Inno a Satana: l’appello degli esorcisti italiani a Virginia Raffaele
Che un palco come quello di Sanremo si trasformasse in un attimo, anche solo per pochi secondi, in un inquietante “pulpito” è cosa davvero degna del più esperto “prestigiatore”. Fra “forme e luci”, in un gioco affascinante di “onde armoniche”, il pubblico assiste sereno e divertito al succedersi delle performance musicali.
Improvvisamente, dal “golfo mistico posteriore” del palcoscenico, compare uno sfondo a scacchi dalle facciate rosse, nere e verdi dando inizio alla performance della bravissima Virginia Raffaele.
Divertentissimo il suo sketch comico parodiando la canzone classica “Mamma” di Beniamino Gigli. Ma è solo un attimo, pochi secondi e quel palco, con quel gioco “armonico di luci e di colori diventa un “pulpito” da cui per ben 5 volte viene invocato il nome di Satana. (Qui il video)
La Raffaele, imitando il testo della nota canzone come se fosse ascoltata da un vecchio disco che gira su un grammofono rotto, interrompe il testo e dopo alcune sillabe incomprensibili, senza nessuna sequenza logica delle stesse interruzioni, pronuncia distintamente e per ben 5 volte il nome di Satana. E facendo un macabro giro su se stessa, si ferma assumendo una inquietante posizione del corpo.
Perché tutto questo?
Il pubblico, e tra questi sicuramente molti fedeli cristiani, ha il diritto sapere. LaSegreteria italiana dell’Associazione Internazionale Esorcisti esprime grande rammarico in merito alla puntata sanremese nella quale il richiamo esplicito a Satana, attraverso gesti e parole, evidenzia l’immagine svilita di un intrattenimento grossolano, che scherza con il dolore delle vittime.
L’articolo di don Aldo Buonaiuto (Qui) della Comunità Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, il quale coordina il servizio nazionale Antisette e nella veste di esorcista, ribadisce proprio il concetto del disprezzo per la sofferenza. Il sacerdote fa, infatti, appello all’attrice Raffaele, al quale come Associazione ci uniamo, “perché chiarisca e spieghi il senso di questa sua esibizione apparentemente banale”.
Tecnica subliminale e manipolatoria
Il messaggio inneggiante al demonio, minaccia reale del mondo moderno, mina il cuore della cristianità e le coscienze dei più giovani già intimidite dalle violenze esplicite presentate dai mass media e dalle nuove piattaforme interattive.
L’esaltazione della figura distruttiva per antonomasia, rischia di amplificare le nuove forme di devianza sociale infondendo una profonda insicurezza rispetto ai valori tipici dell’Occidente.
Non si può essere spettatori ignari dell’esaltazione del male, o meglio di colui che ne è il rappresentante per eccellenza, il demonio, Satana.
La modalità dell’evento sembra presupporre una subdola tecnica subliminale e manipolatoria.
Far arrivare dei messaggi con un contenuto oggettivamente negativo a spettatori indifesi e ignari di quanto sta per essere fatto e detto è da deplorare in assoluto.
Pertanto, chiediamo come cristiani a Virginia Raffaele, ma ancor più, a coloro che hanno collaborato per la scenografia relativa alla performance di chiarire a tutti e in forma pubblica le ragioni di quanto detto e fatto.
Crediamo che non si possa con tanta superficialità usare nomi e “simboli” appartenenti alla cultura della morte e della menzogna senza che tutto ciò favorisca il loro diffondersi nella nostra società.
Le reazioni del mondo politico
Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che all’Italpress ha parlato delle dichiarazioni del sacerdote su quanto accaduto a Sanremo: “Capisco e condivido le preoccupazioni espresse da don Aldo Bonaiuto.
Non sottovalutiamo il problema delle sette sataniche, con tutti i problemi connessi. Ascoltiamo con attenzione gli esperti che ci aiutano a combattere il fenomeno”. Critico anche il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa: “Il richiamo di Don Aldo Bonaiuto che si rivolge a Virginia Raffaele in merito alla sua gag in cui ha più volte citato Satana è assolutamente condivisibile.
