CAMBIA IL ‘CREDO’ DELLA CHIESA!! SECONDO BERGOGLIO : «Crediamo in un Dio Uno, Padre, Onnipotente, Fattore del Cielo e della Terra dei visibili e degli invisibili ….
Con un lungo intervento rilasciato oggi a Repubblica, Alberto Melloni – storico del cristianesimo e del Concilio Vaticano II – ha rilanciato un tema tra i più delicati nel complesso dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa d’Oriente: l’unità stessa del cristianesimo. Ebbene, secondo Melloni nel prossimo incontro in Italia con il Patriarca Bartholomeos verrà donata dalla Chiesa una diversa traduzione della preghiera che supererebbe così le divisioni tra Occidente e Oriente. In sostanza un nuovo “Credo” per provare ad andare incontro alle richieste ed esigenze delle due grandi Chiese cristiane mondiali.
La prima formulazione strutturata del Credo cattolico venne istituita nel lontano 325 con il Concilio di Nicea: con quella decisione l’imperatore cristiano Costantino voleva garantire l’unità dottrinale dell’impero e sedare così il conflitto teologico in atto per la presenza dell’Arianesimo in mezza Europa. Lo “scontro” che si originò poi negli anni e nei secoli tra Roma e Costantinopoli fuoriuscì in parte anche da questo Credo che non ammetteva “ritocchi” e segnalava il paradosso, secondo Melloni: «per dire ciò che è essenziale alla fede di e in Gesù servono parole e organi come il Credo e il Concilio a Lui all’epoca ignote». Lo storico racconta come la parole “Filioque” – e Il Figlio – rappresentò uno scontro pesantissimo tra Occidentali e Orientali, con questi ultimi che rinfacciavano alla Chiesa di Roma di aver tradito le origini della fede con una interpretazione “monolitica” della professione di fede.
Secoli di divisioni e discussioni portano ai giorni nostri, passando anche per il Concilio Vaticano Secondo: secondo Melloni per la visita del Patriarca Ecumenico Bartholomeos in quel di Bologna, verrà donata una traduzione nuova del Credo che proverà ad avvicinare ancora di più le due Chiese in un complesso ma possibile dialogo sui principi fondanti della Chiesa di Cristo. «Ruminata per molto tempo fra alcuni dotti, discussa con una filologa del calibro di Silvia Ronche, nota a pochissime ma autorevoli figura delle Chiese d’Oriente e d’Occidente, questa tradizione lascia il Credo latino alla sua storia e cerca di far rivivere le rime nascoste della fede comune e il battere di quell’uno che sembra un ritornello: il Dio uno, il Figlio uno, la Chiesa una, il battesimo uno», spiega ancora Melloni su Repubblica. Ecco qui sotto il testo svelato da Alberto Melloni che prova a mettere su un piano di rinnovato dialogo Roma e la chiesa d’oriente, in attesa di uno storico e chissà forte non così troppo lontano incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Bartholomeos.
IL NUOVO TESTO
«Crediamo in un Dio Uno, Padre, Onnipotente, Fattore del Cielo e della Terra dei visibili e degli invisibili. E [crediamo] in un Signore Uno, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l’Unigenito, il Generato dal Padre prima di tutti i secoli. [Dio da Dio], luce da luce, Dio vero da Dio vero generato e non fatto, consustanziale al Padre per mezzo del quale tutto fu creato. Lui [che] per noi, gli uomini, e per la salvezza nostra discese dai cieli e s’incarnò di Spirito Santo e da Maria Vergine s’inumanò. Il Crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, Lui che morì e fu sepolto e risorse il terzo giorno, secondo le Scritture e ascese nei cieli, e intronizzato alla destra del Padre e di nuovo tornerà nella gloria giudicante i vivi e i morti, Lui, il cui Regno non avrà fine. E crediamo nello Spirito Santo il Signore e il Vivificante che si diparte dal Padre e con il Padre e il Figlio il Conadorato e Conglorificato il Parlamento per mezzo dei Profeti. [Crediamo] la Chiesa Una, santa, Cattolica e Apostolica. Confessiamo un battesimo Uno per la remissione delle colpe, attendiamo la resurrezione dei morti e la vita del secolo futuro. Amen».
