ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 aprile 2020

Qui in Italia tutto bene!!?

LA FESTA DELLA LIBERAZIONE?


L’antifascismo in assenza di fascismo? Solo totalitarismo ma se preferite chiamarlo fascismo così sia: mi dichiaro orgogliosamente antifascista. Tra manifestanti di rosso vestiti che trasmettono la memoria “democratica” del Paese 
di Roberto Pecchioli  

 0 charlot comunista

Qui in Italia tutto bene. Finalmente ci stiamo liberando dal virus ed è meraviglioso che accada proprio in coincidenza del 25 aprile, festa della Liberazione. Scherziamo, naturalmente. Da noi la situazione è grave, ma mai seria e continua la tragedia in forma di farsa di una nazione ridicola. Un impunito bracconiere  disse una volta, strizzando l’occhio, che la caccia è chiusa, ma mai a chiave. Così va in Italia, strano paese in cui si può manifestare per celebrare il 25 aprile, ma i partecipanti dovrebbero essere multati in massa per aver contravvenuto alla regola “ferrea” #iorestoa casa.

Questa “prova” chiamata coronavirus

Il coronavirus… spirituale



Il Rosario è il libro di tutti e di sempre. (Padre Raimondo Spiazzi OP)
Cari Amici, abbiamo ricevuto questa “Lettera” che giriamo volentieri a tutti voi.

Il telefono, la Sua voce!

Lo scherzo geniale a Mattia Santori. Se il finto Francesco sembra proprio Francesco


    Dunque, come avrete letto, il papa non ha telefonato a Mattia Santori. Il povero leaderino delle Sardine è rimasto vittima di uno scherzo di quei ragazzacci della Zanzara di Radio24, i quali ogni tanto, grazie a un imitatore (il bravissimo Andro Merkù), colpiscono il malcapitato di turno con le telefonate di un finto Francesco che però sembra proprio il vero Francesco.

Un “dio” che è tutt’uno con il mondo

ERNESTO BONAIUTI: IL PROFETA


Ernesto Buonaiuti il profeta del cattocomunismo. Buonaiuti fu il massimo esponente italiano del modernismo, ha teorizzato un cristianesimo che coincide con l’ansia di democrazia dei popoli: per un mondo integralmente socialista 
di Francesco Lamendola  


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Tutti sanno che il massimo esponente italiano del modernismo, e uno dei suoi  massimi esponenti a livello europeo, è stato Ernesto Buonaiuti (Roma,1881-ivi, 1946). Non tutti sanno, però, che egli è stato anche il vero profeta del catto-comunismo, poiché ha teorizzato un “cristianesimo” che coincide, in ultima analisi, con l’ansia di democrazia dei popoli nonché con il progetto di un mondo integralmente socialista, tanto da parlare di un prossimo venturo socialismo cristiano, o meglio, l’espressione è sua, di un cristianesimo socialista. 

Lasciate che i fanciulli vengano a Me

Salviamo i fanciulli ! (lettera a una catechista)


Lasciate che i fanciulli vengano a Me (Mc. X, 14)

Dopo aver lanciato in un nostro precedente articolo, l’accorato appello “Salviamo i giovani!”, sentiamo adesso il bisogno di estendere l’invito anche a chi si assume il compito di impartire il catechismo ai fanciulli in tenera età, data l’importanza che le prime nozioni di fede cristiana assumono nella formazione dei futuri cittadini e fedeli di Nostro Signore Gesù Cristo.
A tale scopo abbiamo ipotizzato di scrivere una lettera ad un’amica, neopensionata e decisa ad impegnarsi in parrocchia nell’educazione cristiana dei bambini, fatto questo che si riscontra frequentemente tra le insegnanti  collocate a riposo e desiderose di rendersi ancora utili per la formazione delle giovani generazioni. I nomi sono ovviamente inventati.

Che bisogno c’è ancora della religione?

