ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 17 marzo 2018

La malizia infernale e la superbia

CRISTIANI E NO


La malizia e la superbia veramente demoniaca, di certi teologi, membri del clero e quelle del falso papa, i quali pretendono di riscrivere il Vangelo; pretendono di averne scoperto il “vero” senso, evidentemente sinora ignorato 
di Francesco Lamendola  

 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/chiesa/0-NUOVI/0-PRETE-MATTO234.gif

Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma una spada. Metterò il figlio contro il padre e il padre contro il figlio, la figlia contro la madre e la madre contro la figlia… Sono parole di Gesù Cristo. Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno, tre contro due e due contro tre. Sono ancora parole di Gesù Cristo. Parole che, forse, il signor Bergoglio non ha ben meditato, visto che, per lui, ogni causa di divisione deve essere rimossa; e se, per rimuoverla, bisogna riabilitare Lutero con tante scuse, se bisogna invitare gli islamici alla santa Messa, se bisogna dire che i Giudei non hanno alcuna necessità di convertirsi, ebbene, quello è un prezzo che vale la pena di pagare. Bisogna gettare ponti e solo ponti, secondo lui; e abbattere tutti i muri. Gesù, però, non parlava affatto in tal modo; Gesù diceva di essere venuto a portare la divisione, perfino all’interno di una stessa famiglia. Più chiaro di così…

La continuità nell'errore

La continuità nell'errore da parte dei Pontefici da Giovanni XXIII a Francesco I

Risultati immagini per a Giovanni XXIII e paolo vi

Se tutti i documenti del Concilio Vaticano II fossero giammai stati letti allora sia la sostanza che l'ammontare delle seguenti eresie tenterebbero a fare presumere od un'imprecisa citazione del Vaticano II , avendo letto e studiato tutto il Vaticano II attentamente si può assicurare che le oltre 400 referenze in sede presenti sono accurate e che il Vaticano II ha realmente professato l'eresia oltre le 200 volte; difatti, se ne sono riscontrate 240 circa. Andrebbero tenute a mente 
alcune cose durante la lettura di questo testo.

L'eresia consiste in una negazione o dubbio pertinace di una verità Cattolica (Codice 1325, Codice di diritto canonico del 1917), separante completamente dalla Chiesa Cattolica (Papa Leone XIII, Satis cognitum).
Allorché un documento è chiaramente ambiguo o contraddittorio il solenne Magistero Ecclesiastico di Papa Pio VI (Auctorem Fidei, 28/08/1794) insegna che occorre condannare le dichiarazioni eretiche secondo il modo in cui esse appaiono, nonostante le contraddizioni o le ambiguità in cui esse siano mimetizzate; inoltre, esso avvisa che coloro tolleranti le eresie, poiché velate da una cosciente ambiguità, non possono essere scusati, permettendo ai fedeli di essere condotti "da errori sottili verso la loro eterna dannazione". 

Giacché si flagella la sua parola

http://www.lavedettaonline.it/img/itinerario/cristo_flagellato_1.jpg

Cristo doppiamente flagellato


Per Cristo i flagelli sono raddoppiati, giacché si flagella la sua parola. […] Fu flagellato dai flagelli dei giudei; è flagellato dalle bestemmie dei falsi cristiani […]. Quanto a noi, facciamo ciò che egli stesso ci aiuta a fare: «Io, quando mi erano molesti, mi rivestivo del cilicio e umiliavo nel digiuno l’anima mia [Sal 34, 13]» (sant’Agostino,Trattati su Giovanni, X, 4).

Ancora una volta, le parole dei Santi si dimostrano attualissime, anche se la situazione che avevano direttamente di mira non è la stessa. Mai, come oggi, si flagella di nuovo Cristo nella Sua parola – bestemmiando così la Sua stessa Persona di Verbo incarnato – distorcendola o mistificandola fino a farle dire l’opposto. Il caso dell’indissolubilità del matrimonio è solo quello più evidente, ma i principi introdotti con la rivoluzione antropologica, surrettiziamente realizzata nella Chiesa con il pretesto di aggiornarla, sono tali da annullare tutta la Rivelazione. Il punto di partenza e di arrivo di ogni discorso religioso, infatti, non è più Dio, ma l’uomo (peccatore) con le sue “fragilità”, le sue esigenze, i suoi problemi. La manipolazione linguistica ha fatto scomparire responsabilità e peccato, troppo scomodi per una facile quanto illusoria proposta di felicità terrena a buon mercato.

Chi più ne ha più ne metta

ANCONA. DIO, PATRIA E FAMIGLIA? VADE RETRO, DICE IL VESCOVO. PARLANO FUSARO E BLONDET!

