ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 25 giugno 2015

Amatevi fratelli

Francesco: cresca amicizia tra ebrei e cattolici per la pace nel mondo


Papa in Terra Santa incontra i rabbini di Gerusalemme - AP


Cinquant’anni di dialogo e tanti progressi compiuti. E’ il cammino compiuto nei rapporti tra Chiesa Cattolica ed ebraismo sottolineato dal Papa che ha incontrato la delegazione di B’nai B’rith International, organizzazione ebraica impegnata in particolare nel campo dei servizi sociali.
Il servizio di Francesca Sabatinelli:
Cattolici ed ebrei sono chiamati a lavorare e pregare insieme per la pace di fronte ai conflitti nel mondo. Questo l'appello del Papa, parlando ai membri di B’nai B’rith International:
"Penso in particolare alla Terra Santa e al Medio Oriente, e che richiedono un impegno coraggioso per la pace: essa non soltanto va desiderata, ma ricercata e costruita pazientemente e tenacemente, con la partecipazione di tutti, in particolare dei credenti".
Il Papa parla della fiducia e dell’apprezzamento che legano cattolici ed ebrei, uniti dalla collaborazione in attività mirate al bene dell’umanità:
"Il rispetto della vita e del creato, la dignità umana, la giustizia, la solidarietà possono vederci uniti per lo sviluppo della società e per assicurare un futuro ricco di speranza per le generazioni che verranno".
Francesco ricorda quindi chi ha lavorato per l’amicizia tra ebrei e cattolici: Giovanni XXIII, che “salvò tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale” e che “volle fortemente un documento conciliare su questo tema” e poi Giovanni Paolo II, che compì gesti storici come “la visita ad Auschwitz e quella al Tempio Maggiore di Roma”. L’augurio di Francesco è che nell’anno del 50.mo anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, “pietra miliare nel cammino di reciproca conoscenza e stima tra gli ebrei e i cattolici”, il cammino di amicizia tra le due fedi “cresca sempre più e porti abbondanti frutti per le nostre comunità e per l’intera famiglia umana”. 
http://it.radiovaticana.va/news/2015/06/25/papa_cresca_sempre_di_pi%C3%B9_amicizia_tra_ebrei_e_cattolici/1153929

Papa: voglio dialogo con ebraismo

Bergoglio sulle orme di Roncalli e Wojtyla

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU - "Sono tanti i campi nei quali, ebrei e cristiani, possiamo continuare a lavorare insieme per il bene dell'umanità". Papa Bergoglio lo ha detto a una delegazione ricevuta in Vaticano. Papa Francesco ha citato l'impegno di papa Roncalli per salvare la vita di tanti ebrei, e la visita ad Auschwitz e al Tempio Maggiore di Roma di Wojtyla. Infine ha detto che desidera continuare la su esperienza di dialogo con l'ebraismo iniziata da arcivescovo di Buenos Aires.
http://www.lettera43.it/ultima/papa-voglio-dialogo-con-ebraismo_43675176489.htm

