ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 16 febbraio 2019

La consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria

La Russia è stata consacrata al Cuore Immacolato? L'esorcista padre Amorth DICE DI NO e spiega perchè...




A chi conosce l'inglese consiglio vivamente di leggere questa intervista clamorosa del giornalista Zavala a Padre Amorth pubblicata dopo la morte del famoso esorcista in cui quest'utimo aggiunge dettagli interessantissimi ed importantissimi anche sulla questione della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria.

Chief Exorcist Father Amorth: Padre Pio Knew The Third Secret and related it to the apostasy in the Church

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In ogni caso, per chi non leggesse inglese, ho personalmente realizzato una traduzione piuttosto fedele della sezione dell’intervista che riguarda la questione della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria.

Vorremmo sapere anche noi: di cosa ride?

E LUI RIDE !


E mentre i fedeli soffrono, lui ride! Colpisce la sua totale, rocciosa indifferenza alla sofferenza dei fedeli, oltre la sua grossolana, pesante comicità che peraltro fa ridere solo lui e quei 4 servitori che si è messo intorno 
di Francesco Lamendola  
  
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Una delle cose che più colpiscono nel modo di porsi del signore che il 13 marzo 2013 è stato eletto al pontificato da un conclave di cardinali massoni e passibili di scomunica, è, sotto il profilo antropologico, la sua totale, rocciosa, immutabile indifferenza alla sofferenza dei tanti fedeli che sono amareggiati, confusi e angosciati per le cose che quotidianamente lui fa e dice, sapendo benissimo di fare e dire cose che generano amarezza, confusione e angoscia, visto che le fa e le dice al preciso scopo di produrre tali sentimenti.  Ma il suo atteggiamento non si limita all'indifferenza, bensì va assai oltre: si compiace di una continua, grossolana, pesante comicità, che, peraltro, fa ridere lui solo - lui e quei quattro servitori che si è messo intorno. 

Scrissi o non scrissi?

La Recta Ratio e le variazioni magisteriali

fides-catholica-rivista-apologetica


di Silvio Brachetta.
Sono soprattutto i documenti del Concilio Vaticano II a generare il malinteso, per l’uso eccessivo di un linguaggio volutamente oscuro. Tutto questo ha dato ampia apertura, diretta o indiretta ai principi del laicismo e dell’indifferentismo religioso. Fontana ammette che una certa «confusione» dottrinale è oramai dilagante e sembra avere il culmine nel pontificato di papa Francesco. L’insegnamento magisteriale è oggettivamente «diventato lacunoso e impreciso»: si era sempre espresso con chiarezza, ma ora viene «detto al massimo per allusione indiretta quando addirittura non più detto».

Scordarsi anche d’essersi scordati..?

RADICI DELL'ERESIA BERGOGLIANA


Le radici rahneriane dell’eresia bergogliana. La sua è una confusione volutamente calcolata, che parte dalla teologia del gesuita Karl Rahner, erede della Nouvelle théologie e prima ancora del neotomismo della Scuola di Lovanio 
di Francesco Lamendola  

 0 SUPER PAPA burke a canterbury 

La maggior parte dei cattolici che si sentono feriti dal modo di agire e di parlare del signor Bergoglio e che non capiscono perché egli si comporti così, tende a pensare a lui come a un confusionario, forse anche in buona fede; come a un uomo di scarsa cultura teologica, che però dà l’assoluta preminenza a una pastorale del “fare”, a un cristianesimo attivo e misericordioso verso il prossimo, insofferente di dogmi e di rigidità dottrinarie. Costoro non si rendono conto che Bergoglio non è per niente un confusionario e che il suo modo di procedere nasce da una radice ben precisa: semmai la confusione è il risultato, perfettamente voluto e calcolato, della sua cosiddetta pastorale. 

Tu chiamalo se vuoi..spretato

McCarrick “spretato”. E Viganò chiede di chiamare le cose con il loro nome

    Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington, 88 anni, è stato ridotto allo stato laicale.
La Congregazione per la dottrina della fede rende noto oggi in un comunicato che il decreto conclusivo del processo penale a carico di McCarrick è stato emanato l’11 gennaio scorso.
L’accusato “è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in Confessione e violazioni del sesto comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale”. 

Promoveatur ut sileat

NUOVA NOMINA PER FARREL
McCarrick scaricato, ma il suo delfino fa carriera

Dopo l'incarico di Prefetto per la famiglia il Papa affida a Kevin Farrell il ruolo di camerlengo di Santa Romana Chiesa, praticamente il più alto in grado per gli affari Vaticani alla morte dei pontefici. Eppure Farrel è stato il principale tra i protetti del cardinal McCarrick. Che è stato ridotto allo stato laicale, mentre il suo "delfino" fa sempre più carriera. 




La nomina del cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per la famiglia e i laici a Camerlengo di Santa Romana Chiesa è stata interpretato da non pochi commentatori, specialmente oltreoceano come un segnale non incoraggiante per il summit che si aprirà la settimana prossima a Roma sugli abusi nei confronti dei minori. Kevin Farrell, come peraltro Cupich, Tobin, Wuerl, McElroy, è considerato uno degli esponenti del gruppo McCarrick, di quelli che l’ex cardinale suggeriva al Pontefice per posti di responsabilità nelle nomine episcopali e cardinalizie negli Stati Uniti, per contrastare quelli che venivano definiti “cultural warriors”. Cioè i vescovi che si opponevano alla politica antropologicamente devastante di Obama. Come già ampiamente atteso stamattina è arrivato il decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede che riduce allo stato laicale l’ex cardinale Theodore McCarrick, così da consentire al vertice sugli abusi sessuali che inizia giovedì di presentarsi all’appuntamento con un colpevole eccellente, ma questo non impedisce ai suoi protetti di fare carriera, e di assumere posti di rilievo nella Chiesa.

La tassa omoeretica

AUSTRIA/L'INTERVISTA
"Quella tassa non la pago più e ora mi negano la comunione"

Quella cattolica austriaca è una Chiesa protestantizzata: comunione a divorziati e gay che convivono, messe sporadiche, confessioni assenti, preti ribelli e sindacalizzati, parrocchie-bocciofile, chiese profanate da concerti rock e per la causa Lgbt. Così un italiano di 41 anni ha detto basta: "Ho smesso di pagare la tassa ecclesiastica, calcolata sull'1% del mio reddito". Ma le conseguenze per lui sono drammatiche: "La diocesi mi ha negato tutti i sacramenti e rischio un processo". Ecco la condizione in cui versano i cattolici che hanno detto no a una Chiesa mondana, capace, per i soldi, persino di negare la salvezza dell'anima a chi è in piena comunione. 
-QUEI PRETI CHE HANNO GIURATO DISOBBEDIENZA di Luisella Scrosati 

                            Un concerto blasfemo per la causa Lgbt nella cattedrale di Vienna

“A omosessuali conviventi e divorziati risposati danno ormai la comunione, io che ho deciso di non pagare più la tassa mi sono visto negare tutti i sacramenti. E se stessi per morire, mi verrebbero negati pure i conforti”. E’ la drammatica condizione nella quale si trova a vivere da alcuni mesi un italiano residente in Austria. Il suo racconto è un grido d’allarme che dovrebbe accendere più di un campanello sulle condizioni delle chiese tedesche e austriache, ormai palesemente protestantizzate e che si reggono economicamente sulla cosiddetta Kirchenbeitrag, la tassa ecclesiastica. In questa intervista rilasciata alla Nuova BQ, Alessandro de Cristoforo, spiega il perverso meccanismo di una Chiesa che da un lato violenta la dottrina e dall’altro si comporta come un esattore delle imposte qualunque capace di trattare i sacramenti come un semplice servizio da erogare.

