ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 16 febbraio 2019

Tu chiamalo se vuoi..spretato

McCarrick “spretato”. E Viganò chiede di chiamare le cose con il loro nome

    Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington, 88 anni, è stato ridotto allo stato laicale.
La Congregazione per la dottrina della fede rende noto oggi in un comunicato che il decreto conclusivo del processo penale a carico di McCarrick è stato emanato l’11 gennaio scorso.
L’accusato “è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in Confessione e violazioni del sesto comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale”. 

“Il 13 febbraio, la Sessione ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la dottrina della fede ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso del ricorrente e ha deciso di confermare il decreto del Congresso. Questa decisione è stata notificata a Theodore McCarrick in data 15 febbraio. Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso”.
***
Intanto, in vista del vertice che si terrà in Vaticano dal 21 al 24 febbraio sugli abusi nel clero,  il National Catholic Register ha organizzato un SimposioAbuse and The Way To Healing, al quale intervengono il cardinale Wilfrid Napier (arcivescovo di Durban), Marie Collins (già membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori), il cardinale Gerhard Müller (prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fgede), Janet Smith (docente di teologia morale al Sacred Heart Major Seminary di Detroit), l’arcivescovo di Filadelfia Charles Chaput, Robert Royal (presidente del Faith & Reason Institute di Washington), l’arcivescovo Carlo Maria Viganò (già nunzio apostolico negli Stati Uniti), padre Roger Landry (diocesi di Fall River, Massachusetts) e Al Kresta (presidente di Ave Maria Communications).
Ecco il testo dell’arcivescovo Viganò.
***
Grazie per avermi invitato a partecipare a questo simposio su Abuso e via di guarigione in previsione del prossimo Vertice dei vescovi in ​​Vaticano. Il mio contributo attingerà alla mia esperienza personale di cinquantuno anni di sacerdozio.
È evidente a tutti che una causa primaria dell’attuale terribile crisi di abusi sessuali commessi dal clero ordinato, inclusi i vescovi, è la mancanza di un’adeguata formazione spirituale dei candidati al sacerdozio. Questa mancanza, a sua volta, è ampiamente motivata dalla corruzione dottrinale e morale di molti formatori dei seminari, una corruzione che è aumentata esponenzialmente a partire dagli anni Sessanta.
Sono entrato in un seminario pontificio a Roma e ho iniziato i miei studi all’Università Gregoriana quando avevo venticinque anni. Era il 1965, pochi mesi prima della fine del Vaticano II. Non potei fare a meno di notare, non solo nel mio stesso collegio, ma anche in molti altri a Roma, che alcuni seminaristi erano notevolmente immaturi e che queste case di formazione erano segnate da una generale e molto seria mancanza di disciplina.
Saranno sufficienti alcuni esempi. A volte i seminaristi passavano la notte fuori dal mio seminario, poiché la supervisione era tristemente inadeguata. Il nostro direttore spirituale era favorevole all’ordinazione sacerdotale ad tempus – l’idea che il sacerdozio ordinato potesse essere uno status meramente temporaneo.
Alla Gregoriana uno dei professori di teologia morale favoriva l’etica della situazione. E alcuni compagni di classe mi confidarono che i loro direttori spirituali non avevano obiezioni al fatto che si presentassero all’ordinazione sacerdotale, nonostante i loro peccati irrisolti e continui gravi contro la castità.
Certamente coloro che soffrono di un’attrazione profondamente radicata per persone dello stesso sesso non dovrebbero mai essere ammessi al seminario. Inoltre, prima che qualsiasi seminarista sia accettato per l’ordinazione, egli non deve solo cercare la castità, ma realizzarla realmente. Egli deve già vivere casto il celibato in modo pacifico e per un periodo di tempo prolungato, perché, se questo manca, il seminarista e i suoi formatori non possono avere la necessaria sicurezza che sia chiamato alla vita celibe.