Ognuno è libero di esprimersi come meglio crede ma non deve mai mancare il rispetto e concludere in quella maniera che dimostra almeno scarsa sensibilità. Speriamo che quanto prima si possa chiarire tutto ciò archiviandolo come una pessima distrazione sanremese di cattivo gusto.
Non bisogna scherzare con la religione: l’evocazione di satana così come l’inno alla ecstasy getta una luce sinistra e sicuramente poco educativa sul festival di Sanremo. I dirigenti Rai dovrebbero riflettere”.
Rincara la dose Antonio Saccone (Udc): “Il richiamo di Don Aldo Buonaiuto che si rivolge a Virginia Raffaele in merito alla sua gag in cui ha più volte citato satana è assolutamente condivisibile. Ognuno è libero di esprimersi come meglio crede ma non deve mai mancare il rispetto e concludere in quella maniera dimostra almeno scarsa sensibilità. Speriamo che quanto prima si possa chiarire tutto ciò archiviandolo come una distrazione”.
Critiche anche dal Pd: “La riflessione di don Aldo Buonaiuto – ha spiegato l’onorevole Giuseppe Fioroni – sulla citazione da parte brava Virginia Raffaele a Sanremo di Satana per più volte, sicuramente avrà una sua spiegazione, ma è necessario che chi ha pronunciato tali parole renda pubblica ed evidente questa spiegazione. In Italia il problema del Male e della sofferenza che provoca in tante persone non può mai essere sottovalutato né tantomeno banalizzato”.
Da Forza Italia arriva la critica di Maurizio Gasparri: “Ho letto le considerazioni di Don Aldo Buonaiuto, persona che conosco e reputo di assoluta serietà, ho visto il filmato in cui in effetti, a scopo satirico?
Virginia Raffaele a Sanremo in uno sketch sembra citare Satana varie volte. Equivoco acustico? Modo di dire che potrebbe capitare a chiunque? Altro? Sarà la stessa Raffaele, ormai celebrata artista, a svelare il mistero. Così almeno questa coda, diabolica…, sanremese uscirà dal campo delle controversie festivaliere e resterà in campo solo la musica”.
Una questione, quella affrontata da don Buonaiuto, ripresa anche dall’agenzia d’informazione religiosa Sir. (Qui)
13 febbraio, 2019
La lotta contro il demonio
Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey.
1° Esistenza e perchè della tentazione diabolica. Abbiamo visto [...] come il demonio, geloso della felicità dei nostri progenitori, li indusse a peccare e non riuscì che troppo bene nella sua impresa; quindi il libro della Sapienza dichiara che "la morte entrò nel mondo per l'invidia del demonio: Invidia diaboli mors introivit in orbem". D'allora in poi non cessò mai d'infierire contro i discendenti d'Adamo e di tendere loro insidie; e benchè, dopo la venuta di Nostro Signore sulla terra e il suo trionfo sopra Satana, l'impero ne sia di molto diminuito, pure non è men vero che noi dobbiamo lottare non solo contro la carne e il sangue, ma anche contro le potenze delle tenebre e gli spiriti malvagi. Ce l'afferma S. Paolo: "Non dobbiamo lottare contro carne e sangue ma contro... spiriti malvagi: Quoniam non est nobis colluctatio adversus carnem et sanguinem, sed adversus... mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiæ". S. Pietro paragona il demonio ad un leone ruggente che fa la ronda attorno a noi e cerca di divorarci: "Adversarius vester diabolus tanquam leo rugiens, circuit quærens quem devoret".
1° Esistenza e perchè della tentazione diabolica. Abbiamo visto [...] come il demonio, geloso della felicità dei nostri progenitori, li indusse a peccare e non riuscì che troppo bene nella sua impresa; quindi il libro della Sapienza dichiara che "la morte entrò nel mondo per l'invidia del demonio: Invidia diaboli mors introivit in orbem". D'allora in poi non cessò mai d'infierire contro i discendenti d'Adamo e di tendere loro insidie; e benchè, dopo la venuta di Nostro Signore sulla terra e il suo trionfo sopra Satana, l'impero ne sia di molto diminuito, pure non è men vero che noi dobbiamo lottare non solo contro la carne e il sangue, ma anche contro le potenze delle tenebre e gli spiriti malvagi. Ce l'afferma S. Paolo: "Non dobbiamo lottare contro carne e sangue ma contro... spiriti malvagi: Quoniam non est nobis colluctatio adversus carnem et sanguinem, sed adversus... mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiæ". S. Pietro paragona il demonio ad un leone ruggente che fa la ronda attorno a noi e cerca di divorarci: "Adversarius vester diabolus tanquam leo rugiens, circuit quærens quem devoret".