fonte :leggi qui
https://benedettoxviblog.wordpress.com/2017/09/15/cambia-il-credo-della-chiesa-secondo-bergoglio-crediamo-in-un-dio-uno-padre-onnipotente-fattore-del-cielo-e-della-terra-dei-visibili-e-degli-invisibili/
Ricordete un nostro vecchio articolo: https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/02/23/spifferi-parte-viii-bergoglio-con-una-battuta-inaugura-un-vaticano-iii-de-facto-di-fra-cristoforo/
in cui Fra Cristoforo ci spifferava una battuta scappata a un alto prelato sull’esistenza di un Vaticano III de facto.
Ora la battuta è scappata al ‘direttore dei lavori’, il quale, come riporta Vatican Insider, ha parlato in tono ironico del fatto che ci troviamo in un Vaticano III.
[«Questo è il Concilio Vaticano III?»]
Andiamo a leggere alcuni estratti di questo memorabile discorso.
http://www.lastampa.it/2017/09/14/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-ai-nuovi-vescovi-non-siate-padripadroni-n-solitari-lasciatevi-consigliare-dagli-altri-el7u8TJFFzlaGQRTznUIoK/pagina.html
Come potete leggere, ci troviamo di fronte a un Papa che spiazza. Un Papa che si contraddice, che un giorno dice una cosa, qualche mese dopo l’opposto, che mescola serietà (seriosismo) a ironia -quindi chi sa quando dice le cose seriamente?- e tutto quello che già conoscete.
Ma non si tratta né di follia, né di NON comprensione della realtà. Si tratta di un PAPA che ripone la sua Fede ultima nel RELATIVISMO.
Lo slogan continuo è: VIVI NEL DUBBIO (che con Omissis è diventato una virtù, al contrario dell’invito continuo di Gesù a scacciarlo dalla propria mente e sostituirlo con la FEDE CHE SPOSTA LE MONTAGNE).
Questo concetto viene quindi affiancato a uno SLOGAN che ormai conosciamo a memoria.
Ovvero dipingere in modo negativo questo imprecisato “uomo del passato”, che, stupidamente rigoroso, si attiene alle “regole”, di conseguenza è un ottuso, quasi mentecatto, spinto da problemi psichici. Che, poveretto ha la fissa della Dottrina e vuole giocare all’allegro fariseo.
Cose che ho sentito dire per anni da persone filo-marxiste, nemici dichiarati di Cristo e della sua Chiesa. E da noti gesuiti.
Papa Omissis I ritorna sul tema dell’immobilismo, del “si è sempre fatto così”, senza ovviamente specificare a cosa si alluda (vedasi articolo).
Se si riferisse all’utilizzo della parola “Vossignoria”, oppure “Ossequi”, o ancora “I miei omaggi Madama”, allora mi andrebbe bene.
Ma il riferimento a cui allude coinvolge QUASI L’INTERO MODO DI PENSARE DI UN CRISTIANO, che a quanto ormai risulta evidente, lo irrita in modo profondo. Per questo incalza i Vescovi e li esorta a non essere “Padri Padroni” e a non “lasciarsi imprigionare dalla nostalgia di poter avere una sola risposta da applicare in tutti i casi”.
[«Non lasciatevi imprigionare dalla nostalgia di poter avere una sola risposta da applicare in tutti i casi. Ciò forse calmerebbe la nostra ansia di prestazione (che cosa dice?! n.d.r.), ma lascerebbe relegate ai margini e “inaridite” vite che hanno bisogno di essere innaffiate dalla grazia che custodiamo», ammonisce il Papa.