L'infausta storia

Il tradimento dei gesuiti


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Nel XVI secolo la propaganda protestante – anche grazie all’inescusabile ritardo di una Roma restia a riformarsi dalla sua scandalosa corruzione persino dopo il terribile sacco del 1527 – dilagò ovunque in Europa, in curie diocesane, corti principesche, università civili e facoltà teologiche. La novità faceva agevolmente presa su clero e intellettuali disgustati della condotta della corte papale e dei presuli latitanti che vi soggiornavano stabilmente, anziché stare alla guida del loro gregge. L’atteso concilio finalmente convocato a Trento, seppure in extremis, fu più volte interrotto per anni. A molti la situazione sarebbe potuta sembrare disperata, ma la Provvidenza aveva già suscitato santi vescovi e fondatori che fornissero gli strumenti della rinascita: gesuiti, teatini, barnabiti, cappuccini e tanti altri sul campo di battaglia; nelle retrovie, a sostenere i combattenti con la preghiera e l’offerta di sé, le carmelitane riformate e, più tardi, le visitandine.

venerdì 15 febbraio 2019

Da semplice agnello si convertì in lupo

Rivelazioni incredibili: così cominciò la rovina di Giuda – e alla fine cadde anche in eresia!

              

Del malvagio apostolo Giuda dirò qualcosa di quanto mi è stato manifestato, sia perché lo richiede questa Storia, sia perché se ne sa di meno e infine perché servirà d'insegnamento ai peccatori, di proficuo esempio agli ostinati e di avvertimento ai poco devoti di Maria santissima. Ma potrà mai esserci qualcuno che lo sia poco verso una creatura adorabile come lei? Ella venne amata infinitamente da Dio stesso, dagli angeli con tutte le loro forze spirituali, dagli apostoli e dai santi con intimo e cordiale affetto; tutte le creature devono dunque gareggiare ad amarla, anche se il tutto sarà sempre meno di quel che merita. L'infelice Apostolo incominciò a deviare da questa strada maestra che conduce all'amore divino e ai suoi doni. La conoscenza che mi è stata data al riguardo perché ne scriva è quella che segue.

Un’apocalisse moderna per la Chiesa cattolica?

La Chiesa tra presente e passato

“La Chiesa non solo sopravvisse a una serie di problemi apocalittici, ma prosperò. Nessuna istituzione umana avrebbe potuto sopportare le persecuzioni, le eresie e gli scandali che la Chiesa cattolica ha sopportato, non solo nel XVI secolo, ma per più di 2.000 anni. Dio non ha abbandonato la sua Chiesa nel passato, per quanto terribili siano le circostanze, e non lo farà ora”.
Di seguito un articolo di Lawrence Grayson, nella mia traduzione.


San Pio V e la Battaglia di Lepanto del 1571
San Pio V e la Battaglia di Lepanto del 1571

I leader delle Conferenze episcopali mondiali e delle Chiese cattoliche orientali si incontreranno dal 21 al 24 febbraio in Vaticano per affrontare “il problema mondiale degli abusi sessuali sui minori“.

Papa Francesco ha dichiarato che questo è “uno dei crimini più vili e più odiosi che si possa immaginare”. L’incontro è un passo positivo, ma, per quanto grave sia la pedofilia, è solo una parte di un problema più ampio di attività omosessuale clericale e di sfruttamento sessuale di minori e adulti. Casi di abusi clericali sono stati segnalati in tutta Europa, Stati Uniti, Sud America, Sud America, India, Filippine, Australia e altri luoghi.