Boldrini, Renzi, Bonino – e chi più ne ha più ne metta – purché di sinistra e anche sotto elezioni possono parlare in chiesa o in ambienti limitrofi. Ma un’iniziativa, strettamente culturale e religiosa, dal titolo “Dio Patria e Famiglia” fa storcere il naso all’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina. Se poi fra i relatori ci sono il filosofo anti-globalista (e perciò contro l’immigrazione selvaggia) e il giornalista e scrittori Maurizio Blondet, figuriamoci! Tante volte parole così pericolose, e così poco inclusive, accoglienti ed eventualmente  immigrazioniste potessero arrivare alle orecchie di mons. Galantino, e far fare brutta figura alla diocesi! Ora gli organizzatori non sono né casa Pound né qualche altro gruppo politico. Si tratta di un’associazione che da molti anni vivacizza il clima culturale della città con dibattiti e convegni filosofici, religiosi e, appunto, culturali. Molto seguiti. Ma nella Chiesa del politically correct uno slogan come quello è troppo, non lo digerisce.Così, ci avverte un comunicato dell’Associazione Oriente Occidente, che da molti anni organizza confronti e convegni ad Ancona su temi religiosi, etici e sociali, a tre giorni dal primo appuntamento parte dalla Curia il siluro. Ecco il comunicato:

Il gioco delle tre carte

BENEDETTO XVI – VIGANÒ. SCANDALO SENZA FINE. NASCOSTA UNA PARTE DELLA LETTERA DEL PAPA EMERITO?

Lo scandalo dello scambio epistolare fra mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e Benedetto XVI non sembra avere fine. E si arricchisce di un nuovo capitolo, che, come quelli precedenti, non fa fare una bella figura al responsabile della comunicazione vaticana. Anzi. Questa volta crediamo di poter asserire con un certo fondamento che qualcuno in Vaticano non ha gradito tutta l’operazione, e la strumentalizzazione, forse organizzata in precedenza, della risposta di Benedetto XVI (7 febbraio) alla lettera di invito di Viganò (12 gennaio, ma resa nota il 13 marzo). E ha provveduto a farlo sapere. In breve: come rivela il collega Magister, e possiamo confermare, anche se dobbiamo mantenere l’anonimato della fonte, che c’erano altre righe, mai lette e mai rivelate, nella lettera di Benedetto. Che spiegavano perché il papa emerito non aveva e non avrebbe letto gli undici libriccini sulla teologia di papa Francesco, e tantomeno li avrebbe commentati. In breve: perché due degli autori erano persone che si erano sempre opposte alla teologia di Giovanni Paolo II, di Joseph card. Ratzinger e di Benedetto XVI. Per i dettagli, potete andare su questo sito.

venerdì 16 marzo 2018

Una lotta senza quartiere

L'ORA DEL DIAVOLO INCARNATO?



Ecco perché sarà una lotta senza quartiere. Le forze tenebrose finalizzate a spegnere la luce di Cristo sono arrivate assai avanti nei loro piani: "è indispensabile fermare l’opera nefasta del falso clero e dei falsi cattolici" 
di Francesco Lamendola  

 

Ciò a cui stiamo andando incontro è la prospettiva di restare al buio: un buio totale, raccapricciante, da film dell’orrore, in cui sentiremo solo il fiato pestilenziale del Male e non avremo alcuno strumento per orientarci, per capire in quale direzione dirigere i nostri passi. Non era mai accaduto nella storia; non negli ultimi duemila anni, cioè dopo la venuta di Gesù Cristo sulla terra. Gesù, come dice il Vangelo, è la luce del mondo: se si spegne il suono della sua Parola, se viene cacciata la sua Presenza, il mondo ripiomberà nelle tenebre. Questa, oggi, è una possibilità reale; non solo: è una eventualità probabile, umanamente parlando. Umanamente parlando, non ci sono molte speranze di scongiurare un simile destino, perché le forze tenebrose finalizzate a spegnere la luce di Cristo sono arrivate assai avanti nei loro piani criminali; si sono impadronite, abilmente e silenziosamente, degli stessi vertici della Chiesa cattolica, o di buona parte di essi; e agiscono con estrema spregiudicatezza e decisione per portare a compimento la loro opera, traguardo al quale non manca che la spinta finale. E la loro diabolica astuzia è stata questa: di agire dall’interno della Chiesa; di presentarsi non solo come forze cattoliche, ma come forze positive, forze del rinnovamento, del dialogo col mondo, dell’apertura, della “vera” misericordia; e, servendosi di tutti gli strumenti mediatici e facendolo con consumata abilità, sfruttando ogni occasione, manipolando senza ritegno l’immaginazione dei fedeli, e facendo leva non sul loro discernimento personale, ma su una generica emotività e su quel tanto di basso e demagogico che sonnecchia in ogni anima umana, anche in quella dei cristiani, specialmente se sono ormai cristiani pigri e abitudinari, dei credenti più di nome più che di fatto, sono riuscite ad accreditarsi come il volto autentico della Chiesa, e a marginalizzare, svalutare e ridicolizzare ogni sacca di resistenza, ogni forma di critica e di opposizione.

