ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 14 aprile 2012

A.A.A Anticristi cercansi.

È Nerone l’Anticristo raffigurato nella «bestia che sale dal mare» dell’Apocalisse?
 di Francesco Lamendola - 13/04/2012

La maggior parte dei biblisti e degli studiosi di storia delle religioni sono d’accordo ll’identificare la “bestia che sale dal mare” del libro dell’«Apocalisse» (Ap., 13, 1) con l’Anticristo e a ritenere che, a dispetto del suo corpo di pantera, delle sue zampe di orso e della sua bocca di leone, nonché delle sue sette teste e delle sue dieci corna, si tratti, al di là dei veli dell’allegoria, di una figura antropomorfa.
Il drago rosso della scena precedente, anch’esso munito di sette teste e dieci corna e la cui coda trascinava un terzo delle stelle del cielo per poi scagliarle sulla terra, ma che è chiamato esplicitamente anche Satana, e che si presenta come gran seduttore del mondo, affida alla bestia venuta dal mare il suo potere, il suo trono e una grande autorità.

LA CHIESA CATTOLICA E LA VERA LOTTA A SATANA.

ATTENTI AI LAICI CHE PRATICANO ESORCISMI ED IMPONGONO LE MANI

Pontifex.Roma(In foto una "veggente" di Medjugorje mentre impone le mani e "benedice" 2 religiose) Paolo VI così disse: «Non vi stupisca come semplicistica, o addirittura come superstiziosa e irreale la nostra risposta: uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel male, che chiamiamo demonio. Troviamo il peccato, perversione della libertà umana e causa profonda della morte, perché distacco da Dio, fonte della vita e poi, a sua volta, occasione ed effetto di un intervento in noi e nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico, il demonio. Il male non è soltanto una deficienza, ma un'efficienza , un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà, misteriosa e spaventosa. Chi rifiuta di riconoscere la sua esistenza, si pone fuori dall'insegnamento biblico e della Chiesa; come chi crede che il male sia un "principio" autonomo, che non abbia, come ogni creatura una sua origine in Dio; o chi, infine, la voglia spiegare come una forma di personificazione  concettuale e fantastica delle cause sconosciute delle nostre sventure». [1]

I frutti della laicità buona:



dalla distruzione della lingua alla distruzione  della società


Di Giovanni Servodio

Lo spunto ci è dato da uno dei tanti pronunciamenti cosiddetti “normativi” emessi dai diversi organismi “giudicanti” europei. In questo caso si tratta della Cassazione italiana: coloro che contraggono un matrimonio omosessuale in uno dei paesi europei, devono veder riconosciuti anche in Italia i reciproci diritti così acquisiti.
Una grande novità? Nient’affatto. La semplice applicazione di una norma già in vigore. Dove sta allora la presunta novità, così ampiamente sottolineata dai mezzi di comunicazione di massa? Semplicemente nel fatto che l’oggetto del contendere è il cosiddetto “matrimonio omosessuale”.

Incominciamo quindi da qui.

Il termine “matrimonio” è derivato, in tutta evidenza, dal sostantivo “mater”, madre, e sta ad indicare il contesto nel quale trovano pieno riconoscimento le prerogative proprie della donna, della madre. In senso lato, il termine indica la condizione formale, lo stato sociale che permette al meglio l’esercizio di tali prerogative.
In definitiva, il matrimonio è sempre stato lo strumento che permette alla donna di realizzare in condizioni ottimali le sue prerogative esclusive di donna e di madre. Come dire che il matrimonio è lo strumento sociale ottimale che permette alla donna di compiere la sua funzione naturale e sociale di procreare, realizzando così al meglio il suo stesso essere.

Del dovere di stato… ovvero… La soggiacenza al mondo della nuova Chiesa conciliare

Di Giacomo Fedele

Può la Chiesa soggiacere? Non può, per sua stessa natura.
La Chiesa non è di questo mondo e quindi nulla di questo mondo può veramente toccarla. Eppure la Chiesa, per la sua stessa destinazione, è in questo mondo e questo la pone nella necessità di vivere in relazione ad esso.
A seguito di Nostro Signore essa svolge la funzione di ricondurre il mondo a Dio attraverso la riconduzione a Dio di ogni uomo; il suo compito non è salvare il mondo, né tampoco tutti gli uomini, quanto condurre alla salvezza ogni uomo che abbandona la via dell’errore e si incammina sulla via della verità. Per far questo la Chiesa si prodiga per la santificazione di tutti gli uomini che si conducono secondo la retta volontà, offrendo loro i sacramenti e la grazia che essi veicolano, e assolve questa sua funzione all’interno del mondo, ma indipendentemente dal mondo, anzi, nonostante il mondo

Solo rischio?

