INCHIESTA/IMMACOLATA CONCEZIONE3 L’accusa di Socci
Nelle puntate precedenti abbiamo raccontato di come è avvenuto nel luglio del 2013 il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata con la rimozione del superiore generale padreStefano Maria Manelli e la nomina di un commissario apostolico, individuato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata nel cappuccino padre Fidenzio Volpi. Da quando il commissario si è insediato alla guida dell’Ordine è scoppiata una guerra senza quartiere fra lui e i fedeli sostenitori del fondatore che hanno accusato più volte padre Volpi di perseguitare padre Manelli. La domanda iniziale è sempre la stessa: esiste “un’inquisizione” ai tempi di Bergoglio?
IL DIVIETO DI PREGARE SULLA TOMBA DEI GENITORI
Altro esempio di persecuzione a danno di padre Manelli, sarebbe da leggere nel divieto che gli sarebbe stato imposto di recarsi a Frigento il primo maggio scorso, giorno del suo compleanno, per pregare sulla tomba dei suoi genitori. Stavolta a denunciare la vicenda è l’avvocato Bruno Lucianelli che cura gli interessi dei laici legati ai Frati Francescani dell’Immacolata . “Il 28 aprile – scrive l’avvocato Lucianelli, – ho incontrato Padre Fidenzio Volpi, al quale ho chiesto l’ autorizzazione per la visita di Padre Manelli a Frigento, come è tradizione da molti anni. Il giorno dopo il commissario mi ha comunicato il divieto”. Da qui la minaccia dei laici legati all’Ordine di ricorrere addirittura alla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Anche stavolta padre Volpi decide di replicare alle accuse. Ecco cosa scrive in risposta alla lettera di protesta inviata dal legale e pubblicata dal Corriere della Sera il 13 maggio scorso: “Rifacendomi al precedente dello scorso 26 dicembre - dice padre Volpi – quando una analoga festa per l’onomastico di padre Manelli era stata celebrata presso il convento di Casalucense, ho espresso la mia disponibilità a concedere l’autorizzazione per questa sede, oppure, in alternativa, per il convento di via Boccea a Roma. Mi sono anche dichiarato disposto a partecipare personalmente ai festeggiamenti. A quel punto i familiari di padre Manelli hanno insistito per svolgere la celebrazione a Frigento, adducendo come motivo l’alto numero dei partecipanti, solo in quel momento aggiungendo il motivo della visita alla tomba dei genitori”.Il commissario approfitta della vicenda per ribadire la non veridicità dell’accusa di aver recluso padre Manelli, impedendogli qualsiasi movimento o contatto con l’esterno: “E’ assolutamente falso – ribatte il cappuccino – se avessi adottato una simile disposizione, non facendo parte dell’autorità giudiziaria, avrei commesso il reato di sequestro di persona, ed il tal caso non vedo per quale ragione i familiari di padre Manelli non mi denunzino. Il religioso può recarsi dove vuole, e in effetti ha compiuto numerosi spostamenti, ma previa autorizzazione del commissario apostolico il quale non si opporrebbe certamente, né mai si è opposto, a una visita alla tomba dei genitori”.
L’ATTO D’ACCUSA DI ANTONIO SOCCI CONTRO BRAZ DE AVIZ
Fra i più convinti difensori di padre Manelli c’è il giornalista Antonio Socci che più volte si è rivolto pubblicamente a papa Francesco affinché ponga fine al trattamento umiliante imposto a padre Manelli, Per Socci è assurdo trattare in questo modo un religioso che tanto ha dato alla Chiesa, favorendo lo sviluppo di nuove vocazioni ed opere spirituali. Socci ha inoltre chiamato direttamente in causa il prefetto Braz de Aviz accusandolo di essere pregiudizialmente ostile ai Francescani dell’Immacolata, trattandosi di un ordine religioso di stampo ortodosso, fedele alla dottrina della Chiesa e da sempre contrario ad ogni deriva di stampo modernista. Il giornalista cattolico ha sempre sostenuto inoltre la tesi secondo cui padre Manelli e i Francescani dell’Immacolata starebbero pagando il loro rapporto di fedeltà e devozione nei confronti del papa emerito Benedetto XVI, da loro sempre difeso a spada tratta dalle critiche dei settori progressisti della Chiesa.
