ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 14 febbraio 2019

Politicamente scorrettissimo

La controstoria (polemica) di Gotti Tedeschi

Si intitola Colloqui minimi il nuovo libro di Ettore Gotti Tedeschi, edito da Fede & Cultura. Si tratta di una serie di chiacchierate, chiamiamole così, tra l’autore e personaggi del calibro (per citarne solo alcuni) di San Michele Arcangelo, Abramo, Isacco, Giacobbe,  Mosè, il re Davide, il profeta Isaia, Pitagora, Confucio, Socrate, Platone, Ponzio Pilato, San Paolo, Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Francesco d’Assisi, papa Bonifacio VIII, Tommaso Moro, Martin Lutero, Calvino, Shakespeare, Galileo,  Rousseau, Kant…

Va bene, mi fermo qui, perché l’elenco è veramente lungo e ripercorre l’intera storia del pensiero e delle religioni. Dico solo che, per arrivare a tempi più vicini ai nostri, Gotti Tedeschi chiacchiera anche con Hitler, Mao, Kruscev, papa Paolo VI, Marcel Lefebvre, il Dalai Lama.
Presentato così, il libro può sgomentare e far girare un po’ la testa. Ma Gotti Tedeschi è abile. I confronti sono rapidi, mai noiosi, e toccano tutti i nodi che stanno a cuore all’autore, senza fare troppi complimenti.  Gotti Tedeschi infatti non nasconde la sua visione. Anzi, fa di tutto per portarla allo scoperto (non a caso il sottotitolo è L’arte maieutica della polemica) e dunque l’intera storia della civiltà occidentale è rivisitata come  “caduta senza fine nel nulla pneumatico, con il relativismo, il crollo dell’autorità, la vittoria del brutto, l’insignificanza e l’eresia nella e della Chiesa, il trionfo della gnosi, l’economia senza morale che vuole fare soldi con i soldi (detto da un banchiere! ndr), il tentativo di dare soluzioni ideologiche ai problemi della povertà e della crisi economica che derivano da un crollo morale dovuto al rifiuto del cristianesimo”.
Ma perché un libro così?
Spiega l’autore che il testo in origine “era destinato a uso esclusivo dei miei figli e nipoti, per aiutarli ad avere una visione d’insieme rapida e sintetica (la mia naturalmente), di cosa è la verità e come si è modificata nel corso della storia, grazie al pensiero o azione di chi. Ciò per intendere meglio quello che sta succedendo al tempo presente”. Poi, anche su pressioni dell’editore Giovanni Zenone, si è passati al manuale per un pubblico più ampio. E ne siamo contenti.
Fra le decine e decine di colloqui, propongo qui quello con Sant’Ignazio di Loyola.
Domanda
Sono certo che lei sa che è stato grazie ai suoi Esercizi spirituali che ho avuto la mia conversione in età matura (a 25 anni). Gli Esercizi mi hanno posto di fronte al soprannaturale e sono quelli che mi hanno fatto decidere che era ora di cercare di dare senso alla mia vita. Un altro santo spagnolo del XX secolo, San Josèmaria Escrivà, mi ha poi insegnato questo senso soprannaturale nel quotidiano. Lei mi hai aiutato a dare senso alla mia vita, come potrei dimenticarlo? Vorrei ora domandarle: se lei vivesse in questo mio tempo e diventasse papa, cosa farebbe per rafforzare la fede cattolica?
Risposta (interpretata)
Non mi piace la tua domanda tendenziosa, perciò risponderò solo indirettamente e per il bene solo della Chiesa di Cristo, enunciando principi eterni che mi hanno sempre ispirato. Per servire la Chiesa in posizioni di guida bisogna anzitutto studiare, cercando di diventare (come fu per me) dottore in filosofia (maestro in Arti) e consacrarsi all’apostolato. La Compagnia di Gesù che fondai aveva due cardini: nella vita spirituale, l’unione con Cristo crocefisso; nella vita apostolica, il servizio di Gesù. La mia spiritualità fu “trinitaria”, “cristocentrica” ed “eucaristica” (celebrazione e adorazione eucaristica). Il mio “programma strategico” era semplice: evangelizzare i Paesi che non conoscevano Cristo (Brasile, Indie) e difendere in Europa la vera fede cattolica, attaccata dalla riforma luterana e calvinista. Ciò insegnando la Verità a tutti, anche ai bimbi e agli ignoranti, senza (falso) rispetto umano o culturale.
Domanda
Grazie, è stato chiarissimo. Ma perché nel 1773 la Compagnia di Gesù fu sciolta?
Risposta (interpretata)
Ritengo perché i gesuiti erano il nemico da abbattere per lasciare spazio allo spirito anticattolico illuminista, massonico, giansenista. Quello che dovrebbe stupire è che di questa decisione fu complice papa Clemente XIV, su pressione dei Borbone e di altre famiglie reali, sedicenti cattoliche. Come sai dopo lo scioglimento molti gesuiti si rifugiarono (e furono accolti) in Paesi protestanti e ortodossi, i nemici combattuti fino ad allora. Così le classi dirigenti europee, senza l’assistenza spirituale e culturale dei gesuiti, vissero quel processo di corruzione che facilitò la Rivoluzione francese, l’affermazione del laicismo in gran parte d’Europa e la persecuzione dei cattolici ovunque. Come ben sai, nel 1814, dopo la caduta di Napoleone, papa Pio VII che era stato prigioniero in Francia dell’Imperatore, subito dopo la sua liberazione, ricostituì la Compagnia, che svolse ancora un’opera fondamentale di difesa della Verità teologica, filosofica, storica e culturale per contrastare quel liberismo massonico e i suoi ideali laico-risorgimentali. Ora quello che mi tormenta è che, mi viene detto, che ben più tardi, la nuova generazione di teologi gesuiti definiti “progressisti” (quali Theilard de Chardin, Karl Rahner) hanno introdotto nella Compagnia principi di modernismo teologico (quello scomunicato da San Pio X) e progressivamente hanno diffuso all’interno della Chiesa una dottrina sempre più modernista (in alcuni casi persino vicina alla teologia della liberazione). Sono preoccupato perché, se questa deviazione fosse vera, contraddirebbe la mia richiesta di obbedienza al magistero universale e immutabile della Chiesa. Io me la sono dovuta vedere con Lutero, combattei la sua separazione fede-ragione e fede-opere, che avrebbe prodotto laicismo e settarismo. Chissà con chi realmente dovranno vedersela i miei discepoli nel XXI secolo. Certo non potranno essere definiti ignaziani ortodossi se si lasceranno influenzare da teologi gesuiti come de Lubac, 1896-1991 (che fu uno dei maggiori influenzatori del Vaticano II, padre della nouvelle théologie), come de Chardin, 1881-1955 (che chiamò Cristo “evolutore” in quanto verbo incarnato che riunifica in sé il Dio della tradizione e quello dell’evoluzione, promuovendo così l’umanizzazione della terra, al fine di far nascere una “superumanità” meglio socializzata), come Ranher, 1904-1984 (vero teologo del “rinnovamento” della Chiesa, definito “l’eresiarca” del XX secolo). Ma mi hanno fatto vedere una fotografia di un tal generale dei gesuiti dei tuoi tempi, che prega con i buddisti: è vero o è una fake photonews?
Ecco qua, assaggio finito.
Come dite? Che le risposte sono molto ma molto “interpretate”. E meno male, se no sai che noia.
E dite anche che Gotti Tedeschi è politicamente scorrettissimo? Certo. Ed ecco perché il suo libro è da leggere.
Aldo Maria Valli


