Cari amici, cari lettori,
come sapete, i 5 provvedimenti sulla omotransfobia sono stati sintetizzati in una unica proposta di legge che sarà presentata ufficialmente domani. La Conferenza Episcopale Italiana si è pronunciata con un comunicato su queste proposte evidenziando il rischio di una “deriva liberticida”. Purtroppo, il giornale dei vescovi italiani, Avvenire, subito dopo, ha pubblicato un’intervista ad uno degli autori delle 5 proposte che più mettono a rischio la libertà di pensiero, di espressione, di religione, di educazione, di stampa, di associazione, visto che vorrebbe introdurre l’oscuro reato di omofobia negli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, con pene che arrivano fino a 6 anni di reclusione.
Siamo quindi molto preoccupati. Occorre dunque che i singoli vescovi facciano sentire personalmente e pubblicamente la loro preoccupazione a tutela della libertà di tutti, in primi della Chiesa di testimoniare integralmente il messaggio cristiano..
Invierò pertanto una preghiera filiale al mio vescovo, invierò il testo che trovate di seguito alla casella email della diocesi in modo che possa ascoltare la mia accorata preoccupazione.
Sarebbe il caso che lo facessimo in tanti, ciascuno per la propria diocesi, sempre in atteggiamento filiale e di rispetto.
Ecc.za Reverendissima,
Le scrivo con ossequio filiale in quanto battezzato della Sua Diocesi per sollecitare la sua aperta e pubblica testimonianza riguardo ad un argomento di scottante attualità che è attualmente in discussione in Parlamento. Si tratta della nota proposta di legge Zan-Scalfarotto-Boldrini et altri sull’omofobia, Questa legge, se approvata nei termini con cui è stata proposta, introduce terminologie ambigue non corrispondenti ad alcun dato reale e scientifico, né definisce in termini oggettivamente e giuridicamente chiari i contenuti dell’eventuale reato; di conseguenza essa lascia così libertà di definire soggettivamente alla parte ritenuta lesa di percepirsi in quale senso essa si senta offesa, e altrettanto soggettivamente permette al giudicante di definire quali siano i termini dell’offesa; l’ipotetico colpevole saprà così solo in giudizio i contenuti del suo eventuale reato. Tutto questo, nella storia, è stato fatto solo dai regimi totalitari, perché il ribaltare i termini normali con cui viene stabilito lo jus di un certo reato, lascia libero il potere di usare come arma di dissuasione e di oppressione simile modalità legislativa. Da tutto questo ne consegue un’inevitabile incostituzionalità della legge stessa in quanto lesiva della libertà di pensiero e di espressione di ogni singolo cittadino.
Una simile legge, come da diverse voci autorevoli sottolineato, avrà poi, inevitabili e gravi ricadute a livello sociale (specie sulla verità della famiglia), scolastico ed educativo e, ultimamente, antropologico in quanto introduce una visione ideologica (identità di genere) sull’uomo e sui fattori costitutivi della sua identità di persona. In questo senso diverrebbe poi impossibile alla Chiesa, al Suo Magistero, ma anche ad ogni singolo testimone della fede, parlare ed agire liberamente in favore del bene comune di ogni persona, affermando il pensiero di Cristo non solo sull’uomo, ma anche sulla stessa identità gloriosa di Dio, che, in quanto Creatore, “creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1, 27).
È vero che già la Conferenza Episcopale Italiana recentemente ha sollevato osservazioni critiche sulla proposta di legge in questione, ma io umilmente ritengo importante, come sopra ho già detto, che ogni singolo Vescovo, esprima pubblicamente il suo pensiero in proposito, e ciò come parte responsabile del suo ministero apostolico chiamato a confermare i fratelli in unione con Papa Francesco. A questo proposito Lei certamente ricorda che su queste tematiche Sua Santità si è espresso molto chiaramente e fortemente, definendo l’ideologia gender una «bomba atomica», «una confusione mentale per i giovani», una «colonizzazione ideologica», un «guerra mondiale». Il Santo Padre così poi anche si esprime nell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia: «Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. È inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini» (AL, n. 56).
Fiducioso che Ella vorrà accogliere questa mia supplica, mi dichiaro Suo figlio devoto in Cristo. Le porgo i miei più cordiali saluti.
