una sua indignata riflessione su un libro di cristologia firmato da un gesuita spagnolo, che era rettore della Pontificia Università di Madrid, professore nella stessa, e che perciò ha diffuso quello che vedrete in maniera diretta e indiretta nelle menti di decine, centinaia, forse migliaia di futuri preti.

Non una, ma tre grate..!

LETTERA AD UNA CLAUSTRATA



Nihil est innovandum, nisi quod traditum est.

Reverendissima Madre,

ho ricevuto la Sua accorata lettera, ch’Ella ha vergato - come mi dice - dinanzi al Santissimo Sacramento, dopo aver fatto ritorno al Monastero. Conosco la Sua onestà intellettuale e la sua profonda carità, per cui mi riusciva difficile pensare che quanto mi ha riferito circa l’incontro al Laterano fosse il frutto di un fraintendimento. Avrei voluto scriverLe subito, o almeno trovare il tempo per venirLa a visitare, ma prima volevo leggere parola per parola quanto è stato detto a Lei e alle Sue consorelle da Sua Eminenza il Card. Braz de Aviz e da Sua Eccellenza mons. Carballo. 

giovedì 29 novembre 2018

Il padrone della teologia

OCCHIO AL FILOLOGO


 Il filologo è il tecnico più micidiale: l'essenza dell’eresia modernista. Oggi il filologo è diventato il padrone della teologia: lui stabilisce cosa è vero e no nelle Scritture; è lui a decidere come vada intesa la Rivelazione 
di Francesco Lamendola  
  
0 chiesa rotta 165 berlin 


Avevamo osservato, a suo tempo, sulle orme di un passo de La Gaia Scienza di Nietzsche, che la rovina del cristianesimo è iniziata quando al teologo si è gradualmente sostituito il filologo; e osservando i disastri che la filologia sta facendo oggi nel campo della religione cattolica, arrivando perfino a cambiare, dopo duemila anni, le parole della preghiera fondamentale dei cristiani, quel Padre nostro che Gesù stesso ci ha insegnato (così crediamo noi; cosa credano quelli che lamentano l’assenza, all’epoca, di nastri magnetici per registrare i suoi discorsi, come Sosa Abascal, non lo sappiamo), non si può che ammirare l’acutezza del filosofo tedesco, il quale, provenendo da studi filologici, di quelle cose se ne intendeva. In fondo, tutta l’eresia modernista ruota intorno all’uso e all’abuso della filologia.

Talvolta i cattolici pensano..

Crepaldi: «Siamo realisti, l'islam è un problema politico»

«La religione islamica è direttamente e essenzialmente un progetto politico che non riconosce il diritto naturale». Ciò pone molti problemi di etica pubblica nelle nostre società che non sono adeguatamente compresi. E anche la Chiesa si pone spesso in modo ingenuo. L'arcivescovo Giampaolo Crepaldi spiega il X Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa, pubblicato dall'Osservatorio Cardinale Van Thuân.


                                     Musulmani in preghiera a Roma

È appena uscito per le edizioni Cantagalli il decimo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân. Quest’anno il Rapporto è dedicato ad un tema caldo: “L’islam, problema politico”, come suona il titolo. Abbiamo posto alcune domande al Presidente dell’Osservatorio, l'arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi (in foto).


Eccellenza, perché questo tema? 
I temi centrali dei nostri Rapporti nascono da una analisi delle principale dinamiche in atto, non li inventiamo noi ma li riscontriamo nella realtà. E mi sembra fuori di dubbio che quello di una valutazione politica dell’islam, specialmente in Europa ma non solo, sia una questione chiaramente emergente e che tutti abbiamo sotto gli occhi, anche se non semnpre se ne parla adeguatamente.

Non avete avuto timore di disturbare qualcuno?
Certamente il tema è controverso e molto delicato. Nei precedenti Rapporti abbiamo trattato di immigrazioni e di Europa evitando anche allora impostazione politicamente corrette, così abbiamo fatto anche quest’anno, attenendoci al nostro lavoro senza paure.