L’obiettivo di Braz de Aviz sarebbe dunque quello di colpire un ordine religioso sano, ricco di vocazioni, ma colpevole di non adeguarsi alla moda del politicamente corretto e di non accettare che la dottrina della Chiesa possa essere adeguata alle esigenze del relativismo etico. In poche parole secondo Socci sarebbe in atto nella Chiesa una vera e propria repressione contro quanti vogliono difendere la tradizione cattolica restando fedeli al magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Ecco cosa scrive Socci sul suo blog in riferimento alla vicenda dei Francescani dell’Immacolata: “Un altro episodio di autodemolizione della Chiesa è la persecuzione dei Francescani dell’Immacolata, una delle famiglie religiose più ortodosse, più vive (piene di vocazioni), più ascetiche e missionarie. Ma alla quale – come ho già scritto su queste colonne – non è stata perdonata la zelante fedeltà a Benedetto XVI, a cominciare dal suo Motu proprio sulla liturgia. Il rovesciamento delle parti è clamoroso – aggiunge Socci - Infatti sul banco degli accusati ci sono dei cattolici ubbidienti e nella parte dell’inquisitore c’è il cardinale brasiliano João Braz de Aviz che, in una lunga intervista, ha avuto nostalgiche parole di elogio per la disastrosa stagione della Teologia della liberazione, fregandosene della condanna di Ratzinger e Giovanni Paolo II. Braz de Aviz confessò tranquillamente che – in quegli anni – era pronto anche a lasciare il seminario per quelle idee sociali. Però ha fatto carriera. Oggi è a capo della Congregazione per i religiosi, lui che non è nemmeno un religioso. Il prelato, che si proclama molto amico della Comunità di S. Egidio, ha una strana idea del dialogo che – per lui – vale verso tutti, meno che verso i cattolici più fedeli al Magistero. Quando era arcivescovo di Brasilia – racconta ancora il giornalista discepolo di don Luigi Giussani – partecipò tranquillamente fra i relatori a un convegno del “Forum Espiritual Mondial” con l’ex frate Leonardo Boff, leader della Tdl, Nestor Masotti, presidente della Federazione Spiritista Brasiliana, Ricardo Lindemann, presidente della Società Teosofica in Brasile e Hélio Pereira Leite, Gran Maestro del Grande Oriente. Appena arrivato a capo della Congregazione per i religiosi ha subito iniziato il dialogo con le “vivaci” Congregazioni religiose femminili degli Stati Uniti che tanto filo da torcere dettero a Benedetto XVI. Braz ha fatto una specie di critica alla Santa Sede: “abbiamo ricominciato ad ascoltare… Senza condanne preventive”. Invece i “Francescani dell’Immacolata”, che non hanno mai dato alcun problema, non sono mai stati da lui chiamati e ascoltati. La condanna preventiva contro di loro c’è stata e pesante. Curioso, no? Giorni fa “Vatican Insider” titolava: “In Italia ci sono sempre meno frati e suore”. Credete che Braz de Aviz si preoccupi di questo? Nient’affatto. Pensa a punire uno dei pochi ordini le cui vocazioni aumentano. Sul primo numero di “Jesus” del 2014 – denuncia ancora Socci – si fa un monumento a Vito Mancuso, noto per negare “circa una dozzina di dogmi” (come scrisse “La Civiltà cattolica”). Ma state certi che nessuno farà obiezione ai paolini. Invece vengono repressi i “Francescani dell’Immacolata” per averli difesi i dogmi della Chiesa. L’autodemolizione è ripresa con forza”.
Dopo aver commissariato il ramo maschile, è partita anche una visita apostolica presso le suore Francescane dell’Immacolata, affidata per altro ad una religiosa considerata di idee troppo progressiste rispetto all’orientamento spirituale delle francescane e quindi pregiudizialmente ostile al loro modus operandi. Padre Volpi poi, come denunciato dai sostenitori di padre Manelli, avrebbe anche colpito il movimento dei laici legati all’ordine, sospendendo tutte le loro attività e proibendo ai terziari di indossare l’abito.