L’abbandono del principio cattolico



Alcuni lettori mi hanno chiesto di tornare su due temi trattati in passato e strettamente legati tra loro: laicismo e clericalismo. Così strettamente legati che si potrebbe scrivere Laicismo&Clericalismo, gemelli diversi, ma non troppo. Dunque, mi ripeto, ma su gentile richiesta.
Il concetto da cui partire è quello di laicità, invenzione prettamente anticristiana che solo dei cattolici senza midollo possono prendere per buono mettendosi al riparo della tranquillizzante reminiscenza che il termine laico appartiene in origine al linguaggio della Chiesa e indica la persona non consacrata. Ma questa derivazione linguistica è fasulla e non riguarda la sostanza, in quanto il laico inteso come non consacrato appartiene alla cristianità, mentre il laico comparso nell’epoca moderna appartiene alla laicità. Il laico che taglia teste cristiane in nome della libertà non ha ascendenza alcuna nel laico chiamato così per distinguerlo dal consacrato: è colui che pone nella società un ordine diverso da quello voluto da Dio.
L’idea di un laicismo che sarebbe la fase estrema e maligna di un concetto sano come la laicità è una delle tante facce dell’inganno in cui sono caduti i cattolici. Cosicché diventa praticamente impossibile opporre argomentazioni serie ai due cavalli di battaglia che sono stati utilizzati dal mondo laico per aggredire il concetto di Regalità sociale di Nostro Signore. Il primo sta nell’idea che lo stesso Gesù Cristo avrebbe sancito la separazione tra Chiesa e Stato affermando: “Date a Cesare ciò che è di Cesare, date a Dio ciò che è di Dio”. Il secondo sostiene che la laicità e poi il laicismo sarebbero nati per sostenere le ragioni della libertà in contrapposizione al clericalismo.
Rispondere al primo dei due cardini della laicità è molto semplice. Cesare è un uomo e quindi deve a Dio quel che gli devono tutti gli altri uomini. Anzi, deve a Dio più di quanto gli debbano gli altri, perché ha una grande responsabilità sul destino eterno dei cittadini. San Tommaso, nel De regimine principum scrive: “Il fine della vita onesta che qui viviamo è la beatitudine celeste. Perciò rientra nei compiti del re curare la vita onesta della moltitudine, perché concorre al conseguimento della beatitudine celeste, comandando le cose che portano alla beatitudine celeste e proibendo, per quanto è possibile, quelle che le sono contrarie. Quale sia poi la via alla vera beatitudine e quali siano le cose che la ostacolano si conosce dalla Legge divina, il cui insegnamento rientra nel compito dei sacerdoti, secondo quanto dice Malachia”.
Se il primo argomento utilizzato dai laici è falso sul piano dottrinale, il secondo è falso sul piano storico. Si dice che la laicità e poi il laicismo sarebbero nati in contrapposizione al clericalismo per difendere le ragioni della libertà. In realtà, è vero il contrario. Dalla fine del XIII secolo, nella storia europea è iniziato un singolare fenomeno. I laici, questa volta nel senso di non consacrati appartenenti alla cristianità, hanno progressivamente demandato al clero il dovere di essere religioso anche per conto loro. Poco alla volta, i prìncipi e poi la gente comune si sono allontanati dalla necessità di improntare alla fede ogni istante della loro vita pubblica e privata. Ma, demandando a un ceto preposto il dovere di essere religioso per proprio conto, si sancisce il fatto di essere completamente laici, non più nel senso di non consacrati. Si è passata la linea oltre la quale il termine laico muta radicalmente natura e indica un concetto opposto a quello precedente. Il laico non è più il non consacrato che vive secondo religione, ma diviene colui che non ha più niente a che fare con la dimensione religiosa e ripudia la fede come criterio fondante della sua vita, dapprima solo pubblica e poi, inesorabilmente, anche privata: è nata la laicità.
A sua volta, il clero che assume imprudentemente il compito assegnatogli dall’uomo laicizzato, diventa, perdoni il gioco di parole, un clero clericale. Inizialmente applica arbitrari atti di imperio nel campo religioso, ma poi finisce per farlo anche nel campo civile. Questa è effettivamente ingerenza. Ma non è l’ingerenza della Chiesa, non è l’ingerenza della religione: è l’ingerenza di un clero clericalizzato inventato dalla laicità. Questo è tanto vero che il laico è ben contento di avere davanti a sé un clericale, invece che un cattolico. Perché quest’ultimo tornerà sempre all’unica regola del suo agire in campo civile: la Regalità sociale di Nostro Signore, cioè il dovere di fare in modo che Cristo regni sempre e il più possibile su questa terra. Se il cattolico rinuncia senza problemi ai suoi interessi economici e politici per salvare i princìpi, il clericale rinuncia senza problemi ai princìpi per salvare gli interessi economici e politici. Un partitino che usurpa il simbolo della Croce e l’otto per mille, valgono bene una Messa.
Romano Amerio, nel suo Iota Unum, parlando del Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica, firmato nel 1984, riporta l’articolo 1 del protocollo addizionale: “Si considera non più in vigore il principio originariamente richiamato nei Patti Lateranensi della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano”. E poi commenta così: “Questo dispositivo del nuovo patto implica l’abbandono del principio cattolico secondo il quale l’obbligazione religiosa dell’uomo oltrepassa l’ambito individuale e investe la comunità civile. Questa deve come tale avere un riguardo positivo verso la destinazione ultima dell’umana convivenza a uno stato di vita trascendente. Il riconoscimento del nume è un dovere non puramente individuale, ma sociale. Oggi la Chiesa chiama laicità quello che ieri chiamava laicismo”.
Mi pare che non si possa fotografare in modo più impietoso il dramma in atto. Oppure si pensi, per esempio, a un mondo cattolico che, dopo aver combattuto contro la legge sull’aborto, oggi la difende sostenendo che è la migliore del mondo, ma, purtroppo, non viene applicata integralmente. Una metamorfosi prodottasi in soli trent’anni.
Altro esempio veramente clamoroso è stata la cosiddetta vittoria al referendum sulla fecondazione assistita. Il fatto che nella consultazione popolare non sia stato raggiunto il quorum è stato salutato come un successo del mondo cattolico e del genio del cardinale Ruini. Ma nessuno ha avuto il coraggio e l’onestà di dire che quel referendum non passò semplicemente perché nessuno è andato a votare e la maggior parte degli astenuti era composta da gente più interessata al weekend che alla difesa della legge naturale. Senza contare che si fece passare truffaldinamente per cattolica una normativa che alla prova dei princìpi e dei fatti non lo è.
Il problema di fondo non è una questione di strategia, di impegno o di attivismo: è la fiacchezza della fede. Sempre e solo grazie al vigore della fede i cristiani hanno avuto intelligenza e coraggio per ridurre alla ragione gli avversari di Cristo. Penso sempre con ammirazione e devozione all’esempio di Sant’Antonio Abate, che, come racconta Sant’Atanasio, tenne testa ai ragionamenti dei filosofi greci opponendo la fede in Cristo: “I filosofi greci si giravano da una parte all’altra imbarazzati. Allora, Antonio sorrise e disse di nuovo tramite l’interprete: ‘Si vede a prima vista che tali dottrine hanno in se stesse la loro condanna, ma poiché voi vi fondate soprattutto su dei ragionamenti e siete esperti in quest’arte e volete che anche noi non adoriamo Dio prima di aver dimostrato con discorsi la nostra fede, diteci anzitutto: in che modo avviene la conoscenza della realtà e in particolare quella di Dio, mediante dimostrazioni verbali o mediante l’operare della fede? E che cosa è più antico, la fede operante o la dimostrazione per argomenti?’.
Quelli risposero che era più antica la fede operante e che in essa consisteva la vera conoscenza; Antonio allora disse: ‘Avete detto bene, perché la fede nasce da una disposizione dell’anima, la dialettica, invece, dall’arte di chi l’ha composta. Per quelli che possiedono la fede operante, dunque, non è necessaria ed è forse superflua la dimostrazione per argomenti. Quello che noi comprendiamo per fede, voi cercate di dimostrarlo a parole e spesso non riuscite nemmeno a esprimere quello che noi comprendiamo. E così è migliore e più sicura la fede operante che non i vostri ragionamenti sofistici. Noi cristiani non abbiamo ricevuto il mistero tramite la sapienza dei discorsi greci, ma nella potenza della fede che ci viene data da Dio in Gesù Cristo. Ed ecco la prova della verità di quel che diciamo: noi non abbiamo appreso le lettere, eppure crediamo in Dio e riconosciamo per mezzo delle sue opere la Provvidenza universale. La nostra fede è efficace e ne è la prova il fatto che noi facciamo assegnamento sulla fede in Cristo, voi, invece, su discussioni filosofiche sofistiche. L’illusione dei vostri idoli crolla, la nostra fede invece si diffonde ovunque.  Con i vostri ragionamenti e i vostri sofismi non convincete nessun cristiano a passare dal cristianesimo al paganesimo, mentre noi, insegnando la fede in Cristo, indeboliamo la vostra superstizione perché tutti riconoscono che Cristo è Dio e figlio di Dio. Voi con la vostra eloquenza non riuscite a ostacolare l’insegnamento del Cristo; noi, invocando il nome di Cristo crocifisso, mettiamo in fuga tutti i demoni che voi temete come dei. E là dove si fa il segno della croce la magia perde ogni forza e i sortilegi non hanno più efficacia”.
Un integralista? Un massimalista? Un pazzo? Cos’altro potrebbe dire un cristianuccio di oggi di un gigante simile? Eppure sono questi integralisti, questi massimalisti, questi pazzi che fanno bene al mondo. Non quelli che ci vanno a letto insieme, financo nelle stanze di Santa Marta.
 – di Alessandro Gnocchi

La grande assente

TROVARE E PERDERE LA FEDE


Come si perde la fede e come la si trova. La fede è un dono di Dio che tutti possono chiedere ma con la grande assente della modernità:"l'umiltà". Fede e ragione non sono nemiche, ma sono due strade parallele per giungere a Dio 
di Francesco Lamendola  

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Il problema della civiltà moderna è la perdita della fede e il rifiuto di Cristo: tutti gli altri problemi derivano da questo. Ed è un problema che si pone in termini particolari per l’Europa, che del cristianesimo è stata la culla e che da esso, a sua volta, è stata formata, educata e resa adulta. Senza il cristianesimo, l’Europa non esisterebbe; eppure, a un certo punto della sua storia, essa ha preteso di farne a meno, ha voluto sbarazzarsene, ha preteso di relegarlo fra le “leggende” e fra i “miti” di uno stadio di civilizzazione ancora immaturo e fanciullesco. Pertanto il rifiuto di Cristo, per l’Europa, si pone in termini diversi dagli altri continenti: esso è anche un rifiuto di se medesima, delle proprie radici, della propria identità. 