Mi benedica.
https://www.sabinopaciolla.com/omofobia-ecc-za-reverendissima-le-scrivo-questa-mia-per/
#Restiamoliberi, per la libertà di coscienza, la libertà di espressione, la libertà di educazione, la libertà religiosa, la libertà di associazione e la libertà di stampa. Ecco perché in tutta Italia siamo pronti ad alzarci in piedi!
Al via la campagna #restiamoliberi per dire “No” al liberticida ddl Zan sull’omofobia in discussione al parlamento.
L’iniziativa culminerà sabato 11 luglio con una mobilitazione in 100 piazze di tutta Italia, che faranno capo ad un evento principale nella città di Roma. Per tutti i riferimenti delle iniziative che stanno prendendo corpo, nei prossimi giorni sarà on line il sito.
La mobilitazione, che nasce dal basso, intende fare luce e contestare l’istituzione di un nuovo reato, quello di omofobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che promuovono il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre o, più semplicemente, che si riconoscono nel principio dell’identità sessuata biologica e non in quello della variegata identità di genere che, basandosi sull’auto percezione, comprende oltre 50 definizioni.
I rischi concreti di una limitazione delle libertà sono evidenti: In caso di approvazione del testo sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare agli uomini l’ingresso nello spogliatoio delle donne quand’anche si presenti un uomo che tale non si sente? Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità e la famiglia? Sarà ancora possibile per un sacerdote citare il Magistero della Chiesa cattolica sul matrimonio? Sarà libero un fotografo o un pasticcere di non prestare la propria opera per festeggiare una unione civile? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alle adozioni omo-genitoriali? Sarà possibile associarsi o far parte di associazioni che promuovono l’insopprimibile diritto di un bambino ad avere un papà e una mamma? Per tutte queste domande il ddl sull’omofobia ha una sola risposta, NO.
Nel nostro ordinamento non c’è alcun vuoto normativo che non consenta di reprimere e sanzionare atti discriminatori o violenti contro le persone di orientamento omosessuale: la pari dignità di tutti i cittadini è infatti riconosciuta pienamente dall’articolo 3 della Costituzione e il codice penale prevede le aggravanti per futili motivi, ove necessarie per inasprire le pene nei confronti di chi si rende responsabile di queste violenze e discriminazioni.
La maggioranza di governo sta quindi portando avanti un testo inutile, pericoloso e liberticida, che intente tra l’altro discutere e approvare nel bel mezzo della crisi economica, sociale ed occupazionale più grave della storia della nostra Repubblica, con milioni di famiglie ed imprese in enorme difficoltà e con un’incertezza ancor più grande che grava sul mondo della scuola. Per tutti questi motivi chiederemo il ritiro immediato del ddl Zan, che rischia di strappare ancora di più il tessuto sociale del nostro Paese.
Le mobilitazioni sono aperte a tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia e la libera espressione del pensiero, a prescindere dal loro credo religioso e orientamento politico.
Comitato #restiamoliberi
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AGGIORNAMENTO delle ore 21.00 del 15.06.2020
GANDOLFINI (FAMILY DAY):
PIENO SOSTEGNO A #RESTIAMOLIBERI
SABATO 11 LUGLIO TUTTI A ROMA
“Il Family Day è tra i sostenitori più convinti della campagna #restiamoliberi contro il ddl Zan sull’omotrans-fobia. Invitiamo pertanto tutti i nostri militanti e simpatizzanti ad animare gli eventi che saranno proposti nella cornice dell’iniziativa, in particolare esortiamo tutti a partecipare alla manifestazione di Roma, sabato 11 luglio”, così il leader del Family Day, Massimo Gandolfini.
“È in gioco la libertà d’espressione e perfino la libertà di professare la propria confessione religiosa, come confermano i timori espressi recentemente anche dalla Conferenza episcopale italiana. Il ddl crea infatti un nuovo reato d’opinione che non viene definito dal legislatore e pertanto si presta a pericolosissime interpretazioni. Oltretutto il nostro ordinamento già contiene gli strumenti per sanzionare violenze e discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.
“Per questo motivo tutte le persone che hanno a cuore la libertà e la democrazia, a prescindere dal loro credo religioso e dai loro convincimenti politici, sono chiamate a sostenere la campagna #restiamoliberi”, conclude Massimo Gandolfini.
Roma, 15 giugno 2020
Ufficio stampa 339-6172330
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