LA STAMPA CATTOLICA SI DIVIDE
Socci tuttavia non è l’unico giornalista a difendere padre Manelli, il 7 agosto del 2013 scende in campo anche il Foglio, il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara con un intervento di Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi. Il titolo dell’articolo è già tutto un programma: «Quella sberla ai Francescani nella chiesa di Francesco». Nel testo si definisce la lettera del commissario nominato dalla Santa Sede, padre Fidenzio Volpi, “ricalcata nello stile dei burocrati di Ceausescu”.
A difendere invece la decisione papale c’è il vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli che scrive: “Vale la pena di ricordare che i Francescani dell’Immacolata, un Istituto con una forte impronta mariana e missionaria, nato negli anni Settanta, che si rifà al Poverello d’Assisi e in particolare a San Massimiliano Kolbe, non sono nati in area tradizionalista. Una mutazione in questo senso, per volere del fondatore, padre Stefano Manelli, è avvenuta dopo la promulgazione del Motu proprio di Benedetto XVI che nel 2007 ha liberalizzato la messa antica. Nel corso del Capitolo generale del 2008, padre Manelli aveva provato a introdurre una revisione delle Costituzioni dell’Istituto per rendere obbligatorio il vecchio rito nelle messe conventuali. L’iniziativa aveva suscitato una tale opposizione che era stata ritirata senza essere messa ai voti. Nei tre anni successivi però l’uso del messale preconciliare era stato suggerito e talvolta in qualche modo imposto. In un’intervista del 2010 su un blog francese lo stesso padre Apollonio (preside del seminario teologico ndr) ammetteva che il vecchio rito «è la forma della nostra messa conventuale raccomandato dal nostro fondatore». E veniva promosso anche il rituale antico per le ordinazioni sacerdotali. Senza norme scritte, né decisioni assunte dal Capitolo generale, l’uso «preferito» della liturgia antica è stato fortemente raccomandato nei conventi dei Francescani dell’Immacolata, e in alcuni Paesi sono stati acquistati breviari bilingui latino-inglese così da favorire l’introduzione della preghiera secondo l’uso antico”.Insomma anche per Tornielli è tutto un problema di tradizionalismo, l’aver ripristinato l’antico messale pare essere un pretesto più che sufficiente per commissariare l’Ordine ed estromettere padre Manelli e i suoi più stretti collaboratori, compreso il già citato padre Apollonio da ogni incarico.
Americo Mascarucci
Nelle puntate precedenti abbiamo raccontato di come è avvenuto nel luglio del 2013 il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata con la rimozione del superiore generale padreStefano Maria Manelli e la nomina di un commissario apostolico, individuato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata nel cappuccino padre Fidenzio Volpi. Da quando il commissario si è insediato alla guida dell’Ordine è scoppiata una guerra senza quartiere fra lui e i fedeli sostenitori del fondatore che hanno accusato più volte padre Volpi di perseguitare padre Manelli. La domanda iniziale è sempre la stessa: esiste “un’inquisizione” ai tempi di Bergoglio?
IL DIVIETO DI PREGARE SULLA TOMBA DEI GENITORI
Altro esempio di persecuzione a danno di padre Manelli, sarebbe da leggere nel divieto che gli sarebbe stato imposto di recarsi a Frigento il primo maggio scorso, giorno del suo compleanno, per pregare sulla tomba dei suoi genitori. Stavolta a denunciare la vicenda è l’avvocato Bruno Lucianelli che cura gli interessi dei laici legati ai Frati Francescani dell’Immacolata . “Il 28 aprile – scrive l’avvocato Lucianelli, – ho incontrato Padre Fidenzio Volpi, al quale ho chiesto l’ autorizzazione per la visita di Padre Manelli a Frigento, come è tradizione da molti anni. Il giorno dopo il commissario mi ha comunicato il divieto”. Da qui la minaccia dei laici legati all’Ordine di ricorrere addirittura alla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Anche stavolta padre Volpi decide di replicare alle accuse. Ecco cosa scrive in risposta alla lettera di protesta inviata dal legale e pubblicata dal Corriere della Sera il 13 maggio scorso: “Rifacendomi al precedente dello scorso 26 dicembre - dice padre Volpi – quando una analoga festa per l’onomastico di padre Manelli era stata celebrata presso il convento di Casalucense, ho espresso la mia disponibilità a concedere l’autorizzazione per questa sede, oppure, in alternativa, per il convento di via Boccea a Roma. Mi sono anche dichiarato disposto a partecipare personalmente ai festeggiamenti. A quel punto i familiari di padre Manelli hanno insistito per svolgere la celebrazione a Frigento, adducendo come motivo l’alto numero dei partecipanti, solo in quel momento aggiungendo il motivo della visita alla tomba dei genitori”.Il commissario approfitta della vicenda per ribadire la non veridicità dell’accusa di aver recluso padre Manelli, impedendogli qualsiasi movimento o contatto con l’esterno: “E’ assolutamente falso – ribatte il cappuccino – se avessi adottato una simile disposizione, non facendo parte dell’autorità giudiziaria, avrei commesso il reato di sequestro di persona, ed il tal caso non vedo per quale ragione i familiari di padre Manelli non mi denunzino. Il religioso può recarsi dove vuole, e in effetti ha compiuto numerosi spostamenti, ma previa autorizzazione del commissario apostolico il quale non si opporrebbe certamente, né mai si è opposto, a una visita alla tomba dei genitori”.
