ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 23 aprile 2020

Vie storte per tirare dritto?

Pro e contro le messe in TV. Una lettera dal Regno Unito



Il grido d’allarme levato da papa Francesco contro il pericolo che le messe “virtuali”, teletrasmesse in questo tempo di pandemia, si sostituiscano a quelle reali, e aprano la strada a una Chiesa “gnostica” non più fatta di popolo e di sacramenti, vero corpo di Cristo, ha animato ancor di più una discussione già in corso:

> Il papa contro le messe in TV: “Questa non è la Chiesa”

Ne è prova la lettera riprodotta qui di seguito, proveniente dal Regno Unito.
I cinque casi che l’autore della lettera esamina, in realtà – diversamente da ciò che egli scrive –, confermano non l’equivalenza ma il primato assoluto che la partecipazione viva e reale alla messa, anche nei contesti più difficili, ha rispetto a ogni altra sua visibilità mediata.
E anche le considerazioni di David Critchley sulla “opportunità missionaria” che le messe in streaming potrebbero offrire hanno senso proprio in quanto finalizzate alla celebrazione reale dell’eucaristia.
Inavvertitamente, forse, hanno attestato l’insostituibilità dell’eucaristia viva e reale come “culmen et fons” della vita della Chiesa anche coloro che si sono battuti, nell’ultimo sinodo, per l’ordinazione di uomini sposati, per assicurare tramite loro la celebrazione della messa nelle zone più sperdute dell’Amazzonia. Nessuno di quei padri sinodali è mai saltato su a dire di far arrivare la messa per via telematica in quei luoghi remoti.
Il motivo era che a loro importava più d'ogni altra cosa l’ordinazione di uomini sposati, non tanto in Amazzonia ma ovunque.
Ma la Provvidenza si avvale spesso di vie storte per tirare dritto.
*
Caro dottor Magister,
Grazie per il post ”Il papa contro le messe in TV”: riflessivo e provocatorio come sempre, questa volta con il contributo del Santo Padre.
Ho il timore che stiamo trascurando l’opportunità missionaria che ci offrono le messe online. Negli anni scorsi penso che alcune chiese abbiano trasmesso delle messe in streaming semplicemente perché la tecnologia era disponibile e “Perché no? Proviamo! Forse quelli costretti a letto lo apprezzeranno”. Ma non c'era alcuna riflessione più profonda sulla questione. Ora siamo incoraggiati a pensare la cosa più in profondità.
Prima di tutto penso che le messe trasmesse in streaming non rappresentino un grande passo indietro rispetto alla tradizione. Si considerino questi casi:
1. Un sacerdote ottiene il permesso celebrare la messa in una prigione per criminali violenti. Il direttore della prigione gli dice che i prigionieri sono così violenti e imprevedibili che non possono essere radunati in una cappella. La messa si terrà allora nel cortile della prigione e i prigionieri vedranno attraverso le finestre delle loro celle.
2. Un re o un grande dignitario assiste alla messa in tempi anteriori al 1790. Si siede in un banco riservato, schermato dal resto della chiesa e osserva la messa attraverso la grata.
3. Un ricoverato nello storico Hôtel Dieu di Beaune, in Borgogna [vedi foto], assiste alla messa, qualche secolo fa. L'altare è in fondo alla camerata e gli infermi, la maggior parte, lo vedono dai loro letti o cubicoli.
Non penso che qualcuna di queste tre situazioni sia significativamente diversa dall’assistere a una messa teletrasmessa.
Ma ecco un caso più difficile.
4. Un fedele cattolico che quando è a casa va a messa tutti i giorni è in viaggio all'estero. La domenica ha la possibilità di scegliere se assistere alla messa trasmessa online dalla chiesa del suo paese, oppure individuare una chiesa nei dintorni, trovare la strada per arrivarci e lì ascoltare una messa in una lingua diversa dalla sua, o magari scoprire di aver ricevuto dall’hotel l’orario della messa sbagliato. Per me non è così ovvio che debba optare per una chiesa del luogo.
Oppure quest’altro.
5. Una chiesa cattolica di una zona rurale offre una messa la domenica e una sola messa nel resto della settimana. Non ci sono altre chiese cattoliche nelle vicinanze. Negli altri giorni della settimana, quindi, un cattolico della zona ha in pratica una scelta tra assistere a una messa quotidiana online o nessuna messa, dato che non può spendere tutto il suo tempo a viaggiare. Dovremmo dire: nessuna messa?
E non abbiamo ancora iniziato a pensare al ruolo delle messe online nell'evangelizzazione. Non dobbiamo forse incoraggiare coloro che pensano di diventare cattolici ad assistere regolarmente a una messa online? Non ci sono forse persone che mai sarebbero state viste entrare in una chiesa cattolica ma che potrebbero sentirsi stimolate nel guardare una messa online? Ci sono persone che potrebbero vedere una messa online e poi dire: “Mio Dio, non avrei mai pensato che la messa potesse essere così. In un luogo così devo proprio andarci”. Che dire delle persone che vivono in società in cui è punita la conversione al cristianesimo: le messe online non potrebbero avere un ruolo nella loro vita? Che dire delle persone che amano ascoltare concerti sacri, ma non vanno a messa? Non potrebbero finire con l’assistere a una messa online per il piacere della musica?
Insomma, chiunque e ovunque ha oggi l’accesso a una vita liturgica precedentemente disponibile solo a dei cattolici che vivevano in comunità religiose o molto vicine a una chiesa grande e ben gestita.
Sicuramente, abbiamo molto su cui pensare.
Con i miei saluti più cordiali,
David Critchley
Winslow, Buckinghamshire, Regno Unito
*
POST SCRIPTUM
Caro Sandro Magister,
grazie per aver messo a disposizione i commenti di David Chritchley. Ho visto un buon numero di messe in tv o su CD. E anche da come appaiono impallidiscono al confronto con la partecipazione a una messa reale, indipendentemente dalle condizioni. Immaginiamo un gruppo di soldati in ginocchio attorno a un altare improvvisato in una landa desolata della Corea, oppure l’assistere a una messa in una bella chiesa. Sono due esempi estremi ma simili di quell’atto pieno di significato che è la vera partecipazione e ricezione dell’Eucaristia.
Vivat Jesus,
Peter J. Brock
Sun City Center, Florida, U.S.A.
Settimo Cielo
di Sandro Magister 22 apr

Cardinale Dolan: preghiera dei fedeli alla Messa "noiosa"



Non sapendo che il suo microfono era ancora acceso, il cardinale di New York, Timothy Dolan ha detto alla preghiera dei fedeli nella Messa della Domenica di Pasqua, trasmessa in diretta:

"Ho dimenticato la mia acqua [?]. Pensavo saltassimo queste cose noiose" (video sotto).

Le "cose noiose" (la preghiera dei fedeli) sono state introdotte nel Nuovo Rito Eucaristico del 1970.

Anche se Dolan non lo ammette in pubblico, le preghiere dei fedeli sono davvero "noiose" e inutili, dato che tutta la Messa è una "preghiera dei fedeli" e una "intercessione generale".
it.news

https://gloria.tv/post/62yt9EA48QQG6qVnLvwstL3JJ

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