…quella dell’«immobilismo», del «si è sempre fatto così» e del «prendiamo tempo». L’«antidoto» a questa «rigidità» è un sano discernimento, personale, spirituale, pastorale, perché esso aiuta a capire che «le medesime soluzioni non sono valide ovunque» e che non bisogna «rassegnarsi alla ripetizione del passato» ma «avere il coraggio di domandarsi se le proposte di ieri sono ancora evangelicamente valide». ]
In sostanza, un discorso profondamente deprimente. Perchè sta a significare che Cristo è venuto nel mondo ma in fondo non esistono verità certe a cui aggrapparsi. Per Omissis Dio ci ha lasciato nell’incertezza e guai a coloro i quali osano affermare che al contrario esistono delle verità assolute. Concetto ampiamente sviscerato dai Padri della Chiesa.
Giustamente il suo collega Sosa ha affermato di recente che al tempo di Cristo non c’erano i registratori. Vorrei però correggere Padre Sosa su una cosa importantissima: non c’era lo Smartphone. Il registratore, infatti, è ormai obsoleto, appartiene agli anni Ottanta/Novanta. Quindi, Sosa, lei necessita di un aggiornamento sulla tecnologia. Di certo sarebbe meglio che diventasse uno “smanettone” piuttosto che un sacerdote che va a fare meditazione con i buddisti.
Per concludere, con gli occhi del barzellettiere, tutto ha un senso.
Solo grazie allo spirito di Gino Bramieri sarà infatti possibile comprendere come Omissis abbia potuto, inoltre, proferire questa frase:
«Umiltà rispetto ai propri progetti», spiega Bergoglio, «obbedienza rispetto al Vangelo, criterio ultimo; al Magistero, che lo custodisce; alle norme della Chiesa universale, che lo servono; e alla situazione concreta delle persone, per le quali non si vuole altro che trarre dal tesoro della Chiesa quanto è più fecondo per l’oggi della loro salvezza».
Certo, Magistero secondo Jorge.
Finan Di Lindisfarne, anonimo ottuso e malato mentale
https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/09/15/papa-francesco-ironizza-questo-e-il-concilio-vaticano-iii-di-finan-di-lindisfarne/
“Papa Francesco ironizza: «Questo è il Concilio Vaticano III?»” di Finan Di Lindisfarne
Ricordete un nostro vecchio articolo: https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/02/23/spifferi-parte-viii-bergoglio-con-una-battuta-inaugura-un-vaticano-iii-de-facto-di-fra-cristoforo/
in cui Fra Cristoforo ci spifferava una battuta scappata a un alto prelato sull’esistenza di un Vaticano III de facto.
Ora la battuta è scappata al ‘direttore dei lavori’, il quale, come riporta Vatican Insider, ha parlato in tono ironico del fatto che ci troviamo in un Vaticano III.
[«Questo è il Concilio Vaticano III?»]
Andiamo a leggere alcuni estratti di questo memorabile discorso.
http://www.lastampa.it/2017/09/14/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-ai-nuovi-vescovi-non-siate-padripadroni-n-solitari-lasciatevi-consigliare-dagli-altri-el7u8TJFFzlaGQRTznUIoK/pagina.html
Come potete leggere, ci troviamo di fronte a un Papa che spiazza. Un Papa che si contraddice, che un giorno dice una cosa, qualche mese dopo l’opposto, che mescola serietà (seriosismo) a ironia -quindi chi sa quando dice le cose seriamente?- e tutto quello che già conoscete.
Ma non si tratta né di follia, né di NON comprensione della realtà. Si tratta di un PAPA che ripone la sua Fede ultima nel RELATIVISMO.
Lo slogan continuo è: VIVI NEL DUBBIO (che con Omissis è diventato una virtù, al contrario dell’invito continuo di Gesù a scacciarlo dalla propria mente e sostituirlo con la FEDE CHE SPOSTA LE MONTAGNE).