Ta aloga zôa

SCANDALO VIGANÒ. STILUM CURIAE RISPONDE A INSULTI E DELIRI DI UN PRETE (?) SU FB.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, vorrei condividere con voi un commento che ho trovato su FB e che mi ha colpito. Mi ha colpito perché l’autore, che non nomino, perché non merita menzione né nome, si professa sacerdote della Chiesa cattolica. Vive al nord, e nella sua fotografia di profilo di Facebook ha una bella maglietta che sembra della Sampdoria, e niente che lo possa identificare come un sacerdote. Tanto meno quello che scrive, in rapporto alla vicenda della lettera di Benedetto XVI al prefetto della Segreteria per la Comunicazione. Leggete. Credo che sappiate che Stilum Curiae è dotato di grande pazienza. Ma siamo uomini, e ogni tanto girano anche a noi. Ci sarà un piccolo commento alla fine.

In mezzo a due fuochi

L’ABBAZIA DI TRISULTI IN VENDITA

Un’immagine eloquente dell’ambiente ecclesiale odierno… tra Scilla e Cariddi






La storia di Trisulti


La magnifica Abbazia di Trisulti (Collepardo di Frosinone) era un palazzo di caccia appartenente alla famiglia dei Conti di Segni, che nel 1204 venne donato da Lotario di Segni (divenuto papa Innocenzo III) ai monaci Certosini, i quali la lasciarono - dopo avervi vissuto, lavorato e pregato per oltre 700 anni (1) - nel 1947 a circa 60 monaci Cistercensi, che vi vennero a piedi (facendosi largo tra i rovi e le sterpaglie a colpi di roncola) dalla loro bellissima Abbazia di Casamari (FR) fondata da S. Bernardo di Chiaravalle, vicina a quella di Fossanova ove morì - il 7 marzo del 1274 - S. Tommaso d’Aquino e dove si può visitare ancora la camera in cui spirò dopo aver ricevuto ivi gli ultimi Sacramenti ed aver commentato il Cantico dei Canticisdraiato sul nudo pavimento mentre stava per rendere l’anima a Dio.

La morte dall’Abbazia di Trisulti

Purtroppo i monaci Cistercensi, che hanno vissuto a Trisulti sino a  poco tempo fa, non hanno avuto nuove vocazioni, son quasi tutti morti e l’Abbazia è stata ceduta al Ministero dei Beni Culturali nel 2016.

Trisulti concessa ai teocon 

Quello che lascia più addolorati e più stupiti dell’accaduto è non solo  il fatto dell’abbandono dell’Abbazia da parte dei monaci per mancanza di nuove vocazioni, ma il fatto che l’Abbazia sia stata concessa dalla S. Sede e dall’Ordine cistercense assieme al Ministero dei Beni Culturali (per un “canone” di  circa 100 mila euro annui) ai “teocon” anglo/americani, che vi hanno impiantato un’associazione denominata “Dignitatis Humanae Institute” nello spirito dell’Amicizia Giudaico/Cristiana. Quest’Institute è stato fondato da Benjamin Harnwell, teo/conservatore inglese amico intimo di Steve Bannon (l’ex consigliere alt-right del Presidente statunitense Donald Trump), degli on. Rocco Buttiglione e Luca Volonté, ex “ciellini” e democristiani passati tranquillamente dalla destra di Berlusconi al Partito Democratico post-comunista e viceversa (cfr. ADRIANO MARZI, Il Venerdì di Repubblica, 22 dicembre 2017, p. 27).  

Complice dei bugiardi e dei falsari

LE DUE "BANDE" DI CHIERICI: la visione manichea di stampo marxista del giornalista di Vatican Insider Gianni Valente





C’è qualcosa di peggio dell’avere un cattivo pensiero: 

è avere un pensiero bell’e fatto.
Charles Péguy

Ho avuto occasione di leggere un articolo di Gianni Valente dal titolo Le due bande di chierici e lo “storytelling papale” (qui). Valente, già redattore di 30Giorni, è giornalista dell’agenzia Fides e collaboratore, oltre che di Vatican Insider, anche della rivista Limes, nonché autore di alcuni saggi su Ratzinger e su Bergoglio. É amico personale di quest’ultimo (qui), con il quale intrattiene rapporti sin da prima della sua elezione. 

L’articolo inizia con una citazione di Charles Péguy, del quale Valente è estimatore: «Noi ci muoviamo continuamente tra due bande di preti: i clericali clericali e i clericali anticlericali». Dopo aver ricordato che fu «militante repubblicano e socialista, fondatore di una rivista, i Cahiers de la Quinzaine, frequentata da atei, agnostici e liberi pensatori», nel 1999 egli ebbe a scrivere (qui): «Quando Péguy ritrova la fede cristiana, non vive questo fatto come un’abiura della propria vita fino ad allora trascorsa in partibus infidelium» e a conferma di ciò Valente cita una sua frase: «È per un approfondimento del nostro cuore sul medesimo cammino, e non è affatto per un’evoluzione, né per un ripensamento, che abbiamo trovato la strada del cristianesimo. Non l’abbiamo trovata grazie a un ritorno. Piuttosto, l’abbiamo rinvenuta al termine. Ed è per questo, occorre che lo si sappia bene dall’una e dall’altra parte, che non rinnegheremo mai un solo atomo del nostro passato». 