La potentissima Massoneria ebraica dà il benvenuto a Francesco I

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L’Anti-Defamation League (ADL) ossia la Lega Antidiffamazione, ha accolto bene l’elezione al soglio pontificio del cardinale argentino Jorge Bergoglio.
Abraham H. Foxman, il direttore nazionale della ADL ha emesso un comunicato in cui ha affermato tra le altre cose: ‘Ci congratuliamo con il nuovo Papa e gli auguriamo il bene nella sua nuova importante responsabilità. Crediamo che l’elezione di Francesco I è un momento importante nella storia della Chiesa. Noi non vediamo l’ora di lavorare con lui per continuare a promuovere i rapporti tra Cattolici ed Ebrei come abbiamo fatto con i suoi predecessori. C’è molto nel suo passato che ci rassicura per il futuro (We congratulate the new Pope and wish him well in his important new responsibility. We believe that the election of Francis I is a significant moment in the history of the Church. We look forward to working with him to continue to foster Catholic-Jewish relations as we have with his predecessors. There is much in his record that reassures us about the future)’.
Fonte: http://www.adl.org/press-center/press-releases/interfaith/adl-congratulates-new-pope-francis.html
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Foto: il cardinale Jorge Mario Bergoglio alla sinagoga Emanuel di Buenos Aires nel dicembre 2012 in cui accese uno dei lumi della lampada a nove lumi della festa di Hanukkah
Che cos’è l’Anti-Defamation League? Il giornalista Ferruccio Pinotti nel suo libro Fratelli d’Italia, la definisce ‘una delle più influenti organizzazioni ebraiche americane, figlia del B’nai B’rith, una sorta di potentissima massoneria in rapporti con molti gruppi di potere’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, Terza edizione BUR Futuropassato, 2008, pag. 474), e cita una dichiarazione del massone Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che afferma: ‘La ricerca delle certezze lo porta [l’uomo] a vedere, sotto una luce nuova non più negativa, i poteri forti che, in modo più o meno occulto, hanno guidato le sorti dell’umanità. Si tratta di quei poteri secolari come, ad esempio, gli ordini preposti all’esercizio del potere temporale che esistono all’interno di alcune Chiese (l’Opus Dei nella Chiesa cattolica), la massoneria, certe organizzazioni ebraiche (l’Anti-Defamation League) e altre’ (ibid., pag. 465). Come potete vedere, un massone di alto grado come il Di Bernardo ha definito La Lega Antidiffamazione uno dei poteri forti.
Mi pare dunque evidente che il nuovo ‘papa’ faccia parte anche lui di coloro che assieme alla Massoneria e agli Illuminati vogliono instaurare il Nuovo Ordine Mondiale.
Chi ha orecchi da udire, oda.
Giacinto Butindaro
Leggete il mio libro ‘La Massoneria smascherata’ ed in particolare il capitolo ‘Massoneria, Illuminati e Gesuiti’
Il B'nai B'rith e la massoneriaTratto da “Misteri e segreti del B’nai B’rith 
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Massoni?Associazione internazionale, parzialmente segreta, di carattere mutualistico e filantropico, i cui membri si riconoscono "da certi segni ed emblemi". Questa è la definizione della massoneria data dal dizionario Petit Robert. Ciò corrisponde in pieno a ciò che è stato ed è ancora il B'nai B'rith. Che cos'è, filosoficamente parlando, la massoneria? Una concezione dell'uomo laico, vale a dire non esclusivista, pluralista (cosa che non impedisce la credenza del massone in un Dio), che si fonda su una serie di concetti iniziatici e di concetti profani: il segreto iniziatico, in particolare la conoscenza dei simboli il cui significato è noto solo ai fratelli, richiede l'iniziazione; i concetti profani fondamentali quali la libertà, la tolleranza, la fraternità, la trascendenza, sono conosciuti anche dai non-iniziati. In quanto tale, la massoneria non è quindi una religione. E’ in effetti tipico di ogni religione presupporre l'esistenza reale della divinità. Al contrario, la massoneria richiede solo, come condizione minima, l'accettazione del valore regolatore dell’Essere Supremo" (il Grande Architetto dell'Universo). E inoltre necessario fare bene distinzione tra la massoneria considerata in sé (laica, non esclusivista e relativista) e ciascun massone preso individualmente al quale è lasciata la facoltà di essere religioso e anche di credere all'esistenza reale ed ontologica di Dio, a patto che non sia esclusivista, cioè che non pretenda di presentarla agli altri come l'unica verità. La seconda definizione corrisponde perfettamente all'attuale B'nai B'rith.
Oggi tuttavia gli interessati smentiscono ogni legame con la massoneria. Qualche anno fa, Ronald Green, segretario generale del Bnai B'rith, chiese una rettifica a Le Figaro che aveva pubblicato un trafiletto sull'Ordine. Nella precisazione egli affermava che il B'nai B'rith "non ha alcun legame con la massoneria" (1) Il Dr. E. L. Ehrlich, direttore del Distretto dell'Europa occidentale e amante dei sillogismi, scrive (2): "Questa associazione di ebrei non ha un Ordine segreto, non una Loggia anche se usiamo ancora questi concetti con riferimento a una certa terminologia del XIX secolo". Cosa se ne deduce esattamente, il B'nai B'rith è stato un Ordine massonico? Lo è ancora ai giorni nostri? E’ ciò di cui si occuperà questo capitolo in cui, per la prima volta, saranno descritti parte dei simboli, dei rituali e dei segni di riconoscimento segreti dei Fratelli del B'nai B'rith.
Facciamo riferimento al primo capitolo di questo libro, in particolare alle prime righe, dove si descrive dettagliatamente la derivazione storica del B'nai B'rith dalla massoneria (la maggior parte dei fondatori vi apparteneva, si riunivano in templi massonici, il rituale era stato copiato da quello massonico e così via). t pure utile consultare il capitolo sul B'nai B'rith in Germania, dove si dimostra in maniera certa che furono i massoni ebrei tedeschi che domandarono alle Logge americane di creare un distretto oltre Atlantico. Per situare esattamente gli inizi dell'Ordine, bisogna citare una pubblicazione del B'nai B'rith degli anni trenta (3): “Le loro riunioni erano frequenti e molti di essi appartenevano ad associazioni benefiche, come l'ordine della Massoneria e degli Odd Fellows. Conclusero infine che un'organizzazione simile ma fondata sull’idea giudaica" avrebbe permesso loro di raggiungere gli scopi prefissati. La religione ebraica implica numerose osservanze ed abitudini che corrispondono alle società segrete quali le conosciamo. La Sinagoga , ad esempio, può essere paragonata a una Loggia. E uso aprirla due volte al giorno. Per un ebreo che desideri ritrovare un amico è sufficiente recarsi là e fare un certo segno o dare una stretta di mano conosciuta solo da loro. (...) Il segno consisteva in una stretta di mano con le dita ad artiglio e la parola magica Sholem Alachem. Il "messussah" sulla porta era il segno di riconoscimento, Shema Israél la parola d'ordine".
Agli inizi, l'Ordine era considerato da tutti come una società segreta. Israél Joseph Benjamin, un ebreo europeo che fece un viaggio negli Stati Uniti, riporta (4) che il B'nai B'rith "é una società segreta, come la massoneria, con le sue parole d'ordine e tutto il resto". Che il B'nai B'rith neghi o ammetta di derivare dalla massoneria resta fatto di poco conto. Il lettore si sarà già fatto un'opinione propria basata sulle numerose citazioni, a volte anche complesse, che abbiamo scelto di riportare, dilungandoci anche, per non essere accusati di parzialità.
Vediamo cosa dicono del B'nai B'rith autori favorevoli alla massoneria, essenzialmente massoni essi stessi, e quindi obbligati a tacere alcuni segreti. La risposta del Fratello Daniel Ligou (5) è ambigua: “I membri si chiamano Fratelli, ricevono un'iniziazione e si riuniscono in logge. Malgrado tale linguaggio tratto dalla massoneria e la pratica dei segni di riconoscimento, il B'nai Berith (sic) non è un'organizzazione massonica, le obbedienze massoniche e il B'nai Berith s'ignorano e conseguentemente niente impedisce a un massone di essere membro del B'B' e viceversa”. D'altro canto, il Dizionario della Frammassoneria (1932) dice: "L'Ordine è apolitico e ha in comune con la massoneria niente altro che la tendenza all'educazione etica dei suoi membri e la beneficenza, che sono dello stesso tipo ma limitate a un campo fraterno".