Austria, la messa di Martha a rischio scomunica  

Il sacerdozio femminile
Il sacerdozio femminile

La co-fondatrice del movimento “Noi siamo Chiesa” in rotta di collisione con il Vaticano

GIACOMO GALEAZZI CITTÀ DEL VATICANO   
Martha Heizer, docente di religione a Innsbruck, co-fondatrice e direttrice di «Noi siamo Chiesa», sfida il Vaticano e annuncia la sua intenzione di celebrare messa anche a costo di rischiare la scomunica. In realtà la questione è chiusa definitivamente in seguito alla risposta dell’allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio, Jospeh Ratzinger circa la dottrina della lettera apostolica «Ordinatio sacerdotalis».
 
 Il dubbio sollevato riguardava la facoltà della Chiesa di conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne. Il no della dottrina alle donne prete, chiarì l’attuale Pontefice, è «definitivo» in quanto tale dottrina è fondata nella Parola di Dio scritta e costantemente conservata e applicata nella Tradizione della Chiesa fin dall'inizio.

Le risposte di Brunero Gherardini a Karl Barth

Piero Vassallo, su Riscossa Cristiana, recensisce sapientemente il libro di Mons Brunero Gherardini: A domanda risponde. Il dialogo con Karl Barth «domande a Roma».

Le insinuanti domande rivolte dal celebre teologo protestante alla Chiesa cattolica esigevano il puntuale chiarimento della gerarchia cattolica sul Concilio Vaticano II. Negli anni del post-Concilio la risposta non fu formulata dagli ecclesiastici, distratti dalle ingenti fatiche dell’auto-celebrazione. A distanza di molti anni e dopo l’apparizione del fumo di satana nella Chiesa, la rilettura delle coinvolgenti domande rivolte da Barth alla Chiesa romana hanno suggerito a monsignor Gherardini di proporre un profondo e sereno criterio di giudizio sul Concilio Vaticano II.
La casa Mariana editrice in Frigento (Avellino) ha pubblicato A domanda risponde In dialogo con Karl Barth sulle sue domande a Roma, un magistrale e persuasivo saggio, che Brunero Gherardini ha scritto con il suo stile elegante e scintillante.

I frutti dell'albero

QUANT’È MALATA LA SANITÀ LUMBARD! - UN’ALTRA SUPPOSTONA PER IL FORMIGA: SCOPERTI FONDI NERI DELLA FONDAZIONE MAUGERI PE

1- FONDI NERI NELLA SANITÀ, SCOPPIA IL CASO DELLA FONDAZIONE MAUGERI: "8 VOLTE IL SAN RAFFAELE"
SAN RAFFAELE
FORMIGONI
 Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per "Corriere.it"
Otto volte i fondi neri accertati finora come usciti dal San Raffaele tramite il mediatore Piero Daccò: cinque nuovi arresti spostano l'asse dell'inchiesta della Procura di Milano su un altro colosso della sanità, la Fondazione Maugeri, base a Pavia ma articolazioni in tutta Italia.
Sono almeno 56 i milioni di euro per i quali il gip Vincenzo Tutinelli ha ordinato l'arresto, per associazione a delinquere, non solo di Daccò (già in carcere dal 15 novembre scorso) ma anche di Antonio Simone (ex assessore regionale Dc alla Sanità in Lombardia e figura di spicco in Comunione e liberazione), del dirigente della Fondazione Maugieri Costantino Passerino, del suo consulente Gianfranco Mozzali e del commercialista milanese Claudio Massimo. Indagato anche il patron della Fondazione, Umberto Maugieri: formalmente irreperibile, si trova probabilmente all'estero.

La nuova (?) chiesa virtuale

Dwight J. Friesen, professore associato di Teologia pratica presso la Mars Hill Graduate School di Seattle, immagina «il regno di Dio nei termini di essere relazionalmente connessi con Dio, gli uni con gli altri, e con tutta la creazione». In questa visione certo possiamo ritrovare quella del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, che afferma la sacramentalità della Chiesa nel suo essere «strumento della riconciliazione e della comunione di tutta l’umanità con Dio e dell’unità di tutto il genere umano». Il pensiero di Friesen esprime una visione della Chiesa propria della cosiddetta emerging church, un ampio movimento, complesso e fluido, dell’area evangelico-carismatica, che intende reimpiantare la fede cristiana nel nuovo contesto post-cristiano. Esso va al di là delle singole confessioni cristiane e si caratterizza per il rifiuto delle strutture ecclesiali cosiddette “solide”. Molta enfasi è invece posta sui paradigmi relazionali, su tutte le espressioni che – citando Zygmunt Bauman – potremmo definire “liquide” della comunità, su approcci inediti e fortemente creativi alla spiritualità e al culto. Ne risulta una Chiesa «organica, interconnessa, decentralizzata, costruita dal basso, flessibile e sempre in evoluzione».

