Quand'ero giovane - e sono passati molti, molti anni, ahimè - non era consentito ai chierici frequentare i locali pubblici, nemmeno prendere un caffè al bar. Il caffè, con le sue reminiscenze massoniche, era per il liberale e il mangiapreti di un certo livello sociale quello che l'osteria rappresentava per il manovale, lo scaricatore di porto, il carrettiere. Lì si teorizzavano rivoluzioni, sedizioni, moti; qui si imprecava contro il Re o il Guardasigilli. Lì si derideva il Sillabo e si facevano girare i fotomontaggi di Pio IX in abito massonico; qui si bestemmiava Iddio e si oltraggiava il Clero.
Ed era proprio in quei luoghi profani che si sentivano certi discorsi: Meglio un buon laico di un cattivo prete, sentenziava il cattivo laico a proposito dei buoni preti, quando ancora il detto non rischiava di apparir vero e condivisibile a causa dell'indegnità dei Prelati.
Io il celibato non lo capisco: sono tutte invenzioni dei preti! Guardate gli ortodossi e i protestanti, che sono sposati! aggiungeva il donnaiolo impenitente, prima che qualche teologastro postconciliare riproponesse il tormentone in vista del prossimo Sinodo.
Tra i discorsi da bar non mancava mai il dileggio della Confessione - Io me la sbrigo direttamente con Dio, non vado certo dai preti a lavarmi la coscienza, come fanno quegli ipocriti! - e del Digiuno eucaristico:
Non si poteva neppure bere un goccio d’acqua. Neppure! E per lavarsi i denti, si doveva fare in modo che l’acqua non venisse ingoiata. Ma io stesso da ragazzo sono andato a confessarmi di aver fatto la Comunione, perché credevo che un goccio d’acqua fosse andato dentro. È vero o no? È vero!
E il fratello del Grande Oriente pontificava al circolo:
Quando Pio XII ha cambiato la disciplina, “Ah, eresia! No! Ha toccato la disciplina della Chiesa!” – tanti farisei si sono scandalizzati. Tanti. Perché Pio XII aveva fatto come Gesù: ha visto il bisogno della gente. “Ma povera gente, con tanto caldo!”. Questi preti che dicevano tre Messe, l’ultima all’una, dopo mezzogiorno, in digiuno. La disciplina della Chiesa. E questi farisei erano così – “la nostra disciplina” – rigidi nella pelle, ma, come Gesù gli dice, “putrefatti nel cuore”, deboli, deboli fino alla putredine. Tenebrosi nel cuore (qui).Con queste o simili parole gli anticlericali di ogni epoca si fanno beffe della Chiesa. Riconosciamolo, specialmente noi chierici: quante volte ci siamo sentiti provocare dal massone o dal libero pensatore con la trita - e falsa - storiella del digiuno, con parole che paiono recitate a memoria dal Manuale dell'Apostata?
I moscerini finiti in bocca alla bimba mentre va in chiesa: atroci scrupoli tormentano la piccola comunicanda. Ma per piacere! Alcune gocce di acqua mentre ci si lava i denti: coda al Confessionale.Ma quando mai?
E aggiungerei: quand'anche fosse accaduto, non è mille volte preferibile porsi qualche scrupolo in più nell'accostarsi alla Sacra Mensa e ricevere Gesù Sacramentato, rispetto alla sciatteria ed alla mancanza assoluta di rispetto e di timor di Dio con cui la maggioranza dei fedeli e del Clero ricevono oggi la Comunione, segno esteriore di cialtroneria, ed interiore di empietà?
E poi, ovviamente, c'è sempre il ritornello: i cattolici sono ipocriti. Un giudizio che mi offende, quando a formularlo sono i mangiapreti, ma che mi scandalizza enormemente quando chi si permette di esprimere giudizi temerari in tal senso è nientemeno che colui dal quale ci si dovrebbe attendere protezione e difesa dinanzi al mondo: il Papa.
Ma evidentemente, anche in queste cose, Bergoglio parla seguendo lo spirito del secolo, per compiacerlo e fargli sentire la propria epidermica simpatia. Ed è la prima volta, credo, che dobbiamo ascoltare dalla bocca del Romano Pontefice i discorsi pretestuosi, capziosi e falsi che sino ad oggi erano appannaggio dei senza-Dio.