Ciò non impedisce che esistano ancora oggi dei rapporti ufficiosi tra i Fratelli del B'nai B'rith e le altre obbedienze: ciò spiega il fatto che l'Almanacco massonico d'Europa (6) indichi l'U.O.B.B. (Unione Internazionale dell'Ordine del B'nai B'rith) come un'obbedienza massonica (nel capitolo "organizzazioni fraterne imparentate"), sullo stesso piano dei Rosacroce o dell'A.M.O.R.C. Il Fratello Jean Pierre Bayard, particolarmente documentato (7), è dello stesso parere: "Quest'Ordine riunisce una quarantina di Logge (in Francia) i cui membri sono esclusivamente israeliti. Sebbene non abbia relazioni ufficiali con le altre obbedienze, questa organizzazione permette ai suoi iscritti di frequentare gli altri gruppi". In un'altra opera (8) questo professore dell'Università della Haute Bretagne, esperto di massoneria, è più esplicito e stima che “la società para-massonica B'nai B'rith, riservata esclusivamente agli israeliti e largamente affermata negli U.S.A., pratica riti provenienti dallo scozzismo (e che) il rito Emulazione e quello del Royal Arch sarebbero (egualmente) praticati".
Le diverse pubblicazioni e libri comunitari e para-comunitari sono d'identico avviso. Globe, diretto da George-Marc Benhamou indica (9) che si tratta del "ramo ebraico della massoneria" confermando così Le Dictionnaire de la politique di Henry Coston che parla (10) di “organizzazione massonica, fondata nel 1843, composta esclusivamente di israeliti". Per il poligrafo Daniel Beresmak (11) «E dunque come un "Ordine" che si presenta il B'nai B'rith, alla maniera delle federazioni delle logge massoniche (...).L’organizzazione per Logge è ricalcata sulla frammassoneria». Stessa cosa nelle edizioni successive del molto ufficiale Guide de la vie juive en France che, a proposito delI.O.B.B., parla di "frammassoneria coi colori del giudaismo, con tutto il fascino e le interrogazioni che suscita" (12). Nello stesso spirito, Tribune juive, che ha tra i suoi collaboratori molti membri del B'nai B'rith, riscrivendo la storia dell'Ordine, scrive, a proposito della sua fondazione (13): “ progettano di creare un’obbedienza massonica riservata ai soli ebrei. Curioso! Dato che la massoneria si dichiara al di sopra di tutte le religioni e razze, perché non entrare in una loggia già esistente? Sembra che alla metà del XIX secolo la società newyorkese non fosse esente da un certo antisemitismo. Si può supporre che i dodici fondatori del B’nai B’rith fossero già massoni affiliati a logge americane dato che scelsero un rituale che è un misto del rito di York e del rito americano Odd Fellows”
Estratto della Costituzione del 1860. Se non vi figurasse la parola “B’nai B’rith” si potrebbe credere di leggere la costituzione di una qualunque Loggia massonica. E’ normale, dal momento che è stata ricalcata da quella del Royal Arch…
Misteri e segreti del B'nai B'rithLa più importante organizzazione ebraica internazionaleDi Altomonte, Athos A. - tratto dal sito www.esonet.org
Emmanuel Ratier ci presenta uno studio molto interessante sul "B’nai B’rith". Su questo argomento non era stato scritto ancora nulla di cosi completo, dettagliato e nello stesso tempo ben documentato. Era infatti molto difficile poter parlare del "B’nai B’rith", poiché riguardo a quest’associazione non si trovava nulla, di "esposto al pubblico". Nulla, neppure alla Biblioteca Nazionale di Parigi, tranne tre modesti fascicoli del 1932. Tuttavia, secondo l’"Encyclopedia Judaica" (1970), il "B’nai B’rith" costituisce "la più antica e la più numerosa organizzazione giudaica di mutuo soccorso, organizzata in logge e in capitoli in 45 nazioni. Il numero totale dei membri è di circa 500.000".
Strano che un’associazione così importante, fondata negli USA nel 1843, non abbia mai pubblicato nulla su di se. Se si consulta la collezione delle riviste, che per legge devono essere esposte in quattro esemplari alla Biblioteca Nazionale ogni volta che appaiono, si constata che il "B’nai B’rith" non ha mai effettuato tale deposito, pur essendovi obbligato per legge. Nonostante questa precauzione, l’Autore dello studio presentato dal Ratier, ha potuto consultare una certa parte delle pubblicazioni del "B’nai B’rith" americano ed europeo. In questo articolo mi sono limitato a recensire tale libro, cui rimando il lettore per eventuali consultazioni di citazioni fatte nell’opera stessa.
LA  FONDAZIONE
Il 13 ottobre 1843 il "B’nai B’rith" fu fondato al Caffé Sinsheimer, nel quartiere di Wall Street, a New York. Allora fu chiamato "Bundes-Brueder" (che significa "Lega dei fratelli"), nome tedesco a causa dell’origine dei fondatori ebrei-tedeschi, che parlavano soltanto il tedesco o l’yiddish. Il "B’nai B’rith " è pertanto una delle più antiche associazioni americane ancora esistenti. 
Il fondatore, Henry Jones, cercò dei co-fondatori reclutandoli presso la Sinagoga, di cui era uno dei principali responsabili. Il "B’nai B’rith" stesso riconosce inoltre che almeno quattro dei suoi fondatori erano massoni. L’Ordine del "B’nai B’rith", per libera scelta dei fondatori, era riservato ai soli ebrei. I fondatori volevano creare un Ordine che avrebbe dovuto essere il mezzo per unire gli ebrei d’America e "illuminare" così "come un faro il mondo intero". Un mese dopo la creazione dell’Ordine, si decise che la sede sarebbe stata a New York; il locale scelto per fondare la prima Loggia di New York, non fu una sala della Sinagoga, ma il tempio massonico situato all’angolo di Oliver Street e Henry Street, proprio per mostrare la sua origine massonica. I fondatori decisero di cambiare nome all’associazione, stimando che un Ordine ebraico dovesse avere un nome ebraico. Conservarono così le iniziali B. B., ma cambiarono il nome dell’Ordine, che da "Bundes-Brueder " (Lega dei Fratelli) divenne "B’nai B’rith" (Figli dell’Alleanza). Il motto dell’Ordine era: "Benevolenza, Amore fraterno e Armonia". Si scelse perciò come simbolo dell’Ordine la "menorah", il candeliere a sette bracci, che simboleggia appunto la luce.
FORMARE DEI QUADRIHenry Jones intuì la necessità di una stretta unione della comunità ebraica americana, in vista del suo futuro incremento, per l’arrivo di un sempre crescente numero di emigranti, e quindi il bisogno di un’organizzazione che provvedesse alla loro sistemazione e al loro sostentamento; seppe unire i principi religiosi del Giudaismo a quelli filantropici di mutuo soccorso della Massoneria. Il disegno di Jones era quello di selezionare tra gli immigrati i migliori elementi. per costituire i "quadri" o le élites indispensabili al ruolo che il Giudaismo americano avrebbe dovuto avere nel mondo intero: essere il sacerdote dell’umanità posta al suo servizio, come "noachida" o proselite della porta! Per far questo bisognava conservare il carattere religioso del Giudaismo, ma nello stesso tempo evitare ogni disputa teologica. 
Ora la Sinagoga, che in America era profondamente divisa, non poteva compiere quest’opera: la Loggia doveva quindi interporsi ed unificare ciò che le dispute sinagogali avevano diviso. Il "B’nai B’rith" avrebbe dovuto essere il grande educatore degli ebrei americani, per poterli innalzare al rango che compete loro: essere il faro dell’umanità! Esso aveva quindi una duplice funzione: essere un bastione contro la secolarizzazione e la perdita dell’identità ebraica; e nello stesso tempo evitare ogni pericolo di divisione, a causa delle dispute teologiche. Per favorire quest’unione degli ebrei l’Ordine, rifacendosi ai principi della Massoneria, si poneva al di sopra dei partiti e delle correnti teologiche ebraiche. Esso divenne il centro di tutti gli affari del mondo ebraico americano e il punto d’incontro degli ebrei liberali e ortodossi. Grazie alla sua caratteristica pluralista, non esclusivista, il "B’nai B’rith" riuscì a unire ciò che la Sinagoga aveva diviso. Inoltre il "B’nai B’rith", per poter mantenere intatta la sua vitalità, mostrò sempre una grande capacità di adattamento al mutare delle circostanze.