Ping-Pong

Lefebvre: la risposta al Vaticano
I lefebvriani avrebbero mandato al Vaticano una nuova risposta al “preambolo dottrinale” che potrebbe formare la base per una riconciliazione fra la Società di San Pio X e la Santa Sede.

                                                        MARCO TOSATTI

I lefebvriani hanno mandato al Vaticano una nuova risposta al “preambolo dottrinale” che potrebbe formare la base per una riconciliazione fra la Società di San Pio X e la Santa Sede. Nel marzo scorso, il vescovo Bernard Fellay si è incontrato con il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per discutere della risposta fornita dai lefebvriani al “preambolo dottrinale”. Dopo il colloquio un comunicato del Vaticano giudicava inadeguata la risposta, e chiedeva che la Società di San Pio X fornisse ulteriori chiarimenti entro il 15 aprile 2012. Il vescovo Fellay ha consegnato la “chiarificazione”, e secondo un portavoce non ci saranno dichiarazioni pubbliche fino a quando il Vaticano non avrà fornito la sua valutazione. I lefebvriani avevano detto che non potevano accettare il documento così come era formulato, e avevano chiesto alcuni emendamenti. Il Vaticano chiedeva il riconoscimento della validità degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, oggetto da sempre di critiche e perplessità da parte dei seguaci di mons. Lefebvre. A marzo il Vaticano aveva chiesto una posizione più flessibile, “per evitare una rottura ecclesiastica dalle conseguenze dolorose e incalcolabili”. Fellay nei giorni successivi aveva chiesto ai fedeli e ai membri della Società di pregare con più intensità per “capire qual è la volontà divina e portarla avanti con coraggio”.

IL SIGNORE CI PROTEGGA DAGLI HACKER

vaticano ANONYMOUS Le Guardie svizzere non bastano più: nuovi nemici minacciano il soglio di Pietro. E così anche lo Stato più antico del mondo ha messo in campo i cyberguerrieri: compagnie di ventura informatiche, che servono i governi contro gli eretici del Web. Oggi i vertici pontifici devono fronteggiare una duplice insidia.
C'è quella tradizionale, che con antica malizia fa uscire note riservatissime: una bufera di lettere private chiamata "VaticanLeaks", sulla scia dell'uragano provocato dall'organizzazione di Julian Assange. Sulla stampa italiana e straniera sono arrivati retroscena che hanno gettato nell'imbarazzo il papa e la Curia: storie di intrighi dei Sacri Palazzi e di faccende terrene. Molto terrene. Nomine, appalti e perfino un complotto di morte contro Benedetto XVI che va oltre la penna di Brown.
Ma gli assalti non vengono solo da corvi e talpe che si nascondono sotto le vesti di insospettabili monsignori.

venerdì 13 aprile 2012

Getsemani

È più che mai necessario avere un'idea chiara, globale, ma al tempo stesso precisa e con sfumature, di quello che si può chiamare «il movimento teologico contemporaneo». Un riassunto oggettivo, concreto e accurato, che esprima la realtà profonda, è tuttavia molto difficile, malgrado i numerosissimi scritti consacrati ormai da parecchi anni a questo soggetto.
D'altra parte, quasi nessuna analisi e nessuna sintesi potrebbe pretendere un'oggettività pura, perché spessissimo esiste una generale opzione interiore di ordine spirituale, morale o socio-storica che avvolge tutti i giudizi e gli stessi criteri. Come esempio ci si può riferire ad uno degli ultimi esposti di sintesi sulla teologia contemporanea, «Bilancio della Teologia del XX secolo» (1); è chiaro che gran parte di questo lavoro è condotto sulla falsariga di Karl Rahner (2).

Oremus et pro perfidis judaeis

Carissimi fratelli,

vi offriamo questa immagine nel più profondo desiderio che preghiate per noi: per me, per Carmen e per il padre Mario.

Siamo sorpresi e allo stesso tempo spaventati  per quanto sta succedendo con gli ebrei. Forse che il MESSIA, presente in noi, voglia avvicinarsi al suo popolo? Noi non lo sappiamo. Quello che è importante, è che abbiamo bisogno del vostro sostegno, del vostro amore ma soprattutto delle vostre preghiere.

Pregate per me.
Kiko

Modernisti terzaviaristi

Le conseguenze dell’amore gay nella chiesa spiegate a Buttiglione

(di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro su Il Foglio del 13-04-2012) I fatti sono noti: il giovane austriaco Florian Stangl, che vive pubblicamente una relazione omosessuale, è stato eletto a capo del consiglio pastorale di Stützenhofen, a nord di Vienna. Il parroco ha eccepito, ma il suo vescovo, il cardinale Cristoph Schönborn, è intervenuto per sconfessare il sacerdote e benedire la nomina. La vicenda continua a far discutere dentro le mura vaticane con prudenza e preoccupazione proporzionali alla caratura del porporato in questione.
Ai “placet” progressisti si oppongono “non placet” conservatori in un dibattito
che, a rigore, non avrebbe titolo di esistere, dato che Santa romana chiesa ha sempre censurato fatti come quello in oggetto. Ma ora si fa strada la terza via del “placet iuxta modum” che riafferma la dottrina e, insieme, giustifica l’operato dell’arcivescovo di Vienna. Su queste pagine ne ha dato un esempio Rocco Buttiglione attraverso l’unica via possibile: fraintendendo l’iniziativa del cardinale Schönborn fino a farla sembrare una prova di carità cristiana.