La morale capovolta e l’eutanasia ecclesiale

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Deus, converte nos, et ostende faciem tuam, et salvi erimus (Sal 79, 4).
«Convertici, o Dio; mostra il tuo volto e saremo salvi». Nella mia vecchia formazione modernista, da cui la Madre celeste mi ha miracolosamente disintossicato, sentivo ripetere insistentemente che il concetto di conversione era espresso, nell’Antico Testamento, con un verbo ebraico (šub) che designa l’inversione di marcia, nel Nuovo con un verbo greco che significa il cambiamento di mentalità (metanoeîn). Entrambe le osservazioni sono in sé vere, purché il loro contenuto implicito non venga confinato in un’interpretazione esistenzialistica, escludendo a priori la necessaria adesione ad una dottrina di fede e di morale, con il conseguente impegno di correggere abitudini e comportamenti ad essa contrari. Non per nulla la Vulgata, poi seguita dalla liturgia, traduce il verbo greco con il latino paenitentiam agere: ogni conversione genuina conduce inevitabilmente alla penitenza, mirante sia ad espiare i peccati commessi, di cui si è sinceramente contriti, sia ad evitarne di futuri. Nella tradizione cattolica, dunque, si tratta di una prassi concreta, piuttosto che di un’esperienza soggettiva legata a determinati sentimenti ed emozioni (i quali, ovviamente, nelle vere conversioni non sono assenti, ma non ne costituiscono l’elemento determinante).

Il buco virus

EFFETTO CORONAVIRUS
No popolo, no soldi. Per le parrocchie conti in profondo rosso

Due mesi di messe senza popolo hanno azzerato per le parrocchie le entrate, che mantengono le spese correnti. Questua domenicale, intenzioni delle messe, funerali, sacramenti, affitto delle aule parrocchiali: non si vede più un euro. E il problema è destinato a durare: la probabile ripresa delle messe con popolo il 10 maggio non sarà comunque il ritorno alla normalità. E il malumore e la delusione di tanti fedeli per l'atteggiamento da Chiesa in ritirata avuto da molti preti e vescovi, nonché la posizione sottomessa della CEI davanti al governo, fanno temere ai vertici dell'episcopato anche per la raccolta dell'8 per Mille.




Due pesi e due misure?

Pasqua e resistenza
12 aprile 2020: Santa Pasqua di Resurrezione
25 aprile 2020:profana commemorazione della liberazione



Strano mese questo di aprile 2020.
Da tempo assillati dalle notizie sul diffondersi di un’infezione virale e delle sue conseguenze, ci siamo visti oggetto di tutta una serie di obblighi, imposizioni e restrizioni. Ci è stato detto come e quando potevano uscire, lavorare, mangiare, riposare  e dormire. Ci è stato spiegato perché era possibile portare fuori il cane a fare pipì e non era possibile portare fuori noi stessi a fare due passi. Ci è stato anche detto che era possibile andare a comprare le sigarette e non era possibile andare a pregare in chiesa.
Insomma, una situazione insolitamente nuova, per non dire sconcertante.

venerdì 24 aprile 2020

Farsi piccoli davanti a Dio!

LE TRE TENTAZIONI DI CRISTO


Desiderio, orgoglio, potere: le 3 Tentazioni archetipo di tutte le tentazioni. L’essenza della fede e quindi anche la risposta alle tentazioni del diavolo è tutta qui: nell’umiltà e nella capacità di farsi piccoli davanti a Dio 
di Francesco Lamendola  

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Le tentazioni di Gesù nel deserto sono la summa e l’archetipo di tutte le tentazioni che il diavolo tende agli esseri umani. E poiché Gesù è venuto, oltre che per redimere gli uomini con il Sacrificio  del suo Corpo e del suo Sangue, anche per offrire loro il modello della vita perfetta, cioè della vita che piace al Padre, nel modo in cui Egli ha risposto alle tentazioni c’è il modello della risposta perfetta che gli uomini possono dare al maligno quando vengono tentati.

La Gospa dei bugiardi

Medjugorie e la Gospa dei bugiardi: ragionevoli dubbi sulle apparizioni e sui sedicenti veggenti

«Non è degno da parte dei “veggenti” fare, come hanno fatto fin dai primi giorni delle “apparizioni”, pronunciamenti molto preoccupanti, che non corrispondono alla verità ma ingannano i fedeli» [dalla relazione di Ratko Perić, Vescovo di Mostar-Duvno, maggio 2017].


Sino a oggi la Chiesa non ha mai riconosciuta la autenticità delle apparizioni e dei messaggi della Madonna di Medjugorie, chi afferma il contrario dice il falso.