INFLUENZA POLITICA DEL "B’NAI B’RITH"Nell’ambito dei suoi compiti di tutela delle minoranze ebraiche l’Ordine esercitò, tramite il canale della diplomazia americana, enormi pressioni in favore degli ebrei perseguitati in Russia, in Romania, in Germania ecc. Nel 1903 per esempio, il presidente Roosevelt preparò insieme al "B’nai B’rith" una lettera di protesta da inviare allo Zar di Russia per condannare i pogrom russi. Le richieste contenute nella lettera, trasmessa dal Segretario di Stato americano, non furono accolte dallo Zar, il quale anzi, vedendo che gli ebrei capeggiavano i rivoluzionari russi, decise di sottomettere gli israeliti stranieri a un regime speciale di passaporto, per poterli meglio sorvegliare. L’America fece nuovamente pressioni diplomatiche sullo Zar, ma Nicola II rifiutò ancora una volta di ricevere le proteste ebree. Il Gran Presidente del "B’nai B’rith" di quel tempo, Krans, ha scritto che uno dei membri del "B’nai B’rith" dichiarò in quell’occasione: "Se lo Zar non vuole dare al nostro popolo la libertà che esso desidera, allora una Rivoluzione installerà una Repubblica in Russia, mediante la quale otterremo i nostri diritti". Previsione o premonizione?
L’INFLUENZA ATTUALE DEL B’NAI B’RITHNegli USA le campagne presidenziali passano inevitabilmente attraverso le assemblee del "B’nai B’rith", dove i candidati, sia democratici che repubblicani, vengono a porgere i loro messaggi di sostegno ad Israele. Per esempio nel 1953 il vice presidente Richard Nixon fu il principale oratore politico al banchetto della Convenzione, ed il presidente Dwight Eisenhower inviò un caloroso messaggio d’incoraggiamento alla Loggia. Eisenhower prese poi parte al banchetto per il 40· anniversario dell’A.D.L. (Anti-Diffamation League of "B’nai B’rith"), il "braccio armato" del "B’nai B’rith". Mentre nel 1963, per i 50 anni dell’A.D.L., l’invitato d’onore fu il presidente John Kennedy. Alcuni mesi più tardi anche il nuovo presidente Lyndon Johnson fu invitato dall’Ordine. Per finire, il presidente del "B’nai B’rith", Label Katz, incontrò in udienza privata Giovanni XXIII nel gennaio 1960. Tramite Jules Isaac (membro del "B’nai B’rith") l’Ordine ha giocato un ruolo di primo piano nella preparazione del documento Nostra Ætate del Concilio Vaticano II.
IL B’NAI B’RITH E LA MASSONERIAOggi i membri del "B’nai B’rith" cercano di non parlare del loro legame con la Massoneria, ma abbiamo già visto come almeno quattro dei fondatori del "B’nai B’rith" erano massoni, che si riunivano in Templi massonici. Il Ratier esamina a questo scopo ciò che autori o riviste massoniche o filomassoniche scrivono del " B’nai B’rith": Daniel Ligou, il "Dictionnaire de la franc-maçonnerie" (1932),l’"Almanach maçonnique de l’Europe", Jean-Pierre Bayard, la rivista "Globe" secondo cui il "B’nai B’rith" è "il ramo ebraico della Massoneria", Daniel Beresniak, la "Guide de la vie juive en France", che parla, a proposito del "B’nai B’rith" di "Massoneria colorata di Giudaismo", e infine "Tribune Juive" secondo cui essi ("B’nai B’rith") progettano di creare un tipo di "obbedienza massonica riservata ai soli ebrei". Da qualche decennio tuttavia, i dirigenti del "B’nai B’rith " stanno cercando di non far trasparire la specificita massonica del loro Ordine.
LA REGOLA DEL SEGRETOUfficialmente il "B’nai B’rith" avrebbe dovuto abbandonare la regola del segreto nel 1920, ma ancora nel 1936 Paul Goldman, presidente della prima Loggia di Londra, parlava, in un articolo che ne tratteggiava la storia, del segreto o silenzio sulle attivita della Loggia. Il Ratier spiega inoltre come vi siano nel "B’nai B’rith" delle "riunioni aperte" cui possono assistere anche i profani, e le "vere riunioni", chiuse o segrete, riservate ai soli fratelli.
IL CARDINALE DEL B’NAI B’RITHIl 16 novembre 1991, il card. Albert Decourtray, Arcivescovo di Lione e Primate di Francia, riceveva il Premio internazionale dell’azione umanitaria del distretto XIX (Europa) del "B’nai B’rith". Nel discorso pronunciato per la consegna della medaglia ricordo a Decourtray, Marc Aron, presidente del "B’nai B’rith" francese, fece un’allusione molto interessante circa l’evoluzione delle relazioni tra gli ebrei e il Vaticano: "Poi venne Jules Isaac, un "B’nai B’rith"; il suo incontro con Giovanni XXIII è la punta dell’iceberg; il Vaticano II, Nostra Ætate, le direttive conciliari per lo sradicamento di ogni concetto antigiudeo nella catechesi e nella liturgia".
IL CARDINALE BEAL’attitudine filoebrea del cardinale Bea gli valse l’accusa di essere un agente segreto B’nai B’rith". Qualcuno, come ha riassunto Leon de Poncins, ha accusato Bea di essere d’origine ebrea, si sarebbe chiamato, Beja, o Behar, e avrebbe agito nel Concilio come agente segreto del "B’nai B’rith", Ma non ci sono prove serie di ciò fino ad ora.
FREUD E IL B’NAI B’RITHL’autore scrive che S. Freud era membro della Loggia del "B’nai B’rith" di Vienna e che il "B’nai B’rith" ha influito molto sullo sviluppo della psicanalisi, fondata sulla Kabala.
IL B’NAI B’RITH E IL COMUNISMOLa domanda dell’autore è questa: vi fu opposizione o sostegno, da parte del "B’nai B’rith", alla Rivoluzione comunista del 1917? Globalmente, leggendo la stampa del "B’nai B’rith", si può dire che vi fu sostegno, senza che vi fosse alcuna paura per lo sviluppo della comunità israelitica russa, tranne le inquietudini per un’eventuale assimilazione degli ebrei nello Stato comunista e le difficoltà per la pratica religiosa. Ma oltre questi due punti, non si trova, nella stampa del "B’nai B’rith" dell’epoca, nessuna condanna del regime dittatoriale comunista per la sua ideologia. Per quanto riguarda "l’eliminazione degli ebrei ortodossi, essa fu condotta dalla sezione ebrea del partito comunista la ‘Evsekzija’, Si assistette perciò al triste spettacolo di ebrei, che spogliavano i loro propri fratelli".
IL B’NAI B’RITH E IL SIONISMOIl "B’nai B’rith" può essere definito un movimento pre-sionista. Fin dall’origine e per sua natura, il "B’nai B’rith" è un Ordine d’ispirazione sionista, anche se nel 1843 questo termine non esisteva ancora. Paul Goldman, presidente della Prima Loggia d’Inghilterra, scrisse nel 1936 un piccolo opuscolo sulla storia ditale Loggia. In esso sono contenute notizie molto importanti sull’influenza delle logge londinesi del "B’nai B’rith" nello sviluppo del Sionismo. 
"Nella Palestina - scrive il Goldman - "B’nai B’rith" ha esercitato un ruolo unico, prima che il Sionismo ne facesse la base dello Stato ebraico". Nel 1865, ventitré anni prima dell’Organizzazione sionista mondiale di Herzl, il "B’nai B’rith " organizzò una grande campagna d’aiuto alle vittime ebree di un’epidemia di colera in Palestina. Dopo di che l’Ordine non ha più smesso di sostenere finanziariamente le iniziative private in Israele (nel 1948, inviò più di quattro milioni di dollari in Israele). Tuttavia a causa di una minoranza antisionista tra gli ebrei, il "B’nai B’rith"; che ha sempre cercato di evitare ogni querelle e divisione tra israeliti, non ha preso ufficialmente posizione (fino al settembre 1947) in favore delle tesi sioniste, pur difendendole e partecipando attivamente a tutte le conferenze sioniste.
IL B’NAI B’RITH FA RICONOSCERE ISRAELEÈ stato il "B’nai B’rith" che ha provocato il riconoscimento (de facto) dello Stato d’Israele da parte del presidente americano Harry Truman, che era ostile ad un riconoscimento rapido d’Israele, e che a causa del suo "ritardismo" veniva accusato dai dirigenti sionisti di essere un traditore. Nessuno dei leaders sionisti era ricevuto, in quei frangenti, alla Casa Bianca. Tutti, tranne Frank Goldman, presidente del "B’nai B’rith", che non riuscì però a convincere il Presidente. Allora Goldman telefonò all’avvocato Granoff, consigliere di Jacobson, amico personale del presidente Truman. Jacobson, un "B’nai B’rith", pur non essendo sionista, scrisse tuttavia un telegramma al suo amico Truman, chiedendogli di ricevere Weizmann (presidente del Congresso Sionista mondiale). Il telegramma restò senza risposta. allora Jacobson chiese un appuntamento personale alla Casa Bianca. Truman lo avviso che sarebbe stato felice di rivederlo, a condizione che non gli avesse parlato della Palestina. Jacobson promise e partì. Arrivato alla Casa Bianca, come scrive Truman stesso nelle sue "Memorie": «Delle grandi lagrime gli colavano dagli occhi; allora gli dissi: "Eddie, sei un disgraziato, mi avevi promesso di non parlare di ciò che sta succedendo in Medio Oriente". Jacobson mi rispose: "Signor Presidente, non ho detto neanche una parola, ma ogni volta che penso agli ebrei senza patria mi metto a piangere". Allora gli dissi: "Eddie, basta". E discutemmo d’altro, ma ogni tanto una grossa lacrima colava dai suoi occhi. Poi se ne andò». Ebbene poco tempo dopo, Truman ricevette Weizmann in segreto e cambiò radicalmente opinione, decidendo di riconoscere subito lo Stato d’Israele. Così il 15 maggio 1948 Truman chiese al rappresentante degli Stati Uniti di riconoscere de facto il nuovo Stato. E quando il Presidente firmò i documenti di riconoscimento ufficiale d’Israele, il 13 gennaio 1949, i soli osservatori non appartenenti al governo degli Stati Uniti erano tre dirigenti del "B’nai B’rith": Eddie Jacobson, Maurice Bisyger e Frank Goldman.