I vescovi hanno la responsabilità fondamentale della formazione dei candidati al sacerdozio. Qualsiasi vescovo che abbia coperto abuso o seduzione di minori, adulti vulnerabili o adulti sotto la cura pastorale di un sacerdote, inclusi i seminaristi, non è adatto a tale responsabilità o per qualsiasi ministero episcopale e dovrebbe essere rimosso dal suo ufficio.
Prego intensamente per il successo del vertice di febbraio. Sarei davvero felice se il vertice avesse successo, ma le seguenti questioni rivelano che non vi è alcun segno di una genuina disponibilità ad affrontare le vere cause della situazione attuale:
Perché l’incontro si concentrerà esclusivamente sull’abuso di minori? Questi crimini sono davvero i più orribili, ma le crisi negli Stati Uniti e in Cile, che hanno in gran parte accelerato il prossimo vertice, riguardano gli abusi commessi non solo contro i minori, ma contro giovani adulti, inclusi seminaristi. Quasi nulla è stato detto sulla cattiva condotta sessuale verso gli adulti, che è essa stessa un grave abuso di autorità pastorale, indipendentemente dal fatto che la relazione fosse “consensuale” o meno.
Perché la parola “omosessualità” non compare mai nei recenti documenti ufficiali della Santa Sede? Questo non significa affatto che la maggior parte di coloro che hanno una inclinazione omosessuale siano abusatori, ma resta il fatto che la stragrande maggioranza degli abusi è stata commessa da chierici omosessuali nei confronti di ragazzi in età post-puberale. È mera ipocrisia condannare l’abuso e pretendere di simpatizzare con le vittime senza affrontare onestamente questo dato di fatto. La necessaria rivitalizzazione spirituale del clero resterà inefficace se non si affronterà questo problema.
Perché Papa Francesco mantiene e chiama addirittura come suoi stretti collaboratori persone che sono notoriamente omosessuali? Perché si è rifiutato di rispondere a domande legittime e sincere su queste nomine? In tal modo ha perso credibilità circa la sua reale volontà di riformare la Curia e combattere la corruzione.
Nella mia terza testimonianza ho pregato il Santo Padre di far fronte agli impegni che egli stesso ha si è assunto quando è diventato Successore di Pietro. Ho fatto notare che si è assunto la missione di confermare i suoi fratelli e guidare tutte le anime nel seguire Cristo lungo la via della croce. L’ho esortato allora, e ora lo esorto di nuovo, a dire la verità, a ravvedersi, a mostrare la sua disponibilità a seguire il mandato dato a Pietro e, una volta convertito, a confermare i suoi fratelli (Luca 22:32).
Prego che i vescovi riuniti a Roma ricordino lo Spirito Santo, che hanno ricevuto con l’imposizione delle mani, e si facciano carico della loro responsabilità di rappresentare le loro Chiese particolari chiedendo fermamente, e insistendo, una risposta alle domande di cui sopra durante il vertice.
Prego inoltre perché non tornino nei loro paesi senza risposte adeguate a queste domande: fallire su questo punto significherebbe infatti abbandonare il proprio gregge ai lupi e permettere a tutta la Chiesa di subire conseguenze terribili.
Nonostante i problemi che ho descritto, continuo ad avere speranza, perché il Signore non abbandonerà mai la sua Chiesa.
Arcivescovo Carlo Maria Viganò
già nunzio apostolico negli Stati Uniti
***
Thank you for inviting me to take part in this symposium on “Abuse and the Way to Healing” in anticipation of the upcoming bishops’ summit at the Vatican. My contribution will draw on my personal experience of 51 years of priesthood.
It is evident to all that a primary cause of the present terrible crisis of sexual abuse committed by ordained clergy, including bishops, is the lack of proper spiritual formation of candidates to the priesthood. That lack, in turn, is largely explained by the doctrinal and moral corruption of many seminary formators, corruption that increased exponentially beginning in the 1960s.
I entered a pontifical seminary in Rome and began my studies at the Gregorian University when I was 25 years old. It was 1965, just months before the end of Vatican II. I couldn’t help but notice, not only in my own college but also in many others in Rome, that some seminarians were very immature and that these houses of formation were marked by a general and very serious lack of discipline.