Usando i soliti trucchi..

Ancora notizie false dal Vaticano,
“il papa in soffitta” e il capolinea del neo-cattolicesimo



Mons. Viganò mostra la maglietta di Bergoglio “superpope”


L’AP sorprende il Vaticano presentando una foto cruciale di una “lettera di Benedetto” che elogia Francesco. Come al solito, si tratta di un espediente della macchina propagandistica Bergogliana.

Cinque anni dopo che Benedetto XVI è scappato dalla cattedra di Pietro, permettendo al “Papa dittatore” di occuparla – realizzando così l’obiettivo temporaneamente sventato della “mafia” di San Gallo – lo stesso Benedetto ora dichiara in una sua presunta lettera che c’è “continuità interiore”  tra il suo pontificato e la dittatura bergogliana. Indirizzata a mons. Dario Vigano, Prefetto della Segreteria per le Comunicazioni, la lettera ha tutte le caratteristiche di uno stratagemma da pubbliche relazioni per ripristinare la fiducia in un papato che anche i commentatori della dirigenza neo-cattolica sono finalmente costretti a riconoscere come “disastroso”.

Puer natus..

Se le fake news nascono in Vaticano



Davvero un brutto scherzo del destino l'operazione truffaldina di monsignor Viganò proprio nell'anno in cui il Papa lancia un messaggio contro le fake news. E i tentativi di metterci una pezza stanno solo peggiorando la situazione.


Foto "artistica", secondo il Vaticano


«Anche una distorsione della verità in apparenza lieve può avere effetti pericolosi». È un passaggio del messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali - il prossimo 13 maggio - dedicata a «Fake news e giornalismo di pace». Davvero un brutto scherzo del destino dover raccontare ora della notizia clamorosamente fake propagata proprio dal Vaticano.

Fort Jorgache

La corte di Papa Francesco

La reazione al pasticcio della lettera di Benedetto XVI dà l’idea di un Vaticano ridotto a fortino assediato


Roma. Francesco le corti non le ama, dice di non tollerare i pappagalli e men che meno i pavoni che svolazzando attorno alla sua persona sperano di entrare nelle sue grazie e di ottenere così qualche incarico, magari una croce pettorale da esibire o un posticino in qualche ufficio pubblicando libercoli su periferie e povertà, rilasciando interviste su ospedali da campo e uscite in missione. Forse non le ama perché sa che possono creare solo danni, a lui e alla chiesa. E’ un po’ sempre accaduto così, dopotutto: cortigiani più o meno autorizzati si sono presentati come portavoce del Papa, interpreti non autorizzati del pensiero del vicario di Cristo. Sia che si dovesse decidere la qualità dell’ermellino sintetico da applicare al cappellino da imporre sul capo del povero Pontefice, sia che si tratti ora di mazzolare per bene i dissenzienti veri o immaginari sui social network. O, magari, di lodare giustamente il quinquennio di Francesco rimproverando i soliti tradizionalisti che non rispettano né la chiesa né il Papa e al contempo irridendo con buona dose di veleno altri cardinali – vedasi il recente commento del professor Alberto Melloni su Repubblica di qualche giorno fa.

giovedì 15 marzo 2018

Nell’assistere alla santa Messa

A Messa con Padre Pio (imperdibile)


«…chi non ricorda il fervore col quale Padre Pio riviveva, nella Messa, la Passione di Cristo? Da qui la stima che egli aveva della Messa da lui chiamata “mistero tremendo” come momento decisivo della salvezza e della santificazione dell’uomo mediante la partecipazione alle sofferenze stesse del Crocifisso. “C’è nella Messa tutto il Calvario”. La Messa fu per lui la “fonte e il culmine”, il perno ed il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera».(san Giovanni Paolo II, in visita a san Padre Pio il 23 maggio 1987)
«Come il Curato d’Ars, anche Padre Pio ci ricorda la dignità e la responsabilità del ministero sacerdotale. Chi non restava colpito dal fervore con cui egli riviveva la Passione di Cristo in ogni celebrazione eucaristica? Dall’amore per l’Eucaristia scaturiva in lui come nel Curato d’Ars una totale disponibilità all’accoglienza dei fedeli, soprattutto dei peccatori. Inoltre, se san Giovanni Maria Vianney, in un’epoca tormentata e difficile, cercò in ogni modo, di far riscoprire ai suoi parrocchiani il significato e la bellezza della penitenza sacramentale, per il santo Frate del Gargano, la cura delle anime e la conversione dei peccatori furono un anelito che lo consumò fino alla morte. Quante persone hanno cambiato vita grazie al suo paziente ministero sacerdotale; quante lunghe ore egli trascorreva in confessionale!» (Benedetto XVI al Clero, in visita a san Padre Pio 21 giugno 2009)