"Al lupo, al lupo"..

"A lupo, a lupo": Smettetela di annunciare la soppressione del Summorum Pontificum!

Gallery - Il Pensiero Cattolico

Negli ultimi giorni, circola su alcuni blog un allarme infondato riguardo una presunta prossima soppressione del Motu Proprio Summorum Pontificum. Infatti, da nostre indagini sul caso, possiamo dire che vi è solo un semplice questionario, che consta di 9 quesiti, inviato dalla Congregazione per la dottrina della fede a tutte le diocesi del mondo.

Nuovi Savonarola all’opera

Nuovi profeti
Virologi, moralisti e fancazzisti: i Savonarola della decrescita infelice


La Civiltà Cinese

Il frutto amaro dell’accordo segreto Vaticano-Pechino

Perché la Cina gode di “un posto di privilegio con il Vaticano”, nonostante uno spaventoso record di oppressione anticattolica? Se lo chiede anche il giornalista e scrittore Phil Lawler nel suo editoriale pubblicato su Catholic Culture. Eccolo nella mia traduzione. 
La Civiltà Cattolica, rivista


Una religione civile zoppa

ANCHE CON IL COVID
25 aprile, la religione che si può celebrare

Quest’anno la Festa della liberazione avrà un tratto particolare: sarà celebrata in un momento di divieto delle celebrazioni religiose. Si riuniranno almeno una quindicina di persone, lo stesso numero che non poteva stare alla Messa di don Lino. La religione cristiana è sostituita da quella civile, il surrogato che serve al potere.





P3rai,complottisti da video e tastiera

PROPAGANDA
Il teorema di Report sul complotto immaginario
La puntata di Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci su Rai 3, trasmessa il 20 aprile, intitolata Dio patria famiglia Spa, è un’insalata mista di spezzoni mal cuciti e giustapposti alla buona per suffragare un teorema preconcetto. Un presunto complotto di Trump contro il Papa che esiste solo nella mente degli autori



giovedì 23 aprile 2020

Ormai solo un Dio ci può salvare

II - HOMO MATERIALIS O SACER?


Parte II - Ormai solo un Dio ci può salvare risposta a Giorgio Agamben. La scienza è la religione del nostro tempo. L’analogia con la religione va presa alla lettera sia i teologi non sanno chi è Dio che i virologi cos’è un virus 
di Roberto Pecchioli  
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Ormai solo un dio ci può salvare. Fu la risposta data da Martin Heidegger nella famosa intervista uscita postuma alla domanda sul declino del pensiero umanistico, soffocato dalla tecnica e dall’economia. Il tramonto del pensiero meditante, sostituito da psicologia, logica, cibernetica, statistica sembrava a Heidegger inevitabile, a meno che l’umanità non avesse ritrovato le tradizioni  legate all’insegnamento dei classici greci o alla visionarietà dei poeti, come l’amato Hoelderlin. Non ci riferiamo ovviamente a un intervento soprannaturale che produca la fine del contagio, ma ai  timori espressi da Giorgio Agamben circa il“salto” storico culturale provocato dalle risposte del potere all’emergenza.
Lo stato di eccezione imposto con tanta facilità  si può comprendere nell’immediato, ma obbliga a ripensare il rapporto tra vita naturale e esistenza politica. Lo Stato di eccezione , ovvero la sospensione straordinaria e provvisoria dell’ordine giuridico, tende a trasformarsi in normalità di gestione della polis, sino a confondersi con la regola. La categoria di democrazia e il concetto di Stato di diritto assumono contorni opachi. Uno dei rischi esistenziali riguarda la sensazione di provvisorietà, di fine incipiente a cui l’uomo tende a dare la risposta che Tucidide, padre dell’indagine storica, intravide nel comportamento dei greci nella peste durante la guerra del Peloponneso: “nessuno era più disposto a perseverare in quello che prima giudicava il bene, perché credeva  che forse poteva morire prima di raggiungerlo”.

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La scienza oggi ha ordinato il confinamento, e confinamento sia, per tutto il tempo desiderato dagli alchimisti post moderni. E’ la nuova Vox Dei, voce di una religione politeista!

