(In foto una "veggente" di Medjugorje mentre impone le mani e "benedice" 2 religiose) Paolo VI così disse: «Non vi stupisca come semplicistica, o addirittura come superstiziosa e irreale la nostra risposta: uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel male, che chiamiamo demonio. Troviamo il peccato, perversione della libertà umana e causa profonda della morte, perché distacco da Dio, fonte della vita e poi, a sua volta, occasione ed effetto di un intervento in noi e nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico, il demonio. Il male non è soltanto una deficienza, ma un'efficienza , un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà, misteriosa e spaventosa. Chi rifiuta di riconoscere la sua esistenza, si pone fuori dall'insegnamento biblico e della Chiesa; come chi crede che il male sia un "principio" autonomo, che non abbia, come ogni creatura una sua origine in Dio; o chi, infine, la voglia spiegare come una forma di personificazione concettuale e fantastica delle cause sconosciute delle nostre sventure». [1]
Giovanni Paolo II si pronunciò come segue: «Il demonio esiste, ha un suo regno, ha un suo programma, che esige una stretta logica dell'azione, una logica tale che il regno del male possa reggere, anzi, che possa svilupparsi negli uomini ai quali è indirizzato. La lotta tra il regno del male, dello spirito maligno en il regno di Dio, non è cessata, non è finita. In questa tappa la lotta perdura nelle generazioni sempre nuove della storia umana». [2] «Questa lotta contro il demonio, che contraddistingue la figura dell'Arcangelo Michele, è attuale anche oggi, perché il demonio è tuttora vivo e operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l'incoerenza dell'uomo, la frattura interiore della quale è vittima, non sono solo le conseguenze del peccato originale, ma anche effetto dell'azione infestatrice ed oscura di satana, di questo insidiatore dell'equilibrio morale dell'uomo». [3] «Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo [...] l'esorcismo mira a cacciare i demoni o a liberare dall'influenza demoniaca, e ciò mediante l'autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa». [4] «Vattene, satana! Vattene, l'atteggiamento deciso del Messia", ha detto Giovanni Paolo II, "costituisce per noi un esempio ed un invito a seguirlo con coraggiosa determinazione[...] il demonio, "principe di questo mondo", continua anche oggi la sua subdola azione. Ogni uomo, oltre che dalla propria concupiscenza e dal cattivo esempio degli altri, è tentato anche dal demonio e lo è ancor più quando meno se ne avvede. Quante volte con leggerezza egli cede alle fallaci lusinghe della carne e del maligno, e sperimenta poi, amare delusioni. Occorre rimanere vigilanti per reagire con prontezza ad ogni attacco». [5] Monsignor Mario Moronja Rodriguez disse: «La Chiesa non può sentirsi indifferente davanti a tale fenomeno presente nella nostra società. I pastori e i responsabili della pastorale, non possono pensare che forse si tratti di un fenomeno lontano dalle proprie comunità o ritenere che siano altri a dare delle risposte. Il problema rimane davanti a noi e non possiamo restare indifferenti o semplicemente estranei ad esso. In seno all'azione pasquale della Chiesa si richiede che tutti approfondiscano e s'impegnino in attività che tocchino direttamente o indirettamente il fenomeno e le sue manifestazioni. Alcune azioni possono essere certamente preventive, altre curative, tuttavia l'indifferenza non può essere certamente l'atteggiamento della Chiesa davanti a questo problema» [6] Il Cardinale Silvano Piovanelli, così si pronunciò: «I maghi in Italia sono il doppio dei preti, il mistero del male non è una fantasia, ma una realtà e la sua presenza lucida, che organizza distruzione e morte, si accampa in mezzo agli uomini. E' troppo grande il rischio che molti cristiani confondano la superstizione con la fede [...]». [7] Assodato che il demonio esiste e che, con la sua nefasta azione, vessa fortemente noi uomini dal primo fino all'ultimo giorno della nostra vita; assodato che molti dogmi di Fede, inconfutabili, parlano di Satana, degli angeli decaduti, dell'Inferno, del combattimento spirituale ed altri argomenti affini e mai negabili, il mio brevissimo invito è: "diffidate dai consacrati o dai religiosi che negano l'esistenza di Satana e che forniscono stravaganti spiegazioni sul demonio; costoro sono in eresia pubblica ed i loro insegnamenti non sono in comunione con Roma. Di questo ne ho parlato in vari miei libri ed in tantissimi articoli". E' oltremodo opportuno, definire chiaramente i compiti dei consacrati e quelli dei laici nella preghiera contro Satana. Oggi il rischio è serio, molte volte si sconfina nella magia e nel paganesimo nonché in abusi di ogni tipo che, lo ripeto con cognizione di causa, sono disubbidienze disciplinari molto gradite a Satana, dunque di conseguenza allontanano la Grazia santificante dall'uomo(empio e disubbidiente). Vi invito ad approfondire gli argomenti leggendo questi articoli: Gli articoli su indicati, purtroppo, sono lunghi e talvolta "pesanti", tuttavia è opportuno leggerli con attenzione e fiducia, per apprendere con chiarezza ciò che la Chiesa Cattolica ha ben definito, stabilito ed ordinato. Le fonti usate e citate negli articoli sono le seguenti: - Rivelazione pubblica (Bibbia), nell'inerranza (dogma) e nella retta interpretazione unanime dei Padri (dogma); - Catechismo della Chiesa cattolica; - Codex iuris canonici; - De exorcismis et supplicationibus quibusdam; - Disposizioni disciplinari della Congregazione per la Dottrina della Fede del 14 settembre 2000; - Praenotanda, V, De aptationibus quae Conferentiae Episcoporum competunt del Rituale Romanum; - Norme stabilite dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nell'Istruzione del 30 marzo 1992; - Quanto promulgato dalla CEI nelle premesse generali n°18 al Benedizionale. - Decreto Diocesano circa gli esorcismi e le preghiere di liberazione, a cura di sua Eccellenza Mons. Andrea Mugione Arcivescovo Metropolita; Carlo Di Pietro Note: [1] Paolo VI, Udienza generale, 15 Novembre 1972
[2] La Stampa, 27 Marzo 1981
[3] Giovanni Paolo II, 24 Maggio 1987, visita al Santuario di San Michele Arcangelo (Gargano)
[4] Catechismo della Chiesa Cattolica, Ed. Vaticana, tipico latino 1997, C. 1673, Promulgato da Giovanni Paolo II, Laetamur Magnopere
[5] Giovanni Paolo II, discorso Angelus, 17 febbraio 2002, discorso parrocchia di San Enrico in Roma
[6] Osservatore Romano, 22 Febbraio 1997
[7] La Repubblica, 22 Novembre 1994 |
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