L’ATTO D’ACCUSA DI ANTONIO SOCCI CONTRO BRAZ DE AVIZ
Fra i più convinti difensori di padre Manelli c’è il giornalista Antonio Socci che più volte si è rivolto pubblicamente a papa Francesco affinché ponga fine al trattamento umiliante imposto a padre Manelli, Per Socci è assurdo trattare in questo modo un religioso che tanto ha dato alla Chiesa, favorendo lo sviluppo di nuove vocazioni ed opere spirituali. Socci ha inoltre chiamato direttamente in causa il prefetto Braz de Aviz accusandolo di essere pregiudizialmente ostile ai Francescani dell’Immacolata, trattandosi di un ordine religioso di stampo ortodosso, fedele alla dottrina della Chiesa e da sempre contrario ad ogni deriva di stampo modernista. Il giornalista cattolico ha sempre sostenuto inoltre la tesi secondo cui padre Manelli e i Francescani dell’Immacolata starebbero pagando il loro rapporto di fedeltà e devozione nei confronti del papa emerito Benedetto XVI, da loro sempre difeso a spada tratta dalle critiche dei settori progressisti della Chiesa.
L’obiettivo di Braz de Aviz sarebbe dunque quello di colpire un ordine religioso sano, ricco di vocazioni, ma colpevole di non adeguarsi alla moda del politicamente corretto e di non accettare che la dottrina della Chiesa possa essere adeguata alle esigenze del relativismo etico. In poche parole secondo Socci sarebbe in atto nella Chiesa una vera e propria repressione contro quanti vogliono difendere la tradizione cattolica restando fedeli al magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Ecco cosa scrive Socci sul suo blog in riferimento alla vicenda dei Francescani dell’Immacolata: “Un altro episodio di autodemolizione della Chiesa è la persecuzione dei Francescani dell’Immacolata, una delle famiglie religiose più ortodosse, più vive (piene di vocazioni), più ascetiche e missionarie. Ma alla quale – come ho già scritto su queste colonne – non è stata perdonata la zelante fedeltà a Benedetto XVI, a cominciare dal suo Motu proprio sulla liturgia. Il rovesciamento delle parti è clamoroso – aggiunge Socci - Infatti sul banco degli accusati ci sono dei cattolici ubbidienti e nella parte dell’inquisitore c’è il cardinale brasiliano João Braz de Aviz che, in una lunga intervista, ha avuto nostalgiche parole di elogio per la disastrosa stagione della Teologia della liberazione, fregandosene della condanna di Ratzinger e Giovanni Paolo II. Braz de Aviz confessò tranquillamente che – in quegli anni – era pronto anche a lasciare il seminario per quelle idee sociali. Però ha fatto carriera. Oggi è a capo della Congregazione per i religiosi, lui che non è nemmeno un religioso. Il prelato, che si proclama molto amico della Comunità di S. Egidio, ha una strana idea del dialogo che – per lui – vale verso tutti, meno che verso i cattolici più fedeli al Magistero. Quando era arcivescovo di Brasilia – racconta ancora il giornalista discepolo di don Luigi Giussani – partecipò tranquillamente fra i relatori a un convegno del “Forum Espiritual Mondial” con l’ex frate Leonardo Boff, leader della Tdl, Nestor Masotti, presidente della Federazione Spiritista Brasiliana, Ricardo Lindemann, presidente della Società Teosofica in Brasile e Hélio Pereira Leite, Gran Maestro del Grande Oriente. Appena arrivato a capo della Congregazione per i religiosi ha subito iniziato il dialogo con le “vivaci” Congregazioni religiose femminili degli Stati Uniti che tanto filo da torcere dettero a Benedetto XVI. Braz ha fatto una specie di critica alla Santa Sede: “abbiamo ricominciato ad ascoltare… Senza condanne preventive”. Invece i “Francescani dell’Immacolata”, che non hanno mai dato alcun problema, non sono mai stati