La banalità del male rischia di avvolgerci e travolgerci, e una delle sue forme può essere il nuovo virtuoso precetto anti contagio, il distanziamento sociale. Si tratta di un eufemismo introdotto nel lessico quotidiano al posto del più crudo “confinamento “. Si moltiplicano dichiarazioni di ambienti di potere tese a farci abituare, rassegnare e persino apprezzare un modo di vivere in cui- virus o non virus- la solitudine diventa la condizione normale di vita. A questo dobbiamo opporre un no convinto. Chiedeva Agamben di non ascoltare “gli stolti che suggeriscono che una tale situazione si può senz’altro considerare positiva e che le nuove tecnologie digitali permettono da tempo di comunicare felicemente a distanza. Io non credo che una comunità fondata sul “distanziamento sociale” sia umanamente e politicamente vivibile.”
Il ruolo degli intellettuali  è quello di riflettere sui fenomeni e sulle loro conseguenze. Fu Elias Canetti a indagare sul rapporto tra massa e potere . Lo scrittore bulgaro di lingua tedesca descrive una situazione assai simile a quella che stiamo vivendo in queste settimane; in un brano di Massa e potere analizza la massa che si forma mediante un divieto, “ in cui molte persone riunite  insieme vogliono non fare più ciò che fino a quel momento avevano fatto come singoli. Il divieto è improvviso: essi se lo impongono da soli; in ogni caso esso incide con la massima forza. È categorico come un ordine; per esso è tuttavia decisivo il carattere negativo”.  Una comunità fondata sul distanziamento sociale è una contraddizione in termini. In più non significa, come si potrebbe credere, solo il trionfo dell’individualismo: “essa sarebbe, proprio al contrario, come quella che vediamo oggi intorno a noi, una massa rarefatta e fondata su un divieto, ma, proprio per questo, particolarmente compatta e passiva.”
Tutto questo senza proteste o opposizioni. Perché ? La diagnosi di Agamben è disperante. “L’ipotesi che vorrei suggerire è che in qualche modo, sia pure inconsapevolmente, la peste c’era già; che, evidentemente, le condizioni di vita della gente erano diventate tali che è bastato un segno improvviso perché esse apparissero per quello che erano – cioè intollerabili, come una peste appunto. E questo, in un certo senso, è il solo dato positivo che si possa trarre dalla situazione presente: è possibile che, più tardi, la gente cominci a chiedersi se il modo in cui viveva era giusto.”

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Ormai solo un dio ci può salvare. Fu la risposta data dell'ateo da Martin Heidegger nella famosa intervista uscita postuma alla domanda sul declino del pensiero umanistico, soffocato dalla tecnica e dall’economia!

Agamben pone un’altra domanda, a cui i numerosi detrattori evitano accuratamente di rispondere: che società è quella che non ha altro valore che la sopravvivenza, anzi, per dirla con Curzio Malaparte, la pelle ? Ci  siamo così abituati a vivere in crisi perenne e perenne emergenza da non accorgerci di vivere in “una condizione puramente biologica [che] ha perso ogni dimensione non solo sociale e politica, ma persino umana e affettiva. Una società che vive in un perenne stato di emergenza non può essere una società libera. Noi di fatto viviamo in una società che ha sacrificato la libertà alle cosiddette “ragioni di sicurezza” e si è condannata per questo a vivere in un perenne stato di paura e di insicurezza, con grande profitto per il potere.
Infine, ma è forse l’elemento più importante, Agamben getta uno squarcio di luce , mentre i  presbiteri tacciono rinchiusi nelle loro sacrestie , sull’enorme bisogno di religione  che la circostanza  rivela. Ne è indizio, nel discorso martellante dei media, la terminologia presa in prestito dal vocabolario escatologico che, per descrivere il fenomeno, ricorre ossessivamente, soprattutto sulla stampa americana, alla parola “apocalisse” e evoca, spesso esplicitamente, la fine del mondo. “È come se il bisogno religioso, che la Chiesa non è più in grado di soddisfare, cercasse a tastoni un altro luogo in cui consistere e lo trovasse in quella che è ormai di fatto diventata la religione del nostro tempo: la scienza. Questa, come ogni religione, può produrre superstizione e paura o, comunque, essere usata per diffonderle. Mai come oggi si è assistito allo spettacolo, tipico delle religioni nei momenti di crisi, di pareri e prescrizioni diversi e contraddittori, che vanno dalla posizione eretica minoritaria (pure rappresentata da scienziati prestigiosi) di chi nega la gravità del fenomeno al discorso ortodosso dominante che l’afferma e, tuttavia, diverge spesso radicalmente quanto alle modalità di affrontarlo. E, come sempre in questi casi, alcuni esperti o sedicenti tali riescono ad assicurarsi il favore del monarca, che, come ai tempi delle dispute religiose che dividevano la cristianità, prende partito secondo i propri interessi per una corrente o per l’altra e impone le sue misure.”
Un’altra cosa che dà da pensare è l’evidente crollo di ogni convinzione e fede comune. Si direbbe che gli uomini non credono più a nulla – tranne che alla nuda esistenza biologica che occorre a qualunque costo salvare. “Ma sulla paura di perdere la vita si può fondare solo una tirannia, solo il mostruoso Leviatano con la sua spada sguainata.” In una recentissima intervista , Agamben va oltre. “La scienza è la religione del nostro tempo. L’analogia con la religione va presa alla lettera: i teologi dichiaravano di non poter definire con chiarezza che cos’è Dio. (…) I virologi ammettono di non sapere esattamente cos’è un virus, ma in suo nome pretendono di decidere come devono vivere gli esseri umani.“