IL COMPITO PIU' ARDUO: IMPEDIRE L’ASSIMILAZIONESappiamo gia che il "B’nai B’rith" ha per scopo di unire gli israeliti, per far progredire l’umanità. L’Ordine cerca pertanto di sviluppare il carattere morale e intellettuale dei propri correligionari; tuttavia, studiando meglio il problema, si può scorgere un certo "razzismo" ebreo in tali programmi. L’Ordine dei "Figli dell’Alleanza" presuppone una fedeltà totale al Giudaismo, in quanto esso serve a rafforzare la coscienza ebraica. Uno dei compiti più alti dell’Ordine è di preservare il popolo ebreo da ogni pericolo di assimilazione da parte di altre nazioni e da una conseguente perdita d’identità. 
La "Lega Anti-Diffamazione" (A.D.L.) scrive che essa "crede nell’integrazione, cioè nell’accettazione degli ebrei, come eguali. Ma che è opposta all’assimilazione: ossia alla perdita dell’identità ebrea. Uno dei principi dell’Ordine è che "non vi è posto nel "B’nai B’rith" per un Fratello che tiene i suoi figli lontani dalla Comunità Israelitica".
IL RIMPIANTO DEL GHETTO E I PERICOLI DELL’EMANCIPAZIONENelle pubblicazioni del "B’nai B’rith" di questi ultimi anni, traspariva ancora una certa nostalgia del ghetto, come garanzia della propria identità, e perciò certi membri arrivano financo a stimare che "il nemico mortale degli ebrei non è l’antisemitismo ma è l’assimilazione". 
Il "B’nai B’rith" lotta anche contro i matrimoni misti, nei quali uno dei coniugi è un "goy", anche se il matrimonio viene celebrato nella Sinagoga.
L’"ANTI-DIFAMATION-LEAGUE": O IL BRACCIO ARMATO DEL B’NAI B’RITHL’A.D.L. fu fondata dal "B’nai B’rith" nell’ottobre del 1913 per lottare contro la diffamazione e la discriminazione che si sarebbero potute esercitare contro la comunita ebraica americana. Molti presidenti degli USA hanno tessuto l’elogio dell’A.D.L., ad esempio Truman, Eisenhower, J. Kennedy, Johnson, Reagan.L’associazione scheda regolarmente ogni anno tutti coloro che hanno espresso delle opinioni non filo-israeliane. In Italia, quest’estate, il giornalista Maurizio Blondet è riuscito, clamorosamente, a rendere pubblico l’elenco dell’A.D.L. 1993, in cui si trovavano, tra gli altri, i nomi degli onorevoli Pivetti e Miglio, dei cardinali Ruini e Pappalardo. L’on. Pivetti ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo al Ministro degli Interni un’inchiesta sul caso, senza ricevere alcuna risposta.
L’A.D.L. E LO SPIONAGGIO PRIVATO NEGLI USAIl 10 dicembre 1992 e l’8 aprile 1993, i locali dell’A.D.L. del "B’nai B’rith" di S. Francisco e di Los Angeles, furono perquisiti simultaneamente da agenti dell’F.B.I. e molti dei documenti sequestrati provano che l’A.D.L., tramite la sua sezione di ricerca documentaria ("Fact Finding Division"), diretta fin dal 1962 da Irwin Svall, è stata, né più né meno, una vasta rete di spionaggio, non solo contro militanti politici vagamente antisemiti, ma anche contro diverse confessioni religiose, clubs, associazioni locali che non hanno nulla di antisemita. La polizia americana scoprì allora che la maggior parte degli uomini o associazioni spiate dall’A.D.L., non avevano mai avuto alcun legame diretto o indiretto con la comunita ebraica, e non avevano neppure preso una posizione netta pro o contro Israele. 
In Italia per esempio, il card. Ruini è stato schedato come antisemita per aver scritto che Gesù era stato crocifisso dagli ebrei. Il card. Pappalardo per aver usato l’espressione scritturale "Sinagoga di Satana". 
Una tale rete di spionaggio è stata messa in piedi grazie alle amicizie che l’A.D.L. conta tra i poliziotti, gli sceriffi e persino tra gli agenti dell’FBI. Il potere della comunità ebrea e tanto grande che i locali dell’A.D.L. di Los Angeles dovettero essere perquisiti dalla polizia di San Francisco, perché la polizia locale si era rifiutata di cooperare direttamente all’inchiesta. Il procuratore generale di San Francisco, Arlo Smith, disse che si trattava "della più vasta rete di spionaggio che opera su scala nazionale". Due cronisti del quotidiano "San Francisco Chronicle", Phillip Matier e Andrew Ross, hanno scritto che il dossier dell’A.D.L. di San Francisco, sequestrato dalla polizia di Los Angeles, è "soltanto la punta dell’iceberg di un raggio nazionale di spionaggio e di indiscrezioni programmate dai servizi di sicurezza". I due giornalisti affermano anche che "poliziotti di almeno altre sei grandi città, sono egualmente implicati nella vendita di schede confidenziali di polizia". Altra tattica impiegata dall’A.D.L. è quella d’infiltrare gruppi o partiti americani. Alcuni studenti ebrei dell’Università di San Francisco, come riporta il settimanale "San Francisco Weekly", hanno ammesso di spiare, per conto dell’A.D.L., altri studenti o professori, annotando sistematicamente le osservazioni fatte su Israele o sugli ebrei. Se ne deduce che l’A.D.L. scheda ogni persona che esprime sentimenti od opinioni critiche su Israele. Sembra che l’origine dei legami A.D.L.- polizia risalga ai preliminari della dichiarazione di guerra americana del 1941. Quando gli USA dichiararono la guerra, le schede dell’A.D.L. divennero una miniera d’oro per l’F.B.I., che poté cosi controllare gli agenti nemici.
Questa pratica non è cessata: l’A.D.L. ha fornito all’F.B.I. liste di persone o organizzazioni ritenute "razziste"; anzi l’A.D.L. ha organizzato dei seminari di formazione ai quali venivano invitati poliziotti americani per poter identificare e schedare gli "antisemiti" o presunti tali. Nel 1989 fu il capo stesso dell’F.B.I., William Sessions, a partecipare all’assemblea annua dell’A.D.L., mettendo a disposizione della stessa la sua esperienza professionale. Per ottenere i favori dei poteri repressivi e facilitare la sua penetrazione nell’apparato poliziesco, l’A.D.L. sponsorizza ogni anno, numerosi seminari consacrati specialmente ai cosiddetti "estremisti bianchi", ai quali partecipano numerosi ufficiali di polizia, dall’ F.B.I. fino agli sceriffi, ivi compresi i procuratori generali di tredici Stati.
Le «pubblicazioni "tecniche" dell’A.D.L., che costituiscono spesso una vera opera di schedatura di persone critiche nei confronti del Sionismo, sono d’altronde destinate a essere utilizzate dalla polizia, come precisa lo stesso catalogo pubblicitario dell’A.D.L.». Per conto dell’A.D.L. vengono organizzate anche operazioni di provocazione, orchestrate nel seno di gruppi di estrema destra, in modo da screditarli e al tempo stesso pilotare l’opinione pubblica sull’esistenza di un grave pericolo razzista ed antisemita, in realta inesistente.
UN LIBRO DI DENUNCIANell’estate del 1992 appariva in Francia un libro, intitolato "Les droites nationales et radicales en France", edito da "Presses universitaires de Lyon" (P.U.L.), scritto da due giovani autori René Monzat e Jean-Yves Camus (nati entrambi nel 1958). Sul retro della copertina si può leggere la scritta: «Opera pubblicata col concorso del "B’nai B’rith" di Francia». Ora il presidente del "B’nai B’rith" francese e il dottor Marc Aron, un influente personalità lionese, che ne ha firmato la prefazione dal titolo: "Il cerchio vizioso dell’estrema destra". L’opera è costituita in larga parte dalla trascrizione di schede della polizia (da pag. 61 a pag. 100) ed è un’opera di autentica denuncia di partiti, personalità, bollettini, associazioni, ecc.
di don Curzio Nitoglia.
KASPER, LA ‘SHOAH’ E LA VERA“CATASTROFE” CONCILIARE
DON CURZIO NITOGLIA
3 luglio 2010

