I sette dolori
Tracce di una devozione "ai cinque dolori e alle cinque gioie" della Vergine si trovano già a partire dall'XI secolo. Basandosi più attentamente sui passi del Vangelo, la Tradizione ha poi fissato il numero dei dolori della Beata Vergine a sette, ossia:
PRIMO DOLORE: La rivelazione di Simeone
E Simeone li benedisse e disse a Maria, sua madre: Ecco che questi è posto per rovina e risurrezione di molti in Israele, e per bersaglio alla contraddizione, e anche l’anima tua stessa sarà trapassata da una spada, affinché di molti cuori restino divelati i pensieri. (S. Luca II, 34-35).
SECONDO DOLORE: La fuga in EgittoPartiti che furon essi, l’angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, e gli disse: Levati, prendi il bambino e la sua madre e fuggi in Egitto, e fermati colà fintantoché io t’avviserò. Imperocché Erode cercherà del bambino per farlo morire. Ed egli svegliatosi prese il bambino e la madre di notte tempo e si ritirò in Egitto. (S. Matteo II, 13-14).
TERZO DOLORE: Lo smarrimento di Gesù nel TempioAllorché passati quei giorni se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non se ne accorsero i suoi genitori. E pensandosi ch’egli fosse co’ compagni, camminarono una giornata, e lo andavano cercando tra i parenti e conoscenti. Né avendolo trovato, ritornarono in Gerusalemme a ricercarlo. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, che sedeva in mezzo a’ dottori, e gli ascoltava e gl’interrogava. E veduto, i genitori ne fecer le meraviglie. E la madre sua gli disse: Figlio, perché ci hai tu fatto questo? Ecco che tuo padre ed io addolorati andavamo di te in cerca. (S. Luca II, 43-46 et 48).
QUARTO DOLORE: L'incontro con Gesù sulla via del Calvario
O voi tutti che passate per questa strada, ponete mente, e vedete se v’ha dolor simile al mio dolore. Gesù adunque avendo veduta la madre e il discepolo da lui amato, ch’era dappresso, disse alla madre sua: Donna, ecco il tuo figliuolo. (Lamentazioni I, 12; S. Giovanni XIX, 26)
QUINTO DOLORE: La Crocifissione e la Morte di Gesù
E crocifissero lui, e con lui altri due, un di qua e uno di là, e Gesù nel mezzo. E scrisse di più Pilato un cartello e lo pose sopra alla croce, ed eravi scritto: Gesù Nazareno Re de’ Giudei. Gesù adunque preso ch’ebbe l’aceto, disse: E’ compito. E, chinato il capo, rendè lo spirito. (S. Giovanni XIX, 19 et 30).
SESTO DOLORE: La Deposizione di Gesù
Andò Giuseppe d’Arimatea, nobile decurione, ch’aspettava egli pure il regno di Dio, e arditamente si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. E Giuseppe, comperata una sindone e distaccatolo, lo rinvolse nella sindone, e lo mise in un sepolcro scavato in un masso, e ribaltò una pietra alla bocca del sepolcro. E Maria Maddalena e Maria madre di Giuseppe stavan osservando, ove venisse collocato. (S. Marco XV, 43 et 46-47).
SETTIMO DOLORE: La Sepoltura di Gesù
E avendo tenuto tenuto dietro a lui le donne venute con Gesù dalla Galilea, videro il sepolcro, e in che modo fosse collocato il corpo di lui. E nel riterno prepararon gli aromi e gli unguenti: e in quanto al sabato non si mossero secondo la legge. (S. Luca XXIII, 55-56).
Il "martirio" di Maria secondo i Santi
Siccome Maria qui in terra fu la più simile nelle virtù al suo Divin Figlio, e siccome in Cielo gli siede più vicina nella gloria (In regni solio – dice san Girolamo – sublimata post Christum gloriosa resedit), così gli è stata più vicina nelle pene di un crudo martirio. Come Gesù fu coronato dalla madrigna Sinagoga con un diadema di pene, così similmente gli venne appresso, coronata di pene, Maria sua madre.