La Chiesa cattolica propone accoglienza e dialogo con l’islam, appoggia la costruzione di moschee e  sostiene che è una religione di pace. Voi invece lo considerate un problema politico. C’è un contrasto?
Nel nostro Rapporto abbiamo fatto un lavoro che nessuno di solito fa: valutare l’islam alla luce dei principi di organizzazione della comunità sociale e politica della Dottrina sociale della Chiesa. Una cosa è il dialogo interreligioso e altra cosa è considerare i contenuti di etica pubblica dell’islam. Del resto questa religione è direttamente e essenzialmente anche un progetto politico. Verificare se l’islam faccia proposte accettabili dalla Dottrina sociale della Chiesa è un servizio di verità per tutti, per la Chiesa che nell’incontro con le religioni deve tenere conto anche della propria Dottrina sociale, e per la politica dato che la Dottrina sociale esprime anche principi e valori naturali.

Con quale taglio avete analizzato l’islam politico?
Nel Rapporto ci sono quattro studi specialistici sull’islam, un’ampia Sintesi introduttiva e una mia Presentazione. Tutti questi contributi analizzano l’islam a partire dal volto di Dio secondo questa religione. C’è una coerenza interna nelle religioni. Tutto deriva da come si concepisce Dio, e ciò vale anche per l’islam. Tutto possiamo anche dire, dipende da come una religione rivelata concepisce la rivelazione.

E come concepisce Dio l’islam?
Dal Rapporto emerge che lo concepisce come volontà e onnipotenza, non come verità e essenza. Dio emana dei decreti ai quali chiede cieca e letterale obbedienza. Come disse Benedetto XVI a Ratisbona nel 2006, il Dio dell’islam è oltre ogni categoria, non c’è una analogia col mondo fondata sulla verità, ma Dio avrebbe potuto darci anche i precetti contrari a quelli che ci ha dato. Questa impostazione non ha bisogno, quindi, del rapporto tra fede e ragione presente invece come essenziale nel cattolicesimo. L’islam non dice: in principio era il Logos, ma la Volontà

Anche l’islam però parla di creazione da parte di Dio e quindi anche l’islam troverà nel creato un ordine, una legge impressavi da Dio.
Certamente anche l’islam pensa che il mondo sia creazione divina. Però tale creazione è stata un atto di volontà svincolato da esigenze di verità, è stato un decreto divino e non l’espressione di un Logos. I precetti di ordine morale non derivano quindi da un ordine finalistico espresso dalla natura creata, ove ragione e rivelazione si possano incontrare, Non può esistere, in altre parole, un diritto naturale e una legge morale naturale. I precetti morali nascono da decisioni divine contenute nel Corano o nella vita (parole e gesti) di Maometto e chiedono di essere eseguiti in totale sottomissione. L’islam è una religione giuridica. 


Da questa vostra analisi dell’islam quale nozione di legge è emersa?
La concezione islamica della legge deriva dai punti ora visti e, da ultimo, dalla visione di Dio. È molto difficile che l’islamico distingua tra la legge derivata dalla volontà di Dio e comunicata a Maometto, ossia la legge religiosa, e la legge stabilita dalla comunità politica o dallo Stato, o legge civile. Il nostro Rapporto tra l’altro ricorda che è in atto da tempo un processo di costituzionalizzazione, ossia di inserimento nel testo della Carta costituzionale, della charia, o legge islamica, in molti Paesi arabi. Del resto, se la legge è un decreto della volontà divina non può conoscere, come si diceva, la mediazione del diritto naturale e razionale che invece nella tradizione cristiana ha da un lato messo in relazione ragione e rivelazione e dall’altro ha garantito la reciproca legittima autonomia.

