L’etica di “Opus Goldman Sachs Dei”
Il diavolo e l’acqua santa. Il denaro sterco del demonio. Gli pseudo opposti che si incontrano e si suggeriscono regole di comportamento. Con tanti saluti alla nuova linea della Chiesa attenta alla povertà con la quale Francesco I ha voluto caratterizzare il suo Pontificato. La Pontificia Università Santa Croce, che dipende dall’Opus Dei, ha deciso che i suoi studenti, futuri sacerdoti, debbano conoscere l’economia e la finanza, per comprendere meglio il senso del proprio apostolato e dove esso debba indirizzarsi nel sociale. Fino a qui, niente di trascendentale. Non si vive di solo spirito e poi, come si dice in certi ambienti, il cibo materiale deve poter trasformarsi in cibo spirituale.
Non sarà più sufficiente quindi agli studenti dell’Opera fondata da Escrivà de Balaguer essere in grado di maneggiare la teologia, la filosofia, il diritto canonico e la comunicazione. Da qui l’idea di creare un corso denominato “Economics for Ecclesiastic” grazie al quale, questo è l’intendimento, i futuri sacerdoti non si troveranno troppo isolati dal mondo reale.
Il problema sta nella personalità del professore che erudirà le future tonache sul significato etico dell’economia e della finanza nel mondo contemporaneo. Sarà infatti Brian Griffiths of Fforestafch, un cognome impronunciabile che è tutto un programma, ad intrattenere gli studenti su “Le sfide etiche e culturali per la finanza contemporanea”. Il punto è che il signore in questione è stato vice presidente esecutivo di Goldman Sachs International, ossia della banca di affari che nell’immaginario del cittadino medio Usa rappresenta il simbolo stesso della più schifosa speculazione che strozza i piccoli risparmiatori e crea le condizioni per portargli via la casa.
In Italia, come in Europa, la Goldman Sachs è la banca che ha speculato a man bassa contro i titoli di Stato, i Bonos spagnoli e i Btp italiani, con l’intento di affossare l’euro. Insomma, Brian Griffiths of Fforestafch è un banchiere che vanta non poche responsabilità nell’avere contribuito ad aggravare una situazione interna, come quella italiana, già di per sé grave per l’altissimo debito pubblico. È quasi superfluo aggiungere che Griffiths è membro della Camera dei Lords (appartiene quindi alla nomenklatura inglese) ed è stato consigliere di Margareth Thatcher per le privatizzazioni e per deregolamentare il mercato interno. Si tratta di uno di quei tecnocrati che sostiene la creazione di un grande mercato globale senza vincoli di frontiere e di dazi doganali. Un mercato globale che implica la cancellazione degli Stati nazionali e la loro sottomissione ad un complesso di strutture sovranazionali, di fatto in mano all’Alta Finanza.
Una strategia che il mondo cattolico dovrebbe teoricamente vedere con ostilità. Questo in teoria perché ci sono, e non sono pochi, banchieri cattolici che sognano lo stesso traguardo, sia pure con una attenzione paternalista verso i poveri e gli emarginati.
E in Italia i banchieri legati all’Opus Dei sono molti e potenti, anche se spesso quasi sconosciuti al grande pubblico. Tra i più noti svetta Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia. In Spagna, fa parte dell’Opus Dei, il presidente del Banco di Santander, Emilio Botin. Questo per dire che non esiste una finanza “laica” e una finanza “cattolica” ma esiste soltanto una finanza che realizza affari e profitti e intende continuare a farli. Come dimostra l’enorme patrimonio mobiliare e immobiliare della chiesa cattolica e delle sue tante diramazioni.
