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Traduzione dell'articolo "Vaticano II et les erreures liberales", di Michel Martin, pubblicato nel Courrier de Rome, Parigi, 15.5.76, anno X, n° 157, pp. 3-20. Comparso in italiano in Cristianità, Organo ufficiale di Alleanza Cattolica, anno IV, n° 19-20, settembre-dicembre 1976, pp. 13-18.

Alcuni testi del Concilio Vaticano II sono, piú o meno, contaminati dagli errori liberali? È quanto affermò durante il Concilio stesso il Cetus Internationalis Patrum, che raggruppava i vescovi tradizionalisti.
Successivamente l'accusa non ha mai cessato di essere formulata da alcuni teologi isolati, ma, eccetto che presso una esigua minoranza di "integristi", come si dice, essa fu sempre accolta con indifferenza fino al momento, recentissimo, in cui il penoso affaire di Ecône non la mise in primo piano nell'attualità cattolica.
A coloro che s'indignassero per il fatto che si possa supporre che un testo conciliare sia discutibile, ricorderò, come peraltro ha detto il Santo Padre stesso, che nessun testo del Vaticano II ha il carattere di definizione o di decisione infallibile (1). Con tutto il rispetto dovuto alla Chiesa docente, i teologi sono dunque liberi di discutere la questione che è l'oggetto del presente articolo.