Molti parlano oggi di un islam moderato e di uno radicale. Si tratta di una distinzione valida?
Il nostro Rapporto ritiene che se guardiamo le persone dei credenti nella religione islamica la distinzione abbia senso. Ci sono quelle più aperte e disponibili e quelle meno. Se però ci concentriamo sulla coerenza interna alla religione islamica a partire dalla visione di Dio, tale distinzione si indebolisce. Non dimentichiamo che i decreti divini, ossia la legge islamica, costituiscono la umma, la comunità musulmana con caratteri di esclusività assoluta e di conquista. Il diritto islamico contiene la distinzione musulmano / non  musulmano come categorie antropologiche, e la umma ha carattere universale, deve cioè diffondersi, anche per conquista, in tutto il mondo. Se si considerano questi aspetti la distinzione da lei segnalata può esserci in situazioni contingenti ma non corrisponde all’essenza dell’islam.

Talvolta i cattolici pensano che i musulmani possano convergere con loro nella difesa della vita e della famiglia in opposizione a leggi e politiche contrarie. Questa aspettativa ha un fondamento?
Il dialogo con i musulmani su questi punti va portato avanti, ma tenendo conto di due aspetti. Il primo è che su queste stesse tematiche l’islam la pensa spesso diversamente dal cattolico. Ciò capita per esempio sul rapporto tra uomo e donna dentro la vita familiare. In secondo luogo va tenuto presente che i motivi di fondo sono diversi. Una cosa è impegnarsi contro l’aborto perché è un male sia agli occhi della ragione naturale sia agli occhi della rivelazione, altra cosa è impegnarvisi perché così ha decretato Dio con un atto di volontà.  

I Rapporti annuali dell’Osservatorio compiono dieci anni, un traguardo significativo. Qual è il suo bilancio?
Siamo partiti dieci anni fa con il primo Rapporto che aveva a tema la crisi finanziaria. In seguito abbiamo continuato a parlare dei maggiori problemi emergenti alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Siamo stati fedeli all’impegno di mostrare la fecondità di quest’ultima e la capacità della fede cattolica di fare cultura, cultura cattolica. Siamo quindi contenti di aver fatto la cosa per cui il nostro Osservatorio è nato. 

Giuseppe Tires

- L'ISLAM POLITICO VISTO DALLA DOTTRINA SOCIALE , di Giampaolo Crepaldi
- NASCITE SEMPRE PIÙ GIÙ, L'IMMIGRAZIONE NON È LA RISPOSTA, di Riccardo Cascioli
http://www.lanuovabq.it/it/crepaldi-siamo-realisti-lislam-e-un-problema-politico

I ribelli colpiscono con i missili al cloro i civili di Aleppo, ma stavolta nessuno s’indigna


di Gian Micalessin

Stavolta nessuno indagherà, nessuno condannerà e nessuno, tantomeno, bombarderà. A differenza di quelli messi a segno a Ghouta nel 2013, a Khan Shaykun nel 2017 o a Douma nell'aprile 2018 l'attacco chimico lanciato sabato notte nella zona di al-Khalidiya, un quartiere sul versante occidentale di Aleppo, non indigna, né scandalizza nessuno. Anche perché stavolta a venir colpita non è una zona controllata dai ribelli, ma una città completamente pacificata dove la popolazione civile è stata restituita da quasi due anni all'autorità del governo di Damasco. A spazzar via l'atmosfera di precaria tranquillità che si respira ad Aleppo è bastata una salva di missili partiti dalle zone della provincia di Idlib, l'ultima roccaforte jihadista nella parte nord occidentale del paese.

I missili non sono una grande novità. I civili di Aleppo ci hanno fatto il callo. Sanno che di tanto in tanto i ribelli, nonostante le trattative per arrivare ad una loro evacuazione pacifica da quei territori, non resistono alla tentazione di punire una città colpevole di aver resistito per anni all' assedio jihadista.