da lui chiamati e ascoltati. La condanna preventiva contro di loro c’è stata e pesante. Curioso, no? Giorni fa “Vatican Insider” titolava: “In Italia ci sono sempre meno frati e suore”. Credete che Braz de Aviz si preoccupi di questo? Nient’affatto. Pensa a punire uno dei pochi ordini le cui vocazioni aumentano. Sul primo numero di “Jesus” del 2014 – denuncia ancora Socci – si fa un monumento a Vito Mancuso, noto per negare “circa una dozzina di dogmi” (come scrisse “La Civiltà cattolica”). Ma state certi che nessuno farà obiezione ai paolini. Invece vengono repressi i “Francescani dell’Immacolata” per averli difesi i dogmi della Chiesa. L’autodemolizione è ripresa con forza”.
Dopo aver commissariato il ramo maschile, è partita anche una visita apostolica presso le suore Francescane dell’Immacolata, affidata per altro ad una religiosa considerata di idee troppo progressiste rispetto all’orientamento spirituale delle francescane e quindi pregiudizialmente ostile al loro modus operandi. Padre Volpi poi, come denunciato dai sostenitori di padre Manelli, avrebbe anche colpito il movimento dei laici legati all’ordine, sospendendo tutte le loro attività e proibendo ai terziari di indossare l’abito.
LA STAMPA CATTOLICA SI DIVIDE
Socci tuttavia non è l’unico giornalista a difendere padre Manelli, il 7 agosto del 2013 scende in campo anche il Foglio, il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara con un intervento di Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi. Il titolo dell’articolo è già tutto un programma: «Quella sberla ai Francescani nella chiesa di Francesco». Nel testo si definisce la lettera del commissario nominato dalla Santa Sede, padre Fidenzio Volpi, “ricalcata nello stile dei burocrati di Ceausescu”.
A difendere invece la decisione papale c’è il vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli che scrive: “Vale la pena di ricordare che i Francescani dell’Immacolata, un Istituto con una forte impronta mariana e missionaria, nato negli anni Settanta, che si rifà al Poverello d’Assisi e in particolare a San Massimiliano Kolbe, non sono nati in area tradizionalista. Una mutazione in questo senso, per volere del fondatore, padre Stefano Manelli, è avvenuta dopo la promulgazione del Motu proprio di Benedetto XVI che nel 2007 ha liberalizzato la messa antica. Nel corso del Capitolo generale del 2008, padre Manelli aveva provato a introdurre una revisione delle Costituzioni dell’Istituto per rendere obbligatorio il vecchio rito nelle messe conventuali. L’iniziativa aveva suscitato una tale opposizione che era stata ritirata senza essere messa ai voti. Nei tre anni successivi però l’uso del messale preconciliare era stato suggerito e talvolta in qualche modo imposto. In un’intervista del 2010 su un blog francese lo stesso padre Apollonio (preside del seminario teologico ndr) ammetteva che il vecchio rito «è la forma della nostra messa conventuale raccomandato dal nostro fondatore». E veniva promosso anche il rituale antico per le ordinazioni sacerdotali. Senza norme scritte, né decisioni assunte dal Capitolo generale, l’uso «preferito» della liturgia antica è stato fortemente raccomandato nei conventi dei Francescani dell’Immacolata, e in alcuni Paesi sono stati acquistati breviari bilingui latino-inglese così da favorire l’introduzione della preghiera secondo l’uso antico”.Insomma anche per Tornielli è tutto un problema di tradizionalismo, l’aver ripristinato l’antico messale pare essere un pretesto più che sufficiente per commissariare l’Ordine ed estromettere padre Manelli e i suoi più stretti collaboratori, compreso il già citato padre Apollonio da ogni incarico.