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Ciò che abbiamo imparato oggi è che una democrazia non può combattere un’epidemia senza smettere di essere e chiamarsi tale!

Si torna allo sconsolato ateo Heidegger: solo un Dio, comunque lo si chiami, dovunque lo si rintracci, ci può salvare, anche se la salvezza è circoscritta al salvataggio della “pelle”, qui e adesso.  Ancora Malaparte: “null’altro rimane allora se non la lotta per salvare la pelle: non l’anima, come un tempo, o l’onore, la libertà, la giustizia, ma la schifosa pelle. “ Il potere lo sa e agisce di conseguenza. Nel frattempo, lancia i suoi servitori in attacchi forsennati contro chi esprime pensieri divergenti, diventati sbrigativamente fake news, le false notizie come gli untori della peste . Ne è prova la reazione scatenata contro Agamben nel recinto dell’ortodossia culturale.
Un osservatore risolve la contesa affermando che, poiché la “premessa maggiore “di Agamben , ovvero l’evidente errore iniziale di sottovalutazione del Covid19, è risultata falsa, le premesse successive sono altrettanto false. Un ottimo espediente per evitare di confrontarsi nel merito: la consueta demonizzazione dell’Altro, segno certo del razzismo antropologico della kultura che non risparmia neppure i propri, quando si permettono pensieri non fedeli alla linea.
Più interessante è l’opinione di Paolo Flores d’Arcais, il giacobino d’acciaio , l’illuminista incorruttibile come Robespierre, che officia le sue omelie laiche da pulpiti  come Micromega, Repubblica e il Fatto. Già il titolo del suo intervento dimostra l’eleganza e l’equilibrio di Flores: le farneticazioni di Giorgio Agamben. Dissentire è farneticare, buono a sapersi. E’ l’autorevole opinione di fieri democratici. Dopo aver citato Walt Whitman per affermare che corpo e anima sono la stessa cosa, definisce sobriamente le idee di Agamben “funambolismi spirituali, esorcismi antiscientifici, addirittura grufolare in mediocri deliri di narcisismo.” Se le parole hanno un senso, Agamben è un pazzo e anche un maiale, giacché grufolare è verbo destinato ai suini.  “Più illuminismo, scienza, ricerca. Non se ne può più delle superstizioni, dei guru e dei santoni” si infervora il direttore di Micromega, e sbotta che “il sapere è quello delle scienze, non delle elucubrazioni oniriche e post teologiche.”

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La libertà riguarda i nostri corpi e le nostre anime, al di là della vita biologica. Per questo, è sensato ascoltare Giorgio Agamben e sbadigliare alle urla di Flores. Una risata – amara, sardonica, ma sempre una risata – lo seppellirà. Dicevano così i suoi maestri del Sessantotto. Dicevano anche vietato vietare. Altri tempi, altri virus!