Da questo li conosci

SCANDALIZZATI DALLA CROCE


Ma è solo odio per il cristianesimo? Da questo li conosci: se si scandalizzano della croce. Se si toglie la croce che cosa resta del cristianesimo? Rifiutare la croce è come rifiutare Gesù, è come rifiutare la sua Redenzione 
di Francesco Lamendola  
  

C’è un modo abbastanza semplice, in questi tempi di somma confusione teologica e dottrinale, e quindi anche morale, che la Chiesa cattolica sta attraversando, senza più esser capace di mostrare ai propri fedeli, e anche ai non cattolici, quale sia la via da seguire, in che cosa consistano il bene e la grazia e in che cosa, invece, il male e il peccato; e nei quali, anzi, essa si è messa a rimorchio del mondo, e si sta lasciando condurre dai modi di pensare del mondo, anche e soprattutto sui grandi temi etici. E consiste in questo:osservare che cosa rappresenta la croce per quanti si dicono cristiani. Coloro i quali ne sono scandalizzati; coloro i quali non ne parlano mai; coloro i quali predicano e caldeggiano un cristianesimo senza il Calvario, senza la croce, senza la sofferenza, e perciò anche senza la Redenzione – le due cose sono inseparabili – non sono, né potrebbero mai essere, dei veri cristiani. Se si toglie la croce, infatti, che cosa resta del cristianesimo? 

Contraddizion che l consente


TERREMOTO IN VATICANO !!! cardinale KASPER : SI’ ALLA SANTA COMUNIONE, AGLI ADULTERI NEI MATRIMONI SECONDARI ,ED ALLE UNIONI OMOSESSUALI CHE ,SECONDO LUI ,CONTENGONO “ELEMENTI” DEL MATRIMONIO CRISTIANO…EFFETTO “GLI AMORI DI LETIZIA” COLPISCE ANCORA!!!

14 marzo 2018 ( LifeSiteNews.com ) – Il cardinale Walter Kasper, la cui teologia sembra essere la principale fonte d’ispirazione per la dottrina di Papa Francesco nel dare la santa comunione alle persone che vivono negli stati di adulterio nei matrimoni secondari, sembra ora sostenere che le unioni omosessuali contengono “elementi” del matrimonio cristiano e sono persino “analoghi” ad esso in un modo simile al rapporto tra la Chiesa cattolica e le comunità cristiane non cattoliche.
Inoltre, il cardinale attribuisce le sue affermazioni all’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia , nonostante il fatto che il documento lo contraddice esplicitamente.
“Il papa non lascia spazio a dubbi sul fatto che i matrimoni civili, le unioni di fatto, i nuovi matrimoni in seguito al divorzio ( Amoris Laetitia 291) e le unioni tra omosessuali ( Amoris Laetitia 250s.) Non corrispondono alla concezione cristiana del matrimonio “, Scrive Kasper in un libro recentemente pubblicato su Amoris Laetitia.

Piace molto alla gente che piace

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PAPA FRANCESCO/ 'IN TERRIS' INTERVISTA TORNIELLI, VALLI, RUSCONI

In occasione dei cinque anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio il quotidiano online ‘in Terris’ (www.interris.it ), diretto da don Aldo Buonaiuto (Comunità Papa Giovanni XXIII), ha intervistato telefonicamente i vaticanisti Andrea Tornielli, Aldo Maria Valli e Giuseppe Rusconi. Riproduciamo volentieri la triplice intervista a firma Andrea Acali, apparsa il 13 marzo.
Il 13 marzo di cinque anni fa il cardinale Jorge Mario Bergoglio veniva eletto come Vescovo di Roma. Un Papa entrato subito nel cuore della gente, dalla scelta del nome, Francesco, a quel "Buonasera" che catturò la simpatia di credenti e non. Cosa è cambiato in questo lustro? Dove sta andando la Chiesa guidata dal primo Pontefice sudamericano? In Terris lo ha chiesto a tre vaticanisti di lungo corso: Andrea Tornielli, 54 anni, dal 2011 editorialista della Stampa, coordinatore del sito Vatican Insider dello stesso quotidiano di Torino; Aldo Maria Valli, 60 anni, vaticanista dal 1996 prima al Tg3 poi, dal 2007, al Tg1; e Giuseppe Rusconi, 69 anni, ticinese, da molti anni residente a Roma, autore del blog Rossoporpora.

Contrordine vedove inconsolabili..