L'abito fa il mon(a)co

Vogliamo provvedere?


Kaspar senza talare
Non fa una grinza: don Peter Paul Kaspar si chiede perché lui deve obbedire a Roma, mentre il cardinale di Vienna CristophSchönborn può tranquillamente disobbedire.
Kaspar è uno dei leader della “Pfarrer-Initiative”,altamente critica nei confronti del Magistero, recentemente bacchettata da Benedetto XVI.
Kaspar sarà pure eretico, ma non è matto: si chiede come mai per Schönborn non sia previsto alcun «procedimento canonico».
Infatti ce lo chiediamo anche noi. Come mai?

***
silvio

Modernismo a Nordest

  Il 13-14-15 aprile, si tiene il Convegno ecclesiale di Aquileia: «Le Chiese del Nordest, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, intendono, attraverso il Convegno "Aquileia 2" chiedersi come annunciare Gesù Cristo oggi, nell’attuale contesto socio-culturale del territorio».

Niente da fare. Con profonda tristezza annoto che, a poche ore dal Convegno, il mantra è sempre il medesimo: il solito sociologo parla di «ascolto», «camminare insieme», «accoglienza», «dare la parola».Vengono sempre invitati esponenti del neomodernismo. E il progetto d’apostolato, che non tocca mai i contenuti, si riduce a problema di trasmissione dati. C’è solo una monotona e paranoica ricerca di non si sa bene quale «linguaggio» nuovo per comunicare con «gli uomini e le donne del nostro tempo». Ma comunicare cosa? Non c’è alcun contenuto da comunicare.

In fieri..

"Non era possibile metterci sotto l'autorità del cardinal Ratzinger, presidente della commissione romana che doveva dirigerci: ci saremmo messi nelle sue mani, e di conseguenza nelle mani di coloro che vogliono riportarci allo spirito del Concilio ed allo spirito d'Assisi: questo non era possibile".

Vaticano/ Lefebvriani inviano precisazione: Poi Roma risponderà Il portavoce a 'Tmnews':Non cambia sostanzialmente prima risposta Roma 12 apr. (TMNews)
 I Lefebvriani stanno inviando in questi giorni una precisazione al Vaticano, in seguito ad una perentoria comunicazione diffusa dalla Santa Sede a metà marzo, e attendono, successivamente, un ulteriore pronunciamento vaticano: lo ha dichiarato da Parigi a 'Tmnews' il portavoce della fraternità sacerdotale tradizionalista l'abate Alain Lorans. "Stiamo comunicando la risposta al Vaticano, poi attendiamo una risposta del Vaticano", ha dichiarato il responsabile della comunicazione dei Lefebvriani, "solo dopo potremo comunicare ufficialmente con i giornalisti". Lo scorso 16 marzo il Vaticano aveva comunicato ai Lefebvriani che "non è sufficiente" la risposta precedentemente data dal gruppo scismatico, (sic) alle condizioni dottrinali fissate dalla Santa Sede (il cosiddetto 'preambolo').

Altrimenti è scisma??

Per i lefebvriani è l'ultima chiamata all'ovile

Altrimenti è scisma. Ma Roma farà di tutto per evitare l'irreparabile. Dall'Australia, il teologo John Lamont spiega che una riconciliazione è possibile

di Sandro Magister

ROMA, 13 aprile 2012 – Nei prossimi giorni è attesa la risposta della Fraternità Sacerdotale San Pio X all'ultima chiamata della Chiesa di Roma per un suo ritorno all'ovile.

I pronostici oscillano tra ottimismo e pessimismo.

Crisi della Chiesa.

 L'attesa della risposta della FSSPX e le opposizioni al Papa

Nell'approssimarsi della metà di aprile si accende l'interesse e l'aspettativa per la vicenda della regolarizzazione della FSSPX. Pubblico l'interessante punto della situazione, a largo raggio, apparso ieri sul Blog francese Summorum Pontificum, che è sulla nostra lunghezza d'onda. In fondo, invece, inserisco le notizie diffuse sempre ieri da La Croix, che ci danno il polso della situazione da varie angolazioni.

Lo scorso 16 marzo La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato un comunicato [che noi abbiamo ripreso qui] riguardante l’incontro fra il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Il comunicato di Padre Lombardi poneva la clausola che la risposta della FSSPX era stata ritenuta insufficiente per superare le differenze dottrinali che che la Santa Sede chiedeva a Mons. Fellay di presentare una nuova riformulazione.