E così si avvera il vaticino di Gioele (cap. II): Il sole si cambia in tenebra, la luna in sangue: il sole, la luna si oscurano, poiché quella stessa eclissi della Passione, che oscurò il vero Sole di giustizia, Gesù, riempì di tenebre e di sangue la mistica luna Maria. Così, se impallidiva Gesù, languiva Maria; se era ferito Gesù, tramortiva Maria; se era crocifisso Gesù, restava ancor crocifissa Maria. Avevano insomma Gesù e Maria due Cuori accordati in tanto bel concerto, che gli stessi affetti che concepiva l’Una concepiva anche l’Altro: In corde, et corde loquuti sunt. Solo la Vergine fu santa di due Cuori, cioè di un Cuore a Lei donato da Dio Creatore e di un Cuore a Lei donato da Cristo Redentore. Cosicché Ella si rattristava in corde, et corde; ed il suo dolore era insieme regolato dal suo Cuore e dal Cuore di Cristo penetrato nel suo.
Quindi: essendo stata Maria martire con Cristo, ed avendo fatto suo proprio il martirio di Cristo, il suo martirio fu più nobile di tutti gli altri: ed Ella con tutta ragione si invoca Regina dei martiri. Ah Maria! È talmente illustre il vostro martirio, ch’io non so se debba piuttosto contemplarlo o invidiarlo."
Sant’Ildefonso, parlando dei dolori di Maria, non temette di asserire che questi furono maggiori di tutti insieme i tormenti di tutti i martiri. E la verità di quanto detto può provarsi con molte ragioni:
1) perché tutti i martiri hanno patito nel corpo e Maria nell’anima;
2) perché, come argomenta sant’Antonino, arcivescovo di Firenze, tanto più è nobile e doloroso il martirio quanto è più nobile la vita che si dà per Dio. Avendo, dunque, Maria sacrificata la vita di suo Figlio, che era insieme la più nobile di tutte, e amata da Lei più della sua propria vita, ne segue che la corona di Maria fu maggiore di tutte, e che la rende Regina di tutti i martiri;
3) perché gli altri martiri patirono solo per il tempo in cui erano straziati dai tiranni; mentre il martirio di Maria durò per tutto il corso della sua vita;
4) perché Maria amava suo Figlio più di se stessa. Di conseguenza, furono per Lei di assai maggior pena i tormenti e la morte del Figlio, che non sarebbero stati i tormenti e la morte di se stessa, come afferma il beato Amedeo. E in fine perché, come dice Alberto Magno, Maria soffrì un dolore così grande, che bastava a darle più volte la morte; e perciò fu avvalorata da Dio con un miracolo per sostenere uno spasimo insoffribile alla vita umana. Così conclude che con tutta ragione si deve a Maria la preminenza sopra tutti i martiri: “Dunque ebbe la grazia del martirio e la corona dei martiri, e la sua corona fu più grande della corona di tutti gli altri martiri”.
(dagli scritti del Padre Liborio Siniscalchi SJ)
Il dolore della Madre di Dio per suo Figlio fu tanto grande che Gesù stesso, apparso in visione alla beata mistica Camilla da Varano, nel 1484, rivelandole i dolori mentali che accompagnarono la sua Passione, quale terzo dolore pose quello portato nel cuore per la Gloriosa Vergine Maria: Un terzo motivo di profonda sofferenza al cuore dell'uomo-Dio fu il dolore della sua dolcissima Madre. […] Gesù, oltre il vedere soffrire la Madre, provò grande sofferenza nel sentirsi impedito di poterle risparmiare il dolore.
Dal "Sermone delle dodici stelle" di S. Bernardo Abate
Non vi meravigliate, o fratelli, nel sentir dire che Maria fu Martire nell'anima. Si meravigli chi non ricorda d'aver udito Paolo annoverare fra i più grandi delitti dei Gentili d'essere stati «senza affezione». Ciò fu lungi dal cuore di Maria, e sia pure lungi dai suoi servi. Ma forse qualcuno dirà: Non sapeva ella che sarebbe morto? Senza dubbio. Non sperava forse che sarebbe risuscitato? Con tutta la fede. E nonpertanto fu afflitta nel vederlo crocifisso? E profondamente. Ma chi sei tu, o fratello, e donde viene la tua saggezza, per meravigliarti più di veder Maria compatire che di vedere il Figlio di Maria patire? Egli poté morire nel corpo; e questa non poteva morire con lui nel cuore? Egli morì per una carità che nessuno sorpasserà mai: ed anche il martirio di lei ebbe principio da una carità che dopo quella, non ce ne fu mai l'uguale.
La devozione orientale e occidentale
Con il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius, erroneamente attribuito in passato a san Bernardo, iniziò una vasta produzione letteraria in varie lingue del Pianto della Vergine. Da questa devozione ebbe origine la festa dei Sette Dolori di Maria Santissima.