Ormai solo un Dio ci può salvare . Risposta a Giorgio Agamben (Parte II)
di Roberto Pecchioli

continua su_ 
REQUIEM A UNA CIVILTA' DEFUNTA


Istupiditi, impecoriti, svirilizzati, sordi a ogni lezione; e nelle mani di un pugno di avventurieri senza scrupoli. Sarebbe bello se gli esseri umani imparassero qualcosa dalle lezioni della vita, ma ciò non è affatto scontato 
di Francesco Lamendola  

 0 CHIESA KETON

Sarebbe bello se gli esseri umani imparassero qualcosa dalle dure lezioni della vita, ma ciò non è affatto scontato. Un progresso spirituale è possibile solo se vi sono le condizioni per compiere il salto da un livello di consapevolezza più basso ad un livello di consapevolezza più alto. Ai livelli più bassi dominano l’egoismo, la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia, l’odio, il rancore; ai livelli più alti brillano la mitezza, la benevolenza, il perdono, la generosità, la compassione e l’amore. La verità è che si soffre, o si gioisce, esattamente come si è abituati a vivere: non sono le cose esterne che provocano un innalzamento o un abbassamento del proprio livello di coscienza, ma dei movimenti interni. Le circostanze esterne possono giocare un ruolo, ma solo come fattori scatenanti, ovvero come occasioni per mettere in moto il meglio e il peggio che giace nell’anima umana. Perché il punto è questo: dentro di noi ci sono tutto il bene e tutto il male del mondo, ovviamente allo stato potenziale; e sta all’educazione – intesa nel senso più ampio della parola – insegnare la disciplina interiore e incoraggiare lo slancio dell’anima verso l’alto, cioè verso il bene e il vero e il bello, e non, al contrario, stimolare e stuzzicare gli istinti più bassi. Va da sé che la civiltà moderna, per sua stessa natura, cioè per il fatto di aver messo al centro di tutto l’uomo, come se fosse dio, e però l’uomo inteso in senso materialista ed edonista, tende naturalmente a spingere gli esseri umani a dare il peggio di se stessi, abituandoli a considerare la vita come un’esperienza sostanzialmente insensata, nella quale la cosa più logica che si può fare è arraffare le occasioni di piacere e di successo e cercar di scansare, con ogni mezzo possibile, le situazioni nelle quali vi siano difficoltà, impegni gravosi, sacrifici, rischi di qualsiasi genere, insomma l’utilitarismo più gretto e meschino e nessuna, nessunissima scintilla d’idealismo. Anzi la civiltà moderna ha fatto e sta seguitando a fare qualcosa di ancor peggiore: la derisione sistematica del bene, del vero e del bello e l’esaltazione, altrettanto sfacciata e brutale, del male, del falso e del brutto.

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Perché ci siamo ridotti così? Perché siamo scivolati tanto in basso, al punto da farci trattare come una mandria di mucche terrorizzate, che qualunque mandriano malvagio e mercenario può condurre al macello, senza neanche curarsi di nascondere più di tanto le sue vere intenzioni?

Ma come, dirà qualche anima bella, come è  possibile che questo avvenga senza che la gente non se ne accorga? Il fatto è che la gente, lo ripetiamo, si abitua a fare quel che vede fare dalla maggioranza, e si abitua a considerare non solo normale, non solo lecito, ma decisamente opportuno, tutto ciò che viene presentato come tale, soprattutto dai persuasori occulti: il cinema, la televisione, la stampa, la pubblicità di ogni genere, che ormai riesce ad infiltrarsi in ogni sia pur minimo spazio della nostra vita privata. E non solo i persuasori occulti esaltano ciò che è male, ciò che è falso e ciò che è brutto, agendo, spesso, al di sotto della coscienza, e perciò particolarmente in profondità e senza l’assenso della ragione: lo fanno anche gli spettacoli di musica leggera, lo fanno gli urbanisti e gli architetti incaricati di dare un volto alle nostre città e alle nostre abitazioni; lo fanno i poeti e i romanzieri, che poi vengono presentati anche a scuola, agli studenti; lo fanno gli artisti che espongono le loro opere alle mostre, dove le scolaresche vengono accompagnate da zelanti professori. Lo fanno i sedicenti architetti e pittori e scultori di arte sacra, nell’edificare e decorare le nostre chiese; lo fanno i preti modernisti che hanno sostituito la Verità di Cristo con una sua umana contraffazione, ispirata dalla massoneria e resa credibile dal fervore e dalla quasi completa unanimità con cui la presenta il clero, dal papa all’ultimo sacerdote: prima inquinano i seminaristi e gli studenti di teologia, poi tutti costoro, divenuti a loro volta sacerdoti, inquinano il popolo di Dio, facendosi banditori di una falsa verità e di un vangelo che non è quello di Gesù, ma un contro-vangelo ispirato dal diavolo.