Felix Austria?....

 Schönborn e il suo parroco. Felix Austria?....      

Un sacerdote cattolico a Vienna ha dato le dimissioni, dopo che il cardinale Christoph Schönborn è passato sopra alla sua decisione di escludere dal consiglio della parrocchia un omosessuale praticante.


                           MARCO TOSATTI

Un sacerdote cattolico a Vienna ha dato le dimissioni, dopo che il cardinale Christoph Schönborn è passato sopra alla sua decisione di escludere dal consiglio della parrocchia un omosessuale praticante. Padre Gerhard Swierzek aveva deciso che Florian Stangl non poteva far parte del consiglio parrocchiale perché è impegnato in maniera pubblica in un'unione con una persona dello stesso sesso. Ma dopo un incontro con Stangl, il cardinale Schönborn ha rovesciato la decisione del parroco.

Fatiche vane?

Le parole che Papa Benedetto XVI, giovedì prima di Pasqua, ha rivolto ai “disobbedienti” austriaci – il gruppo della Pfarrer-Initiative, l’“iniziativa dei parroci” che dal 19 giugno 2011 in Austria ha raccolto le firme di quasi quattrocento preti i quali, chiedendo l’abolizione del celibato ecclesiastico insieme a riforme sostanziali per la vita della chiesa, hanno trovato appoggio anche in Germania, Irlanda, Belgio e Svizzera – non sono state senza conseguenze.
Da una parte hanno dato vigore e nuove energie a quei fedeli e a quei preti che non ritengono opportuno la chiesa adotti riforme in discontinuità con la sua tradizione. Tra questi il parroco di Stützenhofen (a nord di Vienna, in Austria), padre Gerhard Swierzek, il quale, dopo che l’arcivescovo di Vienna e primate del paese Christoph Schönborn ha accettato l’entrata nel consiglio pastorale della sua parrocchia di un omosessuale che convive con il suo compagno, ha annunciato non senza polemiche le proprie dimissioni.

giovedì 12 aprile 2012

Fine della ricreazione?

Per i neocatecumenali la ricreazione è finita. Si torna a scuola

benedetto
L’ordine dato da Benedetto XVI alla congregazione per la dottrina della fede di esaminare se le messe dei neocatecumenali sono o no conformi alla dottrina e alla prassi liturgica della Chiesa cattolica è un colpo durissimo per il movimento fondato da Kiko Argüello e Carmen Hernández:

> Quella strana messa che al papa non piace

Ma già lo scorso 20 gennaio, nell’annuale incontro dei neocatecumenali col papa nell’aula delle udienze, Kiko e Carmen avevano capito che il vento era girato loro contro.
Invece di veder trionfalmente approvato il loro “rito” con un decreto del pontificio consiglio per i laici – decreto che in effetti era pronto ma fu cestinato in extremis dal papa – dovettero subire una solenne lavata di capo da Benedetto XVI in persona, proprio sul modo di celebrare la messa.
Naturalmente papa Joseph Ratzinger si espresse con lo stile mite che è suo. Ma la nettezza della sua lezione non poteva passare inosservata agli intenditori.
Uno di questi, infatti, l’archimandrita Manuel Nin, monaco benedettino, rettore del Pontificio Collegio Greco di Roma e liturgista insigne, non lasciò cadere l’occasione di riprendere e commentare “la bellissima lezione di teologia liturgica” impartita da Benedetto XVI non solo ai neocatecumenali ma all’intera Chiesa.
La sua esegesi apparve su “L’Osservatore Romano” del 15 marzo. E anch’essa fu presa male in casa neocatecumenale.
È utile qui riproporla, per l’autorevolezza di chi la firma, per l’importanza del giornale che l’ha ospitata e soprattutto per la chiarezza con cui va al cuore della questione.
Che non è di mero carattere cerimoniale ma di sostanza, come prova la decisione del papa di affidarne l’esame alla congregazione per la dottrina della fede.
*