 Non ci sono vedove più inopportune e petulanti di quelle che non possono piangere definitivamente il caro estinto. Basta un fremito attorno alla memoria del poverino e lo prendono per la conferma che come lui non c’è nessuno. L’hanno sempre detto, povere anime. Basta un niente perché il salottino di queste signore tornate quasi signorine venga impreziosito da un nuovo quadretto di peltro, da un ricordino posato lì con finta distrazione e guai chi li sposta. Sono i segni che lui continua a vegliare e chissà che cosa è capace ancora di inventarsi.
Prendete le vedove di Benedetto XVI. A cinque anni dalle D-I-M-I-S-S-I-O-N-I, sono convinte che se il mondo non è ancora finito nella geenna lo si debba a colui che veglia nelle emerite stanze. E ogni notizia in proposito porta nei loro tinelli, a seconda dei casi, un brivido di piacere o un moto rabbia. Quasi sempre un moto di rabbia, bisogna riconoscere, come quello procurato nei giorni scorsi dalla “clamorosa” lettera in cui il Papa Emerito avalla la statura teologica del Regnante e proclama la continuità dei due pontificati.

La Provvidenza di Dio non va mai in vacanza

LA LETTERA: "PERDERE LA FEDE"


A un amico che ha perso la fede a causa del neoclero. Queste righe non sono una mera esercitazione letteraria, ma una lettera vera indirizzata a un amico vero una persona in carne e ossa, che si trova nella situazione descritta 
di Francesco Lamendola  


Per prima cosa, vorremmo precisare che queste righe non sono una mera esercitazione letteraria, ma una lettera vera, indirizzata a un amico vero, una persona in carne e ossa, che si trova esattamente nella situazione descritta nel titolo: ha perso la fede a causa del modo di fare e di essere del neoclero della neochiesa, specialmente da quando il neopapa Bergoglio è stato eletto al soglio di san Pietro. Questo amico è rimasto talmente ferito e amareggiato nei suoi sentimenti di cattolico, talmente umiliato e offeso – come direbbe Dostoevskij – da quel che sta succedendo nella Chiesa cattolica non solo ai nostri giorni, ma ormai da un bel po’ di anni, e talmente scoraggiato e frustrato al pensiero che non vi è più, secondo lui, alcuna speranza di veder tornare la Chiesa, la vera Chiesa, sulla retta via ora smarrita, e di vedere archiviata, come un brutto sogno, la funesta stagione presente, nella quale, all’ombra di una attuazione dello “spirito del Concilio”, si sta distruggendo tutto, dottrina, pastorale, liturgia, e, in ultima analisi, la fede stessa, da averci confessato di aver perso la fede.

Il profeta della “teoria del tutto”

  • LA MORTE DELLO SCIENZIATO
  • La truffa della "teoria del tutto", Hawking ora sa tutto
Dio è solo un trucco: attribuire quel nome a ciò che altro non è se non l’Universo stesso. E' la grande "truffa" che ha accompagnato il pensiero di Stephen W. Hawking, l'astrofisico scomparso ieri a 76 anni. Il suo trucco è di avere spodestato il Dio metafisico per poi sostituirlo con un surrogato, l’Universo che si autogenera. Un grande disegno che rivela anche un’angoscia terribile.
Adesso il profeta della “teoria del tutto” sa davvero tutto. Stephen W. Hawking, morto ieri 76enne a Cambridge, sa benissimo quanto siano state stupide le parole che a metà del maggio 2011 disse all’intervistatore di The Guardian, Ian Sample: «Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti verranno meno. Non c’è alcun paradiso o vita oltre la morte per i computer rotti; è una fiaba per chi ha paura del buio». Ricordiamoci di lui nelle nostre preghiere.

Il cerchio magico del Pontefice

LO SCANDALO DELLA LETTERA DI BENEDETTO. VATICANO MANIPOLA, VATICANISTI DISTRATTI (O COMPLICI).


Ieri come ben sa chi ha letto Stilum Curiae ipotizzavamo che qualcuno, in Vaticano, si fosse indignato per la strumentalizzazione di papa Benedetto ad opera della Segreteria per la Comunicazione e del suo Prefetto, mons. Dario Edoardo Viganò. E di conseguenza avesse fatto avere a Sandro Magister il testo completo della lettera con cui Joseph Ratzinger rispondeva all’invito di mons. Viganò. E cioè di scrivere qualche cosa sugli undici volumetti in cui diversi teologi parlavano di papa Bergoglio.
Prima domanda: è gentile, riguardoso e corretto chiedere a un papa novantenne, uno dei maggiori teologi del nostro tempo, a dispetto di quanto ne possano pensare panciuti professorini, chiedere di scrivere a commento non del lavoro di un suo “pari grado”, gerarchicamente o intellettualmente, ma di commentatori dello stesso? Non sembra molto, no?

Amoveatur

LA MAMMA DI MELE

Le parole ignoranti di Paglia offendono noi genitori

La mamma di Emanuele (Mele) Campostrini, un bambino affetto da una malattia genetica grave e rarissima, interviene per spiegare cosa significhi essere genitori di questi bambini e perché mons. Paglia deve essere rimosso dopo il suo sciagurato intervento sul caso Alfie.