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C’è qualcuno che crede veramente che il governo agisca come sta agendo, esclusivamente per il nostro bene e che abbia fatto carta straccia delle libertà costituzionali per tutelare un bene più essenziale, la nostra stessa vita?

Un po’ alla volta, giorno per giorno, anno dopo anno, le abitudini di vita della gente hanno subito uno stravolgimento quasi completo, e così i suoi modi di pensare, di sentire, di sognare, di studiare, di educare i propri figli, di svolgere il proprio lavoro o la propria professione. La modernità è entrata nella nostre vite, in tutta la sua forza, all’incirca negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso; prima di quella data, benché l’economia, la finanza e molti intellettuali avessero già imboccato la strada del materialismo e dell’edonismo, la massa della popolazione, specialmente in provincia e nelle campagne, era ancora legata ai vecchi e sani valori di un tempo, incentrati sulla triade Dio, patria e famiglia. Nel giro di alcuni decenni è cambiato tutto: la gente non è più la stessa; i bambini non sono più quelli; gli adulti, i professionisti, i lavoratori, i politici, i professori, i sacerdoti, non sono più quelli. Sono diventati più moderni, appunto: e se ne vantano. Ritengono di aver progredito, di aver realizzato un grande balzo in avanti, un grande miglioramento nel loro modo di porsi di fronte alla vita. I fatti, però, danno torto a questa interpretazione: completamente torto. I numeri dicono che c’è stato un crollo demografico, segno sicuro del disamore generale verso la vita: crollo dovuto sia alla pratica legalizzata dell’aborto, sia al rifiuto deliberato di procreare da parte della donna. Le famiglie si sono progressivamente ristrette, infine si sono sfarinate: non c’è più la famiglia, c’è una convivenza temporanea di soggetti che stanno insieme finché ne hanno la convenienza, poi si lasciano, senza troppo darsi pensiero per le ripercussioni psicologiche e affettive sui figli. Si mettono insieme ad altre persone, fanno altri figli, e dividono il loro tempo, si fa per dire, fra la famiglia di prima e quella di adesso.

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Sarebbe bello se gli esseri umani imparassero qualcosa dalle dure lezioni della vita, ma ciò non è affatto scontato!

Le nuove “famiglie” sono formate anche da persone dello stesso sesso che si procurano i “figli” in vario modo, perfino letteralmente acquistandoli su catalogo: perché anche queste coppie sono state afferrate da un bisogno impellente  irresistibile di sentirsi e di essere considerati genitori, proprio mentre quel bisogno si è affievolito e quasi spento nelle coppie formate da un uomo e una donna. Tutto viene prima della paternità e della maternità: il lavoro, la carriera, i viaggi, il divertimento, la cura incessante e meticolosa del proprio aspetto fisico. Molte giovani donne non vogliono avere figli per non perdere la linea, per non dover sacrificare le loro abitudini, per poter dedicare tutto il tempo libero alla palestra, allo sport, ai viaggi, all’abbronzatura o alla dieta al carotene. E  molti uomini non hanno più alcun desiderio di diventare padri: non ne vedono la ragione, o forse la convenienza; spesso nascondono a se stessi il loro egoismo dietro la considerazione che il mondo è un luogo sempre più difficile e che non vogliono prendersi la responsabilità di gettarvi delle povere creature “innocenti”. Poi, però, i figli nascono: nascono dalle relazioni temporanee, nascono senza essere stato voluti, e ben presto vengono affidati alle cure dei nonni: e crescono senza capir bene chi siano davvero i loro genitori, e perché li vedano così poco, e perché la mamma abbia lasciato il papà per mettersi con un’altra donna, che adesso chiama “amore”; o perché il papà abbia lasciato la famiglia per passare da un’avventura all’altra.