A few examples will suffice. Seminarians sometimes spent the night outside my seminary, as the supervision was woefully inadequate. Our spiritual director was in favor of priestly ordination ad tempus — the idea that ordained priesthood could be a merely temporary status.
At the Gregorian, one of the professors of moral theology favored situation ethics. And some classmates confided to me that their spiritual directors had no objection to their presenting themselves for priestly ordination despite their unresolved and continual grave sins against chastity.
Certainly, those who suffer from deep-seated same-sex attraction should never be admitted to seminary. Moreover, before any seminarian is accepted for ordination, he must not only strive for chastity but actually achieve it. He must already be living chaste celibacy peacefully and for a prolonged period of time, for if this is lacking, the seminarian and his formators cannot have the requisite confidence that he is called to the celibate life.
Bishops have the paramount responsibility for the formation of their candidates to the priesthood. Any bishop who has covered up abuse or seduction of minors, vulnerable adults or adults under a priest’s pastoral care, including seminarians, is not fit for that responsibility or for any episcopal ministry and should be removed from his office.
I am praying intensely for the success of the February summit. Although I would rejoice greatly if the summit were successful, the following questions reveal that there is no sign of a genuine willingness to attend to the real causes of the present situation:
Why will the meeting focus exclusively on the abuse of minors? These crimes are indeed the most horrific, but the crises in the United States and Chile that have largely precipitated the upcoming summit have to do with abuses committed against young adults, including seminarians, not only against minors. Almost nothing has been said about sexual misconduct with adults, which is itself a grave abuse of pastoral authority, whether or not the relationship was “consensual.”
Why does the word “homosexuality” never appear in recent official documents of the Holy See? This is by no means to suggest that most of those with a homosexual inclination are abusers, but the fact remains that the overwhelming majority of abuse has been inflicted on post-pubescent boys by homosexual clerics. It is mere hypocrisy to condemn the abuse and claim to sympathize with the victims without facing up to this fact honestly. A spiritual revitalization of the clergy is necessary, but it will be ultimately ineffectual if it does not address this problem.
Why does Pope Francis keep and even call as his close collaborators people who are notorious homosexuals? Why has he refused to answer legitimate and sincere questions about these appointments? In doing so he has lost credibility on his real will to reform the Curia and fight the corruption.
In my third testimony, I begged the Holy Father to face up to the commitments he himself made in assuming his office as Successor of Peter. I pointed out that he took upon himself the mission of confirming his brothers and guiding all souls in following Christ along the way of the cross. I urged him then, and I now urge him again, to tell the truth, repent, show his willingness to follow the mandate given to Peter and, once converted, to confirm his brothers (Luke 22:32).
I pray that the bishops gathered in Rome will remember the Holy Spirit, whom they received with the imposition of hands, and carry out their responsibility to represent their particular Churches by firmly asking for, and insisting on, an answer to the above questions during the summit.
Indeed, I pray that they will not return to their countries without proper answers to these questions, for to fail in this regard would mean abandoning their own flocks to the wolves and allowing the entire Church to suffer dreadful consequences.
Despite the problems I have described, I continue to have hope, because the Lord will never abandon his Church.
Archbishop Carlo Maria Viganò
former apostolic nuncio to the United States
https://www.aldomariavalli.it/2019/02/16/mccarrick-spretato-e-vigano-chiede-di-chiamare-le-cose-con-il-loro-nome/