Senza misericordia

“Tolleranza zero”. La parola d’ordine di una Chiesa senza misericordia


Sono due i peccatori per i quali, nella predicazione di papa Francesco, non c’è mai un briciolo di misericordia: i corrotti e i colpevoli di abusi sessuali su minori.
Contro questi ultimi la parola d’ordine è “tolleranza zero”. Francesco, nella conferenza stampa di ritorno dal viaggio in Cile e Perù, ha attributo a Benedetto XVI d’aver adottato per primo questa formula. Ma in realtà essa non appare in nessun documento e discorso di papa Joseph Ratzinger e nemmeno nella “Dallas Charter” dei vescovi degli Stati Uniti del 2002, mentre al contrario è continuamente riproposta dall’attuale papa come sua stella polare nell’azione di contrasto agli abusi, da ultimo nella “Lettera al popolo di Dio” dello scorso 20 agosto.

La puzza di imbroglio

"Operazione Sodoma", l'assalto gay alla Chiesa

L'uscita contemporanea del libro "Sodoma" in 20 paesi e in 8 lingue, prevista per il 21 febbraio, si presenta come una grande operazione mediatica allo scopo di promuovere la legittimazione dell'omosessualità nella Chiesa. Ma potrebbe rivolgersi contro quel papa Francesco che l'autore vuole invece sostenere.



Nessuno è più convinto di noi che ci sia un problema omosessualità nel clero, ne parliamo da anni, da quando ancora nessuno dei grandi media se ne interessava. Ma proprio per questo l’operazione “Sodoma”, ovvero il libro che, tradotto in otto lingue, uscirà contemporaneamente in venti paesi il prossimo 21 febbraio, puzza di imbroglio lontano un miglio. Si presenta come un grande lavoro scientifico: l’autore, Frédéric Martel, è un sociologo francese che afferma di aver intervistato nell’arco di quattro anni 41 cardinali, 52 vescovi, 45 nunzi apostolici, decine di guardie svizzere e tanti altri per un totale di 1500 persone, tra quanti interpellati in Vaticano e in giro per il mondo. Il risultato è un volume di quasi 600 pagine, il cui dato più clamoroso è che in Vaticano quattro preti su 5 sarebbero omosessuali.

giovedì 14 febbraio 2019

La strategia del terrore

Bergoglio - Manuale per distruggere il cattolicesimo e confondere le menti.



Papa Francesco" che sarebbe più veritiero chiamare il signor Bergoglio sta distruggendo 2000 anni di storia della chiesa attraverso una strategia del terrore che paralizza i consacrati e una serie di affermazioni che confondono le menti dei fedeli.

Il Decimo Toro
ttps://www.youtube.com/watch?v=53riCjMl_gk

Politicamente scorrettissimo

La controstoria (polemica) di Gotti Tedeschi

Si intitola Colloqui minimi il nuovo libro di Ettore Gotti Tedeschi, edito da Fede & Cultura. Si tratta di una serie di chiacchierate, chiamiamole così, tra l’autore e personaggi del calibro (per citarne solo alcuni) di San Michele Arcangelo, Abramo, Isacco, Giacobbe,  Mosè, il re Davide, il profeta Isaia, Pitagora, Confucio, Socrate, Platone, Ponzio Pilato, San Paolo, Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Francesco d’Assisi, papa Bonifacio VIII, Tommaso Moro, Martin Lutero, Calvino, Shakespeare, Galileo,  Rousseau, Kant…

Taci, che fai carriera!

KEVIN FARRELL NOMINATO CAMERLENGO. I PROTETTI DI MCCARRICK FANNO CARRIERA.


L’ex cardinale Theodore McCarrick forse sarà presto punito per le sue malefatte, ma i suoi uomini fanno carriera. Il Pontefice ha nominato oggi il cardinale Kevin Farrell Camerlengo di Santa Romana Chiesa. La carica era rimasta scoperta dal 5 luglio scorso, con la morte del cardinale francese Jean-Louis Tauran. 

Cattolici silenziosi?

Tra i sostenitori e i detrattori del Papa preferisco gli amici di Cristo

Così, per criticare una faziosità, sono precipitato in una faziosità ancora peggiore

Il Papa con la sciarpa del San Lorenzo (foto LaPresse)

Per aver detto, sarà stata la millesima volta, che non considero cattolico il tifo calcistico, e dunque anche il tifo di Papa Francesco per la squadra argentina del San Lorenzo (così come in passato il tifo sampdoriano del Cardinale Bertone), sono stato colpito da una piccola ondata di apprezzamenti da parte dei nemici del Papa. 

La forza di liberarsi dalla schiavitù del male

SCEMPIO DELLA VERA DOTTRINA


La lotta che Satana ha scatenato contro la Chiesa. Dialogo, libertà religiosa, peccato liberalizzato: è diventato luterano, il signore argentino? Perché tutti questi sacerdoti assistono inerti allo scempio della vera dottrina ? 
di Francesco Lamendola  
 0 18 volto e muro

C’è una voce oggi quasi dimenticata, che invece merita di essere nuovamente ascoltata e meditata, quella di monsignor Giuseppe Del Ton (Dignano d’Istria, 29 giugno 1900-Vaticano, 1° marzo 1997), bella figura di sacerdote umanista di vecchio stampo, eccellente filologo classico, professore di lingua greca e latina, storico, teologo, traduttore della Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea e autore perfino di poesie in greco e latino, nonché osservatore attento e sensibilissimo dei fenomeni sociali; uno che fin dagli anni ’70 del Novecento vedeva chiaramente, per usare le sue precise parole, la lotta che Satana in persona ha lanciato contro la Chiesa cattolica, e denunciava il clima di resa generale alle mode del mondo moderno, l’indifferentismo, il relativismo e il lassismo etico. 

"Battaglia dottrinale"?

"L'ottanta percento dei sacerdoti del Vaticano è omosessuale"

Vaticano, il libro di Frederic Martel su omosessulità e Santa Sede sta per essere pubblicato. Quali cardinali vengono citati nel testo?


Sodoma, il libro su Vaticano e omosessualità di Frèderic Martel di cui abbiamo parlato più volte, rischia di sollevare una vera e propria bufera dalle parti di piazza San Pietro.
Pure perché uscirà a ridosso del delicato summit sugli abusi, che papa Francesco ha convocato per il prossimo 21 febbraio. Quello attorno al quale potrebbe nascere una vera e propria "battaglia dottrinale". Alcuni presuli conservatori, infatti, tendono a legare gli scandali emersi in questi mesi al diffondersi nella Chiesa cattolica delle "pratiche omosessuali". Per il papa e per altri, invece, la radice va rintracciata nel "clericalismo". L'opera che sta per essere pubblicata, insomma, potrebbe giocare un ruolo nel corso del dibattito.