ETTORE GOTTI TEDESCHI, Colloqui minimi - L'arte maieutica della polemica, Fede e Cultura, Verona, 2019, pp. 432, € 29,00.
Casa Editrice Fede e Cultura, via Guglielmo Marconi, 58c-60a, 37122 Verona - Tel: (0039) 045.941851 - sito: https://www.fedecultura.com/ - posta elettronica: ordini@fedecultura.com

Invito alla lettura
di Giovanni Servodio
Ci sono molti modi per mettere per iscritto le critiche alla falsa realtà che modernamente si pretende di sostituire alla vera. Ettore Gotti Tedeschi ne ha adottata una che alleggerisce un po’ la pesantezza dell’argomento e tuttavia riesce ad essere ugualmente caustica e insieme avvincente.
Egli ha pensato bene di dar vita ad uno scambio di osservazioni con vari personaggi della storia profana e sacra che, come afferma lui stesso nella presentazione, “han fatto la storia del mondo, della cultura e della morale”. Certo, è lui che pone la domanda ed è lui che dà la risposta, ma si coglie facilmente il fatto che nella risposta si manifesta in modo verosimile la mentis dell’interrogato. Questo non significa che non traspaia l’evidente prospettiva dell’interrogante, ma si comprende che egli ha una buona conoscenza della prospettiva dell’interrogato, al punto che è difficile cogliere eventuali, volutamente ricercate, incoerenze.
Gotti Tedeschi interroga idealmente angeli e santi, papi, filosofi e pensatori, condottieri, re e imperatori, e non tutti della stessa parte, se così si può dire, ma scelti da contesti storici, culturali e religiosi diversi tra loro e a volte anche confliggenti.
Ne scaturisce come un affresco in cui sono presenti figurativamente le contraddizioni e le storture che il mondo moderno ha accumulato, durante gli scorsi due secoli e soprattutto gli ultimi decenni, nell’ambito laico e in quello religioso; tutte viste alla luce dello sguardo un po’ distaccato e un po’ interessato di 265 osservatori sollecitati dall’Autore a dare il loro disincanto parere.
Il quadro d’insieme che ne deriva, per essere osservato in una prospettiva univoca, richiede una necessaria pazienza, ma ne vale decisamente la pena, soprattutto perché in seno alle domande e alle risposte si colgono spunti e sfumature a volte insospettate, ma tutte atte a rendere novellamente tangibile una realtà di pensiero e di azione che oggi si fa di tutto per mimetizzare o perfino negare attraverso la descrizione di una falsa realtà, elaborata e pubblicizzata al fine di portare l’uomo moderno sulla falsa strada che lo conduce spedito verso un “basso” che verrà raggiunto con un clamoroso deflagrare che ridurrà tutto in mille pezzi o, come dice ancora Tommaso da Celano, “solvet saeclum in favilla”.
Nella premessa dell’Autore viene posta una domanda chiave che bene illustra la prospettiva nella quale si inserisce il libro: “Ma è Cristo e la Sua Chiesa che fanno la storia o è la storia che fa la Chiesa di Cristo?
Da cui si comprende che l’istanza che ha mosso l’Autore è essenzialmente religiosa e morale, piuttosto che mondana e di costume.