E' la prima volta che dobbiamo sentirci dar degli ipocriti, per il semplice fatto di aver obbedito alle disposizioni di quella Chiesa che Bergoglio calpesta senza vergogna e deride impunemente nella fede, nella liturgia, nella disciplina.
E' la prima volta che dobbiamo sentirci dar degli ipocriti, per il semplice fatto di aver obbedito alle disposizioni di quella Chiesa che Bergoglio calpesta senza vergogna e deride impunemente nella fede, nella liturgia, nella disciplina.
Ma chi sei tu, per giudicare e condannare come ipocrita una persona che accetta di buon grado di accostarsi alla Comunione in stato di digiuno dalla mezzanotte? Chi sei tu, per dare dei farisei ai cattolici obbedienti ai loro Pastori, in epoche in cui nemmeno un carrettiere avrebbe osato proferire le eresie Radio Vaticana ci propina da Santa Marta?
E come osi, tu che non condanni chi pubblicamente si professa nemico di Cristo, a condannare quanti sino al tuo predecessore guardavano al Papa come al loro padre, trovandosi oggi ad esserne pugnalati alle spalle?
Cosa ti autorizza a presumere temerariamente che un comportamento di per sé lodevole e buono comporti invariabilmente ed inesorabilmente la finzione, l'inganno e la simulazione? ...forse l'esperienza personale? la scuola dei Gesuiti?
Le tue parole, Bergoglio, destano scandalo nei semplici, e santa indignazione nei Cattolici degni di questo nome. Esse rivelano la contiguità ideologica e morale con gli avversari della Chiesa, con i seguaci delle sette, con gli immorali di ogni risma ed estrazione, con i peccatori pervicaci ed ostinati nella colpa.
E nella tua improntitudine ti permetti di arruolare nelle tristi schiere dei rivoluzionari e dei novatori nientemeno che Pio XII, attribuendogli intenzioni di rottura e di innovazione che egli aveva in orrore, e che non mancò di condannare, ad iniziare dalle avvisaglie di quella nefasta riforma liturgica portata a compimento col Vaticano II. E confidando nell'impunità che la malafede dei tuoi sostenitori ti garantisce, affermi delle falsità, allorché dici che quando egli ridusse il digiuno eucaristico a tre ore qualcuno lo accusò di eresia: è falso, è una menzogna, non è mai successo.
E sai perché, Bergoglio? Perché quel Papa, del quale obtorto collo ti si riconosce indegnissimo successore, quando proferiva verbo muoveva con sé la terra e il cielo, il presente e l'eternità, insegnando in modo limpido ed inequivocabile la dottrina e la morale della Chiesa. Quel Papa era veramente Pontifex tra il cielo e la terra, e nella sua ieraticità, con la tiara in capo ed i paramenti sacri, egli scompariva in quanto uomo, lasciando trasparire il volto glorioso di Cristo Re e Sommo Sacerdote. A lui, vero pastore e vero padre, si sentivano vicini i semplici e i poveri, così come i potenti e i dotti. A lui si obbediva con fiducia, e solo i ribelli osavano contestarlo. Nessuno avrebbe mai nemmeno potuto pensare che anche il gesto più insignificante di Papa Pacelli non fosse meditato, ponderato, voluto: anche la riforma del Digiuno trovò unanime consenso nei Vescovi.
Tu, con la tua demagogia d'accatto e i revanscismi da America Latina; tu con la tua insofferenza per il sacro; tu con la tua smania di piacere al mondo, con i tuoi silenzi colpevoli sui cattolici perseguitati e la sciagurata cortigianeria verso l'Islam; tu che non esiti a rinnegare i tuoi figli additandoli al disprezzo come ipocriti e farisei: e come capi del popolo condanni i Sacri Pastori che levano la voce per difendere la Verità cattolica, sei quanto di più opposto vi possa essere a Pio XII: i tuoi sono discorsi da Bar Sport, anzi vecchi sfoghi da osteria, frasi buttate lì a casaccio, sgrammaticate, quasi sempre eretiche e non di rado blasfeme. Roba per gente col pelo sullo stomaco.
C'è da chiedersi se qualcuno si deciderà ad affiggere a Santa Marta il cartello che faceva mostra di sé nelle osterie e nei bar di infimo livello: La persona civile non bestemmia.
Delendo Bergoglio. Vada presto ad affollare anche lui, quel luogo presuntamente vuoto dove attendono Wojtyla, Montini e Roncalli.
RispondiEliminaBravo! Bravo! Bravo! Anche le foto perfette!
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