 
“Et haec initia sunt dolorum”

Kasper, la shoah e “Nostra aetate”

●Il cardinal Walter Kasper ha dichiarato al Corriere della Sera (31 maggio 2010, p. 23) che «la shoah è stata favorita anche da un tipo di teologia. […]. Secoli di teologia cristiana anti-giudaica hanno contribuito alla shoah favorendo […] l’antisemitismo razziale-biologico del nazismo. […]. Quel crimine senza precedenti ha costretto le Chiese cristiane a rivedere il loro rapporto con gli ebrei e per i cattolici il tornante decisivo è stato il Vaticano II, con le sue scelte irrevocabili. […]. Il riconoscimento di una responsabilità cristiana indiretta nella shoah era contenuto già in un documento epocale della “Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo”, pubblicato nel 1998 con il titolo “Noi ricordiamo”, in vista del “mea culpa” giubilare del 2000».


●Il cardinale qui mette in relazione di contrarietà (e non di continuità) secoli di teologia cristiana e Vaticano II. Ora, come spiega monsignor Brunero Gherardini, se non vi è continuità fra la Tradizione divina o divino-apostolica della Chiesa e l’insegnamento pastorale conciliare (per esempio, Nostra aetate), significa che quest’ultimo è erroneo poiché in disaccordo con una delle due fonti della Rivelazione[1]. “De ore tuo te judico” si può dire a Walter Kasper. Il quale, inoltre, non esita a vedere nella shoah il termine della teologia pre-conciliare e il punto di partenza di quella conciliare e post-conciliare. Egli può liberamente parlare di shoah poiché lo fa in maniera conforme alla vulgata sterminazionista, mentre, se lo si fa chiedendo di “rivisitare” storicamente e scientificamente (tramite analisi fisiche e chimiche) tale avvenimento, si è linciati moralmente anche nell’ambiente cattolico-conservatore oramai abbondantemente giudaizzato, come è avvenuto a monsignorVitaliano Mattioli, quando nel 1997 pubblicò con l’editrice Mursia di Milano il libro Gli ebrei e la Chiesa. La shoah è - quindi - un problema non solo storico-politico, ma anche teologico, e come tale, analogamente a ciò che la Chiesa ha fatto recentemente, ad esempio, nei confronti della Rivoluzione francese o del Risorgimento italiano, va affrontato da un punto di vista storico, politico e teologico, senza lasciarsi intimorire dagli attacchi della stampa laicista e rinchiudendosi in sacrestia, accampando la scusa, del tutto catto-liberale, che la Chiesa non deve far politica, come se l’uomo non fosse “naturalmente animale sociale e politico” (S. Th., I, q. 96, a. 4) e Gesù Cristo non avesse stabilito sulla terra un regno anche sociale e politico (Pio XI, Quas primas, 1926).

●Al contrario dei cattolici liberali di ieri e di oggi, monsignor Marcel Lefebvre scriveva che «a partire da Giovanni XXIII e Paolo VI, le autorità ecclesiali si son fatte collaboratrici attive della massoneria ebraica internazionale»[2]. Aveva, infatti, constatato personalmente, durante i lavori conciliari, l’influenza decisiva del Bené Berìt nella stesura di Nostra aetate. Già nel 1946 Marx Jules Isaac in Jésus et Israel e poi nel 1948 in Genèse de l’antisémitisme aveva teorizzato la fine dell’antigiudaismo teologico alla luce della shoah e l’inizio di una nuova teologia giudeo-cristiana, dando la colpa dell’antigiudaismo ai Vangeli, soprattutto di Matteo e Giovanni, e ai Padri della Chiesa, specialmente a S. Giovanni Crisostomo. Isaac assieme al cardinal Bea è stato uno degli artefici di Nostra aetate.

Per una retta comprensione dei rapporti tra cattolicesimo e III Reich dal 1933 al 1934

●I primi rapporti tra Chiesa cattolica e nazionalsocialismo furono buoni. Si guastarono dopo il 1935 e soprattutto nel 1937 quando fu promulgata l’enciclica Mit brennender Sorgedi Pio XI, la quale però va letta alla luce della nota del cardinal Eugenio Pacelli, come abbiamo scritto su questo stesso sito, che distingueva tra elementi estremisti e neopagani del partito (Rosenberg e Goebbels) e l’ala più equilibrata, che aveva in Hitler il suo moderatore. Dopo la Repubblica di Weimar, il cattolicesimo tedesco, come la Chiesa romana, vedeva il nemico numero uno nella «modernità di stampo illuminista e liberale, della secolarizzazione, del kulturkampf e della rivoluzione d’Ottobre»[3].

●Il III Reich, secondo Martino Patti, in virtù della sua “fisionomia autoritaria” e “antidemocratica”, «poté essere interpretato e percepito da un cospicuo numero di intellettuali cattolici quale felice adempimento al peculiare Sonderweg tedesco, quale realizzazione di una precisa opzione politica, quella del sociale nazionale ed organico, dunque non come una sciagura bensì come evento salvifico, provvidenziale, cristianamente ispirato. Che non si sia trattato di una banale allucinazione quanto piuttosto di una lettura impegnata, lucida, coscienziosa sono appunto le fonti a testimoniarlo: una matassa spaventosa di argomentazioni coerenti, convinte, ampiamente diffuse e partecipate»[4]. Gli intellettuali tedeschi, che vedevano nel nazionalsocialismo un possibile alleato della Chiesa per combattere la modernità, vengono definiti dal Patti come “paleotomisti, neoscolastici”, che vedevano i rapporti tra Stato e Chiesa secondo l’ottica patristica e scolastica di due ordini ontologici stabiliti da Dio in collaborazione mutua e subordinata, come il corpo con l’anima, e rigettavano la separazione liberale propria della Repubblica di Weimar[5]. Essi vedevano in Clodoveo, Carlo Magno, Ottone I di Sassonia i paladini della cristianità o del Sacro Romano Impero Franco-Germanico, che poteva essere restaurato ora con il III Reich contro l’avanzata della secolarizzazione, del laicismo, dell’individualismo liberale, della mostruosità illuministica. Il fulmine nazionalsocialista avrebbe potuto arrestare ben quattro secoli di decadenza a partire dal Rinascimento[6]. Uno degli autori più importanti ed interessanti di tale concezione è Michael Schmaus (+ 1993), ordinato sacerdote nel 1922, professore di filosofia sotto la guida di monsignor Martin Grabmann presso lo studentato teologico di Frisinga nel 1924; dal 1928 insegnante di teologia dommatica all’Università di Monaco e dal 1933 a Münster. Dopo la seconda guerra mondiale è incaricato di riorganizzare gli studi di teologia dall’università di Monaco, presso la quale resterà sino alla morte. Nel 1951 venne nominato rettore dell’Università. Nel 1962 venne invitato a Roma come “perito straordinario” al Concilio Vaticano II, dove rappresentò l’orientamento conservatore. Famosa resta la bocciatura impartita alla tesi di dottorato su S. Bonaventura del giovane Joseph Ratzinger nel 1957, da lui giudicata modernista. Lo Schmaus riteneva che il III Reich si sarebbe innestato sul ceppo di Ottone I, come questi si era innestato su quello di Carlo Magno, per superare i secoli bui della modernità e la cristianità sarebbe risorta sotto un capo spirituale (il Papa) e uno temporale (il Führer/Duce/Caudillo)[7]. Il Reich germanico rappresentava per lui la reazione contro «l’individualismo, il soggettivismo e l’utilitarismo scaturiti dalla Rivoluzione del 1789, contro il sistema di governo liberale, contro il parlamentarismo, ma soprattutto contro il marxismo tanto bolscevico quanto socialdemocratico»[8]. Ora il fatto che pensatori come Schmaus abbiano potuto concepire una tale teoria dovrebbe far sorgere in noi almeno un “legittimo dubbio” sulla intrinseca perversità[9], sulla follia, sulla stupidità del III Reich, anche se ciò oggi non è “politicamente e teologicamente corretto”.