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Covid-19: oggi la neochiesa di Bergoglio prega Pachamama? Hanno sostituito la Verità di Cristo con una sua umana contraffazione, ispirata dalla massoneria!

Istupiditi, impecoriti, svirilizzati, sordi a ogni lezione 
di Francesco Lamendola 
continua su:

Chiese sicure per fare da scuole..?

Il bisogno dei sacramenti è più urgente che mai. I figli della Chiesa gemono nel pianto con richieste di aiuto.

Le autorità della Chiesa in ottemperanza alle norme sanitarie dei governi hanno chiuso le chiese e sospese le funzioni religiose. Grande il dolore dei fedeli. Ecco una riflessione del prof. Stephen A. Hipp, docente di teologia dogmatica presso il Seminario Saint Paul e l’Università di San Tommaso a Saint Paul, Minnesota (USA), pubblicata su First Thing, che vi propongo nella mia traduzione.
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I tiepidi verranno vomitati dalla bocca di Dio

AVVENIRE SGRIDA REPORT: HA PARLATO DI TRADIZIONE DELLA CHIESA.


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la puntata di Report sugli avversari di papa Bergoglio continua a suscitare reazioni. Stilum Curiae, come ricordate, se ne è occupato preventivamente e a posteriori. Oggi ci ha scritto un amico del nostro sito, indignato per come il quotidiano dei vescovi cattolici ha trattato l’argomento. Buona lettura. 

§§§

I tiepidi verranno vomitati dalla bocca di Dio (cfr. Ap 3, 14-16)

La consegna della Chiesa al potere del mondo

GIORNATA DELLA TERRA
Il Vaticano si consacra all'ecologismo anti-umano

Ieri grande coinvolgimento dei media vaticani e del Papa per la celebrazione della 50esima Giornata della Terra, dedicata peraltro all'enciclica Laudato Si'. Un evento che segna la saldatura definitiva tra la Santa Sede e le lobby ecologiste mondiali, malgrado le forze che stanno dietro la Giornata della Terra siano eredi delle Società Eugenetiche.




A quando i sacri Pannoloni?

Dare la comunione con una pinzetta? Esonerare gli over 65 dal precetto? La Chiesa di Milano alle prese con la Fase 2. Ecco le ipotesi in campo


Distribuire la comunione con una pinzetta; esonerare gli anziani al di sopra dei sessantacinque anni dall’obbligo della Messa; introdurre un numero chiuso; prevedere un incaricato che, munito di guanti monouso, si occupi del microfono all’ambone; consentire solo celebrazioni all’aperto; mettere a disposizione liquidi igienizzanti all’ingresso delle chiese; sanificare tutti gli oggetti sacri prima e dopo le celebrazioni.

Vie storte per tirare dritto?

Pro e contro le messe in TV. Una lettera dal Regno Unito



Il grido d’allarme levato da papa Francesco contro il pericolo che le messe “virtuali”, teletrasmesse in questo tempo di pandemia, si sostituiscano a quelle reali, e aprano la strada a una Chiesa “gnostica” non più fatta di popolo e di sacramenti, vero corpo di Cristo, ha animato ancor di più una discussione già in corso:

> Il papa contro le messe in TV: “Questa non è la Chiesa”

Chi semina vento?

Coronavirus, occasione per instaurare la Scientocrazia

La politica è diventata ormai superflua, il vero potere decisionale è in mano ai cosiddetti "esperti", rappresentanti della "Scienza", che impazzano ovunque, dalle conferenze della Protezione civile ai talk show televisivi. Esperti che un giorno affermano una cosa e il giorno dopo il suo opposto, ma che possono godere dell'acritico supporto della stampa. È un processo che viene da lontano e che abbiamo visto realizzato anche per la questione dei cambiamenti climatici, con la persuasione dell'opinione pubblica attraverso lo stesso meccanismo del marketing. È ora di riconoscerlo: stiamo entrando nellìepoca della post-democrazia scientifica.

                            Il virologo Burioni


Per troppo tempo siamo rimasti muti.

Monsignor Viganò: “Il terzo segreto di Fatima è stato insabbiato”.


Cari amici di Duc in altum, vi propongo la versione italiana dell’intervista concessa dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò al sito portoghese Dies irae.
A.M.V.
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