Il 15 agosto 1233, sette nobili fiorentini iscritti all'Arte dei Mercanti e poeti-attori della compagnia dei Laudesi, soliti esprimere il loro amore a Maria in laudi davanti un'immagine dipinta su parete di una via, come i giullari facevano con la donna amata, videro improvvisamente l'immagine animarsi, apparire addolorata e vestita a lutto per l'odio fratricida che divideva Firenze. Questi giovani gettarono le armi, indossarono un abito a lutto, istituirono la compagnia di Maria Addolorata, detta dei Serviti e si ritirarono in penitenza e preghiera sul Monte Sanario. L'ordine si distinse soprattutto per la predicazione della Madonna sotto il titolo di Addolorata e al contempo di Gloriosa nel cielo, vedendo le due cose come i due aspetti di un solo mistero.
Tale devozione ebbe presta diffusione in tutto l'orbe, e nel 1423, nel Concilio di Colonia, si istituì la Commemoratio augustix et doloris B. Marix V., fissata per il sabato nella terza settimana dopo l'Ottava Pasquale.
Tra il 1668 e il 1690 le iniziative di culto da parte dei Servi di Maria favorirono la diffusione del culto liturgico della Madonna dei Dolori, visto che il 9 giugno 1668 la S. Congregazione dei Riti permise all'Ordine di celebrare la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine. Nel relativo decreto si faceva menzione del fatto che i Servi di Maria portavano l'abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio. La data fissata per questa ricorrenza fu inizialmente il venerdì della Settimana di Passione, memoria in tale giorno che, seppur secondariamente, si è conservata anche nelle edizioni odierne dei Messali. La festa maggiore, infatti, fu spostata in settembre per volontà di Papa Pio VII, alla terza domenica del mese, in ringraziamento per la liberazione dalla prigionia cui l'aveva costretto Napoleone. Nel 1913 papa Pio X fissò la data della festa al 15 settembre, il giorno seguente la celebrazione dell'Esaltazione della Santa Croce.
In Oriente la devozione ai sette dolori si è sviluppata autonomamente, e ha gran diffusione popolare, ancorché non vi siano ricorrenze liturgiche ad essa dedicata. L'icona dei sette dolori (vedi paragrafo successivo) viene però venerata il 2 febbraio (15 nel calendario giuliano), festa della Presentazione di Gesù (a motivo del fatto che Simeone pronunciò la famosa frase della spada che trafiggerà l'anima in quell'occasione), durante la quale nella tradizione russa si canta un Akatisto particolare, con il ritornello: Rallegratevi, o Madre di Dio piena di dolori, convertite in gioia il nostro dolore, e addolcite il cuore degli uomini malvagi!
Iconografia tradizionale
Oltre alle numerose e commoventi statue spagnole e italiane (specie al sud) in cui la Madonna compare vestita a lutto e col volto rigato dalle lacrime, l'iconografia più classica (sia in Occidente che in Oriente e massime in Russia, come nella Theotokos del Don) vede la Madre di Dio col cuore trafitto da sette spade.
http://traditiomarciana.blogspot.it/2017/09/i-sette-dolori-della-beata-vergine-maria.html
I sette Dolori di Maria V. S S.
[da: G. Bertetti, Il Sacerdote predicatore; S.E.I. Ed. Torino, 1921]
– 1. La profezia di Simeone. — 2. La fuga in Egitto. — 3. Gesù smarrito nel tempio — 4. L’incontro di Gesù che va alla morte. — 5. La morte di Gesù. — 6. La lanciata e la deposizione di Gesù dalla croce. — 7. La sepoltura.
1- LA PROFEZIA DI SIMEONE. — « È posto questo bambino in segno di contraddizione, … e una spada trapasserà l’anima tua » (Luc., II, 34 – 35) … — A queste parole la Vergine vide in modo chiaro e distinto nel futuro tutte le contraddizioni cui sarebbe stato esposto Gesù;… contraddizioni nella dottrina,… nella stima, … nei suoi santissimi affetti,… nell’anima e nel corpo E questa visione dolorosa restò nel cuore di Maria per ben trentatré anni; … e di mano in mano che Gesù cresceva in età, in sapienza, in grazia, tanto più cresceva nel cuore di Maria l’angoscia di perdere un sì caro figlio all’avvicinarsi inesorabile della passione e morte «Il Signore usa questa compassione con noi di non farci vedere le croci che ci aspettano, acciocché, se le abbiamo a patire, almeno le patiamo una volta sola; ma non usò questa compassione con Maria, la quale (perché Dio la volle regina dei dolori e tutta simile al Figlio) ebbe a vedersi sempre avanti gli occhi, e a patire continuamente tutte le pene che l’aspettavano » ( S. ALFONSO, Gl. di Maria).