L'odore del caprone

Bergoglio rifiuta l’invito del sindaco di Orleans
per la festa di Santa Giovanna d’Arco



Pronto, sono papa Francesco, diamoci del tu

Era il 22 agosto 2013, appena cinque mesi dopo l’elezione a Papa, quando Bergoglio, con una telefonata, volle dare un segno per meglio caratterizzare il suo pontificato. Tutti i mezzi d’informazione si sbracciarono per elogiare la “semplicità” del Papa che predilige l’“odore delle pecore”.
Il gesto, così “alla mano”, aggiungeva un nuovo tassello al mosaico che Bergoglio incominciò a costruire da subito -  col suo ridicolo “buonasera” del 13 marzo 2013 - per comporre un quadro dove il Papa cede vistosamente il posto all’uomo qualunque capitato come per caso nella piccola Città del Vaticano.

mercoledì 13 febbraio 2019

Un sostenitore della “riforma” di papa Francesco:

Un pamphlet LGBT contro la Chiesa
   
                             
(Roberto de Mattei) Un pamphlet LGBT contro la Chiesa. Il titolo è Sodoma e l’autore Frédéric Martel, un noto attivista LGBT francese. Il libro però è nato in Italia, nel corso di un colloquio tra l’autore e l’editore Carlo Feltrinelli, figlio di Gian Giacomo, l’editore-terrorista morto il 14 marzo 1972, mentre poneva una bomba su un traliccio dell’Enel di Segrate. Sodoma sarà presentato nei prossimi giorni in otto lingue e una ventina di Paesi. Il lancio ufficiale avverrà il 21 febbraio, in concomitanza con l’apertura del vertice vaticano dedicato agli abusi sessuali sui minori. Si tratta dunque di una possente operazione mediatica, che ha come bersaglio la Chiesa cattolica. L’autore del libro, Frédéric Martel, presentato dalla stampa con i titoli, di volta in volta differenti di sociologo, ricercatore, storico, ha raggiunto una certa popolarità per il suo ultimo saggio, tradotto in varie lingue, Global Gay, (pubblicato in Italia da Feltrinelli), dedicato all’odierna marcia trionfante del movimento gay in tutto il mondo.

Una giustizia incompleta

Punire l’ex card. McCarrick è necessario ma non sufficiente. Ecco perché.

Come già riportato in un mio precedente post (qui,) si fanno sempre più insistenti le voci, confermate da più fonti, che l’ex card. Theodore McCarrick, ora arcivescovo, possa essere ridotto allo stato laicale, come esito di un “processo amministrativo” per abusi sessuali.
Sui giornali si dice che si è usato il processo “amministrativo”, anziché quello canonico, perché più rapido, in modo da raggiungere il verdetto entro la data di inizio del summit mondiale dei presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo (comprese altre personalità) che si riunirà per tre giorni in Vaticano a partire dal 21 febbraio prossimo. Qualcuno ha notato la coincidenza dei due eventi, ipotizzando che si volesse dar risalto alla laicizzazione di McCarrick per dare un segno alle tante voci critiche, ma soprattutto alla comunità dei fedeli nel mondo, che sull’argomento degli abusi sessuali in Vaticano si fa sul serio, c’è la “tolleranza zero”.

Una minoranza nella minoranza

Camillo Langone: “Papa Francesco? Un blasfemo insensibile alla bellezza”

Intervista al primo (e unico) critico liturgico italiano che ha recensito più di 200 messe in tutta Italia: "Sono contrario all’esistenza dell’Islam. Non uso mai la parola migranti, che si può utilizzare per la migrazione delle rondini. Esistono gli invasori, che arrivino senza i mitra"





Quando cerco di indagare nel suo privato risponde con una citazione lapidaria di Francesco Bacone: “Chi ha moglie e figli ha dato ostaggi alla fortuna; perché essi sono impedimenti alle grandi imprese”. Eppure, nonostante la ritrosìa a parlare della sfera personale – e forse grazie all’ottima bottiglia di vino condivisa – l’intervista a Camillo Langone si è rivelata più “intima” di quanto mi aspettassi.

"Una distrazione”?

Inno a Satana: l’appello degli esorcisti italiani a Virginia Raffaele

Che un palco come quello di Sanremo si trasformasse in un attimo, anche solo per pochi secondi, in un inquietante “pulpito” è cosa davvero degna del più esperto “prestigiatore”. Fra “forme e luci”, in un gioco affascinante di “onde armoniche”, il pubblico assiste sereno e divertito al succedersi delle performance musicali.
Improvvisamente, dal “golfo mistico posteriore” del palcoscenico, compare uno sfondo a scacchi dalle facciate rosse, nere e verdi dando inizio alla performance della bravissima Virginia Raffaele.
Divertentissimo il suo sketch comico parodiando la canzone classica “Mamma” di Beniamino Gigli. Ma è solo un attimo, pochi secondi e quel palco, con quel gioco “armonico di luci e di colori diventa un “pulpito” da cui per ben 5 volte viene invocato il nome di Satana. (Qui il video)

Il “fai-da-te”

CORSI AD HOC IN AUSTRIA
Divorziati "risposati", il nuovo inizio sa di condanna

“Neu beginnen”, “nuovo inizio” è il nome dell’iniziativa della diocesi di Innsbruck per i divorziati "risposati". A tenerla è una coppia irregolare. E al termine del percorso si deciderà se accostarsi alla comunione. È proprio di un’autorità malata lasciare alla decisione personale ciò che dovrebbe invece essere fermamente proibito.


                            Il vescovo con la coppia di "sposi" e un operatore

“Neu beginnen”, “nuovo inizio” è il nome dell’iniziativa della diocesi di Innsbruck per “camminare insieme” a quelle persone che hanno visto fallire il loro primo matrimonio e si sono riaccompagnate o risposate. Il progetto che prenderà il via nella prossima primavera è stato presentato dal Vescovo, mons. Hermann Glettler, insieme a tre collaboratori, lo scorso 25 gennaio. Si tratta di seminari di 4 incontri in alcune città del Tirolo tenuti da “un pastore d’anime” e da una coppia che accompagneranno i convenuti.

Ma le domande sono ancora lì

RIDOTTO ALLO STATO LAICALE
McCarrick, atto finale. Ma restano ombre su coperture

Voci insistenti danno per oggi la sentenza sul cardinale McCarrick: la riduzione allo stato laicale del porporato predatore. Ma restano ombre pesanti. A cominciare dal processo del quale non si sa nulla per finire con le ombre sui vertici ecclesiastici che lo hanno protetto fino allo scoppio dell'inchiesta penale che lo ha inchiodato. 



Voci insistenti – l’ultimo a parlarne il sito para-vaticano Il Sismografo – vogliono che oggi alla Congregazione per la Dottrina della Fede si chiuda l’inchiesta amministrativa contro l’ex cardinale Theodore McCarrick, e che la sentenza in realtà sia già stata pronunciata: la riduzione, come si usava dire un tempo, allo stato laicale. Da quanto si dice l’inchiesta è stata svolta con estrema rapidità perché il Pontefice voleva che lo scandalo dell’ex cardinale si risolvesse prima del summit di febbraio dei vertici delle Conferenze episcopali per affrontare il tema degli abusi sui minori. E probabilmente anche la sentenza risente di questo clima: papa Francesco, a dispetto delle perplessità che circondano la sua gestione non solo del cardinale McCarrick, ma anche di altri casi spinosi (il vescovo cileno Barros, padre Grassi in Argentina, il vescovo di Oràn Zanchetta, per cui ha creato il posto inedito di assessore all’APSA sono i primi tre che vengono alla mente) vuole arrivare al summit circondato da un’aureola di tolleranza zero.

martedì 12 febbraio 2019

“Non inquinare”

Papa Francesco inventa il peccato contro l’ambiente




Durante l’udienza di sabato scorso concessa ai docenti e agli studenti dell’Accademia Alfonsiana fondata dai Redentoristi, Papa Francesco ha inventato un nuovo «peccato»!
Il peccato contro l’ambiente, che si inscrive nel quadro della sua enciclica ecologica: Laudatosi’:

«Mi fa riflettere il fatto che quando amministro la Riconciliazione – anche prima, quando lo facevo – raramente qualcuno si accusa di aver fatto violenza alla natura, alla terra, al creato», ha dichiarato.   