Cardinale McCarrick "laicizzato" - Il McCarrickismo continua allegramente

Il cardinale Theodore McCarrick è stato ridotto allo stato laicale, dopo che un tribunale ecclesiastico lo ha ritenuto colpevole di "peccati [omosessuali] contro il Sesto Comandamento, con minori e adulti".

È la persona di più alto grado nella Chiesa ad essere laicizzata negli ultimi decenni.

Papa Franecsco il misericordioso, amico di McCarrick - ha reso il verdetto definitivo, quindi non è possibile fare appello.

Anche se Cardinal McCarrick è tornato ad essere "laico", i suoi collaboratori e amici più stretti (i cardinali Tobin, Farrell e Cupich) continuano il suo lascito con la benedizione di Francesco.

#newsNrifbzubpu

VIGANÒ AI VESCOVI DEL SUMMIT: CHIEDETE CHIAREZZA SU NOMINE E OMOSESSUALITÀ. SENZA PAURA. ENGLISH TEXT TOO.

16 Febbraio 2019 Pubblicato da  25 Commenti --




Marco Tosatti
Cari amici di Stilum Curiae, il National Catholic Register ha organizzato un Simposium in tema di vertice sugli abusi, il vertice che si svolgerà la settimana prossima a Roma. Ha contribuito con un suo testo l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che vi offriamo nella nostra traduzione. In calce trovate il testo in inglese.

Grazie per avermi invitato a partecipare a questo simposio su “Abuso e via di guarigione” in previsione del prossimo Vertice dei vescovi in ​​Vaticano. Il mio contributo attingerà alla mia esperienza personale di 51 anni di sacerdozio.
È evidente a tutti che una causa primaria dell’attuale terribile crisi di abusi sessuali commessa dal clero ordinato, inclusi i vescovi, è la mancanza di un’adeguata formazione spirituale dei candidati al sacerdozio. Questa mancanza, a sua volta, è ampiamente spiegata dalla corruzione dottrinale e morale di molti formatori dei seminari, una corruzione che è aumentata esponenzialmente a partire dagli anni ’60.
Sono entrato in un seminario pontificio a Roma e ho iniziato i miei studi all’Università Gregoriana quando avevo 25 anni. Era il 1965, pochi mesi prima della fine del Vaticano II. Non potei fare a meno di notare, non solo nel mio stesso collegio, ma anche in molti altri a Roma, che alcuni seminaristi erano molto immaturi e che queste case di formazione erano segnate da una generale e molto seria mancanza di disciplina.
Alcuni esempi saranno sufficienti. A volte i seminaristi passavano la notte fuori dal mio seminario, poiché la supervisione era tristemente inadeguata. Il nostro direttore spirituale era favorevole all’ordinazione sacerdotale ad tempus – l’idea che il sacerdozio ordinato potesse essere uno status meramente temporaneo.
Alla Gregoriana, uno dei professori di teologia morale favoriva l’etica della situazione. E alcuni compagni di classe mi confidarono che i loro direttori spirituali non avevano obiezioni al fatto che si presentassero all’ordinazione sacerdotale, nonostante i loro peccati irrisolti e continui gravi contro la castità.
Certamente, coloro che soffrono di un’attrazione dello stesso sesso profondamente radicata non dovrebbero mai essere ammessi al seminario. Inoltre, prima che qualsiasi seminarista sia accettato per l’ordinazione, egli non deve solo cercare la castità, ma realmente realizzarla. Egli deve già vivere casto il celibato pacificamente e per un periodo di tempo prolungato, perché se questo manca, il seminarista e i suoi formatori non possono avere la necessaria sicurezza che sia chiamato alla vita celibe.
I vescovi hanno la responsabilità fondamentale della formazione dei loro candidati al sacerdozio. Qualsiasi vescovo che abbia coperto abuso o seduzione di minori, adulti vulnerabili o adulti sotto la cura pastorale di un sacerdote, inclusi i seminaristi, non è adatto a tale responsabilità o per qualsiasi ministero episcopale e dovrebbe essere rimosso dal suo ufficio.
Prego intensamente per il successo del vertice di febbraio. Sebbene mi rallegrerei molto se il vertice avesse successo, le seguenti questioni rivelano che non vi è alcun segno di una genuina disponibilità ad affrontare le vere cause della situazione attuale:
Perché l’incontro si concentrerà esclusivamente sull’abuso di minori? Questi crimini sono davvero i più orribili, ma le crisi negli Stati Uniti e in Cile che hanno in gran parte accelerato il prossimo vertice riguardano gli abusi commessi contro giovani adulti, inclusi i seminaristi, non solo contro i minori. Quasi nulla è stato detto sulla cattiva condotta sessuale verso gli adulti, che è essa stessa un grave abuso di autorità pastorale, indipendentemente dal fatto che la relazione fosse “consensuale” o meno.
Perché la parola “omosessualità” non compare mai nei recenti documenti ufficiali della Santa Sede? Questo non significa affatto che la maggior parte di coloro che hanno una inclinazione omosessuale siano abusatori, ma resta il fatto che la stragrande maggioranza degli abusi è stata inflitta a ragazzi post-puberali da chierici omosessuali. È pura ipocrisia condannare l’abuso e pretendere di simpatizzare con le vittime senza affrontare onestamente questo fatto. È necessaria una rivitalizzazione spirituale del clero, ma alla fine sarà inefficace se non affronterà questo problema.
Perché Papa Francesco mantiene e chiama addirittura come suoi stretti collaboratori persone che sono notoriamente omosessuali? Perché si è rifiutato di rispondere a domande legittime e sincere su queste nomine? In tal modo ha perso credibilità sulla sua reale volontà di riformare la Curia e combattere la corruzione.
Nella mia terza testimonianza, ho pregato il Santo Padre di far fronte agli impegni che egli stesso ha assunto assumendo il suo ufficio come Successore di Pietro. Ho fatto notare che si è assunto la missione di confermare i suoi fratelli e guidare tutte le anime nel seguire Cristo lungo la via della croce. L’ho esortato allora, e ora lo esorto di nuovo, a dire il vero, a ravvedersi, a mostrare la sua disponibilità a seguire il mandato dato a Pietro e, una volta convertito, a confermare i suoi fratelli (Luca 22:32).
Prego che i vescovi riuniti a Roma ricordino lo Spirito Santo, che hanno ricevuto con l’imposizione delle mani, e si facciano carico della loro responsabilità di rappresentare le loro Chiese particolari chiedendo fermamente, e insistendo, una risposta alle domande di cui sopra durante il vertice.
Anzi, prego che non tornino nei loro paesi senza risposte adeguate a queste domande, perché fallire su questo punto significherebbe abbandonare il proprio gregge ai lupi e permettere a tutta la Chiesa di subire conseguenze terribili.
Nonostante i problemi che ho descritto, continuo ad avere speranza, perché il Signore non abbandonerà mai la sua Chiesa.