                                         Il piccolo Mele

I nostri lettori ricorderanno il caso di Emanuele (Mele) Campostrini, un bambino affetto da una malattia genetica grave e rarissima, la cui storia abbiamo raccontato al tempo della battaglia per salvare la vita di Charlie Gard (clicca qui). Dopo l'incredibile intervento di monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sul caso Alfie Evans, che abbiamo commentato severamente (clicca qui e qui), anche la mamma di Mele è intervenuta per raccontare cosa significhi avere un bambino nelle condizioni di Mele e per chiedere la rimozione di monsignor Paglia dalla PAV. Ecco la lettera.

Sono la mamma di Mele, Emanuele Campostrini, un bambino di 9 anni affetto da gravissima disabilità dovuta a malattia mitocondriale e deplezione del dna mitocondriale; alcuni forse mi conoscono per le mie posizioni pubbliche sulla vicenda di Charlie Gard. Giorni fa, molto colpita e indignata ho scritto a Sua Eccellenza mons. Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), dopo aver letto le sue esternazioni in merito ad Alfie Evans, nell’intervista pubblicata da “Tempi” lo scorso 9 marzo.

mercoledì 14 marzo 2018

Cibo per i demoni


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Santa Brigida: Papa che abolisse il celibato diventerebbe cibo per i demoni all'inferno

Sfuggire alle persecuzioni

Le Suore Francescane dell'Immacolata si riuniscono ancora – Come pie donne




Sembra che dozzine di Sorelle Francescane dell'Immacolata, che erano state espulse dall'ordine dal Vaticano, si stiano ancora ritrovando, secondo il blog Veritacommissariamentoffi che di solito sparge odio contro le suore.


Ma forse è più serio il gioco del Tris…

Dalla Nouvelle Théologie alla teologia da metropolitana



Ma forse è più serio il gioco del Tris…
Dopo i recenti fatti legati al misterioso “biglietto” di Benedetto XVI, vedi qui, attraverso il quale si voleva dare dello “stolto a chi ritenesse Bergoglio teologicamente inferiore a Ratzinger“, e di conseguenza alla pessima figura di mons. Viganò e alla sua triste, disperata operazione di marketing miseramente fallita, vogliamo noi qui approfondire l’elemento della causa che sono, in verità l’oramai famosa collana di 11 volumetti – piccoletti – che non sono l’opera di papa Francesco, come qualche giornale mediatico ha avanzato in un primo momento, ma una sorta di “spiegazione” al suo magistero, ai sogni di una “sua chiesa” personalizzata.

L' «ospedale da campo» incompiuto

Una strana lettera di Benedetto XVI per il V anniversario di Francesco

(di Emmanuele Barbieri) I cinque anni di pontificato di papa Francesco sono stati celebrati dalla Santa Sede in maniera certamente inusuale. Il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò, ha reso pubblica «una lettera personale di Benedetto XVI sulla continuità con il pontificato di Papa Francesco» su cui si è concentrata tutta l’attenzione dei mediaIl messaggio è stato diffuso in occasione della presentazione della collana La Teologia di Papa Francesco, edita dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV), presso la Sala Marconi di Palazzo Pio.
Nella lettera Benedetto XVI scrive: «Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi».

Perché la stella polare del Concilio si è oscurata?

La dottrina del Concilio


Il dibattito difficile ma necessario sull’interpretazione del Concilio è iniziato subito dopo la sua solenne chiusura (l’8 dicembre del 1965). Anzi per la verità non era mancato neppure durante lo svolgimento dei suoi lavori.
Oggi ad oltre mezzo secolo da quell’evento, esiste una bibliografica storico-critica piuttosto cospicua sui testi e sul contesto del XXI Concilio ecumenico, sia dal punto di vista strettamente storico e perfino storico-politico, sia dal punto di vista teologico, dottrinale ed ecclesiale.
Un raffinato teologo italiano ha appena proposto una nuova sintesi dell’insegnamento conciliare, che vorrebbe porsi come equidistante dalle critiche dei tradizionalisti e dalle parzialità dei neo-modernisti (cf. Enrico Finotti, La dottrina del ConcilioPer una retta interpretazione del Vaticano II, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2018, pp. 194, euro 20).

I giochi si vanno facendo sempre più chiari

SE IL PAPA NON E' CATTOLICO


Se il papa non è cattolico, è un "falso papa". La difesa di Bergoglio da parte di Ratzinger è particolarmente imbarazzante, per non dire inopportuna: in fatto di ortodossia un Papa dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto 
di Francesco Lamendola  

  

Il giornale americano Newsweek, nel settembre 2015, uscì con questa stupefacente domanda in copertina: Is the Pope Catholic? (Il papa è cattolico?), scaturita, come tutti ricorderanno, da una sconcertante affermazione dello stesso Bergoglio, peraltro replicata in più occasioni: Io Credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico. Esiste Dio e basta. Non era mai accaduta una cosa del genere: né che un papa esprimesse un concetto simile, né che l'opinione pubblica fosse indotta a formulare una domanda come quella. Domanda sconvolgente, per un credente. Come può dubitare, un cattolico, che il suo papa sia cattolico? Se ne dubita, i casi sono due: o è impazzito lui, o è impazzito il papa.