ROMA: 12 aprile 1947, la Vergine della Rivelazione


La situazione   

La guerra è finita da poco. La gente è come uscita da un incubo. Tutti cercano di rifarsi una vita. Dopo tante privazioni c'è la voglia di recuperare il tempo perduto senza andare troppo per il sottile. Si cerca di assimilare nuovi modelli morali e culturali estranei alla tradizione italiana. Superato il momento passionale delle vendette si sta imboccando la via della rivalsa. I giovani, superato il grande bagno di sangue, sono decisi a godersi la vita giorno per giorno. E si servono di mezzi leciti e illeciti.
L'immane tempesta ha lasciato segni indelebili non soltanto sulla pelle, ma anche nell'animo dell'uomo. Per dimenticare i morti e le rovine la gente ricorre a tutti i mezzi. “Chi vuol essere lieto sia...”. L'incertezza del futuro favorisce comportamenti non sempre ortodossi. Non si violano soltanto le leggi divine, ma anche quelle umane, comuni a tutti gli uomini che rispettano precise norme morali. La lotta politica è molto aspra. La contrapposizione tra i moderati, che vorrebbero mettere una pietra sugli orrori e le stragi causate dalla guerra, e i rivoluzionari, che teorizzano un bagno di sangue per lavare le colpe passate, è netta. Molto profondo è anche il solco tra cattolici e mangiapreti.
Sono ancora vive le polemiche suscitate dal sofferto referendum istituzionale. La repubblica ha prevalso sulla monarchia, ma le ombre sul risultato non sono ancora dissipate. Siamo alla vigilia della prima consultazione politica e si delinea uno scontro frontale tra le sinistre unite e i cattolici. Dal risultato di questa battaglia dipende l'avvenire del paese.

Predicare e razzolare..

Cucinelli in Borsa con padre Raniero il predicatore del Vaticano nel Cda

IL CASO

Cucinelli in Borsa con padre Raniero
il predicatore del Vaticano nel Cda

Il gruppo umbro del tessile sta per quotarsi a Piazza Affari e chiama nel board il francescano Cantalamessa, predicatore ufficiale della Casa Pontificia dal 1980 su nomina di Giovanni Paolo II

di GIULIANO BALESTRERI e SARA BENNEWITZ
MILANO - Brunello Cucinelli chiama il francescano padre Raniero Cantalamessa per partecipare al consiglio di amministrazione dell’azienda che ha fondato e che sta per approdare in Borsa 1. Più di una benedizione, questo è un segno di riconoscimento da parte dell’imprenditore umbro nei confronti del frate celebre al grande pubblico per essere da oltre 30 anni il predicatore ufficiale della Casa Pontificia.

Pietro ha riposto la spada?


Card. Domenico Calcagno
Ieri mattina diversi quotidiani hanno scritto del Card. Domenico Calcagno, 68 anni, presidente dell’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, e della sua passione per le armi (tra cui un revolver, leggo “degno dell’Ispettore Callaghan”), per la caccia e per il tiro a segno.
Il porporato è iscritto al tiro a segno nazionale dal 2003, vive in Vaticano con un segugio e tiene in casa chiuse in un armadio diverse armi (molte da collezione). Possiamo star tranquilli: quello del Card. Calcagno non è un arsenale atomico e questa passione non farà innervosire, né imbarazzare il Vaticano. Non è infatti la prima volta che un alto prelato tenga in casa o addirittura in ufficio una o più pistole. Calcagno ha un predecessore d’eccezione: nientemeno che Papa Pio XI!
Quando era ancora vescovo, Achille Ratti, teneva sempre a portata di mano un revolver con tanto di munizioni: nel 1907, Ratti era prefetto della Biblioteca Ambrosiana a Milano e teneva l’arma in un cassetto per impaurire eventuali malintenzionati (sapevano dell’esistenza del revolver soltanto lui e l’addetto di biblioteca, Virginio Ripamonti).
Mi ha colpito molto la frase dell'articolo di Magister che ringrazio anche per il suo impegno a favore della Musica Sacra:

"In realtà, il pericolo temuto da Benedetto XVI e da molti vescovi – come risulta dalle numerose denunce pervenute in Vaticano – è che le modalità particolari con cui le comunità neocatecumenali di tutto il mondo celebrano le loro messe introducano di fatto nella liturgia latina un nuovo "rito" artificialmente composto dai fondatori del Cammino, estraneo alla tradizione liturgica, carico di ambiguità dottrinali e fattore di divisione nella comunità dei fedeli.  Alla commissione da lui voluta, il papa ha affidato il compito di accertare la fondatezza di questi timori. In vista di decisioni conseguenti".

Un "Nuovo RITO" estraneo alla tradizione liturgica!

Detto in modo un po' casereccio, il motivo generale di tante cose strane della Liturgia Romana tradizionale è a mio giudizio il fatto che nessuno mai si prese la briga di concepirla razionalmente, ed è proprio questa la vera forza del Rito stesso! Il Rito Romano nasce come ripresa consuetudinaria di riprese consuetudinarie, tagliate e riadattate e riproposte, di un nucleo tradizionale Divino-Apostolico trasmesso. Andando avanti così nei secoli si vennero a sovrapporre situazioni liturgiche che nessuno concepì razionalmente, ma che furono il frutto di rimaneggiamenti e sovrapposizioni. Questo è stato il CRITERIO Tradizionale, che certamente non è un criterio razionale ma è pur sempre un criterio che deve essere accettato, condiviso e difeso, proprio perché Cattolico. [cfr. di Mario Righetti Manuale di Storia Liturgica, Libro III: La Liturgia Romana, 1944].