Thank you for inviting me to take part in this symposium on “Abuse and the Way to Healing” in anticipation of the upcoming bishops’ summit at the Vatican. My contribution will draw on my personal experience of 51 years of priesthood.
It is evident to all that a primary cause of the present terrible crisis of sexual abuse committed by ordained clergy, including bishops, is the lack of proper spiritual formation of candidates to the priesthood. That lack, in turn, is largely explained by the doctrinal and moral corruption of many seminary formators, corruption that increased exponentially beginning in the 1960s.
I entered a pontifical seminary in Rome and began my studies at the Gregorian University when I was 25 years old. It was 1965, just months before the end of Vatican II. I couldn’t help but notice, not only in my own college but also in many others in Rome, that some seminarians were very immature and that these houses of formation were marked by a general and very serious lack of discipline.
A few examples will suffice. Seminarians sometimes spent the night outside my seminary, as the supervision was woefully inadequate. Our spiritual director was in favor of priestly ordination ad tempus — the idea that ordained priesthood could be a merely temporary status.
At the Gregorian, one of the professors of moral theology favored situation ethics. And some classmates confided to me that their spiritual directors had no objection to their presenting themselves for priestly ordination despite their unresolved and continual grave sins against chastity.
Certainly, those who suffer from deep-seated same-sex attraction should never be admitted to seminary. Moreover, before any seminarian is accepted for ordination, he must not only strive for chastity but actually achieve it. He must already be living chaste celibacy peacefully and for a prolonged period of time, for if this is lacking, the seminarian and his formators cannot have the requisite confidence that he is called to the celibate life.
Bishops have the paramount responsibility for the formation of their candidates to the priesthood. Any bishop who has covered up abuse or seduction of minors, vulnerable adults or adults under a priest’s pastoral care, including seminarians, is not fit for that responsibility or for any episcopal ministry and should be removed from his office.
I am praying intensely for the success of the February summit. Although I would rejoice greatly if the summit were successful, the following questions reveal that there is no sign of a genuine willingness to attend to the real causes of the present situation:
Why will the meeting focus exclusively on the abuse of minors? These crimes are indeed the most horrific, but the crises in the United States and Chile that have largely precipitated the upcoming summit have to do with abuses committed against young adults, including seminarians, not only against minors. Almost nothing has been said about sexual misconduct with adults, which is itself a grave abuse of pastoral authority, whether or not the relationship was “consensual.”
Why does the word “homosexuality” never appear in recent official documents of the Holy See? This is by no means to suggest that most of those with a homosexual inclination are abusers, but the fact remains that the overwhelming majority of abuse has been inflicted on post-pubescent boys by homosexual clerics. It is mere hypocrisy to condemn the abuse and claim to sympathize with the victims without facing up to this fact honestly. A spiritual revitalization of the clergy is necessary, but it will be ultimately ineffectual if it does not address this problem.
Why does Pope Francis keep and even call as his close collaborators people who are notorious homosexuals? Why has he refused to answer legitimate and sincere questions about these appointments? In doing so he has lost credibility on his real will to reform the Curia and fight the corruption.
In my third testimony, I begged the Holy Father to face up to the commitments he himself made in assuming his office as Successor of Peter. I pointed out that he took upon himself the mission of confirming his brothers and guiding all souls in following Christ along the way of the cross. I urged him then, and I now urge him again, to tell the truth, repent, show his willingness to follow the mandate given to Peter and, once converted, to confirm his brothers (Luke 22:32).
I pray that the bishops gathered in Rome will remember the Holy Spirit, whom they received with the imposition of hands, and carry out their responsibility to represent their particular Churches by firmly asking for, and insisting on, an answer to the above questions during the summit.
Indeed, I pray that they will not return to their countries without proper answers to these questions, for to fail in this regard would mean abandoning their own flocks to the wolves and allowing the entire Church to suffer dreadful consequences.
Despite the problems I have described, I continue to have hope, because the Lord will never abandon his Church.