«Non abbiamo ancora coscienza di questo peccato», ha continuato il Pontefice argentino, evocando « il grido della terra, violentata e ferita in mille modi dallo sfruttamento egoistico ».

« La dimensione ecologica è una componente imprescindibile della responsabilità di ogni persona e di ogni nazione».

Anche dei non cattolici percepiscono, in questi nostri tempi d’apostasia in cui tutte le regole morali sono allegramente disprezzate dalla massa mondiale, l’incongruità di una tale dichiarazione.
Lo scrittore e giornalista Benoît Rayski ne dà una prova magistrale in una breve, ma piccante satira:

«Il Sommo Pontefice è un uomo decisamente moderno. Ha appena richiamato i fedeli a “riconoscere i loro peccato contro l’ambiente”. E questo fa soffrire Papa Francesco.

«Triste e amaro, ha dichiarato: “quando amministro la confessione raramente qualcuno si accusa di aver fatto violenza alla natura, alla terra, al creato”!

«Piangiamo con lui. Dobbiamo compatire la sua triste sorte.Quando dev’essere grande la sua stanchezza nell’ascoltare senza posa i “ho fornicato prima del matrimonio“ o “ho desiderato la moglie del mio vicino”! Quale noia insopportabile ascoltare delle banalità del genere “ho rubato in un negozio” o “ho mentito a mia madre”!

«“ho gettato un sacco di plastica nel mare” o “ho dimenticato di riciclare la mia spazzatura”, queste sì che apporterebbero un vero tocco di freschezza ad una confessione divenuta col tempo talmente monotona.

«E tuttavia, Papa Francesco ha torto a prendersela con i fedeli. Il male fondamentale e iniziale – il peccato originale (non quello di Adamo ed Eva) – sta nella Bibbia. I dieci comandamenti sono un garbato guazzabuglio. Manca l’undicesimo ed essenziale comandamento: “Non inquinare”. D’altronde Mosè è stato un inquinatore di prima grandezza: ha prosciugato un fiume per raggiungere la Terra Promessa.

«Lo stesso vale per i sette peccati cardinali, che parlano stupidamente di lussuria, di pigrizia, di avidità. Dov’è l’ottavo? Talmente indispensabile ed essenziale: “Rispettare l’erba verde e i piccolo fiori”.
Ma devo riconoscere – carissimo Santo Padre – che io scrivo solo per il mio piacere personale. Infatti, io non sono, non sono affatto cattolico».



di Francesca de Villasmundo

Pubblicato su Medias Presse Info


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2824_De-Villasmundo_Francesco_inventa_nuovo_peccato.html
J. M. Bergoglio e l’educazione sessuale




Il 28 gennaio 2019, durante il viaggio in aereo di ritorno dalla “Giornata mondiale della Gioventù” (GMG) svoltasi a Panama, J.M. Bergoglio, come è ormai sua abitudine, ha elargito una perla delle sue solite interviste. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha parlato del “sesso” e dell’educazione sessuale. Evidentemente tali parole di Bergoglio non pretendono essere l’espressione di un magistero solenne e infallibile; esprimono tuttavia il suo pensiero manifestato nella sua maniera tipica di abbordare questioni delicate, che andrebbero affrontate con estrema attenzione e competenza, ma che invece sono presentate con una naturalezza dissacrante e riassunte in poche battute. Egli si esprime piuttosto come dottore privato, ma nell’immaginario collettivo le sue parole sono comunque recepite come parole del Papa e hanno forse molta più influenza di tanti documenti ufficiali poiché “lo ha detto il Papa” “quindi si può fare… quindi non c’è niente di male…”.

Lo scopo di quest’articolo è mettere a confronto le parole di “Francesco” con l’insegnamento ortodosso dei Papi “preconciliari”, e fare qualche semplice riflessione.

Le parole di Bergoglio

Parlando della delicata questione dell’educazione sessuale ha detto:
«Nelle scuole bisogna dare un’educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un’educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un’educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona. Il sesso come dono di Dio deve essere educato, non con rigidezza, educare viene da ‘e-ducere’, trarre il meglio dalla persona e accompagnarla nel cammino. Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale o di ogni unità scolastica: che maestri si trovano per questo, che libri di testo… Io ne ho viste di tutti i colori… Bisogna avere l’educazione sessuale per i bambini. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori. Non sempre è possibile, per tante situazioni della famiglia, o perché non sanno come farlo. La scuola supplisce a questo, e deve farlo, altrimenti resta un vuoto che viene riempito da qualsiasi ideologia» [1]. 

È da notare che queste affermazioni di “Francesco” non sono una novità e si trovano già espresse in Amoris Lætitia in un paragrafo intitolato “Si all’educazione sessuale” [2] in cui, riprendendo la Gravissimus educationis di Paolo VI del 1965, si spiega in lungo e in largo la necessità e l’utilità dell’educazione sessuale.
La gente è ormai talmente abituata, dopo il Concilio, a vedere contraddetto il Magistero della Chiesa in tutto quello che ci ha insegnato precedentemente, che ormai la cosa sembra non scioccare più di tanto i fedeli.


L’insegnamento del magistero “preconciliare”
Qual è il pensiero della Chiesa sulla questione dell’educazione sessuale?
Cosa hanno detto i Papi del passato (prima del Concilio Vaticano II evidentemente)?
A chi spetta il dovere di trattare e curare l’educazione in questa materia così spinosa?



Pio XI

Pio XI nella sua Enciclica Divini illius Magistri, sull’educazione, del 31 dicembre 1929, dichiarava erronea l’educazione sessuale come si presentava ai suoi tempi, cioè una informazione naturalistica, impartita precocemente e indiscriminatamente. Ecco le sue parole:

«Massimamente pericoloso è poi quel naturalismo, che ai nostri tempi invade il campo dell’educazione in argomento delicatissimo come è quello dell’onestà dei costumi.

«Assai diffuso è l’errore di coloro che, con pericolosa pretensione e con brutta parola, promuovono una così detta educazione sessuale, falsamente stimando di poter premunire i giovani contro i pericoli del senso con mezzi puramente naturali, quale una temeraria iniziazione ed istruzione preventiva per tutti indistintamente, e anche pubblicamente, e peggio ancora, con l’esporli per tempo alle occasioni, per assuefarli, come essi dicono, e quasi indurirne l’animo contro quei pericoli.