●Ma proprio questo è il problema: se oggi tale teoria è rigettata, questo potrebbe essere un punto a favore del “non politicamente corretto”, poiché il mondo di oggi è sotto sopra, all’incontrario ed invertito. Infatti, oggi (giugno 2010), la polizia belga ha sequestrato per 10 ore l’intero episcopato del Belgio, lasciandolo senza mangiare né bere, ha violato alcune tombe di cardinali defunti, in cerca di presunte prove sulla pedofilia del clero, ma non ha fatto altrettanto con i ministri, i rabbini, gli imam, i bonzi e tanti padri di famiglia che, statisticamente, sono i maggiori “abusatori”. Tutto ciò – ha detto il cardinal Sodano – non avveniva neppure nei Paesi comunisti del tempo di Stalin, men che mai è avvenuto in Germania dal 1933 al 1945. Questa è stata la risposta della modernità all’apertura conciliare allo spirito del mondo moderno e contemporaneo: la persecuzione senza il timore. Infatti una volta la Chiesa o, meglio, gli uomini di Chiesa erano perseguitati ma rispettati; ora non più, poiché son diventati “insipidi” e quindi “buoni ad essere gettati per terra e calpestati”. Speriamo che tali dimostrazioni pratiche di odio verso la Chiesa e il Papato inducano i prelati post-conciliari a capire che il loro errore è stato quello di aver abbracciato, adulteramente, la modernità e perciò devono ritornare alla vera Tradizione apostolica e alla teologia classica dei Padri e degli Scolastici. Purtroppo il richiamo al “grande artefice del Concilio cardinal Suenens” fatto dal cardinale Segretario di Stato non sembra andare verso la buona direzione[10]. Gli abusi sui minori sono anche il frutto del rilassamento dei costumi e dell’ascetica cattolica apportato dal Vaticano II. Ma la Chiesa l’ha fondata Cristo e Lui sa come raddrizzarla, con le buone o con le cattive. Noi dobbiamo solo pregare e far penitenza per il Papato e la Chiesa romana, dapprima infiltrata dall’inimicus homo, erosa modernisticamente dal di dentro e poi calpestata come un vecchio straccio proprio da quel mondo moderno che il Concilio volle blandire e non convertire. “Non buttate le perle ai porci, perché vi si rivolteranno contro” ci ha ammonito Gesù. Purtroppo prelati utopisti, irrealisti, filantropi e antropolatri si sono illusi che, gettando le perle non solo ai porci ma anche ai lupi, li avrebbero convertiti in pecore. Un altro autore che viene citato nel libro del professor Patti della Scuola Normale Superiore di Pisa è Joseph Pieper (+ 1997), conosciuto anche in Italia poiché nella seconda metà degli anni Settanta la Morcelliana di Brescia ha tradotto i suoi libri sulle virtù cardinali e teologali. Professore universitario anche nel dopo guerra all’Università di Münster, Gottinga, Francoforte, Magonza e Monaco. Fu critico lucido del materialismo collettivistico marxista come di quello individualistico liberal-liberista, ai quali opponeva la dottrina sociale della Chiesa (specialmente l’enciclicheRerum Novarum di Leone XIII, 1891, e Quadragesimo Anno di Pio XI, 1931). Tutti questi intellettuali erano fautori di un ritorno al sano realismo della conoscenza conforme alla filosofia aristotelico-tomistica, al rigetto del soggettivismo cartesiano-idealistico, dell’individualismo protestantico, del separatismo tra Stato e Chiesa liberale e del democratismo di Rousseau. La guerra e la vittoria “dell’oro contro il sangue” ha significato il successo del soggettivismo moderno e post-moderno e la sconfitta del patrimonio greco-romano, patristico-scolastico dell’Europa, la quale è diventata una seconda Babele, nella quale si confondono e si fondono assieme tutte le etnie, le culture, le religioni e la rendono irriconoscibile avendola separata dalla propria identità e radici.

Un sano revisionismo storico sul III Reich

●Oggi - invece - si tende a fare del nazionalsocialismo l’incarnazione del male, anzi il “Male Assoluto”, che non può esistere poiché il male è privazione di bene e non può essere un assoluto. Certamente non bisogna cadere nell’errore opposto e fare di lui il “Bene Assoluto”, ma bisogna “rivisitare” la storia senza pre-giudizi e vedere ciò che di male e di bene vi è stato nel III Reich. Per esempio lo storico israelita, e quindi non anti-scemita,Benjamin H. Freedman ha dichiarato che «quando, dopo l’armistizio del 1918, la Germania realizzò che gli ebrei erano responsabili della sua sconfitta, non digerì questo colpo di coltello alle spalle. […]. Nel libro del professor Tansill dell’Università di Georgetown, […] il quale cita alcuni documenti del Dipartimento di Stato, scritti da Hugo Schoenfelt, un israelita inviato da Cardell Hull in Germania nel 1933 al fine di fare un’inchiesta sull’esistenza dei campi di prigionieri politici, si trova che questi campi erano pieni di comunisti, la cui stragrande maggioranza erano ebrei. […] Inoltre in quegli anni in Germania vi era una popolazione di circa 90 milioni e solo 460 mila ebrei, ma questi controllavano quasi tutta la stampa e l’economia germanica. […]. Nel luglio del 1933, fu organizzata ad Amsterdam una conferenza del congresso sionista internazionale. Tramite esso gli ebrei del mondo intero si rivolgevano alla Germania, invitandola perentoriamente a licenziare Hitler, appena salito al potere, e di reintegrare tutti gli ebrei, comunisti o meno, nelle loro funzioni. […]. Ma la Germania si rifiutò di piegarsi alle ingiunzioni sioniste. Il presidente del congresso sionista di Amsterdam era un ebreo-americano di nome Samuel Untermeyer, che partì immediatamente alla volta degli Usa dove, dagli studi della ‘CBS’, dette una conferenza trasmessa via radio in tutto il territorio americano, nella quale asserì che il “il sionismo internazionale ora fa appello ad una guerra santa contro la Germania”. Tale conferenza fu ripresa anche dal New York Times del 7 agosto 1933. […]. Infine nel novembre del 1933 l’America riconobbe ufficialmente l’Urss. La Germania iniziò a riarmarsi pensando ad una futura aggressione sovietica»[11]. Anche il premio Nobel Elie Wiesel ha dovuto riconoscere che «gli antisemiti francesi che vedevano ebrei dappertutto avevano ragione […], per quanto riguarda la Germania. Le scienze, le arti, la medicina erano nelle mani degli israeliti»[12]. Occorre ricordare che Hitler aveva dato lavoro a 6 milioni di disoccupati in un anno e quindi ridato il pane a circa 20 milioni di persone (i loro familiari), aveva respinto la dittatura del dollaro rafforzando il marco e ridimensionata la preponderanza ebraica nella società civile tedesca. Ma una tale politica non poteva lasciare indifferenti le plutocrazie giudaico-massoniche come l’Inghilterra e l’America del nord ed anche la Francia, ove l’ebraismo era più influente che mai. Il 25 novembre del 1936, Chaim Weizmann, presidente dell’Organizzazione Sionista Internazionale, dichiarò davanti alla ‘Commissione Pell’: «non è esagerato affermare che 6 milioni di ebrei saranno condannati all’internamento in Germania»[13]. Hitler, volendo espellere gli ebrei dal III Reich germanico, ha commesso quello che il ministro dell’Educazione francese, sotto il regime di Vichy del maresciallo Philippe Petain, Abel Bonnard ha chiamato «un eccesso concentrato in un solo atto, che risponde però ad un altro eccesso diluito nel tempo: quello della penetrazione degli israeliti nelle nazioni cristiane»[14].

●La Germania non aveva nessun interesse a scatenare la Seconda Guerra mondiale contro Usa, Inghilterra e Urss, le tre più forti nazioni del mondo, che, messe assieme, non avrebbero lasciato quasi nessuna speranza di vittoria alla Germania appena risollevatasi da Versailles. Essa voleva solo opporsi al diktat del Trattato di Versaglia del 1919, che la umiliava e le impediva di rialzare le sue sorti economico-sociali. È pur vero che la Germania il 1° settembre del 1939 invase la Polonia, ma l’Urss il 17 settembre dello stesso anno non fece la medesima cosa? Ed allora perché l’unico “cattivo”, responsabile della Seconda Guerra mondiale, sarebbe Hitler, contro cui Francia e Inghilterra sono dovute scendere in guerra per sovvenire alla Polonia, mentre Stalin non avrebbe commesso niente da rimproverargli? Nel 1941 la Germania offriva alla GB numerose offerte di pace separata in funzione anti-sovietica, tutte sistematicamente rifiutate dal Regno Unito. Forse il bolscevismo era da preferirsi al nazionalsocialismo? Era esso una democrazia socialista sovietica al contrario del fascistissimo nazismo teutonico? La verità è che la risposta italiana, tedesca, spagnola e portoghese al pericolo dell’anglo-americanismo e del giudeo-bolscevismo non poteva essere tollerato dai peggiori nemici dello spirito europeo: Urss ad oriente e Usa ad occidente e specialmente dal sionismo internazionale, che vedeva – giustamente – in Hitler un pericoloso ostacolo, una catastrofe e un colpo di freni, forse definitivo, alla scalata verso il dominio universale del mondo.