La Provvidenza permette questi assalti in virtù del principio generale che Dio governa le anime non solo direttamente ma anche per mezzo delle cause seconde, lasciando alle creature una certa libertà d'azione. D'altra parte ci avvisa di stare in guardia, e per proteggerci c'invia in aiuto gli angeli buoni e in particolare l'angelo custode [...], senza dire dell'aiuto che ci presta egli stesso o per mezzo del suo Figlio. Approfittandoci di quest'aiuto, noi trionfiamo del demonio, ci rassodiamo nella virtù e acquistiamo meriti per il cielo. Quest'ammirabile condotta della Provvidenza ci mostra anche meglio quale somma importanza dobbiamo dare alla nostra salvezza e alla nostra santificazione, dacchè vi prendono parte il cielo e l'inferno, e attorno all'anima nostra e talora dentro l'anima stessa avvengono tra le potenze celesti e le infernali fieri combattimenti la cui posta è la vita eterna. Per uscirne vittoriosi, vediamo come procede il demonio.
2° La tattica del demonio. A) Il demonio non può agire direttamente sulle nostre facoltà superiori, l'intelligenza e la volontà, avendo Dio riservato a sè questo santuario; Dio solo può penetrare nel centro dell'anima nostra e muovere i segreti congegni della nostra volontà senza farci violenza: Deus solus animæ illabitur.
Ma può operare direttamente sul corpo, sui sensi esterni ed interni, in particolare sulla fantasia e sulla memoria, come pure sulle passioni che risiedono nell'appetito sensitivo; in questo modo viene ad agire indirettamente sulla volontà, che dai vari moti della sensibilità è sollecitata a dare il suo consenso. Tuttavia, come osserva S. Tommaso, "essa resta sempre libera di acconsentire o di resistere a questi moti delle passioni: Voluntas semper remanet libera ad consentiendum vel resistendum passioni".
B) D'altra parte, benchè il potere del demonio sia molto esteso sulle facoltà sensibili e sul corpo, questo potere è limitato da Dio, che non gli permette di tentarci sopra le nostre forze: "Fidelis autem Deus est qui non patietur vos tentari supra id quod potestis; sed faciet etiam cum tentatione proventum". Chi dunque s'appoggia su Dio con umiltà e confidenza è sicuro di riuscire vittorioso.
C) Non bisogna poi credere, dice S. Tommaso, che tutte le tentazioni che abbiamo siano opera del demonio; la nostra concupiscenza, mossa da abitudini passate e da imprudenze presenti, basta a spiegarne un gran numero: "Unusquisque vero tentatur a concupiscentiâ suâ abstractus et illectus". Come pure sarebbe temerario l'affermare che non abbia influenza su nessuna contrariamente al chiaro insegnamento della Scrittura e della Tradizione; la sua gelosia contro gli uomini e il desiderio che ha di farseli schiavi, ne spiegano abbastanza il malefico intervento.
Or come riconoscere la tentazione diabolica? È cosa difficile, bastando la nostra concupiscenza a violentemente tentarci. Tuttavia si può dire che quando la tentazione è subitanea, violenta e di una durata eccessiva, il demonio vi ha certamente una larga parte. Si può argomentarlo specialmente quando la tentazione turba profondamente e a lungo l'anima, quando suggerisce il gusto delle cose chiassose, delle mortificazioni straordinarie ed appariscenti e principalmente quando si è fortemente inclinati a non dir nulla di tutto questo al proprio direttore e a diffidare dei propri superiori.
(Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Desclée & Co., 1928)
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