Un esempio tra tanti aiuta a dare l’idea di come si svolge il lavoro dell’Autore, che peraltro va letto tutto e, se possibile, meditato.
GEREMIA, PROFETA - (VII sec. A.C.) – p. 23

Domanda

Caro Geremia, lei è famoso, (anche) perché maltrattava i sacerdoti che non erano meritevoli, tanto che la misero in prigione per questo. Ricordo una sua frase (Geremia 23): “Maledetti i pastori che distruggono e disperdono le pecore… ecco, io vi visiterò per
le opere malvagie che compite… Ho scoperto la malvagità dei sacerdoti e dei profeti… Ecco, essi saranno dispersi e cadranno… Sono contro questi profeti… li punirò”.
Caro Geremia, lei probabilmente a tanti cattolici di oggi avrebbe anche detto: “Perché la
terra è piena di adulteri… le loro azioni sono malvagie… Il mio popolo è diventato profano… camminano in falsità… sono amici dell’impurità… ci sono inganni… false profezie… I figli di Dio sono divenuti leggeri e stolti… hanno pervertito le parole dell’Iddio vivente”. Caro Geremia, oggi temo si dica qualcosa di leggermente
diverso agli adulteri, impuri, profani…

Risposta (interpretata)
Sì, Ettore, ma sii meno rigoroso e più comprensivo, io dichiaravo la parola di Dio alla mia generazione. Ma venivo incolpato però di allontanare i fedeli anziché richiamarli. Poi è venuto Gesù che ha fatto il possibile per adempiere alle richieste di Dio attraverso il sacrificio della Croce. È probabile che nei tuoi tempi sia necessaria la Grazia di un Gesù misericordioso, magari ogni tanto con un po’ di “tuono di Geremia”, come chiamavano le mie invettive. Soprattutto quando ci si dimentica che la misericordia di Dio chiede “pentimento ed espiazione”.
Questo esempio fa capire come si possa leggere con piacere questo lavoro di Gotti Tedeschi, che sembra fatto apposta per stimolare ad approfondire e a riflettere, e come si possa farlo anche centellinandolo quasi fosse un manuale di meditazione o un’antologia poetica ricca di richiami alla realtà in cui siamo immersi tante volte nostro malgrado.


Dalla Premessa dell’Autore
Questo libro è stato scritto durante un lungo periodo, tanto che lo chiamavo la “mia tela di Penelope”. In origine era destinato a uso esclusivo dei miei figli e nipoti, per aiutarli ad avere una visione d’insieme rapida e sintetica (la mia naturalmente), di cosa è la verità e come si è modificata nel corso della storia, grazie al pensiero o azione di chi. Ciò per intendere meglio quello che sta succedendo al tempo presente.
[…]
questo testo serve solamente a provocare e stimolare, non a valutare il personaggio o il suo pensiero in modo accademico, sia chiaro! Nel libro farò domande e darò risposte, cercando di interpretare la risposta che avrebbero potuto darmi le persone interrogate, naturalmente anche usando la mia creativa immaginazione.
Questo libro vorrebbe essere anche un ripasso commentato di storia del pensiero e della morale, attraverso brevi discussioni, critiche, spesso divertenti o impertinenti con i personaggi scelti che han fatto la storia del mondo, della cultura, della morale.
[…]
potrebbe anche contribuire a far capire, con il mio pensiero politicamente scorretto, come si è arrivati alla costruzione e alla distruzione della civiltà occidentale, alla distruzione della fede, al crollo della autorità morale, alla vittoria della gnosi.
[…]
Dal momento che i nostri nipoti abbisogneranno di “precettori”, proporrei questo libretto come una guida per famiglie che la pensano come chi lo ha scritto, o giù di lì…
http://www.unavox.it/Segnalazioni_Rete/Gotti-Tedeschi_Colloqui_minimi.html

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