2. FUGA IN EGITTO. — La profezia di Simeone comincia ad avverarsi … Gesù è appena nato ed è già cercato a morte;… e per salvarlo dalla morte, Maria deve andarsene i n lontano esilio,… in Egitto, … mettendosi per un viaggio lungo, per vie fangose, piene di pericoli — Nell’Egitto la sacra famiglia, forestiera, sconosciuta, senza rendite, senza denari, senza parenti, in quante strettezze sarà vissuta per circa sette anni! … — Nel ritorno dall’Egitto, il viaggio riesce ancor più doloroso,perché Gesù «era così cresciuto che non si poteva portare; ma nello stesso tempo ancor sì giovane da non sostenere il cammino così lungo ». (S. BONAVENTURA)!
3. GESÙ SMARRITO NEL TEMPIO. — « V’è chi dice che questo dolore non solo fu tra i maggiori ch’ebbe Maria in sua vita, ma che fu il più grande ed acerbo di tutti gli altri… Negli altri dolori aveva seco Gesù, … ma in questo dolore patisce lontana da Gesù senza sapere dov’Egli sia… – Degli altri dolori ben ne intendeva Maria la cagione e il fine, cioè la redenzione del mondo, il divino volere; ma in questo non sapeva la cagione della lontananza del Figlio… E chi sa, forse tra sé pensava, se io non l’ho servito come dovevo? se ho commesso qualche negligenza, per cui egli m’ha lasciata?… È certo che non v’ha maggior pena ad un’anima amante di Dio che il timore d’averlo disgustato. E quindi fu che Maria in nessun altro dolore si lamentò fuorché in questo, lagnandosi amorosamente con Gesù dopo che lo rinvenne: « Figlio, perché ci hai tu fatto questo? Ecco che tuo padre ed io addolorati andavamo di te in cerca » (S. ALFONSO, ib.).
4. MARIA INCONTRA GESÙ CHE VA ALLA MORTE. — Pilato era benignamente disposto verso Gesù, … e vincendo la sua viltà l’avrebbe forse salvato dal furore della moltitudine giudaica, se alle preghiere della sua moglie si fossero pure aggiunte quelle della madre di Gesù Eppure, Maria non si muove nelle ore tremende che decidono della vita o della morte del Figlio, perché sa che il Figlio potrebbe da se solo, senza bisogno d’alcuno, liberarsi da’ suoi nemici, e che se si lascia condurre come un agnèllo al supplizio, lo fa spontaneamente, secondo il volere di Dio; … e Maria, anche lei spontaneamente, secondo il volere di Dio, lascia sacrificare il figlio …. Maria si muove, quando già la sentenza è irrevocabilmente data … si muove incontro a Gesù, che sotto il peso della croce s’incammina al Calvario… Lo mira contraffatto e reso quasi irriconoscibile dalle lividure, dalle ferite, dal sangue: … gli sguardi del Figlio e della Madre s’incontrano: … né la Madre né il Figlio svennero per il dolore, perché Dio a maggiori dolori li riservava per la redenzione del mondo… E quelle due anime, eroicamente generose, continuano insieme il cammino alla volta del supplizio.
5. GESÙ MUORE. — Si giunge al Calvario: …. i carnefici spogliano Gesù delle sue vesti,… lo inchiodano,… fermano la croce,., poi lo lasciano morire. Maria allora si fa vicino alla croce, e là rimane ad assistere quel’orribile agonia di tre ore:… « quale spettacolo il vedere il Figlio agonizzare sopra la croce, e sotto la croce veder agonizzare la madre, la quale soffriva tutte le pene che pativa il Figlio! » (S. ALFONSO); … « quel che facevano i chiodi nel corpo di Gesù, operava l’amore nel cuore di Maria » (S. BERNARDO); … « nello stesso tempo che il Figlio sacrificava il corpo, la Madre sacrificava l’anima » (S. BERNARDINO) ….. E non poter dare al figlio nessun sollievo: … anzi sapere che il maggior tormento del Figlio era la presenza della Madre! … L’unico sollievo per la Madre e per il Figlio era il sapere che dai loro dolori ne sarebbe venuta per noi la vita eterna.