Probabilmente?

« Cinque anni di Bergoglio. Appunti sul naufragio » di Antonio Socci

Per valutare questi cinque anni del papa argentino bisogna usare il criterio dettato da Gesù stesso: “ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi… dunque dai loro frutti li potrete riconoscere” (Mt 7, 17-20).
Quali sono i frutti del bergoglismo? Mi piacerebbe dire “buoni”, ma purtroppo non è così: sono pessimi. Anzitutto c’è il crollo della pratica religiosa dovunque, ma specialmente nel continente più bergogliano (il Sud America) e nel Paese con l’episcopato più bergogliano, la Germania.

Il consigliori mediatico di Santa Marta

LA MEZZA FAKENEWS SU BENEDETTO E BERGOGLIO. QUALCUNO IN VATICANO HA DETTO: BASTA…

Tutto fa pensare che qualcuno ieri in Vaticano si sia indignato e abbia detto “basta” alla vergognosa operazione, una vera e propria fakenews, con cui il Prefetto della Segreteria per le Comunicazioni, mons. Dario Edoardo Viganò, ha voluto accreditare un endorsement a 360 gradi da parte di Benedetto XVI nei confronti del pontificato tutto intero del papa regnante. Qualcuno che era in possesso di una copia della lettera che Benedetto XVI ha scritto – il 7 febbraio scorso – in risposta a una richiesta di mons. Viganò stesso. Questo qualcuno ha fatto sì che il collega Magister la ricevesse, e smontasse – almeno in parte, perché i titoloni sui giornali erano di ieri mattina, e non verranno corretti certamente, da colleghi fin troppo felici di mostrare che Ratzinger fa parte del Bergoglio fanclub – il giochetto.

Una «densa pagina teologica»

Benedetto XVI, Francesco e il giallo della lettera

La lettera del Papa emerito a sostegno di Francesco si è rivelata in realtà un'operazione mediatica gestita dal prefetto della Segereteria per le comunicazioni, monsignor Viganò, subito smascherata. 
papi
Se questo è il “dominus” della comunicazione in Vaticano, allora è bene che papa Francesco cominci a preoccuparsi seriamente. Stiamo ovviamente parlando di monsignor Dario Edoardo Viganò, potente prefetto della Segreteria per la Comunicazione, colui che sta rivoltando come un calzino tutti i media della Santa Sede per farne una efficientissima macchina da guerra con più bocche da fuoco concentrate sullo stesso obiettivo.

martedì 13 marzo 2018

I tempi sono gravi

Rivelazioni sul futuro di Gesù alla Beata Madre Elena Aiello, una mistica straordinaria del secolo scorso


Gli uomini offendono troppo Dio. Se io ti facessi vedere il numero dei peccati che si commettono in un sol giorno, ne moriresti dal dolore.
I tempi sono gravi. Il mondo è tutto sconvolto perché è diventato peggiore che ai tempi del diluvio. Il materialismo si avanza e continua la sua marcia segnata di sangue, in lotte fratricide. Vi sono segni evidenti e pericolosi per la pace. Il flagello sta passando sul mondo come l'ombra di una nube minacciosa, per testimoniare agli uomini che la giustizia di Dio preme sull'umanità e che la mia potenza di Madre di Dio contiene ancora lo scoppio dell'uragano. Tutto è sospeso come ad un filo: quando questo filo si spezzerà, la Giustizia divina piomberà sul mondo e compirà il suo terribile corso purificatore. Tutte le nazioni saranno punite perché molti sono i peccati che, come una marea di fango, ha ricoperto la terra. Le forze del male sono preparate a scatenarsi in ogni parte del mondo, con aspra violenza. Tremendo sarà lo sconvolgimento per quello che avverrà.

Il Grillo Parlante

Il doppio "stolto pregiudizio". Il testo integrale della lettera di Benedetto XVI


L'ufficio stampa della Santa Sede non ha diffuso il testo integrale della lettera inviata da Benedetto XVI lo scorso 9 febbraio al prefetto della Segreteria per la Comunicazione, monsignor Dario Edoardo Viganò.
Viganò ne ha però dato lettura (vedi foto) in occasione della presentazione alla stampa della collana "La teologia di papa Francesco", edita dalla Libreria Editrice Vaticana e fatta di undici opuscoli, di diversi autori, sui vari aspetti del magistero scritto e orale dell'attuale pontefice.
La lettera porta la data del 7 febbraio ed è in risposta a una precedente lettera di Viganò del 12 gennaio. Ma dato che è stata resa nota la sera del 12 marzo, vigilia del quinto compleanno dell'elezione a papa di Jorge Mario Bergoglio, al grande pubblico essa è arrivata come se fosse una sorta di "voto", più che buono, dato da Benedetto al suo successore, al termine del suo primo quinquennio.