●Nel 2003 il dottor Itzhak Attia, direttore dei “Seminari francofoni alla Scuola Internazionale per lo studio della shoah presso lo Yad Vashem”, ha dichiarato: «noi sionisti siamo in guerra contro le Nazioni. Tale guerra non può essere che totale e genocida, poiché sono in ballo le nostre rispettive identità»[15]. Di fronte a questa frase quelle pronunciate da Hitler (per esempio l’8 novembre del 1941 ai veterani del partito: “ho capito che l’ebraismo è l’incendiario del mondo”) impallidiscono e si rivelano esatte. La Germania, che aveva cercato di facilitare l’esodo ebraico anche verso la Palestina ed aveva optato per il Madagascar nel 1940, si vide costretta il 20 febbraio 1942 a Wansee, durante la guerra conto l’Urss, a pianificare un enorme ghetto ad est, tra la Polonia e la Russia (Auschwitz, Belzec, Maidanek, Treblinka), in cui vennero rinchiusi comunisti e ebrei per sfruttare la loro mano d’opera nell’industria bellica, allora sotto massimo sforzo, con 11 ore iniziali di lavoro al giorno, le quali arrivarono verso la fine della guerra anche a 16. Alcuni studiosi e storici affermano che ad Ad Auschiwitz vi fu un alto tasso di mortalità, sia tra i prigionieri che tra i guardiani del campo di lavoro, data l’aria malsana, che provocava, con la scarsità del cibo la quale aumentava col passare del tempo, la malaria, il tifo e la dissenteria, per combattere le quali, affermano sempre tali storici, venne impiegato l’insetticida Ziklon B, inventato dal chimico israelita Fritz Haber nel 1920. Il professor Arno J. Mayerdell’Università di Princeton nel 1988 ha dichiarato che «dal 1942 al 1945, certamente ad Auschwitz ed anche altrove, le cause naturali uccisero più prigionieri ebrei che quelle non-naturali»[16].

Epilogo

Per concludere, la shoah è stato il grimaldello di cui ci si è serviti e ci si serve ancora per scardinare e distruggere la cultura europea, fondata sulla filosofia greco-romana e patristico-scolastica, la teologia cattolica preconciliare per sostituirla coll’antropocentrismo neomodernista, l’uomo come animale razionale, libero e sociale per sostituirgli una larva di bestia abbrutita dal freudismo e dallo strutturalismo francese o “pensiero selvaggio” di Claude Levy-Strauss. Se vogliamo ritornare al reale, ristrutturare l’uomo ad immagine e somiglianza di Dio, instaurate tutto in Cristo, dobbiamo fare i conti con “l’inizio dei dolori” conciliari: la penetrazione giudaica nell’ambiente cristiano tramite la vulgata sterminazionista della shoah, la quale oramai tende a rimpiazzare l’unico vero Olocausto quello di Gesù Cristo Redentore dell’uomo. Le mezze verità sono più pericolose dell’errore palese. Se non troveremo il coraggio, con l’aiuto di Dio, di ritornare alla verità integrale, sia nell’ordine naturale (storico, scientifico, filosofico, politico) che in quello soprannaturale (teologico), i quali non vanno mai scissi, la situazione non potrà che peggiorare e - con la nostra falsa prudenza carnale - metteremo soltanto un rattoppo che è peggiore dello strappo.

d. Curzio Nitoglia

3 luglio 2010



 

[1] Cfr. Brunero Gherardini, Quod et tradidi vobis. La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, pp. 460, € 25,apostolatostampa@immacolata.ws . Cfr. pure sì sì no no, 31 maggio 2010, “La Tradizione e il Concilio Vaticano II: continuità o discontinuità?”.
[2] M. Lefebvre, Itinéraire spirituel, Tradifusion, 1991, prologue. Cfr. L. De Poncins, Il ruolo degli ebrei in Concilio, Roma, 1962; M. Pinay, Complotto contro la Chiesa, Roma, 1962; E. Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rith, CLS, Verrua Savoia (TO), 1995.
[3] M. Patti, Chiesa cattolica tedesca e Terzo Reich (1933-1934). Il caso di Schmaus, Pieper, Lortz, Taeschner, von Papen, Brescia, Morcelliana, 2008, p. 15.
[4] Ivi.
[5] Ibidem, p. 17.
[6] Ibidem, p. 18.
[7] Ibidem, p. 37.
[8] Ibidem, p. 38.
[9] Si noti che mentre Pio XI nella enciclica Divini Redemporis del 1937 qualifica il comunismo come “intrinsecamente operverso”, non così ha fatto per il nazionalsocialismo nella Mit brennender Sorge dello stesso anno. Infatti, mentre il comunismo ha abolito la religione, la proprietà privata e ha fatto professione esplicita di materialismo e ateismo, non così il nazionalsocialismo. Durante la campagna russa le SS del generale Léon Degrelle avevano i cappellani militari, che celebravano la Messa ogni giorno per i combattenti. Ora se Hitler fosse stato quell’anticristo che si dice, avrebbe permesso ciò? Avrebbe ammirato Degrelle sino al punto di dirgli: “Se avessi una figlia, vorrei che sposasse un uomo come lei”? Sembrerebbe proprio di no. Eppure è successo, e “contra factum non valet argumentum”.
[10] Si noti che, quando il Suenens durante il Concilio si pronunciò a favore della pillola contraccettiva, il cardinale Alfredo Ottaviani gli disse, tra il serio e il faceto, che, se sua madre l’avesse presa, non avrebbe fatto un soldo di danno. “O quam mutatus [Sodano] ab illo [Ottaviani]”. “Mala tempora currunt”.
[11] Benjamin H. Freedmann, Discorso per il magazine “Common Sens”, pronunciato all’Hotel Willard di Washington nel 1961.
[12] E. Wiesel, Le Testament d’un poète juif assassiné, Parigi, Point Seuil, 1995, p. 100.
[13] Cfr. P. Rassinier, Les responsables de la Seconde Guerre mondiale, Parigi, NEL, 1967, p.74.
[14] A. Bonnard, Inédits politiques, Parigi, Avalon, 1987, p. 112.
[15] I. Attia, Israel Magazine, aprile 2003.
[16] A. J. Mayer, The  “Final Solution”, in “History”, 1988, p. 365.

4 commenti:

  1. Poveri noi, poveri noi, venduti per 30 miserabili denari. I FFI dell' Immacolata distrutti in tutti e due gli ordini per la superbia gorgogliona, chiese e conventi chiusi per risanare i bilanci farlocchi, seminari dove si insegnano stupidaggini e mondanità ,preti che fanno di tutto fuorchè i preti. Ma cardinali, vescovi , etc. etc. cosa state facendo ? . Fermatelo prima che distrugga completamente quel poco di Santo e di sano che è rimasto nella Chiesa Cattolica. jane

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  2. Cinquant’anni di dialogo e tanti progressi compiuti.

    Si per distruggere l'Una Santa Cattolica Apostolica Romana e rendere dell'Italia terra di conquista della setta maomettana e come se non bastasse una cloaca a cielo aperto così ridotta dai clandestini chiamati "profughi" o poveri bisognosi".
    Ed eretici movimentisti "ecclesiali" ekumenisti che hanno contribuito all'invasione. Perfino la pseudo veggente gosparola viska negli anni ottanta ebbe a "rakkomandare" gli Italiani di stare attenti a votare Lega perchè è pericolosa. Pensa un po'. Infatti di li a poco l'Italia fu invasa dagli albanesi e dai slavi in genere.

    VERGOGNA, MA QUANDO IL DIO UNO E TRINO DIRA' BASTA PER VOI SARA' FUOCO ETERNO!!!!

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  3. "B’nai B’rith International, organizzazione ebraica impegnata in particolare nel campo dei servizi sociali."

    Si, si....allo stesso modo come ci e' stato inculcato ai nostri tempi a scuola che il massone, satanista e mercenario al servizio dell' impero britannico Giuseppe Garibaldi era l 'eroe dei due mondi e grande patriota (del quale ci dobbiamo sorbire una infinita' di piazze, vie e monumenti in ogni dove sul suolo italico). Ed allo stesso modo Mazzini e altri compari di loggia....

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  4. venghino venghino nella nuova religione dell'amore un giorno prossimo ci inviteranno al gran fallò che faranno dei comandamenti,peccati,e tutto quello che può ricordare LA SANA E SANTA DOTTRINA INSEGNATA DA NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO CHE CI CONDUCE ALLA VITA ETERNA A DIO PIACENDO IN PARADISO!!AMEN!!

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