Oggi è il 167° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?
È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.
http://www.marcotosatti.com/2019/02/16/vigano-ai-vescovi-del-summit-chiedete-chiarezza-su-nomine-e-omosessualita-senza-paura-english-text-too/

Cosa c’è dietro l’attacco al cardinal Burke

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Esce in questi giorni un libro a firma di un giornalista gay di sinistra che ha il solo scopo di gettare fumo negli occhi e confondere le acque, dopo la denuncia chiara e circostanziata di mons. Viganò. Un libro ideologico, senza note, documenti, spesso senza fondamento, che mira, tra le altre cose, a screditare proprio uno dei più fieri avversari della decadenza vaticana e della lobby gay, il nemico numero 1 del circolo di cardinali che gravitano attorno al predatore seriale McCarrick: il cardinal Leo Burke. Di seguito una interessante analisi:
Se c’è qualcuno a cui non sta simpatico il cardinal Raymond Leo Burke, questo qualcuno risiede, con buone probabilità, a sinistra. È questo ad avere scatenato il finimondo per la Certosa di Trisulti, quella di cui il Dignatis Humanae Institute si è garantito la gestione a fronte di un canone annuo.


Proseguire qui:


La guerra tra destra populista e sinistra migrazionista all’ombra di Trisulti
All’ombra della Certosa di Trisulti si sta sviluppando il confronto tra destra populista e sinistra migrazionista. Nel quale è coinvolta in pieno la Chiesa.

 http://www.libertaepersona.org/wordpress/2019/02/cosa-ce-dietro-lattacco-al-cardinal-burke/



il convivente di McCarrick, il Cardinale Kevin Farrell, è stato nominato Camerlengo di S.R.C.


Apprendiamo la notizia che il Santo Padre ha nominato Sua Eminenza il Signor Cardinale Kevin Farrel Carmerlengo di Santa Romana Chiesa. 
Il nuovo Carmerlengo, di cui si è occupata MiL con decine di post ( QUI ) è stato nominato in una posizione centrale per un eventuale prossimo Conclave. 
E’ la stessa persona nei cui confronti – secondo fonti attendibili di MiL –  la Congregazione per la Dottrina della Fede  circa  sei mesi fa  avrebbe chiesto al Santo Padre l’apertura di un fascicolo canonico contro di lui. 
Se il “convivente” per circa sei anni del predatore seriale McCarrick ha ottenuto questa nomina,  quando Mons.Ricca ( QUI gli innumerevoli post sul personaggio ) sarà nominato presidente della Commissione per gli abusi?
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? 
C’è pur un limite alla sopportazione e c’è pur un limite alla nostra indignazione.  
Luigi 