«Costoro errano gravemente, non volendo riconoscere la nativa fragilità della natura umana e la legge, di cui parla l’Apostolo, ripugnante alla legge della mente (Rom 7, 23) e misconoscendo anche l’esperienza stessa dei fatti, onde consta che, segnatamente nei giovani, le colpe contro i buoni costumi non sono tanto effetto dell’ignoranza intellettuale quanto principalmente dell’inferma volontà, esposta alle occasioni e non sostenuta dai mezzi della Grazia.

«In questo delicatissimo argomento, se, considerate tutte le circostanze, qualche istruzione individuale si rende necessaria, a tempo opportuno, da parte di chi ha da Dio la missione educativa e la grazia di stato, sono da osservare tutte le cautele notissime all’educazione cristiana tradizionale, sufficientemente descritte dal citato Antoniano [3], là dove dice: “Tale e tanta è la miseria nostra, e l’inclinazione al peccato, che spesse volte dalle medesime cose che si dicono per rimedio dei peccati si prende occasione ed incitamento allo stesso peccato.”

«Pertanto importa sommamente che il buon padre, mentre ragiona col figliuolo di materia così lubrica, stia bene avvertito, e non discenda ai particolari ed ai vari modi, con i quali quest’idra infernale avvelena tanta parte del mondo, acciò non avvenga che invece di estinguere questo fuoco, lo desti e lo accenda imprudentemente nel petto semplice e tenero del fanciullo.

Generalmente parlando, mentre ancora continua la fanciullezza, basterà usare quei rimedi che con l’effetto istesso introducono la virtù e chiudono l’ingresso al vizio».

A questa enciclica fece seguito un Decreto del S. Ufficio del 21 marzo 1931 (AAS 23 (1931) pp. 118-119) proprio sull’educazione sessuale.
Alla domanda:
« Se si possa approvare il metodo che viene chiamato della “educazione sessuale” o “iniziazione sessuale”».
Si risponde: «Negativamente: si deve assolutamente osservare il metodo di educazione della gioventù fino ad oggi usato dalla Chiesa e dai Santi e raccomandato dal Santo Padre nella Lettera Enciclica “Sulla educazione cristiana della gioventù” del 31 dicembre 1929. Si deve cioè innanzi tutto aver cura dei giovani d’entrambi i sessi con una formazione religiosa piena, sicura, ininterrotta; e in loro si deve suscitare la stima, il desiderio e l’amore per l’angelica virtù; si deve poi soprattutto inculcare in loro che si applichino alla preghiera, che siano assidui al Sacramento della Penitenza e della SS.ma Eucaristia, che seguano la devozione filiale alla Beata Vergine, Madre della santa purità, e si affidino totalmente alla sua protezione; che evitino accuratamente le letture pericolose, gli spettacoli osceni, le conversazioni disoneste e qualunque occasione di peccato. Quindi in nessun modo si può approvare quanto viene scritto e pubblicato, specialmente in questi ultimi tempi, anche da qualche autore cattolico, per difendere tale nuovo metodo» [4].





Pio XII

Il magistero di Pio XII completa l’insegnamento del suo predecessore:

« Voi infine, con la vostra perspicacia di madri e di educatrici, grazie alla fiduciosa apertura di cuore che avrete saputo infondere nei vostri figli, non mancherete di scrutare e discernere l’occasione e il momento, in cui certe ascose questioni presentatesi al loro spirito avranno originato nei loro sensi speciali turbamenti. Toccherà allora a voi per le vostre figlie, al padre per i vostri figli, — in quanto apparisca necessario, — di sollevare cautamente, delicatamente, il velo della verità, e dare loro risposta prudente, giusta e cristiana a quelle questioni e a quelle inquietudini. Ricevute dalle vostre labbra di genitori cristiani, all’ora opportuna, nell’opportuna misura, con tutte le debite cautele, le rivelazioni sulle misteriose e mirabili leggi della vita saranno ascoltate con riverenza mista a gratitudine, illumineranno le loro anime con assai minor pericolo che se le apprendessero alla ventura, da torbidi incontri, da conversazioni clandestine, alla scuola di compagni mal fidi e già troppo saputi, per via di occulte letture, tanto più pericolose e perniciose, quanto più il segreto infiamma l’immaginazione ed eccita i sensi. Le vostre parole, se assennate e discrete, potranno divenire una salvaguardia e un avviso in mezzo alle tentazioni della corruzione che li circonda, “che saetta previsa vien più lenta” » [5].

Parlando “Ai genitori francesi” nel 1951, sempre Pio XII affermava:

«Vi è un terreno sul quale questa educazione dell’opinione pubblica, la sua rettificazione, si impone con urgenza tragica. Essa si trova su questo terreno pervertita da una propaganda che non si esita a dire funesta, benché certe volte abbia l’origine da fonte cattolica e miri a farsi strada fra i cattolici, e coloro che la promuovono non sembrino avvedersi che sono illusi dallo spirito del male. Intendiamo qui parlare di scritti, libri e articoli riguardanti l’iniziazione sessuale che oggi bene spesso ottengono enormi successi librari e inondano il mondo intero, impadronendosi dell’infanzia, sommergendo la nuova generazione, turbando i fidanzati e gli sposi novelli. Con tutta la gravità, l’attenzione e il decoro che l’argomento comporta, la Chiesa ha trattato il punto riguardante l’istruzione su questa materia come la consigliano o reclamano, sia lo sviluppo fisico e psichico normale dell’adolescente, sia i casi particolari delle diverse condizioni individuali. La Chiesa può a buon diritto dichiarare che, profondamente rispettosa della santità del matrimonio, ha in teoria e in pratica lasciati liberi gli sposi in ciò che l’impulso di una natura sana e onesta concede senza offesa al Creatore. Si resta atterriti di fronte all’intollerabile sfrontatezza di certa letteratura; e mentre lo stesso paganesimo davanti al segreto dell’intimità coniugale sembrava arrestarsi rispettoso, ci tocca vederne violato il mistero e offrirne la visione — sensuale e vissuta — in pasto al gran pubblico, persino alla gioventù. C’è davvero da chiedersi se rimanga ancora bastantemente tracciato il confine tra questa iniziazione che si dice cattolica, e la stampa e l’illustrazione erotica ed oscena, che, di proposito deliberato, mira alla corruzione e sfrutta vergognosamente per vile interesse i più bassi istinti della natura decaduta. E non è tutto. Tale propaganda minaccia altresì il popolo cattolico di un duplice flagello, per non usare un’espressione più forte. Anzitutto esagera oltremodo l’importanza e la portata dell’elemento sessuale nella vita. Ammettiamo pure che questi autori, sotto l’aspetto puramente teorico, si mantengano nei limiti della morale cattolica: ciò non toglie però che il loro modo di esporre la vita sessuale sia tale da attribuirle nella mente e nel giudizio pratico del lettore medio il senso e il valore di fine a se stesso, facendo perdere di vista, il vero fine primordiale del matrimonio, che è la procreazione e l’educazione dei figliuoli, e il grave dovere degli sposi di fronte a questo fine, che gli scritti di cui parliamo lasciano troppo nell’ombra.