Nessuno però si aspettava un attacco chimico in piena regola. Un attacco messo a segno colpendo Aleppo con delle testate al cloro. Quell'attacco, stando a fonti d'informazioni siriane, ha causato l'intossicazione di almeno 41 persone mentre i contaminati sarebbero oltre un centinaio. Secondo la testimonianza di un medico dell'ospedale di Aleppo trasmessa dalla televisione di stato almeno due persone restano in conduzioni critiche mentre quasi tutto gli altri soffrono di difficoltà respiratorie e ridotte capacità visive. L'attacco viene segnalato anche da Rami Abdurrahman, il titolare di quel discusso "Osservatorio Siriano per i Diritti Umani" basato in Gran Bretagna considerato, sin dal 2011, il portavoce delle fazioni ribelli.

Stavolta neppure l'assai poco imparziale "Osservatorio Siriano" se la sente di negare l'attacco ad una città dove da due anni non c'è più la guerra. Una città dove, invece di combattere, si cerca di ricostruire. Proprio per questo l'utilizzo delle testate al cloro è sicuramente più proditorio e più vigliacco. Eppure nessuno sembra volersi sbilanciare. Certo stavolta è un po' difficile ripetere le litanie del passato quando ogni responsabilità veniva fatta cadere sul governo di Bashar Assad e sui suoi alleati russi. Stavolta anche il più scatenato sostenitore della causa ribelle ha qualche difficoltà nell'accusare il "dittatore" di aver colpito con le armi chimiche quei cittadini di Aleppo che non solo si sono opposti per anni all'assedio dei ribelli, ma stanno salutando il ritorno di migliaia di profughi rientrati nelle zone controllate dal governo. Ed ancor più difficile è ribaltare la verità sostenendo, come fecero alla vigilia dei bombardamenti dello scorso aprile Emmanuel Macron e Theresa May, di aver in mano le prove certe della colpevolezza del regime. 
Stavolta l'unica cosa sicura e certa è che nessuno verrà né accusato, né punito. Perché se s'incominciasse ad indagare anche le certezze del passato incomincerebbero a traballare. E l'intero castello di carte costruito sugli attacchi chimici attribuiti al governo siriano e ai suoi alleati rischierebbe di crollare. 

De Mistura interrompe la moderatrice: “Basta chiamarlo regime. Quello siriano è il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite”


Intervenendo al Panel sulla Siria durante i lavori del Med organizzati da Ispi e Farnesina, l’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan De Mistura ha interrotto in modo alquanto brusco essendo un diplomatico la moderatrice della sessione dei lavori, Maha Yahya del Carnegie Institute. A quest’ultima che continuava a definire “regime” il governo di Damasco, De Mistura prende la parola. “Molti lo definiscono regime. Io sono il primo ad aver avuto tanti problemi e disappunti con il governo della Siria. Ma lo definisco governo. E’ il governo riconosciuto alle Nazioni Unite, siede nell’Assemblea generale e quando si discute al Consiglio di Sicurezza del paese, la Siria è rappresentata dal suo governo. Quindi io le consiglio di chiamarlo governo”.
Poco diplomatico e proprio per questo molto interessante. Quindi lasciamo parlare le immagini:


Lo spasimo di questa chiesa di Bergoglio


LA “RISPOSTA” DEL VATICANO ALLA NOSTRA ESTINZIONE


Il  video è qui   e non  richiede commenti



Monache o manager?

Monache di clausura. Dal “quaerere Deum” all’aggiornamento. Senza rispetto per le contemplative

http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/000-NUOVI/0--CATTOLICO-MONACA.gif(immagine aggiuna)
Da una parte più di trecento monache di clausura, arrivate dall’Italia e dall’estero e appartenenti a diversi ordini, dall’altra il cardinale brasiliano João Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita Consacrata e le società di vita apostolica, e il segretario della stessa Congregazione, lo spagnolo  José Rodríguez Carballo.
È il 21 novembre 2018, siamo alla Pontificia Università Lateranense e l’incontro, organizzato dal Segretariato assistenza monache in occasione della Giornata Pro Orantibus, intende fare il punto sulla costituzione apostolica Vultum Dei quaerere di Francesco sulla vita contemplativa femminile (22 luglio 2016) e su Cor orans, l’istruzione applicativa della costituzione apostolica, emanata dalla Congregazione il 1° aprile 2018. 