Francesco nomina il card. Kevin Farrell 
camerlengo di Santa Romana Chiesa
Il prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita succede al cardinale Jean-Louis Tauran, spentosi il 5 luglio dell’anno scorso.
Il camerlengo svolge l’ufficio di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede durante la Sede Vacante e ha il compito di accertare la morte del Pontefice Papa Francesco ha nominato camerlengo di Santa Romana Chiesa il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
Il porporato succede al cardinale Jean-Louis Tauran, nominato a tale ruolo da Papa
Francesco il 20 dicembre 2014 e spentosi il 5 luglio dell’anno scorso.
Il camerlengo è il porporato che presiede la Camera Apostolica e svolge l’ufficio di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede durante la Sede Vacante.
L’articolo 171 della Costituzione apostolica Pastor Bonus afferma: Quando è vacante la Sede apostolica, è diritto e dovere del Cardinale camerlengo di santa romana Chiesa di richiedere, anche per mezzo di un suo delegato, da tutte le Amministrazioni dipendenti dalla Santa Sede le relazioni circa il loro stato patrimoniale ed economico, come pure le informazioni intorno agli affari straordinari, che siano eventualmente in corso, e di richiedere, altresì, dalla Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede il bilancio generale consuntivo dell’anno precedente, nonché il bilancio preventivo per l’anno seguente. Egli è tenuto a sottoporre tali relazioni e computi al Collegio cardinalizio.
La Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, circa la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice, all’articolo 17 ricorda un altro compito del camerlengo: Appena ricevuta la notizia della morte del Sommo Pontefice, il Camerlengo di Santa Romana Chiesa deve accertare ufficialmente la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica, il quale compilerà il documento o atto autentico di morte. 
Il Camerlengo deve, inoltre, apporre i sigilli allo studio e alla camera del medesimo Pontefice, disponendo che il personale abitualmente dimorante nell’appartamento privato vi possa restare fino a dopo la sepoltura del Papa, quando l’intero appartamento pontificio sarà sigillato; comunicarne la morte al Cardinale Vicario per l’Urbe, il quale ne darà notizia al Popolo Romano con speciale notificazione; e parimenti al Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana; prendere possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo, ed esercitarne la custodia e il governo; stabilire, uditi i Cardinali Capi dei tre Ordini, tutto ciò che concerne la sepoltura del Pontefice, a meno che questi, da vivo, non abbia manifestato la sua volontà a tale riguardo; curare, a nome e col consenso del Collegio dei Cardinali, tutto ciò che le circostanze consiglieranno per la difesa dei diritti della Sede Apostolica e per una retta amministrazione di questa.
Fonte: VaticanNews QUI
    
continua su:

https://www.maurizioblondet.it/il-convivente-di-mccarrick-il-cardinale-kevin-farrell-e-stato-nominato-camerlengo-di-s-r-c/

Francesco promuove ancora la causa principale delle molestie – Arcivescovo Viganò

L'ormai noto arcivescovo Carlo Maria Viganò, che attualmente si trova in una località ignota, ha pubblicato un articolo sulle molestie nel clero sul sito NCRegister.com (16 febbraio).

Come causa principale delle molestie, Viganò identifica la corruzione nei seminari dopo il Concilio Vaticano Secondo, che sono "caratterizzati da una mancanza di disciplina generale molto seria."

Ma Viganò non vede "alcun segno" che il prossimo summit del Vaticano contro le molestie abbia la volontà di affrontare le vere cause dell'attuale situazione: "Perché la parola 'omosessualità' non appare mai nei documenti ufficiali recenti della Santa Sede?" si chiede.

"Perché papa Francesco mantiene e perfino chiama come collaboratori stretti persone notoriamente omosessuali?"

L'elenco degli amici e dei nominati di Francesco coinvolti in omosessualità o molestie su minori è composto da oltre una dozzina di nomi.

L'oligarchia mediatica, che ha messo a tacere le molestie negli anni '70, '80 e '90 (anche se le molestie erano note pubblicamente e denunciate da organi di stampa Cattolici USA, come The Wanderer) stanno sottacendo anche questo.

#newsCicwkcvjaa

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