Questo concetto viene quindi affiancato a uno SLOGAN che ormai conosciamo a memoria.
Ovvero dipingere in modo negativo questo imprecisato “uomo del passato”, che, stupidamente rigoroso, si attiene alle “regole”, di conseguenza è un ottuso, quasi mentecatto, spinto da problemi psichici. Che, poveretto ha la fissa della Dottrina e vuole giocare all’allegro fariseo.
Cose che ho sentito dire per anni da persone filo-marxiste, nemici dichiarati di Cristo e della sua Chiesa. E da noti gesuiti.
Papa Omissis I ritorna sul tema dell’immobilismo, del “si è sempre fatto così”, senza ovviamente specificare a cosa si alluda (vedasi articolo).
Se si riferisse all’utilizzo della parola “Vossignoria”, oppure “Ossequi”, o ancora “I miei omaggi Madama”, allora mi andrebbe bene.
Ma il riferimento a cui allude coinvolge QUASI L’INTERO MODO DI PENSARE DI UN CRISTIANO, che a quanto ormai risulta evidente, lo irrita in modo profondo. Per questo incalza i Vescovi e li esorta a non essere “Padri Padroni” e a non “lasciarsi imprigionare dalla nostalgia di poter avere una sola risposta da applicare in tutti i casi”.
[«Non lasciatevi imprigionare dalla nostalgia di poter avere una sola risposta da applicare in tutti i casi. Ciò forse calmerebbe la nostra ansia di prestazione (che cosa dice?! n.d.r.), ma lascerebbe relegate ai margini e “inaridite” vite che hanno bisogno di essere innaffiate dalla grazia che custodiamo», ammonisce il Papa.
…quella dell’«immobilismo», del «si è sempre fatto così» e del «prendiamo tempo». L’«antidoto» a questa «rigidità» è un sano discernimento, personale, spirituale, pastorale, perché esso aiuta a capire che «le medesime soluzioni non sono valide ovunque» e che non bisogna «rassegnarsi alla ripetizione del passato» ma «avere il coraggio di domandarsi se le proposte di ieri sono ancora evangelicamente valide». ]
In sostanza, un discorso profondamente deprimente. Perchè sta a significare che Cristo è venuto nel mondo ma in fondo non esistono verità certe a cui aggrapparsi. Per Omissis Dio ci ha lasciato nell’incertezza e guai a coloro i quali osano affermare che al contrario esistono delle verità assolute. Concetto ampiamente sviscerato dai Padri della Chiesa.
Giustamente il suo collega Sosa ha affermato di recente che al tempo di Cristo non c’erano i registratori. Vorrei però correggere Padre Sosa su una cosa importantissima: non c’era lo Smartphone. Il registratore, infatti, è ormai obsoleto, appartiene agli anni Ottanta/Novanta. Quindi, Sosa, lei necessita di un aggiornamento sulla tecnologia. Di certo sarebbe meglio che diventasse uno “smanettone” piuttosto che un sacerdote che va a fare meditazione con i buddisti.
Per concludere, con gli occhi del barzellettiere, tutto ha un senso.
Solo grazie allo spirito di Gino Bramieri sarà infatti possibile comprendere come Omissis abbia potuto, inoltre, proferire questa frase:
«Umiltà rispetto ai propri progetti», spiega Bergoglio, «obbedienza rispetto al Vangelo, criterio ultimo; al Magistero, che lo custodisce; alle norme della Chiesa universale, che lo servono; e alla situazione concreta delle persone, per le quali non si vuole altro che trarre dal tesoro della Chiesa quanto è più fecondo per l’oggi della loro salvezza».
Certo, Magistero secondo Jorge.
Finan Di Lindisfarne, anonimo ottuso e malato mentale
https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/09/15/papa-francesco-ironizza-questo-e-il-concilio-vaticano-iii-di-finan-di-lindisfarne/
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