Come ho già detto altrove non è possibile affermare che la nuova Messa sia “in sè” cattiva, giacché in sé essa, il suo nudo testo, non è altro che in buona sostanza il recupero di testi più antichi e il rimaneggiamento di essi. 

Se è “cattiva” la nuova Messa, allora furono cattive anche le liturgie antiche da dove i testi della nuova Messa sono stati tratti (ivi compresa la Sacra Scrittura, giacché le nuove parole della consacrazione sono prese da san Paolo). Ciò che rende la messa cattiva “per accidens” è la volontà eretica e scismatica del movimento liturgico e del gruppo dei riformatori, di mettere mano alla Liturgia per ottenere un prodotto che potesse essere utilizzato al fine di veicolare una idea di Chiesa diversa da quella Tradizionale, e una idea di religione diversa da quella Tradizionale.

La Messa nuova è un Rito che pur non essendo assolutamente falso in sé (poiché è potenzialmente valido), a causa della sua ambiguità voluta e ricercata dai suoi ideatori, va inteso comunque come intrinsecamente perverso. Ossia pur non essendo necessariamente dannoso, è stato studiato dai suoi ideatori per sovvertire (cambiare radicalmente) il Rito (Tradizionale) comunemente conosciuto, alla faccia della cosiddetta "continuità" come al solito dichiarata ma non dimostrata.

Mi rendo conto che sotto ai riflettori c'è ora diciamo il "Rito" neocatecumenale ma astraendo e utilizzando il criterio di Tradizione e di omogeneità liturgica potremmo confrontare senza indugio il Rito Tridentino nella sua purezza e interezza con quelle che furono le "grandi" Riforme Liturgiche degli anni '50 volute da Mons. Bugnini e i suoi collaboratori senza arrossire o peggio scandalizzarci.

Le tappe dell'involuzione sono in parole molto povere:

-I salmi ri-tradotti del Breviario Romano detti di Bea, 1945.

-Settimana Santa (sperimentale per il Sabato Santo ma poi) obbligatoria 1951-1955 (con annessi e connessi di riforme di digiuni, messe vespertine ecc.)

-Rubriche semplificate del 1955

-Edizione di un codice delle rubriche del 1960 per messale e breviario (che di fatto recepisce tutte le riforme degli anni '50)

-Edizioni tipiche del Messale e del Breviario 1961-1962 (che sono semplicemente la logica conseguenza dell'uscita del codice delle rubriche: io questi ultimi tre punti lo considererei quasi una unica questione).

-Edizioni ad interim 1965-1969

-Rito di Paolo VI, con le sue varianti tra cui il "rito" Neocatecumenale.

Prima di procedere nel dettaglio credo che sia utile leggere uno studio assai chiaro e brillante del rev.do don Ricossa. L'articolo che propongo è di un sedevacantista, questo non significa che ne condivida le sue posizione ecclesiologiche. Condivido l'analisi, ma escludendo ciò che riguarda il sedevacantismo. Ho parlato già abbondantemente della mia posizione.Don Ricossa ha il merito di non fermasi nell'analisi storica al un post Vaticano II, come se "prima" si pensasse che la Liturgia fosse tutta bella lineare splendida senza abusi liturgici! E sì, i famigerati abusi liturgici, quelle cose buffe, che si vedono in giro nel mondo web che alcuni pensano siano spuntate fuori solo con IL Concilio. Gli abusi c'erano anche prima con l'evidente placet delle autorità competenti. 

La crisi quindi sta a monte!in questo momento dove tutti si domandano cosa sia la VERA Tradizione liturgica vi lascio alla lettura di questo studio che evidenzia in modo preciso chi è stato e chi è il nemico della Liturgia Romana e quindi Cattolica sperando di raccogliere interessanti spunti per un approfondimento ulteriore.



don Camillo (noreply@blogger.com) 

Tutto all'insaputa del Papa


Evidenziamo qui sotto alcuni passaggi salienti dell'articolo Quella strana messa che il papa non vuole pubblicato stamattina da Sandro Magister.



Quella strana messa che il papa non vuole  [English]  [Français]  [Español]

È la messa secondo il rito del Cammino neocatecumenale. Benedetto XVI ha ordinato alla congregazione per la dottrina della fede di esaminarlo a fondo. La sua condanna pare segnata

di Sandro Magister

ROMA, 11 aprile 2012 – Con una lettera autografa al cardinale William J. Levada, Benedetto XVI ha ordinato alla congregazione per la dottrina della fede di accertare [sic!] se le messe dei neocatecumenali sono o no conformi alla dottrina e alla prassi liturgica della Chiesa cattolica.

Un "problema", questo, che il papa giudica "di grande urgenza" per tutta la Chiesa.

