Ieri mattina diversi quotidiani hanno scritto del Card. Domenico Calcagno, 68 anni, presidente dell’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, e della sua passione per le armi (tra cui un revolver, leggo “degno dell’Ispettore Callaghan”), per la caccia e per il tiro a segno.
Il porporato è iscritto al tiro a segno nazionale dal 2003, vive in Vaticano con un segugio e tiene in casa chiuse in un armadio diverse armi (molte da collezione). Possiamo star tranquilli: quello del Card. Calcagno non è un arsenale atomico e questa passione non farà innervosire, né imbarazzare il Vaticano. Non è infatti la prima volta che un alto prelato tenga in casa o addirittura in ufficio una o più pistole. Calcagno ha un predecessore d’eccezione: nientemeno che Papa Pio XI!
Il porporato è iscritto al tiro a segno nazionale dal 2003, vive in Vaticano con un segugio e tiene in casa chiuse in un armadio diverse armi (molte da collezione). Possiamo star tranquilli: quello del Card. Calcagno non è un arsenale atomico e questa passione non farà innervosire, né imbarazzare il Vaticano. Non è infatti la prima volta che un alto prelato tenga in casa o addirittura in ufficio una o più pistole. Calcagno ha un predecessore d’eccezione: nientemeno che Papa Pio XI!
Quando era ancora vescovo, Achille Ratti, teneva sempre a portata di mano un revolver con tanto di munizioni: nel 1907, Ratti era prefetto della Biblioteca Ambrosiana a Milano e teneva l’arma in un cassetto per impaurire eventuali malintenzionati (sapevano dell’esistenza del revolver soltanto lui e l’addetto di biblioteca, Virginio Ripamonti).
Poi nel 1914, quando fu nominato prefetto della Biblioteca Apostolica, Ratti portò il revolver con sé in Vaticano. In seguito, nel 1918, lo portò sempre con sé anche a Varsavia, quando Papa Benedetto XV lo nominò visitatore apostolico e poi nunzio in Polonia. Ed è proprio di questo periodo un promemoria scritto dall’allora Mons. Ratti in cui si parla della pistola. Si tratta di precise istruzioni sul materiale da spedire in Polonia
“Tutte le carte che stanno nelle due scrivanie in casa (…). Mettere tutte le dette carte nella valigia comperata a Milano, e portare a Varsavia – come anche il piccolo revolver e munizioni.”
Non è chiaro che fine abbia fatto quell’arma dopo il periodo trascorso nell’Europa dell’Est (non si hanno notizie del revolver durante il periodo in cui Ratti fu Arcivescovo di Milano, ma sicuramente lo riportò con sè in Italia). Di certo non sapremo mai se qualche anno dopo, quando diventò Papa col nome di Pio XI, il neo Pontefice nascose quel revolver in qualche cassetto del Palazzo Apostolico.
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