Un discreto “messo” pontificio...

LA RIVELAZIONE
Cuba, Usa e Cina: quando McCarrick era lo sherpa del Papa

Un libro agiografico recentemente pubblicato, tenta fra le altre cose di affermare che in realtà il cardinale abusatore seriale McCarrick non aveva avuto un ruolo particolare dal 2013 in poi su vari scenari internazionali. Ma un articolo molto dettagliato lo mostra al lavoro sullo scacchiere per conto di Papa Francesco in Cina, Cuba, Terra Santa e Stati Uniti. 



Un libro agiografico recentemente pubblicato, tenta fra le altre cose di affermare che in realtà il cardinale abusatore seriale Theodore Edward McCarrick non aveva avuto un ruolo particolare dal 2013 in poi su vari scenari internazionali, agendo come un discreto “messo” pontificio. Un articolo molto interessante di Maike Hickson, su LifeSiteNews, però – e usando solo il materiale reperibile online; un’indagine che potesse avere accesso a archivi e dossier diplomatici, come avevano chiesto i vescovi USA, incontrando il netto rifiuto del Pontefice, porterebbe forse a ben altre rivelazioni – dimostra come quella difesa sia sostanzialmente fallita.

Santo chi e dove?

Paolo VI e la riforma liturgica: una schiacciante responsabilità.




Il nome di Paolo VI è legato alla riforma liturgica. A partire dal febbraio 1964, sotto il controllo di Annibale Bugnini, un Consilium per l’attuazione della riforma liturgica si incaricò di applicare la Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, promulgata il 4 dicembre precedente.

Una valanga di decreti modificherà allora la liturgia tradizionale: tra il 1965 e il 1969, si sostituisce il latino, si girano gli altari, si introduce la concelebrazione, vengono composti tre canoni eucaristici, si diffonde la Comunione sulla mano, mentre vengono soppresse le preghiere ai piedi dell’altare, le preghiere leonine, l’offertorio, l’ultimo Vangelo.
Da allora, la Messa di Paolo VI divenne una liturgia in continua riforma.

Infine, una revisione prende atto di queste modifiche e il 3 aprile 1969 viene promulgato il Novus Ordo Missae (NOM): quella che è comunemente chiamata la «Messa di Paolo VI», al suo stadio definitivo e obbligatorio.

Parigi val bene una Messa!

PARIGI, SAINT NICHOLAS. UNA MESSA NELLA CHIESA DI LEFEBVRE ALLE 8 DI MATTINA. QUANTI GIOVANI.


Cari Stilumcuriali,

come avrete forse potuto indovinare da alcune delle fotografie a piè d’articolo, chi scrive si trova a Parigi da qualche giorno, e ci resterà presumibilmente fino alla fine della settimana.

Domenica mattina ho avuto la curiosità di recarmi alla messa a Saint Nicholas du Chardonnet, la chiesa principale a Parigi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, i seguaci di mons. Lefebvre. Era una messa presto, alle 8 d mattina, in una Parigi umida, piovigginosa, con il cielo grigio a mezzo metro da terra. Insomma, l’usuale panorama parigino di fine novembre.

mercoledì 28 novembre 2018

Il sacrestano di Soros.

PAPA FRANCESCO CONTRO L’EUROPA


Il vicario di Cristo si comporta in realtà come il sacrestano di Soros.

In questa seria congiuntura storica, noi europei sappiamo già chi sono i nostri veri amici e i nostri nemici dichiarati. Ogni volta che papa Francesco apre la bocca sulla questione dell’immigrazione, chiarisce tutti i dubbi sul fatto che questa Chiesa è più parte del problema piuttosto che della soluzione. Inoltre, possiamo affermare che il Vaticano è la causa  e il principio di questo problema.