Benedetto XVI è da tempo in allarme per le modalità particolari con cui le comunità del Cammino neocatecumenale celebrano le loro messe, il sabato sera, in locali separati.

A far crescere in lui l'allarme è stata anche la trama ordita alle sue spalle in curia lo scorso inverno, di cui www.chiesa ha dato conto nei seguenti servizi:

MESSE E CRESIME FALSE E SACRILEGHE.

MEDJUGORJE E DINTORNI: MESSE E CRESIME FALSE E SACRILEGHE. ELENCO DI ALCUNI FRANCESCANI SOSPESI A DIVINIS E CACCIATI DALL'ORDINE
Pontifex.RomaOrmai purtroppo si sa: in Italia la disinformazione / menzogna legata al problema Medjugorje è grande, anzi è enorme. Non so se il problema è dovuto a fortissimi interessi economici in cui sono coinvolte trasmissioni TV, personaggi vari, radio, editori di libri e periodici, tour operator e tanti altri soggetti societari o privati; il dato certo è che la disinformazione / menzogna, in Italia, è talmente elevata che lo stesso sito della Diocesi di Mostar-Duvno, limitatamente alle proprie possibilità, cerca in tutti i modi di tradurre in italiano ogni singolo documento o dichiarazione rilevante sui "veggenti" e sui "fatti" di Medjugorje.

Il lavoro non è semplice ma, come specifica l'Apostolo Ratko Peric (Vescovo di Mostar-Duvno), è necessario contrastare con dati veri ed ufficiali (Santa Sede e Curia), quella che è la propaganda speculativa e falsa in atto principalmente in Italia, in alcune zone degli Stati Uniti ed in poche altre nazioni; il resto del mondo è quasi indifferente ad un fenomeno che è definito dallo stesso Vescovo come uno "scisma in atto", "frutto di fantasie, disubbidienze e menzogne" dei "veggenti" e dei francescani.

mercoledì 11 aprile 2012

SAN RAFFAELE DEI CONTI ALLEGRI

- NELLA TORBIDA VICENDA DEL PRETE-À-PORTER E DEL SUO OSPEDALE UN NUOVO LIBRO SVELA LA TRENTENNALE FOLLIA MEGALOMANE DI DON VERZÈ - UNA SANITÀ DIVENUTA MANGIATOIA CON SPRECHI, NEPOTISMI, CRESTE SULLE FORNITURE, SERVIZI FUORI CONTROLLO - L’ANDAZZO ERA NOTO A TUTTI: BANCHE CREDITRICI, REGIONE LOMBARDIA CHE EROGAVA RIMBORSI, I PRIMARI PIÙ IMPORTANTI, GLI AMICI POTENTI CHE A ROTAZIONE SEDEVANO IN CDA MA NESSUNO È MAI INTERVENUTO. ASPETTAVANO LA DIVINA PROVVIDENZA…

Estratto da "Angeli, Demoni e soldi pubblici" Ascesa e declino di don Verzè e il San Raffaele (Feltrinelli Zoom), di Marco Alfieri
Don VerzeDON VERZE
1 - ZERO CONTROLLI PER L'AMICO DI SILVIO...
"Nella vicenda del San Raffaele quel che sta emergendo non è il mega tesoro all'estero modello Parmalat," racconta un banchiere d'affari che ha seguito il dossier. Piuttosto c'è stata una "trentennale gestione antieconomica, la follia megalomane di Verzè, e poi la connivenza incestuosa. La mangiatoia diffusa, gli sprechi legalizzati (non si contano i primari con tre segretarie), i nepotismi, le creste sulle forniture di servizi e attrezzature e il magazzino fuori controllo".
Non a caso dalla chiusura delle indagini della Procura di Milano sulla prima parte dell'inchiesta penale, rispetto ad un crac da un miliardo e mezzo accumulato in quasi vent'anni, vengono contestati ai sette indagati distrazioni di denaro e dissipazioni per "soli" quarantaquattro milioni. Se un prof si pigliava i guanti o le garze per il suo studio, si chiudeva un occhio. Il don era così.
FUNERALE DI DON VERZE'FUNERALE DI DON VERZE'
Sceglieva i migliori medici con la mentalità berlusconiana della squadra di calcio: il top sul mercato pagandolo di più. Ma poi gli garantiva rendite e privilegi da primedonne. Come per i Sigilli a cui la Fondazione Monte Tabor pagava tutte le spese. Vacanze comprese in Sardegna, nella splendida villa vicino a Olbia. Per questo il mega crac dell'impero di Verzè non sorprende. L'andazzo era sotto gli occhi di molti: banche creditrici, Regione erogatrice dei rimborsi, i primari più importanti, gli amici potenti che a rotazione sedevano in cda come se fosse un rotary, una medaglietta da appuntarsi. Un colosso del genere non diventa insolvente da un anno all'altro. Eppure nessuno è mai intervenuto...