«In secondo luogo questa letteratura, se così può chiamarsi, non sembra tener conto alcuno dell’esperienza generale di ieri, di oggi e di sempre, perché fondata sulla natura, la quale attesta che nell’educazione morale né l’iniziazione né l’istruzione offre di per sé alcun vantaggio, che, anzi, riesce gravemente malsana e pregiudizievole ove non sia strettamente legata a una costante disciplina, a una vigorosa padronanza di sé, all’uso soprattutto delle forze soprannaturali della preghiera e dei sacramenti. Tutti gli educatori cattolici, degni di questo nome e della loro missione, sanno benissimo la parte preponderante delle energie soprannaturali nella santificazione dell’uomo, sia esso giovane o adulto, celibe o coniugato. Ma di questo è già molto se in quegli scritti si insinua qualche accenno, quando pure non si stende il silenzio. Persino i princìpi così sapientemente illustrati dal Nostro Predecessore Pio XI, nell’Enciclica Divini illius Magistri, intorno all’educazione sessuale e questioni annesse, vengono messi da parte con un sorriso di compassione: Pio XI, dicono, scriveva vent’anni fa per i tempi suoi! Del cammino se n’è fatto da allora!» [6].


Questi testi di Pio XI e Pio XII sono molto chiari ed edificanti e non hanno bisogno di essere commentati in quanto bastano da soli ad elucidare la delicata questione dell’educazione sessuale. Essi danno veramente i principi generali di una buona educazione cattolica che può riassumersi così:
▪    Il rifiuto del naturalismo nell’educazione dei figli.
▪    Bisogna tenere conto della fragilità umana e della natura corrotta dal peccato originale quando si abborda l’educazione sessuale.
▪    Il dovere e l’onere di trattare queste questioni riguarda principalmente i genitori (le madri per le femmine i padri per i maschi, precisa Pio XII) e deve essere fatto con spirito soprannaturale e con fede profonda.
▪    Meglio eccedere per difetto che per eccesso nelle spiegazioni per non destare il fuoco delle passioni, ma bisogna dare una risposta prudente alle domande dei propri figli.
▪    Esortare alla virtù e alla sua bellezza aiuta a reprimere e ispirare l’orrore del vizio contrario ad essa.
▪    La Chiesa è profondamente rispettosa della santità del matrimonio, e lascia liberi gli sposi in ciò che l’impulso di una natura sana e onesta concede senza offesa al Creatore.
▪    La vita sessuale non è fine a sé stessa ma ordinata verso il fine primordiale del matrimonio che è la procreazione e l’educazione dei figliuoli e questo è un grave dovere per gli sposi. E questo viene volutamente dimenticato e omesso nella cosiddetta “educazione sessuale” moderna.
▪    È molto importante nell’educazione cristiana fare affidamento sulle forze soprannaturali come la preghiera, la frequenza dei sacramenti e la devozione alla Beata Vergine.


Riflessioni e Conclusioni

Abbiamo visto che l’educazione sessuale che il Magistero della Chiesa in precedenza ha condannato e stigmatizzato come pericolosa, ancora una volta Bergoglio, seguendo il Vaticano II e “san” Paolo VI (e bisognerebbe aggiungere anche “san” Giovanni Paolo II con la sua “Teologia del corpo”) l’ha invece raccomandata e incoraggiata. Anche se non si tratta di Magistero ordinario o infallibile questa è un’ulteriore elemento (se ancora ce ne fosse bisogno…) che dimostra, assieme agli altri, l’assenza della volontà oggettiva dell’occupante della Sede Apostolica di procurare il bene della Chiesa e delle anime e in conseguenza del fatto che sia privato dell’ “Autorità”; cioè di non essere Papa formalitersimpliciter, ma del suo essere, per l’appunto, solo l’occupante materiale della Sede Apostolica.

Ci possiamo chiedere però che cosa avrà capito la gente, delle parole di Bergoglio? Come sarà loro rimasto in mente?

Dire che “il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema” fa capire, soprattutto a coloro che sono poco istruiti o hanno una cattiva volontà, che va tutto bene visto che è Dio che ha fatto la natura umana così e in fondo il sesto comandamento non sembra più essere un problema e che tutto può essere permesso, poiché in quella frase non c’è un riferimento al matrimonio, che solo rende lecito l’uso del “sesso” [7], o al comandamento divino che ne impedisce gli abusi. Ci si dovrebbe aspettare da parte di colui che occupa la Sede di Pietro una valutazione morale, un consiglio spirituale o un’esortazione alla temperanza, invece di una analisi sociologica che fa consistere il male nel solo fatto che “alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare”, ma probabilmente per Bergoglio anche il cristianesimo è una “colonizzazione ideologica” [8] che si impianta su una natura naturalmente buona alla Rousseau.

Bergoglio dice che: “Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale o di ogni unità scolastica. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori”, e questo può essere vero ma dire che “la scuola supplisce alla famiglia per tante situazioni o perché non sanno come farlo” senza precisare come ciò debba essere fatto mi sembra un po’ riduttivo e azzardato, soprattutto se si tratta della scuola laica e non cattolica che mette in opera i principi del naturalismo massonico; inoltre ciò mi sembra essere in contrasto con quanto affermato dal magistero di Pio XI e Pio XII (ma questo per Bergoglio è certamente l’ultimo dei problemi…).

Il più delle volte quando si ha a che fare con i modernisti e con il loro modo di esprimersi volutamente equivoco il problema non è tanto in quello che dicono e affermano ma piuttosto in quello che non dicono e lasciano intendere proprio per equivocare… Ed il problema nelle nostre scuole non è certo l’assenza di “educazione sessuale” o il presentare la sessualità come “un mostro”, quanto piuttosto l’insegnamento capillare del peccato, incluso quello contro natura (contro il quale è del tutto inefficace l’allusione alla “colonizzazione ideologica” da parte di tanti educatori).

Usquequo Domine? Che cosa ci toccherà ancora sentire…


NOTE

1 - la citazione si può trovare su molti siti internet. In particolare sul quotidiano della Cei “Avvenire”. https://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-sesso-e-il-cuore-come-spiegarli-ai-nostri-ragazzi
2 -  ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE AMORIS LAETITIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO. Si può trovare sul sito del Vaticano:
https://w2.vatican.va/content/dam/francesco/pdf/apost_exhortations/documents/
papa-francesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia_it.pdf
3 - Silvio Antoniano, Dell’educazione cristiana dei figliuoli, lib. Il, c. 88
4 - Decreto del S. Ufficio De «Educatione sexuali» et de «eugenica» del 21 marzo 1931 (AAS 23 (1931) pp. 118-119).
5 - Pio XII, Allocuzione alle Donne Italiane di Azione Cattolica del 26 ottobre 1941 (AAS 33 [1941] pp. 450-458.
6 - Pio XII, allocuzione ai Padri di famiglia del 18/09/1951 (AAS 43 [1951] pp. 730-734). Il testo originale è in francese, in italiano vedi Insegnamenti Pontifici, Il matrimonio, Edizioni Paoline Roma 1957, pp 373-375.
7 - Il termine “sesso” suona male e così utilizzato è una “brutta parola” come dice Pio XI nella Divinus illius Magistri, lo uso così solo per riprendere le parole di Bergoglio che lo ha fatto entrare nel “magistero pontificio”.
8 - Le parole “colonizzazione ideologica” in realtà fanno riferimento alla teoria del gender che Bergoglio voleva stigmatizzare ma sono pochi quelli che hanno capito il senso di queste affermazioni.



di Don Ugolino Giugni, IMBC

Pubblicato sul sito dell'Istituto Mater Boni ConsiliiSodalitium