Americo Mascarucci
INCHIESTA/IMMACOLATA CONCEZIONE 4. Cosa ne pensa Papa Francesco…
Siamo giunti al capitolo conclusivo della nostra inchiesta sui Francescani dell’Immacolata, l’ordine religioso fondato da padre Stefano Maria Manelli e commissariato nel luglio del 2013 dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata. Cosa pensa Papa Francesco di tutto questo? Andiamo a scoprirlo.
LA VISITA IN VATICANO E LA CALOROSA ACCOGLIENZA DI PAPA FRANCESCO
Il 10 giugno scorso padre Volpi ed una delegazione di Francescani dell’Immacolata composta da una quarantina fra seminaristi, novizi, studenti di teologia ed insegnanti, è stata ricevuta da Papa Francesco nella cappella Santa Marta. Il Papa ha mostrato di conoscere alla perfezione la situazione della congregazione smentendo così tutti coloro che per mesi hanno tentato di far credere che Francesco fosse estraneo al commissariamento e a tutte le decisioni adottate dal commissario.
Bergoglio non soltanto ha dichiarato di sostenere l’azione di rinnovamento portata avanti da Volpi ma ha anche ammesso di aver approvato ogni sua decisione, compresa la sospensione di tutte le attività e la chiusura delle scuole di formazione.
Per dovere di cronaca proponiamo il resoconto dell’incontro stilato dal vaticanista del quotidiano La StampaAndrea Tornielli:
“Sul motu proprio – scrive Tornielli – Papa Francesco ha detto di non volersi distaccare dalla linea di Benedetto XVI, e ha ribadito che anche ai Frati Francescani dell’Immacolata rimane la libertà di celebrare la messa antica, anche se per il momento, viste le polemiche sull’uso esclusivo di quel messale – elemento che non faceva parte del carisma di fondazione dell’Istituto – è necessario «un discernimento» con il superiore e con il vescovo se si tratta di celebrazioni in chiese parrocchiali, santuari e case di formazione. Il Papa ha spiegato che ci deve essere libertà, sia per chi vuole celebrare con l’antico, sia per chi vuole celebrare col nuovo rito, senza che il rito diventi una bandiera ideologica.
Una domanda ha riguardato l’interpretazione del Concilio Vaticano II. Francesco è tornato ad esprimere il suo apprezzamento per l’opera dell’arcivescovo Agostino Marchetto, definendolo il «migliore ermeneuta» del Concilio. E ha quindi risposto all’obiezione secondo la quale il Vaticano II sarebbe soltanto un Concilio pastorale che ha provocato danni alla Chiesa. Il Papa ha detto che pur essendo stato pastorale, contiene elementi dottrinali ed è un concilio cattolico, ribadendo la linea dell’ermeneutica della riforma nella continuità dell’unico soggetto Chiesa presentata da Benedetto XVI nel discorso alla Curia romana del dicembre 2005. Ha quindi ricordato che tutti i concili hanno provocato chiasso e reazioni, perché il demonio «non vuole che la Chiesa diventi forte». E ha anche detto che bisogna andare avanti con un’ermeneutica teologica e non ideologica del Vaticano II.
Il piatto forte però sta nelle ultime righe: “Francesco – conclude Tornielli – ha anche detto di aver voluto lui la chiusura dell’istituto teologico interno ai Francescani dell’Immacolata (STIM), facendo sì che i seminaristi studino nelle pontificie facoltà teologiche romane. Ha poi precisato che l’ortodossia viene garantita dalla Chiesa attraverso il successore di Pietro”.
E’ evidente il continuo riferimento all’opera di Benedetto XVI che Francesco sembra voler porre in perfetta simbiosi con il suo magistero, nel tentativo probabilmente di smentire chi, come Socci, sostiene che gli attacchi ai Francescani dell’Immacolata siano da interpretare come attacchi al Papa emerito.