De la crudel morte del Cristo

UN VIDEO PER CAPIRE MOLTE COSE (E PER PIANGERE AMARAMENTE SULLA SORTE DELLA CHIESA)


I preti postconciliari

PICCOLI NARCISI IRRESPONSABILI


Una brutta copia dei professorini del ‘68? Non preti cattolici ma piccoli narcisi irresponsabili. Sta nascendo, anzi è nato da un pezzo, e ormai si sta ampiamente diffondendo un nuovo tipo antropologico: il prete postconciliare 
di Francesco Lamendola  

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Ormai è storia quotidiana: i cattolici vanno a Messa e ne tornano rattristati, indignati, disgustati, perché il parroco di turno si è permesso di offendere senza ritegno le cose ad essi più sacre, predicando e officiando tutto il sacro rito in una maniera che non ha più nulla di cattolico. E non si tratta solo di omelie discutibili, infarcite di concetti modernisti e perciò eretici, ma anche di gravissimi abusi liturgici, di sostituzioni di parti della Messa con iniziative arbitrarie, con brani e citazioni tratti da autori non cattolici, da “preghiere” che non sono preghiere ma che riflettono un naturalismo pagano, spogliato di qualsiasi connotazione cristiana, e, soprattutto, di qualunque senso della trascendenza. Spesso i fedeli provano a parlarne con l’interessato, al termine della funzione, e il più delle volte si trovano davanti a una persona formalmente educata, almeno all’inizio, ma poi, quando si entra nel vivo del discorso, ed essi cerano di fargli comprendere l’illegittimità di quel che ha detto e fatto, ecco che costui si altera, s’inalbera, tira fuori tutta la sua supponenza e la sua aggressività, dichiara di esser padrone di officiare la Messa come meglio crede e afferma orgogliosamente di essere nel solco del vero Vangelo, sfrondato da aggiunte posteriori e da cattive abitudini contratte nel corso del tempo; inoltre, di non sentirsi affatto vincolato a un mandato, di non dover render conto ad alcuno, neanche ai suoi superiori, del suo modo di agire, e che appunto Gesù Cristo è vento a denunciare l’ipocrisia degli scribi e dei farisei, paragonando a questi ultimi, implicitamente o esplicitamente, quanti si permettono di criticarlo.  

Uno scontro di diverse visioni circa la Chiesa?

Parla Müller: “Sì, nella Chiesa c’è grande confusione”

    «Ora sono semplicemente un cardinale senza un incarico specifico. Un fatto alquanto insolito, visto che i vescovi normalmente restano in attività fino ai settantacinque anni. Evidentemente il papa ha sua disposizione consiglieri migliori di me. In quanto prete, vescovo e cardinale posso comunque continuare a servire la Chiesa, come docente e scrivendo libri».
    https://images3.persgroep.net/rcs/dgrhmHO-v9ZdFsA5Lu2CZT32xCo/diocontent/136937434/_fitwidth/763?appId=e9b4e2a1869038ffcaf318a6d1463b0b&quality=0.8 (immagine aggiunta)
Con una buona dose di understatement il cardinale tedesco Gerhard Müller, settantuno anni il prossimo 31 dicembre, risponde così nel corso di un’intervista al giornale olandese Trouw (https://www.trouw.nl/religie-en-filosofie/kardinaal-gerhard-muller-betreurt-het-leiderschap-van-paus-franciscus~a6c4e02d/).

Nonostante il clima culturale..

LA MOSTRA DI LANGONE
L'artista torna al sacro che la Chiesa ha abbandonato

Madonne che sembrano Madonne e invitano a riflettere sull'aborto selettivo, un Giovanni Battista che "risponde" ai Dubia, l'Agnello di Dio che si materializza come sul Giordano. C'è un'arte sacra contemporanea di committenza privata e non ecclesiale che non ha perso la sua dimensione figurativa, ma si apre al mistero e al trascendente. La mostra di Langone segna la fine del concettualismo che ha riempito le chiese di obbrobri. E invita i vescovi ad abbandonare la pigrizia. L'intervista della Nuova BQ.