6. LA LANCIATA E LA DEPOSIZIONE DI GESÙ DALLA CROCE. — Gesù morendo esclamava: Consummatum est!… Era compiuta la serie dei dolori pel Figlio, non però per la Madre….. Mentr’Ella sta piangendo la morte del Figlio, un soldato vibra la lancia contro Gesù ne apre il costato, e ne esce sangue ed acqua. Il corpo morto di Gesù non soffrì più la lanciata … la soffrì la Madre e se la sentì ripercuotere nel cuore — Ma ecco depongono Gesù dalla croce … il Figlio è reso alla Madre, ma in quale stato!… Prima, era il più bello tra i figli degli uomini, ora è tutto sformato; … prima, innamorava col suo aspetto, ora fa orrore a vederlo. Quando muore un figlio si cerca d’allontanare dal cadavere la madre;… Maria non vuol saperne di togliersi dalle sue braccia quel corpo esangue se non per affidarlo al sepolcro.
7. SEPOLTURA DI GESÙ. — « Ecco già lo portano a seppellire; già s’avvia la dolorosa esequie; i discepoli se lo pongono sulle spalle; gli Angeli del cielo a schiere lo vanno accompagnando; quelle sante donne lo seguitano, e insieme con esse l’addolorata Madre. Vogliono ch’Ella medesima accomodasse il corpo sacrosanto di Gesù nel sepolcro; … in alzare poi la pietra per chiudere il sepolcro dovettero quei discepoli del Salvatore voltarsi alla Vergine e dirle: Or via, Signora, s’ha da coprire il sepolcro abbiate pazienza; guardatelo l’ultima volta e licenziatevi dal vostro Figlio … — Prendono la pietra, e chiudono nel santo sepolcro il corpo di Gesù; … dando un ultimo addio al Figlio e al sepolcro, Maria ritorna alla sua casa » (S. ALFONSO). — « Se ne ritornava così affitta e mesta l a povera Madre, che, dove passava, tutti quei che l’incontravano non potevano trattener le lagrime » (S. BERNARDO) Soltanto il nostro duro cuore non avrà lagrime per Maria?… non piangeremo noi che fummo la causa di tanti dolori?… Ah! se non possono scorrere lagrime sensibili dai nostri occhi, siano almeno lagrime di penitenza le nostre, col fermo proposito di non commettere mai più il peccato: quel peccato che mandò alla morte il nostro Fratello primogenito e trapassò il cuore dolcissimo di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra….
STABAT MATER.
[Per cui il Papa Innocenzo XI il 1 Settembre 1681 concesse indulgenza di 100 giorni. Tale indulgenza fu confermata da Pio IX con Rescritto 18 Giugno 1876.]
Stabat Mater dolorosa
Juxta crucem lacrimosa,
Dum pendebat Filius;
Cujus animam gementem,
Contristatam et dolentem
Pertransivit gladius.
O quam tristis et afflicta
Fuit illa benedicta
Mater Unigeniti
Quæ mœrebat et dolebat
Pia Mater dum videbat
Nati pœnas inclyti.
Quis est homo qui non fleret
Matrem Christi si videret
In tanto supplicio?
Quis non posset contristavi
Christi Matrem contemplari
Dolentem cum Filio?
Pro peccatis sum gentis
Vidit Jesum in tormenlis
Et flagellis subditum,
Vidit suum dulcem Natum
Moriendo desolatum,
Dum emisit spiritum.
Eia Mater, fons amoris,
Me sentire vini doloris,
Fac ut tecum. lugeam.
Fac ut ardeat cor meum
In amando Christum Deum,
Ut sibi complaceam.
Sancta Mater, istud agas,
Crucìfixi fige plagas
Cordi meo valide.
Tui Nati vulnerati
Tam dignati prò me pati,
Pœnas mecum divide.
Fac me tecum pie flere:
Crucifixo condolere,
Donec ego vixero.
Juxta crucem tecum stare,
Et me Tibi sociare
In planctu desidero.
Virgo virginum præclara
Mihi jam non sis amara;
Fac me tecum plangere.
Fac ut portem Christi mortem;
Passionis fac consortem,
Et plagas recolere
Fac me plagis vulnerari,
Fac me Cruce inebriari
Et cruore Filii
Flammis ne urar succensus,
Per te, Virgo, sim defensus
In die Judicii.
Christi, cum sit hinc exire
Da per Matrem me venire
Ad palmam victoriæ.
Quando corpus morietur,
Fac ut anima? Donetur
Paradisi gloria. Amen.
[Per gli iscritti alla Arciconfraternita del Cuore Immacolato di Maria, c’è oggi la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria s.c. – v. : Arciconfraternita del Cuore Immacolato//exsurgatdeus.org.]
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