Ma nemmeno i protestanti scherzano visto che Griffiths ha presieduto in passato il Lambeth Fund, controllato dall’arcivescovo di Canterbury. Ed allora questo connubio tra Opus Dei e Goldman Sachs trova la sua ragione di essere nel medesimo approccio universalista. Del resto il capitalismo liberista si è sempre fatto forte, basti vedere Max Weber, di una profonda impronta evangelica e biblica. Ma l’Opus Dei non è l’unica struttura in ambito cattolico a tenere buoni rapporti con certi ambienti e ad allevare futuri banchieri. Mario Draghi, anche lui un ex Goldman Sachs, ha studiato dai gesuiti. E questo non gli ha impedito di caratterizzare la sua attività nella direzione di rafforzare il potere delle banche e della finanza e al tempo stesso di impoverire i cittadini italiani ed europei, come sappiamo ormai a menadito
– di Irene Sabeni
http://www.ilnodogordiano.it/?p=8702
Ior, continuano a crollare i castelli di carta costruiti contro Gotti Tedeschi
Altro fango che se ne va dalla giacca di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior dal 2009 prima di essere cacciato con un comunicato dai toni mai sentiti oltretevere nella primavera del 2012. Dopo l’archiviazione disposta dal Tribunale di Roma lo scorso febbraio in merito alle imputazioni relative al sequestro dei 23 milioni di euro disposto dalla magistratura per violazione delle norme antiriciclaggio (“È un dato oggettivo che l’attività del prof. Gotti Tedeschi come Presidente dello IOR è stata essenzialmente orientata a dar vita ad una nuova policy dell’istituto nel quadro dell’adozione di un insieme di misure miranti ad allineare lo Stato della Città del Vaticano, sul versante del contrasto al riciclaggio, ai migliori standard internazionali”, rilevava il gip) anche la “assoluzione” medica.
LA SANZIONE DI CENSURA ALLO PSICOTERAPEUTA LASALVIA
Gotti Tedeschi non è quel soggetto “affetto da disfunzione psicopatologica” descritto dal “punto di osservazione professionale” dello psicoterapeuta e ipnoterapeuta Pietro Lasalvia, che “nel corso di un convivio” poco prima del Natale 2011 (Gotti sarebbe stato cacciato pochi mesi più tardi) osservò l’allora presidente dell’Istituto per le opere di religione e preparò un rapporto che finì sulla scrivania del segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone. Ebbene, il 31 luglio scorso, l’Ordine provinciale di Roma dei Medici ha emesso una sanzione di censura nei confronti di Lasalvia.
“TRATTI DI EGOCENTRISMO E NARCISISMO”
Ma cosa scriveva lo psicoterapeuta nel suo rapporto basato su osservazioni da lontano? In Gotti Tedeschi “si sono evidenziati tratti di egocentrismo, narcisismo e un parziale scollamento dal piano di realtà assimilabile a una disfunzione psicopatologica nota come ‘accidia sociale’, termine mutuato dalla letteratura cristiana ma che ben interpreta alcuni modelli comportamentali patologici secondo le attuali cognizioni del cervello sociale”.
“POTREBBE INGENERARE CONFUSIONE E MALESSERE”
“La mia osservazione – proseguiva Lasalvia, molto vicino all’allora dg Paolo Cipriani, in un documento reso noto dal Fatto Quotidiano il 9 giugno 2012 – si è resa opportuna poiché come obiettivo professionale ho il compito di diagnosi, prevenzione e terapia dello stress lavoro correlato e tale situazione rappresenta sia per il soggetto, che tra l’altro non si è sottoposto al protocollo, sia per la comunità lavorativa una fonte di stress; in aggiunta, in un’ottica di ‘unione’ in cui il modello cristiano della famiglia ne è il principale volano tale scollamento potrebbe ingenerare confusione e quindi malessere”.
RAPPORTO TENUTO NEL CASSETTO PER TRE MESI
Ma il punto di vista del dottore non veniva tirato fuori dal cassetto subito, bensì solo qualche mese dopo, quando sulla testa del presidente dello Ior già pendeva la spada di Damocle, e le pressioni di membri del board, tra cui il vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz, chiedevano una rapida sostituzione di Gotti Tedeschi. Puntualmente giunta il 24 maggio successivo.
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