IL DOLORE DI BENEDETTO XVI
Ratzinger, informato delle vicissitudini di padre Manelli e della decisione di commissariare la Congregazione,pare abbia espresso ai suoi più stretti collaboratori profondo dolore per il trattamento riservato ad un sacerdote da lui tanti stimato e che con tanto fervore ha portato avanti il suo apostolato. Sempre a sentire i bene informati, Benedetto XVI avrebbe addirittura espresso stupore con alcuni pellegrini che gli hanno fatto visita, per un provvedimento tanto duro. Usiamo il condizionale perché ovviamente non siamo stati presenti e dobbiamo quindi attenerci alle voci di corridoio senza alcuna conferma certa. Se si considera però che Ratzinger è stato in passato molto legato a padre Manelli non è da escludere che segua realmente la vicenda con profonda sofferenza e inquietudine.
CONCLUSIONI
Alla luce di quanto sopra esposto si può dunque parlare di “inquisizione” nei confronti dei Francescani dell’Immacolata? Una cosa è certa; se ciò che sta avvenendo nei confronti di questo Ordine, fosse avvenuto ai tempi di Wojtyla e di Ratzinger verso altre congregazioni religiose, di sicuro la vicenda non sarebbe passata sotto silenzio. Immaginate i titoli che sarebbero comparsi sui quotidiani, per denunciare le derive conservatrici ed oscurantiste della Chiesa contro le voci progressiste, ancora di più se, ben lontani dal prediligere il rito tridentino, queste voci fossero state sensibili al tema dei diritti civili.
Gad Lerner avrebbe imbastito delle puntate speciali dell’Infedele con ospite fisso il priore di Bose Enzo Bianchi, attuale consultore del Pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani, il quale avrebbe denunciato il rischio di derive tradizionaliste e lefebvriane nella Chiesa ed il tentativo, per altro mai esistito, di riportare la Chiesa indietro nel tempo, annullando le innovazioni benefiche del Concilio.
Eugenio Scalfari non avrebbe mancato di vergare editoriali di fuoco citando la santa inquisizione, il cardinale Bellarmino, il processo a Galileo e a Giordano Bruno e perché no, chiamando in causa addirittura l’inquisitore domenicano Bernardo Gui quello che nel ‘300 mandò a rogo gli spirituali francescani che invocavano il rinnovamento della Chiesa.
Al contrario, la vicenda dei Francescani dell’Immacolata non sembra interessare nessuno, al di là di Antonio Socci e di quei (pochi) cattolici tradizionalisti che sembrano poco attratti da questo pontificato. Vedremo come evolverà la vicenda, ma c’è già chi considera padre Manelli un novello Padre Pio pur non avendo le stimmate, incompreso e contrastato dalla Chiesa nonostante la sua “indiscutibile” santità terrena. Sta al lettore tirare le debite conclusioni.
Quello che appare evidente è il fatto che non tutti nella Chiesa sembrano seguire alla lettera il richiamo di Bergoglio a non eccedere con le bastonature verso chi sbaglia e a non stancarsi mai di essere misericordiosi. La sensazione che molti hanno, e non a torto, è che le bastonature, lungi dall’essere bandite, vengano indirizzate sempre e solo da una parte, dalla parte di chi vuole restare fedele alla dottrina della Chiesa e quei valori cosiddetti “non negoziabili”.
Valori che oggi molti cattolici liberali, vorrebbero “negoziare” per abbracciare il mondo contemporaneo, un mondo relativista e privo di etica. Se anche la Chiesa si arrende al partito radicale di massa, non sarebbe proprio questa la più grande sconfitta del Concilio Vaticano II.
Americo Mascarucci
abbiamo un bergoglio luterano ? potrebbe essere un antipapa ? ci sono , mi sembra , tutti gli estremi per essere tale . Via suore ( zitelle ) via ordini claustrati ( doppie zitelle e zitelli ), apertura alle varie religioni , chi sono io per ...... ,partite di calcio e crichett per la pace, insulti a cattolici, vescovi , cardinali , apertura a eretici e scombinatori della santa teologia . chi mi può rispondere in merito ???? . jane
RispondiEliminapotrebbe essere un antipapa ? ci sono , mi sembra , tutti gli estremi per essere tale
RispondiEliminase lo fosse non spartirebbe la seggiola con l'emerito, con buona pace delle vedove e di vedovi ratzingheriani, o cripto sedevacantisti che dir si voglia, quei alla Socci e suoi estimatori,così come il Radaelli difesi in certi lidi postconciliari moooolto 'equilibrati'